BOND UE DIFFICILI DA FAR EMETTERE? E NOI RIFORMIAMO L’APPROCCIO E FACCIAMOLI EMETTERE “DI FATTO” !
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Marzo, 2022 @ 10:32 amOve l’Italia emettesse Titoli Irredimibili Rendita al 4,5% lordo tassati al 12,5%, questi titoli sarebbero sottoscritti da una gran parte della finanza privata anche e soprattutto estera, coinvolgendo di fatto la finanza UE (in questo caso quella privata) nel nostro settore pubblico. Di fatto avremmo coinvolto la UE – sia pure per via privata – in una assunzione collettiva del rischio Italia.
Ora, al di là dei termini lessicali, se consideriamo che in Italia il rapporto finanza privata/Pil è grosso modo di 3 a 1, possiamo ben sperare che anche all’estero la massa della finanza privata disponibile e in attesa di investimenti redditizi sia più che considerevole. Così facendo avremmo di fatto avuto l’effetto analogo alla emissione di bond pubblici UE.
Inoltre c’è da dire che con questi denari raccolti “a fondo perduto” (cioè senza obbligo di rimborso!) l’Italia potrebbe ben finanziare a fondo perduto investimenti produttivi a lungo termine di realizzazione e di inizio della relativa produttività che genererebbe imposte e quindi finanza per lo Stato che potrebbe esercitare l’opzione del riscatto di alcucne tranche di propri Irredimibili.
N.B.: il 25 agosto 2020 Banca Intesa Sanpaolo ha emesso 1,5 miliardi di propri irredimibili 5% (tassati al 26%) ed ha ricevuto richieste di sottoscrizione per 6,5 miliardi. Quanti di questi aspiranti sottoscrittori erano esteri?
E se mi sbaglio mi corigerete!
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MA QUESTA GUERRA DOVE CI STA PORTANDO ?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Marzo, 2022 @ 7:20 am1 – Alla terza guerra mondiale, ma l’occidente sta dimostrando – per fortuna – di non volerla;
2 – ad una pace concordata, ma Putin – anche se la voless e NON la vuole! – ormai non saprebbe nemmeno come fare a tornare indietro;
3 – alla sconfitta della resistenza ucraina;
4 – al fallimento della Russia e ad una sua nuova rivoluzione.
Negli ultimi due casi, cosa succederà in Italia e in UE? Noi europei e noi Italiani già non eravamo tutti d’accordo su come accogliere, dividerci ed integrare i neri dell’Africa e questi immigrati non erano milioni, non erano operai specializzati, medici, infermieri, molti di loro parlavano francese o inglese o spagnolo: non ucraino o russo. In Trentino poi l’attuale governo leghista un anno fa ha rifiutato e rimandato a Roma oltre 300 milioni di euro che lo Stato ci aveva accreditato per pagare gli stipendi agli insegnanti locali che avrebbero dovuto insegnato la lingua italiana agli immigrati.
Nel terzo caso ci troveremo di fronte al problema dell’accoglienza e soprattutto mantenimento e integrazione di milioni di immigrati (migliaia in Trentino) e il sentimento entusiastico di solidarietà ed accoglienza di raffredderà e probabilmente si trasformerà in un calcolo egoistico. A questo punto non sarà facile trovare un accordo nell’UE ma in ogni caso l’Italia dovrà far fronte al problema sotto due aspetti: quello finanziario ed economico e quello politico.
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Noi dovremo innanzi tutto organizzarci sotto il profilo finanziario ed economico, e cioè disporre della finanza necessaria per organizzare l’integrazione sociale, economica e soprattutto funzionale produttiva di queste masse di Persone: dotarle di alloggi, della nostra lingua, e soprattutto di un lavoro che produca reddito: una sorta di nuovo Piano Marshall per le Persone. Per fare ciò, potremmo emettere TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA e finanziare questi percorsi dalla prima accoglienza alla realizzazione di investimenti produttivi di reddito per il sistema paese.
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Per realizzare tutto ciò occorrono doti importanti: capacità previsionale e organizzativa di medio lungo termine; coraggio nell’assumere decisioni strutturali; creatività nell’individuare nuovi investimenti produttivi di reddito. Abbiamo queste capacità?
Se avremo fatto tutto ciò, l’incidenza di questa nuova immigrazione sulla nostra politica non sarà negativa. In caso contrario la Storia insegna che quando si verificano pressioni immigratorie di questa dimensione, la reazione è la tendenza dei paesi potenziali ospitanti di chiudersi a riccio e di assumere posizioni isolazioniste di estrema destra, il che sarebbe di ostacolo alla necessaria ridefinizione del Sistema UE verso un esercito, un fisco, una giustizia, un sistema sociale unico, comune a tutti gli aderenti.
F.to Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO (“mista” oggi anche nel senso italiana-UE-Ucraina).
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INTERVISTA ALLA SENATRICE ITALIA VIVA DONATELLA CONZATTI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Marzo, 2022 @ 2:59 pm A livello nazionale con il Ddl concorrenza è iniziato il confronto sul futuro delle grandi concessioni idroelettriche. Il Ddl prevede la modifica delle disposizioni in materia di concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico, eliminando ogni ipotesi di proroga o di rinnovo automatico delle attuali concessioni: una modifica che coinvolge direttamente il Trentino. A ciò si aggiunge, a livello normativo, un differenziato regime di scadenza tra le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche delle Province autonome di Trento e Bolzano, rispetto alle concessioni presenti sul restante territorio nazionale. Cosa implica la modifica della norma che elimina la proroga o il rinnovo automatico delle attuali concessioni? Implica molto per il Trentino, perché è una modifica normativa che coinvolge direttamente Dolomiti Energia che, nel settore delle grandi derivazioni idroelettriche, rappresenta il quarto operatore nazionale quanto a produzione (TWh) e il terzo in quanto a capacità istallata. Il Trentino e Dolomiti Energia cosa rischiano? Tale modifica normativa porta alla nostra attenzione sia il tema delle gare per la assegnazione delle grandi concessioni idroelettriche sia quello della lettura coordinata tra la normativa nazionale con quella dell’articolo 13 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige con le diverse date di scadenza per celebrare le gare di assegnazione. L’iter di conversione del Ddl Concorrenza si prospetta quindi complesso dal punto di vista giuridico, industriale, ma soprattutto territoriale e di salvaguardia delle specificità dell’autonomia. Giovedì si è svolta una riunione a Palazzo Chigi che ha anticipato il termine di deposito degli emendamenti sul Ddl Concorrenza fissato per il prossimo 15 marzo. Cosa accadrà? Nel corso della riunione si è preliminarmente discusso della normativa europea e quindi della procedura di infrazione eurounitaria che aveva censurato parte della disciplina in quanto non favoriva l’indizione di procedure di selezione trasparenti, imparziali e tempestive per l’aggiudicazione di concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e riconosceva eccessivi vantaggi al concessionario uscente. L’infrazione è stata chiusa il 23 settembre 2021 con l’impegno dell’Italia a modificare la propria normativa. Quindi il Ddl Concorrenza corregge la disciplina nazionale nelle parti oggetto di contestazione europea. Il Ddl Concorrenza introduce anche il modello competitivo del partenariato pubblico privato, il medesimo che abbiamo ottenuto per il rinnovo della concessione A22, il tutto tenendo presente la competenza legislativa esclusiva statale in materia di concorrenza, materia che anche le Province autonome devono necessariamente rispettare pur godendo di potestà legislativa primaria in materia di assegnazione delle concessioni per grandi derivazioni idroelettriche in base all’articolo 13 dello Statuto d’autonomia. Le Province autonome disciplinano quindi con propria legge modalità, procedure di assegnazione, norme procedurali per lo svolgimento delle gare, criteri di ammissione e di aggiudicazione, requisiti finanziari, organizzativi e tecnici dei partecipanti. Se le Province autonome godono di potestà legislativa primaria in materia di assegnazione delle concessioni per grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico, perché c’è bisogno di salvaguardare le specificità dell’autonomia? A livello normativo sussiste un differenziato regime di scadenza tra le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche presenti sul territorio delle Province autonome di Trento e Bolzano – per le quali lo Statuto di autonomia prevede il termine del 31 dicembre 2023 – rispetto alle concessioni presenti sul restante territorio nazionale, il cui termine di scadenza è invece stato prorogato. Nella riunione di maggioranza a Palazzo Chigi ho quindi avanzato delle precise richieste. La prima è stata quella di allineare le scadenze delle gare di assegnazione al fine di garantire parità di condizioni su tutto il territorio nazionale. È evidente come il celebrare le gare delle sole derivazioni idroelettriche della Provincia in via anticipata le esporrebbe ad una asimmetria competitiva, con il rischio di renderle appetibili per investitori. Ho inoltre chiesto massima prudenza sia sulle scadenze sia in merito alle modalità di svolgimento delle procedure di assegnazione. Ritengo che stiamo vivendo una grave crisi energetica per via dell’ingiustificabile attacco di Putin all’Ucraina e inoltre che le priorità della transizione energetica verso fonti rinnovabili e della maggiore indipendenza energetica nazionale richiedano prudenza nell’esporre beni di interesse strategico nazionale a rischi. Non va accelerata la messa a gara ma anzi la norma contenuta nel Ddl, in sede di conversione, deve essere resa più flessibile affiancando la richiesta di maggiori investimenti sulle infrastrutture e a tutela del territorio per gli attuali concessionari. Ho inoltre ottenuto riscontro positivo circa la prospettiva di potenziare la normativa sulla Golden Power nei settori strategici come l’idroelettrico per limitare la non leale concorrenza di investitori. La Lega però ha chiesto la gara. Sì, spiace constatare come in quella riunione il solo rappresentante della Lega, con motivazioni esattamente opposte rispetto a quelle che quel partito usa per difendere le proroghe delle concessioni dei balneari, abbia invece chiesto la messa a gara. E come il Presidente della Provincia del suo stesso partito non gli abbia chiesto di spendersi per il Trentino. Vediamo se almeno in fase emendativa si rifaranno vivi. Certamente vivo è il confronto con l’Assessore Tonina. |
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ITALIA VIVA: RIFORMATRICE, RIEQUILBRATRICE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Marzo, 2022 @ 6:42 am- Riformare: In senso fisico, dare una nuova forma. In senso figurato, riequilibrare.
- Equilibrio, una parola ed un significato che mi affascina e che richiama l’idea del compromesso.
- Il compromesso spesso viene inteso come un quid di negativo: “Ah, io non scendo a compromessi, io non sono uomo da compromessi ” e così via.
E invece Paolo Mieli nel suo bel libro “I conti con la storia” dedica un intero capitolo ai “compromessi virtuosi, quelli che hanno fatto la storia” e che si distinguono nettamente dagli altri, dai compromessi sordidi, inaccettabili. E cita il filosofo israeliano Avishai Margalit, primo teorizzatore di questa suddivisione.
Norberto Bobbio, nel suo bel libro “Elogio della mitezza” analizza tre diverse etiche: l’etica dei princìpi, che conduce all’integralismo; l’etica del risultato, che conduce al cinismo; l’etica del compromesso.
- Uno che non scendeva a compromessi era Totò Riina, detto ‘o curto o Iddu: chiunque si azzardasse a sollevare anche timidamente un minimo dubbio su una sua decisione, veniva ucciso.
- Un’altra persona che “non scende a compromessi” è l’attuale zar di tutte le Russie. Un plutocrate che si era azzardato a sollevare una timida eccezione a certi suoi comportamenti, è stato espropriato di ogni avere, mandato al confino e poi arrestato.
- Anche nella politica nostrana talvolta abbiamo personaggi del genere “o con me o contro di me”, nel senso “che nessuno osi pensare, ci sono già io”.
Ecco, questi tre comportamenti hanno molto in comune, sia pure se applicati in mondi e ambiti diversi: il senso del limite, del rispetto dell’altro, del compromesso, dell’equilibrio.
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MONOPOLI E CRIPTOVALUTE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Marzo, 2022 @ 3:49 pmPubblicato il 10 marzo 2022 in “Economia e Società” da Gianluigi De Marchi su “Il Torinese – quotidiano online di Informazione Società Cultura”.
“Mi sono comprato un appezzamento accanto al rapper Snoop Dogg: un lotto mi è costato 70.903 SAND, ma presto sono sicuro che lo rivenderò a 200.000, c’è molta richiesta di gente che vuole vedere Dogg da vicino quando taglia l’erba nel suo giardino…”
Fermi tutti! Chi è Snoop Dogg? Cosa sono 70.903 SAND? Chi ha mai visto il giardino del rapper? Chi mi ha parlato di questo favoloso affare non è un ragazzino col telefonino in mano e lo sguardo perso sul visore, ma uno stimato professionista, membro di un consiglio d’amministrazione di una società di medie dimensioni, apparentemente sano di mente. Non oso chiedergli chi è questo Dogg, il Carneade del XXI secolo (ma scommetto che lui non sa chi sia Carneade…) e furtivamente lo cerco su Google, scoprendo che trattasi di un personaggio notissimo, che però, guarda guarda, da cinque giorni è stato denunciato per violenza sessuale compiuta su una ballerina.
E poi scopro che SAND non è una favolosa spiaggia ai Caraibi, ma una criptovaluta ricercatissima dai giocatori “play-to-earn” per usare Sandbox, “che combina tecnologia blockchain, DeFi e NFT in un metaverso 3D” (testuale su un sito Internet specializzato nello spiegare, con parole semplici, le novità del mondo virtuale…). Allora provo a spiegarvelo io cosa fa quel mio amico, e molti altri come lui che hanno soldi da buttar via.
Sandbox è un gioco. Permette ai giocatori di creare e personalizzare i propri giochi e risorse digitali con strumenti di progettazione gratuiti. I beni virtuali creati possono poi essere monetizzati come NFT (una specie di opera d’arte unica e non duplicabile) e venduti su The Sandbox Marketplace. SAND è la criptovaluta necessaria per girare in questo mondo virtuale; può essere guadagnato giocando a giochi e concorsi in The Sandbox (e così lo si ottiene gratis, se si è capaci), o acquistato su piattaforme di negoziazione. I giocatori possono crearsi una “vita parallela” attraverso degli avatar che girano il mondo visitando posti inesistenti abitati da altri fantasmi creati da altre persone.
Questo mondo è stato creato nel 2011 da Arthur Madrid e Sebastien Borget che nel 2018 hanno avuto la felice intuizione di concedere agli utenti di possedere le loro creazioni come NFT; in pochi mesi c’è stato un boom di adesioni, con un afflusso incredibile di richieste, che hanno fatto lievitare la quotazione di SAND da pochi centesimi fino ad un massimo di 7,5 euro!
E poi che si fa con quella roba? Semplice, gli utenti possono comprare terreni, case, villaggi vacanze, creare vestiti alla moda, creare animali da compagnia, e così via. Una volta creati, gli oggetti possono essere venduti su Marketplace. Inoltre, i titolari possono puntare SAND all’interno del gioco per guadagnare premi, inclusa una quota delle entrate derivanti da tutte le transazioni in token SAND. SAND ha fatto un balzo nelle quotazioni nell’ottobre 2021, quando ha sfiorato i 7.5 euro di prezzo. In quel momento i “maghi della finanza” si sono scatenati con le loro previsioni (c’è sempre chi si butta sull’affare, consigliando il “parco buoi” a comprare qualcosa facendo balenare affari strepitosi): come ricavato da un sito fra i più attivi nel leggere il futuro delle criptovalute, “Al momento della scrittura, gira intorno ai 6.5 euro di prezzo, ma SAND potrebbe ritentare l’assalto agli 8 e entro fine 2021. Ed i prossimi target price di SAND dovrebbero essere:
2021:6-8euro
2022:8-14euro
2023:10-18euro
2024:15-21euro
2025:18-25euro”
https://www.webeconomia.it/comprare-the-sandbox/
Forse sarebbe meglio se il mago si dedicasse alla lettura della mano, dei tarocchi o dei fondi di caffè: oggi (8 marzo alle ore 19:07) il SAND è scambiato al prezzo di 2,5 euro. Vabbé vuol dire che il mio amico professionista ha comprato un terreno inesistente vicino a quello del mitico Snoop Dogg, lo avrà incrociato un paio di volte scambiando due parole sul tempo siccitoso che lo obbliga a dedicarsi un’ora al giorno ad innaffiare la pelouse, trovandosi con un valore ridottosi ad un terzo di tre mesi fa.
Forse ho fatto meglio io, che ho comprato per pochi soldi colorati quattro case ed un albergo a Parco della Vittoria: state attenti, che se passate di lì mi dovrete sborsare ben 200.000 lire. Come dite? Le lire non esistono più? Ah, ah, ah, e allora i SAND?
Gianluigi De Marchi
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GUTTA CAVAT LAPIDEM: EMETTIAMO TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA NON DI DEBITO! RIFORMIAMO L’APPROCCIO AL PROBLEMA!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Marzo, 2022 @ 11:21 amEmettiamo TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA non di debito! Attrarranno verso il nostro settore pubblico la ricchissima finanza privata italiana ed estera; diminuiranno il debito pubblico; consentiranno di non vanificare il PNRR; faranno fronte alla seconda e terza epidemia: la guerra e i nuovi immigrati; aumenteranno la liquidità per il Tesoro e quindi consentirannno di assorbire il caro energia e di effettuare investimenti produttivi.
SIAMO IN GUERRA, CE NE SIAMO ACCORTI?
Nel 1935, in piena crisi economica dovuta al tracollo della borsa del 1929, si emise un prestito irredimibile per 42 miliardi di lire (equivalenti oggi a circa 50 mildi di euro) offerti in sottoscrizione a 95 lire per ogni 100 di valore nominale, con un interesse annuo del 5% corrisposto semestralmente il 1 gennaio ed il 1 luglio, senza computare i 42 mildi a debito pubblico: la partecipazione dei sottoscrittori fu imponente.
Il titolo denominato “rendita”! è un tipo particolare di titolo che trova la sua disciplina nel Testo Unico bancario di cui al dlgs 1 settembre 1993 n. 385. Se questa legge è da modificare, che la si modifichi!
Vantaggi per lo Stato:
1) miglioramento della tesoreria;
2) miglioramento del rapporto debito/Pil;
3) maggiore liquidità per far fronte al caro energia e al completamemto del PNRR.
Una emisisone di Irredimibili potrebbe avvenire anche a livello UE, e anche parzialmente UE: ovvero, Germania, Olanda e Finlandia non vogliono emissioni di eurobond in quanto non vogliono condividere le sorti finanziarie con Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Belgio etc.? Bene, questi paesi “poco virtuosi” emettano semieuro-bond totalmente Irredimibili: molto probabilmente anche la finanza privata e bancaria dei paesi ” virtuosi” verrebbe a sottoscrivere questi titoli che pagano un interesse elevato anzichè pagare interessi negativi sui bond tedeschi.
IN ALTRE PAROLE: DOBBIAMO FARE UN DISCORSO FINANZIARIO E NON ECONOMICO, ovvero, non ci si può obiettare che gli Irredimibili hanno un costo (rendimento) doppio dei titoli di debito, perchè in ogni caso la finanza pubblica ne è molto, molto avvantaggiata, in quanto i maggiori flussi di finanza in uscita per i maggiori interessi, sono assai più che compensati, anzi “soprassati” dai minori flussi di finanza non più in uscita in linea capitale . E poi lo Stato si mantiene sempre l’opzione di riscatto dei propri irredimibili!
E allora, why not? E se mi sbaglio, mi corigerete!
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CABINOVIA TRENTO-MONTE BONDONE: ITALIA VIVA TRENTINO SI E’ PRONUNCIATA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Marzo, 2022 @ 11:30 am
1 – L’attivazione della funzione del GM-General Management garantisce che siano presi in seria considerazione e “pesati” tutti (tutti) gli aspetti del problema, non solo alcuni.
2 – La proposta Trentino Alto Adige Bike Safari è la risposta eccezionale ad una crisi eccezionale. Coinvolgere Bolzano aiuta il progetto.
3 – A prescindere dal numero delle fermate intermedie, le cabine devono essere tutte uguali, per evitare i trasbordi, in particolare delle biciclette.
4 – L’equilibrio dei conti potrebbe essere ricercato attraverso l’attivazione di una SpA gestionale multiservizi ( Cabinovia, Farmacie, Parcheggi).
5 – Ex art. 2345 del C.C. la progettazione potrebbe essere la “prestazione accessoria” retribuita fornita da parte di soci privati scelti con gara.
6 – I “buoni” ai quali si riferisce l’articolo sono i BOC-BOP-BOR, Buoni Ordinari Comunali, Provinciali, Regionali ex art. 35 della L. 724 del 23.12.1994: offrono un rendimento di +1 rispetto ai titoli statali; sono destinabili a investimenti specifici; hanno durata superiore ai 5 anni; sono convertibili in azioni privilegiate della relativa SpA di scopo. Il loro rendimento ante conversione potrebbe essere garantito da un pool di banche locali. Potrebbero essere offerti in vendita a residenti e soprattutto ai nostri tanti turisti.
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I NOSTRI PARLAMENTARI: DEL RECENTE PASSATO, ATTUALI, RI-ASPIRANTI TALI – 2
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2022 @ 6:25 amNoi li votiamo, li eleggiamo. Vanno a Roma. Quale è la percentuale delle loro presenze in Parlamento? Al 35% delle sedute? Di meno? Di più? Durante il loro mandato, quali risultati concreti hanno prodotto?
Al termine della mia carriera, quasi sul filo della pensione, ricevetti un incarico: dare vita a una SpA mista pubblico pivata, gestirla e realizzare i suoi obiettivi in termini di opere pubbliche. Alla fine del mio mandato, la città ebbe il suo grande parcheggio interrato e lo SCOUT – Sistema di Controllo Unificato Telematico per il controllo e la gestione della mobilità su un’area ampia “a piacere” visto che funzionava via radio e su fibre ottiche. Durante il tempo del mio incarico si avvicendaron ben quattro sindaci alla guida della città. Dopo anni dalla cessazione del mio lavoro uno di essi mi diede un grande, graditissimo riconoscimento: “Tu hai fatto qualcosa di importante per la città”.
Ecco che allora ho cominciato a ripassare alla moviola la mia vita lavorativa e quella politica altrui e mi sono detto: valuta i “tuoi” parlamentari (ex, attuali e ri-aspiranti tali) alla luce di quello che hanno concretamente realizzato.
Dice, ma tu stesso, non ti valuti con questo identico metro? Certo, ma chi si loda si sbroda, raga! Cosa? Insistete? Be’ allora qualche altro risultato ve lo elenco. In Trentino: il lancio dell’idea di trasformare l’interporto in centro intermodale; il riassetto finanziario di un importante società finanziaria di partecipazioni; il rilancio di una importante stazione sciistica sull’orlo di una profonda crisi. Giù “in Italia”: la gestione della finanza di una importante SpA finanziaria in tempi di stretta creditizia; la gestione del rischio di cambio delle sue 20 SpA controllate; essere stato a capo di società i cui dipendenti ti dicevano “Dottore, ogni giorno siamo contenti di venire a lavorare con lei”; avere impostato in Libano con il presidente Hariri una sorta di IRI locale; avere ottenuto dall’allora ambasciatore Cottafavi il riconoscinento di avere creato la prima società italo-iraniana a maggioranza italiana; etc.
Mi fermo qui, perchè come ho detto chi si loda si sbroda. Volevo solo sottolineare la differenza fra il gestire l’esistente senza innovare, senza creare nulla e, per converso, gestire creando qualcosa: risultati concreti, motivazione del personale, fiducia nei propri elettori.
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PAT- PROVINCIA AUTONOMA O ANOMALA DI TRENTO?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Febbraio, 2022 @ 3:42 pmScrive la nostra Senatrice di ITALIA VIVA, DONATELLA CONZATTI:
Inizia
“Sono preoccupata per il nostro Trentino. Vedo associazioni di politici ancorati al passato. In un contesto dove vivere isolati dal mondo è impossibile (a meno che non si facciano pur rispettabili scelte di vita di clausura o eremitaggio), l’immaginare di chiudere l’autonomia a contributi di pensiero che non siano meramente provinciali non solo è altrettanto impossibile ma nasconde il tentativo, pericoloso, di isolare il nostro territorio.
Dallo sviluppo delle politiche sociali, alle migrazioni; dal progredire della banda larga alle grandi infrastrutture tutto connette il nostro territorio ad altri. E il pensiero è il primo ad essere in costante connessione con le conoscenze e le informazioni. I partiti politici che si occupano di tradurre i pensieri sociali in azioni politiche lo sanno bene.
Dobbiamo essere consapevoli che viviamo nell’epoca delle trasformazioni del PNRR: digitali, climatiche e green.; in quella delle trasformazioni europee che secondo la Conferenza sul futuro dell’Europa rendono necessaria la nascita di partiti transnazionali europei per dare voce a tutti i livelli di territorio che rappresenta: in un’epoca dove l’Autonomia è veramente forte se si difendono le sue peculiarità a Roma e se dialoga a tutti i livelli.
Preoccupa quindi constatare che ancora oggi ci siano associazioni politiche che nascono proclamando progetti di chiusura a pensieri politici nazionali. Credo che alimentare il PREGIUDIZIO che i partiti nazionali non sappiano fare una buona politica territoriale, non porterà il Trentino lontano. Credo invece che, oggi più che mai, serva accompagnare il Trentino e la sua Autonomia a parlare un linguaggio all’altezza dei più avanzati territori d’Europa”.
Finisce
PREGIUDIZIO: atteggiamento di chiusura da parte (di norma) di una maggioranza numerica contro una minoranza dovuto a ignoranza e/o paura e/o interesse. Esistono tuttavia pregiudici si minoranze contro maggioranze, come quello degli uomini verso le Donne “il cui superamento sarà la maggiore se non l’unica rivoluzione del nostro tempo”. Così Norberto Bobbio in “Elogio della mitezza e altri scritti morali”, Il Saggiatore 2014, pag. 99).
Ecco che mi auguro di cuore che la politca passatista del “tutto cambi (e tutto e tutti ritornino!) affnchè nulla cambi”, sia il pregiudizio che alimenta una minoraza nostalgica nei confronti di una maggiorazna di appassionati del libero pensiero. Anche al femminile.
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SUPERFICIALITA’, PIGRIZIA, DISTRAZIONE? DOBBIAMO RIFORMARE IL MODO DI VIVERE LA NOSTRA POLITICA FINANZIARIA!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Febbraio, 2022 @ 9:02 amMalanni della nostra società odierna, molto diffusi su ampie fasce della popolazione. Dice … ma che? Ti metti a fare il classista, l’elitario? No, raga, il contrario! Cerco di mettere in guardia le persone circa i danni che possono derivare loro da questi atteggiamenti!
Un esempio: chiedete cos’è il PNRR. Se va bene vo risponderanno che sono i fondi che l’UE ci regala per rimettere in piedi la nostra economia. E già qui due errori: i fondi del PNRR sono in parte un regalo, in parte un prestito e non servono solo o principalmente per l’economia, ma anche per le riforme e per molti altri temi, quali la parità di genere e l’abbattimento delle disugualglianze di ogni tipo.
Di mio aggiungo: tre grandi rischi insiti nell’utilizzo dei fondi del PNRR: 1) che basti fare qualcosa, alla bell’e meglio, tanto da soddisfare formalmente le condizioni che l’UE ha posto per la loro erogazione; 2) che con il loro utilizzo si faccia “tutto” quello che è doveroso fare per stare al passo con i tempi; 3) che il Covid sia la sola pandemnia che ci affligge.
I rischi sono reali, infatti: 1) se i territori intorno al tuo (Lombardia, Veneto, Alto Adige) operano veramente e sostanzialmente al meglio, il tuo territorio (Trentino) regredisce; 2) per stare al passo con i tempi occorre continuare a progettare in modo prospettico, di lungo termine, come sarebbe stato doveroso fare anche prima e anche indipendentemente dalla pandemia e dal PNRR; 3) oltre al Covid c’è la pandemia “Crisi e costi dell’energia”.
Dice … ma dove prendiamo i fondi per tutta questa progettazione? Dico, raga, allora uno cosa scrive a fare libri, cosa pubblica a fare post su post sui TITOLI IRREDIMIBILI RENDITA non di debito?Dice … ci riassumi di che si tratta? Dico: sono lo strumento per attrarre VOLONTARIAMENTE verso il nostro settore pubblico la ricchissima finanza privata italiana ed estera; sono titoli che lo Stato non deve rimborsare in linea capitale (quindi NON sono un debito! Chi vuole il rimborso, vende il titolo in borsa); rendono all’investitore il doppio dei titoli di debito; la loro emissione aumenta la liquidità del Tesoro e diminuisce il debito pubblico; per lo Stato, l’aumento dell’esborso finanziario per maggiori interessi è molto, molto più che bilanciato dai mancati esborsi finanziari in linea capitale.
Dice … ma così facendo lo Stato si carica di costi per interessi a tempo indeterminato! Dico: no raga, scialla, calma, perchè lo Stato si riserva l’opzione di riscattare i propri titoli! Quindi nel breve-medio periodo consentono di avere la liquidità per imponenti investimenti produttivi che nel medio-lungo periodo forniranno allo stati i mezzi per riscattare quelle rendite.
Il 20 agosto 2020 Banca Intesa Sanpaolo ha emesso 1,5 mildi di propri Irredimibili ed ha ricevuto richieste di acquisto per 6.5 mildi: vorrà pur voler dire qualcosa, o no? E dire che quei titoli (privati) sono tassati al 25% mentre quelli statali sarebbero tassati la metà!
Dice … ma quei titoli oggi sono “classificati” come debiti. Dico … ma raga, vogliamo scherzare? Se l’etichetta dice marmellata di pere e invece dentro il vasetto c’è marmelalta di mete, basta cambiare l’etichetta!
Buona marmellata e buoni Titoli Irredimibili a tutte e a tutti!
F.to Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista di ITALIA VIVA TRENTINO.
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