CONCERTO AD ARCO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Aprile, 2014 @ 7:07 am

Detto altrimenti: una consuetudine musicale pasquale arcense … (post 1476)

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Peter Braschkat

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41 anni fa. Il giovane Peter Braschkat, oggi Professore Direttore dell’ Orchestra della Pasqua Musicale Arcense, fondava ed inaugurava la serie dei Concerti Pasquali. Ieri sera, nella Chiesa Collegiata di Arco, ne ha inaugurato la serie 2014 la Camerata Musicale della Città di Arco, diretta da sempre dal Maestro Direttore Giorgio Ulivieri.

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14 marzo 2012. (4)

Ruggero Polito

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Presenta il Presidente della Camerata, Michele Liboni, il quale, nel ricordare la storia dell’evento, ha voluto commemorare il violinista della Camerata appena scomparso: Ruggero Polito, dedicando il concerto al carissimo amico fra la commozione dei tanti presenti che ne hanno salutato il ricordo con un lungo, affettuosissimo applauso.

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Il tenore Giulio Matrototaro ed il Maestro Giorgio Ulivieri

Il tenore Giulio Matrototaro ed il Maestro Giorgio Ulivieri

Per l’occasione musicale l’orchestra era stata rafforzata con timpani e strumenti a fiato: flauto, oboe, fagotti, tromba, corni, onde essere in grado di eseguire l’impegnativo programma in versione per orchestra:

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 “Le ultime sette frasi di Cristo sulla croce” di Franz Joseph Haydn

Nel 1785 Haydn fu richiesto dal Canonico di Cadice di comporre un brano sulle sette parole di Cristo sulla croce. In quella cattedrale, infatti, dopo il preludio, il Vescovo più volte saliva sul pulpito, pronunciava via via le sette frasi, ne scendeva e pregava all’altare. Gli intervalli erano riempiti dalla musica di Haydn.

 0 – Una introduzione

Sette sonate (ogni sonata intervallata dalle letture di Stefano Miori, l’Assessore alla cultura del Comune di Arco, che ha letto passi dei Vangeli:

 1 – Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno – Pater, dimitte illis, non enim sciunt quid faciunt

2 – Amen dico a te: oggi sarai con me in Paradiso – Amen dico tibi:hodie meco eris in Paradiso

 3 – Donna ecco tuo figlio e Tu, ecco tua madre – Mulier ecce filius tuus et tu, ecce mater tua

 4 – Mio Dio, Mio Dio! – Deus meus, Deus meus!

5 – Ho sete – Sitio

6 – Tutto è compiuto! – Consumatum est!

7 – Nelle tue mani, o Signore, rimetto il mio spirito – In manus tuas Domine commendo spiritum meum 

Terremoto finale

DSCN1696I movimenti delle sonate … maestoso, adagio, largo, grave, lento, cantabile … interrotti da improvvisi crescendi, a rappresentare gli attimi del dolore. Emozione vivissima in tutti, in particolare nei parenti ed amici di Ruggero, per il significato di morte e Resurrezione del loro … del nostro caro.  “Ruggero è sempre qui, con noi, nel nostro cuore”, ha detto Michele Liboni. E’ vero, è proprio così, e tutti noi fissando quella sedia vuota sulla quale era appoggiato un violino, abbiamo intensamente voluto continuare a vedere il nostro carissimo amico Ruggero.

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LA FAVOLA DELLA REPUBBLICA ATENIESE DI PERICLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2014 @ 5:59 pm

Detto altrimenti: una favola, appunto, un mito … (post 1475)

Un mito. La storia (“s” minuscola) insegnata nelle scuole ne ha bisogno. La Storia (”S” maiuscola) vera, no. Però, tutti noi ne abbiamo bisogno … di miti, di eroi, di simboli. Taluno si sceglie “miti – eroi – simboli veri, altri se li scelgono fasulli.

La grande massa della gente? L’arricchimento comunque; il calcio, tipo “la mia è una fede!

Altri, la politica (con la “p” minuscola), come quel politico – di cui al quotidiano l’Adige, lettere al Direttore, 11 aprile 2014 pag. 55) – per il quale fare politica non conviene se viene meno “l’interesse economico e il prestigio della funzione”. Traduco: lui fa politica solo per ottenere denaro e prestigio, non per servire la polis, la città/provincia/stato! Che mito! (Trattasi di clamoroso autogoal, n.d.r.)

Altri, la Politica (con la “P” maiuscola).

Alcuni … la Morale e il Bene Comune.

Io? La Storia, con la “S” maiuscola. E la Storia mi insegna che la repubblica ateniese di Pericle era una favola. Bella, bellissima a parole. Ma in pratica … in pratica una potenza coloniale, 250.000 sudditi; 30.000 solo i cittadini con diritto di voto; solo 5.000 partecipavano alle assemblee; solo 10 parlavano; solo uno, Pericle, decideva. Egli avrebbe dovuto render conto (dei conti) a fine mandato annuale. Detto, fatto: basta farsi rieleggere per 30 anni di fila e rimandare il rendiconti di anno in anno. E noi che ci lamentiamo dei nostri due ventenni!

Chiacchere, le mie? No raga … ci fu un tale, uno restato anonimo, conosciuto appunto come l’ “Anonimo Ateniese”, molto probabilmente un esule (altrimenti lo avrebbero suicidato!) che “si permise” di affermare e scrivere (abbiamo i testi originali!) che la repubblica ateniese non era “cosa buona” ma che tuttavia durava in quanto … e giù a spiegare i misfatti che consentivano quel suo perdurare “nonostante e a prescindere”. Fra le tante, la motivazione che più mi ha colpito è la seguente: “Il popolo ateniese preferisce essere un popolo libero, cioè essere il popolo delle libertà sotto un cattivo governo permissivo, piuttosto che essere ben regolato con giusto rigore da un buon governo”. Il popolo delle libertà … non ci siamo inventati nulla, 2500 anni dopo!

DOMANDA: PERCHE’ A SCUOLA NON CI AVEVANO MAI PARLATO DELL’ANONIMO ATENIESE?

 

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E MI E TI E TONI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2014 @ 8:30 am

 

Detto altrimenti: no, raga, non voglio intonare una canzoncina goliardica trentina … no davvero! (post 1474)

“E io e tu e i toni” e i toni di voce che vengono usati nei discorsi e nei dibattiti politici. Accattivanti, supponenti, ultimativi, ammiccanti, arroganti, ironici, affascinanti, ammalianti, retorici, etc…- spesso tali da far sì che l’ascoltatore prescinda dai contenuti. Mi devo spiegare meglio? Eccomi a voi!

Proviamo a fare questo esperimento: immaginiamo che la stessa affermazione sia fatta da un politico importante/ammaliante alla trasmissione Ballarò e da un Amministratore Delegato di una SpA ad una Assemblea dei suoi Azionisti privati. Vi esemplifico i due casi:

La dichiarazione fatta dai due soggetti è la stessa: “Il TAV – Treno ad Alta Velocità Torino-Lione serve perché da lì passa il 25% delle merci”.

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1) La dichiarazione è fatta dal Ministro dei Trasporti alla trasmissisone televisiva Ballarò. Il tono è deciso, sicuro, come quello di chi sa il fatto suo. L’affermazione è accompagnata da un leggero sorrisetto, come quello di chi – compatendo la vostra ingenuità ed ignoranza – pare vi voglia dire: “Ma che, non lo sapevate? Dai … prima di contestarmi, informatevi”. Risultato: nessuno la contesta (nella foto a lato: alcuni … Lupi!)

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2)      La dichiarazione è fatta dall’Amministratore Delegato della società privata potenziale concessionaria della stessa opera ai sui Azionisti riuniti in Assemblea. Risultato: un Azionista prende la parola e ….

“Caro Amministratore Delegato, il 25% di quanto? E poi, caro lei, lo sa

  • che il 100% di cui lei non ci ha detto nulla da 20 anni è in continuo calo?
  • Che l’attuale linea ferroviaria è utilizzata  solo al 25% della sua capacità?
  • Che ad eventuali esigenze di un improbabile aumento delle quantità delle merci, si dovrebbe far fronte  con un TAC, Trento ad Alta Capacità e non con un TAV, Treno ad Alta Velocità?
  • Che i treni merci non possono viaggiare oltre i 90 kmh pena la distruzione della massicciata?
  • Che sugli stessi binari è folle ipotizzate di far viaggiare treni passeggeri a 150 Kmh e treni merci a 90 kmh?
  • Che alle merci non interessa arrivare “prima” bensì solo arrivare “in orario”?
  • Che forse sarebbe stato meglio che lei ci avesse sottoposto anche eventuali investimenti alternativi, di sicuro maggiormente prioritari e redditizi?

Pertanto, prima di farci perdere tempo, si informi e ci faccia proposte serie. La paghiamo per questo. Almeno, fino a quando decideremo di continuare a pagarla …”

Ecco cosa avrebbe detto un Azionista privato allo sprovveduto Amministratore Delegato della propria SpA.

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NON VOGLIO FAR POLITICA, MA PERÒ …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2014 @ 6:07 am

Detto altrimenti: “ma però” non si dice e non si scrive, lo so, lo so,  scialla raga, calma ragazzi …  ma però … ‘sta mattina accendo la radio e sento che … (post 1473)

thCA1GZPXS1 – un politico molto in vista  (S. B.) parrebbe orientato ai servizi sociali e non ai domiciliari;

2 – un altro (C. M.) è rinviato a giudizio per associazione a delinquere (insieme alla moglie);

3 -  un altro (M. D., condannato) è latitante;

4 – ad un altro (R. F., già inquisito) hanno sequestrato preventivamente beni per 40 milioni di euro.

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thCAW82OK6Ora, che devo pensare? Ve lo dico subito: penso che gli iceberg emergono solo con una loro piccola parte. Il resto, la parte maggiore, è sommersa, non appare alla vista  …

Uscendo dalla metafora, così come si calcola l’ammontare dell’evasione fiscale, calcoliamo a quanto ammonti il totale della corruzione. Ed inoltre, calcoliamo non solo quanto viene rubato, ma anche quanto NON viene prodotto da chi è “in altre faccende affaccendato” (cioè da chi è impegnato a rubare anzichè a governare!).

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Ahi serva Italia, di dolore ostello, 
nave sanza nocchiere in gran tempesta, 
non donna di province, ma bordello!

Chi lo ha scritto?

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SUD TIROLO -TRENTINO – VAL D’ADIGE – PAGANELLA – ALTOGARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2014 @ 3:14 pm

Detto altrimenti: “Paganela … o montagna tuta bela … (post 1472)

(Ovvero: per sviluppare il turismo trentino, fare sistema a livello regionale e interregionale)

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Il Lago di Loppio dalla ciclabile Riva-Rovereto

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A Trento. Giovane pensionato. Giovane nonno. “Maturo” settantenne. E allora ne approfitto. Questa è una stagione nella quale alle riunioni culturali e musicali si aggiunge un increscioso trilemma, l’aut-aut kirkegardiano dell’angoscia della scelta: vado in bicicletta, in barca a vela o a sciare?

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Ma dove sono timoniere e passeggero?

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L’altro giorno, dopo solo 200 km di allenamento, ho provato a pedalarmi la Riva del Garda- Trento (56 km), salendo da Bolognano. L’è nada … allo scollinamento di Passo S. Giovanni solo 100 pulsazioni al minuto. Ci possono stare. Il giorno dopo m’è toccato portare in barca a vela un amico … evvabbè.

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Eccomi dov’ero ‘sta mattina … e sullo sfondo il Lago di Garda

Oggi, un amico mi ha trascinato in Paganella, dove ho sciato tutto l’inverno. E allora, parliamone un po’ di ‘sta Paganella! In auto, 40 minuti da Trento. Le piste da sci a metà aprile? Quelle accessibili, cioè le medio alte da Andalo, ottime dalle 09,30 alle 13,00, ottime ripeto, e ve lo dice un vecchio sciatore!  Per i turisti di fuori, sarebbe bene dotare i percorsi di accesso a Fai-Andalo-Molveno (autostradali e stradali) di appositi cartelli turistici indicanti la via di accesso del tunnel di Mezzolombardo.

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La neve della Paganella in aprile … conoscendo un po’ la zona, l’esposizione di ogni pista, l’ora del giorno, il vento … riuscite a concedervi meravigliose sciate. Le piste assai poco frequentate, il fondo molto ben levigato, la luce ottima, la temperatura dell’aria gradevole … dalle 09,00 alle 13,00 … provate, le migliori sciate della stagione!

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L’aitante addetto agli impianti e il “giovane pensionato” Claudio C.

In inverno la Paganella è molto frequentata: si scia bene da fine novembre a metà aprile. In estate … in estate mi dicono che nei giorni festivi la funivia registra anche 1.500 passaggi. Io credo che si possa fare di più. Nel senso che la Montagna Paganella deve essere venduta ai turisti “di fuori” con come un “prodotto di Andalo-Fai-Molveno”, ma come un “Prodotto Trentino inserito nell’Offerta Turistica Regionale”.  Mi spiego.

1)    Funivia “Paganella 2001”? No, cambiatele nome in “Paganella 2125”, con riferimento all’altitudine che raggiungono gli impianti della Cima Paganella.

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 thCAV9AX332)    Il Trentino deve valorizzare la propria risorsa “dislivelli” non solo in inverno ma anche in estate. Con le biciclette. Il CAI Centrale nel 2012 ha pubblicato un ricco volumetto della serie i Quaderni del CAI, dal titolo “Quaderno di ciclo escursionismo” (reperibile in internet), per la regolamentazione e lo sviluppo dell’attività di ciclo escursionismo in montagna. E allora, perchè no? Infatti aumenta costantemente il numero dei praticanti della bicicletta e di pari passo si innalza la loro età media. Ed allora … avete presente le decine e decine di migliaia di ciclisti che percorrono ogni anno la ciclabile Dobbiaco-Lienz? E le altrettante decine di migliaia che ogni anno scendono da passo Resia e attraversano le nostre ciclabili di fondo valle? Ed allora … cosa? Cosa? Ve lo dico io! Immaginiamo che sia realizzata la mia idea-progetto (che ancora non vi ho esposto): il manifestino di propaganda sarebbe più o meno il seguente (in rosso le opere viarie e ciclabili da realizzare):

 Inizia:

 Ciclo escursionisti, cicloturisti! Venite a pedalare in Regione e a conoscere la nostra Regione Biciland anche dall’alto! Iniziate con il farvi portare a Passo Resia. Da lì in 90 km di ciclabili planate su Merano. Altri 30 km di ciclabili e siete a Trento.

Da Trento vi aspetta la ciclabile Trento- Caldonazzo – Valsugana fino a Bassano del Grappa. Oppure …

Oltre il km 2,6

Nel canyon del Maso Limarò

… da Trento potete proseguire lungo le ciclabili della Valle dell’Adige sino a Borghetto-Domegliara-Verona (Trento-Vrona, 100 km), oppure, avvalendovi della nuova seggiovia Trento Zambana Vecchia – Fai, salire sull’altopiano di Fai. Indi pedalate per 5 km ed arrivate ad Andalo, da dove una funivia ed una seggiovia porteranno voi e le vostre biciclette sino ai 2230 metri della Cima Paganella. Da questa cima inizia una ciclabile montana che vi conduce in discesa ai laghi di S. Massenza e Toblino e quindi al sistema delle ciclabili dell’Alto Garda. Potrete risalire la ciclabile del canyon del Maso Limarò; sostare sul lago di Cavedine; attraversare il Ponte Romano di Ceniga; raggiungere le sponde del Garda (Riva del Garda, Arco, Torbole); percorrere le ferrate montane; pedalare sulla vecchia strada del Ponale; etc. etc..

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Dopo la bici, un bel bagno nel Lago di Garda!

Dopo la bici, un bel bagno nel Lago di Garda!

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Indi una nuova ciclabile sospesa sul lago vi condurrà da Torbole a Malcesine, dove una funivia vi porterà ai 1800 metri della stazione di arrivo sul Monte Baldo, da cui iniziano diverse “planate”: su Rovereto, sul lago di Garda o sulle cittadine di Garda e quindi di Peschiera, Sirmione e Desenzano Da Peschiera poi inizia una pista ciclabile di pianura che vi condurrà sino a Mantova. Cosa? Tutto in un sol giorno? No, quando mai! In una o due settimane, che vi organizziamo noi, ARC- Agenzia Regionale per il Ciclo Turismo e Ciclo Escursionismo!”

 Finisce

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Un sogno, il mio? Scommetto che il numero dei passaggi giornalieri estivi sulla “Funivia Paganella 2125” si moltiplicherebbero! Un’utopia, la mia? Forse … ma si vive anche di utopie. Guai a non coltivare utopie nella vita:  sai che monotonia sarebbe senza!

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Aprile, 2014 @ 5:54 am

Detto altrimenti: circolo culturale privato trentino (post 1471)

IMG_1858.

Ieri sera: innanzi tutto ricordo di Ruggero Polito. Anche perché la serata sarebbe iniziata con un concerto di fagotto (Letizia Grassi) e chitarra classica, quest’ultima di Carlo Fierens, che già aveva suonato in duetto con Ruggero al pianoforte. Fra i presenti – sentitamente commossi – è stata fatta circolare la foto dell’occasione.
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7 APR 2014 (2).

Quindi, un benvenuto al ritorno di due amici, Tino ed Elena Sangiorgi, “responsabili” dell’iniziativa, splendidamente riuscita, del recente concerto pianistico di Cristina nella splendida Sala della Musica  della SOSAT (v. relativo recente post).
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7 APR 2014 (3)E poi il concerto, su musiche autografe di Gasperini (‘700), personalmente recuperate dai due musicisti negli archivi delle Biblioteca Comunale di Trento. Giovani, musicisti maturi. Affermatissimo Carlo Fierens alla chitarra classica, senza nulla togliere alla spontaneità di Letizia Grassi, che ha eseguito le melodie settecentesche con una naturalezza inimitabile. Brani brevi, su spartiti da loro stessi corretti (l’autore non era un gran chitarrista), illustrati ai presenti nella loro genesi melodica e strumentale. L’esecuzione ha quindi avuto anche un valore storico.
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7 APR 2014 (6).

E’ seguita l’esposizione della Trento minore da parte di Marisa De Carli Postal su alcune antiche chiese cittadine e sulla “storia” del torrente Fersina, “la Fersena” in dialetto, con la successiva lettura della poesia “Il canto di Trento a la Fersena” del sottoscritto (testo qui in appendice). Che dire? Sempre interessanti ed arricchenti gli studi e le ricerche di Marisa: grazie, Marisa!
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7 APR 2014 (7).

Intermezzo enogastronomico e quindi Luigi Sardi, egregiamente accompagnato nell’esposizione da Giovanna Laudadio, ci ha letto brani del suo ultimo libro “I giorni della Portèla e di San Martino”. Bombardamento di Trento, tragedia dell’8 settembre …
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7 APR 2014 (12).

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Ottima come sempre l’organizzazione logistica, grazie all’ “ospite ospitale”, la nostra Presidente Cristina Endrizzi, alla quale va il nostro “grazie!”. Prossima riunione (riservata ai soci): 5 maggio 2014

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Appendice: la mia poesiola

“Il Canto di Trento a la Fersena”

Sei vivo.

Mi parli col suono di luce

dei tuoi mille occhi di rivo

splendenti nel verde.

Dapprima

mi sembri annoiato

nel lento rigiro

che sempre conduce

al tuo limitato infinito

eletta dimora

di anatre urbane

ed aironi

in morbide anse di steli

ov’acqua

fra ‘l fiore che odora

con tenue sospiro si perde.

Ma ecco

improvviso

uno slancio

al pari del cervo brunito

che hai visto saltar le tue rive

braccato dal cane

ed hai ristorato

offrendoti invito alla sete

ed alle corse un po’ schive

del giovane re incoronato.

Ancora …

hai negli occhi il ricordo

di una prudente marmotta

thCAM1J3QJdel falco

che lento

si libra nel cielo in agguato …

di un movimento …

di vita che lotta …

di tenero nido violato.

Tu nasci ove aria rinfresca.

Poi …

scendi la cima

scoscesa di valle tedesca

qual liquido velo nuziale

che adorni la Sposa Atesina

e rechi in pianura

la figlia del suolo innevato

i fulgidi pesci d’opale

il tenue lenzuolo

che dona ristoro all’arsura

di ninnula cuna

il manto di brezza

che stendi alla luna

ed olezza.

E dolce assopisci il bambino

cantandogli la ninna nanna

che i monti ti hanno affidato.

Tu sei Poesia

il capolavoro scolpito

del grande Pittore Trentino

che ascolto

rapito all’oblìo

WP_20140424_001insieme alle fronde

degli ippocastani

che sopra le spalle

ti fan capolino ondeggiando

e curioso

protendono il volto

sull’armonioso spartito

del tuo gorgoglio.

Ma ora prosegui il tuo viaggio

e mentre ricevi altre sponde

le mie vecchie mura imperiali

riflesse

ti rendono omaggio

più belle pe’ i grandi regali

che porti di piccole onde.

Prossime iniziative (in rosso quelle riservate ai soci)

Lunedì 5 maggio 2014 – Accademia. A) Lezione concerto: “La voce umana questa sconosciuta” – B) Davide Pivetti, Direttore de l’Adige di Riva del Garda, presenta il suo libro “Emersioni”.

Venerdì 11 aprile ad ore 17,30, Palazzo Trentini, Sala Aurora, secondo piano, Luigi Sardi presenta il suo ulteriore lavoro “Via Rasella, Sud Tirolo e Kappler”.

Martedì 15 aprile ad ore 18,00, Sala del Conservatorio in Riva del Garda, recital pianistico di Edoardo Bruni.

Lunedì 9 giugno 2014 – Accademia. Cristina in Recital pianistico. Riccardo Lucatti ed i suoi post.

Martedì 24 luglio 2014 – Accademia. Festa di mezz’Estate.

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COMUNICARE NECESSE EST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2014 @ 6:33 am

Detto altrimenti: comunicare è necessario (post 1470)

Originariamente la frase era “Navigare necesse est, vivere non est necesse”  (“Navigare è indispensabile, vivere no”. E’ l’incitazione che, secondo Plutarco (Vita di Pompeo, 50, 2), Pompeo stesso diede ai suoi marinai, i quali opponevano resistenza ad imbarcarsi alla volta di Roma a causa del cattivo tempo.

“Io sono maschio ma non esercito”, firmato Woody Allen. Io, invece, “aderisco ad un partito, ma non faccio politica” nel senso comune del termine, bensì mi occupo della “polis”, cioè della “città”, cioè dell’entità territoriale alla quale appartengo (nell’ordine della mia percezione: Europa, Stato, Comunità Autonoma Trentina) semplicemente esprimendo le mie idee, le mie proposte, le mie motivazioni. Dove? Ma come dove!? Qui, nel blog, diamine!

Nei mesi scorsi sono stato chiamato a contribuire attivamente ad un forum sull’economia. Ho partecipato volentieri, anche perché dopo tre anni di pensionamento, il “rientrare” nella mia materia mi ringiovaniva! Ho rivisto vecchi amici. Ne ho conosciuto di nuovi. In particolare una persona, una giovane mamma di tre figli, molto attiva, impegnata, determinata. La cosa che mi ha colpito in lei era la “disponibilità alla comunicazione”. Ma cosa è la comunicazione, oggi? Ecco, raga, io non sono un esperto in comunicazione, nel senso che non ho seguito scuole, corsi, studi in materia, Altri tuttavia mi dicono che lo sarei … bontà loro … la verità è che io mi sono costruito un mio modello di comunicazione, e ve lo racconto.

Per me comunicazione è communis actio, azione comune, E per agire insieme occorre innanzi tutto “sapere ascoltare” l’altro. E quella giovane mamma (ok raga, direte, ma se ha tre figli così giovane non deve essere. Ebbene, poiché non ve ne dico il nome, ve ne posso svelare l’età: 40 anni molto ben portati e quindi per me, nonno settantenne, giovanissima … la stessa età di mia figlia!) quella giovane mamma, dicevo, “ascoltava” con vero interesse.

Già lo si capiva dal suo Volto. il Volto … mi direte lo scrivi con la lettera maiuscola? Sì, con la maiuscola, perché sono rimasto impressionato dalla filosofia di Emmanuel Levinas, filosofo lituano naturalizzato francese, che ho imparato a conoscere grazie al mio amico Marcello Farina. Levinas, il filosofo del Volto: del Volto che ti guarda, ti osserva, domanda e accetta il tuo contributo, ti interroga, si attende da te una risposta … insomma, dialoga e comunica. E tale era ed è il Volto di quella persona.

 E poi, comunicazione come dialogo bi-direzionale. Non come informazione top down (“vieni che ti dico come si deve fare), né come down-top (“mi hai dato il tuo contributo e adesso vai pure che ghe pensi mi).

 A dire il vero c’è anche un terzo tipo di “non comunicazione”: è la situazione nella quale date il vostro contributo, l’ascoltatore lo reputa prezioso ma fa finta di niente, vi ascolta distrattamente facendo finta di pensare ad altro ma in realtà lo immagazzina proponendosi di farlo suo in un prossimo futuro. In questo caso un segnale d’allarme può essere una domanda che tipicamente vi può essere rivolta: “Hai già parlato con altri di questa idea?”

Ma torniamo a “quella persona”. Ha affrontato e vinto un confronto politico con un collega per la segreteria del partito. Molti la davano perdente in quanto a suo favore ci sarebbero stati i “voti liberi” e non quelli “organizzati dall’apparato”. E invece ha vinto. Per me, il suo successo è dovuto alle sue idee e a come le ha sapute “comunicare”, anzi, rettifico, a come ha saputo comunicare le proprie idee, attraverso un messaggio di entusiasmo e di apertura al contributo di ognuno.

Ha vinto, con uno scarto di 13 voti + il mio che fanno 14. Taluno dice: non è una grande vittoria … Io dico: è una grandissima vittoria. Vittoria della persona e della democrazia. Infatti io temo le vittorie alla bulgara, quelle dei grandi numeri, temo “le unanimità, i bilanci ben assestati, gli eserciti numerosi, se non altro perché nei grandi numeri è assai più facile che si nasconda il male”. No, anche questa non è mia, bensì di Josif Brodskij, premio Nobel per la letteratura (1987), sepolto a Venezia (dalla sua introduzione al proprio libro “Il canto del pendolo”, Adelphi).

Un pugile nella Grecia antica: “Io vinco perchè sono molto, molto più forte di tutti i miei avversari”. Un filosofo gli rispose: “Ma se sei molto, molto più forte dei tuoi avversari, che merito hai nel vincerli?”.

Che altro dire? Nulla se non “Buon lavoro, giovane mamma!”

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PISTE CICLABILI TRENTINE: OTTIME, MA SI PUÃ’ SEMPRE MIGLIORARLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2014 @ 9:35 am

Detto altrimenti: prime uscite, prime annotazioni …

Ieri, sabato 5 aprile 2014, pedalavo da Trento a Riva del Garda (km. 52)

WP_20140407_011 Superata Rovereto, poco prima della centrale idroelettrica, un cartello giallo, ben vistoso: “Pista ciclabile interrotta, divieto di transito”.

 Non ci voglio credere. Proseguo. Difatti la pista NON è interrotta.

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Poco dopo, un altro cartello giallo indica, a destra, regolarmente e correttamente, la direzione per Riva del Garda.

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Mi domando: vabbè per noi “italiani”, per i quali il divieto era un “quasi divieto”, cioè … non era “veramente” vietato proseguire, ma solo “un poco” vietato … ma per gli stranieri, per i tanti austriaci e tedeschi che percorrono le nostre ciclabili, numerosissimi … che succede? Arrivano al cartello, “ubbidiscono” e … cosa fanno? Tornano indietro, vanno sulle statali?

 Le foto? Domani “risalgo” da Riva a Trento e mi fermerò a scattarle …

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Ripresa, oggi, 7 aprile. Risalgo da Riva verso Trento. Diario di una pedalata (ma prima di cominciare, ho messo le foto qui sopra).

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WP_20140407_002Dal livello del lago … salire … poichè ho solo 200 km nelle gambe scelgo la “Maza” da Bolognano, 4,5 km al 5%, pedalabilissima ma con molti TIR che ti sfiorano. Comunque  … se sono qui a scrivere vuol dire che l’è nada … è andata. Arrivo al passo S. Giovanni dopo uno strappo di 150 metri al 15%, duretto. Mi fermo, controllo le pulsazioni 1 battiti cardiaci: 100 al minuto. Bene. Proseguo e a Nago fotografo l’indicazione “Stazione” di una stazione che non c’è più: peccato, era quella del trenino Rovereto –  Riva del Garda!

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Proseguo: due foto non scattate (mica mi posso fermare ogni momento!): quella di un vecchietto – avrà quasi 90 anni – che ripulisce dagli sterpi il suo campo, quella di un contadino che semina il suo orticello, controllato dal suo barboncino seduto di lato che lo osserva: “Se lavoro bene!” mi dice l’uomo!

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Proseguo. Transito per la “zona interrotta, vietata”, senza alcuna difficoltà. Capisco la situazione: poichè i lavori occorre farli nè si vuole sbarrare la ciclabile, basta “vietarne il transito” e lasciar passare i ciclisti. Così tutti sono accontentati: i ciclisti, che passano; l’Autorità Comunale locale perchè se qualcuno si facesse male la responsabilità sarebbe solo sua. Una trovata italiana. Qui a fianco: case in glicine a Borgo Sacco (Rovereto).

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Proseguo. Ogni tanto mi fermo a scattare qualche foto ai fiori, al panorama. Questo era il lago di Loppio. “Era” perchè la foto andava messa prima di Rovereto!

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Cliccate due volte e ingrandite la foto: “lui” appare al centro, fermo, come una gallinella bianca!

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Arrivo a casa a Trento. 56 km in 4 ore, salite e tante fermate fotografiche  comprese. Ma poco prima di casa, un’ultima, gradita sorpresa: un’ombra sorvola la mia pista. E’ un airone cinerino che plana sulla Fersena e si mette a pescare!

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(foto scattate con il telefonino)

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L’INSENSIBILITÀ POLITICA E SOCIALE DI FRONTE AGLI “OMICIDI STRADALI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2014 @ 6:47 am

Detto altrimenti: su questo terreno Olanda batte Italia 5 a zero (post 1468)

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Olanda del dopoguerra. Incremento elevatissimo della ricchezza e conseguentemente del traffico automobilistico. Centinaia di bambini vittime ogni anno di incidenti stradali. la popolazione scende in piazza. La legge viene cambiata. Si riducono strade e le aree di sosta. Si aumentano molto le piste ciclabili. La strage dei bambini cessa (Olanda? Ricerca e rileggi il mio post del 28 febbraio 2012 dal titolo  “Andiamo in bicicletta …”)

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Italia, Trentino, pochi giorni fa. Un ragazzino di 10 anni pedala sul marciapiede. Decide di scendere in strada, utilizzando lo spazio fra due autovetture posteggiate. Scende, si trova a tagliare improvvisamente la strada ad una autovettura che procede incolpevole. Viene travolto. E’ in fin di vita. Cosa succede? Si accerta che l’automobilista investitore non ha alcuna colpa. Fine.

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E invece no. Invece l’episodio dovrebbe far partire una vigorosa campagna di sensibilizzazione e di informazione, dovrebbe far nascere dei comitati cittadini per l’educazione stradale dei ragazzini (e degli automobilisti), dovrebbe rappresentare lo spunto per una analoga azione nelle scuole e nelle parrocchie, soprattutto lo spunto per una diversa politica della (educazione alla) mobilità.

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IN ITALIA, LA GIUSTIZIA È DEMOCRATICA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Aprile, 2014 @ 6:25 am

Detto altrimenti: c’è democrazia nella giustizia italiana? (post 1467)

RAI 3, ieri sera sabato 5 aprile 2014, “Che tempo che fa”. Fabio Fazio ospita Patrizia Moretti Aldrovandi, madre di Federico Aldrovandi, la quale nel libro inchiesta “Una sola stella nel firmamento” scritto con Francesca Avon, ricostruisce la storia di suo figlio, un ragazzo di 18 anni che, la sera del 24 settembre 2005, a Ferrara, esce di casa per non farvi più ritorno, morto a seguito di una violenta colluttazione con quattro (quattro!) agenti della Polizia di Stato. Dopo anni di processi, gli agenti vengono condannati per omicidio colposo (ma sono sempre in servizio) mentre esponenti della questura sono condannati per depistaggio delle indagini.

Ad una domanda del conduttore, l’intervistata afferma:

“No, non c’è democrazia nella giustizia italiana. Infatti quando il privato cittadino si trova di fronte una controparte pubblica la quale non ha problemi di mezzi finanziari, il singolo, per sperare di ottenere giustizia, deve poter disporre di ingenti somme di denaro, cosa che non è da tutti. In altri Stati (del nord Europa, n.d.r.), è lo stesso Stato che si fa carico di provvedere alla difesa del suo cittadino contro … i propri stessi organi.”

Quante volte ci è capitato di sentir dire: “Sai, ho ragione io, ne sono certo, ho le prove … ma, cosa vuoi che ti dica … a me conviene accettare questa piccola ingiustizia piuttosto che farmi carico di un ricorso, di un appello … con i tempi che ci vogliono … con quello che mi costerebbe per avvocati, marche da bollo …”. Quante volte noi stessi abbiamo convenuto con un “Ma sì, dai, va bene così … a te conviene … chi te lo fa fare … alla fine ti costerebbe di più … chiudila lì, vivrai più sereno … tutto sommato … è quello che conta”.

Ecco, questa non è democrazia, cioè non è demo–crazia, cioè non è “potere/forza del popolo”, potere/forza di ciascun cittadino”, perché ogni singolo cittadino, singola parte del popolo (Demos) – di fatto – non ha il “potere”, la “forza” (Kratos) di difendere e far valere le proprie ragioni di fronte al giudice (ordinario o amministrativo).

Guardiamo alla sostanza dei fatti, che poi è quella che conta ma che spesso è paludata, travisata dagli orpelli di una logica distorta.

Demo-crazia … e poi dicono che lo studio del greco antico non serve!

APPENDICE

Tre post fa contestavo che talune posizioni pubbliche siano molto remunerate in quanto si farebbe loro carico di una elevata responsabilità. Ora mi domando: di fronte ad un fatto quale quello di cui al presente post, quale è stata la “responsabilità” del Capo della Polizia (cioè: quali sono state le conseguenze in capo al Capo della Polizia), personaggio che percepisce uno stipendio elevatissimo, tre volte superiore a  quello del suo collega USA a capo dell’FBI?

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