IL PRESIDENTE NAPOLITANO CONCEDE LA GRAZIA AL COLONNELLO USA J.L. ROMANO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2013 @ 6:42 pm

Detto altrimenti: …. il colonnello USA J. L. Romano III, quello che si era reso responsabile del rapimento, sul suolo italiano, dell’iman egiziano Abu Omar.

Ecco il comunicato stampa del Quirinale:

Abu Omar

“Ai sensi dell’articolo 87, comma 11, della Costituzione, ha oggi concesso la grazia al colonnello Joseph L. Romano III, in relazione alla condanna alla pena della reclusione e alle pene accessorie inflitta con sentenza della Corte d’Appello di Milano del 15 dicembre 2010, divenuta irrevocabile il 19 settembre 2012. La decisione è stata assunta dopo aver acquisito la documentazione relativa alla domanda avanzata dal difensore avvocato Cesare Graziano Bulgheroni, le osservazioni contrarie del Procuratore generale di Milano e il parere non ostativo del Ministro della Giustizia”. 

Riportiamoli a casa!

Il mio commento? Che gli USA ci siano riconoscenti e intervengano presso l’India in favore del rilascio dei nostri due marò.

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SE NON ORA, QUANDO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2013 @ 6:28 pm

Detto altrimenti: cosa stiamo aspettando? Il fallimento dello stato? La rivoluzione?

La disoccupazione e la pressione fiscale sono alle stelle (52%). Le imprese chiudono. I consumi crollano. I giovani emigrano. Gli anziani si suicidano.

Cosa stiamo aspettando? Cosa stiamo aspettando …

• a incidere sui cosiddetti “diritti acquisiti” delle fasce di reddito più elevate, “diritti” che in realtà sono insopportabili privilegi? Sui grandi patrimoni? Sull’evasione e sull’elusione fiscale?
• a riscrivere l’ordine delle priorità, a cominciare da 1) questione morale; 2) non acquistare gli F35; 3) rimandare il TAV a tempi migliori; 4) interventi segnalati da report (Milena Gabanelli docet!); 5) etc. etc..?

ILVA-TARANTO: a Taranto non si possono più seppellire i morti perché non si possono scavare le fosse, in quanto la terra è troppo intrisa di sostanze inquinanti. Taranto città che vuole lavorare e non essere avvelenata, città che non deve essere messa di fronte alla scelta fra due mali: la disoccupazione e l’avvelenamento. E allora, che fare? Io la mia l’ho scritta più volte:

Occorre espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo può essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa. Ma vedrete, ci toccherebbe emettere sì un prestito, ma non per pagare il saldo ai Riva, bensì per integrare il finanziamento del ripristino ambientale ed il risarcimento dei danni! Praticamente si tratterebbe per lo Stato di un subentro nella posizione di un debitore (debitore verso la collettività), ma almeno poi l’acciaieria è dello Stato, non più dei Riva.

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VELE A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2013 @ 11:49 am

Oggi sono a Riva del Garda. Son in Fraglia (Fraglia Vela Riva). Piove. Poco vento. Forse non si regata. Guardo la mia barca, un FUN di nome “Whisper”. Guardo il cielo pieno di nuvole. Riprendo una mia vecchia poesia …

FUN FRA LE NUVOLE

Nuvole di bel tempo

Nuvole amiche del ciel vagabonde

che non restate mai ferme un momento

onde d’un lago ch’è privo di sponde

madrine dell’Ora e figlie del Vento;

 

nuvole dolci se il sole v’irrora

voi sempre riuscite ad essere nuove

calde la tramonto più fredde all’aurora

liete col bello e un po’ tristi se piove;

 

Nuvole temporalesche

nuvole diafane ai raggi solari

che v’arricchite di porpora e d’oro

e nel chiaror di regate lunari

fate del cielo un cangiante traforo;

 

nuvole buone che ‘l Garda ombreggiate

e che lenite l’arsura de’ campi

del Nastro Azzurro oppur corrucciate

dell’Intervela fra fulmini e lampi;

 

nuvole alte dai bianchi contorni

diademi regali a cime rivane

nuvole sparse in cui volano storni

nido incantato di cigni e poiane;

 

Whisper in regata al giro di boa!

di tutte voi dal meriggio allorquando

io nacqui sul lago mi innamorai

da molti anni ormai sto veleggiando

senza potere raggiungervi mai!

 

E la mia randa io sempre l’ho indosso

la tuga consumo al sole ed al gelo,

ma in Fraglia Vela star fermo non posso:

non voglio aver altro ormeggio che il cielo!

 

Rotte fra i monti io vo’ percorrendo

e in questo un poco ci assomigliamo:

nulla vi chiedo io nulla pretendo

se non poter dire quanto vi amo.

 

Eterna meta di tutta la vita

è il vostro porto che mai ho raggiunto,

è questa dura bolina infinita

che mi sospinge pur sempre a quel punto.

 

… dall’alto del Monte Brione …

Quando dall’alto del monte Brione

la vela mia bordeggiar non vedrete

ed intonar questa alata canzone

voce planante di Fun non udrete,

 

 

 

 

 

amiche nuvole non lacrimate

poiché veliero del ciel diverrò

fra Dolomiti di neve imbiancate

prora di nuvole e cielo sarò.

 

 

 

 

Whisper

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SANITA’ CONVENZIONATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2013 @ 10:50 am

Detto altrimenti: convenzioni da rivedere

Tizio si sottopone ad una visita ortopedica in una clinica privata: 200 euro. Emerge che occorre una operazione al “crociato”. “Quando è possibile operarsi?”, domanda Tizio. “Qui da noi, a pagamento (operazione completa, 12.000 euro), la settimana prossima. In regime di servizio pubblico convenzionato, sempre qui da noi, fra sette mesi”.

Poco tempo fa, in autostrada, ebbi a richiedere il soccorso stradale. Arrivò un carro attrezzi di una ditta privata (diversa dall’ACI, che pur sempre associazione privata è) che mi chiese di certificare il tempo intercorso fra la mia chiamata di soccorso e il loro arrivo sul posto. “Sa, mi disse, per convenzione abbiamo l’obbligo di arrivare entro tot minuti dalla chiamata, altrimenti ci revocano la concessione”.

Oggi ho collegato i due fatti e mi sono detto: si potrebbe fare altrettanto nella sanità, e cioè, ad esempio, imporre alle cliniche private convenzionate di esporre i tempi di attesa “privati” e di intervenire “a regime pubblico” ad esempio entro un multiplo ragionevole del “tempo di attesa privato”, stabilendo, ad esempio, che il tempo di attesa “pubblico” non può superare di n volte il tempo di attesa “privato”, a costo di fare aspettare un po’ di più qualche “privato” a vantaggio di un riequilibrio dei tempi “pubblici” e “privati”.

Le precedenze dovrebbero essere riservate ai casi urgenti, ricchi o poveri che siano.

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LA VICINANZA DELLO STATO E DELLE ISTITUZIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2013 @ 12:20 pm

Detto altrimenti: ma concretamente, poi …. cosa resta?

La Presidente della Camera, Laura Boldrini, si recherà a Civitanova Marche per “testimoniare il proprio cordoglio” ai familiari delle vittime del triplice suicidio. Gesto dovuto e ammirevole. Ma non basta. Quante altre situazioni simili o potenzialmente simili ci sono? Quante altre persone/famiglie sono sull’orlo della “crisi di vita” per l’impossibilità di far fronte alla vita stessa? Già, perché di questo si tratta. Far fronte alla vita. Infatti il “diritto alla vita” ormai è diventato un privilegio. Anche perché se deve intendersi analfabeta chi sa capire solo la pagina sportiva di un giornale (Don Milani), altrettanto deve intendersi già “morto” alla vita chi non ha futuro, chi non sa come arrivare a fine settimana (il fine mese è ormai un sogno per “ricchi”).

Ma dove prendere i soldi per far fronte a tante esigenze? Dai mille piccoli ricoli e dai fiumi di sperperi, di “privilegi acquisiti”, di priorità non più tali, quali gli F35, il TAV, la missione militare in Afghanistan, i sussidi alla scuola privata, i super stipendi-retribuzioni-liquidazioni, gli sprechi segnalati da Report (vedrei Milena Gabanelli Ministro alla Moralizzazione Economica, ce ne sarebbe proprio bisogno!)

Dice … ma anche ridurre della metà lo stipendio del Presidente dell’INPS (1.200.000 euro all’anno) non risolverebbe la situazione … Eh no, cari, con 600.000 euro l’anno sapete quante situazioni risolviamo? A 20.000 euro ciascuna l’anno, almeno trenta famiglie “salvate” dalla catastrofe sociale e fisica. E scommetto che il Presidente INPS, con 600.000 euro lordi l’anno, il che grosso modo significa circa 25.000 euro netti al mese, campa lo stesso. L’eccezione che con singoli interventi non si risolvono tutti i casi non regge. Con singoli interventi si risolvono alcuni casi, e l’operazione comunque s’ha da fare. Altro che emolumenti miliardari ai vari Cimoli per “ringraziarli” di avere condotto allo sfacelo aerei e treni!

Coraggio, diamoci da fare, tutti insieme, chi nel piccolo e chi nel grande, tutti insieme ce la possiamo fare, tutti insieme staremo tutti meglio, tutti insieme per il “bene comune”, quindi per il bene e non per il male, e per il bene comune, cioè non certo per il bene di pochi ed il male di molti. Solo che nel piccolo, con il blocco di stipendi e pensioni e con tassazione troppo lineare, emu sa detu (dialetto ligure), abbiamo già dato. Ora occorre intervenire nel “grande” (anzi, andava fatto prima!). Che io sia diventato “comunista”? No, solo ricordo che “vecchio” capo Fiat, tale Vittorio Valletta (genovese come me!), percepiva uno stipendio pari a venti volte la paga di un suo operaio. Oggi sarebbero circa 25.000 euro al mese. Ma l’attuale AD Fiat ne percepisce circa 500.000. Al mese. No, non ce l’ho con lui, ma con il metro di misura che permette ciò nell’industria, nelle banche, nella casta dei boiardi di Stato. Mentre la gente si impicca in cantina o si getta a sfracellarsi sugli scogli.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso della sopportazione ai due coniugi di Civitanova Marche e al loro parente convivente? Una cartella esattoriale di Equitalia che minacciava il sequestro ed il pignoramento della Fiat Panda blu parcheggiata in cortile.

O mùzos delòi, la favola (che poi è una tragedia) insegna che:

  • chi è debitore verso il fisco di qualche centinaio di euro si impicca;
  • chi ne deve un centinaio di milioni, concorda per 30 e ne risparmia 70 (un famoso motociclista, le cui iniziali sono V. R.);
  • chi di milioni ne deve alcune centinaia, concorda per meno di uno (società di gestione delle macchinette per il gioco di azzardo).

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RENZI ROTTAMATORE / CHE LISCIA IL PELO / ALL’ITALIA PEGGIORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2013 @ 11:19 am

Detto altrimenti: questo post non è mio, è di www.narcolessico.wordpress.com. Se io ne condivido il contenuto? Il giudizio che un popolo ha il governo che si merita, sì. Il fatto che il grillismo non esprima una maturazione del popolo, sì.

Tutti i commenti critici su Matteo Renzi cominciano sempre con qualche elogio, più o meno di circostanza, che possa garantire l’obiettività di chi parla.
Spesso viene riconosciuto al Sindaco di Firenze il merito di dare corpo e sostanza a un’esperienza politicamente salutare, che il PD – altrimenti – non avrebbe modo di di vivere. Dopodiché, ringraziato il giovine per la sferzata che tonifica il dibattito del Partito – alla stregua, quasi, di un overdose di Badedas – si passa ai vari “però”.

Insomma: va bene parlare chiaro, va bene affrancarsi dal politichese, va bene uscire dai vecchi schemi, va bene smettere di celebrarsi fra le mura delle Case del Popolo, va bene tutto per carità, ma poi c’è la politica, quella vera, quella tosta, e lì – sul buon Renzi – sono ancora parecchi quelli che arricciano il nasino. E se facesse molto rumore per nulla? E se fosse più demagogico di quello che sembra? E se fosse il Berlusconi della sinistra? E se non sapesse davvero di cosa sta parlando?
Fatti loro, direi. E fatti di Renzi, senza dubbio.
Fatti e discorsi, in ogni caso, piuttosto ridicoli, ipocriti e soprattutto già sentiti, nei quali si mandano baci per accreditare bastonate e bastonate per accreditare baci. Mi torna in mente, in fondo, il “ma anche” di Veltroni. Quest’ultima cosa, però, fate conto che l’abbia solo pensata. D’altra parte la storia non si ripete. No, figuriamoci.

A me Renzi non convince, e non anteporrò a questo pensiero nessun elogio di circostanza. Non mi convince per diversi motivi. Ce n’è uno, però, che trovo più attuale degli altri. Mi riferisco alla significativa frequenza con la quale Renzi, nel tentativo di smarcarsi da un certo sentimento di superiorità intellettuale che effettivamente vige nell’establishment del suo partito, afferma:

“Non sono gli italiani che non ci capiscono; siamo noi che non capiamo loro. Come se gli Italiani fossero meno capaci di noi di intendere o di volere…” (intervista di Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, giovedì 4 aprile 2013).

Cassandra … non ci resta che piangere!

Non nego che tanta vecchia guardia del PD creda, in cuor suo, di soffrire della sfiga di Cassandra, la sacerdotessa che conosceva tutte le disgrazie in arrivo e stava sulle scatole alla gente perché non portava mai buone notizie. La faccia torva di Bersani riassume questa intima consapevolezza e tradisce, senza dubbio, il sentimento di una superiorità intellettuale politicamente devastante, che possiamo far risalire all’utopia – certamente comunista – che vede nel direttorio di Partito l’avanguardia illuminata che si fa carico di guidare il popolo anche a discapito del (falso) sentire, del (poco) comprendere e al limite perfino del fastidio di quest’ultimo.

In questo Renzi è, per la sinistra, effettivamente innovativo. Questo però non diventa un suo merito perché il sindaco di Firenze lo traduce in un difetto di segno opposto: là dove la “vecchia scuola” del PD sembra pensare che la gente alla fine non capisca un tubo, Renzi sembra invece voler far passare l’idea che la gente, in qualche modo, abbia già capito tutto e che sia enormemente migliore della classe politica che la rappresenta.

Questo, però, non è solo il Paese delle tante e meritorie imprese che resistono nonostante i mancati pagamenti della pubblica amministrazione, e non è solo il Paese delle famiglie che eroicamente continuano a credere nel futuro anche se lo Stato sembra progressivamente disfarsi dell’onere (del dovere, n.d.r.) di aiutarle.

Questo è anche, e forse soprattutto, un Paese di cialtroni, di soggetti culturalmente mafiosi o, nella migliore delle ipotesi, mentalmente pigri e poco inclini al cambiamento, ai quali tutto occorre fuorché sentirsi dire che hanno già capito tutto, che va bene così come sono.

A fare questo – per altro – ci hanno già pensato i vari Fiorito, di destra e di sinistra. Personaggi pubblici e politici di infimo livello, cioè, che campeggiano davanti al cittadino come figura della sua assoluzione: se nei posti di potere c’è gente così, il cittadino sicuramente sente che vada bene così com’è.

Perché peggio, in effetti, non può essere e perché, qualunque sia la situazione da cambiare, questo stesso cittadino sarà portato a credere che la responsabilità del mancato cambiamento possa ricadere, all’infinito, su chi è peggio di lui, cioè – nella fattispecie – su chi sta al potere.

E invece no. Basta. Finiamola di fornire alibi a una popolazione che deve ancora scoprire le ragioni e i principi della propria cittadinanza attiva.

Io far crescere la capacità di analisi e di critica dei miei elettori? Tiè!

Cominciamo a dire che nei luoghi di potere servono persone capaci e oneste non soltanto perché “è giusto che sia così” ma anche perché non possiamo più permetterci di fornire a noi stessi, che stiamo fuori dal Palazzo, un alibi grazie al quale non sentirci responsabili della situazione in cui ci troviamo.

Se gli italiani hanno capito qualcosa, come dice Renzi, hanno per lo più capito – secondo me – che reiterando una classe politica indecorosa (rispetto alla quale il grillismo non segna alcuna discontinuità) è possibile reiterare, all’infinito, il proprio alibi, è possibile cioè sottrarsi all’infinito a quell’esame di coscienza che dovrebbe portarci a guardare negli occhi l’immagine che vediamo nello specchio per chiederle: “Ok, l’Italia sta colando a picco. Ma tu cosa stai facendo?”

Renzi è deleterio proprio sotto questo punto di vista.

Perché, anziché favorire questi processi di maturazione dell’elettorato (nella stessa intervista lo dice a chiare lettere: “Voglio cambiare l’Italia, non gli Italiani”), continua a lisciare il pelo a una mentalità che, invece, avrebbe bisogno di essere presa, almeno per un po’ di tempo, a calci nel sedere.

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FANTASCIENZA FINANZIARIA (o servizi segreti?)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2013 @ 7:57 am

Detto altrimenti: a pensar male … talvolta si finisce per agire bene

Cipro. Piccola isola. Grande problema. Come quello del poveraccio marocchino che si diede fuoco e con il suo gesto innescò la primavera araba. In montagna, ci andate? In inverno, poi? Con la neve alta? No, non a sciare in pista, ma fuori pista, a camminare, a fare sci alpinismo … una valanga … può iniziare con un imponente distacco di neve, un grosso seracco, ad esempio, ma talvolta prende l’avvio da una piccola massa di neve, quella smossa dai vostri stessi sci, la quale si ingrossa in modo esponenziale, e in un tempo assai breve diventa inarrestabile. Cipro … dice, ma se poi si replicasse in Italia, in Europa? No, dicono i saggi (europei, non la nostra pattuglia al lavoro al Quirinale, no, non loro!). Eppure, a pensar male … a Cipro, mettendo le mani nelle tasche (conti correnti) dei privati, si “salva” il fallimento del piccolo stato (tuttavia le mani sono state messe male, perché la franchigia di 100.000 euro non ha eliminato lo scandalo della linearità del prelievo, uguale per conti di 101.000 euro e di 10.000.000 di euro).

Ecco, loro le strisce le hanno già … e noi?

Ma veniamo a noi. Gli USA hanno grossi problemi finanziari, il loro debito pubblico viene sempre più sottoscritto dall’oriente (Cina e India in testa), non è escluso che debbano finanziare altri interventi militari (Corea del Nord?). E allora che fare? Ecco che, improvvisamente, qualcuno è stato in grado di violare oltre centomila segreti bancari nei paradisi fiscali, paradisi improvvisamente diventati “inferni”. Qualcuno (molto molto bravo, esperto e attrezzato) è stato in grado di svelare improvvisamente al mondo (e al fisco di ogni paese) dove si trovano i capitali frutto dell’elusione e dell’evasione fiscale mondiale. Ecco, io credo che nulla succeda per caso, o almeno, mi piace pensare che sia così. Non che mi dia fastidio, la cosa, anzi, era ora che si scoperchiasse il pentolone infernale dell’egoismo, della sopraffazione, della violazione delle leggi umane e morali.

Mettiamole anche noi, le strisce!

E adesso che si fa? Io credo che il mondo si dividerà in due: 1) I paesi emergenti, quelli che non rispettando i diritti umani e civili fanno concorrenza sleale a chi li rispetta, che approfitteranno della situazione per attrarre i capitali in fuga entro nuovo paradisi fiscali super protetti. 2) E gli altri. E noi? Noi siamo fra gli altri. E allora, acchiappiamo per la coda quei capitali in fuga, risaniamo i nostri conti, fondiamo gli Stati uniti d’Europa, accordiamoci con gli USA e stabiliamo un ferreo boicottaggio verso tutti i paesi che non adottano le nostre regole morali sociali, bancarie, finanziarie, fiscali, del lavoro, del rispetto dell’ambiente, dei diritti umani e civili, della libertà religiosa, del rispetto della donna, etc..

Ricardu, cosse ti me disci? Che toglierei alla gente la democrazia sostanziale? Nu g’aveivu penseè non ci avevo pensato … e se mai me staieva ben cuscì … e se mai mi starebbe bene così …

Altro che uscire dall’Euro Beppe! E poi, se mai, con un referendum popolare? Ma se il 90% della gente non conosce nemmeno quali sarebbero le conseguenze di una tale uscita! Dai Beppe, con un simile referendum daresti alla gente tanta democrazia formale in più ma la deruberesti di tutta la sua democrazia sostanziale, portandola a votare per decisioni di cui non conosce gli effetti! Via, siamo seri, Beppe … nu schersemmu … non scherziamo (con le cose serie). Te u dighu in seneize, cosse ti ve de ciù? Te lo dico in genovese, cosa vuoi di più?

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CONNESSIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2013 @ 10:59 pm

Detto altrimenti: l’importante è connettere i vari avvenimenti. me lo ha insegnato un mio ex capo, il Senatore trentino Bruno Kessler.

Avevo provato ad alleggerire i miei post, vedete, con quello precedente … ci stavo provando. Ma poi, poi mi sono detto: questo fatto non si può tacere, devi parlarne, devi scriverne …

La catena dei fatti, dai piccoli – che poi piccoli non sono – ai grandi. O preferite che cominci dai grandi? Dall’enorme tzunami dell’evasione ed elusione fiscale, della speculazione finanziaria a livello mondiale, quindi anche europeo, quindi anche italiano sino ai coniugi di Civitanova Marche, 62 anni lui, Romeo Dionisi, muratore disoccupato senza pensione … come si dice oggi? Ah sì … “esodato”! 68anni lei, Anna Maria Sopranzi, pensionata a 500 euro al mese, che ieri si sono impiccati nella loro cantina, non riuscendo a superare impossibilità di pagare l’affitto, le bollette, di acquistare cibo: di vivere, insomma. E il fratello di lei 72 anni, convivente con la coppia: scoperto il duplice suicidio, si getta sugli scogli e muore anch’egli.

La connessione? Dov’è? Ma è semplice: visto che le prime stime dell’elusione fiscale a livello mondiale, quale è organizzata nei paradisi fiscali grazie alla collaborazione di molte primarie banche, pare sia pari al PIL degli USA e del Giappone messi insieme … ecco la prima industria, quella che batte anche il volume d’affari delle mafie riunite: l’evasione e l’elusione fiscale. E se invece questa ricchezza fosse stata utilizzata per il bene comune, e cioè anche per il bene dei tre suicidi di Civitanova Marche? 

Ma no, rilassiamoci un po’ … alla TV danno un vecchio film, bellissimo: “Il sorpasso” di Dino Risi, quello con Gassman al volante di una Lancia Aurelia Sport B24 …, ma no, che mi dite? Che i diritti di sfruttamento del film li incassa la Lyon Film domiciliata all’isola di Man (paradiso fiscale), sociteà gestita da un fiduciario svizzero? Non posso crederci!

Cui profest? Cui bono? Solo alla Loocked!

Ecco, che qualcuno non mi venga a dire che invece gli F35 sono più importanti, che il TAV ha la priorità su questi drammi. Che me lo venga a dire, sa dove trovarmi, sia al telefono, che a casa: sono sull’elenco telefonico di Trento. No, non sono un “anti TAV”. Solo per me il TAV non è la priorità del momento. Non sono un rivoluzionario “contro tutto e contro tutti”, no. Ho fatto il mio bravo servizio militare; sono sposato in Chiesa; ho avuto ed ho una sola moglie, due figli, una nipotina. Non bevo, non fumo né tabacco né altro. Niente di tutto questo. Ah, dimenticavo: credo in Dio. E allora? Sto solo dicendo che a mi avviso occorre rivedere l’ordine delle priorità di azione (evasione ed elusione fiscale) e di spesa e di investimento, che la vita delle tre persone sopraccennate vale più dell’intera squadriglia di F 35 (almeno funzionassero, e invece sono solo delle costosissime e pericolosissime baracche!).

Non possiamo più indulgere ad atteggiamenti pensierosi, da uomini superiori, quelli che noi sì che siamo ben pensanti, persone di  mondo, mica quegli altri che con sanno come vanno le cose del mondo; quelli che da quando il mondo esiste …; quelli che è tutta invidia, che beati noi che, che poi anche quelli lì ci invidiano e dicono beati loro che possono; quelli che si vabbè sono cose che succedono; quelli che l’interesse complessivo; quelli che c’è ben altro cui pensare; quelli che mica si possono accontentare tutti; quelli che … insomma, c’è tanta gente che soffre ma tiene duro e se la cava, in qualche modo;

Uno a caso … il Presidente INPS: magro, emaciato, sovraccaricato di … emolumenti …

quelli che se uno  gode di pluri mega pensioni o pluri mega stipendi o pluri mega liquidazioni milionarie se le sarà ben guadagnate; quelli che poi 500 euro al mese sono pur sempre una somma; quelli che mica possiamo dare a tutti lo stesso stipendio del Presidente dell’INPS di 1.200.000 euro l’anno oltre gli emolumenti delle altre decine (decine) di incarichi pubblici di cui lo hanno gravato, il poverino! Quelli che se una banca paga a debito del proprio conto economico le tasse sulla liquidazione di un proprio super manager nessuno se ne accorge è il lordo diventa netto; quelli che se il nostro capo della polizia riceve uno stipendio triplo rispetto al suo collega dell’FBI, è perchè ha una grande responsabilità; quelli che poi queste retribuzioni sono lorde tranne quelle dei politici, ma sono poca cosa sul totale …

No. Io credo che dobbiamo mettere la testa sotto il getto d’acqua fresca della coscienza e/o dell’intelligenza, per chiarirci le idee. Della coscienza, chi ne ha una. Dell’intelligenza, chi dovrebbe capire che “est modus in rebus: sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum”, e cioè che c’è un limite in ogni cosa, che vi sono dei confini oltre i quali non può esservi niente di justum, cioè niente secundum jus, secondo la legge … limiti superati i quali gli avvenimenti ci sfuggono di mano. A danno di tutti. Secondo la legge … ma quale legge ? Prima di tutto la Legge Morale!

Chi è la vera vittima? La signorina Ruby o la Signora Italia?

Il triplice suicidio di Civitanova Marche deve fare insorgere la nostra coscienza, dobbiamo indignarci per una democrazia malata di amoralità, la quale va curata, non distrutta (capito, Beppe?). La malattia, infatti, è uno stato patologico che conduce alla guarigione, all’invalidità o alla morte. E noi vogliamo e dobbiamo condurre il malato – la nostra democrazia, la nostra società umana – alla guarigione. Non crediamo nel tanto peggio tanto meglio di certi recenti personaggi che “giocano” al massacro dell’ingovernabilità.

Dobbiamo indignarci, dicevo, come pure lo dobbiamo di fronte al fatto che una ragazzina, arrestata per furto, condotta in questura, spacciata per la nipote di un personaggio politico famoso, liberata a seguito di una telefonata, consegnata “in custodia” ad una consigliera regionale, dalla quale subito dopo “affidata” ad una prostituta brasiliana, si permetta di arringare la folla sulle scale di un Palazzo di giustizia, contro la presunta mala-giustizia! Io sono un cittadino italiano. L’Italia è anche mia, le sue istituzioni sono anche mie, a cominciare dalla Magistratura: non accetto che si consenta svilirle in questo modo indegno. Da parte di chi, poi … con la regìa mediatica di chi, poi … indonvinate un po’ voi …

La goccia che ha fatto traboccare il vaso della sopportazione ai due coniugi di Civitanova Marche?  Una cartella esattoriale di Equitalia che minacciava il sequestro ed il pignoramento della Fiat Panda blu parcheggiata in cortile. Chi è debitore di qualche centinaio di euro si impicca. Chi ne deve 100 milioni, concorda per 30 e ne risparmia 70 (Valentino Rossi).

E’ mezzanotte. Ora pubblico il post e vado a dormire.

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SOTTO I PONTI DI TRENTO FERSENA SCORRE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2013 @ 6:51 pm

Detto altrimenti: “Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna” …

Così inizia una bella poesia di Guillaume Apollinaire.

Oggi piove a Trento. Una primavera che sa un po’ di autunno. Sono uscito a passeggiare lungo “la Fersena”, in lingua italiana “Il Fersina”, torrente quasi fiume, affluente dell’Adige, che scendendo dalla Valle dei Mocheni (Mochen Thal, l’unica valle tedesca del Trentino) e “scorrendo sotto i ponti di Trento”. regala alla città uno splendido viale di ippocastani. Due pescatori. Ieri c’era in azione un loro concorrente: un airone cinerino. A 900 metri dal Duomo della città. La poesia che segue ha qualche anno. Le foto sono di oggi.

Ed ecco il mio “Canto di Trento a la Fersena”

Sei vivo.
Mi parli col suono di luce
dei tuoi mille occhi di rivo
splendenti nel verde.
Dapprima
mi sembri annoiato
nel lento rigiro
che sempre conduce
al tuo limitato infinito
eletta dimora
di anatre urbane
ed aironi
in morbide anse di steli
ov’acqua
fra ‘l fiore che odora
con tenue sospiro si perde.
Ma ecco
improvviso
uno slancio
al pari del cervo brunito
che hai visto saltar le tue rive
braccato dal cane
ed hai ristorato
offrendoti invito alla sete
ed alle corse un po’ schive
del giovane re incoronato.
Ancora …
hai negli occhi il ricordo
di una prudente marmotta
del falco
che lento
si libra nel cielo in agguato …
di un movimento …
di vita che lotta …
di tenero nido violato.
Tu nasci ove aria rinfresca.
Poi …
scendi la cima
scoscesa di valle tedesca
qual liquido velo nuziale
che adorni la Sposa Atesina
e rechi in pianura
la figlia del suolo innevato
i fulgidi pesci d’opale
il tenue lenzuolo
che dona ristoro all’arsura
di ninnula cuna
il manto di brezza
che stendi alla luna
ed olezza.
E dolce assopisci il bambino
cantandogli la ninna nanna
che i monti ti hanno affidato.
Tu sei Poesia
il capolavoro scolpito
del grande Pittore Trentino
che ascolto
rapito all’oblìo
insieme alle fronde
degli ippocastani
che sopra le spalle
ti fan capolino ondeggiando
e curioso
protendono il volto
sull’armonioso spartito
del tuo gorgoglio.
Ma ora prosegui il tuo viaggio
e mentre ricevi altre sponde
le mie vecchie mura imperiali
riflesse
ti rendono omaggio
più belle pe’ i grandi regali
che porti di piccole onde.

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POST SUCCESSIVO (a quello precedente, è ovvio) SUI PARADISI FISCALI)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2013 @ 1:15 pm

Detto altrimenti: Sic transit pecunia mundi … così passa (esentasse) il denaro del mondo!

Corsera odierno alle pagine 14 e 15 riporta la notizia della lista dello scandalo dei paradisi fiscali: un hard disk consegnato ad un giornalista australiano, contiene i files di 120.000 società e singoli evasori offshore (in nero). Da una prima stima si calcola che la ricchezza così “salvaguardata” sia compresa fra 21.000 e 32.000 miliardi di dollari USA. Per capirsi, il PIL di tutti i paesi del G8 messi insieme è di 35.000 miliardi di dollari USA.

Che fare? Lasciare che il mondo sia depredato da quei “pochi tanti privati” che lo “utilizzano” per arricchirsi in modo spropositato e comunque ingiustamente, derubando quei “molti tanti altri pubblici e privati”, o semplicemente applicare le leggi fiscali? Applichiamo le leggi, diranno molti. Si, bravo merlo, diranno altri molti, ma come si fa?

Io credo che la strada più immediatamente percorribile sotto il profilo di una soluzione strutturale del problema sia la seguente:

Le stelle le abbiamo già: aggiungiamo le strisce, e di corsa!

1) Creare gli Stati Uniti d’Europa – EUE, USE, EVS, rispettivamente in francese, inglese, tedesco (Etats Unis d’Europe, United States of Europe, Europeischen Vereinigten Staaten);
2) fare un accordo fra USA e EUE per l’eliminazione dei paradisi fiscali interni ai due Stati Federali e per il boicottaggio di qualsiasi relazione con paese esteri che non adottino le nostre comuni leggi fiscali, bancarie, finanziarie, di sicurezza sul lavoro, di rispetto dei diritti civili ed umani, del rispetto ambientale, etc..

Quindi Europa, Stati Uniti d’Europa! Altro che uscire dall’Euro, Beppe, belin, ma t’ei nesciu? Nu ti ghe n’ è atre belinee’ da cuntà? (Per i non Liguri: “Beppe, ca… spita, ma sei stupidino? Non ne hai altre “cose poco sagge” da dire?”).

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