domenica , 22 Dicembre 2024

UN FESTIVAL GAY/LESBICO/TRANS/QUEER A TRENTO
Per informare, educare e dare visibilitA�!
Audiointervista a Roberta Ferrario e Alessandra Senettin

Rappresentanti del Tavolo LGBTQ*. Tutti gli individui indossano il collare ortopedico in segno di solidarietA� nei confronti della compagna aggredita in via S. Maria Maggiore. Universinversi 2009 A? il festival gay, lesbico, trans, queer che si svolgerA� a Trento dal 15 al 23 maggio, in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia (17/05). Un festival che si propone in modo diverso rispetto ai piA? diffusi gay pride che solitamente, avendo uno scopo prettamente rivendicativo nei confronti della sfera politica, finiscono con il trascurare la fondamentale dimensione informativa.

Per ovviare all’ignoranza diffusa che tocca le problematiche legate all’omosessualitA�,A�Universinversi vuole quindi condividere con la cittA� tutti quegli aspetti che quotidianamente influiscono sulla vita di migliaia di persone, persone che lottano non solo per difendere i propri diritti, ma anche per potersi semplicemente sentire liberi di esprimere la propria identitA�. Universinversi 2009 nasce quindi con la specifica volontA�/necessitA� di informare.

Siamo tutti consapevoli di che cosa si intenda con il termine queer? Oltre al gay, alla lesbica o al trans, quali altre forme di espressione sessuale si conoscono? Che cosa si intende per decostruzione del genere?
In occasione della conferenza stampa di presentazione di Universinversi, TrentoBlog ha intervistato Roberta Ferrario e Alessandra Senettin per dare una risposta ai suddetti quesiti, comprendere gli obiettivi del Festival e descrivere le difficoltA� politico-sociali con le quali il Tavolo LGBTQ* ha dovuto confrontarsi per organizzare il tutto. Nel corso dell’audiointervista A? stata inoltre proposta una riflessione in merito al recente episodio di omofobia che si A? tenuto a Trento ai danni di una giovane attivista che lavorava alla realizzazione del Festival stesso. Segui il programma di Universinversi sulla TrentoBlog Community.

Ascolta l’intervista a Roberta Ferrario e Alessandra Senettin (5’33” 5,09 Mb)
[audio:http://www.trentoblog.it/audio/Universinversi120509.mp3]

Jessica Ceotto

Universinversi 2009 A? organizzato dal tavolo LGBTQ* di Trento (composto da ArciGay 8 Luglio, P.O.U.M., Queer Pro Quo, Collettivo Femminista deGenere e singol* individu* che lottano per i diritti civili e contro la��omofobia) con il patrocinio del Comune di Trento e del Centro Studi Interdisciplinari di Genere dell’UniversitA� degli Studi di Trento. L’iniziativa A? stata realizzata anche grazie al contributo finanziario dell’Opera Universitaria e dell’UniversitA� degli Studi di Trento. Le conferenze pubbliche sono co-finanziate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.

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13 commenti

  1. Credo che su questi temi una città come Trento abbia bisogno di svegliarsi un po’: non siamo in un’isola felice, il razzismo, la diffidenza e l’ostilità per il diverso, esistono anche qui, anche se non occupano mai le pagine dei giornali.
    Apprezzo l’accento sul valore informativo, prima ancora che dimostrativo dell’evento.

  2. grazie per la domanda Jessica.. mi chiedevo proprio cosa volesse dire la parola Queer…

    in bocca al lupo per l’evento…

  3. é si Trento ha proprio bisogno di una svegliata e i recenti episodi di intolleranza e razzismo ne sono la prova… TrentoAperta!!!

  4. …ma cosa vuol dire “decostruire/costruire” il genere e l’orientamento sessuale?..

  5. secondo me per decostruire intende la libertà di apparire nel modo che piu ci rappresenta rompendo i vincoli tradizionali che vedono l’uomo in pantaloni e la donna con la gonna (sto esagerando)….

    questo è quello che ho capito… nel senso che se sono uomo e mi piacciono le donne devo comunque essere libero di portare una gonna con i tacchi senza essere o sentirmi omosessuale…

    spero di aver capito bene…

  6. Io invece sarei curioso di sapere a che cosa si siano riferiti quando si è parlato di “tutte le altre forme di espressività sessuale”! Quante ce ne sono? scusate l’ignoranza ma io sono uno di quelli che fino a ieri pensava esistessero solo gli omosoessuali, i trans e le dark queen…

  7. l’eterosessualità è così fuori moda..?!

  8. “ciao a tutt*,
    sono Roberta, una delle due intervistate.
    Per quanto riguarda la decostruzione del genere, per il momento direi che la definizione di Tommaso è un buon punto di partenza, al quale potremmo brevemente aggiungere che se, come sostiene tra le altre cose la teoria Queer, il genere viene visto come costruito socialmente e non è una categoria naturale, allora ognun* di noi ha la possibilità di modificare la categoria nei punti che gli/le vanno stretti (può, cioè, “decostruire” la struttura su cui si basano le differenze di genere tra uomo e donna).
    Ad esempio, si può modificare il proprio vestiario, il proprio linguaggio, il modo di definirsi e presentarsi, e anche il proprio corpo, costruendo di volta in volta identità nuove e diverse.

    Giordano chiede quante forme di espressività sessuale ci sono; io direi infinite e questo è il senso dell’* che abbiamo aggiunto in fondo alla sigla LGBTQ quest’anno.
    Ma questi temi vanno sicuramente affrontati in maniera più approfondita e dettagliata… vi aspettiamo a Universinversi!

  9. Ascoltando l’intervista ieri sono rimasta un po’ perplessa e non è che questa risposta di Roberta adesso cambia molto. Per me tutto suona molto intellettuale…decostruzione del genere….è un linguaggio che mi ricorda molto gli anni sessanta. L’insuccesso dei movimenti di quegli anni secondo me sta proprio nel fatto che “tutto è rimasto nella testa” e solo pochi erano in grado di tradurre questo nella vita vera e propria, dare alle idee un volto, emozioni, renderle tangibili….
    Ho vissuto quegli anni, anni nei quali il sabato trovavi in città un vero “mercato di idee” – dai maoisti e quelli della 4^ internazionale ai gruppi ambientali e agli “homo”, penso, in modo abbastanza consapevole e mi è costato tanta energia e perseveranza “selezionare” le cose giuste per me e farle parte della mia vita di ogni giorno. Un po’ difficile questo con un termine come “decostruzione del genere”……

  10. @Anna: ti assicuro che ci sono persone che le decostruzioni di genere le vivono in ogni pratica quotidiana, e ce ne sono tante! : )

    Un bimbo maschio che chiede per regalo la casa delle bambole anchè la macchinina, sta (ovviamente inconsciamente) decostruendo il genere che alla nascita gli hanno stampato in fronte. : )
    Allo stesso modo, da adulte, molte persone (inconsiamente o meno, per rivendicazione politica o per puro interesse personale) immaginano e realizzano strutture di genere non più basate strettamente sulle categorie maschile e femminile (ognuna delle quali con caratteristiche ben precise e complementari rispetto all’altra).
    Ma certamente a parlarne così sembra tutto molto tecnico e astratto.
    La cosa migliore è conoscere in prima persona! : )

  11. Grazie per questa reazione. Hai ragione, sta proprio nelle piccole e grandi cose della vita quotidiana di tante persone. Se guardo i miei figli – maschio di 27 e femmina di 30 – vedo questi comportamenti fuori dalle strette stutture di genere (scusami, faccio difficoltà di usare questo linguaggio, anche perchè non sono di madrelingua italiana), sono circondati di amici “di ogni genere”… bene così.

  12. Scusate, ma il genere maschile e quello femminile sono innanzitutto un dato di fatto biologico, cioè esistono in natura prima ancora che nella cultura delle società umane, e questo non potete negarlo. Quindi sono d’accordo nel dire che cultura ed educazione hanno una parte importantissima nell’ingabbiarci all’interno di determinati schemi comportamentali, ma nemmeno possiamo dire che tutto si esaurisca in questo.

    In altre parole: quanto c’è di cultura e quanto di natura nel comportamento sessuale di un essere umano? Reclamare la libertàò e il diritto di determinare da se il proprio genere, è un’esigenza culturale o naturale?

  13. il sesso è quello che si ha tra le gambe,
    il genere quello che si ha nella testa e che sicuramente viene in buona parte costruito dalla società.

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