REMARE TUTTI NELLA STESSA DIREZIONE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Dicembre, 2020 @ 9:04 am

Detto altrimenti: no, grazie: io sono un velista regatante, non remo!   (post 4103)

Su una barca a vela, soprattutto in regata, ognuno deve essere in grado di dare il meglio di se stesso e non è detto che tutti sappiano fare tutto: questo vale anche per lo skipper/tattico/timoniere/armatore/proprietario che sia. Un episodio di vela: ero proprietario, skipper e timoniere di uno Sprint (9,8 metri, 2000 kg di dislocamento, spinnaker da 140 metri!). Durante una regata nell’Alto Garda Trentino (venti forti!) dissi ad uno dei miei prodieri: “Regola meglio il genoa” (genoa= grande vela di prua). Mi rispose: “Tu decidi e fai la rotta, questo è mestiere mio”. Aveva ragione. E’ stata una lezione impotante che non ho mai dimenticato.

Governo oggi: “Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione!”. No, amico, remare comporta sforzo fisico poco intelligente e poi tu nel frattempo, al timone, vai un po’ dove vuoi. No, noi dobbiamo far andare bene la nostra barca a vela nella stessa direzione, e ognuno deve accettare il contributo intelligente e coordinato degli altri.

Traduco: Giuseppi deve accettare il contributo concreto, motivato, logico, democratico, intelligente, legittimo, doveroso di Matteo Renzi circa il rispetto del ruolo del Parlamento e la non privatizzazione della gestione delle risorse e dei servizi segreti.

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LINGUAGGIO, SEGRETO, DEMOCRAZIA, SUDDITI, MAGGIORANZA, OPPOSIZIONE, MINORANZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Dicembre, 2020 @ 5:33 am

Detto altrimenti: soprattutto sudditi      (post 4102)

Norberto Bobbio, “Democrazia e segreto”: chi governa deve usare un linguaggio completo e comprensibile da tutti i cittadini per metterli in grado di svolgere la loro funzione istituzionale: il controllo dell’azione del governo. I cittadini come la prima Istituzione, dico io. E invece – per fare un paio di esempi – su temi come il Recovery Fund ed il MES la stragrande maggioranza dei cittadini non è stata messa in grado di “conoscere” e quindi di giudicare: i cittadini, da prima Istituzione a sudditi.

Mia mamma era insegnante di scuola media. Un giorno si lamentava con me dodicenne  perché avrebbe dovuto bocciare alcune sue alunne. Io le dissi che era un problema loro, che lei aveva fatto il suo dovere. No, rispose, è mancato il risultato, anche io ne ho colpa. I cittadini non sono informati, è mancato anche qui il risultato, la colpa è anche – e in questo caso soprattutto – del governo.

Linguaggi diversi. Italia Viva, una minoranza all’interno della maggioranza di governo, chiede il rispetto dell’Istituzione Parlamento (Recovery Fund) e  si oppone alla privatizzazione della gestione del Recovery Fund e dei Servizi Segreti. Ad essa si risponde con un’altra lingua, quella che si parla sulla luna: “Occorre remare nella stessa direzione, occorre la collaborazione di tutti”.

Incompletezza. Come sta andando l’incremento del debito pubblico? Come si prevede di farvi fronte? Si è esaminata la possibilità di ricorrere all’emissione di Titoli Irredimibili di Rendita non di debito?

Maggioranza e opposizione? No, io preferisco parlare di maggioranza e minoranza. L’opposizione, infatti, può essere fatta anche all’interno della maggioranza di governo. Inftti in questi giorni la vera opposizione critica costruttiva è fatta da Italia Viva, un partito minore della coalizione di maggioranza. Mi chiedo: ma dove è il PD? Dove sono le  minoranze (di destra), quelle che usualmente sono chiamate “opposizioni”, what are they both doing? Sleeping? Anche in questo caso il linguaggio che utilizzano è la lingua della luna: il PD, stiamo uniti, collaboriamo, non tiriamo il filo che si smaglia l’intero maglione; le destre, il governo è incapace, deve andare a casa, etc.. Ma le puntualizzazioni concrete e contenutistiche dove sono? Forse il PD … (fate voi); forse le destre non criticano la politica della privatizzazione del potere, dell’uomo tendenzialmente solo al comando, perché tutto sommato desiderano solo sostituirsi a quella persona e a quel sistema.

La democrazia è a rischio: da parte dell’attuale maggioranza di governo, con lo svilimento del Parlamento prodromo all’instaurazione della cosiddetta democrazia diretta che è formalmente una democrazia e sostanzialmente un’oligarchia. Da parte delle attuali opposizioni con l’uomo solo, forte, al comando, con pieni poteri.

Sono un mal pensante ma … innanzitutto cerco di essere “pensante” e poi, … poi a pensar male si fa peccato ma si indovina. E se mi sbaglio mi corigerete.

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I MIEI POST SU FB DI QUESTA MATTINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Dicembre, 2020 @ 9:09 am

Detto altrimenti: lo faccio per chi “non è” su Facebook       (post 4101)

1 – LA TRUMPITE – Si tratta di una nuova gravissima malattia epidemica che sta per sovrapporsi al Covid19 e che si è già ampiamente diffusa negli USA. I sintomi sono il rifiuto delle regole della democrazia e dei risultati elettorali. Chi ne è colpito, è portato a scendere in strada armato minacciando anche fisicamente chi non la pensa come lui. Nel secono scorso si era già manifestata in Italia sotto forma di fascistite ed era stata debellata solo dopo alcuni anni di cura molto forte grazie alla streptoguerrina, un antibiotico che comunque si era rivelato esso stesso mortale in molti casi. La Trumpite rappresenta una forma evoluta di quel virus, il suo “ramo americano” e quelli gli americani si sa fanno sempre le cose in grande. L’UE sta elaborando una serie di provvedimenti difensivi al fine d evitare il diffondersi del nuovo virus anche su questo continente, iniziando con l’interrompere erogazioni di fondi quei paesi che abbiano dimostrato di non rispettare i diritrtti umani civili e politici. #piutrentinoviva

2 – MARIO DRAGHI, RICHIAMIAMO MARIO DRAGHI – Il nostro migliore “ambasciatore nel mondo”! #piutrentinoviva

3 – CORRADO AUGIAS IL GRANDE – Ha restituito all’ambasciatore francese l’onorificenza Legion d’Onore perchè lo stesso riconoscimento è stato attribuito ad un criminale, il presidente egiziano, responsabile dell’assassinio di GIULIO REGENI e dei successivi depistaggi. Altre personalità stanno seguendo il suo esempio. La grandeur francese ha preso il dovuto schiaffone: presidente Macron, cosa non si fa pur di non perdere un prezioso cliente che compera armi! Mio auguro che nel tuo paese ci sia la giusta reazione. La domanda che ora ci dobbiamo porsi è la seguente: UE, what are you doing? Sleeping? Ti sforzi di sanzionare chi non rispetta i diritti umani e civili ma non chi premia chi li viola? #piutrentinoviva

4 – GIULIO REGENI, RIFLESSIONI INGLESI – Tanti anni fa ero l’inviato di una importante gruppo industriale italiano, a capo di una missione commerciale nell’Iran dello Scià. Il regime dello Scià era poliziesco. Io stesso venni avvicinato da un elegante giovanotto iranianiano che parlava perfettamente l’italiano per essersi laureato in Italia. Venne subito fuori che era membro di una certa organizzazione poliziesca e che intendeva scoprire il senso della mia missione: commerciale? Industriale? Ok va bene, niente di politico, buon lavoro! Per questo mi resta il sospetto che dietro le amibiguità dell’università inglese circa l’omidicio di Giulio Regeni ci possano essere analoghe “precauzioni” adottate da un altro regime.

5 – RISCHIO FINANZA – Molte imprese rischiano di fallire, e con loro le rispettive banche. Allora qualcuno si domanderà: come mai le imprese non hanno soldi, mentre il risparmio privato italiano cresce continuamente? E se per di più arrivasse in Italia la Trumpite (v. quattro post fa) e molti si sentissero addirittura “legittimati” a non ripianare il proprio debito bancario? Dice … una bella patrimoniale, ecco cosa ci vuole! Così lo Stato ha i soldi per aiutare le banche.  Dico: e invece, raga, scialla, calma, infatti esiste un modo per convogliare VOLONTARIAMENTE il risparmio privato italiano ma soprattutto anche ESTERO verso il nostro settore pubblico: l’emissione di Titoli Irredimibili Rendita non di debito, ad esempio al 4,5 – 5,0 % tassati al 12,5% in quanto titoli pubblici. Almeno proviamoci, cribbio! La nostra Banca Intesa Sanpaolo ci ha provato il 25 agosto scorso: a fronte della prima di due tranche di 750 milioni cadauna di suoi irredimibili 5,5% (tassati al 26% in quanto titoli privati) ha ricevuto richieste di acquisto per 6,5 miliardi! SAREBBE INTERESSANTE CONOSCERE LE % DI ACQUIRENTI ESTERI, IL TAGLIO DI OGNI TITOLO E LA QUANTITA’ MASSIMA SOTTOSCRIVIBILE DA OGNI INVESTITORE. C’è qualcuno dei miei lettori che può darci queste risposte? Dice: ma è un problema dello Stato, non della PAT- Provincia Autonoma di Trento o del nostro Comune! No, raga, se lo Stato piange, piange anche la PAT e se la PAT piange, piange anche il Comune e se il Comune piange, piange ognuno di noi!

6 – POST PRECEDENTE – Sto pensando al mio post precedente, e che i Titoli Rendita Irredimibili (in questo caso destinati ad investimenti pubblici) possono ben essere emessi anche dagli Enti Pubblici Locali, perchè la legge che li regola (L. 724 del 23.12.1994) stabilisce la loro durata minima (5 anni) e non quella massima. Inoltre questi titoli già oggi sono convertibili in azioni delle rispettive SpA di scopo, e quelle le azioni si sa non hanno scadenza. E allora, why not? P.S.: questi titoli “locali” si chiamano BOR, BOP, BOC, ovvero Buoni Ordinari/Regionali-Provinciali-Comunali.

7 – TITOLI IRREDIMIBILI E MATEMATICA FINANZIARIA – Fatta salva l’attualizzazione ed il calcolo esatto dei flussi finanziari che sto per esporre, ecco cosa grosso modo succederebbe (di positivo) se l’Italia emettesse per quattro anni di seguito 400 miliardi l’anno di propri Titoli Irredimibili di Rendita al 4% netto, di cui ogni anno 300 in sostituzione volontaria di Titoli di Debito redimibili al 2% in scadenza:

riduzione del debito pubblico 1200 mildi
maggiori interessi pagati al 4% anzichè al 2% 24 mildi
maggiore disponibilità finanziaria netta 376 mldi.

Molto probabilmente la gran parte dei Titoli Rendita potrebbero risultare essere investimenti esteri in Italia.
Questo, lo so, è un calcolo teorico: a me interessa che passi il concetto. E se mi sbaglio mi corigerete, ma almeno io ci sto provando!

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TV NON DEMOCRATICA / DEMOCRATICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Dicembre, 2020 @ 6:35 am

Detto altrimenti : quale preferiamo?        (post 4100)

TV NON DEMOCRATICA (CASO RENZI)

Quando la TV continua a non rimarcare i contenuti delle dichiarazioni di Renzi in Senato mentre invece continua trasmettere i messaggi vuoti di contenuto di chi dice che “occorre stare uniti, si può discutere ma non votare contro … che non si mette in discussione Conte”. Su quest’ultimo punto a fianco di chi non lo vuole/può mettere in discussione, potrebbe ben esserci chi la pensa libertamente diversamente, cioè democraticamente! Oppure dobbiamo avere obbligatoriamente tutti lo stesso pensiero? Dobbiamo essere quella massa uniforme e informe che Umberto Eco ben descrive nel suo libro “Il fascismo eterno” definendola espressione del populismo qualitativo, ovvero come una massa che esprimerebbe compatta un’unica volontà, quella del capo e che il capo fa passare come la volontà del popolo? Nel frattempo, avremo una Task Force che opera in luogo del Parlamento? Avremo un Fondazione privata per i Servizi Segreti?

TV DEMOCRATICA (CASO REGENI)

Quando (ieri sera, “Che tempo che fa”, caso Regeni) la TV ci informa:
1 – che a seguito della concessione della Legion d’Onore francese al presidente dell’Egitto, Corrado Augias a restituito alla Francia quella stessa onorificenza che aveva ricevuto tempo fa (UE DOVE SEI?);
2 – che una nostra legge di qualche anno fa vieta la vendita di armi a paesi che non rispettano i diritti civili ed umani e noi invece abbiamo decuplicato queste nostre esportazioni (da 80 a 800 milioni) e stiamo inoltre vendendo all’Egitto due navi da guerra per quasi 2 miliardi. 700 anni fa Dante aveva scritto: “Le leggi son ma chi pon mano ad esse?”

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MOLTI V. RENZI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2020 @ 7:07 pm

Detto altrimenti: una sorta di processo kafkiano … (post 4099)

Molti contro Renzi? Esaminiamo le diverse posizioni: Renzi entra nel merito, critica alcune scelte, propone alcune soluzioni concrete, nel rispetto e a difesa della Democrazia Parlamentare. I “molti” rispondono con frasi vuote di contentuti: “Occorre essere uniti, basta attacchi, basta polemiche …” . La situazione è kafkiana: ad uno che dice che sono le 17,00 si risponde: “No, fuori piove, vedi che hai torto?”

Adesso salta fuori un’altra risposta: “Se volete possiamo cambiare Conte”. Ma, raga, il problema non è ciò che Conte è, ma ciò che Conte fa. E se al posto suo ce ne mettete uno che fa le stesse cose, vedete bene che siamo alle solite: Renzi dice che sono le 17,00 e voi rispondete: “Fuori c’è il sole, vedi che hai torto?” Ok, avete cambiato la pioggia con il sole, ma sempre le 17,00 sono!

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LA NUOVA ETA’ (FINANZIARIA) DEI COMUNI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2020 @ 9:07 pm

Detto altrimenti: un idea, una proposta possono essere ottime anche se nate in un “semplice” Comune                     (post 4098)

  • Leggo sulla stampa locale che la PAT- Provincia Autonoma di Trento “è a caccia di risorse perchè il bilancio piange”.
  • Se la PAT piange, i Comuni non ridono. Pertanto, ogni buona idea e proposta può/deve a buon diritto nascere anche in area comunale, in quanto il Comune è il “luogo comune delle persone” sulle quali ricadono gli effetti delle decisioni di tutta la scala degli enti pubblici, dall’UE al Comune.
  • Leggo che la PAT pensa di costituire tre Fondi per reclutare risorse finanziarie private. Il Fondo … non so come sia previsto ma in linea di massima si tratta di raccogliere capitale di rischio.
  • In un primo momento la PAT parlava di raccogliere la finanza privata dei Trentini, poi è rinsavita e afferma “anche di non Trentini”.
  • La legge italiana prevede già la possibilità di emettere titoli di debito locali: BOC-BOP-BOR, Buoni Ordinari Comunali, Provinciali, Regionali finalizzati all’esecuzione di opere pubbliche locali, acquistabili da chiunque.
  • La dimensione ottimale per il mercato potrebbe essere quella regionale.
  • A metà strada concettuale fra i Fondi e i Titoli di Debito, si trovano i Titoli Irredimibili di Rendita, UE, statali, locali.
  • L’emissione di Titoli Rendita non aumenta il livello del debito pubblico. Se emessi in sostituzione volontaria delle tranche di Titoli di debito in scadenza, diminuisce il livello del debito pubblico.
  • I titoli Rendita statali non sono vincolati all’esecuzione di opere pubbliche. Se lo stato ne emettesse (al 4% già al netto della tassa del 12,5%) 400 miliardi l’anno in sostituzione volontaria dei 300 miliardi di titoli di debito in scadenza, ridurrebbe il suo indebitamento di 300 miliardi ed in più avrebbe 100 miliardi liquidi (da trasferire a Regioni, Province, Comuni).
  • L’operazione di cui sopra è ripetibile per un certo numero di anni.
  • Se l’Italia immettesse sul mercato internazionale propri Titoli Irredimibili Rendita , raccoglierebbe il risparmio di investitori esteri.
  • Il 25 agosto 2020 Banca Intesa Sampaolo ha emesso la prima di due tranche di 750 milioni di propri irredimibili, ricevendo richieste di acquisto per 6,5 miliardi (rendimento lordo 5,5%, tassati al 26%).
  • Titoli Rendita Irredimibili. Ne ho parlato più volte anche nel mio blog www.trentoblog.it/riccardolucatti, nel mio profilo FB e nel mio libro, prima edizione aprile 2020, seconda edizione dicembre 2020.

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INTERVENTO DI MATTEO RENZI IL 9 DICEMBRE 2020 AL SENATO DELLA REPUBBLICA.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2020 @ 5:13 pm

Detto altrimenti: …. Non c’è modo migliore del suo di dirlo altrimenti     (post 4097)

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio dei ministri, onorevoli colleghi, i 18 senatori del Gruppo Italia Viva le augurano buon lavoro e la invitano a schierare l’Italia dalla parte dell’europeismo e non del sovranismo nella importante discussione di giovedì e venerdì a Bruxelles.

Davanti alla crisi pandemica l’Europa stavolta ha risposto battendo un segno positivo e il nostro Paese è protagonista di questa svolta. La riforma del MES è un piccolo passo in avanti, ma va nella giusta direzione. Tuttavia noi vogliamo prendere l’occasione di questo dibattito, al quale lei più volte ci ha richiamato, per utilizzare parole di verità e di trasparenza – le stesse che ci diciamo negli incontri privati e negli incontri di maggioranza – anche qui in Parlamento, utilizzando lo stile di quella che il Nuovo testamento chiamerebbe parresia, dirsi le cose in faccia perché servono, ora o mai più. Come ha ricordato il Presidente del Consiglio, questo è un momento politico in cui l’Italia ha delle occasioni che non ha mai avuto in passato. Certo, i problemi sono enormi (la distribuzione dei vaccini, il rapporto Stato-Regioni, i ritardi in tanti momenti importanti della vita del Paese), ma siamo per la prima volta a presiedere il G20. Come dice il nome, ricapiterà tra venti anni. Presidiamo il G20 nel momento in cui l’Italia può dettare la linea sul futuro economico post pandemia. Presidiamo il G20 nel momento in cui gli Stati Uniti tornano al multilateralismo; «America is back» è il titolo della politica estera di Joe Biden, il presidente eletto. Come ricordava il Presidente del Consiglio, abbiamo anche la possibilità di copresiedere il COP26, la straordinaria conferenza sulla transizione energetica, sulla sostenibilità, contro il climate change.

Come non pensare che finalmente possiamo trasformare l’ambiente da mera questione, importantissima ed ideale, a occasione di creare posti di lavoro, pensando che abbiamo con ENI, Enel, Snam, Saipem, le eccellenze della transizione energetica non a livello nazionale, ma a livello mondiale. Quanti argomenti di discussione importanti. Lei, Presidente, li ha toccati. In questo i 200 miliardi del Next generation EU sono una grande conquista, ma sono una gigantesca responsabilità. È bene allora essere chiari sul punto, lo diciamo per il tramite del presidente del Senato al Presidente del Consiglio e a chi continua a sostenere che la posizione di Italia Viva sia legata a un qualche interesse di partecipazione alla cabina di regia. Noi non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance in cambio di uno strapuntino o di un aggiungi un posto a tavola. Detta in un altro modo, non già al Presidente del Consiglio che ne è consapevole, ma a chi ci segue, noi non stiamo minimamente chiedendo che nella cabina di regia ci sia anche un Ministro di un colore politico più vicino al nostro e lo dimostriamo in modo molto semplice. Ricordiamo infatti agli ignari passanti di quest’Aula che il 22 luglio noi avevamo chiesto una e una sola cosa, che sta agli atti del Senato e su YouTube per chi non guarda il resoconto stenografico. Avevamo detto che, di fronte ai 200 miliardi da spendere – cifra che non ricapiterà per anni, vorrei dire per decenni purtroppo – o il Parlamento fa un dibattito vero, sfidando le opposizioni, oppure perdiamo la dignità delle Istituzioni. C’è chi dice «ma come? Durante la pandemia volete parlare di politica?». Eh già, perché se non parliamo di politica durante la pandemia, cosa ci stiamo a fare in Parlamento? (Applausi).

Se davanti alla principale occasione per il futuro dei nostri figli, noi non facciamo un dibattito parlamentare, con che faccia andiamo a sfidare le opposizioni? Su questo punto, signor Presidente, è bene essere chiari. Il 22 luglio noi le abbiamo chiesto di venire ad agosto in Aula; forse era un po’ demagogico, andava bene anche a settembre, a ottobre o a novembre. Quello che non va bene, signor Presidente del Consiglio, e noi glielo diciamo guardandola negli occhi e in faccia, è che ci arrivi nottetempo, alle due, sulla posta certificata dei Ministri, un progetto di 128 pagine, che deve diventare un emendamento alla legge di bilancio, con una proposta che prevede dei manager con poteri sostitutivi rispetto al Governo e con una discussione parlamentare che non viene fatta perché anche quest’anno la legge di bilancio non verrà discussa almeno da un ramo del Parlamento. Colleghi del Partito Democratico, eravamo insieme, nello stesso partito, quando due anni fa il presidente Conte e il vice presidente Salvini, uno di voi, uno di noi, attuale presidente pro-tempore della Commissione affari costituzionali, addirittura firmò un ricorso alla Corte Costituzionale contro la scelta del Governo di non farci discutere la legge di bilancio. Ora, tra quindici giorni accade la stessa cosa. Se una cosa la fa Salvini è sbagliata – non sempre, spesso (ma questo è un altro discorso) – ma guardate che se la facciamo noi, ed è la stessa, è ugualmente sbagliata. (Applausi).

Non possiamo immaginare che, di fronte a una legge di bilancio non discussa, ci inseriamo, saltando e bypassando il Parlamento, tutta la principale discussione sul prossimo utilizzo di 200 miliardi di euro. Lo capite che è una discussione fondamentale per le istituzioni? Ci potete dare uno, due, tre o dieci Sottosegretari, ma ve li ridiamo indietro. Sono in ballo la credibilità del Paese e la serietà delle istituzioni! (Applausi).

Lo capite che ora o mai più? Signor Presidente, colleghi, 300 consulenti, quando si tagliano 300 parlamentari, sono la dimostrazione che si ha un’idea della politica che io non condivido. E se sono minoranza e, agli occhi della cittadinanza, si dirà che il consenso si trova non così, ma con le dirette su Facebook, io non sono interessato a cambiare posizione. Ritengo che un Governo non possa essere sostituito da una task force; ritengo che un Parlamento non possa essere sostituito da una diretta Facebook; ritengo che questa sia la battaglia di dignità che il Parlamento deve fare. (Applausi). Se questo è il Piano Marshall del futuro, dove sono i sindaci? Se questo è il Piano Marshall del futuro, dove sono gli esponenti del terzo settore? Se questo è il Piano Marshall del futuro – non avrei mai immaginato di dirlo – dove sono le categorie e i sindacati? Non è immaginabile che, di fronte a 200 miliardi di euro, che vuol dire debito pubblico, noi rinunciamo a essere parlamentari. È chiaro questo? (Applausi).

Dopodiché, signor Presidente, parliamoci con chiarezza. È un problema solo di metodo? Magari. C’è qualcuno che, probabilmente, immagina che si possa “dipiciemmizzare” la politica. Ma c’è anche un problema di merito. Ho letto le carte del Next generation EU. Ma chi ha deciso che noi mettiamo nove miliardi di euro sulla sanità? Questo è un passaggio importante. Giochiamo in maniera trasparente tra di noi. Quando il mio Governo, per tre anni, ha messo sette miliardi in più sulla sanità, tutti hanno detto, negli ultimi dieci mesi di talk show, che noi avevamo tagliato sulla sanità. In due anni e mezzo abbiamo messo più sette miliardi ed è stato detto che era poco. Posso dirlo? La storia dice che è stato poco rispetto a quello che è successo. E noi per i prossimi cinque anni mettiamo nove miliardi? Secondo me, ne occorrono il doppio (18), il triplo (27), il quadruplo (36, che è un numero non a caso, visto che è l’equivalente del MES). Io voglio un luogo nel quale poter dire che la sanità non va messa in secondo piano. Vi sembra normale che nel Next generation EU ci siano tre miliardi di euro a favore del turismo? Il turismo è la voce principale per la ripartenza, in particolar modo del Sud, ma non solo. Ma vi sembra normale che il Parlamento stia zitto mentre la Germania della Merkel (che le vacanze le fa in Italia, in Alto Adige o a Ischia) metta 35 miliardi di euro e noi mettiamo tre miliardi? Ma chi l’ha deciso? Ma chi ha deciso che sulla scuola (dove siamo chiusi da un anno, a differenza dei francesi e dei tedeschi) noi mettiamo una paginetta striminzita mentre Macron mette 54 progetti sui giovani? Signor Presidente, glielo dico con molta chiarezza. Noi siamo pronti a discutere di tutto in un dibattito parlamentare aperto e franco; non siamo disponibili a utilizzare la legge di bilancio come il veicolo nel quale si introduce quello che abbiamo letto sui giornali.

In questo inserisco una vicenda che è altrettanto importante, relativa alla fondazione dei servizi segreti. Infatti, non possiamo immaginare di avere una fondazione a cui, al Copasir, le forze politiche, in modo pressoché unanime, dicono di no, mentre sui giornali leggiamo che verrà comunque inserita in legge di bilancio. Quindi, per giocare in maniera pulita e trasparente, se ci sono un provvedimento che tiene la governance del Next generation EU e un provvedimento che tiene la fondazione dei servizi segreti, noi votiamo contro. (Applausi). E lo diciamo con molta lealtà; lo diciamo prima e invitiamo tutti a fermarsi finché si è in tempo. Quando, infatti, pensiamo ai servizi segreti, mi lasci dire che il 17 aprile 2015 un peschereccio italiano fu bloccato dai libici e portato via, ma nel giro di sei ore, l’allora Presidente del Consiglio chiamò l’allora autorità delegata e mandammo la Marina militare a riprendere quei quattro pescatori. Domani saranno 101 giorni che 18 pescatori sono nelle mani dei libici senza che nessuno muova un dito per questo. (Applausi).

Signor Presidente, a chi dei suoi collaboratori continua a chiamare le redazioni dei giornali per dire che noi siamo alla ricerca di qualche poltrona comunico che, se ha bisogno di qualche poltrona, ce ne sono tre – due da Ministro e una da Sottosegretario – a sua disposizione in più. Se lei, invece, ha desiderio di ragionare sul serio e concretamente per il bene del Paese, spieghi ai suoi collaboratori che chiamano le redazioni che questo non è un talk show o il «Grande Fratello» perché questo è il Parlamento, questa è la politica e questo è il coraggio che Italia Viva ha e che spero abbiano altri. (Applausi).

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CARNEADE, CHI ERA COSTUI? IL MES, CHI ERA (E CHI E’) COSTUI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2020 @ 5:00 pm

Detto altrimenti: riflessioni del/col mio coautore del/dal libro “Ricostruire la Finanza” di De Marchi – Lucatti, seconda edizione, dicembre 2020.  (post 4096).

Cinque minuti fa, una mia amica co-sciatrice, R.A., medico, mi chiede perchè si stia rifiutando il MES. Le ho detto di leggere questo post.

Inizia

Fino ad oggi, a seguito della pandemia, in pochi mesi il governo ha aumentato il debito pubblico di 140 miliardi (S. E. E O.). Nonostante ciò, si sta facendo una gran fatica ad utilizzare 37 miliardi del MES.

MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) SANITARIO è il sistema creato dalla Comunità Europea per offrire ai Paesi membri un sostegno economico da destinare al potenziamento delle strutture sanitarie.

Il meccanismo è “figlio” del più ampio MES ORDINARIO, creato nel 2012 in sostituzione del precedente sistema detto “Salva Stati”, che interviene per risolvere situazioni di grave crisi in uno dei diciannove Stati che hanno adottato l’euro. Detto fondo è stato utilizzato negli anni passati, con ottimi risultati, per aiutare Paesi come Grecia, Irlanda, Cipro, Portogallo e Spagna. L’aiuto era offerto sulla base di rigidi principi (le famose “condizionalità”) e previa approvazione, da parte del Paese beneficiario, di vasti programmi di riforma e soprattutto di aggiustamenti macroeconomici tendenti a riequilibrare la situazione finanziaria e ridurne il suo debito pubblico. Sono note le gravose condizioni imposte dalla cosiddetta “troika” (gruppo di esperti della comunità delegati ad imporre le regole del risanamento) alla Grecia; pochi ricordano che i Greci dovettero “bere l’amaro calice” dell’austerità, ma ne uscirono riconquistando la loro affidabilità sui mercati (oggi i titoli del debito greco pagano uno spread rispetto ai bund tedeschi simile a quello dell’Italia!). Forse è per questo che l’attuale MES è percepito in maniera negativa, come un salvagente utile sì, ma ostico per chi lo chiede perché deve rinunciare alla “sovranità economica” cedendone parte all’UE.

Il MES SANITARIO, pur essendo una derivazione del MES ORDINARIO, se ne differenzia radicalmente. Intanto il fondo si chiama PANDEMIC CRISIS SUPPORT, una linea di credito precauzionale rafforzata che serve a finanziare il potenziamento e il miglioramento dell’assistenza sanitaria diretta ed indiretta. Un intervento specifico e finalizzato, quindi, creato proprio per fronteggiare le conseguenze della pandemia in atto. A disposizione degli Stati ci sono 240 miliardi di euro; la quota riservata all’Italia è di 37 miliardi, che potrebbero essere utilizzati  per: acquisto di macchinari; potenziamento della rete diagnostica; ampliamento o costruzione di nuove strutture sanitarie; assunzione di nuovi medici ed infermieri. Tecnicamente si tratta di un prestito praticamente a tasso zero con durata 8 anni, ottenibile presentando un piano preciso ed articolato contenente i dettagli relativi a come e quanto si dedicherà a specifici progetti. Il piano deve essere presentato entro il 31 dicembre 2022.

Il nostro governo al momento si è espresso con decisione contro l’ipotesi di far ricorso al MES sanitario, ma all’interno i pareri sono discordi e le tensioni aumentano. Il premier ha infatti affermato che i soldi del MES non sono una panacea, bensì prestiti, che non possono finanziare spese aggiuntive, che il risparmio in termini di tasso d’interesse è irrisorio e, soprattutto, che chiederlo provocherebbe uno “stigma” (termine che probabilmente è sconosciuto alla gran parte degli italiani; ma la trasparenza in questi tempi è un valore ininfluente…). In realtà il rischio di dare un segnale di debolezza ai mercati è abbastanza contenuto: infatti la debolezza della nostra economia è ben nota a tutti e ben evidenziata dai rating delle agenzie internazionali, che ci collocano all’ultimo livello dell’investimento, giusto un gradino sopra il livello speculativo dei “junk bond” (titoli spazzatura). Il problema vero per l’Italia è un altro e cioè l’assenza di piani concreti e credibili per poter chiedere i fondi del MES sanitario: da mesi si discute su come utilizzare fondi per il RECOVERING, si convocano Stati Generali, si creano “task force”, si elaborano “linee guida” ma si tratta solo di enunciazioni di principio, senza contenuti concreti e soprattutto senza indicazioni degli investimenti legati ai progetti!


In questo modo, non presentando un piano concreto a Bruxelles, tutto rimane un semplice “flatus voci” e la tavola riccamente imbandita dall’Europa rischia di restare davanti all’Italia senza che il nostro paese si possa cibare di quelle vivande.

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TRENTINO TODAY

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2020 @ 9:43 am

Detto altrimenti: rinnovo concessione A22- Autobrennero; accoglimento del MES; Recovery Fund/Plan/Band     (post 4095)

A22

Bravissima la nostra (Italia Viva) Senatrice DONATELLA CONZATTI: ha ricevuto l’appoggio anche del Centro Destra al Senato sulla sua proposta, quella  di un mini rinnovo tecnico di sei mesi per vagliare l’ipotesi di un affidamento diretto all’attuale SpA mista, nella quale la percentuale azionaria minima di privati non può e non potrà incidere in alcun modo sull’indirizzo e sulla gestione della SpA. Da respingere la decisione della ministra Paola De Micheli che per evitare Cariddi (affidamento a seguito di bando di gara europeo) aveva scelto di farci naufragare contro Scilla, cioè affidamento diretto della concessione previa estromissione degli azionisti privati di larga minoranza, con la certezza di lungi, costosi e paralizzanti ricorsi …

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MES. Lo si deve accettare. Se comporterà una ristrutturazione del debito pubblico, essa potrebbe avvenire – ad esempio – con la sostituzione (volontaria da parte degli investitori) delle tranche di titoli di debito redimibili in scadenza con nuovi Titoli di Rendita Irredimibili non di debito, a riduzione del livello del debito pubblico ed incremento della liquidità pubblica.

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RECOVERY FUND/PLAN/BAND

Benissimo MATTEO RENZI a dire NO alla Recovery Band, cioè all’abdicazione del ruolo del Parlamento in favore di esperti-consulenti esterni. Ricordo che il problema non è solo quello pur importante e preliminare del soggetto che deve decidere (il Parlamento), ma quello che i fondi saranno erogati solo a fronte di “progetti certificati” e a SAL-Stato avanzamento Lavori, non a fronte di “idee” e a SACEP, Stato Avanzamento Campagna Elettorale Permanente. Capito, Giuseppi?

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PAROLE DI … BUON NATALE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2020 @ 6:40 am

Detto altrimenti: fra poco è Natale… e allora … (post 4094)

Il gestore, l’amico Mirco Michelon

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In una malga (Malga Zambana) in Paganella, un cartello: “Non abbiamo Wi-fi: parlate fra di voi”. Ecco, questo è l’augurio che mi è venuto spontaneo da fare a voi tutte e tutti. Parlarsi, perché, come ha detto Papa Francesco, “la Verità è relazione”. Relazione è parlarsi rispettandosi, il che significa innanzi tutto attenzione per l’Altro, se non altro perché l’altro per gli Altri siete voi stessi (perdonate il gioco di parole). Spesso invece noi (io in testa, s’intende) non ci pensiamo: ci troviamo bloccati nel traffico e ce la prendiamo con gli Altri automobilisti: ma perché non se ne stanno a casa!? Ma nello stesso momento n-1 automobilisti ovvero, tutti gli Altri stanno pensando la stessa cosa di noi …

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Un caffè fuori pista alla Zambana

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Dice … ma dov’è il messaggio natalizio? Eccolo, arriva … arriva, o almeno ci provo. Gli Altri, nel mondo, così lontani da noi ed allo stesso tempo così vicini … come le parole al loro significato, talvolta vicine, spesso lontane. umanita’, accoglienza, democrazia vera (parlamentare), equa distribuzione della felicita’ (stavo per scrivere della ricchezza) … parole spesso troppo lontane dal loro significato. Ecco il mio augurio di Natale: che da una più stretta “relazione” fra le parole e il loro significato emerga finalmente la verita’. Le parole sono pietre, scriveva Don Lorenzo Milani. Ma le pietre possono essere diverse e per di più utilizzate in modi diversi: possono essere stratificate, facili allo sfaldamento, poco adatte a qualsiasi utilizzo; oppure possono essere granitiche. Inoltre, possono essere utilizzate per costruire oppure per ferire ed uccidere. Ecco, allora utilizziamole con prudenza e – in ogni caso – facciamo in modo che esse siano “in relazione” con il loro significato. Solo in tal modo potremo essere costruttori … costruttori di Verita’.

Buon Natale a tutte, a tutti e alle nostre Parole.

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