venerdì , 22 Novembre 2024

QUANDO A TRENTO MANCA L’EVENTO
di Serena Torboli

Teatro Sociale di Trento - Copyright etymoDomenica, a Trento.

Trento d’estate, quando Trento non A? la cittA� del Festival dell’Economia, o quella delle Feste Vigiliane, o quella del Filmfestival.

Nel tempo libero, ti capitano quelle volte in cui ti vesti e ti trucchi, ti prepari e ti fai bella perchA� hai ospiti per cena o vai al cinema o ad un concerto. Altre volte, invece, stai in ciabatte e quasi non ti togli il pigiama, aggirandoti oziosamente per casa.

Trento fa cosA�, quando non aspetta ospiti.

Quando insomma Trento non A? in vena di travestirsi da qualcosa d’altro ed A? semplicemente una piccola cittA� e magari A? estate ed A? bel tempo, Trento A? un po’ cosA�. Non proprio sciatta ed impresentabile, ma diciamo un po’ sottotono. A? una cittA� che ci tiene a far bella figura se c’A? gente, ma quando nessuno la guarda se ne sta cosA�: per caritA�, i letti rifatti e i pavimenti spazzati, ma senza un grande amore per se stessa.

Il sole A? forte, e per strada si vedono pochissime persone. Sparita completamente la folla trendy dello shopping, quella rampante degli uffici, quella godereccia degli aperitivi, rimane qualche persona anziana che si aggira per i parchi. Ragazzi marocchini, a due a due, girano silenziosi per una cittA� semideserta, assolata ed apparentemente immobile.

Edicole chiuse, serrande abbassate, alimentari neanche parlarne, pochi bar aperti. Un po’ meglio quando si tratta di gelaterie.

Dove sono i trentini?

Al mare, in montagna, ai laghi, nelle seconde case.

C’A? una fuga la domenica in special modo verso due “monti”: il Monte Bondone, la montagna dei trentini, la montagna delle seconde case dei cittadini, dove spesso si finisce per andare a fare quello che si farebbe nella prima casa (cucinare, pulire, lavori di manutenzione) con qualche concessione in piA? quanto alla dieta e ai sonnellini. Oppure sul Bondone ci si va per un picnic: parcheggio, il prato giusto, stender la coperta, e via, la domenica prende il volo. Il pallone per i piA? piccoli, la crema solare per le donne e la grigliata per gli uomini (la grigliata per qualche insondabile motivo A? di solito un affare da uomini. Invece, chissA� com’A?, noi donne siamo piA? “portate” per i lavori da fare quando si ritorna: lavare le stoviglie, rimettere gli avanzi in frigo, far la lavatrice, preparare la cena, far la doccia ai piccoli, sfamare il gatto di casa).

L’altra meta dei pellegrinaggi trentini domenicali si chiama monte ma non A? un monte. A? “Monte Baldo“, il parcheggio di Trento: il parcheggio Monte Baldo dal primo mattino e fino ad ora di pranzo inoltrata A? la meta di un altro tipo di abitanti di Trento.

Sono principalmente donne, di origine polacca, moldava, rumena e per tutta la mattinata A? un andirivieni continuo, ininterrotto, incessante di donne che portano pacchi di provviste di ogni tipo da spedire in terra natia.

Monte Baldo A? il punto di ritrovo per chi parte e per chi spedisce qualcosa: questa folla semi-invisibile durante la settimana acquista visibilitA� e massa critica la domenica mattina, quando ci rendiamo conto per la prima volta di quanto sia grande questa fetta di popolazione cittadina che lavora, guadagna, risparmia soldo su soldo per inviare quello che puA? al resto della famiglia, la quale sta aspettando quei pacchi per avere di che mangiare e di che vestire.

Quando i cittadini doc ritornano dal Monte Bondone, Monte Baldo si A? giA� svuotato: ha finito il turno festivo, ora si puA? dedicare al suo normale ruolo di parcheggio di attestamento.

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2 commenti

  1. Stupenda questa osservazione della città di Trento “in pigiama”! Comunque il centro storico rimane piuttosto degno anche senza la “vita” quotidiana o di festa. Altrochè qualche centro “shopping” di stile archittetonico funzionale che senza i negozi aperti perde tutto il fascino e vorresti evitarlo il più possibile….

  2. Bello l’articolo sulla città di Trento con le luci spente ed i toni bassi!!! purtroppo è triste pensare che solo la mancanza di eventi ci faccia notare quella moltitudine silenziosa di donne che la domenica mattina nei vari punti di raccolta, area Monte Baldo, Piazzale S.Severino, ex Michelin…si raduna per inviare a casa i pacchi della speranza,per poi ritrovarsi insieme a condividere una pasto ospiti di qualche parrocchia o di oratori gentilmente messi a disposizione .Quanto bisogno
    hanno di ritrovarsi e parlare la loro lingua di origine, mangiare alimenti cotti secondo la loro
    tradizione… quanto nostalgia hanno dai loro cari?
    Quante poche domande ci poniamo su di loro quando queste accudiscono i nostri vecchi, che noi per
    mancanza di tempo non siamo più in grado di curare,e ne deleghiamo le cure ed alle volte anche
    l’affetto! Grazie per aver scritto di loro .Fiorenza

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