HO VISTO IL FILM “VERMIGLIO”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Ottobre, 2024 @ 7:10 amDue ore di quadri della difficile vita della gente sulle montagne del Trentino 80 anni fa, nel difficile 1944. Bellissimo film, molto denso di sentimenti e di storia della “piccola” grande gente.
Ho notato un mancato espresso riferimento al paese ospite della storia: mai pronunciato il nome suo (o mi è sfuggito?) o quello della Val di Sole, mai una inquadratura distintiva della località che avrebbe potuto essere un qualunque altra località alpina (e non mi riferisco ad un cartello stradale).
Solo due le inquadrature delle montagne: una con la neve, più volte, sempre identica, con le cime dei monti a scalare, sul versante destra orografica del fiume Noce (anch’esso mai nominato: splendida la drammatica inquadratura delle cascate!); una seconda, in estate, mi pare di poter dire nella direzione opposta. Mi sarei invece aspettato una migliore individuazione del paese trentino, una sorta di carta di identità, confinante com’è fra 6000 metri di montagne: i 3000 del Presena e i 3000 della Val di Pejo. Ma da un appassionato sciatore, ex alpinista e fondatore della Carosello Tonale, cos’altro ci si può aspettare?
Sotto il profilo storico, la fine della guerra è stata descritta come una fine effettiva, il che purtroppo sappiamo non essere stato per la permanenza dei tedeschi e la temporanea sopravvivenza del fascismo.
Queste mie osservazioni probabilmente sono fuori dal coro dei meritatissimi giudizi largamente positivi sul film, coro al quale peraltro mi associo molto volentieri, auspicandogli il riconoscimento del premio Oscar.
A Vermiglio, nel 1924, era nato un mio capo diretto, Bruno Kessler, poi senatore, Presidente della Provincia Autonoma di Trento, fondatore e/o Presidente di società, enti e istituzioni per il Trentino, una istituzione lui stesso, prematuramente mancato nel 1991: mi sarebbe molto piaciuto conoscere il suo giudizio. Probabilmente, da grande Persona Politica che era (le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso), anche considerata la presenza delle due provincie autonome di Bolzano e di Trento nei titoli che precedono l’inizio della proiezione del film avrebbe, probabilmente il Kessler avrebbe considerato positiva questa astrazione, per evitare qualsiasi spunto di contrapposizione fra due culture: quella soprattutto tedesca dell’Alto Adige- Sud Tirolo e quella soprattutto italiana del Trentino, culture che invece anche grazie alla sua azione sono complementari a livello regionale.
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POST TRENTINO (per gli abitanti di Trento)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Ottobre, 2024 @ 2:41 pmQuesta mattina ho dovuto andare al CRM Dolomiti Ambiente Trento per rinnovare la mia dotazione di sacchetti della spazzatura (di carta e azzurri).
Esco in auto da casa (Viale Trieste), vado a Trento Sud (“Il marinaio”) per immettermi sulla tangenziale, la risalgo verso nord e dopo Ravina dalla tangenziale entro direttamente nel CRM lato ovest.
Eseguito il ritiro, sempre alla guida della mia auto, esco dal CRM direttamente sulla tangenziale verso nord, la lascio alla prima uscita, Lungadige S. Nicolò, coda, ponte S, Lorenzo, coda.
In totale 14 km in 40 minuti.
Mi chiedo: forse esiste un accesso pedonale/ciclabile al CRM dal lato est, cioè nelle adiacenze del ponte ciclopedonale Le Albere, accesso che io non conosco? Io avrei dovuto vederlo perché percorro quel ponte e quella pista ciclabile molte volte l’anno …
Se c’è e non l’ho visto, mea culpa. Se non ci fosse, andrebbe fatto.
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AMARCORD L’IRAN 49 ANNI FA.
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Ottobre, 2024 @ 10:25 amEro trentunenne. Trascorsi due periodi a Teheran per offrire a quel governo la fornitura di piccole centraline solari prodotte da una grande industria italiana, impianti dotati di una mini parabola da orientarsi a mano, da collocarsi presso gli abitanti dei deserti per fornire loro l’energia per estrarre l’acqua dal sottosuolo.
C’era lo Scia Reza Palhavi. L’Iran era compresso da molte forze: un forte inurbamento; i settecento km di confini con la Russia; l’integralismo islamico; la corruzione delle istituzioni pubbliche; la natura del rapporto con gli USA; le altre pressioni esterne; il proprio regime dittatoriale.
Il grande sviluppo urbanistico della capitale. In pieno centro di Teheran moltissimi cantieri edili aperti dal lavoro di muratori che, giunti a Teheran dai deserti, venivano trattati in modo disumano (un poco come i nostri meridionali a Torino, negli anni ’50): il cemento ed i mattoni si portavano ai piani alti delle costruzioni a piedi, in secchi e sacchi a spalla (in un paese che già allora era dotato di moderni cacciabombardieri USA); la notte i muratori dormivano a cielo aperto, nello scavo, su cartoni stesi per terra ed uno di loro, a turno, montava di guardia per evitare che i passanti lungo gli adiacenti marciapiedi si divertissero a svegliare gli operai dormienti con il lancio di sassolini, operai che, “svegliatisi” confrontavano il loro stato con quello di noi ospitati negli Hotel a cinque stelle, a champagne e ad aria condizionata! Da qui un dilagante “comunismo” sommerso che poi virò in integralismo islamico.
L’integralismo islamico si sentiva sacrificato sull’altare della modernizzazione. Il velo? Lo portavano liberamente le donne che lo volevano. Le altre no. Le altre avevano iniziato a ribellarsi ai maschi (padre, fratello, marito) e questo ai maschi non andava bene. Ora … se qualcuno o qualcuna si ribella, se dall’esterno arrivano segnali e/o aiuti, i futuri Guardiani della Rivoluzione avrebbero ristabilito l’ “ordine” …
La corruzione. Ai massimi livelli. La prassi era: acquistare dall’estero, incassare mazzette e poi non curarsi di utilizzare il cemento ammassato sulle banchine del porto di Bandar Abbas che nel frattempo era diventato una montagna di granito; e nemmeno delle centinaia di computer di fabbricazione estera che riempivano, cellofanati e inutilizzati, i venti piani (o trenta?) del grattacielo del Ministero dell’Agricoltura.
Il rapporto con gli USA, all’epoca inizialmente buono: si veda la fornitura dei cacciabombardieri che però non comprendeva le parti di ricambio strategiche (indispensabili e insostituibili) che restavano in mano USA. Poi sempre più deteriorato (da “USA e jet” a “usa e getta”) e la Russia e l’Iran pronti a soffiare sul fuoco per farsi spazio.
Gli altri “influenti” esteri: l’Arabia Saudita, paese sunnita, che vuole combattere l’Iran sciita; Israele, che vuole difendersi dall’ “avversario” Iran.
Il proprio regime dittatoriale: lo trovate egregiamente descritto in internet.
Noi europei … noi speriamo che ce la caviamo con le nostre commesse.
La mia società (“Parsital SpA” ) era a maggioranza italiana e minoranza iraniana. I soci iraniani erano di origine ebraica (in Iran c’erano tre ceppi: locale, ariana – “Noi non siamo arabi!” dicevano – e il saluto era salam aleku; di origine turca, e il saluto era salamelek; di origine ebraica, e il saluto era shalom) i quali prevedevano che la situazione politica avrebbe subito una “svolta pesante” entro cinque anni. L’ambasciatore italiano Luigi Cottafavi mi fece i complimenti in quanto la mia era la prima SpA mista italo iraniana a maggioranza italiana. Ed io? Io contatti, conoscenze, incontri, visite a uffici, ministeri, ministri, parenti dello Scià: tutto girava e girava e girava al punto che sembrava il Gioco dell’Oca: ritornare al punto di partenza perchè mancava un tassello, quello che io non avevo voluto/saputo considerare: l’ “incentivazione” al sistema. In ogni caso per me, giovane trentunenne, fu un’esperienza molto interessante e formativa.
A parte che mi concessi anche della buona musica andando all’opera (italiana) al teatro Roudaki Hall: Direttore (di tutto: dell’orchestra, dei cantanti, del coro e cantante “basso” lui stesso) il maestro genovese (come me) Michele Cazzato; soprano l’ottima Luciana Serra (poi arrivata alla Scala! Bravissima Luciana!): ottima esecuzione de L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti!
E oggi nel 2024 ? Cosa penso oggi? Io temo che purtroppo la legittima ribellione del popolo iraniano alla fine abbia generato guai ancora maggiori di quelli che voleva combattere: in dialetto trentino di dice che ‘l tacon l’è sta pezo del bus, la toppa è stata peggio del buco che vuole riparare.
TEHERAN
Teheran, una città molto estesa, in genere costruzioni non molto elevate (a causa del rischio sismico), su una “pianura leggermente in discesa”, dai 2000 metri della residenza dello Scià, ai piedi della catena montuosa di 6000 metri, innevata anche in estate, che la divideva dal Mar Caspio, fino alle poche centinaia di metri di altitudine della down town dove si trovava il bazaar. A nord, alberi di rose come fossero di ciliegie, data la dimensione. A sud, il caldo. Gli hotel: da sud a nord la qualità ed il prezzo cresceva.
La città era attraversata, da nord verso sud, da molti piccoli ma impetuosi rivoletti d’acqua “multiuso”. Man mano che si scendeva, qua e là bidoni metallici contenenti acqua pretesa potabile alla quale si dissetava il “popolino”, mediante una tazza comune assicurata al bidone da una catenella. Noi no. Noi turisti per affari si stava negli hotel all’aria condizionata. Erano i nostri “uffici”, dotati di (vecchi) apparecchi telescriventi azionabili solo dagli addetti (quando c’erano!) con tempi biblici.
Per muoversi in città, i taxi o più spesso le auto dei passanti ai quali gridavi la tua meta: se era compatibile con la sua destinazione, l’automobilista si fermava e ti caricava e ti trovavi insieme ad altri sconosciuti compagni di viaggio. Traffico caotico: velocità media commerciale delle auto in città : 2 kmh. Per chiedere all’autista di accelerare bastava dire “Buro, buro, you Fittipaldi!” ; per farlo rallentare “iavasc, iavasc”. Un paio di volte: squadre di poliziotti in motocicletta, traffico fermato, strade liberate e presidiate dalla polizia, passa lo Scià.
Una bella ragazza prosperosa: con ammirazione dai i maschi locali veniva definita labagnat che letteralmente significa latteria.
I controlli della polizia (politica, la SAVAK): fui avvicinato in hotel da un giovanotto che parlava ottimo italiano (si era laureato in Italia) il quale mi chiese le ragioni della mia permanenza in Iran: affari, impiantistica … ok, buon lavoro.
Il lavoro e lo svago. Cercai il migliore commercialista per organizzare il pagamento delle eventuali imposte locali: mi disse che occorreva organizzare il non-pagamento delle imposte! Il lavoro: anche il sabato. Solo la domenica ci si fermava … per fare cosa? Ad esempio un volo ad Esfahan; la visita al Tesoro dello Scià; una visita al bazaar; una gita in auto fuori città (nel deserto).
Uno scippo evitato. Tentato ai danni di un mio collega italiano. Gli si affianca un’auto e in inglese il passeggero gli chiede quanto egli debba pagare all’autista per un certo tragitto. Fa finta di non capire la risposta e chiede che gli siano mostrate le banconote. Il mio amico sta per farlo. Io gli grido di fare un passo indietro. L’auto fugge via.
I ristoranti. Spesso andavamo al ristorante del Teatro Roudaki, ne ricordo il prezzo: pranzo a base di caviale e champagne, l’equivalente di 5000 lire. Ma spesso non pagavamo nulla perchè avevamo fatto amicizia con il cameriere (spagnolo) al quale avevamo regalato un paio di blue jeans e il nostro conto – su sua iniziativa – veniva “diluito” all’interno del conto del mega pranzo sociale di turno (i medici di Teheran, gli ingegneri di Teheran, etc.). Ah … questi italiani!
Il caldo. Molto ma secco, all’ombra di stava abbastanza bene, la sole no. L’aria degli hotel era sempre molto condizionata.
Il bazaar. La cosa più vera che vidi. Un mercato molto esteso, stradine ricoperte, un odore di olio bruciato (quello delle lampade), illuminazione elettrica abbagliante da semplici lampadine appese a fili elettrici. Improvvisamente sento un grido: “Paisà, paisà!” Mi fermo: possibile? Che qui ci sia un napoletano e che per di più mi abbia riconosciuto come italiano e mi chiami in quel modo? Mi giro: si trattava di un venditore di banane, a cinque (pai) sa (centesimi di rial) cadauna!
Si era nel 1975. I miei soci iraniani, parlando molto riservatamente, davano al regime solo altri cinque anni di vita al massimo (lo Scià poi sarebbe caduto nel 1978), e si lamentavano con i propri genitori che li avevano mandati a laurearsi negli USA: giudicavano infatti quel periodo una perdita di tempo rispetto alla corsa all’arricchimento che stavano facendo.
Considerazione finale. Tutte le maggiori imprese mondiali e italiane erano presenti in Iran, anch’esse come i miei soci privati iraniani per partecipare alla corsa all’arricchimento, reso possibile dall’elevatissimo grado della corruzione. Un esempio, banale ma significativo: poco sopra, parlando dei ristoranti, ho ricordato il dono di un paio di blue jeans ad un cameriere. L’importazione di quei capi era vietata: poi, improvvisamente, per una settimana tale divieto cessava (per legge) e nel paese entravano alcuni TIR carichi di blue jeans che poi venivano rivenduti a prezzi molto elevati in negozi gestiti dalle mogli di alti funzionari di stato.
Come finì la mia avventura imprenditoriale iraniana? Ben prima della rivoluzione, ricevetti l’offerta della dirigenza in una grande SpA finanziaria pubblica italiana: avevo famiglia e non ebbi il coraggio di rinunciare al certo per l’incerto e smisi (in tempo, per mia fortuna!) di fare l’imprenditore italo-iraniano.
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CABINOVIA TRENTO-MONTE BONDONE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Settembre, 2024 @ 1:48 pm(Mia lettera odierna al quotidiano trentino ilT)
Gentile Direttore, non ero presente al convegno Comune-UniTN sulla decarbonizzazione di sabato 28 settembre scorso per cui le mie osservazioni riguardano solo ciò che ho appreso dalla lettura del Suo giornale: del che La ringrazio. Infatti, a pagina 21 dell’edizione di ilT del 29 settembre leggo che la Provincia ha riferito che i costi dell’opera “sono schizzati a oltre 100 milioni di cui già stanziati 42,5 dalla Provincia e 37,5 dal Ministero dei Trasporti; l’importo comprende la realizzazione di un maxi parcheggio di mille posti; i lavori del tratto fino a Sardagna dovranno essere affidati entro il 2025; ove i passeggeri fossero meno dei 900.000 preventivati, si produrrebbe una perdita gestionale annua tra i 3 e i 4 milioni di euro”. Al che alcune domande e sottolineature:
- Qual è il punto di pareggio dell’investimento (“break even point”)?
- Qual è il costo degli ammortamenti e degli interessi?
- Si è pensato al coinvolgimento del capitale privato attraverso l’emissione di BOC-BOP, Buoni Ordinari Comunali/Provinciali ex art. 35 della L. 23.12.1994 n. 724, titoli a rendimento elevato, sottoscrivibili anche dai nostri turisti e convertibili in azioni della società di scopo?
- Quanto ai costi della gestione, mi si riferisce che in Francia vi siano telecabine totalmente automatizzate le quali richiedono un numero molto basso di personale addetto, con notevole riduzione di quel costo.
- Il maxi parcheggio di 1000 posti potrà prevedere tariffe diverse per ciascuna categoria di utenza: utilizzatori della cabinovia; lavoratori pendolari urbani; residenti; altri. Da ciò che l’utile del servizio potrà essere inferiore a quello di un parcheggio senza questa articolazione tariffaria: tuttavia una quota di utile dovrebbe ugualmente generarsi.
- Se una società è in perdita e altre società dello stesso gruppo sono in forte attivo e pertanto pagano all’erario rilevanti imposte, basta fonderle tutte in un’unica società multiservice. Così facendo quanto le società in attivo versano all’erario a titolo di imposta sull’utile di bilancio rimane recuperato all’interno della gestione complessiva e la perdita dell’unico settore diventerà una minore perdita dell’unica società multiservice, la quale richiederà all’azionista un ripianamento inferiore.
- Ancora: la nuova cabinovia non nasce soprattutto per la pratica dello sci, bensì per collegare un quartiere (parchi, case e hotel) al suo centro città; per offrire a tutti i cittadini di potere godere di un po’ di aria fresca a basso costo (molto importante se consideriamo il surriscaldamento climatico); per valorizzare la vendita di un prodotto turistico – il dislivello – anche nelle stagioni “intermedie” della primavera e dell’autunno, attirando la crescente massa dei cicloturisti e ciclo escursionisti. Questo nuovo turismo, in fortissima espansione, non va né vietato né ignorato, bensì regolamentato, come ci ricorda il CAI Centrale nei suoi Quaderni di Ciclo turismo Ciclo escursionismo, reperibili in internet. Infatti, la nuova cabinovia Trento-Monte Bondone potrà innescare la realizzazione del Trentino Bike Safari (“safari” significa “viaggio”) analogamente a quanto fatto da anni in Austria con il sui Tirol Bike Safari che ha messo in rete molti impianti di risalita per oltre 700 km di ciclo discese, attirando moltissimi cicloturisti in tre stagioni l’anno e realizzando la piena destagionalizzazione di questo settore economico. In tale prospettiva, la nuova cabinovia può essere la componente iniziale di un sistema che vede già in costruzione la ciclopista Trento-Pergine, per cui l’asse ciclabile est-ovest sarà Bassano-Trento-Bondone-Altogarda Trentino e quello nord-sud è già Bolzano-Trento-Verona con la città di Trento al centro di questa importante, preziosa “stella” cicloturistica. Senza dimenticare la destagionalizzazione “ciclabile” del Passo del Tonale, che prevede la sistemazione della tratta ciclabile Passo del Tonale-Vermiglio-Fucine per collegarsi alla ciclabile della Val di Sole e a Mostizzolo; la Mostizzolo-Cles (tratta già finanziata); la sistemazione della “sconosciuta” tratta ciclabile Mostizzolo-Passo delle Palade.
- Da ultimo: l’infrastruttura Cabinovia Trento-Monte Bondone e l’intero più ampio progetto al quale ho fatto cenno richiedono di essere gestiti secondo le regole del general management.
La ringrazio e porgo i migliori saluti.
Riccardo Lucatti – Finanza ed Economia mista Italia Viva Trentino.
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LA FERSINA, UN FIUME
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Settembre, 2024 @ 8:12 am.
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Affluente di sinistra dell’Agige che “sposa” a Trento. Le è stato dedicato uno splendido volume da tre autori, gli amici LINO BEBER, CLAUDIO MORELLI, MARIO CERATO, i quali hanno pubblicato un’opera “omnia” di 463 pagine ricchissima di tutto: storia, dati, fotografie, documenti, disegni, pitture, geografia, natura, idrulica, poesie. E a pagina 422 gli Autori hanno voluto ospitare un mio contributo, del che ancora li ringrazio:
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.
Il Canto di Trento a la Fersina
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Sei vivo.
Mi parli col suono di luce
dei tuoi mille occhi di rivo
splendenti nel verde.
Dapprimami sembri annoiato
nel lento rigiro
che sempre conduce
al tuo limitato infinito
eletta dimora
di anatre urbane
e aironi
in morbide anse di steli
ov’acquafra ‘l fiore che odora
con tenue sospiro si perde.
Ma eccoimprovviso uno slancio
al pari del cervo brunito
che hai visto saltar le tue rive
braccato dal cane
ed hai ristorato
offrendoti invito alla sete
e alle corse un po’ schive
del giovane re incoronato.
Ancora …
hai negli occhi il ricordo
di una prudente marmotta
del falcoche lento
si libra nel cielo in agguato …
di un movimento …
di vita che lotta …
di tenero nido violato.
Tu nasci ove aria rinfresca.
Poi …scendi la cimascoscesa
di valle tedesca (1)
qual liquido velo nuziale
che adorni la Sposa Atesina
e rechi in pianura
la figlia del suolo innevato
i fulgidi pesci d’opale
il tenue lenzuolo
che dona ristoro all’arsura
di ninnula cuna
il manto di brezza
che stendi alla luna
ed olezza.
E dolce assopisci il bambino
cantandogli la ninna nanna
che i monti ti hanno affidato.
.
Tu sei Poesia
il capolavoro scolpito
del grande Pittore Trentino
che ascoltorapito all’oblìo
insieme alle fronde degli ippocastani
che sopra le spalle
ti fan capolino ondeggiando
e curioso protendono il volto
sull’armonioso spartito
del tuo gorgoglio.
Ma ora prosegui il tuo viaggio
e mentre ricevi altre spondele
mie vecchie mura imperiali
riflesse
ti rendono omaggio
più belle pe’ i grandi regali
che porti di piccole onde.
————–
(1) Mochental, Valle dei Mocheni, unica valle tedesca del Trentino che, subito dopo la città di Pergine, “sfocia” nella Valsugana
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DA “SSN” A “DSSN”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Settembre, 2024 @ 7:40 amTanto se ne parlò che piovve! Io sono del 1944. Mi sono sposato nel 1971. Nel 1978 Tina Anselmi ci ha dato il SSN. Da qualche tempo sempre più frequenti sono i segnali della trasformazione del SERVIZIO IN UN DISSERVIZIO, nella prospettiva di arrivare alla frase micidiale “si è venuta creando una situazione” per cui chi ha i mezzi si assicuri, gli altri evvabbè.
Dice … Riccardo, sei un malpensante!
Dico: a pensar male …
Dice: ma occorre attivare la finanza privata! Che la gente si assicuri!
Dico: ok finanza privata, ma volontariamente e non obbligatoriamente e per di più solo per quelli che hanno mezzi finanziari disponibili!
Dice: ma cos’è che ti ha fatto scattare la molla sanitaria, stamattina?
Dico: la puntata de “Il cavallo e la torre” di Marco Damilano, ieri sera: la parola con la quale Damilano ha introdotto la puntata è stata “ultima”, riferita alla posizione della sanità pubblica italiana rispetto ai paesi del prossimo G7; inoltre l’intervento del dr. Daniele Coen, il quale, prendendo le mosse dal suo libro “Corsia di emergenza – La vita di un medico in pronto soccorso” Chiarelettere Ed., ha analizzato il malato SSN.
Dice: a quale conclusione è arrivato il dr. Coen?
Dico: “non solo mezzi finanziari, ma la ripresa della coscienza del valore di ogni operatore nel settore” (ho virgolettato ma sto citando a memoria, n.d.r.).
Dice: e tu, Riccardo, concordi?
Dico: no, per me LA PRIMA COSA CHE SERVE È UNA PRECISA INVERSIONE NELLA VOLONTÀ POLITICA. A seguire, a pari merito: una programmazione seria; una gestione con la tecnica del general management; mezzi finanziari adeguati.
Dice: ma dove troveresti i mezzi finanziari?
Dico: da tempo suggerisco l’emissione di TItoli Pubblici Irredimibili Rendita (titoli non di debito per la clausola dell’esclusione del diritto al loro riscatto). Con questi titoli si attrae volontariamente la ricca finanza privata; si riduce il debito pubblico; allo stesso tempo si aumenta la liquidità del Tesoro.
Dice: ma aumenterebbe il volume degli interessi corrisposti ai sottoscrittori Dico: tale maggiore esborso sarebbe molto più che compensato dalla diminuzione dei flussi dei rimborsi in linea capitale.
Dice: ma se il sottoscrittore volesse recuperare il capitale investito?
Dico: metterebbe i titoli in vendita alla borsa valori.
Dice: e se fosse il Tesoro a volere recuperare parte di quei titoli?
Dico: si presenterebbe acquirente in borsa come un semplice privato.
Dice: ma il titolo non rischia di deprezzarsi nel tempo?
Dico: no, perché il suo tasso di rendimento sarebbe in parte fisso e in parte variabile.
Dice: che dici del MES Sanitario?
Dico: avere rifiutato 37 miliardi all’1% e poi emettere Titoli Valore che costano allo stato oltre il 4% o è una follia o una manovra strumentale.
Dice: ma a livello UE?
Dico: sta già facendo le giuste proposte Mario Draghi.
Dice: qual è la cosa che ti fa maggiormente “arrabbiare” oltre all’inerzia dell’attuale governo?
Dico: che un precedente governo (Giuseppi e i suoi fratelli) abbiamo bruciato 160 miliardi con il 110%, quota 100; RdC; banchi a rotelle, mascherina e banchi a rotelle! 160 miliardi rappresentano poco meno della metà della spesa sanitaria pubblica annuale! Ma si può?
Dice: Riccardo, sei un malpensante!
Dico: ma almeno io ci provo … a pensare! E poi te l’ho già detto all’inizio della nostra discussione: a pensar male …
F.to da me, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO. #ItaliaViva#italiavivatrentino#italiavivatrento
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“THE REAR WINDOW”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Settembre, 2024 @ 7:02 amLetteralmente, la finestra sul retro. E’ il titolo originale di un vecchio film giallo del 1954 diretto da Alfred Hitchcock, tradotto in italiano con “La finestra sul cortile”.
Anche noi (a Riva del Garda) abbiamo la nostra rear window, dalla quale ci capita di osservare le finestre dirimpetto di una coppia di giovani amici, genitori di una splendida bimba di tre anni e di un nuovissimo arrivato!
Dov’è la suspence? Eccola: la mamma lo ha partorito in casa e tutto è andato per il meglio!
Noi bi-genitori e tri-nonni di dolcissime nipotine capiamo da quelle finestre se il loro piccolo dorme, quando per gli amici inizia la giornata … insomma, pur trattandosi di persone estranee alla nostra famiglia, proviamo sentimenti simpatetici, ovvero partecipiamo (ovviamente solo in parte) alle loro emozioni, ricordando le nostre di 50 anni fa!
I migliori auguri al nuovo arrivato e a tutta la sua famiglia!
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OGGI, 26 SETTEMBRE …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Settembre, 2024 @ 5:38 am… dell’anno 1938, quattro persone – Hitler, Chamberlain, Deladier e Mussolini – stanno per partire per Monaco di Baviera dove, tre giorni dopo, 29 SETTEMBRE 1938, avrebbero firmato l’ACCORDO DI MONACO, che sanciva il passaggio alla Germania dei Sudeti contro la “parola” di Hitler a non reclamare altri territori. Nel marzo del 1939 Hitler occupa l’intera Cecoslovacchia, etc..
Ricordo quanto sopra ai “pacifisti della rinuncia” di parte del territorio dell’Ucraina in favore di Putin, contro la sua eventuale “parola” a non reclamare altri territori.
Comunque … se mi sbaglio mi corigerete.
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BICINCITTA’
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Settembre, 2024 @ 9:12 amTrento, città veramente “a misura d’uomo”: io abito sul fiume Fersina al limite est-nord est della città; confino con il parco di un liceo, con i boschi e sono a 900 metri in linea d’aria da Piazza del Duomo: il fiume scivola lentamente da sinistra verso destra nella foto.
Il quartiere è leggermente più elevato del centro storico per raggiungere il quale è stata realizzata una splendida pista ciclabile lungo la Via Grazioli.
Questa mattina dovevo andare a tagliarmi i capelli. Telefono agli amici di sempre, subito un appuntamento, ho 40 minuti di tempo per pedalare in scioltezza in città.
I miei parrucchieri hanno il negozio in via Dietro le Mura. Il loro locale è anche la sede di un’associazione culturale: infatti spesso fanno esposizioni di quadri, fotografie, poesie: cimeli sportivi, sempre!
Ed è da loro che qualche anno fa mi sono fatto una foto con un “collega” ciclista, tale Gilberto Simoni! Scusate se è poco!
Come ero giovane! Evvabbè …
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L’ AUTONOMIA “DIFFERENZIATA”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Settembre, 2024 @ 7:28 amIo sono contario a quella differenziata senza virgolette, cioè a quella contro la quale anche noi di ITALIA VIVA stiamo proponendo un referendum a livello nazionale.
Ma credo che occorra ragionare anche sull’Autonomia “differenziata” con le virgolette, quella che esiste qui in Trentino. Mi spiego. La Provincia è il collettore del denaro che lo Stato le riversa quale % delle imposte che tutti noi gli paghiamo. A questo punto le strade sono tre: la Provincia si pone alternativamente come
– “holding finanziaria pura”, ovvero finanzia le iniziative dei suoi comuni;
– “holding mista”, nel senso che esegue direttamente e operativamente gli investimenti necessariamente insiti nella sua posizione;
– “holding (troppo) operativa, quando ad esempio si pone come Capo Progetto di iniziative che potrebbero/dovrebbero essere gestite dai suoi comuni maggiori, Capoluogo in testa, progetti che essa invece dovrebbe limitarsi a finanziare.
Considerando quasi tutti i Comuni trentini sono di dimensioni minime, occorrerebbe differenziare il ruolo della Provincia nei due casi: quando si pone di fronte a questi piccoli comuni da quando si pone di fronte ai comuni maggiori, Capoluogo in testa.
Faccio un esempio e mi scuso sin d’ora se per caso io mi stessi sbagliando: l’Università di Trento. Immobili nel Comune; alunni e professori nella stragrande maggioranza, residenti o domiciliati nel Comune. Il “Capo progetto” deve essere la Provincia o il Comune capoluogo? Magari mi sbaglio, ma volevo fare un esempio per far comprendere la logica che sta alla base del mio ragionamento.
Mi spiego in modo sintetico: non vorrei che la Provincia negasse ai suoi Comuni maggiori l’Autonomia che essa reclama dallo Stato. Ovvero, non vorrei che la nostra fosse una Autonomia “differenziata” in questo senso: di dare alla Provincia il potere lasciando ai Comuni (Capoluogo in testa) la responsabilità. Infatti POTERE E RESPONSABILITA’ DEVONO ESSERE SEMPRE IN CAPO ALLO STESSO SOGGETTO.
Comunque, se mi sbaglio mi corigerete …
f.to da me, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO #ItaliaViva#italiavivatrentino#italiavivatrento
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