NOTTE DI NATALE – LA LEGGENDA DEL LAGO DI GARDA(disegni di Umberto Sancarlo)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Dicembre, 2021 @ 5:28 amTanti, tanti anni fa, un pastorello pascolava il suo gregge lungo i fianchi di una ripida montagna del Trentino. Era la vigilia di Natale e faceva molto freddo.
Il pastorello si riparò dentro una capanna e accese un fuoco per scaldarsi. Egli era così stanco che si addormentò e dormì sino a notte fonda.
Svegliatosi all’improvviso, s’accorse che il gregge si era disperso giù nella valle. Spaventato, si mise a piangere.
All’improvviso gli apparve un Bambino come lui che gli chiese: “Perché piangi, pastorello?” “Le mie pecore si sono disperse nel fondovalle, rispose, ed io non riuscirò a ricondurle all’ovile”, rispose il pastorello.
“Non ti preoccupare”, gli rispose il Bambino, e, volto lo sguardo a valle, con un gesto ne sbarrò lo sbocco verso la pianura.Ed ecco che le lacrime del pastorello riempirono la valle e la trasformarono in un grande, meraviglioso lago, il Lago di Garda.
Fu allora che il pastorello vide arrivare a Riva tante barchette a vela, sospinte da una provvidenziale brezza. Man mano che le barchette toccavano terra, riprendevano l’aspetto originario di pecorelle non più smarrite ….
… ed egli potè ricoverarle al sicuro nell’ovile: per la felicità, le lacrime del pastorello si trasformarono in lacrime di gioia. Per il pastorello e per tante altre persone come lui questo fu un meraviglioso regalo di Natale.
Da quel momento, ogni giorno, ad una certa “Ora”, sul Lago si alza la stessa brezza per ricondurre a Riva le barchette a vela e le pecorelle che si fossero eventualmente smarrite.
Buon Natale!
Nonno Riccardo
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29 dicembre ore 18,00 GRAND HOTEL TRENTO a Trento, of course! “NATALE RIFORMISTA”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Dicembre, 2021 @ 11:42 amSiete tutte/i invitati al nostro brindisi! Iscrivetevi pressitaliavivatrentino@gmail.com
3 MINUTI A TESTA PER INTERVENIRE
Dice … ma “riformismo” verso cosa? Non è che si tratta di una formula vuota? No, raga: riformismo significa “non continuare ad andare semplicemente sulla scia del passato politico, economico, finanziario, sociale, culturale, etc.” NOI DI ITALIA VIVA SIAMO SEMPLICEMENTE CONTRO OGNI GENERE DI “PASSATISMO”, improntiamo il nostro pensiero e la nostra azione in modo adeguato alle nuove esigenze, alle nuove necessità, alle nuove prospettive, alle nuove sfide, alle nuove generazioni.
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Come nel film “L’attimo fuggente” invitiamo tutti – ad iniziare da noi stessi – a “salire in piedi sui banchi” (non certo su quelli a rotelle, per carità!) per avere una visione diversa e aggiornata della realtà, per considerare le relazioni umane da un diverso punto di vista: quello attuale!
La “casa politica” è stata abitata da troppo tempo da chi ormai è un “passatista” e non riesce più a vedere un tappeto sfilacciato, un quadro storto, un mobile scheggiato, un muro sbrecciato, un futuro tradito.
SALITE SUI BANCHI CON NOI!
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Era per il 22 dicembre, ma …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Dicembre, 2021 @ 6:24 amIL NOSTRO NATALE RIFORMISTA ERA INIZIALMENTE PREVISTO PER IL 22 DICEMBRE MA …
.. ma la nostra Senatrice ITALIA VIVA DONATELLA CONZATTI è SEGRETARIO DELLA COMMISSIONE BILANCIO DEL SENATO e il Presidente Draghi l’ha precettata per la definizione e chiusura del bilancio. Ecco, e qui mi vien da dire; “UNO VALE UNO?” QUANDO MAI!! Ma riusciamo a immaginare quanta professionalità, quanto lavoro, quanto spirito di sacrificio ci voglia per esaminare, valutare, correggere tutti quei capitoli di bilancio, tutti quegli emendamenti? Noi Trentini possiamo solo essere ORGOGLIOSI DI DONATELLA. Quanta differenza fra chi “fa Politica” in questo modo, e chi sta seduto in Parlamento solo per alzare la mano a comando o chi, qui in Trentino (ma anche altrove!) ci riempie la testa di parole vecchie per creare contenitori nuovi pieni di passatismi!
Siamo quindi lieti di invitarTi al “Natale RIFORMISTA” *QUANDO* 29 dicembre 2021 ore 18 *DOVE* Grand Hotel Trento *COSA* Festeggeremo le feste RIFORMISTE con una riflessione e il brindisi di Buone festivitá *CHI* tutti i riformisti *PER CHI HA QUALCOSA DA DIRE* si risponde in *3 minuti* alla domanda “cosa significa per me essere riformista” in una maratona di interventi. Per intervenire ci si iscrive all’indirizzo *pressitaliavivatrentino@gmail.com* *OBIETTIVO* Festeggiare assieme preparando un documento in 10 punti sulla nuova agenda riformista 2022 Ti prego di confermarci la tua presenza ed eventualmente la richiesta di un tuo intervento. Ti aspettiamo!
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FUNIVIA TRENTO-MONTE BONDONE -LA MIA LETTERA AD UN QUOTIDIANO LOCALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Dicembre, 2021 @ 5:00 pmEgregio Direttore, mi riferisco all’interessante contributo di Sergio Costa in merito alla “sonnolenza” dalla quale pare sia afflitto il progetto della Funivia Trento-Vaneze (Monte Bondone), intervento sul quale concordo in pieno. Al riguardo mi permetto di sottoporre all’attenzione Sua, delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature.
- Il problema non è certo la progettazione dell’impianto.
- Sotto il profilo gestionale, se la funivia fosse inquadrata all’interno di una SpA comunale multiservizi che comprendesse anche le società che in recenti trienni hanno versato complessivamente fino a circa €500,000 all’anno di imposte allo stato, forse quelle risorse potrebbero più che pareggiare un eventuale disavanzo della funivia.
- Sotto l’aspetto strategico, la nuova funivia potrebbe essere la scintilla e la catalizzatrice di un progetto molto ampio, quello della realizzazione del Trentino Alto Adige Bike Safari, sull’esempio del Tirol Bike Safari che da anni ha messo in rete 14 funivie per circa 750 km di ciclo discese attraverso tutta l’Austria, e che, qui da noi, potrebbe destagionalizzare il turismo di molte località invernali ben oltre il mese o due estivi.
- Sotto l’aspetto finanziario-istituzionale, esistono fondi del PNRR destinati direttamente ai Comuni: la Provincia deve farsi una ragione di ciò e non pretendere di decidere lei in luogo del Comune Capoluogo solo perchè è il tramite dei finanziamenti pubblici UE.
- Sotto il profilo della eventuale attivazione di titoli di debito locali, ricordo che l’art. 35 della L. 23.12.94 n. 724 prevede la possibilità di emissione di titoli di debito ordinario comunali e provinciali ad un tasso dell’1% superiore a quello riservato ai titoli statali, con scadenza superiore ai cinque anni, necessariamente destinabili ad investimenti e convertibili in azioni delle relative società di scopo.
Riccardo Lucatti, Trento, Responsabile del Tavolo Tematico di Lavoro Finanza ed Economia Mista di Italia Viva Trentino.
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SENATRICE ITALIA VIVA DONATELLA CONZATTI – NEWSLETTER
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2021 @ 6:06 pm Care amiche e Cari amici, in questi giorni siamo impegnati, in Commissione Bilancio del Senato, nella conversione della Legge di Bilancio per il 2022. Il giudizio di Italia viva sulla manovra è positivo: abbiamo una legge di Bilancio equilibrata e a favore della crescita, che punta ad abbassare le tasse, a rivedere gli sprechi di “quota 100” e le elusioni del reddito di cittadinanza, liberando risorse necessarie per lo sviluppo e l’occupazione. La mia visione dunque resta positiva, pur avendo chiari alcuni profili di rischio. Come ho scritto nella Newsletter sulla Nadef, il benessere della nostra economia (che sta beneficiando di un rimbalzo del PIL rivisto ulteriormente al rialzo del 6,3%) e il benessere di tutti, dipendono da alcune variabili: – una recrudescenza della pandemia; – l’inflazione che incide sul caro prezzi e che può incidere negativamente sulla politica monetaria e sui tassi di interesse, rendendo più gravosa la sostenibilità del debito pubblico; – la gestione geopolitica e il costo di approvvigionamento di energia e gas; – la piena realizzazione del PNRR, senza la quale il tasso di crescita del PIL post 2024 non raggiungerebbe quel 2% programmatico necessario per la salute dei conti pubblici. Queste variabili disegnano il quadro macroeconomico in cui la Legge di Bilancio si colloca e di cui deve tenere conto. Per questo la funzione emendativa che sto guidando come capogruppo Italia Viva è indirizzata su alcune priorità: 1. Lavoro e opportunità per le nuove generazioni: il 30% di Neet (ovvero di giovani che non studiano e non lavorano) costituisce una percentuale insostenibile e che non garantisce i tassi di crescita del Pil previsti in Nadef. Abbiamo dunque depositato emendamenti per assunzioni con sgravi contributivi per under 30 e potenziato l’apprendistato professionalizzante. 2. Discorso analogo sul raggiungimento di adeguati tassi di crescita del Pil che dipende giocoforza dall’occupazione femminile e per questo abbiamo emendato nel senso di potenziare quella certificazione aziendale per la parità di genere che permetterà alle aziende di avere punteggi maggiorati per le gare pubbliche del PNRR. Sul fronte femminile abbiamo naturalmente presentato un consistente pacchetto di norme per il contrasto alla violenza domestica e di genere. Del resto, dovremmo essere un Paese civile e democratico prima ancora di essere un Paese del G7. 3. Sul fronte caro bollette stiamo lavorando a un intervento molto deciso a favore di imprese, famiglie e Comuni che rischiano di subire un grave pregiudizio dal rincaro dell’energia e del gas. Nello stesso tempo la crescita dell’inflazione ha causato un forte rincaro dei prezzi di cui sta risentendo tutto il settore edilizio e produttivo, ed anche in questo senso chiediamo di potenziare il Fondo istituito ad hoc presso il MIMS. 4. Per quanto riguarda i pubblici esercizi, bar e ristoranti, che devono fare ancora una volta i conti con la pandemia da COVID-19, riteniamo sia necessaria la proroga dell’esenzione del canone unico per l’utilizzo del suolo pubblico, così da poter lavorare con i plateatici esterni. 5. Sul fisco abbiamo ottenuto molto con una prima riduzione dell’Irap per un miliardo e soprattutto dell’Irpef sui redditi bassi e medi per 7 miliardi, raggiungendo nei giorni scorsi l’accordo per un’ulteriore riduzione di un miliardo e mezzo di euro per il 2022 sui redditi più bassi. Tra i temi proposti hanno rilevanza quelli sul fronte sanità, disabilità, terzo settore e scuola. Sarà un lavoro di mediazione con le altre forze politiche che svolgeremo come sempre senza mai perdere di vista l’interesse generale e per approvare le misure più utili per prevenire e contrastare i rischi macroeconomici sottesi. Ne ho parlato a TrentinoTV: https://www.youtube.com/watch?v=lUGQVegu7VA Ciao, Donatella P.S.: La prossima Newsletter sarà dedicata al nostro Natale riformista: intanto segnate sul calendario il tardo pomeriggio di mercoledì 22 dicembre. |
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MUSICA . RIVA DEL GARDA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2021 @ 4:46 pmComments Closed
ACCADEMIA DELLE MUSE – TRENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Dicembre, 2021 @ 6:22 amAbbiamo ripreso i nostri Eventi! Ieri pomeriggio nella Sala Sosat, “In Attesa del Natale” Cristina al pianoforte e Giovanna mezzosoprano , “Sulle ali del canto”, Brani di Mozart, Shermann, Rimski Korsakov, Sarri, Verdi, Bizet, Webber, Gasparini e per finire la Marcia di Radetsky con tanto di battimano!
Indi Riccardo ha letto alcune sue poesie i cui testi sono stato richiesti dai presenti e pertanto sono separatamente inviati.
E’ stata l’occasione per segnalare il prossimo evento di ALFONSO MASI “Matura nel cuore una stella”, Sala Sosat 17 dicembre ore 17,30 e l’evento di LUIGI SARDI “La Tregua di Nalate”, 15 dicembre ore 20,30 Teatro di Spormaggiore.
Con l’occasione gli Accademici hanno fatto un regalo augurale alla loro Presidente Cristina, che da ben 12 anni offre la sua bella casa alle riunioni del gruppo. Un ringraziamento particolare a Tino ed Elena Sangiorgi, per la disponibilità della sala SOSAT e la loro sempre cortese e amichevole accoglienza corredata dal dono ai tre interpreti di uno splendido volume sulla storia della SOSAT. Cristina, come a sua volta, ha regalato ad ognuno di noi la sua Marmellata Augurale in vasetti preziosamente “vestiti”. Last but not least, un caloroso “Benvenuto!” alla nostra nuova amica accademica Rossana Andreatta!
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ITALIA VIVA: I “CATTIVI” CHE VOTANO CON LA DESTRA? Ovvero LE BOLLETTE, I RICCHI E IL “CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ: CHE COSA È REALMENTE SUCCESSO IERI IN PARLAMENTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2021 @ 1:24 pmLa lettura dei quotidiani conferma che i “comunicatori” di alcuni partiti sono al lavoro per costruire una conveniente narrazione (in cui, manco a dirlo, Italia Viva è tra i “cattivi”) di ciò che è accaduto ieri. Vi va di fare chiarezza insieme?
1) CHE È SUCCESSO IERI MATTINA?Il presidente Draghi e il ministro Franco hanno ritenuto opportuno convocare una cabina di regia (= la riunione dei ministri capi-delegazione della maggioranza) allargata ai responsabili economici di ogni partito.
2) PER FARE COSA?
Per discutere di:
– un’integrazione
– un cambiamento
all’intesa politica già raggiunta dalla maggioranza su come spendere gli ormai famosi 8 miliardi relativi al “primo tempo” della riforma fiscale.
3) CHE BISOGNO C’ERA DI INTEGRARE E CAMBIARE?
Il giorno prima il governo aveva incontrato i sindacati, che avevano posto con forza queste due necessità; l’iniziativa quindi non nasce, in ultima analisi, da una insoddisfazione del governo sull’accordo raggiunto ma da una precisa richiesta di una parte sociale.
4) ANDIAMO CON ORDINE: L’INTEGRAZIONE COSA RIGUARDAVA?
Per ragioni tecniche (il meccanismo di saldo e acconto che fa sì che gli autonomi paghino parte dell’Irpef l’anno successivo) il primo anno la riforma dell’Irpef non assorbe l’intero budget annuale ad essa dedicata (7 miliardi) ma lascia a disposizione – una tantum per il solo 2022 – circa 2,2 miliardi.
Il confronto politico al Mef tra i partiti di maggioranza si era chiuso la scorsa settimana senza uno specifico accordo su come destinare questa dote una tantum: pertanto occorreva una decisione finale.
I sindacati proponevano di utilizzarli non solo per un temporaneo supporto al caro-bollette ma anche – in larga parte – per uno sgravio contributivo a vantaggio dei lavoratori fino ad una determinata soglia di reddito.
5) E I PARTITI DI MAGGIORANZA COSA PENSAVANO DI QUESTA PROPOSTA DI INTEGRAZIONE?
Che fosse una buona idea. Come detto più volte, i lavoratori delle fasce di reddito più basse già ora praticamente non pagano quasi nulla di Irpef (si veda il grafico postato ieri mattina: quasi zero fino a 10.000 euro annui, meno del 10% a 20.000); è evidente dunque che se si vuole provocare un ulteriore aumento del loro reddito netto occorre diminuire non il cuneo fiscale ( = Irpef ) bensì il cuneo contributivo ( = i contributi previdenziali da loro versati).
Quindi la proposta di “riempire” in questo modo il “buco” che era rimasto dall’intesa politica di maggioranza ha trovato una sostanziale condivisione.
6) BENE. E INVECE IL CAMBIAMENTO DI QUELL’INTESA COSA RIGUARDAVA?
Il “primo tempo” della riforma Irpef (finanziato con 7 miliardi annui) – con la modifica di aliquote, scaglioni, detrazioni per tipologia di reddito e no-tax area – porterà vantaggi fiscali a tutti i contribuenti: in particolare a quelli molto bassi (che beneficiano dell’allargamento della no-tax area) e a coloro che guadagnano da 35 a 55 mila euro lordi, che come si diceva sopportano un peso eccessivo del totale dell’Irpef.I sindacati erano – e probabilmente sono – però convinti che per essere veramente “giusta” la riforma non debba portare neanche un euro di vantaggio al milione di italiani con redditi superiori a 75 mila euro.
7) PERCHÉ, QUESTI INDIVIDUI CHE VANTAGGI FISCALI HANNO NELL’IPOTESI DI RIFORMA?
In media circa lo 0,2% del proprio reddito.
Stiamo parlando di circa 20 euro in più al mese, per un totale di 248 milioni.
8 )UN VANTAGGIO MOLTO PICCOLO ALLORA. MA C’ERA PROPRIO BISOGNO DI DARGLIELO?
In un sistema a scaglioni, quando abbassi le aliquote per i redditi medi e bassi è matematicamente inevitabile fornire qualche beneficio anche ai redditi più alti.
Facciamo un esempio: se sui primi 30.000 euro di reddito pago il 10%, sui secondi (da 30.001 a 60.000) pago il 20% e sui terzi (da 60.001 a 90.000) pago il 30%, se abbasso la prima aliquota da 10% a 5% ne beneficia anche chi guadagna 91.000, perché sui primi 10.000 euro che porta a casa anche lui paga un’aliquota dimezzata.
9) MA QUESTO MILIONE DI ITALIANI SONO “I RICCHI”?
Una ristretta minoranza (meno di centomila persone) può sicuramente dirsi ricco, perché guadagna più di 200.000 euro lordi.
Ma la maggior parte degli altri certamente no. Circa la metà di loro guadagna meno di 100.000 euro all’anno; stiamo parlando, netto in busta paga, di una cifra che balla intorno ai 3.000 euro al mese.
Sono funzionari pubblici, quadri di aziende, professori universitari a metà carriera. E se, come molte famiglie, hanno un importante mutuo o affitto da pagare (o magari sono separati e hanno spese importanti da sostenere) spesso si tratta di persone che magari arrivano senza alcun tipo di problema a fine mese: ma chi li rappresenta come versioni nostrane di Jeff Bezos o Mark Zuckerberg non sa di cosa sta parlando.
10) MA IN FONDO A COSTORO NON SI SAREBBE TOLTO NULLA, SEMPLICEMENTE NON SI SAREBBE DATO UN MINIMO VANTAGGIO FISCALE. ERA COSI SBAGLIATO?
Secondo molti di noi si. E per un motivo piuttosto semplice.
In un anno in cui dedichi 8 miliardi annui ad abbassare le tasse (lo sforzo più importante dagli “80 euro” di Renzi nel 2014, che impiegarono circa 10 miliardi annui), sarebbe stato veramente curioso dire “tutti avranno vantaggi tranne un milione di persone, che non meritano neanche un euro”.
Lanciando il segnale che gli individui di cui sopra (funzionari, quadri ecc) siano i “nemici” da combattere, e non lo siano invece gli evasori, le multinazionali che pagano di tasse come il bar all’angolo, o chi vive di rendita beneficiando di sostanziosi – e non sempre giustificati – vantaggi fiscali.
E l’idea insomma – già incontrata altre volte – che non si debba combattere la povertà, ma punire la ricchezza; con l’aggravante di non saperla neanche, davvero, riconoscere.
Soprattutto se le risorse così risparmiate (248 milioni) avrebbero visto un impatto diciamo così… non proprio risolutivo.
11) CHE VUOI DIRE? COSA SI VOLEVA FARE DEI 248 MILIONI RISPARMIATI “PUNENDO I RICCHI”?
Avrebbero incrementato le risorse già stanziate (3,5 miliardi sul 2021 + 2 miliardi sul 2022) per contrastare il caro-bollette.
Ma potete giudicare da soli se 248 milioni – su queste cifre, e soprattutto sull’entità del caro-bollette in vista, ahimè – avrebbero giocato un ruolo decisivo nell’aiutare i più deboli.
Facciamo due conti. Secondo l’Istat, ci sono 2,6 milioni di famiglie sotto la soglia di povertà relativa.
Diciamo che avremmo distribuito loro quei 248 milioni (ottenuti privando “i ricchi” dei loro minimo vantaggio fiscale), per aiutarli nel caro-bollette: sarebbero stati meno di 8 euro al mese.
E molti di meno se, come probabile, a ricevere un sostegno avrebbero dovuto essere anche altri milioni di famiglie e piccole imprese che stanno per chiudere. Ecco perché il sostegno al caro-bollette, purtroppo, si deve e si dovrà misurare in miliardi, non certo in milioni.
Se qualcuno ci avesse proposto di fare quest’operazione per – che ne so – acquistare un carico addizionale di vaccini che avrebbero completato con efficacia la campagna, nessuno di noi credo avrebbe avuto il minimo dubbio.
Ma fatta in questo modo, non avrebbe avuto nessuna utilità pratica.
Solo simbolica. E neanche, tutto sommato, un gran bel simbolo, come provato a spiegare finora.
Detto ciò, la decisione politica è stata comunque quella di trovare risorse addizionali da dedicare al caro-bollette, e anche in misura maggiore (300 milioni, contro i 248); semplicemente, senza reperirli in questo modo.
12) VENIAMO AL METODO. È VERO CHE I SINDACATI NON SONO STATI ASCOLTATI?
Niente affatto.
I sindacati hanno avuto plurime e costanti interlocuzioni col governo, e sono stati ascoltati per diverse ore – assieme alle altre rappresentanze sociali – nel percorso parlamentare delle Commissioni Finanze che ha portato (da gennaio a giugno) alla riforma fiscale.
Così come sono stati ascoltati – tramite la richiesta di precisi contributi scritti in cui dettagliare punto per punto le loro proposte pratiche – nel cammino (in corso) di esame parlamentare del disegno di legge delega sulla riforma fiscale, che proprio dal percorso parlamentare di gennaio-giugno prende le mosse.
13) VABBÈ HO CAPITO, E CI MANCHEREBBE PURE. MA E’ VERO CHE NON AVETE MAI TENUTO IN CONSIDERAZIONE LE LORO IDEE?
Tutt’altro. Nella (composita) maggioranza che sostiene il governo Draghi c’erano almeno due grandi partiti che volevano destinare alla riduzione dell’Irap la metà degli 8 miliardi disponibili.
I sindacati la pensavano diversamente, e abbiamo fatto come chiedevano loro.
Nella (composita) maggioranza c’era anche chi voleva un intervento diverso sull’Irpef, che desse molti più vantaggi al ceto medio.
I sindacati la pensavano diversamente, e abbiamo fatto come chiedevano loro, concentrando i vantaggi su lavoratori dipendenti e pensionati sotto i 50.000 euro annuì.
Nella (composita) maggioranza c’era anche chi non voleva utilizzare risorse per i pensionati, ma per stimolare il lavoro.
I sindacati la pensavano diversamente, e abbiamo fatto come chiedevano loro.
Nella (composita) maggioranza, c’era chi voleva dare altri soldi alle imprese.
I sindacati la pensavano diversamente, e abbiamo fatto come chiedevano loro.
E potrei continuare, anche su altri campi non fiscali.
14) SCUSA, E ALLORA PERCHÉ SI LAMENTANO?
Ho l’impressione che i sindacati abbiano tentato un’operazione diversa.
Ad accordo politico chiuso, volevano dimostrare che sono in grado – con la sola imposizione delle mani – di far cambiare una decisione politica unanime.
Io penso che sia miope una politica che non ascolti e non discuta con le parti sociali (tutte, non solo i sindacati).
Ma penso anche che, in una democrazia liberale, dopo aver completato il percorso di analisi, confronto e discussione, debba essere la politica (governo e maggioranza) a decidere.
Poi ovviamente, ognuno può reagire come meglio crede a queste decisioni.
15) ALCUNI ESPONENTI POLITICI ACCUSANO “ITALIA VIVA” DI “AVER VOTATO CON LA DESTRA” IN QUESTA CIRCOSTANZA.
Non ci sono stati voti, solo normalissime discussioni – prima in “cabina di regia” poi in consiglio dei ministri – come necessario quando c’è da prendere una decisione, in particolare se implica la spesa di importanti risorse.
E ad essere contrari alla “punizione dei ricchi” non era solo – oltre a Italia Viva – il centrodestra, ma anche il M5S (anche se il ministro Patuanelli, contro l’indicazione del suo partito, pare che in consiglio dei ministri abbia all’inizio espresso una valutazione diversa).
Ma soprattutto, anche qui “destra” e “sinistra” c’entrano poco: come provato a spiegare spero con sufficiente chiarezza, l’operazione era largamente deficitaria sotto tutti i punti di vista, a cominciare da quello dell’utilità pratica (che spero sia quello più importante).
A quegli esponenti politici che, al solito, cercano di utilizzare questa vicenda per buttare fango su Italia Viva, sono io piuttosto a rivolgere una domanda: perché un’intesa sul fisco costruita, approvata ed entusiasticamente sottoscritta anche da loro pochi giorni fa (e commentata positivamente sulla stampa) all’improvviso è diventata una cosa da cambiare assolutamente?
Io penso che chi va a rimorchio passivo di posizioni altrui – per “richiamo della foresta” o forse semplicemente un po’ di paura – non faccia politica in modo libero e autonomo.
E penso quindi abbia un problema ben più grande di quello che può o potrà mai rappresentare per lui Italia Viva.
Donatella Conzatti, Senatrice Italia Viva.
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RAZIONALITA’ ED EMOTIVITA’ IN POLITICA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2021 @ 8:08 amAlle precedenti “Parole” di Gramellini, un comico aveva lanciato una frecciata contro Renzi, così, gratuitamente, in un contesto che proprio non c’azzecava per niente. Io ho scritto una e mail di garbata ma ferma contestazione, alla quale è stato garbatamente risposto.
Alle “Parole” di ieri sera, una sorta di tribuna elettorale subliminale: addirittura il tifo per una potenziale Presidente della Repubblica Donna. Ora che possa, debba e convenga che sia (finalmente) una Donna a ricoprire quella carica, concordo, purchè sia una Donna razionale e non emotiva.
Ma la donna di ieri sera si è dimostrata emotiva e non-razionale in un paio di precedenti circostanze. Infatti, sollecitata a parlare di Matteo Renzi, aveva socchiuso gli occhi, buttato leggermente la testa all’indietro ed espresso generiche perplessità sulla persona, come se lei stesse estraendo con estrema cura i suoi “preziosi” giudizi da uno scrigno di saggezza e di conoscenza riservato solo a se stessa, sino a indurre l’ascoltatore a supporre chissà quali pesanti negatività si potessero nascondere dietro le azioni ed il pensiero della Persona da lei “giudicata”. Per contro, nulla sui più recenti, concreti risultati dell’azione di Matteo Renzi, a cominciare dall’avere bloccato la micidiale marcia verso la democrazia diretta alias oligarchia alias fascismo; per finire, si fa per dire, all’avere aperto la strada all’avvento di Mario Draghi.
Una Presidente della Repubblica garante della Costituzione che si esprime contro chi quella Costituzione l’ha salvata? No grazie …
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pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Dicembre, 2021 @ 6:34 pm
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