Licenziare e assumere? Ma chi?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2011 @ 3:15 pm

Diritto al lavoro del lavoratore o Diritto-Dovere al lavoro del lavoratore e dell’impresa?

“Occorre avere riguardo alle situazioni esistenti, gestendo al meglio le risorse aziendali offrendo al contempo opportunità di lavoro ai non occupati”

Detto altrimenti …

…oggi si discute e presto si deciderà: licenziamento con o senza giusta causa. Io sottopongo al giudizio de lettore un terzo angolo visuale. In taluni Enti e Società  esistono dipendenti che non svolgono alcuna mansione, per pigrizia o incapacità. Costoro spesso vengono continuamente “scaricati” da un comparto all’altro della struttura. Nel frattempo tuttavia percepiscono uno stipendio, ma soprattutto occupano un posto di lavoro che potrebbe essere attribuito ad un lavoratore produttivo. Per converso, che dire dei lavoratori precari, delle false partite IVA, dei falsi contratti a progetto? Occorre fare chiarezza su queste posizioni, entrambi “irregolari”. Come rimediare?
Fra i vari tipi di certificazioni aziendali marcate UE, vi è la Certificazione SA8000, cioè la certificazione di gestione della responsabilità Sociale. Essa “ha l’obiettivo di massimizzare il valore dell’organizzazione intesa come sistema complesso costituito da risorse …. puntando sul benessere collettivo ed individuale dei propri collaboratori. La certificazione definisce i requisiti minimi indispensabili dell’organizzazione etica …”
Orbene, se non è etico ed anzi è un reato praticare il mobbing, altrettanto non-etico è precludere l’ingresso nel mondo del lavoro ad un potenziale lavoratore solo in quanto la posizione cui egli aspira è ricoperta da un nulla facente, così come non è morale utilizzarlo senza dargli alcuna prospettiva di stabilità e di futuro. Ed allora si potrebbe:

1)  Inserire fra i requisiti per l’ottenimento ed il mantenimento della certificazione SA8000 da parte di Società e di Enti quanto segue:
a. il non far ricoprire posti di lavoro da persone che non siano in grado o non vogliano svolgere effettivamente il ruolo loro affidato in linea con le esigenze azuendali, le proprie capacità professionali, il prprio titolo di studio e categoria di appartenenza, pur essendo state offerte alle stesse – in modo documentato – diverse opportunità;
b. il non avvalersi di false partite IVA, di falsi lavoratori a progetto e di falsi precari;
2)  obbligare tutti gli Enti e le Società, pubbliche e private, ad ottenere e mantenere la certificazione SA8000,  a difesa sia di una migliore gestione aziendale sia dell’interesse dei dipendenti che facciano il loro dovere. Ricollegare alla presenza/assenza della certificazione benefici/sanzioni fiscali;
3)  legittimare il licenziamento delle persone di cui al n. 1a non per “giusta causa” ma per una specifica duplice “responsabilità sociale” dell’Ente/Società nei confronti sia della collettività (in quanto una gestione ottimale delle risorse pubbliche e private si impone, soprattutto in periodo di crisi) sia di chi legittimamente aspira a quella posizione avendo i requisiti e la disponibilità a compiere scrupolosamente il proprio dovere sulla base di un contratto di lavoro a tempo indeterminato dopo che abbia superato un congruo periodo di prova.

Che ne dice, Presidente Monti? E tutti Voi, cosa ne pensate?

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Il mio regalo di Natale al Trentino: una nuova Cooperazione

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2011 @ 9:02 am

Le Viote del Bondone

Il mio regalo di Natale al Trentino: una nuova applicazione della Cooperazione

Detto altrimenti … la bicicletta c’è, è il Trentino: sta a noi pedalare … e faremo ancora tanta strada, anche in salita!

Proviamo … proviamo a costituire in Trentino una cooperativa di giovani. All’inizio, e solo all’inizio, finanziata dalla Provincia Autonoma, la quale ne copra i costi di avviamento (solo quelli). Proviamo ad individuare un sito, un settore, un ambito turistico non ancora del tutto utilizzato e affidiamone a questi giovani l’ organizzazione e la vendita ai turisti. Un esempio? Potremmo prendere il sistema delle piste ciclabili e farne organizzare l’utilizzo e la vendita del loro utilizzo quale prodotto turistico attraverso l’organizzazione e la guida di gruppi di turisti attraverso le meraviglie della regione, la prenotazione degli alberghi, il trasporto dei bagagli, il noleggio e la riparazione delle biciclette, etc.. Oggi ciò avviene, ma spesso ad opera di organizzazioni esterne al nostro territorio. In Europa abbiamo ottimi esempi. ne cito due. La via del Danubio, in bicicletta: La via d’acqua per house boat dal Mediterraneo all’Atlantico, in Francia.

Trentino, esempio al Paese intero? Why not? Una possibile componente del Piano di Crescita del Paese? Certo, Presidente Monti. Un esempio esterno al nostro Territorio? Eccolo. Presidente Monti, visiti il Delta del Po. Una meraviglia: della natura si, indubbiamente, ma non certo quanto ad organizzazione. Infatti, quanti turisti lo visitano quasi per caso e quanti di più potrebbero invece essere? Di quante strutture alberghiere dispone e di quante invece avrebbe bisogno? Quanto si investe nella pulizia del sito? Nella sua reclamizzazione e vendita? Nella cartellonistica? Su quanti accompagnatori turistici si può contare? Ecco qui un’altra possibile cooperativa di giovani, organizzata come sopra detto.

Presidente Monti, pensi un po’ … quanti sono in Italia i siti naturalistici, storici, artistici etc.  abbandonati, non curati, non valorizzati e soprattutto non venduti quali prodotti turistici! Quante cooperative giovanili si potrebbero organizzare! A quanti giovani si darebbe un lavoro! Quanto ne guadagnerebbe il Paese intero!

Amici, che ne dite di questa idea? Il Trentino, patria e campione della Cooperazione, potrebbe dare l’esempio! Cosa ne pensano i manager trentini della Cooperazione? Si facciamo vivi, ci trasmettano anche per questa semplice via del blog le loro esperienze e i loro insegnamenti! Se conoscete qualche esperto in Cooperazione, segnalategli questo articoletto. Dai, che “viribus unitis” ce la faremo!

E voi, tutti voi, avete a vostra volta proposte da formulare per far crescere sempre di più il Trentino? Preparatevi, perché fra breve su questo Blog lancerò un Concorso di Idee!

Detto altrimenti: se non ora, quando?

Riccardo Lucatti

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Trento blog? … E Trento sia!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2011 @ 5:40 am

Trento lungo la Fersena

Trento – Città – Natale

Trento città Natale
Trento di acqua e di vino
Trento adottiva
Schiva – Schiava – Surgiva.

Trento in verticale
Bondone si sale
In Vigolana l’Orsa s’inchina
A Trento – al Concilio – A birra alla spina.

Trento la Torre Verde
Adige sponda di erbe
Trento si tiene
A valle Fiume si perde.

Trento Fersena un rivo
Trento dove io vivo
Trento un nome
Un sostantivo.

Trento illividita
Inverno delle mie dita
Trento dolomia scolpita
Trento invita.

Trento le mille voci
Todeschi Taliani Ladini
Città Provincia Confini
Trento i mercatini.

Trento due volti
Trento in molti
Trento da solo
Trentino – Tirolo.

Trento neve fa bianca
Trento mai stanca
Di Autonomia
Di Sociologia.

Trento colori
Bandiere Governatori
Trento viva diletta
Salita – Povo – Spalletta.

Trento la mala voce
Trento delizia e croce
Trento Piazza del Duomo
Campana – Fulmine – Tuono.

Trento i Senatori
Curia – Silenzio – Pastori
Trento caccia nei boschi
Politica – Cervi – Umori.

Dante Degasperi addita
Trento in sordina
Trento stupita
Trento – Marcello – Farina.

Trento studenti bolletta
Ragazze sci bicicletta
Trento giovane e bella
Amore in Camporella.

Trento lo smaccafam
Nonesi Pedavena
Birra Solandri
Polenta – La cena.

Trento la Via Grazioli
Vino – Dolci – Pinoli
Trento soffonde le luci
Il Natale gli Amici.

Trento la Villa Moggioli
Trento il Viale Trieste
Trento le Buone Feste
Trento le Buone Intenzioni …

… ed i panettoni.

Riccardo Lucatti

Detto altrimenti: “Buon Natale, Trento!”

 

 

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Prime riflessioni all’alba del 17 dicembre 2011…

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Dicembre, 2011 @ 6:33 pm

Fra l'aurora e l'alba

1) Il denaro con il cartellino? Pecunia non olet, disse l’imperatore Vespasiano a chi gli faceva notare la possibilità degli effluvi maleodoranti che avrebbero potuto generarsi dai vepasiani a pagamento che egli aveva fatto istallare. Cioè il denaro non puzza, e non ha il cartellino che ne attesti la provenienza. Tuttavia il Presidente Monti ha attaccato un cartellino: quello incollato al denaro occorrente ad elevare la soglia delle pensioni indicizzate, dicendo che esso proveniva dalla tassazione dei denari scudati. Ora, anch’io io vorrei attaccare un mio cartellino e cioè il cartellino ai denari che io pago di tasse e seguirne il percorso sono a quando vanno a contribuire a pagare stipendi e buonuscite plurimilionarie a manager di stato, banchieri etc., tutte persone che potranno beneficiare della mancata fissazione di un tetto massimo a “soli” €350.000 annui, o sino a quando vanno a finanziare ciò che non è stato finanziato dall’ICI-IMU sui beni ecclesiastici, o a finanziare ciò che non è stato finanziato con la tassazione dei capitali italiani in Svizzera, o sino a quando questi miei denari servono per acquistare nuove armi, o siano a quando finanziano grandi opere inutili, inquinanti ed antieconomiche etc.. E voi, non avete cartellini da attaccare?

2)  … zioni … zioni … zioni … cioè “liberalizzazioni”. Ma che fine hanno fatto le privatizzazioni?

3)  Presidente Monti, il Suo governo non si distingue dal precedente in quanto “tecnico”, ma in quanto formato da “non parlamentari”. Finalmente … riabbiamo la separazione dei poteri! Finalmente .. a votare la fiducia alla Sua compagine non concorrono anche i voti di ministri che sono anche parlamentari e che cioè votano la fiducia a loro stessi! Quindi a me sta bene che un parlamentare dica “noi parlamentari” e “voi del governo”.

4) Presidente Monti: bene. anzi benissimo, per la messa a gara a pagamento delle frequenze TV. Ci rendiamo conto che Lei non ha una maggioranza “sua” ma sta facendo del suo meglio per risolvere la gravissima crisi nella quale altri ci hanno condotto e di ciò la ringraziamo, ma almeno .. che risulti con chiarezza chi non permette di fare ciò che sarebbe veramente significativo sul piano morale e finanziario. Non demorda, ma “morda” dove occorre!

Detto altrimenti: Presidente Monti, ci aspettiamo ancora molto da Lei!

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Erri De Luca a Trento, giovedì 15 dicembre 2011

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Dicembre, 2011 @ 8:43 pm

Erri De Luca

La chiesa di San Lorenzo a Trento è una di quelle che ti tolgono il fiato, nella sua semplice bellezza dolomitica, tale è il colore delle rocce che la formano. Non è rivestita, è costituita, formata appunto, di rocce. Romanica, austera ed invitante come i pinnacoli del Brenta. Piena di gente, nelle navate e nel coro. E in piedi. Conduce Paolo Ghezzi, già direttore de L’Adige.
Erri De Luca, prima dell’inizio della riunione, passeggia fra la gente, saluta amici e sconosciuti, firma dediche sui suoi libri. Anche su quelli di Maria Teresa e miei. Sorride pacato. Più lungo che magro, un napoletano che ha “navigato il mare della vita” e “scalato montagne di pietra”. L’argomento? La montagna, il rapporto con l’uomo. Ma il discorso si amplia molto. Dice di non essere credente. Appunto …dice. Conosce benissimo le Sacre Scritture. E’ alla ricerca del significato della vita, del senso più intimo dei sentimenti umani, delle cose. Penso: magari, “utinam”, tutti i credenti fossero alla ricerca come lui. Gli dico che non ci credo. Lui è un ricercatore della fede. Mi risponde che “non riuscirai a fare di me un ricercatore” E invece … dice di non credere, ma accetta che esista per me il mio Dio. Allora ti sei fregato da solo – penso dentro di me – perché il mio Dio pensa anche a te, esiste anche per te, anche se tu dici che non è vero.. Dei tanti pensieri espressi da Erri, ne cito solo tre. Il popolo di Israele si è salvato quando ha accettato le tavole della legge come propria legge, sul Monte Sinai. Il popolo italiano del dopoguerra, diviso fra monarchici e repubblicani, fra ex partigiani ed ex fascisti, fra nordisti e suddisti, ha trovato la sua unità, è diventato un vero popolo, un popolo libero nel momento in cui si è dato la Costituzione. Ogni modifica, ogni sottrazione a quel documento, afferma, corrisponde alla perdita di un pezzo della nostra libertà ed identità. La paura? In montagna e ovunque è un sentimento naturale: chiediamoci innanzi tutto perché e di cosa abbiamo paura. La paura di Dio? E’ solo la paura di perdere il suo amore (e questo sarebbe un non credente? N..d.r). E poi, l’amore. E’ un sentimento egoistico, totalizzante. Esiste solo lui e annulla tutti gli altri. E tu devi dare tutto il tuo amore, devi esaurirne la scorta. Allora l’amore si ricreerà in te, la scorta si ripristinerà, e comincia un’ altro dono d’amore. Alla faccia del non credente!
E oltre a questo, molto, molto di più. Grazie, Erri.
E voi, conoscete i suoi libri? Secondo voi, chi ha ragione? Chi dice di non credere o chi dice che lui crede, anche se non lo sa?

Detto altrimenti: Erri è uomo poliedrico, abile a sintetizzare ma difficile da essere sintetizzato

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Dal Barbarossa a Monsignor Bagnasco

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2011 @ 4:34 pm

Federico Barbarossa

Il Barbarossa, il Vescovo Jacopo da Varagine e Mons. Bagnasco

S’era al tempo del Barbarossa. L’imperatore inviò suoi messi presso la Repubblica Marinara di Genova. Costoro chiesero alla città un simbolo attestante la sottomissione all’imperatore. Concesso. Chiesero poi che la città si assoggettasse al pagamento di tributi all’imperatore. A Genova partì subito un piano di opere pubbliche, realizzate per via d’urgenza senza la procedura della gara d’appalto. Fu eretta una triplice cerchia di mura. L’imperatore, vista la situazione, “concesse” alla Repubblica l’esenzione dai tributi imperiali!

.
downloadGià, perché il Vescovo di Genova, Jacopo da Varagine (Varazze) aveva teorizzato la derivazione del potere della Repubblica Marinara direttamente da Dio, scavalcando gli inutili intermediari di papato e impero. Ah … la forza di tre cinta di mura, di un ricco sistema finanziario, di una potente flotta di galee, di una formidabile rete commerciale internazionale!  Jacopo da Varagine di cognome “faceva” Fazio. Chissà se era un antenato di tale Fazio Fabio …  Jacopo da Varagine è autore della  Legenda Aurea,  una raccolta medievale di biografie  composta in latino. Fu compilata a partire circa dall’anno 1260 fino alla morte dell’autore, avvenuta nel 1298. L’opera costituisce ancora oggi un riferimento indispensabile per interpretare la simbologia e l’iconografia inserite in opere pittoriche di contenuto religioso.

(Nascosta fra i carugi della vecchia Genova, c’è la Piazzetta Jacopo Da Varagine che il popolino spesso inconsapevolmente storpia: ” Giobatta? Abita in piazza della Voragine!”)

Oggi, Monsignor Bagnasco Genovese, di fronte alla possibile imposizione di un novello Barbarossa che potrebbe gravare di ICI gli immobili della Chiesa (non solo di quella genovese) adibiti ad attività commerciali, afferma: “Se ne può discutere”. Infatti gli mancano la triplice cinta di mura, galee, etc.. Le stesse difese mancano anche a me, con l’aggravante che quando devo pagare i miei F24, non ho la possibilità di discuterli con chicchessia.

Perdonerete le divagazioni, ma era troppo allettante ricordare gli antichi fasti genovesi, per me, nato a Genova “ma” residente in Trentino da 25 anni …

Detto altrimenti: ripassiamo la Storia!

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Buon Natale ai più piccini!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2011 @ 11:37 am

Controluce

E dopo tanti post “seriosi” eccone uno per i più piccini

La leggenda del Garda

Tanti, tanti anni fa, un pastorello pascolava il suo gregge lungo i fianchi di una ripida montagna del Trentino. Era la vigilia di Natale e faceva molto freddo.
Il pastorello si riparò dentro una capanna e accese un fuoco per scaldarsi. Egli era così stanco che si addormentò e dormì sino a notte fonda. Svegliatosi all’improvviso, s’accorse che il gregge si era disperso giù nella valle. Spaventato, si mise a piangere.
All’improvviso gli apparve un Bambino come lui che gli chiese: “Perché piangi, pastorello?” “Le mie pecore si sono disperse nel fondovalle, rispose, ed io non riuscirò a ricondurle all’ovile”. “Non ti preoccupare”, gli rispose il Bambino, e, volto lo sguardo a valle, con un gesto ne sbarrò lo sbocco verso la pianura.
Ed ecco che le lacrime del pastorello riempirono la valle e la trasformarono in un grande, meraviglioso lago, il Lago di Garda.
Fu allora che il pastorello vide arrivare a Riva tante barchette a vela, sospinte da una provvidenziale brezza. Man mano che le barchette toccavano terra, riprendevano l’aspetto originario di pecorelle non più smarrite, ed egli potè ricoverarle al sicuro nell’ovile, e, per la felicità, le lacrime del pastorello si trasformarono in lacrime di gioia.
Per il pastorello e per tante altre persone oltre a lui questo fu un meraviglioso regalo di Natale.
Da quel momento, ogni giorno, ad una certa Ora, sul Lago si alza la stessa brezza per ricondurre a Riva le barchette a vela e le pecorelle che si fossero eventualmente smarrite.
Buon Natale a tutti i bambini!
Riccardo Lucatti

 

Detto altrimenti? Questa volta  c’è un solo modo di dire, bambini: Buon Natale!

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Il Governatore Dellai …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2011 @ 2:48 pm

Il Governatore Lorenzo Dellai, il 6 dicembre 2011, è intervenuto nella Sala Rosa della Regione alla presentazione del libro di Luigi Sardi e Elio Fox “Il Trentino e l’Italia 1861-2011”, Topografia Editrice Temi.

Luigi Sardi

Trentino, terra di confine … un confine doveva pur esserci fra il mondo tedesco e quello italiano, senza ricorrere ad espressioni forti come quelle usate da Francesco Petrarca con il suo “Ben provide la Natura al nostro stato,/ quando de’ l’Alpe schermo/ pose fra noi et la tedesca rabbia …”. Oggi più che si rabbia dovremmo piuttosto parlare di modelli con alcune componenti da imitare, se abbiamo riguardo soprattutto al surplus della Germania e all’oculatezza dell’Austria. Surplus tedesco, a tutti noto, soprattutto di questi tempi. Oculatezza austriaca? Si, infatti avendo io richiesto all’Uffico del Turismo Austriaco informazioni sulle piste ciclabili austriache, ho ricevuto ottimi depliant e le indicazioni per effettuare un eventuale versamento bancario quale gradito contributo volontario alla copertura delle spese postali. Ben fatto, ho pensato, 10 euro assolutamente meritati! Torniamo a Dellai. Il Governatore ci ha ricordato un peccatuccio originale, la “conquista” di un lembo di terra, l’Alto Adige (alias Sudtirol) che italiana proprio non sarebbe stata … ora, tuttavia, superata questa fase attraverso passaggi internazionali e costituzionali, possiamo rilevare come il Trentino e a cascata il Sudtirol siano stati e siano il cuscinetto culturale, la frizione idraulica che collega due sistemi che si muovono con velocità e modalità differenti, ottenendo un “risultato di reciproca autonomia e convivenza” che ormai è un modello a livello mondiale. Non tutti i mali vengono per nuocere, quindi …. Non contrapposizione, infatti, ma reciproca conoscenza, rispetto e soprattutto dialogo, comunicazione, cioè ben più di informazione reciproca quanto piuttosto “communis actio, azione comune”, sino alla formazione di una Euregio, Regione Transfrontaliera, innanzi tutto entità culturale al cui interno la diversità è arricchimento e non contrapposizione.

Detto altrimenti: evviva le diversità che si integrano mantenendo le proprie specificità!

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A chi la gestione dell’Autostrada del Brennero?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2011 @ 7:15 am

Perdonerete se questa volta il discorso non sarà brevissimo. In un Paese campione nelle eccezioni, nelle deroghe, nel distinguo, nelle leggi “ad personam” e/o “ad situazionem” (scusate il latino maccheronico), in un’Europa in cui l’Inghilterra di permette di dire che le sue banche devono essere impenetrabili agli accertamenti europei che potrebbero svelare le evasioni fiscali che affossano i suoi partner, be’ in un sistema siffatto noi, per la par condicio europea, dobbiamo mettere a gara la gestione dell’Autobrennero! Non mi quadra. Traforo del Brennero e Autostrada del Brennero. Collegamento nord sud. Quello che sopporterà il sempre maggior volume di traffico merci, dagli scali marittimi del nostro meridione verso il nord Europa. Infrastrutture e collegamenti che attraversano territori delicatissimi, i nostri. E dovrebbero essere eventualmente gestiti magari da un vincitore di gara che abita a 2000 km di distanza? Magari inglese? Quando mai?! Apro una parentesi, ma mica tanto parentesi. Riflettiamo insieme su altri due progetti: il Ponte sullo Stretto di Messina e il TAV (Trento Alta velocità Lione-Torino). Il Ponte non s’ha da fare (ometto qui di elencarne le ragioni) e non s’ha da fare né con denari pubblici (ci mancherebbe altro!) né con risorse private perché, in tal caso, scommetto che una clausoletta piccola piccola, scritta in Arial 10, prevederebbe che eventuali sbilanci di gestione sarebbero pareggiati con denari pubblici, altrimenti quale privato rischierebbe tanto? Il TAV poi … corridoio est-ovest, programmato per 20 milioni di tonnellate annue di merce quando al massimo su quella linea ne passano 2-3 (per di più a diminuire!) e l’attuale vecchia linea è utilizzata solo al 20%! (ma almeno, se non altro, chiamiamolo TAC Treno ad Alta capacità), costo stimato 30 miliardi di Euro. Ma poi, se aumenta? Ricordo che il costo della tratta TAV Milano-Torino, in pianura e senza ostacoli naturali è aumentata di 6 volte rispetto alle previsioni! Ed allora? Perché cito questi fatti da noi apparentemente così “lontani”? Perché in realtà essi sono molto vicini ai noi, ai nostri problemi di quanto non immaginiate a prima vista. Innanzi tutto perché quelle risorse potrebbero essere destinate – se non altro – ad attrezzare l’asse del Brennero e – fra l’altro, lasciatemelo dire – a non licenziare gli 800 dipendenti di Trenitalia addetti ai vagoni letto. E poi perché al TAV si oppone soprattutto il Popolo della Valle di Susa con un’intensità molto maggiore di quanto il Popolo della Valle dell’Adige dovrebbe e potrebbe reclamare che la gestione dell’Autobrennero debba restare in regione. Perché? Un esempio. Che ne direste se un gestore inglese desse il via a interventi di manutenzione ai ponti autostradali (sempre più prossimi, stante il rilevante e non del tutto previsto logorìo dovuto all’incremento del traffico dei TIR) senza tener conto dell’andamento dei flussi di traffico turistico? Riflettete. Ogni Comune programma gare di appalto ed interventi per la manutenzione della propria rete viaria. Talvolta capita che le ditte vincitrici debbano intervenire “a prescindere” anche nei periodo di maggior traffico cittadino, turistico o meno, per rispettare i termini di scadenza della consegna dell’opera. Ora, se questo accadesse nel caso Autobrennero, quale sarebbe il danno per le nostre economie? E questo è solo uno dei motivi a supporto del fatto che la gestione dell’A22 deve restare in regione. E poi, localmente siamo portati a reinvestire localmente i proventi di gestione, magari nell’incremento dell’intermodalità del nostro interporto, per spostare il traffico merci dalla gomma alla rotaia. Ma che fine farebbero i proventi realizzati in capo ad un gestore inglese? Ah, la perfida Albione, ma allora sei prevenuto, direte voi … lasciamo perdere, il discorso vale per qualsiasi altro gestore esterno. (Però, mi viene un’idea … proviamo a lanciare una provocazione: Gara? Ok, ma con l’esclusione della GB! Vediamo come reagiscono). La “localizzazione locale” della gestione dell’A22 (e del successivo nuovo traforo del Brennero) è una fattore “strategico”, cioè, letteralmente, “indispensabile e insostituibile” della “gestione del territorio locale e della produzione di un servizio a valenza internazionale”. Facciamo valere questa idea nelle sedi europee, esigiamo la deroga necessaria a vantaggio del nostro territorio (ciò sarebbe innegabile) ma soprattutto a vantaggio del Sistema Europa che non potrebbe contare su un gestore più direttamente interessato di noi al migliore funzionamento del Sistema del Brennero.

Detto altrimenti: se l’Inghilterra punta i piedi, puntiamoli anche noi!

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Motivo d’allarme

pubblicato da: admin - 6 Dicembre, 2011 @ 5:16 pm
E’ il titolo di un bellissimo giallo di Eric Ambler (Gli Adelphi, 2006), che vi consiglio di leggere. Ora, anche noi potremmo avere un giustificato motivo d’allarme, nel momento in cui assistiamo a fortissime e repentine variazioni delle quotazioni dei titoli del nostro debito pubblico, i quali, se pur non vengono “svalutati” ufficialmente, tuttavia scontano tassi di rendimento abnormi, che corrispondono appunto ad un enorme ribasso del valore loro attribuito da chi li acquista.
Orbene, allorquando nella borsa italiana, a Piazza Affari tanto per intendersi, un titolo “scende troppo”, le contrattazioni vengono giustamente sospese per “eccesso di ribasso”. Ciò per evitare che situazioni contingenti possano essere sfruttate dalla speculazione oltre ogni ragionevole accettabile limite, a danno dei risparmiatori e del titolo borsistico in questione.
Vecchi amici miei, commercianti, ebrei e genovesi (che volete di più?!), riferendosi ad un certo mercato di merci reali, solevano dire. “Purché il mercato si muova, in su o in giù, non importa.. In ogni caso per noi va bene, perché possiamo entrare sul mercato al rialzo o al ribasso. E più forti sono le movimentazioni, tanto meglio per noi”.
Questo loro atteggiamento mi è tornato alla mente di fronte al fatto che, a seguito di una dichiarazione (del governo tedesco o francese, della banca mondiale, della BCE, di un’agenzia di rating etc.), le quotazioni dei titoli del nostro debito pubblico salgano e scendano improvvisamente da un giorno all’altro.
Domando: non è possibile verificare chi “entra” ed “esce” da queste posizioni in titoli, nei momenti più opportuni (per lui, s’intende!).
Sapete, solo per capire come vanno le cose del mondo, nel senso che “a pensar male si fa peccato ma si indovina (G. Andreotti, I, 1). E ciò poichè se taluno si arricchisce, dato che nulla si crea e nulla si distrugge (A. Lavoisier), è giocoforza che altri si impoveriscano e siccome di questi tempi io mi sento impoverito, vorrei sapere chi sto facendo arricchire. Tutto qui.
 
Detto altrimenti: nulla accade per caso
 
Riccardo Lucatti
 

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