LA REMUNERAZIONE ALLA POLITICA E LE TRE RECENTI DIMISSIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2021 @ 3:22 pm

Detto altrimenti: pochi concetti che mi auguro di riuscire ad esporre con chiarezza. E  se mi sbaglio, mi corigerete   (post 4571)

La “paga” alla politica. Il primo ad inserirla fu Pericle nella sua (quasi) repubblica ateniese del V° secolo a. C.. La motivazione? Per indurre chi lavorava e anche chi avrebbe sottratto del tempo alla rìcerca di un lavoro a partecipare alla vita politica.

Durante la millenaria storia europea, la remunerazione dei politici visse vicende alterne. Cito solo l’art. 50 dello Statuto del Regno d’Italia emanato da Re Carlo Alberto “… in Torino, addì quattro del mese di marzo, l’anno del Signore mille ottocento quarantotto, e del Regno Nostro il decimo ottavo”. Testo di cui ho una copia edita nella Tipografia Salani nel 1922 dall’Editore Adriano Salani, Firenze, Viale dei Mille. Lo Statuto Albertino, all’art. 50, recita: “Le funzioni di Senatore e di Deputato non danno luogo ad alcuna retribuzione o indennità”. Mi riservo di verificare quanto segue: nel giugno 1891 il Senatore Roncalli propose il rimborso del biglietto del treno per i Senatori residenti lontano da Torino. La proposta fu respinta dal Senato del Regno con la seguente motivazione: “Servire il Paese è un privilegio, da vivere come un divere. Chi lo serve in armi rischia tutto, anche la propria vita, senza nulla chiudere in cambio”

Oggi una remunerazione ai parlamentari lineare e “a prescindere”, induce a candidarsi anche solo chi si candida per l’ottenimento di un posto di lavoro: il che
– rende disponibili a tale incarico anche persone non sufficientemente preparate: “che io sia eletto ed abbia lo stipendio, questo è ciò che conta!”
– Fa sì che queste persone siano “attaccate alla poltrona a prescindere” come chiunque è “attaccato” al proprio posto di lavoro.

Peraltro, non remunerare i parlamentari escluderebbe alla partecipazione democratica alla vita politica tutti coloro che ni si possono permettere di mantenersi, il che ci riporterebbe alla discriminazione di cui all’art. 50 dello Statuto Albertino.

Ed allora? Allora remuneriamoli, i Parlamentari (e i Ministri etc,), ma in modo parametrato
– alle   documentate esigenze di partecipazione alla politica;
– alla loro partecipazione con contributi positivi alla vita politica;
– almeno in parte proporzionalmente relazionato a quanto stiano eventualmente perdendo a causa dell’eventuale occupazione che abbiano dovuto trascurare o abbandonare a seguito dell’attività politica.

Più facile a scriversi che a farsi: concordo. Però l’attaccamento alla poltrona “a prescindere” snatura l’apporto del proprio pensiero politico. Per questo va maggiormente apprezzato chi anche di recente ha rinunciato a ben tre poltrone, pur di mantenere fede al proprio credo politico e democratico.

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DAL MIO ACCOUNT FACEBOOK

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2021 @ 9:09 am

Detto altrimenti: per chi non è su FB     (post 4570)

ALCUNE DOMANDE AI 5S
1) Come vi posizionate di fronte all’art. 49 della Costituzione, che prevede “partiti organizzati democraticamente” e non movimenti che si dichiarano non-partito, per di più organizzati dai capi rete?
2) Io affermo che la democrazia diretta è in realtà una oligarchia. Possiamo confrontarci su questo tema?
3) Come vi ponete di fronte a Conte che ha “tagliato in due” la sua compagine di governo escludendo IV e provocando il distacco della valanga?
4) Trovate assurdo che una compagine politica al governo abbia la “pretesa” di partecipare alla gestione del Recovery Fund?
5) Perchè non volete il MES?
6) Il vincolo di mandato è ancora un vostro obiettivo? Parrebbe di no, visto che siete a caccia …
Grazie per 6 risposte.

ALCUNE DOMANDE AI PD
1) Come vi posizionate di fronte al rapporto 5S- art. 49 della Costituzione, che prevede “partiti organizzati democraticamente” e non movimenti che si dichiarano non-partito, per di più organizzati dai capi rete?
2) Io affermo che la democrazia diretta è in realtà una oligarchia. Possiamo confrontarci su questo tema?
3) Come vi ponete di fronte a Conte che ha “tagliato in due” la sua compagine di governo escludendo IV e provocando il distacco della valanga?
4) Trovate assurdo che una compagine politica al governo abbia la “pretesa” di partecipare alla gestione del Recovery Fund?
5) Perchè accettate che i 5S non vogliano il MES?
6) Il vincolo di mandato è ancora un obiettivo dei 5S o anche vostro? Parrebbe di no, visto che siete a caccia …
Grazie per 6 risposte

OFELE’ FA EL TO’ MESTE’ (dialetto milanese: pasticcere fa il tuo mestiere, ovvero ognuno faccia il mestiere suo) – Credevo di appartenere all’unica categoria (quella dei CEO e dei top manager) alla quale ognuno si poteva “iscrivere” anche senza avere le capacità e l’esperienza richiesta. Mi spiego, chiunque di improvvisa AD e/o manager: al bar, nelle riunioni condominiali, nelle società pubbliche, etc., mentre io mai e poi mai mi azzarderei a improvvisarmi venditore di bibite allo stadio, comico, ingegnere, gestore di una rete web, avvocato. Già, nemmeno avvocato pur essendo io laureato in legge. Poi ho scoperto che esiste un’altra categoria che viene arbitrariamente frequentata: quella dei politici veri; degli amministratori della cosa pubblica; dei ministri; dei PCM. Sono contento che la mia categoria di appartenenza non sia più la sola ad essere inquinata.

DUE SETTIMANE – Crisi di governo? Sono state le due settimane meglio utilizzate di tutta la legislatura, queste qui, per far capire che non si può continuare a perdere mesi e mesi; che l’azione del governo deve essere collegiale al 100% e alla luce del sole; che non si possono avere ministri di serie A e B; che le cose urgenti vanno fatte, non rimandate; che un capo non deve temere ed escludere chi ne sa più di lui, ma ascoltarlo, valorizzarlo, motivarlo, farne un esempio per gli altri. Ma già … si vede che non tutti hanno esperienza di governare un gruppo. A costoro, poichè non possono certo rivivere la loro vita e farsi quell’esperienza, suggerisco che almeno di leggano il libo di Pier Luigi Celli “Il potere la carriera e la vita – Memorie di un mestiere vissuto controvento”, Ed. Chiarelettere, 2020.

POLITICA A VELA 1 – Ve la racconto io un po’ come si fa … Quando sei in regata, di bolina (controvento) e c’è onda, talvolta conviene allargare un po’ la rotta da quella della bolina più stretta, allontanarla un po’ dal percorso più corto per raggiunere la boa di bolina: ciò consente di aumentare la velocità e, se la barca è ben gestita “a orecchio” o dispone dello strumento elettronico VMG-Velocity Made Good, ti fa arrivare alla boa prima anche se hai fatto più strada.

POLITICA A VELA 2 – I soggetti del veliero: proprietario, armatore, comandante, timoniere. Talvolta il proprietatrio è anche armatore; talvolta il comandante è anche timoniere. Nel caso mio, durante i 25 anni di regate con il mio FUN Whisper ITA 526 nelle acque dell’Altogarda Trentino, nel 99% dei casi ho ricoperto i quattro ruoli contemporaneamente.
Nel caso del veliero Italia i cittadini sono i proprietari; i cittadini che vanno a votare, gli armatori; il comandante potrebbe essere il PCM ma … sa coinvolgere, motivare, utilizzare al meglio e coordinare tutto il suo equipaggio oppure tende ad escludere i marinai più esperti per paura del confronto?
Il timoniere (e qui esco dalla narrazione figurata) deve sì obbedire agli ordini del comandante, ma di suo deve avere la fingerspitzengefhul, cioè deve “sentire” la barca, il vento, il timone, l’onda con la stessa tempestività, sensibilità e precisione che si ha quando si accarezza una superfice di un materiale con la punta delle dita per capirne la natura.
L’attuale navigazione politica mi ricorda quella di un veliero lanciato a fil di ruota (vento forte in poppa piena), ovvero nella navigazione di gran lunga più difficile e pericolosa in assoluto, che deve seguire una rotta strettissima fra Scilla e Cariddi. Stabilito ciò, tutto è nelle mani del timoniere: tutti gli altri – comandante compreso -sono nelle sue mani strette sul timone. Guai se lo si distrae, guai se si pretende di dargli suggerimenti o peggio ordini. Ora, prima di mettersi in mare, occorre valutare se il timoniere (o il comandante, se si mette al timone) ha quelle capacità. Dopo sarebbe troppo tardi.

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SALVE PIEMONTE, SALTA IL CAMOSSIO TUONA LA VALANGA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2021 @ 7:49 am

Detto altrimenti: ricordi di un blogger che il 3 febbraio 2021 compirà  77 anni!  Ma parla pa’ che l’è mei! Non stare a dirmelo che è meglio! (post 4569)

Salve, Piemonte! Ricordi? Da Genova, fine anni 1950? Le prime sciate. Si partiva in pullman noleggiato da noi ragazzi, ore e ore di viaggio, qualche sciata a Frabosa Soprana: inizialmente s’andava solo lì, era la stazione sciistica più vicina. Poi ci siamo “allungati” a Limone Piemonte (360 km fra andata e ritorno, e in autostrada solo la tratta Voltri-Savona-Ceva). La sveglia per me che ero l’organizzatore era alle 03,50! Avevo 15 anni. Il fascino di una giornata di libertà con amici e amiche: liberi! Sulla neve, per risalite con lo sklift, si facevano i biglietti di volta in volta. Finiti i soldi, su e giù a piedi per il campetto. E le soste … soprattutto nel ritorno a casa. Ne ricordo una a Mondovì. Era buio, una leggera nebbiolina velava le case di mattone, i portici illuminati da una luce soffusa, umida anch’essa: quattro passi per sgranchirsi le gambe: una finestra al primo piano, luce accesa, ragazzi, c’è una festa! Volete salire? Si, il tempo di un “lento”, guancia a guancia a 15 anni, e poi via, il pullman riparte! Con chi ho ballato? Non ve lo dico, sono un gentleman, che poi ha sposato un medico importante …

Ricordi? Da Genova, anni 1960. L’alpinismo nelle tue vecchie valli solitarie, le Alpi Marittime: la Torre e la Rocca Castello, la Cima Maubert, la Cima Margherita, la Cima Jolanda, il Corno Stella, la Cresta Savoia. Valli ancora poco frequentate, non turisticizzare, stradine sterrate sulle quali era difficile ma non impossibile fare arrampicare le nostre auto.  Si partiva da Genova nel pomeriggio del sabato e dopo ore di auto e poi di cammino (pila frontale accesa) verso mezzanotte si arrivava nei rifugi incustoditi (Rifugi Questa, Remondino … ricordo bene?). Alle quattro in piedi, si va all’attacco della parete, e finalmente il sole, il muschio e il granito, il profumo della corda che si scaldava al sole e la musica del chiodo bel conficcato nella roccia: deve cantare come il martello sull’incudine!

Custa l’on ca custa, Viva l’Austa! Val d’Aosta, “quasi” Piemonte! Salve, Piemonte! Ricordi? Ricordi quel gruppo di universitari spiantatissimi che in 20 affittarono una casa a Cretaz di Valtournache, da tale Carrel, nipote del Jan Antoine il quasi conquistatore del Cervino? E le sciate sul Plateau Rosa, su Furgen, e poi a “casa”, che non aveva impianto di riscaldamento, a bruciare tronchi su tronchi (“trovati” nei  boschi, roba da galera!) nella stufa a legna, e poi a cena dalla Chicchi Formento, a Cervinia, ristorante Capanna Alpina, la Chicchi lei che era campionessa mondiale di una certa disciplina sciistica, a cena, quasi gratis per noi:  si  era impietosita, la Chicchi, grazie ancora, Chicchi! E le serate con i bobbisti nazionali (De Florian?) e con i Tenenti di carriera del corso sci (tenente Malpaga, ora sarà generale!).

Salve, Piemonte! Ricordi? Fine anni 60. Io, Sergente AUC alla Brigata Alpina Taurinense, e poi, dopo avere fatto lo Sten alla Tridentina, a lavorare a Torino, alla Stet, Via Bertola, 28. Mi ero sposato, la famiglia si trasferisce da Genova a Torino. Casa? In città in affitto. I pochi soldi racimolati? Casa acquistata in montagna, a Cesana Torinese, dove da militare avevo subito un attacco aereo simulato (esercitazione). Ricordo quel giorno; 19 marzo 1969, S. Giuseppe. Dopo essere saliti al Colle del Sestriere, ne siamo discesi sul versante opposto, quello di Cesana Torinese e Monginevro. Giunti a Cesana avremmo dovuto imboscarci, nascondere uomini e mezzi all’ incursore aereo che ci avrebbe sorvolato per cercare di fotografare il reparto. Ma c’era un sole splendido, la neve candida, tutti spaparanzati: le foto sono venute anche troppo bene. Il Colonnello no, non è rimasto molto bene!

Salve, Piemonte! Ricordi? Gli anni della Stet, magici. E le sciate sulla Via Lattea, stagionale al collo e via, tutti i week end, quasi tutte le ferie. Quasi 80 impianti fra le Stazioni di Pragelato – Sestriere- Salice d’Ulzio – S. Sicario – Monti della Luna Claviere e Monginevro! Per non parlare poi che se scendevi in auto fino alla vicina Briancon, potevi raddoppiare il tutto sulla Serra Chevalier!

Salve, Piemonte! Ricordi? Le scalate in bicicletta … il Sestriere, l’Izoard e poi, una per tutte … tutti di fila, nello stesso giorno, con il mio amico trentino Paolo Piccoli, da Cesana: Monginevro, Lautaret, Galibier, Telegraf, Moncenisio, con la mia “vecchia” (oggi vecchia, ma allora …) bici da corsa 52-42 e dietro 28-12 …

Salve, Trentino! Ricordi? Il lavoro mi ha portato a Milano e poi a Trento, dove vivo felice da 35 anni. E lo amo, questo Trentino, che all’inizio conoscevo solo per le sue Dolomiti: i miei Gruppi erano il Brenta e le Pale di S. Martino, nelle quali ultime feci amicizia con il capo del Soccorso Alpino gestore del rifugio Rosetta Michele Gadenz Micel.  Micel, che prima di ogni scalata ci faceva ” i schizzi”, cioè la cartina dettagliata, metro per metro della salita e della discesa! Grazie, Micel! Grazie … ricordo la discesa dal Campanile Pradidali (eravamo saliti per la via Castiglioni): senza le tue indicazioni saremmo ancora là a cercare la via di discesa!

Salve, Piemonte! Ricordi? Si? E fai bene perchè presto con un mio amico trentino doc verrò a sciare qualche giorno sulle tue piste, le mie piste di una volta. Salve, Piemonte! Aspettami, arrivo!

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UNA FAVOLA MODERNA: LA SALITA AL COLLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Gennaio, 2021 @ 6:49 am

Detto altrimenti: il Re è nudo      (post 4568)

IL RE E’ NUDO ma secondo me è anche un po’ un buona fede, ovvero ingenuo.

Sa, Maestà, a questo mondo nemmeno un cane muove la coda se non gli si fa intravedere un osso, nessuno fa niente per niente e tutta questa foga nel difenderla, Le pare normale? “Cui prodest, cui bono” direbbe CICERONE, un avvocato anche lui, Lei lo conosce? A chi giova, chi ci guadagna? Possiamo ben capire che l’essere proiettati al livello che Le hanno assegnato, possa far perdere un po’ di lucidità, è umano, e poi “comandare è meglio che … ” insomma ci siamo capiti, però una Sua riflessione ora s’impone.

All’inizio era … no, non sto citando il Vangelo, ma solo il Suo inizio, quando Lei aveva quei due Vicerè, ricorda? Poi Lei ha messo una Sua mano sulla spalla di uno dei due e lo ha congedato, poi un tale ha fatto parlare fra di loro chi non si parlava e Lei è rimasto sul trono.

Solo che proprio quelli che oggi La difendono a spada tratta sono contro la monarchia e stanno macchinando per instaurare la democrazia diretta, diretta da loro: basta con la monarchia sia pure costituzionale! Vogliono la democrazia ma non quella parlamentare, vogliono quella diretta da poche persone, da loro stessi, cioè un’oligarchia.

Nel frattempo avevano cercato di fare fare a Lei il gioco sporco, quello di gestire “riservatamente” il tesoro del regno: ma Le pare normale che un tesoro di quelle dimensioni potesse non far gola a quei cortigiani? E hanno mandato avanti Lei perchè a loro scappava da ridere …

“DEMOCRAZIA E SEGRETO”, un bel libro di tale NORBERTO BOBBIO: in democrazia non devono e non possono esistere segreti, nè nella formazione delle decisoni (ad esempio circa l’utilizzo del Recovery Fund) nè sulle decisioni assunte. Il Governo governa, i cittadini controllano e valutano. M se il Governo governa in segreto …

E poi, mi perdoni, tutta qualla liberalità, mancette, stipendietti, sconti per gli acquisti di tutto e di più monopattini compresi … via … va bene dati i tempi, “ma però” (ma però) un pensierino a come impostare sin d’ora il rientro del debito pubblico io lo avrei visto bene, non Le pare? E invece no, Paese dei Balocchi per tutti, ma … quo usque tandem? Fino a quando?

Lei ora dice che ci vuole unità: belle parole, Maestà, ma il primo a dividere è stato Lei quando ha diviso la sua Corte in due sotto Corti: quella “sua-sua riservata” e l’altra.

“SIMBOLI AL POTERE”, un bel libro di GUSTAVO ZAGREBELSKY: quando qualcuno vuole appropriarsi personalmente di un simbolo, esso da elemento di unione che apparteneva a tutti quelli che ci si riconoscevano, da fattore di unione – dicevo – diventa fattore di divisione e di guerra.

Sa come scriveva un POETA morto 700 anni fa? Scriveva “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Ma c’è sempre modo di ravvedersi: accettare il generoso regalo del MES, completare la revisione dell’utilizzo del Recovery Fund e sciogliere la Recovery Band. Che ne dice?

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DEMOCRAZIA, POLITICA E FINANZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2021 @ 10:08 am

Detto altrimenti: gutta cavat lapidem, repetita iuvant, batti e ribatti …  qualcosa resterà pure in mente …     (post 4567)

Una mattina mi sono alzato e ho trovato … chi ha tradito la memoria dei molti che hanno dato la vita per regalarci la Democrazia Parlamentare, e cioè la memoria dei Partigiani morti in battaglia o sotto le torture nazifasciste per farci dono della Costituzione più bella del modo, quella che all’ art. 49 recita:
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.


Ecco, partiti e non movimenti; metodo democratico e non gestione da parte di un capo rete web.

Infatti – fra l’altro – quando quel movimento ha votato i suoi passaggi fondamentali, la percentuale dei votanti è stata irrisoria e assolutamente non significativa, ovvero dell’ordine di 70.000 votanti su milioni di aderenti, aderenti che si sono trovati accomunati da un simbolo: il VAFF, quale mezzo per “mandare a casa” tutti i partiti, proprio quelli previsti dalla Costituzione. Nel pieno rispetto (del disprezzo!) dei Valori Democratici e della Costituzione, s’intende!

E fa specie che questa violazione non sia stata colta dal Presidente della Repubblica e che oggi l’operato di questo movimento sia oggi sostenuto e difeso proprio dal partito che si definisce democratico erede di quei partigiani, degli internati nei campi in Italia e in Germania, di quelli morti e di quelli – pochi purtroppo – che sono ritornati, come il mio babbo carabiniere, già padre di due figli, che fu liberato dagli Americani dopo due anni di prigionia.

Violazione dell’art. 49 della Costituzione, formale e sostanziale, perché il progetto che sta alla base del loro agire, quello della cosiddetta DEMOCRAZIA DIRETTA, ove portato a compimento, trasformerebbe la democrazia parlamentare in un’oligarchia secondo questo micidiale iter progressivo:

  • Minor numero di parlamentari, più giovani, magari estratti a sorte o scelti via rete;
  • referendum propositivo con quorum limitatissimo;
  • Vincolo di mandato per i parlamentari;
  • obbligo per i parlamentari di votare il testo esatto della proposta referendaria entro tempi brevi;
  • leggi fatte da poche persone;
  • oligarchia;
  • gli oligarchi si sono arricchiti;
  • il popolo, impoverito, protesta;
  • gli oligarchi rispondono con il populismo: “Siete voi che avete deciso tutto, noi siamo stati solo i meri esecutori della vostra volontà. Che andate trovando, di che ci accusate?”

Ma a fianco di questo percorso del quale da parte loro ci si sforza di non farci cogliere la visione d’insieme, vi è un percorso accompagnatorio, parallelo, sotto traccia che consiste nell’abituare sin d’ora il cittadino al nuovo regime: abituarlo ad essere governato dalla serie dei numerosi DPCM, espressione della volontà dell’Uomo del momento, l’Uomo forte, quello che “Sì che ci vuole uno come lui in questa situazione di pandemia!”. Ma soprattutto consiste nell’abituare tutti noi con la dimostrazione che tutto sommato “lo vedete anche voi che del parlamento si può fare a meno, lo vedete che io me la cavo benissimo con una sola parte del governo e con tutti i miei consulenti esterni!” Ecco: abituarci al loro progetto attraverso una prassi apparentemente positiva e che invece è micidiale ( = mortale) per la Democrazia Parlamentare.

Ad aiutare questo movimento nel suo percorso, tre fattori:

1) il pericolo sovranista, perchè incidit in Scyllam cupiens vitare Carybdim (tradotto: saremmo tra Scilla e Cariddi, ovvero si cadrebbe dalla padella nella brace;
 2) la pandemia, perché per loro è facilissimo spandere aiuti a destra e a manca con risorse recuperate attraverso l’indiscriminato aumento del debito pubblico e/o regalateci dall’UE;
3) la lotta ideologica e preconcetta che da parte di molti (altri) si sta facendo all’unica forza politica (ITALIA VIVA) e all’unico vero Politico del momento (MATTEO RENZI) che si sta opponendo a questo scempio.

Last but not least, veniamo all’ aspetto finanziario: dall’attuale Emanatore di DPCM non ho mai sentito una parola su come intende impostare il rientro dall’enorme debito pubblico che si sta formando. La mia paura è che poi si pensi ad una “bella” patrimoniale: al riguardo fornisco alcuni dati (cifre approssimative, citate a memoria, non aggiornate ma assolutamente significative nell’ordine di grandezza):

  • Debito pubblico, 2500 miliardi
  • PIL 1600 miliardi
  • L’85% degli Italiani è proprietario di casa
  • Ricchezza finanziaria degli Italiani, 4500 miliardi, di cui 1700 nei depositi bancari

Quindi, dov’è il problema? Una “bella” patrimoniale e ci rimettiamo in sesto. Dice … fai presto tu a parlare, ma cos’altro suggerisci?  Be’ una parte della soluzione l’avrebbe fornita MATTEO RENZI quando ha cercato di far capire che la crescita non si fa con le mancette ma con investimenti nuovi e produttivi.
Un’altra parte ho la pretesa di averla fornita io insieme al mio co-autore GIANLUIGI DE MARCHI con nostro libro “RICOSTRUIRE LA FINANZA” nel quale proponiamo che lo Stato emetta Titoli Irredimibili di Rendita, cioè non di debito, senza scadenza di rimborso, con rendimento più elevato dei titoli di debito. Questi titoli potrebbero essere emessi in sostituzione volontaria di titoli redimibili in scadenza oltre a quote “nuove”. Così facendo

  • si ridurrebbe il debito pubblico e si aumenterebbe la disponibilità finanziaria del Tesoro;
  • si eviterebbe che l’emissione di Titoli Irredimibili di banche facesse concorrenza alla capacità del Tesoro di collocare i propri titoli di debito;
  • si eviterebbe che si drenassero i depositi bancari italiani;
  • si eviterebbe che la finanza privata italiana andasse e finanziare progetti all’estero.

Al riguardo è significativo il caso Banca Intesa Sanpaolo, che il 25 agosto 2020 ha emesso due tranche di propri Irredimibili di 750 milioni cadauna, al tasso del 5,5% ricevendo richieste di acquisto per ben 6,5 miliardi!   Ci si chiede a chi e a quale tasso (troppo elevato e fuori mercato) poi la banca avrebbe potuto prestare  quei denari. Poi si scopre che quella banca è la principale finanziatrice della costruzione di una enorme centrale a carbone nei Balcani:  facendo 2+2 e pensando male, di indovina!

Dice: ma come, affermare che un movimento oggi abbia “sentimenti fascisti” e che un partito democratico lo possa sostenere, non è fuori misura? No ragazzi, lasciate che vi rimandi alla lettura di un piccolo ma great libro, “Il fascismo eterno” di Umberto Eco, scritto 20 anni fa e attualissimo. Cito a memoria: “molte sono le forme sotto traccia attraverso le quali il veleno fascista si inocula nelle istituzioni democratiche; per dire che il fascismo è tornato non potete avere la pretesa di vedere sfilare camice nere armate di manganelli …”. Quali sono queste forme?

  1. la cultura sincretista, tollerante delle contraddizioni, senza avanzamento del sapere;
  2. l’elogio solo apparente della tecnologia (prima fra tutte, della tecnica del governo dello Stato);
  3. la cultura dell’azione per l’azione, senza una qualunque riflessione;
  4. il disaccordo è tradimento (RENZI? Un traditore!)
  5. L’appello alle classi medie frustrate;
  6. l’ossessione del complotto;
  7. i nemici sono allo stesso tempo troppo deboli e troppo forti;
  8. il pacifismo è collusione con il nemico;
  9. il disprezzo per i deboli;
  10. ciascuno è educato per diventare un eroe;
  11. la condanna per abitudini sessuali non conformiste;
  12. il populismo qualitativo;
  13. la neolingua.

Note

  • Punto 7) I nemici (politici) sono troppo deboli e allo stesso tempo troppo forti: deboli perchè li si sopravanza numericamente, ma forti perché li si teme culturalmente. Infatti li si critica molto, altrimenti li si ignorerebbe!
  • Punto 12) Il capo di turno dice: “Io sono solo l’esecutore della vostra unica, uniforme, omogenea volontà, o popolo, massa informe che pensa e parla ad una sola voce (la mia, ma questo non ve lo dico!)”.

Riccardo Lucatti – Coordinatore del Tavolo Finanza ed Economia mista di ItaliaVivaTrentino

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IL COVID E LA DONNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2021 @ 9:55 am

Detto altrimenti: un’occasione per riflettere   (post 4566)

Ogni problema ha diritto alla sua centralità. Il Covid ne ha evidenziata – fra le tante – una: il ruolo non ancora adeguatamente riconosciuto della Donna. Dice … tua moglie lavora? No, lavoro solo io. Ecco, lei no, lei non lavora: lei sta a casa, lei semplicemente accudisce casa, figli, marito, sostituisce le insegnanti con la scuola a distanza, spesso accudisce anche i nonni, fa anche volontariato e – senti senti! – fa anche politica! No, lei non lavora.

Chi mi legge sa che con il mio amico Gialuigi De Marchi ho pubblicato un libro sulla finanza. Ora ne sto leggendo uno sull’economia (Stefano Zamagni, “Laudata Economia”, Fondazione Don Lorenzo Guetti Ed. – Vitrend, 2020). Un capitolo “Per una diversa politica della Donna” . Finanza ed economia, il mio pane quotidiano da una vita.

Zamagni. Fra i tanti concetti, ne traggo quattro:

1) il valore annuale del lavoro familiare secondo il metodo del costo opportunità è calcolato in 570 mildi di euro l’anno, secondo il metodo del costo del servizio in 433 mildi. Un quarto del PIL;
2) la famiglia è il massimo generatore di capitale umano, sociale, relazionale (di mio aggiungo: il “Mondo” è l’insieme delle relazioni umane!);
3) non si tratta di “CONCILIARE” due situazioni in conflitto, il lavoro familiare con il lavoro esterno, bensì di “ARMONIZZARE” responsabilmente, armonicamente e in modo completo due situazioni che “non sono in conflitto” ma che “convergono” verso un unico obiettivo;
4) occorre passare della tante e scollegate politiche settoriali (asili nido, congedi parentali, orario flessibile, etc.) ad un sistema integrato per la protezione del benessere familiare.

Donna … Domina. E se mi sbaglio mi corigerete!

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UN MODERNO PAESE DEI BALOCCHI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Gennaio, 2021 @ 7:00 am

Detto altrimenti: “Pinocchio” un libro per bambini? Noooo! Oppure si, nella misura in cui tutti noi si sia diventati (politicamente) bambini, cioè vittime inconsapevoli del Mangiafuoco di turno    (post 4565)

RETORICA IERI: L’eloquenza come disciplina del parlare o dello scrivere, fondamento di gran parte dell’educazione letteraria dall’antichità classica fino a un’età molto recente.

RETORICA OGGI: Atteggiamento dello scrivere, del parlare e dell’agire, improntato a una vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni.

DEMAGOGIA IERI E OGGI: degenerazione della democrazia, per la quale al normale dibattito politico si sostituisce una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali delle masse, indipendentemente da ogni valutazione del loro contenuto, in funzione dell’ottenimento di consenso politico.

POPULISMO IERI: atteggiamento politico che mira a rappresentare il popolo e le grandi masse esaltandone valori, i desideri, le frustrazioni e i sentimenti collettivi.

PULISMO OGGI: si confonde con la demagogia. In realtà viene “dopo” la demagogia e consiste nel far passare la volontà della maggioranza del popolo come la volontà propria: “Noi del governo abbiamo fatto solo ciò che è stato espresso da voi che siete la maggioranza del popolo”.

POPULISMO QUALITATIVO: categoria individuate e definita da Umberto Eco nel libro “Il fascismo eterno”: consiste nel considerare il popolo come una massa informe ed uniforme esprimente una sola, unica volontà, volontà che invece è quella del dittatore di turno: “Io, a capo del governo, ho fatto solo quello che tutti voi unanimemente, avete voluto” (in realtà il dittarore ha fatto solo la prpria volontà, n.d.r.).

Un esempio assolutamente completo di tutte queste situazioni sta nell’episodio del Paese dei Balocchi all’interno di quel saggio attualissimo di sociologia politica che è “Pinocchio”, ed anche in una politica mirata a elargire (in modo lineare, molte ingiustificate) regalie e (i pur dovuti ma solo tendenzialmente mirati)  ristori, sacrificando la parte investimenti produttivi e comunque non preoccupandosi di impostare il sistema di controllo e riduzione dell’enorme debito pubblico che si sta formando.

P.S.: ll cattivo uso della retorica, la demagogia e il populismo dovrebbero essere sanzionati come reati penali: infatti sono istigazione a delinquere … nel senso che è “un delitto” indurre a dare fiducia a chi utilizza questi strumenti. La mia, lo so, è una esagerazione, un paradosso, forme che utilizzo solo per cercare di far comprendere ciò che non si dovrebbe fare e a chi non si dovrebbe dare fiducia.

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PIOVE, CHIOVE, SCHIZZICHIA, CIOEVE, LA VEN ZO CHE DIO LA MANDA , IT RAINS CATS AND DOGS, ES REGNET …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Gennaio, 2021 @ 5:57 pm

Detto altrimenti: e uno che fa? La marmellata di arance!   (post 4564)

Si prende un kg di arance taglio medio.
Si lavano.
Col pela patate si recupera la sola parte esterna da 1/2 Kg e la si mette nel mixer- Indi si aggiunge 1/2 kg di zucchero.
Si finisce di pelare bene tutte le arance (la parte bianca – albedo – va tolta completamente).
Quando il miscuglio è omogeneo, si mette in pentola (+ ev. fructapec) , unendo le arance tagliate a pezzettini.
Si fa cuocere, si frulla, si invasa a caldo, si raffredda, si mangia.

E se mi sono sbagliato, mi corigerete!

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LA POLITICA VISTA DA UN VELISTA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Gennaio, 2021 @ 12:58 pm

Detto altrimenti: … da un velista regatante!   (post 4563)

(E ’n sca barca du Pin ghe navighiemu ‘n sci scheuggi … dialetto genovese: nella barca di Pin (Giuseppi) navigheremo sugli scogli …)

  • Renzi ha condotto in salvo il veliero Italia e i suoi proprietari-passeggeri (gli Italiani) facendolo approdare ad un molo di fortuna, riuscendo in tal modo ad evitare la tempesta sovranista.
  • Ai signori G & C non è parso vero e si sono posti come armatori del veliero.
  • G & C hanno ritardi gravi nella riparazione del veliero, per inefficienze e per mala fede, onde potere intervenire in zona Cesarini, in una sorta di campagna elettorale permanente. Nel frattempo i danni al veliero Italia si aggravano.
  • Renzi protesta e avanza un piano di lavoro concreto e serio; non è disponibile a condividere un piano di calafatura dello scafo assolutamente non professionale.
  • Dall’alto di una scogliera i venti sovranisti invitano Renzi a rimettere in mare il veliero così com’è, per impadronirsene.
  • Renzi non vuole che sia invertito il rapporto fra la causa (il cattivo piano dei lavori alias malgoverno) ed effetto (la propria protesta) quindi non vota contro il piano di lavoro altrui ma semplicemente si astiene.
  • G &C galleggiano, alla ricerca di un salvagente ausiliario. Nel frattempo iniziano a fare – sia pure in parte – i lavori che Renzi aveva proposto, però a farlo come se fosse farina del loro sacco.
  • Dei due C, il primo ha il suo progetto di democrazia diretta, cioè trasformare il veliero Italia in una sorta di proprietà privata gestita da una oligarchia di armatori; il secondo non vede altro modo per continuare a galleggiare.

Riassumendo: il veliero Italia è gestito come segue

– proprietari disattenti: i cittadini;
– armatori: i 5S e il PD;
– skipper/tattico misterioso che decide la rotta: c’è ma non si vede;
– timoniere: Giuseppi;
– faro acceso per la giusta rotta: Renzi

I proprietari lo capiranno. Altrimenti il rischio è di naufragare contro la scogliera “Oligarchia” (Scilla) o contro quella “Sovranista” (Cariddi), o quanto meno , se proprio tutto andrà molto bene, di spiaggiarsi sulla spiaggia “Imposta Patrimoniale”. In ogni caso, mentre il timoniere Giuseppi andrà in giro in aereo per il mondo a farsi bello “a prescindere”, ci vorrà molto tempo prima che il veliero Italia possa essere nuovamente competitivo per le regate internazionali degli Italiani.

Il vostro blogger (cappellino blu) al timone, in una regata nell’Altogarda Trentino.

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PROSEGUE DAL POST PRECEDENTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Gennaio, 2021 @ 7:11 am

Detto altrimenti:     “Campanella”!      (post 4562)

In classe, ragazze, e anche voi, giovanotti … oggi è il nostro turno di lezione in presenza, sedetevi e state ben distanziati. Vedo qui fuori le vostre biciclette: bene che siete venuti a scuola “a pedali” anche se fa un po’ freddo … d’altra parte tutti noi a sciare ci andiamo anche se … fa un po’ freddo, non è vero? Allora veniamo all’argomento del giorno. Oggi le fanciulle dovevano esporre i loro lavori … vediamo … chi è la vostra portavoce? Rita sei tu? Bene, Rita, vieni qui e leggi ai tuoi compagni i vostri elaborati. Inizia con quello sul pericolo di una patrimoniale, ma sii sintetica, mi raccomando.

Rita: Ecco prof, abbiamo semplicemente messo in fila gli ammontari in miliardi di euro:

– debito pubblico, up to i 2700
– continuo ricorso agli scostamenti di bilancio che poi sono “aumento del debito”
– PIL down to i 1500
– Ricchezza finanziaria privata italiana, circa 4500 …
– … di cui nei conti correnti bancari circa 1700, per cui …
– … si imporrebbe una “bella” finanziaria a meno che …

A meno che cosa, Rita?

Rita … a meno che il governo non prenda alcune decisioni quali

– emissioni di Titoli Rendita Irredimibili;
– messa in vendita degli immobili dello stato;
– avvio di investimenti fortemente produttivi;
– riforma della giustizia, del fisco, della burocrazia;
– investimenti su scuola, sanità, ambiente.

Benissimo, e sul secondo tema, quello della cosiddetta democrazia diretta, cosa avete scritto?

Rita: anche qui uno schema, dopo tutti lei prof ci aveva detto di essere sintetici:

– sminuimento di fatto del ruolo del Parlamento;
– abituare i cittadini ai moltissimi DPCM;
– minor numero di parlamentari;
– parlamentari più giovani;
– parlamentari estratti a sorte o scelti attraverso la rete;
– referendum propositivo con quorum molto limitato;
– vincolo di mandato per i parlamentari;
– obbligo dei parlamentari di votare la proposta referendaria senza modifiche ed entro un mese;
– leggi fatte da poche persone;
– trasformazione per via democratica della democrazia in oligarchia.

Benissimo ragazze! E voi, giovanotti, avete visto come sono in gamba le vostre compagne? Nelle prossime lezioni dividetevi i compiti e sviluppate, ognuno, uno dei punti e dei passaggi elencati dalle vostre compagne.

(Campanella)

La lezione è finita … calma … non vi accalcate … mantenete il distanziamento e piano con quelle bici, le strade sono scivolose, la neve si sta fondendo …

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