Il Sole 24Ore ha pubblicato, lunedì 12 gennaio, una particolare pagella in cui i presidenti di provincia e regione ed i sindaci dei maggiori comuni italiani vengono “giudicati� dai propri elettori.
Il Governance Poll 2008 di Ipr Marketing ha infatti reso note le graduatorie dei consensi ottenuti dalle figure istituzionali in riferimento all’anno appena concluso.
In pole position, per la “categoria sindaciâ€?, si trovano Flavio Tosi (Verona, Centro Destra), Sergio Chiamparino (Torino, Centro Sinistra) e Giuseppe Scopelliti (Reggio Calabria, Centro Destra), tutti e tre con il 75% dei consensi, per di più in aumento rispetto a quanto registrato nel 2007 e allo stesso dato con cui sono stati eletti. Il sindaco di Verona, in particolare, che è stato spesso protagonista dell’attenzione dei media per i suoi interventi sulla sicurezza, contro la prostituzione e a favore di un federalismo spinto, riscuote un aumento di consenso di ben 15 punti rispetto allo scorso anno. A chiudere la lista è invece Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli, con il 39%.
I più apprezzati presidenti di provincia sono invece i siciliani, con Giuseppe Castiglione (Catania), Giovanni Cesare (Messina) e Giovanni Avanti (Palermo), rispettavemente con il 72%, 68% e 66% dei consensi. Chiude la lista Giovanni Florido (Taranto, 42%). Siciliano è anche il primo della lista dei presidenti di regione – laddove ne è prevista l’elezione diretta: Raffaele Lombardo (Sicilia, 67%), precede Roberto Formigoni (Lombardia, 66%) e Giancarlo Galan (Veneto, 58%); ultimo della lista Antonio Bassolino (Campania, 39%).
Ed il Trentino?.. Non ci è dato sapere il grado di apprezzamento dei trentini nei confronti di Lorenzo Dellai – che si potrebbe presumere alto visto il recente successo elettorale – in quanto la provincia di Trento non è stata testata essendo l’elezione avvenuta il 9 novembre, in contemporanea con la rilevazione del Governance Poll.
Per i comuni invece, Alberto Pacher – sindaco di Trento fino a novembre 2008 – si posiziona al 18esimo posto (insieme ai sindaci di Pordenone, Asti, Alessandria e Taranto) con il 59% dei consensi (in calo significativo rispetto al 65% del 2007, e al risultato elettorale del 64,3%). Significativo però anche il distacco rispetto al sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli, che si colloca invece alla posizione 98 (47% dei consensi).
Tornando alla lettura dei dati su base nazionale, ciò che sembra emergere è che, gli italiani, al di là dello schieramento politico, giudicano l’atteggiamento di presidenti di provincia e sindaci sulla base di un impegno pragmatico prima che ideologico. Inoltre, gli elettori preferiscono i sindaci rispetto alle figure presidenziali che registrano, infatti, un consenso medio del 54,5% contro il 55,1% dei primi cittadini. Questo dato può voler significare che l’apprezzamento degli italiani tende a concentrasi sul “micro� piuttosto che sul “macro�, ovvero che si preferisca chi fa politica su di un piano pratico, tangibile e direttamente verificabile rispetto a chi si deve mantenere su un livello più alto di rappresentanza.
Dopo aver rilevato che la fiducia degli italiani nei confronti delle istituzioni è oggi ai minimi storici, le nuove statistiche ci dicono quindi che le preferenze rispetto agli attori politici si posizionano attorno ai politici più vicini alla vita concreta del cittadino. Percezioni negative in merito alla Politica con la P maiuscola, su quei personaggi il cui agire si esaurisce sul piano normativo che, essendo strutturalmente lontano dal singolo cittadino, ne impedisce la possibilità di esprimere direttamente il proprio parere, consenso o dissenso. L’operato del presidente della provincia e ancor più del sindaco è invece molto più tangibile. L’elettore ha modo di costruirsi una percezione più completa e concreta vista la possibilità di dialogo e di confronto che si possono instaurare con tali figure.
Ecco quindi che i sindaci ed i presidenti di provincia più apprezzati non vengono individuati sulla base della loro ideologia politica, bensì sul livello di decisionismo dimostrato. Chi si mette in prima linea per rivendicare gli interessi specifici del territorio, chi intercetta trasversalmente le aspettative dei cittadini, salda gli interessi di blocchi sociali distanti tra di loro, adotta strategie di policy efficaci, si sintonizza con il proprio elettorato non solo sul piano dell’azione ma anche su quello di una comunicazione che (come lo stesso atteggiamento politico) sembra premiare quando si svincola dai discorsetti ricamati ed imbelliti della retorica italiana per assumere una portata più diretta, pratica e che non teme le polemiche ed i dissensi.
Affermazioni che potremmo verificare anche in Trentino? Purtroppo l’inchiesta in oggetto – se si esclude il risultato “mediano” di Pacher – ci ha restituito pochi dati per poter valutare, ma lo spunto di riflessione rimane…
Forse quelli che “vincono” sono i sindaci vicini ai cittadini… ma quali sono le caratteristiche di un sindaco vicino ai cittadini?
Secondo me un sindaco vicino ai cittadini deve essere percepito come trasversale e in grado di rappresentare tutti indipendentemente dall’appartenenza politica. Non è un caso se molti amministratori vengono percepiti come validi anche da cittadini appartenenti tendenzialmente all’altro schieramento politico. O, in caso contrario, è difficile trovare qualche sindaco difeso a spada tratta solo per questioni ideologiche anche in caso di disastri (vedi la Napoli di Iervolino e Bassolino). Per quanto riguarda Trento c’è ben poco da dire… Più dei singoli va giudicata la dinastia. O sistema, a seconda dei punti di vista. Ci sarà mai spazio per qualche colpo di scena? Bah…
Qualcuno mi potrebbe spiegare quali sono i motivi per i quali i presidenti siciliani risultano essere i più apprezzati? Che fanno di diverso rispetto a quelli delle altre province per posizionarsi così clamorosamente nel podio della classifica?
Secondo me in Sicilia conta molto l’identità ed è difficile proporre delle soluzioni di rottura. Detto ciò molto dipende, credo, da questioni ben specifiche nelle quali i siciliani vengono tutelati a Roma dai loro rappresentanti. Se il messaggio a livello di comunicazione riesce a passare allora il gioco è fatto. Altrimenti si può anche pensare male, sperando che almeno su questo Andreotti non ci abbia azzeccato…