POST 984 – POESIA D’AUTUNNO E ELEZIONI TRENTINE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Settembre, 2013 @ 5:44 pm

Detto altrimenti: riflessioni “locali”, dopo tanta politica economica ed economia politica nazionale.

Molti lettori del mio blog sono Trentini. Altri no. Ed allora mi scuseranno i primi se mi dilungo in qualche particolare che loro già conoscono benissimo.

La Fersena (in italiano il Fersina) è il fiume che scende dalla Val dei Mocheni (Mochen Thal o Mochenthal), unica valle tedesca del Trentino, lambisce Pergine Valsugana e Trento e si immette da sinistra nell’Adige. Per lei ho scritto una lunga poesia che trovate nel post del 5 aprile 2013. Se volete andare a leggerla, mi farà piacere … e ve ne ringrazio sin d’ora.
Ed io … io, ogni volta che passo sopra i suoi ponti, ripenso alla bella poesia di Guillame Apollinaire: Sotto il ponte Mirabeau la Senna scorre …
Questo tardo pomeriggio il cielo era leggermente velato, l’aria autunnale un po’ triste, quand’ecco, su un ponte, un ponte su la Fersena appunto (Sotto i ponti di Trento Fersena scorre), un raggio di … fiori: fiori d’autunno a colorare l’attesa di giornate di sole. Domenica prossina pioverà, questi fiori potranno dissetarsi. E dopo, dopo il Trentino, lavato a festa, indosserà nuovamente il suo abito più splendente di verde e azzurro, in attesa dello sparato bianco della neve.
Poco distante il sibilo discreto del trenino che collega Trento a Venezia, inizialmente percorrendo la Valsugana (quando saremo fora a fora de la Valsugana …). Sembra un mondo di favola, e tale è: a dimensione umana. Le cose belle attorno a noi non dobbiamo solo vederle, dobbiamo guardarle.

Trentino passato, attuale, futuro. Nel prossimo mese di ottobre avremo le nostre elezioni “amministrative” che qui da noi sono molto “politiche” stante l’Autonomia Speciale che il Trentino si è costruito a partire dall’azione di Don Lorenzo Guetti nell’800. Leggetevi al riguardo il post n. 972 del 19 settembre scorso. Le premesse non sono delle migliori per la nostra auspicabile  “proiezione al passato” che poi sarebbe un ritorno al “modo di essere, pensare, operare” del nostro passato. Ho evitato di scrivere di “ritorno ai valori”, “ai valori del passato”, ho evitato di utilizzare quello che a mio avviso è un brutto neologismo, cioè l’aspetto “valoriale”.

Ecco, questi fiori, i fiori della foto, splendenti in una giornata grigia, aspettano solo un po’ di pioggia e poi splenderanno ancora di più. Così mi auguro che possa essere per il Trentino: dopo l’arsura attuale, che piova nuovamente un po’ della antica saggezza, a dispetto delle 24 liste, degli 11 candidati alla presidenza e dei circa 800 candidati consiglieri …

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POST 983 – TELECOM, LE BANCHE IN ITALIA E IN USA (anche per i non addetti ai lavori)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Settembre, 2013 @ 4:08 pm

Detto altrimenti: (anche) a seguito delle puntate precedenti

Premessa

• Ferrovie: una cosa è la rete ferroviaria, altra la o le concessioni per l’esercizio del servizio passeggeri e merci su detta rete.
• Telefoni: idem c.s.. Una cosa è la proprietà della rete, altra la o le concessioni per l’esercizio del servizio telefonico e dati su detta rete.
• TELECOM è  uno dei gestori del servizio telefonico e dati ed è anche proprietaria della rete.

Ciò premesso

1) L’operazione di passaggio di proprietà NON è fatta su Telecom, ma sulla finanziaria che ne ha la proprietà, il che fa sì che questa NON sia una operazione del mercato, sul mercato, secondo le regole del mercato che quanto meno avrebbero salvaguardato la posizione dei piccoli risparmiatori.
2) Una cosa è che a passare in mani straniere sia la sola gestione, altra è che ci passi anche la rete, il che va evitato per ovvi motivi.
3) Il Governo è ora costretto ad attivarsi per “porre rimedio, per porre un freno a … per cercare di rimediare a …”. Al riguardo osservo:

a. Le istituzioni (Parlamento e Governo) avrebbero dovuto farsi trovare già preparati e non ridursi ora a “correre ai ripari”: quanto meno quindi sono colpevoli di un “peccato di omissione”;

b. Gli azionisti italiani che hanno concordato l’operazione con gli spagnoli sono: Assicurazioni Generali, Banca Intesa San Paolo, Mediobanca. Orbene, perché questi tre grandissimi soggetti finanziari non si sono prima accordati con il Governo, o quanto meno, non l’hanno pre-informato? In ogni caso hanno messo in atto un’operazione rispetto alla quale ora il Governo deve cercare di porre rimedio. Per loro, nessuna responsabilità?

Italiane brave banche! Banche italiane, beneficiarie dei finanziamenti europei (ma all’UE i denari li danno gli stati, cioè tutti noi) a tassi sotto il livello di mercato, denari che esse non hanno rimesso in circolazione attraverso il credito a imprese e famiglie. Banche italiane che “premiano!” il proprio top management con stipendi, buonuscite e pensioni milionarie; banche italiane “dello scandalo”: cito MPS, BPM, Carige, tanto per non annoiarvi con un elenco troppo lungo!

Italiane brave assicurazioni!  Compagnie di assicurazione che in questo periodo di grande crisi, sanno chiudere i loro bilanci con un incremento dell’utile anche del + 67 % (Una qui da noi, solo per fare un esempio di casa nostra).

Banche USA: la banca JP Morgan è stata condannata a pagare, fra multe e risarcimenti, la bella somma di 11 miliardi di dollari USA per avere indotto molti suoi clienti a stipulare mutui sub prime, cioè a tasso molto, troppo agevolato, tale da indurre comunque alla stipula del mutuo anche chi non aveva la capacità di rimborso. In tal modo si è innescato il processo micidiale che, facendo guadagnare le banche che via via si vendevano fra di loro il pacchetto di detti crediti (mutui) ad un prezzo sempre crescente, ed anche l’ultima banca che li ha cartolarizzati, alla fine ha provocato l’insolvenza generale, la perdita dei risparmi dei sottoscrittori dei titoli cartolarizzati e la spoliazione della casa ai debitori insolventi.

Ecco, ho finito. Un mio vecchio capo, il Sen. Bruno Kessler, Presidente di una Finanziaria di cui io ero il Direttore, affermava: “Importante è fare le connessioni fra i fatti … chi ci riesce ha capito tutto …”. Grazie, Senatore, credo di avere ben assorbito i suoi insegnamenti …

P.S.: ancora denunce di male gestioni? Direte voi! Ok, avete ragione, ma non ce la faccio a star zitto … che volete, sarà quel 50% di sangue “toscanaccio” che ho nelle vene …

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POST 982 – L’Italia all’esame dell’Unione Europea: rimandata a settembre

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Settembre, 2013 @ 5:47 pm

Detto altrimenti: errare humanum est, perseverare diabolicum

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur : mentre a Roma si discute (se mandare l’esercito in aiuto dell’alleata Sagunto, assediata dal generale cartaginese Amilcare Barca), la città viene espugnata.
Mentre a Roma di discute di tutt’altro (decadenza si/no; congresso si/no/quando/come), l’UE apre tre procedure contro l’Italia che quindi rischia nuove sanzioni:

1) sforamento del 3% del rapporto debito-PIL (di probabile prossima apertura);
2) mancato adeguamento alle norme UE circa la responsabilità civile dei giudici per dolo o colpa grave;
3) mancata sorveglianza del rispetto delle norme sull’inquinamento ambientale (ILVA). Alias cornuti e bastonati.

Al riguardo, si diceva una volta che i “poteri” dello Stato erano (lo sono ancora?) tre: il legislativo (Parlamento); l’esecutivo (Governo), giurisdizionale (Magistratura). Ora si parla della possibile responsabilità civile di uno solo di essi: la Magistratura. E non mi sta bene.

Intendiamoci subito e bene: per me la legge va rispettata e chi di dovrebbe dimettere si dimetta così ci fa anche una figura migliore.

Non mi sta bene solo quel potere, dicevo, perché anche gli altri due “poteri” possono rendersi colpevoli di dolo o colpa grave.

Il Parlamento: quante sono le leggi “in arretrato”, quanti i regolamenti di attuazione non emanati (il che blocca leggi anche promulgate)?

E il Governo? Negli ultimi vent’anni anni pare impegnato più a fare leggi che a governare. Dice … ma con questa legge elettorale … chevvoletedipiù (tuttaunaparola che fa più effetto). Si, ma allora cambiatelo ‘sto porcellum! Non potete più babbiare (V. Montalbano).

E poi, si ha l’impressione di assistere al gioco del poker: la scala massima vince la scala media la quale vince la minima la quale vince la massima: nel senso, la colpa è dei politici che incolpano le istituzioni che incolpano i politici che re incolpano le istituzioni che dipendono dalla … “burocrazia imperiale” inamovibile (salvo rari casi di quasi rapimenti ed espulsioni dall’Italia di donne del Kazakistan).

Insomma, mi è capitato di vivere positive esperienze in una grande finanziaria pubblica (la Stet) ma esperienze molto negative in piccole SpA pubbliche nelle quali la visibilità che l’ente pubblico consentiva a me, responsabile di una spa con concessioni e ammortamenti trentennali, era di un mese al massimo. Lo stesso accade al Paese: improvvisamente scoppia il caso ILVA, esplode il caso TELECOM, ci piomba addosso l’emergenza ALITALIA, FINMECCANICA, etc.. Ma si può, dico io? Non vi sono piani pluriennali?

Si gioca a rimpiattino: “io, politico/governante/legislatore sono; appena arrivato; oppure, me ne sto andando; oppure, non era negli accordi; oppure, sono cose che richiedono tempo; oppure, avevo le mani legate. Insomma, io non c’ero, se c’ero dormivo e comunque non è colpa mia”.

Come tutti noi dalla TV e dalla radio vengo invitato ad esprimere i miei “desiderata” in merito al cambiamento della Costituzione: non lo faccio in quella sede innanzi tutto perché prima vorrei vedere uno stesso impegno per il rispetto  di “questa” Costituzione (e poi perché non so chi e come filtrerà e utilizzerà  le mie indicazioni). Lo faccio qui e solo per alcuni aspetti. No al bicameralismo puro. No alle provincie. No a questa legge elettorale. No alla categoria dei diritti acquisiti. No alle caste. No a super retribuzioni fuori scala europea. No alle crisi di governo al buio. Si alla verifica delle priorità di spesa e di investimento. Si alla verifica di quale modello di sviluppo adottare. Si agli Stati Uniti d’Europa.

Priorità? Tutti dicono: il lavoro. Io no. Io dico: il problema morale. Tutto il resto si risolverebbe di coseguenza.

Ma si era partiti dalla responsabilità, direte voi, dove stai scantonando? Mi direte: se il politico opera male, perderà le prossime elezioni. Eh, no, cari miei, perchè poi “loro” , cambiano partiti, lasciano i vecchi e ne fondano nuovi … chi mai riesce a risalire la catena della responsabilità? Dicono: la politica è l’arte del compromesso. No, dico io, la politica è la realizzazione del bene comune.

E il governo? Con la velocità della alternanza delle decine di governi del nostro paese … maccomesifà? Provate a immaginare un grande gruppo industriale al quale ogni tot mesi (mesi, non anni!) cambino gli azionisti ed il Consiglio di amministrazione! Insomma, è un po’ come la pila dell’acqua santa: tutti quelli che passano ci mettono la mano, ma alla fine di responsabili non ne trovi nemmeno uno.

Il potere deve essere sempre unito alla responsabilità. Firmato il Confucio … già, il Confucio, cineserie d’altri tempi, mica vanno bene per noi, ci mancherebbe altro …

Dice … ma molte cose che scrivi, caro il mio blogger, le leggiamo sui giornali. Eh già … io sono un blogger, mica dispongo di inviati speciali, collegamenti con agenzie di stampa io … e allora che ci stanno a fare i blog? Be’ intanto i blog sono quasi un diario del blogger, un diario aperto al pubblico. E poi noi blogger cerchiamo di collegare, raffrontare, discutere, approfondire, creare un dibattito. Ad esempio, qui da me, se volete potete intervenire in tempo reale. Io vi rispondo. Se non vi va, potete fare il secondo, terzo intervento. Un giornalista diceva: importante sarebbe poter fare la seconda domanda al politico di turno. Ecco, voi avete questa possibilità più volte, solo che io non sono il politico di turno, ma un semplice blogger. Dovete accontentarvi.

Cosa so io? Io so di non sapere (firmato Socrate). Ma almeno ci provo, almeno  mi pongo i problemi e mi sforzo di proporre delle soluzioni. Il male maggiore sarebbe che noi ci si stancasse di quanto ci avviene intorno e ci estraniassimo: il tacon saria pezo del bus, la pezza sarebbe peggio del buco che si vuole tappare. Piero Calamandrei, in merito al disinteresse dalla politica, raccontava un aneddoto: il capitano di una nave (non era Schettino) avvisava i passeggeri che la nave stava affondando. Uno gli ripose: “Oh che m’importa, un è mica mia!”

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POST 981 – COME SI CIRCOLA NELLE ROTATORIE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Settembre, 2013 @ 1:00 pm

Detto altrimenti: … e se mi sbaglio mi corrigerete

Qualche post fa (n. 964 del 15 settembre scorso) me la son presa con l’eccesso di velocità. Oggi tocca all’errato utilizzo delle rotonde. Vediamo un po’ …

Io mi trovo alla guida della mia auto all’ingresso di una rotatoria: la occupo per mezzo metro e mi fermo dando la precedenza a chi, essendo già all’interno della rotatoria prima di me, pur provenendo da sinistra ha diritto di precedenza. Dietro quell’auto però, si snoda, velocissima, una lunga fila di veicoli, tutti molto vicini uno all’altro (la distanza di sicurezza? Si, vabbè … ma se la mettiamo su questo piano …non arriviamo più ad una) tutti non ancora entrati nella rotatoria, i quali interpretano il loro percorso come su “strada con diritto di precedenza” anche nei miei confronti per il solo fatto che io, ad un’auto che li precedeva di dieci posizioni, avevo (giustamente) dato la precedenza.

Come mi comporto? Uno ne lascia passare due o tre … vabbene, ma poi gli si dice … un po’ vabbene ma poi basta, come dice Antonio Albanese … oppure … poi rischi di rompere i cabbasisi (Montalbano docet). Infatti io mi faccio avanti facendo segno con la mano a chi è entrato nella rotonda ben dopo di me, di fermarsi e facendo segno “no, no” con l’indice della mano sinistra (con l’indice … lo giuro …). Cioè: “Non hai la precedenza rispetto a chi è entrato nella rotatoria ben prima di te e per di più proviene da destra”. Mia moglie, ogni volta, si spaventa e teme lo speronamento ai nostri danni. Gli automobilisti bloccati dalla mia iniziativa … come reagiscono? Frenano, rallentano, si fermano. Di solito imprecano. Qualcuno capisce.

Domando a voi lettori: ecchè, uno deve fermarsi ed aspettare che tutta la fila passi, anche se si tratta di auto che si trovano a decine di metri dalla rotatoria quando voi l’avete già impegnata? Grazie per il vostro parere.

P. S.: e poi, che dire della pericolosa confusione che regna all’interno di rotatorie onde a due o più corsie? Chi sta a sinistra vuole uscire a destra e chi sta a destra vuole stringere a sinistra e solo pochi usano il segnalatore di direzione (freccia) in uscita … farebbe bene a tutti una ripassatina del Codice della Strada.

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Post 980 – MINIRIUNIONE DI … REDAZIONE DI TRENTOBLOG

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Settembre, 2013 @ 6:31 pm

Detto altrimenti: incontrarsi, fra amici, dopo l’estate

Ebbene sì … ci stavamo salutando dopo un’estate passata chi qua e chi là … nella foto, da destra Andrea Bianchi, editore di Trentoblog, al centro la blogger Mirna Moretti e quindi il sottoscritto. Seduti al Caffè Italia di Piazza del Duomo a Trento, dopo avere parcheggiato uno dei potenti mezzi messi a disposizione di noi blogger!  La foto di noi tre? L’ha scattata la titolare, Annelise Nett aus Koeln, tedesca di Colonia, la quale si è gentilmente prestata.

Abbiamo parlato del nostro blog, dei programmi, di come festeggeremo Mirna, reduce dall’aver partecipato alla giuria del Premio Campiello, e di come struttureremo il mio millesimo post. E poi abbiamo festeggiato Trentoblog il quale è “figlio di Mountainblog.it che a sua volta da poco ha creato anche Mountainblog.ue e Mountainblog.asia! Insomma, ci siamo allargati!

Ma a parte il lavoro (per Andrea) e gli hobbies (per Mirna e per me), è stato un ritrovarsi fra amici in una bellissima piazza, per godere, agli ultimi raggi di un bel sole settembrino. di un bene: il “bene comune” di operare insieme, di condividere le nostre esperienze, i nostri timori e le nostre speranze per il futuro, i nostri progetti. Insomma, per godere della constatazione che, dialogando, comunicando, non si è soli. D’altra parte Andrea, Mirna ed io, grazie a voi lettori e commentatori del blog, tutto ci sentiamo tranne che soli! Infatti, lettori di Trentoblog, udite udite! Sappiate che ogni mese le pagine lette di Trentoblog sono 1.000.000 (un milione). Quindi, che dire se non GRAZIE, amici lettori?

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POST 979 – MI RIFERISCO AL POST PRECENDENTE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Settembre, 2013 @ 10:09 pm

Detto altrimenti: almeno qui, nel blog, proviamo a riflettere …

La televisione … “L’hanno detto alla TV”. Tanti anni fa si diceva “L’hanno detto alla radio” o talvolta “all’ aradio”, e non v’era migliore testimonianza e attestazione di verità. Per qualsiasi fandonia. E noi a bere, a bere … fino ad ubriacarci nell’alcool delle bugie o annegare nel pantano acquitrinoso delle insulsaggini.

Telecom. Questa sera “hanno detto alla TV” che poi anche noi andiamo all’estero, insomma che vabbè che gli “esteri” stanno acquistando molte nostre società ma anche noi , insomma … per ogni due miliardi di acquisto di ditte italiane da parte di soggetti esteri, vi è un miliardo di investimenti italiani all’estero. Due a uno, quindi, non due a zero: sconfitti ma onorevolmente … almeno ci difendiamo …

Solo che vorrei capire meglio. Gli “esteri” (non voglio usare il termine “straniero” che suonerebbe troppo male …) acquistano la proprietà di nostre SpA, non investono denari per aprire loro filiali in Italia: anzi, le loro filiali … qui sa noi le chiudono! Noi in parte facciamo lo stesso, cioè acquistiamo SpA estere: e di questo fatto sono molto contento. Ma in parte investiamo all’estero per delocalizzare, cioè per “portar fuori dall’Italia le nostre SpA”, cioè per fare ciò che fanno gli “esteri” con le nostre SpA. Quindi, forse, quel nostro miliardo vale la metà, o giù di li … quindi sarebbe un quattro a uno. Una brutta sconfitta … noi solo il gol della bandiera …

Mia moglie mi dice: ma siamo in Europa … e allora la cosa è abbastanza normale … No, dico io, siamo in una Europa in nuce, in fieri, in costruzione, in un’Europa che non ha ancora regole uniformi in materia fiscale, bancaria, finanziaria, del diritto commerciale, del diritto societario … magari fossimo in Europa, anzi, negli Stati Uniti d’Europa, magari noi stessi fossimo portati a votare e quindi a fare nostre le regole adottate negli altri paesi dell’UE, utinam verum esset, fosse vero, per dirla in latino … già che dei Latini siamo gli eredi.

GB Vico (1668 – 1744)

Quel tale Giambattista Vico ce l’aveva con i “corsi e ricorsi della Storia”. Noi, Latini, eredi della cultura greca, eravamo i maestri della filosofia, della poesia, dell’architettura etc. quando i “Galli” abitavano in capanne di paglia e fango. Ora gli ex Galli, distrutti da una guerra persa (anzi due), dopo avere pagato ingentissimi risarcimenti ai paesi vincitori, dopo settant’anni sono i primi in Europa. E con loro i nostri vicini Austriaci. Ed allora, vogliamo almeno “andare a vedere come si fa?” Andiamo, studiamo, copiamo. Perché no? Tanto per farci un’idea … tanto per uscire dalla nostra perniciosa autoreferenzialità. Dai, speriamo in un “ricorso della Storia” e … diamogli una mano! Infatti io credo che ce la possiamo fare. Dobbiamo solo ripensare all’attuale “modello di sviluppo”, pensarci, esaminarlo alla luce dei tanti altri, diversi modelli di sviluppo possibili. E il primo modello da verificare e probabilmente da cambiare, è il nostro “mod …ello mentale”, cioè il modo di pensare, di agire e di reagire.

Da dove cominciare? Dal cercare di capire la verità delle cose, dei comportamenti, delle responsabilità; dall’andare a fondo delle cose; dall’analizzare con spirito critico ciò che ci mostra solo la propria superficie. Altro che “L’hanno detto alla TV”!

NEL FRATTEMPO: TELECOM E ALITALIA …

1) Chi sono i beneficiari dell’intervento degli Spagnoli in Telecom? Solo i grandi azionisti (banche, assicurazioni) della società capogruppo di Telecom,  e non anche l’azionariato diffuso, cioè i piccoli azionisti della società operativa Telecom?  In altre parole: le scatole cinesi, ovvero non mi compero la società che mi interessa, ma la finanziaria che la controlla e così la pago molto, molto meno!

2) La privatizazzione “italiana” del 1997 di Stet-Telecom è avvenuta a valere su finanziamenti bancari. Ora le banche rientrano delle loro esposizioni (sulle quali hanno lucrato interessi) oppure sostituiscono il loro vecchio debitore poco solvente con il nuovo debitore, molto solvente, attraverso la vendita all’estero di Telecom. Cui bono? Cui prodest? Cioè, chi (altro) ci guadagna? Chi ci perde invece è chiaro: i piccoli azionisti e l’intero Paese.

3) L’Italia si sta vendendo agli Spagnoli anche la “rete” telefonica, insieme al servizio di gestione? In tal caso, chi garantisce che la “Telefonica” spagnola continui ad investire sul completamento della rete a banda larga, o  invece – come è attendibile – sia interessata solo a catturare il nostro mercato?

4) Il liberismo di mercato, l’europeismo NON esclude che l’Italia debba avere una “POLITICA INDUSTRIALE”.

5) Non confondiamo le svendite con le privatizazioni (Alitalia andrebbe oggi ai Francesi ad un  prezzo dieci volte inferiore alla loro prima offerta al tempo del governo Berlusconi, offerta che fu bloccata da Berlusconi con la sua cordata di “capitani coraggiosi”!)

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POST 978 – GLI SPAGNOLI ALLA CONQUISTA DELLA TELECOM

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Settembre, 2013 @ 8:16 am

Detto altrimenti: un post molto tempestivo, a seguito dell’accordo della notte appena trascorsa

STET-SOCIETA’ FINANZIARIA TELEFONICA PER AZIONI, Torino. Finanziaria dell’IRI per l’elettronica e le telecomunicazioni. Io da due anni ero dirigente in un gruppo privato genovese. Risposi ad un annuncio di ricerca personale (PA) e dopo una durissima selezione durata mesi, entrai alla Stet – Torino  all’età di 32 anni (1976) come dirigente responsabile della Finanza Italia. La STET era allora la prima società finanziaria in Italia, più rilevante anche della stessa FIAT.

Il mio “successo” nella selezione fu merito della durissima scuola della Comit, banca presso la quale avevo seguito per cinque anni, in dieci filiali diverse e in Direzione Centrale, tutti i corsi di formazione e di addestramento sul lavoro in tutti i servizi bancari e finanziari. La Stet mi chiese referenze: mostrai quelle dei direttori delle filiali presso le quali aavevo operato.

Le  principali società controllate erano: SIP, Italtel, SGS Ates, Selenia, Elsag, Seat, Sirti, Cselt , Ilte, Stream, Stet International e molte altre, di cui molte all’estero. La capogruppo operava da Torino e da Roma. Tutte le sere vi erano due corrieri che partivano in treno da e verso le due città per trasportare la reciproca corrispondenza. Il mio capo a Torino,  il  – da me e non solo da me –  molto compianto  Dr. Ruggero Cengo Romano,  sarebbe diventata la persona alla quale io devo di più, in tutta la mia vita, dopo i miei genitori. Ve ne parlerò in altro post. Nel 1997 la Stet fu fusa in Telecom Italia SpA.

Era il tempo in cui occorreva attendere mesi per avere il telefono. Noi si lavorava  per raccogliere fondi dagli istituti di credito, per trasformare le centrali elettromeccaniche in elettroniche, per far decollare la rete a fibre ottiche, per rispondere alla forte domanda di telefono e di altra elettronica. Furono periodi assi duri, come quando  – fine anni ’70 – vi fu una feroce stretta valutaria e creditizia ed al contempo  tariffe  Sip  bloccate dal Governo per anni, con il risultato di creare forti problemi sul fronte della finanza di gruppo, ma ce la facemmo: realizzammo la riconversione della rete e la telefonia elettronica. Ed eravamo in forte utile.

Già allora da parte di taluno si parlava delle privatizzazioni. Ricordo motivazioni pro e contro … ma soprattutto ricordo una tesi alla quale – nel mio piccolo ruolo – aderii personalmente: privatizzare si, ma all’inglese e con garanzie per il settore pubblico. Altrimenti se era per privatizzare “male” meglio lasciare le cose come stavavano.

La Germania ha privatizzato “bene” e si è trattenuta la golden share (vedi dopo).

La Francia ha impedito l’acquisto di sue imprese da parte di imprese italiane.

I Cinesi stanno aprendo a Milano una filiale della Bank of China affiancata da una filiale della loro Agenzia di Rating. E noi Europei? Sleeping? Dormiamo forse ? Perchè non fondiamo la ERA – European Rating Agency?

La Bran Bretagna ha vietato la vendita della BP – British Petroleum agli arabi.

E noi Italiani? Italia, sveglia!

E l’Europa? Europa, sveglia!

Europa, va bene la etichettatura dei prodotti alimentari e la loro tracciabilità, ma occupati anche un po’ di M & A, Mergers and Acquisition, Fusioni e Acquisizioni in campo intereuropeo ed extraeuropeo. O no?  Stabilisci regole comuni e … sbrighiamoci a creare gli STATI UNITI D’EUROPA!

Privatizzare. Mi spiego: in inglese “privatizzare” si traduce con to go public, cioè andare verso il pubblico. Quindi una SpA privatizzata vede il proprio capitale acquistato dalla moltitudine dei cittadini e non da un singolo azionista. E poi le garanzie: l’azionista originario, pur diventando di minoranza, si può (rectius, si dovrebbe) riservare una golden share, una azione d’oro, cioè una azione la quale abbia incorporato il diritto di veto su certe decisioni (un po’ come il diritto di veto all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’ONU): il diritto, ad esempio, di bloccare il trasferimento all’estero dei centri di ricerca e delle fabbriche.

L’operazione Telecom – Spagna è resa possibile dalla decisione di tre azionisti italiani che detengono il 54% del capitale: la banca BANCA INTESA, la banca MEDIOBANCA e ASSICURAZIONI GENERALI. Pare che l’operazione sia mirata “anche” a far rientrare le banche italiane dalla loro esposizione verso Telecom, che  sembra aggirarsi intorno a circa 40 miliardi di euro. Pare …

TELECOM E FRA POCO ALITALIA, FINMECCANICA, etc.? Mi domando: di questi tempi, anzi, da molto, troppo tempo, sentiamo parlare di tutto e di più… di decadenze, di congressi … cioè sempre di tutt’altro. Non vi pare strano? I nostri politici sono in tutt’altre faccende affaccendati … per dirla con il Giusti.

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur: mentre a Roma si discute (se andare in aiuto della alleata Sagunto, assediata dai Cartaginesi del generale Annibale Barca), la città viene espugnata. E a Roma se discute … ahò … a voglia … e come si non se discute! Certe discussioni … ce stanno de palazzi che  sso fatti apposta pe la discussione, pe parlà, tanto che l’hanno chiamati “er parlamento …”

Ecco, per questa mattina termino qui: ma riprenderò presto l’argomento: buon martedì a tutti i miei lettori! (E nel frattempo … scusate … dimenticavo … che succede all’ILVA?)

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POST 977 – IL PO COME IL DANUBIO E LA DRAVA E …. GLI F 35

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Settembre, 2013 @ 10:17 am

Detto altrimenti: ma che c’azzeccano questi fiumi con gli F35? C’azzeccano, c’azzeccano …

Il mio amico collega di Bici UISP Trento Edoardo, nel commento al mio post del 17 settembre ore 13,06 sulla “prima neve in Trentino”, segnalava il link http://www.progetto.vento.polimi.it/tracciato.html.
VENTO,VEN-TO, VENETO-TORINO: una pista ciclabile da Torino a Venezia, lungo il corso del Po. Circa 679 km, circa 80 milioni di euro di spesa. Vi sembra tanto? No dai … circa la metà di un solo cacciabombardiere F35! Anzi, un quinto!!

In Germania, in Austria, in Slovenia si realizzano e “vendono” le piste ciclabili lungo il Danubio e la Drava. Decine di migliaia di cicloturisti le percorrono ogni anno generando un forte indotto. E noi? A parte alcune Regioni fra le quali mi permetto di dire che primeggia la nostra, non esiste una politica nazionale delle piste ciclabili, non esiste la comparazione fra quanto (poco) basterebbe per trasformare – sotto questo profilo – il paese e quanto (molto, troppo) si sperpera, ad esempio, per la flotta degli sciaguratissimi cacciabombardieri F35 (ecco, vedete che c’azzeccano?).

F 104, la vecchia “bara volante”

F35: ma la lezione del passato, non ci è bastata? Circa sessant’anni anni fa acquistammo gli F104, Starfighter si chiamavano, ma furono soprannominati “bare volanti” per l’improvvisa “deportanza” cui erano soggetti e che li faceva precipitare spesso senza lasciare al pilota nemmeno il tempo per lanciarsi con il paracadute. In allora costavano Lit. 1 miliardo cadauno.

Oggi di afferma che la flotta dei novanta F 35 che abbiamo acquistato (ma non possiamo ripensarci? Poiché non funzionano, potremmo rescindere il contratto) costano circa 12 miliardi di euro, mentre gli USA hanno calcolato che per la loro manutenzione ed esercizio ne occorrono altri 24, totale 36 miliardi di euro, il che porta il costo di ogni macchina volante a circa 400 milioni di euro, pari a circa 800 miliardi di lire.

F 35: la nuova, costosissima “bara volante”

Pensate un po’ quante piste ciclabili, quanti musei, quanti siti naturalistici, storici ed artistici si possono realizzare, manutenzionare, reclamizzare e vendere, con quella cifra! Quante scuole ed ospedali si potrebbero sistemare, quanti posti di lavoro si potrebbero creare … Non vi pare che sia arrivato il momento di smetterla di litigare per 1 o 2 miliardi di IVA si/no o IMU si/no, mentre si destinano 36 miliardi così, senza discutere seriamente in merito alle possibili destinazioni alternative di tale somma?

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POST 976 – GOVERNO TECNICO O POLITICO? GOVERNO MONTI E GOVERNO LETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Settembre, 2013 @ 8:43 am

Detto altrimenti: le parole sino pietre, diceva Don Milani in “Lettera ad una professoressa” …

 1. Politico: chi opera in un partito o “ a livello di partito”.
2. Governante: chi governa.
3. Governo politico: nominato dal parlamento (cioè dai partiti, visto che di fatto i parlamentari  hanno vincolo di mandato).
4. Governo tecnico: idem come al n.3).

Poiché la differenza fra governo tecnico e governo politico non consiste nel diverso modo della loro formazione, bensì nella natura dei nominati e poiché ogni nominato dovrebbe essere in ogni caso un tecnico del settore affidatogli, potremmo anche smette di utilizzare la dizione “governo tecnico”, a meno di ammettere che ai Lavori Pubblici possa essere eletto un medico ed un ingegnere civile alla Sanità.

Nella sostanza, la forza di un governo deriva dalla compattezza e dalla forza della maggioranza che lo sostiene, e – in un sistema politico che non ha più alcuna ideologia e quasi più nessuna idea sul modello di sviluppo da adottare – è soprattutto la diversità di questa forza che distingue un governo da un altro. Se si accetta il ragionamento sin qui svolto, non vi sarebbe grande differenza fra i due governi in esame … Infatti Berlusconi:

  1. Ha governato a lungo con una maggioranza bulgara;
  2. si è fatto trovare impreparato di fronte ad una crisi che fino all’ultimo  proclamava non esistere;
  3. è stato rimosso (lui dice: “Ho fatto generosamente un passo indietro”;
  4. ha consentito che la patata bollente passasse ad altri (Monti);
  5. ha fatto cadere il governo Monti;
  6. ha all’interno della propria coalizione un partito che ha generato il “Porcellum” rendendo  ingovernabile il Paese;
  7. si è reso formalmente disponibile a “salvare” la nave Italia che lui  stesso aveva reso ingovernabile;
  8. condiziona la attuale gestione della nave Italia (“Si fa così o così,  altrimenti io non gioco più”).

Alla luce di quanto sopra l’elemento che accomuna i due governi citati, Monti e Letta, e cioè il condizionamento da parte di Berlusconi, è elemento che accomuna i due governi molto di più di quanto non li possa distinguere il fatto di essere definito governo tecnico di centro, il primo, e  governo politico di grande coalizione, il secondo.

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POST 975 – BICI UISP TRENTO PEDALA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Settembre, 2013 @ 6:17 pm

Detto altrimenti: Unione Italiana Sport per tutti, Trento (in bicicletta) conclude la stagione con una pedalata verso il Garda.

Maurizio Battisti all’opera!

Guidati dalla nostra Presidente Monika, si parte alle 07,45 dal Parcheggio di Via Monte Baldo a Trento: tutti sulla pista ciclabile. Altri si aggiungono a Mattarello. Breve sosta al Bicigrill di Nomi e poi via col vento … da Nord! Altri si aggiungono al gruppo a Rovereto. A Mori preferiamo lasciare la ciclabile per evitare quella brutta rampa, corta ma ripida, appesantita da quelle sbarre anti – motociclette che però creano qualche problema anche a noi ciclisti per via che stiamo affrontando una salitella al 10-12%. Attraversiamo quindi la parte vecchia del paese di Mori (molto ben tenuta) e ci ripresentiamo sulla ciclabile subito dopo il paese. Poche pedalate e siamo al lago di Loppio, ovvero all’isola S. Andrea “dentro” detto lago. Lì ci attende il collega Guerra, il quale, reduce da una caduta, non può ancora pedalare ma non rinuncia ad arricchire la gita con la sua presenza, del che lo ringraziamo! E poi ecco la nostra guida, l’ottimo Maurizio Battisti, che ci accompagna nella visita dell’intero sito e ce ne illustra reperti e storia.

La chiesa medievale

Sicuramente abitata nell’età del rame, 2.000 anno a. C., di quest’era ci ha lasciato solo alcune selci ben levigate. Più rilevanti i reperti dell’era post romana (quinto-sesto secolo dopo Cristo) e medievale. E qui il nostro “Virgilio” Maurizio ci illustra la storia di quelle “pietre” e delle popolazioni che le hanno “abitate”, dal 2000 a.C. sino ai soldati della prima guerra mondiale! Una nota: quando i “nostri” conquistarono l’isolotto, lo battezzarono “Isola Clotilde”, come è testimoniato da una targa apposta all’epoca.  Grazie, Maurizio! Ci viene inoltre distribuito un bellissimo libretto edito a cura della Fondazione del Museo Civico di Rovereto e della provincia Autonoma di Trento dal titolo “Il sito archeologico di Loppio Sant’Andrea”. Maggiori dettagli possono trovati al sito www.museocivico.rovereto.tn.it.

Senza parole!

Il Lago di Loppio oltre cinquant’anni fa era un vero lago, dal colore azzurro. I ragazzi d’allora, da Rovereto vi venivano a fare i bagni e a “peccare” con le loro morosotte. Lo testimoniano alcuni partecipanti alla nostra biciclettata … e qui consentitemi di non fare nomi, soprattutto per quel riferimento ai peccatucci di gioventù (beata gioventù!). Poi lo scavo della galleria Adige - Garda ha intercettato la vena d’acqua del lago che pertanto si era quasi prosciugato. Da qualche tempo però – evviva evviva! – il lago si sta di nuovo riempendo: ed ecco che gli alberi che nel frattempo erano cresciuti nel suo alveo, paiono sorgere – come sorgono – direttamente dall’acqua!

Noi!

Uno spettacolo veramente bello! Peccato che noi qui in Trentino, ricchi come siamo di cose belle, non lo abbiamo ancora valorizzato come merita, questo ri-lago! Meriterebbe infatti che si attrezzassero meglio sentieri per la sua circum … navigazione a piedi, che gli hotel e gli operatori turistici della zona “vendessero” la visita a questa meraviglia e che si predisponessero migliori aree di sosta le auto dei visitatori. Chissà … forse anche questo nostro blog potrà servire a “smuovere le acque” (troppo) chete della disattenzione ad un bellissimo sito archeologico-storico – naturalistico.

E qui il vostro blogger ha forato e si sente in dovere di ringraziare i colleghi Francesco, Paolo ed Edoardo ed altri ancora che si sono prodigati nella difficile sostituzione della camera d’aria della sua mountain bike.

Da Castel Penede, lo sguardo “precipita” sul Lago di Garda!

Si riparte, si scavalca la rampa al 10% che porta al Passo S. Giovanni e via, in discesa, sino a Nago, per la breve risalita a Castel Penede e al Dosso Terrin. Meravigliosa la visione sul Garda (per le foto occorrerebbe arrivare prima, per via del controluce). Indi il gruppo rientra a Mori per il pranzo tranne due, cioè io ed Edoardo, che scendiamo al Lago di Garda per mangiarci una spaghettata allo scoglio, ben meritata dopo i nostri 53 km di pedalata. Poi Edoardo, instancabile, risale a Trento (1)  e il vostro blogger resta nella busa ove si fermerà un paio di giorni per godere degli ultimi caldi raggi di inizio autunno.

(1) Il resoconto della tratta fino a Trento lo trovate qui sotto, nel primo commento che è stato fatto al post.

Unica nota negativa: sulla passeggiata pedonal ciclabile a lago fra Torbole e Riva sfrecciavano velocissime squadre di bikers iscritti ad una qualche competizione: si, sfrecciavano, fra placidi pedoni, piccoli bambini in triciclo, carrozzelle …ma si può? Dico io? Come si è potuta autorizzare una cosa simile? Noi stessi abbiamo corso il rischio di essere investiti! Videant consules ne quid detrimenti … provveda chi deve ad evitare danni!

BICI UISP TRENTO, PRESIDENTE MONIKA GIACOMOZZI – BICI UISP, Unione Italiana Bici Pertutti (si, Pertutti, così quadra con l’acronimo!), è un’associazione che vuole diffondere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto, di svago, di turismo lento, salutare e culturale, alla scoperta della nostra Regione (Trentino Alto Adige), del Paese intero e dell’Europa. Usualmente percorriamo piste ciclabili o strade a basso traffico, dormiamo in ostelli ed abbiamo sempre con noi accompagnatori esperti, tutti volontari. Le nostre gite sono preparate sotto ogni profilo: tecnico, paesaggistico, storico-culturale, gastronomico. A BICI UISP ci si iscrive via mail scrivendo a biciuisp.tn@hotmail.it oppure presentandosi in sede, Largo Nazario Sauro, 11, tel. 0461 231128. Il costo della tessera annuale è di €10,00 (con copertura assicurativa €33,00). E’ possibile iscriversi anche “on …pedali” e cioè in occasione della partecipazione alla prima uscita! Per l’iscrizione occorre esibire un certificato medico attestante l’idoneità allo sport non agonistico. Per scaricare i moduli di iscrizione e per ulteriori informazioni visitate il sito http://slowbiketrento.xoom.it Volete altre notizie, foto etc.? Cliccate nell’apposito riquadro del mio blog, un po’ sotto la mia foto, la parola “uisp” o “bici uisp” o “bici” o “bicicletta” e troverete molti miei post con molte foto!

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