TRENTO: CHE FATICA PAGARE LA TASSA AUTOMOBILISTICA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:34 pm

Detto altrimenti: provare per credere!

Caro diario ti scrivo, così io mi sfogo un po’. Oggi avevo deciso di pagare il “bollo” delle auto di mia moglie e mia, di una vespa e di un carrello-rimorchio. Infatti avevo ricevuto i relativi avvisi di cortesia da parte di Trentino Riscossioni SpA.
Mi sono detto: andiamo agli sportelli pubblici, così risparmio le commissioni. Prendo l’auto e vado alla Motorizzazione Civile: niente da fare: il bollo si paga solo all’ACI. La cosa mi sorprende un po’ in quanto l’ACI a mio avviso dovrebbe essere complementare, non sostitutivo dell’Ente Pubblico (nel caso, della Provincia Autonoma di Trento). Pazienza. Nuovo trasferimento in auto, faticosa ricerca del posteggio ed eccomi all’ACI di Via Brennero.

Coda italiana: avanzata centrale in ordine sparso con accerchiamento sulle ali

Sulla porta un cartello: “Causa problemi alla procedura, ci sono ritardi nella accettazione del pagamento bolli auto. Vogliate scusare”. Entro. la sala è strapiena, non si capisce se vi sia una coda o una ressa. L’aria è “spessa”. Mi dico: non vale la pena. Vado a casa e uso l’home banking.
Sono a casa. Utilizzo l’home banking. Ho quasi terminato la procedura ma invece di ricevere una videata di conferma (stampabile) appare una scritta: il pagamento per questo periodo è già stato effettuato. Nel dubbio, esamino l’estratto conto della banca, ma gli addebiti non compaiono.
Provo ad utilizzare la procedura dell’ACI (www.aci.it). Mi si chiede se sono persona fisica. Rispondo di si. Mi si chiede il Codice Fiscale. Lo scrivo. Salto la casella della partita IVA (che non ho). Vado avanti, ma la procedura mi ferma: non hai indicato la partita IVA. Fine.
Telefono all’ACI. Mi dicono che devo chiamare il PRA. Telefono al PRA. Una segreteria telefonica mi avverte che mi possono rispondere solo dalle 08,00 alle 12.00. telefono a Trentino Riscossioni: idem.
Oggi è il 28 gennaio. I pagamenti scadono il 31. Ho perso una mattinata. Domani ne dovrei perdere un’altra. Decido di dare fiducia al mio estratto conto: oggi pomeriggio andrò alla posta ed effettuerò i pagamenti, sperando di non pagare due volte il dovuto.
E dire che siamo nel “profondo nord”, gli eredi della efficiente Amministrazione Austro-Ungarica, quella di Maria Teresa d’Austria, solo che lei non s’era posto il problema dei bolli delle auto e le carrozze a cavalli non erano immatricolate …

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TUPARUNTO TUVAI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:31 pm

Detto altrimenti: Tuvai Tuparunto

Cosa significa? Si tratta forse del nome di un diplomatico giapponese accreditato presso la città di Firenze? No, niente di ciò. E’ solo un’espressione toscana che si scrive così: tu vai tu pari unto, cioè, tu sei così veloce che sembri unto, oliato di fresco!

Me lo ha detto la mia nuora, la mi’  nora toscana doc quando s’andiede a sciare insieme col mi’ figliolo all’Alpe Lusia, quella che dall’altra e sc’è Bellamonte. Bellamonte, e gli è davvero bellino quel monte, il Cimon de la Pala, che io scalai tre volte, una volta con Luciano Righetti (VR), una tirandomi dietro Alfredo Fanara (GE) ed una in solitaria.

Insomma, questo gli è un post di intervallo, tanto per prendere fiato fra tanti post impegnati … ovvia …

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MILANO BINARIO 21

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:28 pm

Detto altrimenti : Giornata della Memoria – Non profaniamo  Memoria, Presente e Futuro!

Un treno … marcia in avanti

Democrazia
Pace
Libertà
Convivenza
Tolleranza
Libertà di pensiero
Progresso sociale

Quello stesso treno … in retromarcia

Dittatura
Guerra
Prigionia
Leggi razziali
Intolleranza
Nessun pensiero
Regresso sociale

Una “dichiarazione spettacolo” non riuscirà a invertire la “marcia in avanti” del TU – Treno della Umanità.

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DO YOU WANT SOME TAV? No please, it’s already more than enough …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:25 pm

Detto altrimenti: ci sono altre cose più importanti da fare prima!

Rai 3, serata del 27 gennaio 2012, “Che tempo che fa”. Fabio Fazio. Parla Luca Mercalli: “Vogliono far viaggiare più rapidamente i passeggeri da Parigi a Torino? Sulla tratta Torino – Milano già pronta, basterebbe attivare la segnaletica anche per i treni francesi e sarebbe fatta: già solo con questo la percorrenza si abbrevierebbe di un’ora.” Mercalli prosegue: “Nel frattempo, i miliardi di euro previsti per il traforo di oltre 50 km di galleria, assai meglio potrebbero essere investiti in scuola, università, ricerca, difesa idrogeologica del territorio, nuovi posti di lavoro, asili nido, etc..”
Quanti spettatori guardano questa trasmissione? Milioni? Si, certo, milioni di Italiani. Bravo Mercalli.

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MONTI BOND ANCHE PER L’ILVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:23 pm

Detto altrimenti: la legge è uguale per tutti, per Siena e per Taranto!

Anteprima

Eppure gli ispettori dell’IDE (Istituto di Emissione, alias Bankitalia) nel 2010 avevano parlato (e scritto) chiaro (Corsera 25.01.2013 pag. 23, cfr.ivi). Perché non si intervenne? Forse perché l’atto di dolore civile e penale, a differenza di quello religioso, non prevede i “peccati di omissione”… Ma questa è un’altra storia. Non perdiamo il filo …
E così siamo arrivati ai Monti Bond per il Monte (Dei Paschi di Siena). Non è un regalo. E’ un finanziamento, cioè un debito e un credito. Un debito del MPS che riceve il ricavato della loro sottoscrizione ed un credito per il Tesoro che li sottoscrive. Il tasso di interesse è elevato: 9%, destinato a crescere. Chi ci osserva dall’estero deve dedurre che “non ci fidiamo di quella banca” se le facciamo pagare un tasso così alto.

Muti …! Non facciamo nomi

Già in passato noi Italiani abbiamo salvato un’altra banca, una del sud, che aveva il nome di un’isola, quella che il ponte sullo stretto che non si fa, quella che “u bancu è tunnu e ruzzolìa” (il banco è rotondo e rotola, va avanti lo stesso), quella che perdeva mille miliardi di lire l’anno. Fu inserita in un grande Gruppo Bancario Italiano che oggi la gestisce. Dignum et decorum est … salvare le banche. Infatti esse sono to big to fail, troppo “grandi” (“grandi” nel senso di “big”, non certo di “great”!) perché le si possa far fallire. E i loro capi to big ti jail (troppo big per essere imprigionati?). Difatti le banche, salvarle è il nostro mestiere, per usare la bella prosa manzoniana, quella con doppio soggetto! Le salviamo noi, con i nostri risparmi, con le tasse che paghiamo. Per cui, questa sera, tornando a casa, ognuno di voi potrà dire ai propri bambini: “Oggi ho salvato una banca”. E se loro vi replicano: “Ma non dovevamo pagare la rata del mutuo, cambiare la lavatrice e andare in vacanza al mare?”, voi dite loro che quella è un’altra storia …

Ma questa è solo l’anteprima. Ora possiamo cominciare

Senza parole

ILVA, Taranto. Per decenni nessuno si è accorto di nulla, ma purtroppo, come vi ho già detto ma repetita juvant!) l’atto di dolore civile e penale, a differenza di quello religioso, anche in questo caso non prevede i “peccati di omissione”.
Poi è scoppiato il caso dell’amianto, in Piemonte, con la relativa condanna. Allora qualcuno ha iniziato a pensare che se si fa giustizia in Piemonte, forse la si può fare anche a Taranto. E ha iniziato a difendere la salute propria e quella dei propri figli. Il che ha comportato il rischio della perdita del lavoro per circa 12.000 operai. Una lotta fra poveri: possibili disoccupati contro probabili malati. I poteri dello stato, esecutivo e giurisdizionale, l’un contro l’altro armati, si sfidano a duello davanti alla Corte Costituzionale. Uno dei due vincerà, salvando la propria tifoseria: i lavoratori o i cittadini. La tifoseria del soccombente che farà? Ecco la soluzione:

Qualunque sia la decisione della Corte Costituzionale, si emettano “Monti Bond Serie Speciale Ilva, Irredimibile al 2%” con il cui ricavato si paghi all’attuale proprietà l’esproprio dell’ILVA, al netto delle somme dovute a titolo di: 1) risarcimento danni; 2) adeguamento degli impianti; 3) bonifica del territorio; 3) paghe ai dipendenti se nel frattempo sono costretti a casa.

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OPEN BLOG: PD E SINDACATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:19 pm

Detto altrimenti: la parola ai lettori

I miei lettori sapranno che il 9 gennaio scorso ho inaugurato questa rubrica di “Spazio ai lettori”. Il 13 ed il 15 gennaio ho ospitato due esponenti del Gentil Sesso: Raffaella e Cristina. E’ oggi la volta di un maschietto che, pur presentandosi con nome, cognome e indirizzo e-mail, mi chiede di potersi firmare come “Martin Lutero” … Accontentato!

“Caro blogger, in questo periodo non parlare di politica e di “filosofia della Politica” è piuttosto difficile e anch’io mi lascio trascinare dall’impeto di questa corrente.

Il PD, Partito Democratico, a mio avviso è oggi l’unico partito ”vero”, in quanto “fondato storicamente sulle gente”. Gli altri sono partiti “ad personam”, destinati a fondersi come neve al sole all’uscire di scena della loro “personam”. Tuttavia questa sua unicità non lo esime ipso facto da una mia critica costruttiva: infatti esso sta soffrendo di una crisi di rappresentanza (o di rappresentatività?) in quanto non ha recepito – in termini di progettualità politica – il trasformarsi della società e in particolate l’emergere delle nuove professioni legate alla tecnologia dell’informazione e della comunicazione, in inglese ICT, Information Comunication Technology.

I sindacati, poi dovrebbero uscire da una logica di pura difesa dell’esistente, ed in particolare dalla difesa dei diritti acquisiti dei propri iscritti e pensarsi invece come parte di un tutto il quale “o regge come sistema” oppure “collassa come sistema”. Ne è un esempio la strenua difesa dell’art. 18 e la disattenzione alla moltitudine di dipendenti di imprese con meno di 15 addetti che l’art. 18 se lo sognano. E’ un assurdo: il mio diritto sorge o meno se io ho più o meno di 15 colleghi! Inoltre, rispetto a quarant’anni fa la situazione è cambiata. In allora il lavoro c’era per tutti ed il problema era la difesa di diritti di chi lavorava. Oggi prima di difendere i diritti di quella che si avvia ad essere una minoranza (i lavoratori), occorre dare priorità alla difesa dei diritti di quella che si avvia ad essere una maggioranza: i senza lavoro.

Grazie Riccardo se vorrai ospitarmi sul tu blog
Martin Lutero”

OK, grazie Martin! Ora la parola ai lettori

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ONLUS, ONG, ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI: GESTIONE COSTOSISSIMA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:15 pm

Detto altrimenti: ISTAT insegna …

Cade! Cade” No, lo sosteniamo noi ….Ma quale Pisa! Venite a Siena a vedere il Monte pendente!

parte del Consiglio Direttivo di una Associazione di volontariato che opera nel campo delle cultura (organizziamo concerti). Il nostro bilancio annuale si aggira intorno a 12.000 euro. Tutti i membri del Direttivo operano a costo zero. Qualche tempo fa dovemmo compilare un articolato formulario ISTAT per il censimento delle ONLUS, cioè delle organizzazioni di volontariato nei vari campi, senza finalità di lucro. Mi chiedevo il perchè dell’indagine e di conoscerne i risultati. Ciò è avvenuto grazie ad un articolo su un importante “settimanale” di un primario quotidiano a tiratura nazionale (Sette, n. 2 dell’11 gennaio 2013, pag. 38, “La carità che aiuta chi la fa: un business da 67 miliardi”). Eccone una breve sintesi esemplificativa:

Periodo esaminato dall’ISTAT: 2012
Numero di Organizzazioni esaminate: 457.000 (235.000 nel 2011)
Numero di dipendenti: 650.000 (500.000 nel 2011)
Denaro raccolto: 67 miliardi di euro
Costo delle organizzazioni 70%
Somme pervenute ai beneficiari 30%

Queste percentuali sono state calcolate dal commercialista e revisore legale milanese Maurizio Reggi, tenendo conto dei costi per pubblicità, spese postali, avvocati, commercialisti, grafici, dirigenti (buonuscita milionaria a Irene Khan, ex segretario generale di Amnesty International), impiegati, uffici.

Percentuale sul PIL; +4,4%
Trasferimenti pubblici: – 4,6%
Trasferimenti a fondo perduto: – 9,7%
Donazioni private: +6,8%
Raccolta da associati: +6,4%

I bilanci contabili sono sconosciuti. I resoconti pubblici sono in forma semplificata. Manca il resoconto finanziario (ho incassato tanto, ho erogato tanto). Cfr. Inchiesta di Valentina Furlanetto “L’industria della carità – Il volto nascosto della beneficenza” (Ed. Chiarelettere

Alcuni esempi di mala gestio:

• Procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco e PM Eugenio Fusco: Il finanziere Bernardino Pasta è accusato da due ONLUS di averle truffate circa un loro investimento di nove milioni di euro (ma non erano fondi destinati ai bambini di Haiti?);
• Edoardo Costa, condannato a tre anni per appropriazione indebita di denaro della Associazione C.I.A.K da lui stesso fiondata per aiutare i pesi poveri;
• Monsignor Mauro Inzoli (Crema) già Presidente del Banco Alimentare, espressione di CL) arrestato (e “spretato”) per appropriazione indebita.

La Corte dei Conti: nel 2012 ha esaminato 284 progetti e ha trovato moltissime irregolarità (una per tutte: “infrastrutture realizzate su terreni di terzi o addirittura inesistenti”.

Gli operatori: ottimi! Gli amministratori? Negli anni si erano “dimenticati” di fornire il bilancio al Ministero. Nel frattempo sono sparite nel nulla  decine di immobili …

Io stesso anni fa, poco dopo la fine della guerra, ho operato nella Repubblica Serba di Bosnia come volontario non inquadrato, non rimborsato, non stipendiato da nessuno. In quella circostanza ho conosciuto giovani di diverse nazioni, dipendenti di ONG, riccamente stipendiati. Uno mi disse: ”Si, qui è una vita di sacrificio, lontani da casa, in un paese dove non ci sono molte distrazioni e comodità: Ma sai, si guadagna molto, la vita costa poco, ti tratti da gran signore … e si risparmia un sacco di soldi. E poi la gente ti rispetta: per loro sei una risorsa, quando prendi in affitto una loro casa, quando mangi in una loro trattoria …”

Una proposta: occorre definire per legge regole precise. Controllare il passato ed il presente e organizzare il futuro, per ONLUS, ONG, Associazioni e Fondazioni (anche bancarie!). Cioè, per il passato e per il presente, “fare giustizia” nel senso di esaminare, giudicare ed eventualmente condannare. Per il futuro, “fare giustizia” nel senso di “operare con giustizia” e “che le cose siano fatte sin dall’origine in modo giusto”.

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TRENTO: LA CRISI COLPISCE I PARCHEGGI BLU

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2013 @ 2:12 pm

Detto altrimenti: facciamo di necessità virtù : “Parcheggiare in Trentino: un ulteriore tassello dell’offerta turistica locale” (ben tre “due punti” in un’unica frase! Lo so che no si fa, ma tant’è …)

Anteprima

Le auto passano il 90% della loro vita ferme. A velocità zero. Anche questa è mobilità. A Parigi l’80% dei parcheggi sono interrati, la rete metropolitana a è molto articolata. Sulle strade difficilmente si incontrano ingorghi. A Roma, Genova, Milano, Napoli, Palermo, etc., il contrario.
In molte città italiane le zone blu aumentano a dismisura. Ciò per due ragioni: una palese, garantire la rotazione delle auto in sosta; una occulta, fare cassa. Parte dei ricavi, per legge, dovrebbero essere reinvestiti nella mobilità. Spesso quei soldi sono destinati ad altri scopi, pur nobili, quali ad esempio gli asili nido, o per ripianare le perdite del TPL – Trasporto Pubblico Locale, quale clausola di salvaguardia del bilancio del vincitore del bando di gara per l’assegnazione della gestione del TPL della città in questione.
Gli investimenti nella mobilità sono soprattutto pubblici. Le gestioni della sosta possono essere pubbliche, private o miste pubblico-privato.
La crisi induce la gente ad usare di meno l’auto e comunque a parcheggiarla in aree non a pagamento. Gli incassi delle società di gestione diminuiscono. Che fare?

Fine dell’anteprima. Ora possiamo cominciare

Che fare in Trentino? Gli incassi al momento di “andare in stampa” sono calati del 5,9% (Corriere del Trentino 25 gennaio 2013, pag. 1). Il Trentino: 550.000 abitanti. Considerando i pendolari che la frequentano, meno della città di Brescia.

A Brescia esiste un’unica società ed un unico centro di controllo che gestisce e controlla migliaia e migliaia di posti auto si superficie e in struttura. Sei addetti, a rotazione fra di loro, garantiscono presidiano la centrale 24 ore su 24. In Trentino si potrebbe concentrare la gestione di tutte le aree di sosta e parcheggio in capo ad un’unica società e ad un ‘unica centrale di gestione e controllo al servizio di aree e strutture pubbliche e private. Ogni Comune ed ogni privato sarebbe libero di fissare le proprie tariffe. Ci sarebbe la massima sicurezza nella gestione del denaro. Si accorperebbe con vantaggi economici e funzionali il servizio di assistenza tecnica, e, soprattutto, si potrebbe dotare l’utenza, residente turistica, di un’unica tessera della sosta per tutto il territorio provinciale. Fantascienza? No. Realtà, Basta deciderlo. Già in passato, su mia istanza (ero Presidente Amministratore Delegato di una società mista pubblico-privata che dotai di un tale centro di controllo, lo SCOUT – Sistema di COntrollo Unificato Telematico), l’assessorato provinciale aveva iniziato a coinvolgere i Comuni con il censimento delle loro strutture e apparecchiature. Dal progetto deriverebbero vantaggi funzionali ed economici. In più, se il progetto fosse realizzato da una SpA privata (previa stipula fra i Comuni e la stessa di adeguati contratti di servizio a garanzia della qualità e del costo del servizio locale) essa potrebbe assumere la gestione di strutture anche al di fuori dell’ambito pubblico iniziale, con aumento del fatturato e dell’utile. Il personale che si libererebbe a seguito dell’accorpamento potrebbe essere utilizzato per il servizio del controllo della sosta di superficie.

Il sistema può essere facilmente esteso anche a livello regionale. E poi, non esistono già le tessere Superski Dolomiti e Skirama? Quale altra migliore testimonianza della fattibilità del progetto Parking Regionale?

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LESSICO FAMILIARE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2013 @ 3:56 pm

Detto altrimenti: “Lessico familiare”? Un bel libro di Natalia Ginsburg

Lessico familiare aggiornato, della GFI – Grande Famiglia Italia: “ a mia insaputa”.

A mia insaputa …
• mi hanno pagato la casa;
• hanno derubato le casse del partito;
• hanno fatto operazioni finanziarie non consentite;
• mi hanno pagato una liquidazione di €305.000 per il mio reinserimento nel mondo del lavoro, quando sono passato dal parlamento italiano a quello europeo.

Fra chi avrà indovinato i quattro personaggi misteriosi che si nascondono dietro l’enigma, sarà sorteggiato un biglietto gratta e vinci.

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SCANDALO AL SOLE … della Toscana!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2013 @ 3:44 pm

Detto altrimenti: al bel sole della nostra amata Italia

Un vecchio film … fossero questi gli scandali, oggi!

Non se ne può più. uno scandalo al giorno. Quello di oggi riguarda il Montepaschi Siena. Ma noi non dobbiamo abituarci, rassegnarci … guai! Invece dobbiamo indignarci e reagire. Gli scandali – ormai a ripetizione – tolgono credibilità e risorse al Paese. Lo spread aumenta. Le tasse di conseguenza. La ripresa ritarda. Alla fine paghiamo tutti noi, Ed allora, intentiamo una class action contro i responsabili degli scandali. Non si può? Non è previsto da alcuna legge? Ed allora chiediamo a gran voce che questa legge sia fatta! Il patrimonio della mafia viene confiscato? Bene ma. Ma vi sono altri patrimoni da confiscare … altre rendite di posizione da svellere, altri ruoli apicali da rinnovare …, altri controlli da effettuare, altri controllori da controllare …

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