venerdì , 22 Novembre 2024

“DE ANDRA? CANTA DE ANDRA?”
Trento, 3 dicembre 2009

de-andra-canta-de-andraNel decennale della morte di Fabrizio De AndrA? arriva anche nella nostra cittA� il tributo piA? autorevole, quello del figlio Cristiano che il 3 dicembre canterA� al Palasport di Trento.

In a�?De AndrA? canta De AndrA?a�?, Cristiano rilegge in modo personale le canzoni piA? belle del padre che ripropone in qualitA� di abile cantautore, polistrumentista e compositore . Cristiano A? capace di imporsi con le sue risorse al servizio del patrimonio del padre, in maniera cosA� credibile da aver trasformato questo spettacolo in uno dei piA? acclamati della��anno.

a�?De AndrA� canta De AndrA�a�? avrA� una��anima rock ed una piA? acustica e intimista. Cristiano- accompagnato da quattro musicisti coordinati da Luciano Luisi, giA� arrangiatore di Zucchero e Ligabue -A� mostrerA� tutta la sua abilitA� di musicista polistrumentista suonando la chitarra, il bouzouki, il violino, il piano e le tastiere.

Prevendite:A� A Trento Centro S. Chiara, Radio Dolomiti, Radio Italia, Bazar; a Rovereto Musica 3000; a Bolzano Babaa��s; a Merano Non Stop Music. In Alto Adige tutte le librerie Athesia, in Trentino a tutte le Casse Rurali Trentine.

Per maggiori informazioni:
Tel. 0473 270256
info@showtime-ticket.com

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Un commento

  1. Fabrizio De André, un’ombra inquieta.
    Ritratto di un pensatore anarchico – Edizioni Il Margine

    Libro di Federico Premi
    Recensione di Laura Tussi

    Fabrizio De André ha sempre praticato consapevolmente l’esercizio del pensiero e la sua opera politica e musicale rappresenta una sapiente e radicale critica alla concezione borghese dell’esistenza.
    L’autore del libro, Federico Premi, avvalora questa ipotesi tramite l’analisi dei manoscritti inediti di De André, disponibili presso il centro studi Fabrizio de André dell’Università di Siena, dove appaiono ricorrenti i riferimenti alla tematica anarchica e alla critica della società borghese. “È tempo di tornare nomadi. Siamo stati sedentari per troppo tempo. Bisogna rimettersi in cammino”. Fabrizio De André continua a ripetere questo concetto nelle sue canzoni e nei moltissimi appunti manoscritti.
    La vita infatti è un continuo processo di metamorfosi, di cambiamento, di ricerca nella costante resistenziale e febbrile dell’erranza.
    Secondo De Andrè, l’anarchia, oltre che forma di autogoverno alternativa all’attuale sistema di potere, rappresenta il solo antidoto contro l’omologazione sociale e culturale, contro la pianificazione categorica e l’arbitrio imperante. Tra gli aspetti più inquietanti dell’immobilismo della società contemporanea è l’assuefazione universale alla logica capitalista. Il verbo del fondamentalismo capitalista si è imposto ovunque, operando una drastica reductio ad unum, un’inaudita uniformizzazione, pianificazione, normalizzazione del sistema e omologazione culturale. L’umanità dovrà attuare presto un nuovo sistema politico ed economico e una diversa e più virtuosa cultura del confronto e dello scambio, non più fondate esclusivamente sul torvo e bieco valore del profitto e del tornaconto, nella realizzazione di un’utopia sommessa e confessata in versi, all’interno di un discorso cifrato ed elusivo nelle canzoni di De André, che canta una critica serrata al mondo borghese del conformismo allineato. Infatti, borghese è, in ogni tempo, l’invincibile inerzia dello spirito, l’ossessione per l’agio e la stabilità, matrice di ogni idolatria, che costituisce il momento statico immortale dell’esistenza del singolo e della società. La morale borghese è mortifera, in quanto vuole bloccare il divenire, nella pretesa di uniformare, omologare, conformare e rendere tutti gli uomini simili fra loro, equivalenti, intercambiabili, perché il borghese si preoccupa di essere integrato, allineato e leale con il sistema. Un’autentica rivolta esistenziale consiste nel riconoscere il proprio stato di uomini colonizzati e allineati, per liberarsi dagli ingranaggi del sistema e divenire Anime Salve, riappropriandosi di se stessi e della propria vita in modo unico e originale. Il potere persuasivo di ogni sistema, fondato su valori fissi e indiscutibili, provoca paura e disorientamento per ogni diversità e alterità anarchica, opposta all’ingranaggio del quotidiano. Il borghese non sa riconoscere il proprio intimo essere, l’ “ombra inquieta” che si muove nelle pieghe dell’anima e della storia.
    Il Faber pensatore affronta dunque i temi della borghesia e dell’anarchia come categorie dello spirito, del potere e della costante resistenziale, tra morte, solitudine e natura, tra follia e diversità, per cui l’artista diviene anticorpo del sistema vigente e cantore di bellezza e utopia.
    Laura Tussi

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