L’ULTIMO DEGLI ARTIGIANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Giugno, 2021 @ 7:14 am

Detto altrimenti: perché non si disperda un sapere prezioso     (post 4265)


In un recente post ho citato il titolo si un vecchio film, “L’ultimo dei Mohicani”, un’etnia che era in via di estinzione (parlo di etnia e non di “razza” perchè la “razza” è una sola, quella umana).

Ieri sono stato da un mio vecchio fornitore-amico, titolare di una piccola grande azienda meccanica familiare. Età della pensione, i figli non vogliono continuare l’attività del padre, lui non trova chi acquisti l’azienda e quindi vende tutto, separatamente: macchinari, terreno, etc. .
E’ il secondo caso in pochi giorni. Io perdo due fornitori preziosi, Il Trentino perde pezzi della propria cultura.
Mi piacerebbe che la Provincia attribuisse centralità a questo aspetto e creasse una commissione di studio per valutare interventi atti a garantire che non si disperda questo grande patrimonio di conoscenza.

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TRENTO, FESTIVAL DELL’ECONOMIA 2021 – “IL RITORNO DELLO STATO”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Giugno, 2021 @ 5:09 am

Detto altrimenti: tanto tuonò che … forse pioverà?    (post 4264)

Tizio: lo Stato sia imprenditore direttamente!
Caio: No, viva il liberismo puro!
Sempronio: No, Tizio e no,Caio! Viva il liberismo moderato, controllato!
Io: lo Stato e l’UE ci stanno mettendo molti soldi, e allora, come fare? Molti, ben più qualificati di me, stanno elaborando risposte. Io fra i tanti aspetti mi limito ad uno in particolare: ad esaltare l’utilizzo delle SpA miste pubblico-private, e lo faccio con un esempio.

Scade la concessione dell’Autostrada del Brennero A22, oggi in capo ad una SpA mista pubblico-privata a stragrande maggioranza pubblica locale, la quale, nei decenni, ha dimostrato di sapere ottimamente gestire e investire.
Taluno, per poterle riaffidare la gestione, vorrebbe che la SpA in questione estromettesse quella minoranza azionaria privata, cioè che la SpA diventasse a capitale pubblico al 100%, cioè “inhouse”. Altrimenti vuole andare a gara europea.
– Ma … in una SpA inhouse il potere è separato dalla responsabilità, lo sapevate? Il potere resta in capo a certi comitati, uffici, direzioni pubbliche e la responsabilità in capo agli amministratori della SpA: non potrà mai funzionare!
– Ancora: l’estromissione dei privati costerebbe molto denaro e bloccherebbe gli investimenti per molto tempo.
– Per contro, in una SpA mista a stragrande maggioranza azionaria pubblica, si concentra in capo agli amministratori di nomina e di fiducia del pubblico sia il potere che la responsabilità: così funziona!
– Ancora: in una simile SpA mista, nessuna ingerenza sostanziale potrebbe mai derivare dalla presenza di un azionariato largamente minoritario privato e la Spa resterebbe tale non solo nella forma ma anche nella sostanza, cioè lo strumento resterebbe ciò per cui è stato creato: il mezzo migliore per gestire fatti economici.
-Ancora: se si andasse a gara europea quali garanzie potremmo mai avere sulla “moralità economico gestionale” del vincitore? (Ponte Morandi e Funivia Mottarone docent!)
– Last but not least: in UE esistono casi di affidamento diretto di concessioni di pubblici servizi a SpA miste a larga minoranza azionaria privata.

ITALIA VIVA TRENTINO SI BATTE PER QUESTA SOLUZIONE.

Operare diversamente sarebbe fare come quel marito che per far dispetto alla moglie … si mutilò!

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PERSONE E VALUTE “DISUMANE”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Giugno, 2021 @ 5:23 am

PERSONE – NON CI DISUMANIZZIAMO!

Il combinato effetto dello sviluppo del web e dell’isolamento da Covid rischia di disumanizzarci, cioè di inaridire la sfera delle idee e dei sentimenti che caratterizzano la nostra unica, grande razza, quelle umana. Un primo segnale di pericolo è che stiamo concentrando la nostra attenzione sui “mezzi di trasporto delle idee” più che sulle “idee trasportate”.

Abbiamo iniziato con la radio: “L’hanno detto alla radio”, ed era per noi una sorta di verità rivelata. Poi la Tv che ci “distrae” dai veri problemi, alla “panem et circenses” o che, ospitandoci o ignorandoci, ci esalta o distrugge a prescindere dal nostro valore, positivo o negativo che sia. Ora il web: nuovo, questa volta diabolico vangelo “laiko”, con i suoi milioni di like-adepti.

Mi spiego meglio: tende ad apparire “migliore” ciò che è meglio trasportato.  Utilizzo il termine “trasportato” e non “comunicato” perché a me piace far risalire l’etimologia di “comunicazione” al latino communis actio, azione comune, e nel leggere il web non c’è nulla di comune.

Ieri mi hanno somministrato la seconda dose di vaccino anti-Covid. Io riparto da qui: cercherò di riprendere gli incontri “in presenza”. Anzi, questi voglio chiamarli “incontri”, gli altri, quelli sul web come questo che sto organizzando con tutti voi che mi leggete, “incontri in assenza”.

Buoni incontri a tutte e a tutti!

VALUTE GUERRA FRA CRIPTOVALUTE

Anche la finanza è “disumanizzata”, nel senso che senso di essere avulsa dalla ricchezza prodotta dall’uomo: creiamo una criptovaluta (il nulla) la “trasportiamo” sul web e diciamo che stiamo creando ricchezza dimenticando che in natura “nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma”: e molti di noi infatti saranno impoveriti e pochi arricchiti.

La Cina lancia la sua, denuncia lo spreco di energia necessaria a “fabbricare” quella che vuole soppiantare: il Bitcoin; denuncia che il Bitcoin viene utilizzato per scopi delittuosi (mafie, droga, etc.) e si pone come moralizzatrice e controllore del sistema. Il risultato è che il Bitcoin perde il 40 % del suo prezzo (non uso a bella posta il termine “valore”).

Al che rubo una frase a Giovenale che nella sua sesta satira, agli amici che suggerivano ad un tale di far controllare la fedeltà della moglie da alcuni schiavi controllori, faceva rispondere: “Quis custodiet custodes ipsos?” Ma quelli, i controllori, chi li controllerà?

La Cina è vicina. Anche troppo, anca massa, nel nos dialet trentin

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PRESTO TORNERANNO I VINCOLI DI BILANCIO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Maggio, 2021 @ 4:25 am

Detto altrimenti: … che dovremo rispettare se vorremo restare nell’Euro    (POST 4261)

Mai come adesso la “Finanza” è “mista”, cioè mai come adesso quella pubblica dipende da quella privata. Inoltre la finanza pubblica comunale dipende da quella provinciale, regionale, statale, UE, mondiale. Quindi è lecito e doveroso occuparsi in ogni sede dello stato di salute di ogni suo anello, pubblico e privato, ad ogni livello.

La moneta, quella vera (non certo le criptovalute) ha un “valore” in quanto rappresenta la ricchezza del paese che la emette. L’Euro rappresenta la ricchezza media dei paesi che l’hanno adottata e pertanto ogni paese deve mantenersi ad un certo livello di equilibrio, situazione che viene “misurata” anche sulla base del rapporto fra indebitamento e PIL.

Tale rapporto viene ritenuto ottimale non oltre al 60%, cioè il debito della “famiglia Stato” (oggi 2700 mildi) non dovrebbe essere superiore al 60% di quanto questa “famiglia” produce in un anno (oggi 1600 mildi). Prima del Covid eravamo al 135% ora siamo al 160%. Orbene, poiché l’UE intende ripristinare il Patto di Stabilità (cioè i vincoli di bilancio) nel 2023 per farci rientrare al 135% entro il 2030. Per arrivare poi a quel sospirato 60% dovremmo ridurre il debito di 5 punti all’anno, pari ad 1/20 della quota eccendente quel 60%, cioè 1/20 di 100 cioè 5.

Se noi non rispettassimo questo andamento, potremmo essere messi fuori dall’Euro e costretti a tornare alla lira, il che comporterebbe le condizioni veramente pesanti che abbiamo vissuto nella seconda parte degli anni ’70: forte svalutazione della nostra moneta, feroce stretta creditizia e valutaria, costo del denaro altissimo.

Orbene, oggi si parla (parla, appunto) di riforme e di fondi Recovery come degli strumenti che ci consentiranno di raggiungere tale traguardo. Io credo che a fianco di questi strumenti occorra porne altri, quali l’emissione di Titoli di Stato Irredimibili di Rendita e la vendita – attraverso un apposito Fondo Immobiliare – del patrimonio immobiliare pubblico oggi non a reddito. Il mio non vuol essere un “piano B” alternativo, ma un complemento del piano “A”.

I Titoli Irredimibili NON sono un debito e la loro eventuale classificazione come tale deve essere cambiata: infatti la loro sostanza non dipende dalla loro classificazione, bensì vale il contrario: devono essere classificati per quello che sono, cioè la vendita di una rendita.

La loro emissione in sostituzione volontaria delle quote di Titoli di debito in scadenza e di ulteriori tranche riduce il debito pubblico;e aumenta la liquidità del Tesoro; consente allo Stato di erogare alle imprese contributi a fondo perso. Essa inoltre rappresenta un argine alla “fuga di capitali verso le criptovalute” (la quale indebolisce pericolosamente  il nostro sistema bancario e la capacità dello Stato di collocare Titoli di debito); attirera volontariamente verso il nostro settore pubblico la finanza privata italiana (oggi pari a 4400 mildi di cui 1700 nei c/c bancari) ed estera, laddove qualsiasi forma di “patrimoniale” (compresa quella sui trasferimenti ereditari invocata dal PD) rappresenta la captazione forzosa della sola finanza privata italiana.

Il 20 agosto 2020 Banca Intesa Sanpaolo ha emesso 1,5 mildi di propri Irredimibili ricevendo richieste di acquisto per 6.5 mildi. Ciò significa che lo stesso sistema bancario, ove questa prassi di diffondesse, potrebbe rappresentare una forte concorrenza alla capacità dello Stato di collocare i propri titoli di debito.

La finanza pubblica comunale dipende da quella provinciale, regionale, statale, UE, mondiale. Quindi è lecito e doveroso occuparsi in ogni sede dello stato di salute di ogni suo anello, ad ogni livello.

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OGGINBICI 90 KM

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Maggio, 2021 @ 8:45 pm

Detto altrimenti: dal mio km 1070 al mio km 1160 stagionale   (post 4260)

I km nelle gambe sono (ancora) pochi e gli anni (77) tanti. Che fare? Pedalare molti km con la e-bike e passare gradualmente alle bici muscolari. Sta di fatto che oggi senza la mia e-mtb il giretto che ho fatto non me lo sarei potuto permettere. Vediamo insieme di cosa si è trattato.

Sono a Riva del Garda ed ho organizzato una pastasciuttata alle sarde a Borghetto all’Adige … al ristorante? No, è ancora chiuso, bensì alla Pro Loco Borghetto di cui siamo soci! “Siamo”, perché Claudio è partito in auto da Trento e ci siamo trovati a Mori dove  io sono salito da Riva, ed era anche ripida, credetemi!

La “Siora Veronica”, Bragozzo riarmato a goletta

Riva del Garda. Sono le 08,00, costeggio il lago sulla bella ciclabile, velocità necessariamente ridotta. Salire da Riva del Garda alla Valle dell’Adige per … ma per quale via? Vediamole elencate da nord a sud:

  1. Bolognano – Nago, pendenza ferroviaria del 5%, ottima ma ci sono i TIR: scartata.
  2. Prato Saiano-Nago, ciclabile in parte ottima, in parte pessima con fondo molto disastrato, solo per bikers”duri” con buona esperienza e allenamento: scartata.
  3. Salita per le auto da Torbole a Nago, pendenza 10%, buona ma scartata: è vietata alla bici.
  4. Salita “Strada Vecchia Torbole” pendenza 10-15-18%, fatta ma … ma poco dopo la partenza hanno messo un semaforo: se lo trovi rosso, con una bici muscolare non riesci a ripartire!
  5. Salita dalla località Busatte, pendenza fino al 18% (fatta al ritorno, in discesa).
Il lago di Loppio (biotopo)

Arrivato a Nago, attraverso il paese e scollino al Passo S. Giovanni (un’ora per fare 10 km da Riva del Garda di cui 5 di salita, soste per foto comprese). Indi scendo verso est, costeggio il bel biotopo del Lago di Loppio e arrivo a Mori stazione alle 09,40 dopo 20 km, soste per foto comprese. Da Mori a Borghetto all’Adige sono 25 km (55 da Trento). Pedaliamo lentamente, con il vento alle spalle. Arriviamo a Borghetto alle 11,30 soste per foto comprese. A Borghetto ci accoglie Adelio, Presidente cuoco della Proloco, ormai un vecchio amico.

Verso sud …

Bianco d’aperitivo con bocconcini di pane e mortadella in attesa del piatto forte: pasta con le sarde, poi subito arrivato, ottimo! Un clima da paese d’una volta: passa un amico, poi un altro, tutti del paese, chi beve un bianco, chi si ferma a mangiare con noi: ci salutiamo con tanta simpatia, ormai ci considerano quasi dei loro e poi … poi siamo soci della Proloco, io tessera n. 40, Claudio 41!

Adelio, Presidente Cuoco della Pro Loco Borghetto

Qualche nuvolone in cielo, io sono un po’ preoccupato: insisto per ripartire poco dopo pranzo, sempre con il vento a favore! Infatti s’è alzata una forte Ora da sud e voliamo a 25-27 kmh senza sforzo. L’aiuto elettrico è un vero “aiuto”, d’altra parte le nostre bici pesano 25 kg (una bici da corsa, moderna, pesa 7 kg: la mia da corsa un po’ datata, 9 kg).

Planando su Torbole

Arriviamo al bivio che poco prima di Mori mi riporta verso Riva: ci salutiamo, Claudio procede per altri 1,5 km e raggiunge la sua auto. Io supero Mori, il Lago di Loppio, scavalco il passo S. Giovanni, mi tengo sulla sinistra ed evito Nago, scollino (18%) e plano sulla discesa delle Busatte. Poi lungolago e a casa. In totale 90 km consumo elettrico l’80% di una vecchia batteria da 400 che comunque, per prudenza, a Borghetto avevo ricaricato.

Torbole am see

Good Bike everybody!

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CRIPTOVALUTE: LA NUOVA ARMA DI UNA NUOVA SPECTRE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Maggio, 2021 @ 1:48 pm

Detto altrimenti: continua dal post precedente    (post 4259)

Faccio seguito al post precedente a firma del mio amico Gianluigi De Marchi. Oltre ai rischi ivi enunciati, ne vedo altri:

1) nulla si sa su come vengano utilizzati i soldi veri, cioè le valute vere che ogni acquirente di criptovalute versa a … a chi, appunto, nemmeno sappiamo dove vanno a finire i nostri soldi! Figuriamoci sapere che non servano per produrre e commercializzare droga, armi … per destabilizzare questa o quella banca centrale, etc.;

2) il prelievo di soldi veri dalle banche per acquistrare criptovalute, indebolisce il sistema bancario con gravi danni per l’economia mondiale;

3) la canalizzazione del denaro verso le criptovalute sottrae finanza alla sottoscrizione di titoli di debito pubblico, con gravi danni per la finanza pubblica dei paesi indebitati. Ragione di più perchè lo Stato emetta TITOLI IRREDIMIBILI DI RENDITA NON DI DEBITO, anche per frenare questa emorragia.

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BITCOIN: IL NUOVO ORO O LA VECCHIA CATENA DI SANT’ANTONIO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Maggio, 2021 @ 9:23 am

di Gianluigi De Marchi

Detto altrimenti: Una pizza da un milione di dollari   (post 4258)

N.B.: questo è un “postaltrui”. Seguirà un “postmio” di integrazione

Bitcoin, Ethereum, Litecoin e tante altre criptovalute sono definite la moneta del futuro. Da una quindicina d’anni il mercato finanziario ha assistito ad un fenomeno impensabile fino all’avvento dell’era digitale che ha spazzato via vecchi canoni e modi di operare tradizionali. Il punto di svolta si colloca nel 2004, quando si affaccia la prima valuta virtuale, il Bitcoin (che oggi è una delle tante criptovalute, ma che resta la protagonista del mercato). Inventore è un certo Satoshi Nakamoto (ma la sua identità è da anni messa in discussione perché nessuno la ha mai conosciuto; probabilmente è un nome di fantasia di un gruppo di esperti informatici statunitensi). La storia racconta che il primo utilizzo del Bitcoin avvenne a New York, quando un giovane ordinò una pizza ed offrì al ristorante di pagare con questo strumento; passato il comprensibile momento di smarrimento, il pizzaiolo accettò, e così incassò una ventina di bitcoin, consegnando la pizza. Valore della moneta in quel momento: 40 centesimi di dollaro. Nessuno ha mai raccontato cosa fece il pizzaiolo dell’incasso (probabilmente corse subito a trasformare tutto in dollari). Quella pizza andrebbe incorniciata in qualche museo, perché oggi varrebbe la bellezza di un milione di dollari, al prezzo di fine marzo di circa 55.000 dollari per ogni Bitcoin!

Facciamoci qualche domanda

Da allora la criptovaluta ha fatto molta strada: ha conquistato le prime pagine dei giornali, è oggetto di dibattiti e convegni, ha un mercato mondiale sul quale si incrociano transazioni frenetiche e, soprattutto, ha fatto ricco il suo inventore ed un gruppo di speculatori che vi hanno puntato somme anche consistenti. E molti ormai lo definiscono “il nuovo oro”, il modo migliore per difendersi da crisi finanziarie, un bene rifugio cui aggrapparsi per superare le difficoltà mettendo al sicuro il capitale. Hanno ragione? Proviamo a ragionarci ponendoci alcune domande.

La prima: il bitcoin è una moneta? La definizione la traiamo da un comune vocabolario, che così si esprime: “Mezzo di scambio per realizzare compravendite; strumento di pagamento accettato in virtù della fiducia accordata all’emittente”. L’euro o il dollaro sono monete perché si possono usare per comprare beni e servizi, per acquistare un’auto, fare un viaggio, andare al cinema o al teatro e perché chi li accetta ha fiducia negli Stati Uniti o nell’Europa. Inoltre all’interno di ogni Stato i cittadini sono obbligati ad accettare la moneta nazionale che ha valore legale. Nulla di tutto ciò si riscontra con il Bitcoin, che non è emesso da nessuno (si estrae utilizzando un misterioso algoritmo usando centri di calcolo che necessitano quantità di energia enormi); non può essere imposto a nessuno e soprattutto non circola e non alimenta transazioni commerciali. Basta fare un’indagine sui siti che elencano gli esercizi commerciali che accettano in pagamento il bitcoin per scoprire che in tutta Italia sono meno di 1.000 su un totale di 4 milioni! Dopo 15 anni e dopo tutto lo sforzo pubblicitario posto in essere, la montagna ha partorito un topolino.

La seconda: il bitcoin è un bene rifugio? Un bene rifugio è un modo di investire in maniera sicura, solida, slegata da movimenti speculativi: tipici esempi gli immobili, l’oro, gli oggetti d’arte. Nulla di tutto ciò si riscontra con il bitcoin, la cui quotazione è soggetta a fluttuazioni abnormi al rialzo ed al ribasso non solo nel corso di un anno, ma addirittura nel corso di una giornata (picchi di oscillazione superiori anche al 10%). Possiamo ascrivere la criptovaluta fra gli strumenti adatti alla speculazione più sfrenata, non certo all’investimento conservativo!

La terza: qual è il valore del bitcoin? A giudicare dai prezzi registrati sulle varie piattaforme operative, il trend di breve periodo è fortemente positivo (tanto che alcuni osservatori preconizzano un livello di 100.000 dollari entro fine anno!) ma nei suoi 15 anni di vita vi sono state fasi di tracollo (fra il 2013 ed il 2015 la quotazione si è sbriciolata da 1.150 a 200; dal 2017 al 2019 è passata da 20.000 a 3.000). La quotazione è influenzata semplicemente dalla domanda e dall’offerta: se milioni di persone corrono a comprare Bitcoin, il prezzo sale, se cominciano a vendere il prezzo scende, e non ci sono parametri oggettivi per fissarne un valore “reale”. Il Bitcoin vale perché qualcuno lo vuole, ma che sia giusto il prezzo di 1.000 dollari, di 250.000 dollari o zero è affidato al caso ed al grado di “febbre d’acquisto”. L’esempio precedente è quello dei famosi bulbi di tulipano che nel 1600 costituirono un fenomeno simile alle criptovalute, con centinaia di migliaia di persone impazzite che si strappavano dalle mani i preziosi bulbi, si indebitarono per comprarne il più possibile, vendettero anche la casa (un bulbo arrivò all’astronomica cifra di 3.000 fiorini, il valore di un appartamento!) e nel 1637, in tre giorni, videro la quotazione sprofondare a zero semplicemente perché ormai tutti possedevano i bulbi e volevano venderli, ma nessuno era più interessato a comperarli!

E per finire: perché Internet pullula di siti che reclamizzano il bitcoin, con foto di VIP (citiamo fra i tanti Totti, Cannavacciuolo, Brignano) che dichiarano di essere diventati ancora più ricchi grazie a programmi automatici di negoziazione? Ad esempio il grande chef dichiara: ” Al momento, ciò che mi fa guadagnare di più è un nuovo programma di trading automatico di criptovalute. Si tratta della più grande opportunità che io abbia mai visto in vita mia, e che può far guadagnare una fortuna rapidamente. Invito tutti ad approfittarne, prima che le banche la blocchino”. Peccato che si tratti di una fake news, utile solo a far abboccare ingenui risparmiatori che si chiedono: “Antonino sta guadagnando, perché non poso farlo anch’io?”. Probabilmente la gigantesca azione di marketing posta in essere per stimolare l’acquisto di criptovalute ha un obiettivo: far guadagnare cifre enormi a chi dispone di ingenti capitali e riesce a trascinare tanti pesci piccoli che gli danno inconsapevolmente una mano a far lievitare le quotazioni. E’ stata costituita addirittura un’Associazione, Bitcoin Foundation Italia, per sostenerne la diffusione. Diciamoci la verità: una montagna di miliardi in circolazione per bere una birra a Roma (unica birreria in Italia che accetta bitcoin) o dormire in un decoroso albergo vicino a Bolzano vale la pena?

Attenti ai “vantaggi”

La realtà viene alla luce leggendo i messaggi all’interno dei siti che reclamizzano il bitcoin. Si leggono frasi come: “Non c’è alcuna banca che pretenda spese esorbitanti o che blocchi il trasferimento. È possibile trasferire dei bitcoin ai propri vicini di casa o trasferirli ad un membro della propria famiglia, che viva in un altro continente.” E infine: “E’ anche possibile inviare un pagamento senza rivelare la tua identità, proprio come avviene con i soldi veri.”

Ecco i “vantaggi” che sono stati sfruttati per alimentare transazioni illegali; la frase magica “senza rivelare la tua identità” stimola sicuramente più un criminale che un normale risparmiatore… Il rischio maggiore, però, non è tanto quello dell’oscillazione del prezzo, quanto dell’intervento delle autorità monetarie e degli Stati, che, dopo anni di “benign neglect” stanno valutando se e come intervenire per regolamentare il mondo delle criptovalute. In Italia Consob e Banca d’Italia hanno aperto indagini, hanno effettuato ponderosi studi, hanno inserito avvertimenti sui loro siti, ma non hanno preso alcun provvedimento; se avverrà, le conseguenze non potranno che essere negative.

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KATA’ CRIPTOVALUTE, CONTRO LE CRIPTOVALUTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Maggio, 2021 @ 5:05 am

Detto altrimenti: due parole greche, katà = contro; cripto = nascondo   (post 4257)

Lisia, celebre la sua orazione katà-contro Eratostene, contro uno dei trenta tiranni di Atene. Io scrivo contro migliaia di nuovi tiranni: le criptovalute.

Corsera, 14 maggio 2021 pag. 17: Elon Musk, industriale delle auto elettriche, dichiara che non accetta più Bitcoin (bensì accetterà altre criptovalute) e i Bitcoin perdono in un giorno in 5% del loro prezzo. Ho scritto prezzo e non valore, non a caso.

La stragrande maggioranza della gente non conosce le criptovalute. Sono “cose”, “biglietti di una lotteria” creati da alcuni “minatori” che li estraggono da computer costosissimi che consumano quantità enormi di energia, gestiti attraverso connessioni web che per il 65% avvengono in Cina (!?) le quali crescono o diminuiscono di prezzo a secondo del crescere o del diminuire della loro domanda: una sorta di cerino che alla fine rimarrà acceso a bruciare le dita dell’ultimo di turno della catena. Nel libro qui sotto (concernente soprattutto i Titoli Irredimibili Rendita) io e il mio co-autore abbiamo riportato le storie dei cerini accesi degli ultimi secoli.

Mr. Musk, l’uomo delle auto elettriche, dichiara che non accetta più in pagamento i Bitcoin perchè essi vengono usati in transazioni collegate e industrie inquinanti in ispecie al carbone. Musk in tal modo si fa una buona propaganda ma scommetto che prima di fare quella dichiarazione ha venduto Bitcoin e acquistato l’altra criptovaluta che dalla sua dichirazione ha ricevuto una rivalutazione. A pensar male …

Inoltre io faccio due ulteriori osservazioni katà, contro tutte le criptovalute.

1) Vogliamo finire tutti in balìa degli sconosciuti minatori-manovratori di questi biglietti di una diabolica lotteria? Tutti schiavi di una nuova micidiale multinazionale mondiale delle valute?
2) E poi, come vengono usate le valute “vere”, quelle che spendiamo per acquistare quelle “finte”? Armi? Droga? Cos’altro?

Amici, è una guerra: non regaliamo le nostre armi – le valute vere, quelle che rappresentano economie reali – al nemico!

We warned you, vi abbiano avvertito!

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I DIALOGHI DI PLUTONE: COMMISSIONE D’INCHIESTA SI/NO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Maggio, 2021 @ 5:27 pm

Detto altrimenti: Teatro Verità       (post 4256)

(Trento, Piazza del Duomo. Seduti al tavolino di un bar due amici stanno sorseggiano un caffè)

Tizio: Oh, finalmente ci possiamo sedere all’aperto a berci un caffè al sole di primavera! Era ora …
Caio: Hai ragione Tizio, non ci accorgiamo di un bene fino a quando non lo si perde.
Tizio: (sfogliando un quotidiano): Guarda qui, Caio, questa è bella … alcuni partiti vogliono una commissione d’inchiesta parlamentare sull’operato della precedente gestione della pandemia, voglionio accertare eventuali palesi inefficienze e sprechi …
Caio: Non ci trovo niente di cui stupirsi, mi sembra una cosa normale controllare una gestione.
Tizio: No, non avevo finito: la cosa che colpisce è che altri  partiti si oppongono, dicono che sarebbe una ripicca.
Caio: Una ripicca? Ma dai, cose da ragazzini … sai, quando in un gioco si applicavano correttamente le regole e saltava fuori uno al quale ciò non andava bene e “per ripicca” scompigliava tutte le tessere del gioco … dicendo “io non gioco più”.
Tizio: Ma questo non è un gioco, si tratta della gestione della pandemia: se fatta male è un danno per il paese e per ognuno di noi … ma, guarda là … ehi, quel signore! Si, Sempronio, dico a lei, venga qui a bersi un caffè con noi!

(Il diavolo Plutone, sotto le false spoglie di Sempronio, si avvina sorridendo ai due amici)

Sempronio: Buon giorno amici, ben trovati, come state? Bene direi a vedere la vostra cera. Accetto volentieri l’invito però questa volta il caffè lo pago io. Di cosa stavate discutendo, se non sono indiscreto? Ah vedo … della questione di quella certa commissione d’inchiesta, sì, ne sono informato.
Caio: Lei cosa ne pensa?
Sempronio: guardate, comunque vada a finire la faccenda, che la commissione di faccia o no, chi l’ha proposta ha comunque vinto.
Tizio: Perché?
Sempronio: Perché solo chi è in mala fede e/o complice può avere interesse ad opporsi, a mantenere il segreto su certi comportamenti, e, guardate, in democrazia non devono e non possono esistere segreti … e poi, prima della commissione d’inchiesta i manderei la Guardia di Finanza a fare una bella ispezione a tutte le società che hanno venduto allo Stato mascherine, banchi a rotelle e compagnia bella … ma, cos’è questo fumo? Un incendio? Ho parcheggiato la mia auto proprio lì vicino, scusate, corro a vedere …

(Sempronio scompare correndo dentro una nuvola di fumo)

Tizio: Devo ammettere che Sempronio ne sa una più del diavolo … ma dov’è finito? Pago io, pago io ma poi finisce sempre allo stesso modo: scompare in una nuvola di fumo, quel diavolo d’un uomo. Cameriere, il conto per favore …

(Sipario)

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OGGINBICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Maggio, 2021 @ 3:06 pm

Detto altrimenti: brevi giretti tanto per sgranchirsi le gambe     (post 4255)

Molti sono gli articoli e i post su grandi salite, grandi tour. Questo invece è il racconto di un piccolo tour. Abito a Trento. Negli ultimi 30 giorni ho pedalato per le stesse stradicciole poderali e piste ciclabili con tre panorami diversi: i fiori coperti di ghiaccio, a seguito dell’annaffiatura dei contadini effettuata per proteggerli dal gelo peggiore (sic!); la piena fioritura; tutto verde. Oggi tutto verde.

Ciclabile della Valle dell’Adige, per intendersi siamo al Bicgirill di Trento, in direzione sud, sulla sinistra orografica dell’Adige. Dopo 3,5 km arrivo al ponte di Mattarello. Lascio la ciclabile, volto a destra, scavalco l’autostrada A22 e il fiume Adige, mi tengo sulla sinistra e proseguo per circa 2,5- 3 km in direzione sud-sud ovest sulla SP n. 21 detta della Gotarda, pianeggiante e poco frequentata. A questo punto un bivio verso sinistra (sud) per strada poderale asfaltata molto ben visibile (segnalare con il braccio la svolta a sinistra!)  in mezzo a piante di mele e altre coltivazioni, fino a ricongiungermi con la poderale asfaltata che proviene  da sinistra da nord e che si sviluppa, sulla destra Adige, sull’argine del fiume. Da qui per un paio di km  sino all’altezza del ponte ciclabile che invece è attraversato dalla parte sinistra verso la parte destra del fiume da parte di chi, a Mattarello, sia proseguito sulla pista ciclabile iniziale (cioè, senza voltare a destra, etc. v. sopra). Qui per ciclabile si arriva al Bicigrill di Nomi dal nome “Asgard”. Da casa 20 km. Ritorno idem, oppure tutto sulla ciclabile “normale” per 18 km (casa-casa). Percorsi interamente asfaltati (oggi ero con la mia bici da corsa, la mitica, storica “Numero Uno” )

Il percorso per poderali è più rilassante e molto più bello nella stagione della fioritura. Inoltre, in caso di vento da nord persistente, è più riparato.

Good bike everybody!

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