venerdì , 15 Novembre 2024

SocietA� Filarmonica
da Bach a… Carpenter

Cameron Carpenter, Organ, NYC, Michael Hart

MercoledA� 15 gennaioA�Trento, Sala SocietA� Filarmonica a�� ore 20.45A�Cameron Carpenter organoA�da Bach a… Carpenter

Talento libero e ribelle, artista geniale e trasgressivo, irriverente ma profondamente classico, Cameron Carpenter sta rivoluzionando i canoni interpretativi della musica classica e di quella organistica in primis. Nato in Pennsylvania nel 1981 A? ormai personaggio mitico nel mondo musicale capace di esibire, assieme a un improbabile taglio e colore di capelli, una musicalitA� rara quanto raffinata unita a un virtuosismo strabiliante. Prodigio della tastiera ha eseguito in pubblico il Clavicembalo ben temperato di Bach alla��etA� di 11 anni, prima di trasferirsi a New York per frequentare la Juilliard School. Ha studiato composizione e orchestrazione trascrivendo per organo oltre cento partiture importanti della letteratura classica. Con lui viene demolito uno degli ultimi retaggi della tradizione musicale occidentale, quell’organo custodito con cura e attenzione nelle chiese ora trasformato in una macchina fantasmagorica assolutamente priva di limiti. Sfruttando i progressi della tecnologia moderna A? ora impegnato nella costruzione di un organo portatile, in versione digitale, che presenterA� al pubblico proprio in questo 2014.

Primo organista a ricevere una Grammy nomination, ha iniziato le sue tournA�e organistiche in tutto il mondo nel 2006, ospite in sale prestigiose quali la Royal Albert Hall, il Leipzig Gewandhaus, Melbourne Town Hall, la Tschaikowsky Hall a Mosca, la Philharmonie di Berlino, alle quali segue, con grande felicitA�, il debutto nella Sala della Filarmonica di Trento sul prezioso strumento Vegezzi-Bossi-Mascioni del 1907 restaurato nel 2000.

a�?A? stato completamente dimenticato il fatto che l’organo non A? solamente uno strumento da chiesa ma anche uno strumento da concerto di prima categoria?a�? scriveva il compositore Max Reger nel gennaio 1900, convinto che l’organo dovesse ritornare ad essere a�?il re degli strumentia�� di mozartiana memoria. Un secolo dopo, a questo quesito e con lo stesso intento, il giovane organista Cameron Carpenter risponde che l’organo A? un a�?God-free instrumenta��, ponendosi cosA� nel solco di quella tradizione organistica tipicamente anglosassone in cui, accanto alla componente liturgica, spicca senza dubbio quella laica e spettacolare.

Gli organi da teatro a�� si pensi agli organi Wurlitzer per i primi film muti a�� accompagnano ancora oggi in questi Paesi le manifestazioni pubbliche e sportive, i canti, le serate di ballo e recital di musica leggera e popolare. Sulla scia della scuola organistica statunitense di Edwin Lemare (noto per le sue trascrizioni di Wagner) e in seguito di Virgil Fox (tra Bach, rock’n’roll e show di luci), Carpenter si distingue per essere un poliedrico sperimentatore dalle abilitA� tecniche da fuoriclasse. Il suo repertorio spazia dai classici della letteratura organistica, alle trascrizioni, fino alle proprie composizioni in cui, mescolando con scioltezza vari generi e stili, l’opera di interprete si fonde con quella di compositore. Disinteressato alla a�?musica esageratamente intellettualea�? e convinto del fatto che a�?un concerto debba essere un’esperienza sensorialea�?, Carpenter presenta un modello di concerto che A? anzitutto spettacolo. CosA� a una certa idea di a�?showa�? a stelle e strisce si richiama anche quella prassi concertistica da sempre propria anche del repertorio classico, andata un po’ perduta nel Novecento, che tanto ricorda il divismo di Paganini e le platee deliranti di mezza Europa davanti ai giochi pirotecnici di Liszt alla tastiera.

Barbara BabiA�

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