Il Trentino che vorrei

pubblicato da: admin - 6 Dicembre, 2011 @ 5:10 pm

 Detto altrimenti: Autonomia Dinamica

In parte, vorrei il Trentino che già è. Tuttavia, per dirla con “Durnwalder il Grande”, Governatore dell’Alto Adige, poiché  panta  rei, tutto scorre e si evolve, come la sua e la nostra Autonomia, la quale deve essere “dinamica” cioè alla ricerca di un continuo miglioramento di se stessa, poiché al bene non c’è mai fine (come al male, purtroppo), lasciatemi vagheggiare un po’… ed allora vediamo alcuni possibili interventi (ovviamente non esaustivi).

  • ICT, Information Communication Technology, Intendere la comunicazione. come “communis actio”, azione comune e non come semplice informazione. Trasformare ogni “luogo del turismo” in “luogo di informazione”.
  • Politiche giovanili. Investire nella formazione manageriale dei giovani che si siano distinti negli studi e nel lavoro. Anche se non sono figli d’arte …
  • Sociale. Maggiore attenzione alle esigenze degli immigrati che svolgono azione surrogatoria rispetto ad esigenze di mano d’opera altrimenti non soddisfatte (raccolta delle mele e dell’uva) e rispetto ad altrimenti indispensabili servizi sociali (assistenza agli anziani).
  • Cultura. Messa in rete delle iniziative già esistenti, attraverso canali informativi plurilingue. Trasformare ogni “luogo del turismo” anche in un “luogo della cultura”. Sviluppare maggiormente l’ “arte musicale”, portando a Trento il melodramma.
  • Mobilità. Autobrennero a tariffe orarie, giornaliere, stagionali differenziate, per una migliore distribuzione del traffico lungo tutto l’arco del periodo considerato, come già accade per le tariffe telefoniche ed elettriche. Un sistema di telegestione e telecontrollo unificato della mobilità (e della sosta) provinciale e regionale. Per le merci, un maggiore incremento dell’intermodalità. Puntare all’alta capacità ferroviaria più che all’alta velocità.
  • Industria. Puntare sulla nascita di iniziative minori ma in rete, con forti contenuti d’innovazione.
  • Energia. Investire su un numero elevato di micro centrali idroelettriche.
  • Privatizzazioni. Per quanto possibile, intenderle come public company anglosassoni, e cioè con azionariato diffuso fra la popolazione.
  • Sistemi di area intercomunali. Attivare accordi intercomunali per la gestione unitaria di attività su bacini funzionali di area, evitandosi l’antieconomica duplicazione di servizi.
  • Agricoltura. Che generi una Scuola Europea di Agricoltura Biologica.
  • Turismo. “Il Trentino in trenino”: ripristino delle vecchie linee locali (quali ad esempio la Trento-Rovereto-Riva del Garda; linea della Valle di Fiemme). Forte impulso alle piste ciclabili di fondovalle ed in quota per valorizzare la risorsa “dislivelli” anche in estate o quando non nevica. Attivare un circuito delle malghe, degli agriturismo e dei castelli sull’esempio di quanto già avviene in Alto Adige.
  • Internazionalizzazione ulteriore dell’immagine globale del Trentino. Sulla scia dei Festival della Montagna e dell’Economia, organizzare a Riva del Garda il Film Festival Internazionale della Navigazione a Vela ed aprire “Trentanodi”, Scuola Superiore di Perfezionamento Velico Classe Crociera, a metà strada fra i Glenans e Caprera.

Solo alcune idee, dicevo … il Trentino è la nostra bicicletta, sta a noi pedalare!

Riccardo Lucatti

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