CARO BLOG TI SCRIVO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Novembre, 2012 @ 8:06 am

Detto altrimenti: Ieri sera, alla TV, commemorazione di Lucio Dalla

Solo il titolo. Per questo mio post ho preso solo il titolo. Lucio Dalla. Quale delle sue canzoni preferisco? Sarà che sono genovese, che il “mio” porto mi ha sempre affascinato … ecco, avete capito, quella del porto, quella della ragazza madre e subito vedova, la mamma di “Gesù Bambino”. E poi, quell’applauso, meraviglioso, scoppiato quando Vecchioni ha detto: “Io sono come lui: di sinistra e credente, praticante”.

Ma veniamo a noi, anzi, all’argomento del post, altrimenti con quell’ “a noi” non vorrei essere frainteso!

Caro blog ti scrivo perché ieri sera alla TV ho visto anche un’altra “cosa” e cioè che sono stati trovati i 200 milioni di euro che erano stati sottratti alla cura dei malati di SLA, i quali quindi ora non sono più condannati a morte. 200 milioni, 400 miliardi delle vecchie lire. Ma qual è l’ordine di grandezza della scala entro la quale ci stiamo muovendo?

Avete presente le carte geografiche? Scala 1.25.000, 1:50.000, 1:250.000 etc. A secondo della scala, un “vostro” centimetro vale un numero crescente di km..

Anche qui, in questo caso. E la scala in questione non è certo quella di un bilancio familiare, né quella di una impresa anche di medie dimensioni. Ci stiamo muovendo entro la “scala dello Stato Italia”, entro la quale si deve realizzare il “bene comune”, che non è “il bene di alcuni, di molti, di pochi” ma “il bene di tutti”. Chi è schiavo del bisogno non è libero. E se qualcuno non è libero, non esiste la libertà, che o esiste per tutti o non esiste. E senza libertà non esiste nemmeno la democrazia.

Prima di tornare a parlare della “scala della democrazia” un’osservazione: l’avere rimediato al fattaccio (la riduzione dei contributi pubblici in favore dei malati di SLA) significa che il fattaccio era stato perpetrato. Ma … dice … non ci sono soldi … replico: è una questione di scelte, di priorità. Come si fa a dare la priorità a 2 (due) dei 90 (novanta) cacciabombardieri F35 che ci costano ben 105 milioni cadauno rispetto al mantenimento in vita di malati di SLA?

F 35

Un mio vecchio capo, lo voglio citare, il Senatore Bruno Kessler, soleva dire. “Chi fa le connessioni ha vinto, ha capito i meccanismi ..” Ecco, lasciatemi fare questa connessione e domandarmi perché alla TV si è dato uno spazio minimo alla decisione del Governo di acquistare 90 caccia bombardieri F35 (circa 10 miliardi di euro) e tanto spazio invece se ne dà ai 200 milioni tolti e rimessi sul tavolo degli ammalati di SLA?

Non sono un antimilitarista. Mio babbo era maresciallo dei CC. Mio zio, generale comandante della FTASE, Verona. Io sono stato S.Ten. cpl. nella Tridentina. Sono contro le guerre che non siano di difesa, come prevede la nostra Costituzione. Tuttavia non mi pare questo il tempo di investire in armamenti. Ogni giorno cresce il numero dei disoccupati, delle aziende che chiudono i battenti, delle famiglie che “falliscono”. La “cura Monti” sicuramente ci ha salvato dal fallimento …

ma tutti i super manager, capitani d’azienda e d’aziende che hanno retto la barra del timone negli ultimi 20 anni, non potevano incaricare un ragioniere, ad esempio il ragionier Spinelli, di redigere un foglio excell con la proiezione dei flussi finanziari? Sicuramente il ragionier Spinelli ne sarebbe stato perfettamente in grado e in tal modo si sarebbe potuto intervenire per tempo. Altro che la politica dello struzzo che la crisi non c’è! …

F 24

… la “cura Monti” ci ha salvato dal fallimento, ma deve essere accompagnata da un riesame delle priorità, da un riesame del modello di sviluppo da adottare (che non è detto sia quello seguito sino ad oggi) e da una serie di provvedimenti immediati a favore di chi ha bisogno “subito” di lavoro per sopravvivere e … per “pagare le tasse!”. Già, perché i disoccupati non le pagano …

Ma … “ghemma veiter”, per dirla in dialetto sud tirolese, andiamo avanti. F35. Quanta finanza dobbiamo sborsare ogni anno, oltre ai 10 miliardi del primo anno? Questi esborsi annui per gli F35 a quanti nostri F24 annui corrispondono? Possiamo ipotizzare che fra addestramento, manutenzione e costi di esercizio ci si aggiri intorni al 20%, cioè a 2 miliardi di euro l’anno. Ognuno di noi faccia il conto rispetto al proprio F24.

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HO LETTO UN LIBRO …. DI DON MARCELLO FARINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2012 @ 4:15 pm

Detto altrimenti : “E per un uomo la terra” – Lorenzo Guetti, curato di campagna

Venerdì prossimo 23 novembre 2012 ad ore 15,00 presso il Casino di Arco, all’interno delle manifestazioni “Pagine del Garda” , XX Mostra del Libro, rassegna dell’editoria gardesana, Marcello Farina presenterà questo suo libro

Marcello Farina. Vedi post del 2 luglio 2012. S’era “ospiti” suoi. Ci illustrava gli affreschi dei Baschenis e i paesi delle Giudicarie esteriori. Ci condusse ad una sosta: di fronte alla casa natale di Don Lorenzo Guetti, “il fondatore della cooperazione trentina”. A Vigo Lomaso.  Il libro, un dono di giorni prima. Dovrebbero adottarlo nelle scuole, tanto è attuale ancora oggi. Don Guetti: cinque persone in una.

 

1) Sacerdote – Persona, “di un mondo cattolico radunato intorno ai bisogni del popolo, perchè così invita a fare il Vangelo” e non attorno ad una “fede diventata bandiera ideologica per dimostrare il proprio interesse per il popolo”. Persona sincera, di una sincerità “che non disprezza in certo casi il silenzio e la discrezione, la scelta delle cose da dire ed il modo in di dirle”. Sincero quindi onesto. Onesto quindi puro. Puro, cioè “senza secondi fini”. Prete “nazionale”, non “conservatore” antepone il bene del popolo alla cieca ed inerte accondiscendenza del “quaeta non movere”. Con buona pace per il Vescovo e dell’Imperatore. Egli agiva, semplicemente agiva per il bene del popolo, senza “chiedere il permesso di fare del bene”, convinto com’era che “il bene del popolo fosse la legge suprema della sua coscienza e del suo agire”.
2) Manager del suo popolo di povera gente. Fonda le cooperative. Fonda le banche cooperative, sull’esempio delle banche ideate nell’ambito tedesco da Friedrich Wilhelm Raiffeisen. Reiffeisen, un cognome. Lo sapevate? E poi “chi chiede denaro, deve dire a cosa gli serve”. Ed eccolo inventarsi un mestiere: quello del tecnico agrario, del “sindacalista” dei contadini (di quelli poveri, cioè di tutti), dello studioso del fenomeno dell’emigrazione, del fondatore di cooperative e di banche.
3) Uomo politico. “Andiamo tutti a votare! Combattiamo la mentalità fatalistica del tanto non serve a nulla … Andare a votare è un obbligo di coscienza, un dovere. Tralasciarlo sarebbe uno dei peccati d’omissione”. All’interno della Dieta di Innsbruck riesce a compattare il gruppo degli italiani, fino a quel momento succubi dello strapotere dei due gruppi prevalenti, tedesco e slavo. E allora, anche oggi: andiamo a votare, gente! Se non altro perchè una maggioranza che non vota soccombe di fronte ad una “maggioranza” (fasulla) di votanti (v. quorum referendario).
4) Contestatore illuminato. Contestatore della vita tragicomica viennese, il cui parlamento era bloccato dai veti incrociati dei diversi gruppi etnici. Pare di vedere i nostri partiti politici attuali. “O voi che sedete negli scanni dorati del parlamento e non avete coscienza dei problemi della gente …”. Don Guetti calcolò che in due mesi il parlamento era costato 336.000 fiorini, somma con la quale si sarebbero potute sfamare molte famiglie …. Attuale, dicevo, per noi che viviamo in un paese nel quale oltre la metà dei pensionati percepisce meno di €1.000,00 al mese (e dire … fortunati loro … che almeno una pensione ce l’hanno!) mentre le caste si riservano stipendi, buonuscite, pensioni e benefit milionari (in euro, non in fiorini!).
5) Autonomista. Impero Austro Ungarico. L’imperatore Francesco Giuseppe ebbe a dirgli: “Il Trentino è una provincia bella, peccato che sia così povera”. Povera anche perché dal centro nulla si faceva per risolvere il problema di una provincia “di confine”, abitata da una “minoranza linguistica!. Ed eccolo reclamare l’Autonomia Amministrativa, germe di quella che abbiamo oggi. Leggere della sua spinta autonomistica, a me, genovese di nascita,  ha richiamato alla mente un altro prelato, alto prelato, un  Vescovo: Jacopo da Varagine (da Varazze) che al tempo della “Autonoma” Repubblica Marinara di Genova reclamava la derivazione del potere della Repubblica direttamente da Dio, saltando papato ed impero. Per questo è ricordato a Genova, che gli ha intitolato una piazzetta  nel centro storico. Lui, però, era “difeso” da una triplice cinta di mura e da una flotta poderosa, difese che a Don Guetti mancavano …

Una persona è grande non per l’ambiente entro il quale si muove, ma per quello che fa. A maggior ragione se opera multa paucis, cioè se riesce a realizzare molte cose partendo dalle poche, piccole realtà con le quali è a contatto. Questo è stato Lorenzo Guetti. Da studiarlo nelle scuole, dicevo all’inizio, all’interno di due corsi: di religione e di educazione civica.

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NOTIZIA IN BREVE: DEPOSITI SVIZZERI TASSATI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2012 @ 11:23 am

Detto altrimenti: timeo Danaos et dona ferentes …

Temo i Greci anche quando mi portano regali … I Greci? No, è un modo di dire, antico, molto antico. Oggi, poveri Greci, ogni miglior augurio per loro! I “Greci” ai quali mi riferisco sono … Svizzeri!

Jakob, risus abundat in ore stultorum …. 

Svizzeri? Si, Svizzeri. Leggo su l‘Adige odierno una “notiziola” (??!!), affogata all’interno del ben più corposo articolo “Redditest per il rischio fisco”, a pag. 4. Eccola: il Vicepresidente dell’Associazione Svizzera dei banchieri (la nostra ABI) Jakob Shaad informa che le banche svizzere agiranno da sostituto d’imposta sui depositi “italiani” presso di loro, riscuotendo le imposte a noi dovute per poi trasmetterle al fisco italiano. E si permette di ironizzare: “I soldi arriveranno in Italia senza bisogno di un esercito di finanzieri intorno”.

Per inciso: questa ironia non te la passo, Jakob. Nessuna ironia o lezione da parte di chi, da secoli, vive di ipocrisia facendo da sponda ad evasori fiscali, soldi “non certificati”, etc..

Riprendo il discorso. Mantenendo l’anonimato, s’intende! Ci mancherebbe altro! A pensar male si fa peccato ma si indovina. Infatti io mi chiedo: poiché la legge è uguale per tutti tranne le eccezioni di legge, non è che un domani cli Svizzerotti si inventano dei “Conti Autorizzati”, autorizzati a non essere tassati? Perché penso male? Perché sono una mala lingua? No. E’ per esperienza. Sentite questa. Seconda metà anni ’70. Stretta valutaria feroce. Tutti, cittadini e società, avevano l’obbligo di versare all’UIC – Ufficio Italiano Cambi in tempi strettissimo ogni loro incasso in valuta estera da parte dell’estero. Tutti, tutti indistintamente, senza alcuna deroga … tranne le eccezioni previste per legge. Infatti un grosso gruppo industriale era stato “autorizzato” ad intrattenere “conti in valuta estera autorizzati”. Ecco perché affermo che non bisogna abbassare la guardia. Un mio vecchio amico, genovese, commerciante ed ebreo mi disse: “Quando ti fanno un’offerta, domandati dov’è la fregatura”.

P.S. aggiunto il 24 novembre 2012: La Camera dei Laender tedeschi ha bocciato l’accordo p con la CH per la tassazione dei depositi in quel paese. Noi dovremo aspettare la decisione del nostro Parlamento. Speruma bin, per dirla in piemontese, speriamo bene!

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UNA DOMENICA DIVERSA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2012 @ 7:30 am

Detto altrimenti: ripescando fra le mie carte … anzi, fra i miei files … era il dicembre 2000 …

Bialystok, il quartiere ebraico

“Polonia…, la terra del Papa,….Danzica…? Forse si…, la guerra…, il ghetto di Varsavia…, i bombardamenti tedeschi…, ma ora…, non sta per entrare in Europa?
Non sono molti a conoscerne di più….
Fra costoro, anch’io…, almeno sino a qualche tempo fa…, sino a quando ho cominciato ad interessarmi a questa terra per motivi di lavoro.
Ho visitato Varsavia, mi hanno parlato a lungo di Cracovia, della Regione Podlaskie, con i suoi i mille laghi a nord di Bialystok…, Bialystok, il “Bianco Pendio” letteralmente.
Bialystok, 189 chilometri oltre Varsavia, verso est, a trenta chilometri dal confine con la Bielorussia.
Una città di 300.000 abitanti emerge dal buio delle campagne che percorriamo, veloci, con un’auto distratta.
Bialystok è l’avamposto verso l’ex Unione Sovietica dell’Unione Europea del domani.
La curiosità è grande. Vorrei bruciare i tempi e traversare il confine. Mi sconsigliano. Occorrono ore di attesa e 150 dollari per il visto.
Restiamo in Polonia.
Il lavoro ci concede un pausa.
E’ domenica. Una domenica diversa.
Andiamo a Messa. In cattedrale.
La chiesa è stracolma. Gente di ogni età si accalca con oltre mezz’ora di anticipo rispetto all’inizio della Funzione.
In fondo alla chiesa due ragazze sono inginocchiate, una in mezzo alla navata, l’altra ai suoi lati, fra la gente che passa loro accanto per guadagnare posti più avanzati.
Le ragazze sono imperterrite, concentrate nella preghiera, con le ginocchia sul freddo marmo del pavimento, immobili, quasi fossero sole.
Mi vergogno quasi di violare la loro esigenza di spiritualità con la mia presenza estranea.
Le due file di panche sono molto distanziate. Lo spazio viene riempito dai bambini che fra un anno celebreranno loro Prima Comunione.
Noi troviamo posto alle loro spalle. In piedi.
Le luci dell’altare si accendono solo pochi minuti prima dell’inizi della Messa, come ricordavo di aver visto far 40 anni fa, quando, bambino, assistevo alla Messa nella campagna toscana, nel paesello dei nonni…., sapete…, per non sprecare corrente elettrica…
Dietro l’altare alcuni bassorilievi dorati scintillano quasi d’oriente sotto la luce improvvisa. Giallo e rosso i colori dominanti.
In una navata laterale la Madonna della Carità, veneratissima da queste parti, al pari della più conosciuta Madonna Nera.
Al momento della Consacrazione tutti si inginocchiano sul pavimento. Solo una minoranza dispone di una panca o di una sedia. La maggior parte dei fedeli si inginocchia per terra, così, semplicemente.
La Comunione…., la riceviamo inginocchiati, direttamente dal Sacerdote, come una volta, senza toccarla con le mani.
Alcuni altoparlanti diffondono la voce del Celebrante sin fuori della Chiesa. Anche lì infatti vi è chi segue la Messa, non avendo potuto trovar posto all’interno.
Cerco di seguire la Messa basandomi sulla scansione delle preghiere, sui tempi del rito, non certo sulle parole in lingua polacca.
Mi scambio il segno della pace “in polacco”. Chissà se avrà capito che sono straniero. Chissà se poi questo è importante…
Non ho slodi. Faccio l’elemosina in lire.
Avverto un’attenzione diversa da parte dei fedeli. Maggiore che non “da noi”. Forse perché la città non offre tutte le distrazioni delle nostre città, forse perché qui si vive con minore fretta, forse semplicemente perché la fede è più viva.
Il volto della gente…, ecco, riesco a capire e ad esprimere ciò che maggiormente mi ha colpito: l’intensità dei volti, uomini, donne, anziani, giovani, bambini…., tutti con la stessa concentrazione sul Mistero al quale stiamo assistendo.
Il Sacerdote legge l’omelia. Chiedo aiuto ad un amico polacco. Si tratta del saluto del nuovo Vescovo che si è insediato il giorno prima.
Esco. Poco più in là, dal lato opposto della strada, c’è la chiesa ortodossa. Entro. Qui i fedeli si fanno il segno della Croce con le sole due dita indice e medio della mano destra.
La partecipazione è la stessa. Sia numerica che di attenzione. Vorrei anch’io far la fila come gli altri per andar a baciare il Crocifisso che il Celebrante offre ai fedeli come i nostri Sacerdoti offrono la Comunione.
Poi esito…, rinuncio…, chissà perché…, peccato.
Nel pomeriggio entro in una seconda chiesa cattolica, anch’essa altissima, come la prima, con cuspidi slanciate che ricordano per certi aspetti i minareti musulmani. Anche qui una gran folla, visibilmente attenta, silenziosa…
Anche qui, dalla collinetta sulla quale è stata edificata la Chiesa, la voce del Celebrante varca la soglia del tempio, scende le scale fin sul piano stradale, si diffonde, calda e silenziosa come una carezza materna, fra la nebbiosa ed umida coltre di freddo che avvolge il “Bianco Pendio” di Bialystok.
E’ domenica. Una domenica diversa.

Viaggio di ritorno in Italia. Fra due voli, ho qualche ora di tempo libero a Vienna. Visito la cattedrale. E’ bellissima. Piena di turisti.”

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I FONDI MUSICALI DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2012 @ 4:18 pm
Detto altrimenti: this is Trento too, Trento è anche questo!
Giovanna Laudadio e Giovanni Delama

Nell’ambito delle iniziative promosse all’interno del Circolo Culturale Privato Accademia delle Muse di Trento, grazie alla disponibilità della Dirigenza della Biblioteca Comunale,  Dr. Fabrizio Leonardelli,  su iniziativa di Giovanna Laudadio, il Dr. Giovanni Delama ci ha illustrato molti dei documenti musicali conservati nella sezione Musicale della biblioteca cittadina. Il Dr. Delama è un giovane entusiasta del suo lavoro, dotato non solo di cultura, ma di amore per il suo lavoro e della dote naturale di trasmettere il suo stesso entusiasmo, con pacatezza, quasi modestia, direi, il che arricchisce il valore della persona.

La Sezione, situata al secondo piano dell’edificio di Via Roma, è stata istituita nel 1939 e comprende più di ventimila documenti musicali (di cui circa un terzo manoscritti), oltre ad alcuni archivi, tra cui spiccano per importanza quello del Teatro Sociale e quello donato dalla Famiglia Lunelli. Si tratta di un patrimonio rilevante sia dal punto di vista qualitativo sia da quello quantitativo, che contiene alcuni esemplari noti tra gli esperti del settore a livello internazionale. I fondi sono conservati in depositi a temperatura e umidità controllata per mezzo di termoigrometri.

Il primo bibliotecario, Tomaso Gar

La prima persona cui va riconosciuto il merito di quanto oggi esiste è Renato Lunelli (1895 1967) figura legata a filo doppio con la storia della musica trentina. La città gli ha intitolato una via nella zona del Top center. Lunelli era impiegato del Servizio Anagrafe del Comune, ma soprattutto era organista e musicologo, studioso della storia della musica e in particolare di quella organistica e degli organi stessi. A tal fine aveva intrecciato una rete vastissima di relazioni epistolari con molti parroci, impiegati, musicisti, per ricostruire le vicende relative agli organi in tutte le diocesi italiane. Ancora oggi, studiosi da tutta Italia (e non solo) chiedono alla Biblioteca il “certificato di nascita” dei loro organi. E da Trento, in parecchi casi si riesce a dare risposta. Il Lunelli nel 1924 scrive un articolo sulla rivista Studi trentini di scienze storiche, denunciando l’inesistenza di un fondo musicale presso la Biblioteca comunale, fatte salve poche eccezioni, quali ad esempio i manoscritti donati da Matteo Thun nel 1859. L’appello inizialmente rimane inascoltato. Indi nel 1939 il Direttore Italo Lunelli, non suo parente, compie un primo atto: scrive in Germania per farsi mandare le copie anastatiche dell’opera del Bonporti.

Lettera di Brahms a Anzoletti

Quindi scrive una seconda lettera, invitando tutti i musicisti trentini a donare le loro opere alla biblioteca. Molti rispondono positivamente. Dalla Casa Ricordi di Milano, si riceve l’intera opera di Zandonai. Indi seguono altri donatori: Aldo Alberti Poia, i Fogazzaro Larcher, Luigi Dalla Piccola, Luigi Pigarelli, Renato Dionisi, Beretta, Mons. Celestino Eccher, Franco Sartori, gli eredi di Gianferrari, i fondi a Prato, Dapreda, Kirchner e le musiche di Attilio Bormioli.

Nel 1939 viene portato alla Biblioteca l’archivio del Teatro Sociale di Trento: tale documentazione è relativa all’attività del teatro tra il 1833 e il 1910. Vi sono contratti, lettere, le famose locandine liberty degli spettacoli del teatro, balli di carnevale, etc.

Nel 1941 si ha il primo grosso apporto che arricchisce in modo significativo la Sezione: si tratta del deposito da parte della Filarmonica di circa duemila documenti a stampa e manoscritti, tra i quali circa ottocento composizioni di Marco Anzoletti.

I primi arrivati alla conferenza … in poltronissima!

Costui fu un violista trentino importantissimo, nato a Mesiano nel 1867, fratello di Luisa Anzoletti. Bambino prodigio, si diploma a Milano a dicitto anni, a ventidue vince il concorso per la cattedra di violino nel medesimo conservatorio ove si era diplomato, ha una carriera formidabile, scrive pezzi di difficilissima esecuzioni (ancora oggi alcuni suo brani sono nel programma per l’esame di diploma in viola). Muore nel 1929. Tra le perle della sua carriera, conservate nella Sezione musicale della Comunale, vanno citate: l’edizione a stampa delle Variationen für Violine und Pianoforte über ein Thema von Johannes Brahms, la lettera di congratulazioni ad Anzoletti autografa dello stesso Brahms, il manoscritto della Fantasia sacra a due organi in Fa minore (primo premio nel 1908 al concorso indetto dalla Cappella Musicale del Duomo di Milano), le centinaia di brani da camera (tra cui un Nonetto per 4 violini, 2 viole, 2 celli e basso). Anzoletti si cimentò anche, con poco successo, nella lirica: parecchie sue opere non vennero mai rappresentate, tra questa la Militza : episodio delle guerre montenegrine, per cui si era fatto preparare dal pittore milanese Giacomo Campi dei meravigliosi bozzetti per i costumi dei personaggi. Anche questi bozzetti sono conservati presso la Comunale, così come gli autografi di Niccolò Paganini, acquistati da Anzoletti sul mercato antiquario. Nel 2009 la Biblioteca comunale ha ricordato questo importante violinista trentino a ottant’anni dalla morte con una giornata di studi, di cui sono stati pubblicati gli atti.

Lettera di Paganini a Berlioz

Nel 1952 arriva alla Biblioteca una lettera da parte del direttore della Biblioteca del Conservatorio di Milano che lamenta lo stato di abbandono in cui ha trovato la Sezione musicale a Trento. Il Comune provvede destinando maggiore spazio ai fondi ma soprattutto spostando Renato Lunelli dall’ufficio anagrafe alla biblioteca, con l’incarico di sistemare le cose. Lunelli si mette al lavoro, tramite la sua fitta rete di conoscenze riesce a fare arrvare alla Biblioteca numerose e cospicue donazioni di materiale, tra cui quelle della Famiglia Salvadori e della Famiglia Gasperini: quest’ultima contiene composizioni per fagotto di impegnativa esecuzione. Sono in corso approfondimenti per individuare l’attribuzione di tali brani.

Negli anni successivi continuano le donazioni (e qualche sporadico acquisto, come ad esempio nel 1954 quello del Fondo Zandonati composto da oltre settecento documenti): rilevante il dono delle Sorelle Regazzi nel 1961 (circa tremila documenti)

Nel 1967 muore Renato Lunelli e il figlio Clemente, musicologo e catalogatore, continua l’opera del padre. Alla morte di Clemente, nel 1995, gli eredi doneranno alla Biblioteca comunale la biblioteca e l’archivio raccolti dal padre e dal nonno. Si tratta di un patrimonio straordinario, contenente numerosi pezzi unici, oltre all’epistolario di Renato cui si è accennato sopra. Tra i pezzi unici si devono citare i tre tabelloni manoscritti riportanti il Catalogo degli organi costruiti dalla ditta di Gaetano Callido, organaro attivo dalla seconda metà del Settecento ai primi anni dell’Ottocento che costruì i suoi strumenti (di eccezionale qualità) in tutto il nord Italia, nelle Marche, in Istria, Dalmazia, fino a Costantinopoli e Smirne.

Catalogo degli organi costruiti da Getano Callido

Presso la Sezione musicale della Biblioteca è possibile inoltre consultare partiture relative a due generi di grande tradizione in Trentino: la musica per banda e per formazioni mandolinistiche.

Per quanto riguarda il repertorio bandistico, sono conservate le partiture manoscritte e a stampa di più di duecento brani provenienti dalla Banda, poi Corpo musicale, della città di Trento: si tratta in gran parte di versioni di brani lirici.
Sul versante del repertorio mandolinistico, nella Sezioni musicale troviamo parecchi numeri di periodici specializzati con brani di Giacomo Sartori, Vigilio Kirchner, Silvio Gottardi, provenienti da varie donazioni di privati e da alcuni acquisti, quali ad esempio quello del Convento dei frati Francescani di Villazzano.

Ogni anno la Biblioteca comunale organizza un’iniziativa di valorizzazione del proprio patrimonio musicale, Nel 2012 l’appuntamento è stato dedicato al mandolino trentino, con la conferenza del dott. Saltori e l’esibizione del quartetto “Compagnia del fil de fer”; per il 2013 l’argomento dell’iniziativa è in via di definizione.

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GESTIONI ASSOCIATE? UN ESEMPIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2012 @ 2:06 pm

Detto altrimenti: insieme può essere meglio

Non faccio teoria. Vi sottopongo un esempio pratico. La Busa del Garda: Riva del Garda, Arco, Nago Torbole. Tre Comuni. Hanno già riunificato le ispettive Polizia Locali. Gestiscono in modo separato i parcheggi e la sosta di superficie.

 

SCOUT può essere ampliato a piacere

Riva del Garda è dotata di una Società di gestione dei parcheggi e della sosta all’avanguardia, la quale a sua volta si è dotata di SCOUT – Sistema di Controllo Unificato Telematico, in grado di tele controllare e tele gestire in tempo reale un numero indefinito di parcheggi, di posti auto, di siti di sosta e parcheggio ovunque situati.

Sotto il profilo tecnico, fare gestire a questa società anche i sistemi dei due Comuni confinanti equivarrebbe ad un semplice incremento degli stalli auto e parcheggi da gestire. Un semplice ampliamento tecnico della rete. Niente di più.

Sposto il discorso su scala provinciale. Ammettiamo di ampliare la funzionalità di SCOUT (a Brescia una centrale analoga controlla decine di migliaia di posti auto) e di normalizzare – unificando i modelli utilizzati – l’acquisto delle apparecchiature necessarie alla regolamentazione della sosta (parcometri e sistemi a casse automatiche e sbarre).

La centrale di Brescia Mobilità

Supponiamo poi che tutti i Comuni Trentini creino un soggetto che chiamiamo “Circuito Provinciale della Sosta, CPS”. CPS stampa per tutti i Comuni i biglietti e le tessere. Ne consegna quantità numerate a ciascun Comune. Ogni Comune vende questi titoli all’utenza. L’utenza li utilizza in qualsiasi Comune. Le somme che ciascun Comune incassa dalla vendita di biglietti/tessere sono registrate a suo debito e a credito di CPS (infatti ha incassato denari “non ancora suoi” in quanto non ha ancora prestato alcun servizio). Le somme che chiunque utilizza presso gli impianti della sosta di ciascun Comune, sono registrate a credito di quel Comune e a debito di CPS. A fine mese ogni Comune salda la sua posizione di dare/avere con il Circuito.

 Vantaggi (restando libero ogni Comune di fissare le tariffe a suo piacimento)

1) Risparmi nell’acquisto cumulativo delle apparecchiature
2) Uniformità delle apparecchiature e quindi
a) unica tessera/biglietto per tutto il territorio provinciale: maggiore facilità nel loro uso da parte di residenti e turisti
b) minore livello del magazzini delle parti di ricambio
c) minori costi di manutenzione (un solo tecnico conosce l’HW ed il SW di tutte le apparecchiature)
d) maggiore semplicità e rapidità degli interventi manutentivi
3) Riduzione dei costi del personale

Un esempio, oltre alla citata Brescia? A Trento, Il parcheggio di Piazza Fiera viene assistito – per interventi minimi – da personale residente a Pergine. Per il controllo notturno ed interventi di maggiore portata, da una centrale collocata a… Milano … che lo controlla Insieme a tanti altri parcheggi situati a Bolzano, Genova, etc..

Ma, si dice, nella società di Riva vi è una piccola percentuale azionaria di privati, il che impedisce che essa possa operare altrove … OK, basta che i Comuni stipulino contratti ferrei con la loro società e quindi escano dal capitale della stessa, aprendone il capitale a tutta la popolazione. Poi i Comuni interessati indiranno una gara cumulativa e vincerà il migliore! In ogni caso la società, interamente privata, potrà partecipare liberamente a qualsiasi altra gara pubblica e potrà liberamente stipulare contratti gestionali con soggetti privati.

Oppure …?

Oppure i Comuni del Trentino costituiscono un consorzio pubblico ed operano, attraverso di esso, esclusivamente entro i confini provinciali.

Infine …?

Infine il discorso di può ripetere anche su scala regionale.

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LA COMMEDIA GRECA LETTA NELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2012 @ 10:02 am
La Prof. ssa Maria Lia Guardini

Detto altrimenti: Mari Lia Guardini ci guida nella comprensione de “Le rane” di Aristofane

Una commedia difficile. Moltissimi riferimenti storici e letterari. Se non possedete un testo scritto, trovate tutto in internet. Cosa dire, allora?

La prima cosa: la disponibilità di Maria Lia, anzi, di Lia … così vuole essere chiamata da noi, suoi alunni “ripetenti”, vista l’età …. Lia, custode e trasmettitrice di una cultura che sta alla base della nostra civiltà. Viene da chiedersi chi, dopo di lei, fra cent’anni, raccoglierà la sua eredità. Nel frattempo molto umilmente ci proviamo noi, suoi affezionati discepoli.

A cosa serve studiare il greco .. il latino … via, chi non l’ha pensato quando eravamo mateloti … A cosa serve? A capire che “natura non facit saltus”, che Historia magistra vitae, sempre che si sappia ascoltare …

Oggi, quando prendo in mano un testo latino o greco, con la traduzione a lato, mi sento un privilegiato. E’ un po’ come se, essendo in gita con un gruppo di amici in un lontano paese estero dallo strano e difficile idioma, improvvisamente vi scopriste conoscere quella lingua e, nel parlarla, stupiste i vostri compagni di viaggio. E’ un mondo in più che sentiamo di possedere, di conoscere, del quale siamo in grado di apprezzare arte, cultura, letteratura, vicende politiche.

Liceo classico. La mia non fu una scelta. Mamma era insegnante di lettere. Quindi, automaticamente i figli … Snobbismo il mio? No. S’era ragazzi. Ogni liceo aveva la sua “papalina”. Uno sciopero. Incrociammo “quelli del Nautico” : ci dileggiavano in quanto “snob”. Se avessero saputo! Io li invidiavo! Come avrei voluto essere uno di oloro, a studiare il mare, in luogo del latino! Ricordo vivissimo. “Ambition should be made with a sterner stuff” direbbe Shakespaeare!

Già, le vicende politiche. Le rane. Siamo verso la fine della guerra del Peloponneso. Atene si arrenderà presto a Sparta. Tutti si domandano quale sarà il futuro. Cosa fare per evitare i maggiori malanni. La democrazia viene sostituita da una oligarchia che viene sostituita dalla democrazia. Cambiano i contenitori politici ma i problemi restano. C’è chi suggerisce di “fare tutto il contrario di ciò che sembra doversi fare. Forse funzionerà. Tutto e il contrario di tutto. Kafka. Anche oggi. Altri suggeriscono di rinforzare la flotta. E noi la nostra flotta di navi da guerra e di caccia bombardieri F35 la stiamo ben rafforzando. Ma servirà ad uscire dalla crisi? Non credo.

Un brano

Taccia, e resti dal Coro lungi chi impuro tuttor serba il pensiero,
…………
ai suoi concittadini cuor mostrando benigno,
ma l’aizza e fomenta, pur d’empire il suo scrigno;
chi reggendo il timone dello Sato in burrasca
navi al nemico e forti consegna, e ingoffi intasca;
o al par di Toricione, di vigesime infame
esattore
……….
chi rifilò la paga ai poeti, per essere stato messo in burletta.

Ecco, anche oggi: condanna per chi si mostra “benigno” verso i cittadini (La crisi non c’è! Vi abbasserò le tasse!) ed intanto aizza la polemica politica; e crea un nemico contro cui tutti dovrebbero combattere, siano essi i giudici, la sinistra, i giornalisti. Condanna per chi trasforma il confronto politico in scontro politico. E intanto intasca. Chi, stando al potere, riscuote tributi e li spende male, chi oscura la libera espressione culturale e satirica se essa “mette in burletta” i potenti.

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LORENZO DELLAI A ROMA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Novembre, 2012 @ 7:09 am

Detto altrimenti: Autonomia come Risorsa, anche Politica, anche centrale

Dalle Alpi alla Piramide, dal Trentino a Roma, Verso la Terza Repubblica. Alla Piramide? Non a quella di Keofe, bensì a quella S. Paolo, a Roma. Piramide S. Paolo – Roma: la parte per il tutto, una sineddoche. Il nostro Governatore Lorenzo Dellai, si, “nostro” perchè questo blog si chiama “Trentoblog”, non “Altra città-blog”, il nostro Governatore, dicevo, è andato a Roma. Fra l’altro ha detto che Autonomia Speciale significa produrre risorse, non distruggerle. In questo caso produrre al centro (del Paese) quello che si è già prodotto ai suoi confini: cioè capacità di governo e – lasciatemi dire – capacità di pre-vedere, pre – configurare gli scenari futuri. Caratteristica che Lorenzo possiede fortissima.

Prevedere. Cosa si prevede che avvenga nel prossimo futuro? No, non mi riferisco alla politica, ma al destino della gente che già oggi non ce la fa. Lorenzo, dillo a Roma: OCCORRE LA POLITICA DEI CONTENUTI  SUBITO”. Quindi non solo disegnare nuovi scenari politici, nuovi contenitori, pur necessari, ma soprattutto nuovi contenuti. Subito. Altrimenti, cosa possiamo prevedere se non una rivolta sociale?

Don Lorenzo Guetti ha fondato la Cooperazione Trentina (a proposito, venerdì prossimo alle ore 15,00 al Casinò di Arco, Don Marcello Farina presenterà il suo libro “E per un uomo la terra” che racconta appunto la vita e l’opera di Don Lorenzo Guetti). Oggi un altro Lorenzo, senza essere Don, potrebbe fondare la Cooperazione a livello nazionale. Cooperazione in senso figurato, non tecnico come quella di Don Guetti, ma reale. Cooperazione fra la ricchezza e la povertà; fra il pensiero e l’azione; fra forze politiche disorientate; fra l’efficienza e l’efficacia; fra generazioni “uscenti” ed “entranti”; fra passato, presente e futuro.

Qualche idea?

Regionalismo come Autonomia, come applicazione del principio di sussidiarietà, per tutti. Sussidiarietà che non vuol dire “dare sussidi” come taluno pensa,  bensì “non faccia l’ente superiore ciò che può fare meglio l’ente inferiore” . Altro che separatismo, razzismo, riti barbarici e polle d’acqua alle sorgenti dei fiumi!

Riscriviamo la lista delle priorità: prima e in luogo di nuove grandi opere infrastrutturali (che fra l’altro non servono!) occupiamoci della manutenzione del territorio del Paese e dirottiamo su di essa quelle risorse. Siamo sott’acqua, l’Italia affoga nel fango.

La giustapposizione fra somme da incassare e somme da spendere-investire deve essere fatta fra “grandezze reciprocamente commensurabili”. Un esempio: non parrebbe del tutto condivisibile sottolineare che in tre anni saranno destinati a famiglie e imprese “ben” 3,5 miliardi (!?) mentre su altro fronte non si tassano i capitali in svizzera per 40 miliardi; si fanno sconti fiscali di 90 miliardi ai gestori della case da gioco; si acquistano cacciabombardieri per 10 miliardi; si insiste per l’inutile TAV (20-40 miliardi), si quantifica l’evasione fiscale (100 miliardi? Non so, ditemi voi); si quantifica la corruzione (altri 100? Non so, ditemi voi). Fra l’altro, mi domando: se ho gli elementi per quantificare, forse potrei usarli anche per prevenire e perseguire.

Poliziotti riconoscibili, un numero sui giubbetti e sui caschi. Noi l’avevamo detto (v. post del 15 aprile scorso). Oggi ci dicono che molti stati europei già lo fanno. E allora, noi cosa aspettiamo? Democrazia, legalità, non derive di triste, non troppo lontana memoria.

Riduzione del numero dei parlamentari e rimborsi elettorali …. come si grida in certe emergenze? “C’è un medico in sala?” Cioè, c’è qualcuno in sala che ci può aiutare?

“Un giorno un indovino mi disse”, Tiziano Terzani. Un giorno un mio amico, senza essere indovino, mi disse: “Vedrai che con questa crisi, costretti a tirare la cinghia come siamo, ci vedremo offrire sconti purchè si sia disposti a pagare in nero”. Ieri l’ho incontrato. Mi ha confermato che le cose stanno così. Lotta alla mini evasione diffusa? Quando mai? Il fenomeno sta dilagando. Infatti tutti, chi offre servizi e merci e chi le acquista, costretti dal bisogno, preferiscono rischiare sanzioni ma tendono a “disintermediare” il fisco e praticare ed ottenere sconti a fronte di pagamenti in nero, a cominciare dalla ricevuta di pochi euro per un parcheggio di poche ore dell’auto.

Ieri sera. RAI 3. Report. Banca Popolare di Milano. Il Presidente ai domiciliari. Ce ne è stato per tutti. Fornitori privilegiati. Consulenze d’oro. Finanziamenti anche. Ne cito solo un paio. La banca finanzia (140 milioni!) la Atlantis di Corallo (gioco d’azzardo). La Atlantis evade il fisco. Concordato. Concorda, se la cava con poco (cfr. miei recenti post). Giri di denaro molto, molto sospetti. Acquisti immobiliari imponenti da parte di politici. Immobili gestiti da loro cognati. Di chi sono gli immobili? Di società svizzere. Anonime, naturalmente. Non se ne conoscono né i proprietari né i bilanci. Un tale che lavora all’antiriciclaggio, afferma: “Basterebbe una semplice legge: è vietata ogni forma di transazione con società coperte dall’anonimato”. Non l’abbiano, questa legge. Facciamola. Contribuirà in modo significativo alla lotta alla mega corruzione e alla mega evasione fiscale.

Altri obiettivi? Lasciamo spazio ai lettori

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DEI DELITTI E DELLE PENE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Novembre, 2012 @ 8:27 am

Detto altrimenti: l’ ergastolo … una pena per chi lo subisce oppure “è un delitto”  (modo di dire!) il comminarla?

Il Prof. Umberto Veronesi

Il Professore Umberto Veronesi ha lanciato una campagna contro la pena dell’ergastolo in quanto, afferma, è contro la scienza e contro la Costituzione. Contro la scienza che ha accertato che un uomo può cambiare (ma l’ergastolo di ciò non tiene conto); contro la Costituzione, che stabilisce che la pena deve essere indirizzata al recupero del condannato (ma con l’ergastolo, cosa si vuole mai recuperare?).

Ab0lire l’eragstolo. Molti potranno avere perplessità. Infatti ci sono delitti così efferati che l’ergastolo, pena massima, sembra essere la pena ineludibile. Eppure … fino a ieri dicevamo che la pena massima, quelle ineludibile, era la morte. Abbiamo fatto un passo avanti … verso cosa, però? Forse verso una condanna che può essere peggiore della morte stessa.

L’isola di Pianosa, ex carcere di massima sicurezza

La verità non sta mai da una parte tale che la si possa dividere dal torto con un taglio netto … mi piace citare il Manzoni. Ma almeno ragioniamo sul problema, riflettiamo. Si potrebbe giungere progressivamente all’abolizione dell’ergastolo, magari previa verifica dell’effettivo cambiamento della persona, della sua volontà di riparare il male fatto, di essersi “scollegato” dalle società criminali cui era affiliato, etc..

La mia posizione personale? Che volete, ho studiato giurisprudenza, sono un fun della nostra Costituzione … avete capito: o cambiamo la Costituzione, secondo le procedure dalla stessa previste, o adeguiamo le pene alla sua previsione. Cerchiamo di essere coerenti. Se rileggete il mio post del 29 ottobre, vi troverete come la pensava un mio Maestro (Ruggero Cengo Romano) circa la coerenza: “Posso cercar di capire la malvagità ma mai l’incoerenza”. Da lui ho imparato anche questo.

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NOTIZIE IMPORTANTI, IN BREVE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Novembre, 2012 @ 3:29 pm

Detto altrimenti: io le racconto, voi le commentate

Velieri

Il veliero “Palinuro” della Marina Militare Italiana

Per venti anni uno skipper, ininterrottamente al comando del veliero “Italia”, ha raschiato gli scogli con lo scafo (altro che Schettino!); ha provocato falle; non ha fatto manutenzione alla carena; non ha sostituito le vele ormai sbrindellate; ha appesantito il veliero con zavorra d’ogni tipo; ha imbarcato a bordo un numero esagerato di marinai; ha organizzato festini hard a bordo; etc.. Finalmente è costretto a lasciare “spintaneamente” il comando. Il veliero viene affidato ad un altro comandante. Costui anche se aveva pratica di navi a motore e non di velieri, si ingegna come può: sbarca un po’ di marinai; fa carena; comincia a sostituire le vele, iniziando da quelle più malandate. Il veliero “Italia” comincia a navigare meglio. Stringe meglio il vento, ha smesso di imbarcare acqua. Il nuovo skipper prova a fare una regata, ma pur piazzandosi meglio delle volte precedenti quando il veliero era affidato al suo predecessore (arrivava regolarmente ultimo), si piazza al terzultimo posto. E’ già qualcosa, dicono i giudici internazionali di regata. Lo skipper precedente, quello destituito, dice: “Ecco, vedete, in un anno non ha combinato nulla di buono”.

Manganelli e “lacrimogeni aria-terra”

Chi sbaglia paga. Firmato Manganelli

Il capo dei manganelli, il Dr. Manganelli, dice: “Non si può tollerare che poliziotti siano violenti. I responsabili di violenza gratuite saranno individuati e puniti”. Benissimo, bravo Manganelli che finalmente metti un freno ai manganelli inutilmente violenti. Era ora, questo ti onora, ma allora … ora come fare? Io ti propongo di stampigliare sui giubbotti e sui caschi dei poliziotti un numero di riconoscimento, noto solo (solo) ai superiori gerachici ed alla magistratura.
Lacrimogeni aria-terra? Stiamo indagando, stiamo indagando …

Diritti acquisiti

Hic manebimus optime! Firmato: un burocrate

Sono di due tipi: di tipo “A” e di tipo B”.
Tipo “A” : io ho acquisito il diritto a star bene, anzi benissimo. Il mio stipendio, la mia buonuscita, la mia pensione sono variabili (solo in crescita) indipendenti dall’eventuale andamento negativo del mondo entro il quale io sono inserito. Nessun problema: non ci rinuncio!
Tipo “B”: io ho acquisito il diritto a star male. Nessun problema: ci rinuncio!

Come la mettiamo?

Ordini di grandezza 1

E se li facessimo volare “in solitaria” anzichè in coppia, ne risparmieremmo 45!

Election day? Certo! Ci mancherebbe altro! Figurarsi … chi se la sente di imporre agli Italiani una ulteriore tassa di 100 milioni di euro? Rischieremmo in alternativa di dovere acquistare solo 89 caccia bombardieri F35 anziché 90, visto che ognuno di essi costa 105 milioni …

Ordini di grandezza 2

In tre anni ben 3,5 miliardi spalmati su famiglie e imprese. Benissimo. Ma se la Corte dei Conti francese convincesse Hollande a stoppare l’inutile TAV francese; e se Hollande fosse costretto a dirlo a Monti; e se anche la Corte dei Conti italiana insistesse nel dire “attenzione, io vi controllo” (come del resto ha già detto e scritto); e se Monti suo malgrado dovesse a sua volta stoppare l’inutile TAV italiano, allora da spalmare su famiglie e imprese ci sarebbero altri 20-30-40 … miliardi di euro (quanti di preciso? Non lo posso sapere, cari amici lettori, perchè la tratta Torino – Milano è costata sei volte il preventivo, e dire che lì non c’erano ponti da fare né 50 km di montagna da sbusare!).

Diritto a difendersi

I Palestinesi fanno male a sparare razzi su Israele. Giusto.
Obama (io ho votato per lui, idealmente, s’intende) dice che Israele ha il diritto di difendersi. Giusto.
Salwa Salem (1940- 1992, fra le tante, una conferenza a Riva del Garda), nel suo libro “Con il vento nei capelli – Una palestinese racconta” Ed. Giunti 2009, a cura di Laura Maritano, racconta cosa accadde quando, mitra alla mano, lei e la sua gente in poche ore – stile ebrei romani dal ghetto di Roma – fu cacciata di casa e dalla sua terra per far posto ad altri. Ingiusto (ingiusto non è non raccontare il fatto. Ingiusto è il fatto, che oggi potremmo definire la “causa” del conflitto).

Mi ama, non mi ama … la gente

Giuliano il poco Amato

Giuliano (poco) Amato dichiara: un parlamentare quarantenne, non rieletto dopo due mandati, deve ricevere subito il vitalizio. Sennò, cheffà dai 40 ai 65? Come vive? Ecchè … dove viviamo? In un Paese di selvaggi?

 

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