POST 974 – TEGNIR DALLA SPINA E MOLAR DAL COCON (o dal boron)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Settembre, 2013 @ 9:14 am

Detto altrimenti: occuparsi di piccole cose e perdere di vista le grandi

Trentino. Un contadino chiude bene il piccolo rubinetto della sua grande botte di vino e non si accorge che il vino sta disperdendosi in gran quantità  dal “cocon” (o “boron”) che poi è l’apertura che viene utilizzata per fare entrare nella botte l’operaio addetto alla sua manutenzione.

Accendo la TV, leggo i giornali: la maggior parte dello spazio è riservata a “decadenza si/no; IMU si/no; IVA si/no; congresso si/no; tal nuovo partito si/no”. Molto meno spazio è riservato all’ILVA e a tutti i casi analoghi (in termini di perdita di posti di lavoro) e nessuno spazio alla VERIFICA DELL’ADEGUATEZZA DELL’ATTUALE MODELLO DI SVILUPPO.

Un mio amico carpentiere, visto il calare delle sue commesse tradizionali, ha cambiato il proprio modello di sviluppo e si è messo a motorizzare elettricamente biciclette. Il suo fatturato sta crescendo.

Un altro mio amico fabbrica e vende apparecchiature elettroniche per il controllo dei sistemi di allevamento del bestiame. In Italia non si vende più? Ha cambiato il proprio modello di sviluppo: ha aumentato le vendite all’estero. Il suo fatturato sta crescendo.

Mi domando: ma chi ha governato nel “Ventennio” precedente (non uso a caso questo termine: vi sono indotto dall’osanna plebiscitario di certe piazze sbandieranti bandiere, striscioni, cappellini, magliette tutte omogenee: chi è che le ordina? Chi le fabbrica? Ma soprattutto, chi le paga? Forse si pagano con i denari dei “rimborsi elettorali?), nel Ventennio precedente – dicevo – non ha previsto anche questo tipo di evoluzione (più correttamente, “involuzione”) dell’economia? Non ha cioè previsto un adeguamento del modello di sviluppo.

Ma dov’è questa crisi?

Devo rispondermi di no, perché fino all’ultimo affermava che le barche a vela che passavano davanti ad una tal villa in Sardegna erano tantissime; che tutti hanno il telefonino; che i ristoranti sono strapieni; etc..

E oggi? Chi ha trascinato la politica ad occuparsi principalmente dei temi sopra accennati, trascurando le enormi energie che si stanno disperdendo dal “cocon” (o “boron”)?

Prima ti avveleno, poi ti licenzio: sei libero, va …

Chi sta mettendo a rischio il governo al quale partecipa perché non si attua ciò che esso stesso afferma che sarebbe stato concordato, anche se le risorse non ci sono? Ad impossibilia nemo tenetur, nessuno può essere costretto a realizzare obiettivi impossibili. Ah sii??!! E allora io te li pongo questo obiettivi, non ti indico le fonti di copertura finanziaria, tu non li raggiungi, io dico che sei venuto meno ai patti (più correttamente: alle mie indicazioni), mi ritiro dal governo e dico che la colpa è tua. Già, dico io, ma se il governo cade, chi decide sull’ILVA, la maggiore acciaieria d’Europa, ai suoi 1.400 dipendenti e al suo notevole indotto, di chi è la colpa?

Dice … ma è una crisi planetaria … Ah si?!  E allora come mai moltissime piccole imprese italiane stanno facendo aumentare il nostro export? Crisi mondiale si, però vi è ancora tanta gente che dall’estero reclama ed acquista certi nostri prodotti. Come la mettiamo allora?

Ma via, le favole ce le raccontavamo da ragazzini, anzi, da bambini … ora siamo grandicelli, non possiamo “babbiare”, per dirla con il Commissario Moltalbano …

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POST 973 – ILVA: QUIS CUSTODIET CUSTODES IPSOS?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Settembre, 2013 @ 4:06 pm

Detto altrimenti: ma i custodi, chi li custodisce? Chi li controlla? E alla fine, se fanno  sono danni, chi paga? (temo, alla fine, “Pantalone”)

La Commissione Europea sta valutando se aprire nella seduta di giovedì prossimo una procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato controllo di emissioni tossiche dall’Ilva di Taranto negli anni scorsi.

Anni, non giorni, durante i quali alti funzionari pubblici e politici molto ben pagati avrebbero dovuto fare ciò che ora pare che la Commissione Europea possa loro contestare. Dice … sono ben pagati, anzi, “stra pagati” perché la loro responsabilità è elevata, i compiti loro affidati ardui … E allora mi domando: se per malaugurata ipotesi la Commissione dovesse comminare all’Italia una multa milionaria, l’Italia si rivarrebbe sui suoi funzionari/politici negligenti? E se si, cosa se ne ricaverebbe? Sono forse costoro milionari (in euro)?

Ma costoro … potrebbero avere stipulato una polizza assicurativa …

Mi chiedo: anche per loro è prevista la stipula obbligatoria a proprie spese di una copertura assicurativa che copra la loro responsabilità anche per colpa grave? La stessa polizza è obbligatoria per ogni dirigente anche privato che operi all’interno di una SpA pubblica o mista pubblico privata.

E qui sorge un altro problema. Se Tizio è amministratore di una SpA pubblica e si assicura per tutto il periodo del suo mandato, non basta, perché la Corte dei Conti può contestare il suo operato sino a dieci anni dopo la cessazione del mandato. Se la denuncia della Corte dei Conti arriva ad esempio un anno dopo la cessazione del suo mandato, Tizio invoca la copertura assicurativa in quanto l’operato contestato è avvenuto all’interno del periodo per il quale egli ha pagato il premio all’assicurazione. Nossignore, gli risponde l’Assicurazione, noi ti assicuriamo “la denuncia del fatto” (che è venuta ben dopo la cessazione del tuo mandato), non “la perpetrazione del fatto”, quindi non sei coperto dalla nostra garanzia: avresti dovuto stipulare una seconda polizza, la cosiddetta “postuma” che noi ti rilasciamo per un periodo massimo di cinque anni”.

Tizio replica all’Assicurazione: ”Ma allora vi siete ingiustamente arricchiti, poiché vi siete presi i miei soldi e non mi avete dato alcuna contropartita!”.

Comunque, spinto dalla necessità, in occasione di un secondo diverso mandato di amministratore, Tizio si assicura anche con la “postuma” per il massimo consentitogli dall’Assicurazione: cinque anni. Ma la Corte dei Conti ha dieci anni di tempo per intervenire … e allora?

E allora lo Stato che impone all’amministratore di assicurarsi, dovrebbe imporre alle Compagnie di Assicurazione di assicurarlo, oppure ridurre i tempi dell’intervento della Corte dei Conti da dieci a cinque anni. Non vi pare? Eh si, perchè altrimenti alla fine, se non esiste un soggetto sul quale lo Stato possa rivalersi con la certezza di portare a casa il risarcimento dovutogli, alla fine a pagare sarà lo Stato, cioè Pantalone, cioè tutti noi … e avremo fatto un altro regalo alle Compagnie di Assicurazione!

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POST 972 – IL TRENTINO E LE RAGIONI DEL MODERNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Settembre, 2013 @ 9:18 pm

Detto altrimenti: Die Moderne und ihre Begrundungen – Come ha affrontato ieri la modernizzazione e come affronta oggi la crisi il Trentino? “Ragioni del moderno” o “crisi delle ragioni del moderno?”

Oggi, a Trento, Via S. Croce, 77, presso la FBK- Fondazione Bruno Kessler/ISIG Istituto Storico Germanico, il giornalista Franco de Battaglia (quotidiano “L’Adige”) modera gli interventi di Giorgio Casagranda (Presidente Centro Servizi Volontariato della Provincia Autonoma), di Don Marcello Farina e di Flavio Zuelli (Università di Trento); di Maurizio Cau (FBK-ISIG).

Oggi, per il vostro blogger, è stata una giornata di rinuncia. Rinuncia ad una bella pedalata in bicicletta: sole pieno, non troppo caldo, non troppo freddo, una di quelle pedalate da 100 km almeno. Ma che volete, la Barbara del post precedente è una cara amica e Don Marcello Farina … che dire? Definirlo amico sarebbe riduttivo. Infatti per moltissimi di noi Marcello è di più, assai di più: è un aiuto ed un invito alla riflessione; un arricchimento della coscienza e della sensibilità di ognuno. E allora ecco che per oggi le mie biciclette hanno ben potuto aspettare. E poi, Giorgio Casagranda, amico, ottimamente ex politico (ottimamente non perché “ex”, ma perché era un bravo politico!). E del bravo De Battaglia, che dire? Non me ne voglia se non lo conosco … il giovane Professore Cau, io vecchietto quasi settantenne … ci può stare … ci può stare …

Il convegno è durato dalle 18,00 alle 19,45. Non ve lo riassumo. Solo alcuni concetti, senza dirvi chi li ha espressi. Indovinatelo voi!

Marcello Farina, Giorgio Casagranda, Franco De Battaglia

Una modernità che non aiuta la società umana, ma la vuole dominare.
In Cina si stanno costruendo 10 città da 100 milioni di abitanti ognuna, perché la gente che sta in città consuma di più.
Una modernità basata sulla cancellazione del concetto di popolo in favore del concetto di aggregati di persone.
Autonomia è avere un proprio progetto di vita.
Modernità è ricomporre il popolo su di un valore: il bene comune, dando centralità a lavoro, scuola, equità.
In Trentino ci sono 5.000 associazioni di volontariato. In veneto 2.500.
Per la destinazione in beneficienza, oggi si recuperano ben 5.000 kg di alimentari al giorno da quelli che i supermercati butterebbero nei cassonetti. Nel 2012 si è recuperato cibo per un controvalore di 1,5 milioni di euro.
Trentino moderno è Trentino solidale. Viene citato Bruno Masè, pilastro del volontariato sociale.
Modernità in Trentino: Cooperazione, Autonomia, Università, Concilio (Concilio che dalla sua primavera deve vivere l’estate, non l’autunno o peggio l’inverno!)
Modernità: concetto statico (positivo o negativo). Modernizzazione, concetto dinamico.
La modernizzazione attuale ha invece contenuti anche negativi: cinismo, autoreferenzialità, culto dell’apatìa, Incapacità a “farsi piccoli”. C’è moralismo, manca la moralità “ma” c’è attaccamento alle rendite di posizione.

Professor Maurizio Cau

Trentino oggi: decadenza felice, del tipo della “Finis Austriae” di fine ‘900.
Oggi abbiamo tutto (relativamente tutto) ma manca il respiro. Aria inquinata da un paternalismo diffuso, ossequiente, egocentrico, quasi razzista.
Le maggiori beghe politiche sono circa la allocazione dei super centri commerciali, che poi sono dei non-luoghi.
Il rapporto con il territorio, una volta forte, è stato banalizzato sia dalle alte sfere che dal popolo di base.
La comunicazione da reale è diventata virtuale.
Giuseppe Dossetti: “Siamo quasi immobili di fronte ai grandi cambiamenti!”
La Cooperazione di Don Lorenzo Guetti, quella delle origini, si basava su tre parole: solidarietà, bene comune, autonomia (tre parole modernissime, rivoluzionarie: ecco la vera modernità!)  ove per autonomia si intendeva l’educazione del popolo alla partecipazione alla vita pubblica. Le tre parole sono rimaste le stesse, ma non il loro significato:  Cooperazione oggi? Oggi nella cooperazione gli azionisti sono diventati semplici clienti. Occorre tornare alle origini. Bene comune oggi? E’ diventato bene pubblico, il che è altra cosa. Autonomia oggi? Quasi un Trentino bancomat.
La Chiesa “moderna”? Vinicio Albanesi, nel suo libro “I tre peccati della Chiesa” afferma che essi siano il verbalismo, l’estetismo formalistico e il moralismo. Bodlaire afferma che modernità non è il gas, il vapore o il tavolino che parla, ma “la dimenticanza del peccato originale”.

Un po’ sbrigativo, il mio resoconto? Concordo, ma sono le 22,15 e volevo “uscire” cioè “postare” cioè “pubblicare” questa sera stessa. Quanto al convegno … insomma, direte voi, “mala tempora currunt”? In parte si, ma ce la possiamo fare. Almeno sappiamo dove dirigerci: verso un moderno ritorno ai valori fondanti dell’Autonomia (ecco la modernità di ieri e di domani, non certo quella di oggi! Oggi possiamo solo cercare di modernizzare, cioè di muoverci dalla attuale falsa modernità  verso la vera modernità, quella di Don Guetti, per intendersi. E in questo molto ci aiuta Papa Francesco: da non perdere la sua lunga recentissima intervista sul quotidiano dei Gesuiti “Civiltà Cattolica” concessa al Direttore della rivista, Antonio Spadaro (n.d.r.). Papa Francesco ci aiuta a percorrere nuove vie, nuove autostrade di ASSOLUTA UMANITA’, che ci conducono al raggiungimento del BENE COMUNE, il quale non consiste nel possedere ognuno la nostra “quantità” di proprietà privata, ma nel fatto che si gioisca - contemporaneamente – del bene proprio e di quello altrui. 

N.d.r.: Un mio personale riferimento a telecamere spente. Papa Francesco ai suoi: “Non fate alberghi a pagamento ma ospizi per i poveri”. Cardinale Scola: “La Chiesa si occupi del primo momento del bisogno.  Poi l’aiuto ai poveri è compito dello Stato”.  Ed io: “Elezione di Papa Francesco? Scampato pericolo!”

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POST 971 – IN SUONO VERITAS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Settembre, 2013 @ 2:01 pm

 Detto altrimenti: a cura dell’Associazione Lucilla May – Trento

Trento. Oggi. Piazza del Duomo. Spalle al Palazzo Vescovile, verso l’angolo a sinistra della piazza, prima di uscirne del tutto per ritrovarsi sulla sinistra l’entrata principale della cattedrale, di fronte a voi si apre un vicoletto parallelo alla Via Verdi, Vicolo dei Birri. Dieci metri avanti e a destra trovate la sede dell’ Associazione “Hortus Artieri”. Quattro locali storici, a livello strada o poco meno, con le pareti, gli architravi e le finestre che sanno d’antico. Piccoli grandi gioielli di una città storica: non è un ristorante né un bar. E’ un “Luogo di Storia e di Cultura”.

Barbara e Andrea

Una conferenza stampa. Ospiti della Gentilissima Proprietaria Signora Alda Failoni, la quale accoglie la Direttrice Artistica dell’Associazione Lucilla May, la violoncellista Barbara Bertoldi (v. post del 20 aprile 2013) e la violinista Andrea Marmolejo per la presentazione del loro progetto “In Suono Veritas”, loro settima rassegna annuale. Sono presenti anche gli altri componenti il loro “Quartetto degli Affetti” e cioè il violinista Sergio La Vaccara, Giordano Pegoraro (violoncello) e Adriano Dallapè (clavicembalo e organo).

In Suono Veritas: due concerti, anzi tre

 

Il primo, Domenica 22 settembre 2013 ad ore 18,30 in Trento, presso il Castello del Buon Consiglio, Stefano Veggetti, prestigioso violoncellista studioso della musica barocca, a Trento per la prima volta, eseguirà musiche di Domenico Gabrielli (1659-1690), “Ricercare VII e VI” rispettivamente in re minore e in do maggiore per violoncello solo, del 1689. Indi seguirà Johann Sebastian Bach (1685-1750): Suite in re minore BWV 1009 e Suite n. 1 in sol maggiore BWV 1007. Ingresso a offerta libera, posti limitati.

 Il secondo, “doppio”: Borgo Valsugana, Chiesa S. Anna, 20 ottobre 2013 ore 17,30 e Muse, Trento, 21 ottobre 2013 ore 20,30, da parte dell’Ensemble Cordia e dell’Ensamble degli Affetti, Primo violino Andrea Rognoni, Maestro di Concerto Stefano Veggetti saranno eseguite musiche di Arcangelo Corelli (1653 -1713), del veneziano Giovanni Benedetto Platti (1697-1763). Corelli e Platti, trecentesimo e duecentocinquantesimo anniversario della loro morte, vengono celebrati a Trento in modo assolutamente degno della loro bravura. Borgo: offerta libera –  Muse: €10,00 per un biglietto valido anche per il Muse nel periodo successivo al concerto.

Che dire? This is Trento too! Trento è anche tutto questo: musica!

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POST 970 – 1) RADIO TRE, “PRIMA PAGINA” DEL 18 SETTEMBRE 2013 – 2) VARIE ED EVENTUALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Settembre, 2013 @ 8:52 am

Post del Millennium: sono già arrivati tre contributi da Giovanni, Andrea e Cristina. Dai, mandatemi i vostri,  saranno pubblicati quale contenuto del post n. 1000. Via aspetto!

Detto altrimenti: ecco, proviamo a dire altrimenti quelle stesse cose …

Avrete notato che molti miei post sono scritti e pubblicati la mattina presto: la notte porta consiglio, si dice … ma questa notte ho dormito molto profondamente, non ho sognato e proprio non avrei saputo cosa scrivervi, cari lettori dl blog (meno male, direte voi … e invece … ). Infatti, io la mattina ascolto volentieri Prima Pagina di Radio 3 . Oggi ho addirittura interrotto la consueta rasatura per udire meglio, tanto mi interessavano gli argomenti trattati. Ve ne riporto alcuni, arricchiti (o impoveriti, a secondo del punto di vista) delle mie chiose.

Inizia

970/1 – Si parla della PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO (Vangelo di Luca). Molti si dichiarano sostenitori del figlio laborioso ed ubbidiente e condannano il padre che ha perdonato e riabilitato il figliol prodigo, troppo prodigo del suo (suus & eius = suus, suo di lui, del figlio; eius, di lui,  del padre che glie lo aveva dato quel denaro. Ah, la lingua latina … che ammirazione nutro per essa!) denaro verso osti e prostitute. Io parteggio per il padre e per l’insegnamento di Gesù che è di amore, accoglienza e perdono infinito. E gli altri? Vogliono cambiare il Vangelo o correggere Gesù? Non è più semplice che si scelgano un’altra religione?

970/2 – Su Repubblica. Apprendiamo che taluno mette in dubbio l’Amore Universale predicato da PAPA FRANCESCO. Valgono le conclusioni di cui al punto precedente.

970/3 – Scola. Il CARDINALE SCOLA: “La Chiesa aiuti i bisognosi per il primo intervento (per il primo miglio, n.d.r.),: poi ci deve pensare lo Stato”. Ovvero, dico io, la carità “a metro”. E bravo Scola! E’ così che rispondi all’invito del tuo Capo Francesco che vi invita a non aprire e gestire alberghi a pagamento ma ospizi gratuiti per i poveri? Ma che … Scola, vuoi fare il paio con il tuo collega Bertone? (vedi sotto, alla voce “Bertone”).

970/4 – Il pensionato benestante Dr. GIULIANO AMATO è stato promosso alla Corte Costituzionale: bene, anche perché aveva detto che quanto “guadagnava”, 30.000 euro al mese, non gli bastava per tirare avanti … vabbè, allorta, se le cose stanno così … a saverle le robe …

970/5 – CIR di De Benedetti batte Fininvest di Berlusconi: mezzo miliardo di euro a zero. Chi palude, chi contesta. Io dico: in ogni caso, ci volevano 20 anni? Ma siamo matti? E poi, contestare questa sentenza dopo che un avvocato (della società condannata)  è già stato condannato per avere corrotto un giudice – condannato anch’egli – che aveva dato ragione alla Fininvest? E che dire del mandante, riconosciuto colpevole, ma che ha beneficiato della prescrizione e che ora è il primo a protestare? Ma ci siamo bevuti il cervello?

Finisce – Ed ora ve ne dovete sorbire altre cinque tutte mie

970/6 – Colonialismo di ieri: colonialismo “internazionale”, ovvero pochi paesi si arricchivano impoverendo molti patri paesi. COLONIALISMO DI OGGI, colonialismo “nazionale, statale”. poche persone si arricchiscono a danno di molte altre persone che si impoveriscono. Quo usque tandem … fino a quando  …. riflettiamo, gente, riflettiamo …

970/7 – Bertone. Il CARDINALE BERTONE si spende energicamente in favore della vita e della famiglia, dal concepimento, alla nascita, al battesimo, alla cresima la domenica a messa tutti insieme, al matrimonio, al fine vita. Bene. Ma la stessa energia la vorrei vedere profusa in favore del “lavoro” della famiglia dei senza lavoro, della dignità sottratta ai disoccupati e ai giovani senza futuro, ai vecchi senza risorse o con pensioni al minimo. O no? Ma che … Bertone, vuoi fare il paio con il tuo collega Scola? (vedi sopra, alla voce Scola).

970/8 – Bilancio dello stato, legge di stabilità, interventi con … il bilancino, ecco … “BILANCINO DELLO STATO”, tolgo qua, aggiungo là. Robin Hood alla rovescia: aumento la benzina e tolgo ai piccoli progetti (dell’individuo, della famiglia: faccio studiare i figli, mi sposo, mi nutro, vado in vacanza una settimana) per dare ai grandi progetti (TAV, F35, privilegi di casta, soldi ai partiti, etc.).

970/9 – Con riferimento al punto precedente: ma non si potrebbe riflettere se l’attuale MODELLO DI SVILUPPO è ancora attuale o se non sia il caso di guardarsi intorno per vedere se il “mercato dei modelli di sviluppo” non ci offra qualcosa di più aggiornato ai tempi?

970/10 –  La CONCORDIA è stata raddrizzata. Il capo delle operazioni è uno straniero. E per raddrizzare l’Italia, dobbiamo per forza escludere “raddrizzatori” stranieri? Io sono favorevolissimo agli STATI UNITI D’EUROPA, e che a governare noi del Texas mediterraneo sia pure uno del Nord Dakota europeo. Why not?

Dieci punti su cui discutere. Basta là … per dirla in piemontese … per ancoi va bin parei, per oggi va bene così. Ciao, a dopo … e scrivete, commentate: la carne al fuoco è tanta!

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POST 969 – LA PRIMA NEVE IN TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Settembre, 2013 @ 1:06 pm

Detto altrimenti: … vista dalla bicicletta!

Caldonazzo Lake

Trento. Per pedalare in Valsugana sino a Bassano del Grappa ero sempre partito da casa (100 km) o da Levico (75 km). Questa volta ho voluto fare un sopralluogo sul percorso che inizia alla stazione ferroviaria di Pergine, che ho raggiunto in auto, bici sul tetto. In questa stazione i parcheggi sono limitatissimi: ci sarebbe un’area (della ferrovia) libera ma è “Vietata ai non autorizzati”. Io ho parcheggiato in centro ad €0,70 l’ora. Sulla piazzetta della stazione, negozio della San Patrignano di affitto bici: per i residenti a Pergine, 3 euro al giorno. per gli altri 10 l’intera giornata e 4 la mezza. Bar, ok (caffè e brioche, 2 euro). WC (della stazione): al bar hanno rubato la chiave, rivolgersi al tabaccaio. Mi ci rivolgo, finalmente faccio la pipì e quindi salgo a cavallo della mia “Camilotto 1985”.

La prima neve : 17 settembre

La strada inizialmente è quella delle auto. Solo qualche tratto riservato alle bici. Poi, in concomitanza della località Valcanover (albergo, ristorante, parcheggio, Associazione Velica Trentina), inizia la parte più bella della ciclabile vera e propria, splendida, a costeggiare il lago di Caldonazzo (foto sopra) sino alla zona attrezzata a spiaggia per la balneazione. Poco dopo la ciclabile è ricavata su di un ex marciapiede, non molto agevole ai pneumatici delle due ruote. Infine termina del tutto e sei sulla strada che ti porta alla ciclabile vera, quella che inizia al distributore di benzina che si trova grosso modo ai piedi della salitella che ti conduce al paese di Levico. Morale: a mio sommesso avviso non vale la pena partire da Pergine, bensì da Levico.

Io sono rientrato da Levico  a Pergine lungo la “vecchia Levico”, una strada “cornice” che sale dolcemente lasciandosi a sinistra, in basso, il lago di Levico, sino ad arrivare allo scollinamento, oltre il quale, prima di calare su Levico, trovate a destra il castello di Pergine e a sinistra una deliziosa chiesetta in pietra. In tutto 26 km. Bici usata: da corsa.

Peccato che per rientrare a Trento in bici ci solo la salitaccia dura (8 %)  di 4 km dal Lago di Caldonazzo a Vigolo Vattaro:  peccato! Così come, per raggiungere queste zone da Trento -sempre in bici – uno si debba sorbire i 10 Km di salita al 6% da Trento a Vigolo Vattaro: peccato!

E … sui monti? Sui monti, dai  2000 metri in su,  la prima timida spruzzatina di neve! Che sia di buon augurio per la nostra imminente stagione invernale!

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POST (DI SERVIZIO) 968 – CI AVVICINIAMO AL MILLESIMO POST!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Settembre, 2013 @ 6:50 am

Detto altrimenti: è un po’ che sto pensando come “celebrare” il traguardo del primo … “millennio” …

Cari amici lettori, ho iniziato a scrivere i miei post il 6 dicembre 2011. Da quella data ne ho pubblicati 968 (compreso questo), su 97 pagine, con 1388 commenti scritti di cui 1183 approvati e 205 “spam”, post rintracciabili attraverso 3560 parole chiave (tag) all’interno di 39 categorie. La vostra frequentazione è testimoniata dalla media delle pagine sfogliate/lette al giorno: circa 1.000!

Io sono un blogger principiante, ma amici assai più esperti di me mi dicono che si tratta di un ottimo risultato. Ottimo in funzione di cosa, mi domando io … e mi rispondo: in funzione della comunicazione, cioè della communis actio, di una azione comune, azione del corpo ma soprattutto della mente vostra e mia. Fatti, opinioni, critiche, proposte, divagazioni, riflessioni … una salutare ginnastica mentale per chi scrive, per chi commenta e per chi legge senza commentare per iscritto. Purchè si rifletta. Tutti. Me compreso, of course!

Un mio amico afferma che in Trentino spesso non si trova un accordo non perché si abbiano idee troppo diverse, ma perché non ci si confronta. Questa sua affermazione mi ha colpito e l’ho fatta mia, estendendola ben al di fuori dei nostri confini provinciali.

I contenuti. Ma anche i toni del confronto. Soprattutto quelli di supponenza, ultimativi; quelli che assume chi, parlando, alza lo sguardo al cielo come per testimoniare l’origine divina ed ispirata del proprio eloquio; quell’inarcare le sopracciglia, inclinando leggermente la testa;  quel parlare quasi solo a se stessi per dare una maggiore credibilità alle proprie affermazioni da parte di chi le ascolta convinto di essere riuscito a carpire i segreti più intimi e quindi più sinceri dall’interno della vostra coscienza; quell’intervallare le parole con pause strategiche per dare il tempo agli ascoltatori, di evidente livello mentale inferiore, di capire ed assorbire un nuovo vangelo; quell’utilizzare frasi ad effetto, immagini retoriche e metafore che nessuno spazio vorrebbero lasciare all’interlocutore se non una stupita, inerte e beota gratitudine per un falso  arricchimento che in realtà è un vero soporifero rincoglionimento …

Ebbene, no, amici. Niente di tutto questo. Per me, per la mia mente e per la mia penna, 2+2 fa quattro. E alla svelta, anche, aber schnell, auch!  Niente di più. L’idea, la sua espressione, verbale o scritta che sia, deve essere chiara ed espressa in “valore assoluto”, cioè senza segno + o – davanti, come si usa in matematica. Poi la si può – anzi, la di deve – sostenere o contestare: e ben venga questo dibattito, questo confronto, questa communis actio, azione comune.

A qual fine, tutto ciò? Amici, il mio “lavoro” di blogger è assolutamente gratuito. Per me si tratta di una opportunità che mi è stata offerta e che utilizzo sia come puro divertimento quando scrivo di vela, di bicicletta e di altre cose amene;  sia come esercizio di un dovere civico e civile, quello che mi spinge a cercare di dare un contributo al perseguimento del bene comune, quando scrivo di “cose serie”. Ecco, la ricerca del bene comune, afferma Papa Francesco, è “fare politica”, e viceversa. fare politica deve essere semplicemente la ricerca del bene comune. E allora sì, amici, io faccio politica, in questo senso. non candidandomi, non ricoprendo poltrone, ma semplicemente scrivendo. Anzi, scrivendovi, augurandomi di essere letto, di ricevere vostri commenti scritti, di sollecitare comunque una riflessione.

E per il millesimo post …. che fare? Una soluzione potrebbe essere quella di riservarlo alla pubblicazione dei vostri commenti sull’intero “nostro” primo Millennio. In tal senso sin d’ora vi invito a inviarmi il vostro Post del Millennio, che raccoglierò e pubblicherò in quella occasione. Grazie per quello che riterrete di fare. E nel frattempo, buona lettura e commento di quanto trovate sul blog.

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POST 967 – QUIS CUSTODIET IPSOS CUSTODES?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Settembre, 2013 @ 12:42 pm

Detto altrimenti: ma i custodi … chi custodirà i custodi?

Giovenale, scrittore latino a cavallo fra il primo e secondo secolo dopo Cristo, nella sua sesta satira se la prende con le donne romane (dell’epoca, per carità … dell’epoca!) giudicate di facili costumi. A chi gli suggeriva di porre dei custodi a guardia della loro fedeltà, rispondeva: “Ma chi controllerà i custodi? Tu spranga la porta, imponi divieti, ma loro sono furbe ed inizieranno proprio con i custodi …”

Ecco, io invece penso alle nostre banche: da ultime, BPM (Banca Popolare di Milano), MPS (Montepaschi) e Carige (Cassa di Risparmio di Genova e Imperia). Ne hanno fatte di tutti i colori nel senso di concessioni di credito abnormi e non giustificate e altre operazioni “opinabili”, etc.. E le altre banche? Tutte brave e disciplinate? E nel frattempo, il controllo? Quello interno, non esisteva? E le Società di certificazione? E il controllo della Banca d’Italia? Ecco … quello di Bankitalia. A mio sommesso avviso non bastano più le relazioni che le banche inviano alla Sorveglianza di Bankitalia né gli ispettori inviati ex post dalla stessa. Occorre un vor – Kontroll, cioè un controllo preventivo o quanto meno un mit – Kontroll, cioè un controllo in itinere delle operazioni, non basta il nach – Kontroll, cioè il controllo successivo della chiusura delle stalle quando i buoi sono scappati.

Occorre controllare i controllori, o almeno, riorganizzare il controllo. E dalla necessità di alcuni interventi, prendere lo spunto per fare un controllo a tappeto, su tutte le banche.

Ero direttore di una SpA. Il Presidente insisteva perché io facessi eseguire un accurato inventario dei magazzini delle parti di ricambio: lo feci e riscontrai differenze enormi. Gli feci una relazione nella quale spiegai che il problema non era l’effettuazione ex post di un ottimo inventario, ma quello, a monte, di una corretta gestione dei tantissimi nostri magazzini che, per risparmiare personale, lui stesso voleva che restassero incustoditi.

Ma allora … nelle banche? Che fare? Che ne direste se le banche fossero obbligate ad accogliere nel loro Consiglio di Amministrazione un esponente della Sorveglianza della Banca d’Italia? Senza diritto di voto, come semplice osservatore … Potrebbe essere una soluzione. Ne avete una migliore? Fatevi avanti …

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POST 966 – IL VOLTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Settembre, 2013 @ 7:09 am

Detto altrimenti: guardiamoli in faccia

Il volto. Il filosofo francese di origini lituane Emmanuel Lévinas (1906 1995) ci invita a considerare il “Volto” dell’Altro. L’Altro, che con il suo Volto ci interroga, ci domanda, ci chiede di dialogare, ci chiede aiuto e a sua volta si offre a noi.

E noi? Noi … guardiamoli questi “volti”, quelli di tanti politici, di tante persone “importanti”. Estere e nostrane. Molte, non tutte, per fortuna, ma sempre troppe. Putin sorride mentre si scusa per il leggero ritardo con il quale si presenta ad una riunione nella quale si discute delle migliaia di esseri umani gassificate dal tiranno siriano. Alcuni  nostri ministri sorridono mentre danno risposte generiche … tanto per sganciarsi dal fastidioso intervistatore, e così sia e così via.

No, per favore, non sorridete. Non ve n’è ragione alcuna. Non sorridete, come non sorridono i milioni di profughi, gli immigrati sopravvissuti alla traversata in gommone, il padre di famiglia licenziato, il giovane disoccupato senza futuro.

C’è poi un altro tipo di volto che non approvo: è quello arrogante, un po’ “duro”, quasi impenetrabile, spesso imperioso della “imperial dorata burocrazia”, sia locale che centrale, arroccata su posizioni di irremovibilità, di assoluto garantismo, che si ingiustamente considera “gestore dall’alto della moltitudine dei sudditi questuanti” anzichè correttamente “servitore dal basso di chi paga loro lo stipendio”, cioè di tutti noi.

E fosse poi solo lo stipendio, spesso – agli alti livelli – assurdamente ed incredibilmente multiplo di quello percepito da capi di Stato esteri! Infatti spesso vi sono “propine”, premi vari, indennità di carica, buonuscite e buonentrate (sic!) milionarie in euro,  etc. tutto pensionabile, il che spesso letteralmente raddoppia lo stipendio contro il quale pur si leva la legittima protesta di chi riceve una pensione di 500 euro al mese. E anche quella di chi non ha nemmeno quella.

Tutto ciò è innanzi tutto immorale. Ed allora, che fare? Sento dire che il primo problema da risolvere è “il lavoro”. A mio avviso invece il primo problema è il Problema Morale. Come agire? Secondo la tecnica aziendale dello zero base budget: rimettiamo tutti a zero, stabiliamo una nuova scala di retribuzioni che sia “umana, terrestre a ed europea” e non “disumana, marziana ed italiana” e riconduciamo ogni contributo al suo giusto livello di meritocrazia. Dice … ma ci sono i diritti acquisiti (delle caste, n.d.r.). Nessun problema, rispondo mio, sì, ma ci sono anche quelli acquisiti con la nascita e con l’appartenenza ad una Repubblica fondata sulla nostra Carta Costituzionale. Andiamo a rileggerla e diamo attuazione diretta alle sue previsioni, più che non alle sotto-leggi- sotto-derivare di secondo, terzo ed ulteriore grado  che via via ne hanno travisato la portata originaria.

Già, anche perchè chi è stra-pagato non è per nulla stimolato a bene agire, a cercare di migliorare, bensì solo a manteneere la sua posizione di privilegio. e… si sa … chi nulla fa non può sbagliare: quindi, tutti lenti, cauti nel decidere e nell’agire … anzi, meglio se si resta fermi del tutto! Quaeta non movere, dicevano i latini …

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POST 965 – UNA S. MESSA PARTICOLARE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Settembre, 2013 @ 2:12 pm

Detto altrimenti: nella chiesetta di S. Giustina a Balbido (Trento)

Balbido, il “paese dipinto” per via dei suoi bei murales. Vi ha la casa d’origine Don Marcello Farina, per gli amici Marcello. Ed egli ogni domenica vi sale da Trento per celebrarvi la S. Messa. Anch’io, oggi come altre volte, sono salito da Riva del Garda a Balbido (questa volta non in bicicletta, stante l’incertezza del tempo) per essere presente alla celebrazione. Mai la celebrazione è stata intensa come quella odierna. Innanzi tutto per il battesimo che vi si celebrava, di una bimba, Sofia, che “non ha mai visto sua madre”. Morta durante il parto? Altro motivo? Non ho chiesto la ragione. La commozione di tutti i presenti è stata fortissima. E poi, celebrazione intensa anche per le Parole di Marcello – a sua volta commosso – le quali non ci hanno certo aiutato a superarla, la commozione: Battesimo come il bacio di un Dio Padre e Madre allo stesso tempo, di un Dio che è come il padre della parabola del figliol prodigo: padre amorevole sempre, padre che ci lascia liberi, che ci ama, ci perdona e ci accoglie; e non come il padre che vorrebbe che fosse l’altro figlio, quello sempre ubbidiente: padre giudice severo che giudica, distingue, respinge e condanna”. Grazie, Marcello!

P.S.: vedi anche post del 2 luglio 2012 ore 06,40

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