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VII GIORNATA DEL CONTEMPORANEO
Sabato 8 ottobre 2011

AMACI ha scelto la��8 ottobre 2011 per il grande evento dedicato alla��arte contemporanea e al suo pubblico: la Giornata del Contemporaneo, questa��anno alla sua Settima edizione.
Con la��edizione 2011, AMACI si propone di incrementare il numero degli aderenti e di potenziare la��azione locale della��Associazione e dei Musei associati, al fine di incentivare lo sviluppo del tessuto culturale territoriale.
Porte aperte gratuitamente in ogni angolo del Paese, per presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. Un programma multiforme che regalerA� al grande pubblico una��occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo della��arte contemporanea.
Anche questa��anno, la Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, la��Architettura e la��Arte Contemporanee del Ministero dei Beni e delle AttivitA� Culturali, accanto alle piA? importanti istituzioni italiane, rinnova il suo sostegno ad AMACI, alla Settima Giornata del Contemporaneo e a tutti i suoi eventi.
Prosegue inoltre con successo il progetto di AMACI che vede protagonista di ogni edizione della Giornata un artista italiano di fama internazionale. Per la Giornata 2011, AMACI ha chiamato in scena Giulio Paolini, che ha concepito la��immagine guida della��evento.
Un’architettura simbolica, una prospettiva aulica, una cornice d’oro che ne racchiude ed evidenzia il punto di fuga, una figura di spalle: questi gli elementi dell’opera creata da Paolini. Elementi da sempre presenti nel suo lavoro, che ancora una volta portano l’attenzione su temi a lui particolarmente cari come la dimensione legata alla percezione dell’opera d’arte e la sua destinazione museale. In un contesto appena accennato, la cornice d’oro vuota cattura la nostra attenzione, diventa centro simbolico oltre che prospettico della composizione e innesca un meccanismo consueto nell’opera di Paolini, accogliendo parte del profilo dello spettatore nel suo spazio e trasformandolo in questo modo in opera. Quello che Paolini ci propone A? un gioco di specchi, un continuo ribaltamento di piani che, con movimento concentrico, trascina il nostro sguardo “mobile e precario” di spettatori nello sguardo “fisso e immobile” del quadro, ribadendo che l’opera esiste solo nella visione di chi la guarda.

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