BESSARABIA e MOLDAVIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2014 @ 12:38 pmDetto altrimenti, Bessarabia, Moldova: elezioni moldave del 30 novembre 2014 (post 1781)
Basta un libro scelto a caso, pescato ad intuito sul banco della libreria ed una badante moldava che si accende l’interesse per quelle popolazioni e per quelle terre.
- Bessarabia, il libro: “Nel sonno non siamo profughi†di Paul Goma (Ed. Keller).
- Moldova, la badante: quella di mia suocera.
Moldova, in rumeno, la lingua originale della Moldova appunto. Moldavia, il nome da noi assimilato, in realtà è russo, di una Russia che aveva costretto i Moldovi ad usare il carattere cirillico per la loro lingua “molto†indoeuropea.
La storia travagliata di quelle terre la trovate – se non altro – in internet. In questa sede dico solo che è stata da sempre terra contesa fra Turchi, Romeni, Russi, Tedeschi. Oggi è “contesa fra i filo UE e i filorussi.
La Moldova è sempre stata terra multietnica, nella quale le diverse etnie vivevano in pace fra di loro fino a quando – ripetutamente – le diverse “potenzeâ€, confinanti o meno, l’hanno invasa pretendendo di omologarla a loro stesse, ad esempio anche con la deportazione di migliaia e migliaia di cittadini delle etnie “diverseâ€.
Il travaglio di questa terra si coglie anche semplicemente guardando la carta geografica. infatti le è stato intercluso l’accesso al mare (Mar nero) dalla pressione Rumena e Ucraina.
Le elezioni di ieri. In Moldova vige un sistema elettorale proporzionale puro senza premio di maggioranza. Spesso lo scarto fra le due coalizioni è troppo limitato perché si formi una maggioranza di governo. Al momento di “andare in macchina: affluenza, 57%;  sull’80% delle schede scrutinate è in vantaggio di 4 punti la coalizione pro UE (44% contro 40%); il primo partito è il socialista (21%) filorusso. Se lo scarto attuale sarà confermato, non si potrà formare un governo mono-coalizione e probabilmente i pro UE si dovranno accordare con il partito comunista (18%)  che è anti Russia (!) e pro UE con alcuni distinguo. In campagna elettorale i filorussi erano dati per vincitori, ma recentemente la Corte Suprema ha escluso dalla competizione elettorale un partito filorusso (denominato “Patria”) a causa dei finanziamenti elettorali illeciti che aveva ricevuto (da chi? Immaginate un po’  voi … N.d.r.).
Il pericolo? La destabizzazione e la guerra civile tipo Ucraina: già nel periodo pre elettorale ci sono state violenze (case incendiate!) a danno dei filo-UE e accuse reciproche di furti del denaro pubblico.
Per la campagna elettorale  dai due schieramenti sono stati scritturati due  cantanti famosi (uno italiano pro UE e uno russo pro Russia) con cachet orari di €100,00,00! (Della serie, tutto il mondo è paese!)
 Scrivo queste righe alle ore 12.30 odierne. Appena possibile, aggiornerò la situazione.
3 dicembre 2014:  Una vittoria di misura, per un paese che resta a metà strada tra Europa e Russia. Le elezioni legislative certificano la spaccatura del paese: ha vinto il blocco che guarda a Occidente, ma è una vittoria che renderà difficile governare. I tre partiti filo occidentali (i liberaldemocratici, i liberali e i democratici) che governano dal 2009 hanno ottenuti il 45 per cento dei voti, abbastanza per conquistare 54 seggi parlamentari su 101. Il blocco delle opposizioni filorusse è al 38 per cento. Notevole l’affermazione dei socialisti (filo russi) che sono primo partito con il 21,5 per cento delle preferenze. L’affluenza si è fermata al 56 per cento.
Dal 2009 a oggi, il PIl del paese è cresciuto del 20 per cento grazie alle riforme introdotte dai partiti filo-europeisti ed all’aumento dei rapporti commerciali con l’Europa. Questo ha prodotto un peggioramento nei rapporti con Mosca che ha imposto l’embargo nei confronti di molti prodotti alimentari della Moldavia. A giugno scorso (2014) il governo ha firmato accordi politici ed economici con l’Unione Europea.
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MERIDIONE, LUOGO COMUNE?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2014 @ 11:27 amDetto altrimenti: … oppure è tutto vero?  (post 1780)
Una signora che ogni tanto viene a casa mia a dare una mano (stirare) è appena tornata da due settimane di vacanza in un bella, molto nota ed esclusiva (in alta stagione) isola del nostro meridione. Il suo commento.
“Belissima, i fiori, i colori, el clima calt … quindese di de sol … no par nianca d’eser a novembre … però le auto tute sbugnade tegnude su col fil de fer; no i rispeta le precedenze però no i se arabia tra de lori e i parte;  putei  en doi sui motorini e senza casco; en machina i va senza zintura de sicureza e i parla col telefonin; gli orti no iè coltivadi; muci de cache de can per strada che bisogna far slalom gigante …â€
Peccato.
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ALITALIA E TURISMO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2014 @ 10:34 amDetto altrimenti: l’Alitalia va male? No!     (post 1779)
No, non “va” male. ““E’ andata†male anzi malissimo. Al che una riflessione.
l’Italia è il più grande museo all’aria aperta del mondo, la prima custode di arte, architettura, cultura, qualità della vita, buon cibo,  bella moda,  miglior design,  miglior mix di bellezze naturali etc,. a livello mondiale e sviluppa un volume di turismo pari a metà di quello francese.
La crisi Alitalia forse avrebbe potuto essere evitata a due precondizioni:
- che il turismo fosse stato bene organizzato, promosso e venduto;
- che Alitalia si fosse proposta come vettore da parte di tutto il mondo dei relativi flussi turistici.
La mia non è la pretesa di avere trovato una “soluzione postuma†né un “colpevole prescrittoâ€. Piuttosto è un’idea per il futuro …
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L’INGANNO DEGLI ORDINI DI GRANDEZZA E DEI BENEFIT NON COMPUTATI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2014 @ 10:22 amDetto altrimenti: una sorta di paravento agli occhi di chi è distratto  (post 1778)
Roma. Due persone, una presidente di un ente pubblico ed una a capo di una grande società pubblica, mi dicono: “ A Roma si vive bene si ti puoi permettere di girare in taxi e per farlo devi avere almeno uno stipendio di 4.000 euro al mese, cosa che noi non abbiamoâ€. Io non ho ribattuto, anche se ho considerato quella “excusatio non petita” oltre che una “vera accusatio†anche un insulto alla mia intelligenza.
Roma. Indagine sulle super buonuscite. Un tale al quale si contestava di avere percepito una buonuscita dopo solo quattro mesi di impegno in una posizione pubblica, risponde: “Si, ma poi si tratta di soli 140.000,00 euro … di cosa stiamo parlando … via ..â€. Mio commento: no comment.
Ecco, c’è chi oggi conta sul fatto che anche in certe posizioni, sia applicato lo stesso ordine di grandezza del proprio. E invece … E poi, c’è chi oggi conta sul fatto che la gente possa credere esagerate alcune già anche troppo elevate remunerazioni “apparenti†(ovvero “quelle che appaionoâ€), contando sul fatto che tutto sommato “cii va anche bene†perché – sempre tutto sommato – ce la stiamo cavando con poco. Infatti, guai se si conoscesse la nostra effettiva retribuzione!
Un possibile esempio: il livello dello stipendio di certa dirigenza pubblica? E’ 100. Ok, è già molto, ma – ancora una volta “tutto sommato” – accettabile da parte dell’opinione pubblica. Tuttavia come sarebbe valutato quel livello retributivo ove si scoprisse che oltre alla voce “stipendio†vi è una “indennità di carica†che può arrivare ad essere 1:1 (cioè a raddoppiare la voce stipendio), anch’essa interamente pensionabile?
Dice … ma tu, blogger, ti riferisci a casi specifici? Rispondo: no, io intendo solo riportare ogni valutazione all’interno di un’unica scala dimensionale, come ha fatto il Premier Renzi quando ha detto che nessuno nel sistema pubblico (comprese le banche sovvenzionate dal pubblico, n.d.r.) può/deve essere remunerato più del Capo dello Stato. Aggiungo: senza che questo imperativo possa essere eluso da trucchi di varia natura e specie.
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CONFLITTO DI INTERESSI MORALI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2014 @ 9:48 amDetto altrimenti: interruzione volontaria della vita in caso di gravissima malattia  (post 1777)
Problema morale, religioso? Distinguiamo. La nostra religione non “è†la morale, bensì “ha†una morale. La nostra religione è “creazione†e “resurrezioneâ€. The rest are details. La morale preesiste alla nostra religione da almeno 2.000 anni prima di Cristo (Codice di Hammurabi: “Non fare agli altri ciò che non faresti a te stesso; fai agli altri ciò che faresti a te stessoâ€).
Dice … ma solo Dio, che ci ha dato la vita, può torgliercela. Sono pienamente d’accordo. Solo che a mio avviso ognuno dovrebbe essere responsabile di fronte a Dio delle proprie scelte, senza essere “intermediatoâ€.
Anticipo al conclusione con un esempio diverso ma che forse aiuta a comprendere il mio pensiero. Se io, uomo sposato e credente, desidero ardentemente un’altra donna, non è che commetto adulterio solo se quella donna “ci sta”! Tanto è vero che esiste il comando “non desiderare la donna d’altriâ€.
Ora, tornando al problema in esame, se io, malato gravissimo, tenuto in vita da macchinari, desidero ardentemente di porre fine alla mia vita, ho infranto quel principio etico-religioso anche se poi gli altri non staccano la spina come io vorrei. A mio avviso infatti devo e posso essere io e solo io direttamente responsabile di fronte alle regole della morale e della religione.
Dice: ma tu, blogger, stai peccando di relativismo … Evvabbè, rispondo, mi sottopongo all’ordalia, al giudizio di Dio. E se ho sbagliato, spero che Dio mi perdoni.
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IMPEGNI PLURIENNALI DI SPESA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2014 @ 9:30 amDetto altrimenti: quanto di un bilancio pubblico è realmente disponibile per le riforme e per gli investimenti, ovvero per “governare in modo aggiornato il presente †e non semplicemente per “gestire il passato�  (post 1776)
Premesse
- L’Italia delle “emergenzeâ€. Tante, troppe.
- Ciò significa che non si è fatta una adeguata programmazione pluriennale delle possibili emergenze e quindi dei necessari pre-interventi cautelativi;
- Tuttavia la maggior parte di un bilancio pubblico è “impegnatoâ€, “vincolato†secondo piani pluriennali di spesa.
 Da quanto sopra discendono tre considerazioni:
- si impegnano fondi per molti anni su alcune singole priorità , senza una pianificazione comparativa di tutte le diverse mutevoli priorità all’interno dello stesso periodo pluriennale;
- ben poche sono le risorse che residuano per una azione di governo che sia aggiornata alle mutevoli e aggiornate esigenze di un mondo che cambia molto spesso e comunque molto rapidamente;
- i “destinatari†di somme vincolate per molti anni a loro favore diventano beneficiari di un privilegio inaccettabile: quello di operare all’ interno di una sorta di “bilancio a gestione separataâ€, a prescindere dalle esigenze – spesso più impellenti delle loro – di altri comparti.

F 35: fra le altre cose … siamo sicuri che il ponte delle nostre navi portaerei sopporti la spinta del loro decollo verticale? O dobbiamo cambiare anche le navi?
Un esempio? Da due anni sono stati vincolati per legge in favore della difesa (militare) ben 20 miliardi all’ anno per ben 10 anni, somme che forse oggi potrebbero essere parzialmente dirottate ad una diversa difesa: quella idrogeologica del territorio.
Nuove caste. E poi, questa “garanzia di disponibilità finanziaria pluriennale a prescindere†… mi ricorda un po’ quel tale Pericle, il quale nella sua “repubblica ateniese†(che poi era una oligarchia, quasi monarchia di fatto, imperialista e antidemocratica) avrebbe dovuto rendere conto della finanza pubblica ogni anno, cosa che Pericle evitò facendosi rieleggere di anno in anno per trent’anni e rimandando sine die il rendiconto, oppure essendone responsabile … da morto! Lo stesso potrebbe accadere per i nostri ministri della difesa e generali delle forze armate: non sarebbe necessario che morissero, per carità … nessuno lo vuole! Basterebbe infatti che “passasse molto tempoâ€, che i “responsabili non fossero più quelli†che “io avevo le mani legate da scelte precedenti†etc. e tutto si sgonfierebbe come una bolla di sapone nelle paludi degli orientalismi italiani dei nostri controlli postumi a buoi scappati.
Concludo: così come si vincolano per molti anni parti molto rilevanti dei bilanci pubblici, da oggi occorrerebbe iniziare a ragionare su eventuali svincoli di impegni pluriennali, ove non prioritari rispetto a nuove e più gravi “emergenzeâ€.
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LE RIFORME IRREDIMIBILI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2014 @ 7:10 amDetto altrimenti: le riforme costano e vanno fatte … ma con quali risorse?  (post 1775)
Ieri sera, l’ing. Carlo De Benedetti (CDB) da Fazio (Chetempochefa): “Le riforme costano. Senza soldi non si fanno. Quelle che non costano non sono riformeâ€. Concordo (io apprezzo ciò che sta facendo Renzi, ma non basta “spostare i mobiliâ€).
CDB continua: “La Germania a suo tempo lo fece: sospese l’obbligo del limite del 3% e si risanò. Occorre dire all’UE che noi facciamo altrettantoâ€. Io osservo: “Ing. CDB, ma la Germania era ed è la Germania. Noi, siamo abbastanza seri (seri) da rispettare ciò che andremmo a dire che faremo?â€
Un paio di cose di De Benedetti non mi sono andate del tutto bene: 1) che abbia detto che era contrario a Renzi ma che ora lo approva: infatti questa affermazione mi ha fatto sembrare l’intervista come organizzata  “ad hoc”; 2) che  abbia detto, citando la cifra con assoluta naturalezza che “… con 2.000 euro al sud si vive bene e a Milano non si riesce a vivere …”,  come se  il  livello retributivo citato  fosse quello “normale” (magari! N.d.r.) da assumere quindi come campione per testare la sua congruità nelle diverse zone del paese.
Da parte mia propongo che persone assai ben più autorevoli e capaci di me si confrontino con questa ipotesi che vo’ scrivendo nei miei post da tempo: lo Stato emetta una prima serie di obbligazioni di debito pubblico irredimibili (sulle quali lo Stato è obbligato al solo pagamento degli interessi e mai del capitale) con un rendimento un po’ superiore alla redimibili, in sostituzione volontaria delle redimibili. Lo Stato sarà caricato di flussi di interessi (flussi “Aâ€) un poco superiori agli attuali ma abolirà i flussi  della restituzione del capitale (flussi “Bâ€). Ora, poiché i flussi “B†sono molto superiori ai flussi “Aâ€, si creerà una massa finanziaria disponibile per le riforme vere. Inoltre diminuirà la somma totale del debito pubblico, perchè i flussi di interesse non concorrono alla formazione del debito capitale. E se il sottoscrittore dei titoli irredimibili vorrà rientrare in possesso del suo capitale, potrà sempre venderli in borsa.
Ingegnere Carlo De Benedetti, lei cosa ne pensa? E voi, lettrici e lettori, cosa ne pensate? Conoscete qualche economista ben più esperto di me che possa intervenire su questo argomento? Grazie se lo sollecitate in tal senso!
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INCONTRI RAVVICINATI (ELENCO)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Novembre, 2014 @ 4:50 pmDetto altrimenti: facciamo il punto sulle mie interviste “Incontri†(post 1774)
All’interno dei miei 1774 post (compreso questo) ho avuto modo di intervistare 24 personaggi. Alcuni di essi molto noti, altri meno, ma tutti fortemente caratterizzati da loro qualità personali e/o professionali. Infatti non mi sono mai posto l’obiettivo di “incontrare†persone cosiddette “formalmente di livelloâ€, ma persone che avessero comunque qualcosa – molto o poco non importa – da dire, ovvero persone  “sostanzialmente di livelloâ€. Quindi ho spaziato liberamente in tutti gli ambiti personali e professionali. Ecco l’elenco dei mie Personaggi che – in questa sede – hanno trovato un loro (ulteriore) umilissimo “autore†(in ordine di apparizione sul blog. Se li volete “rileggere†basta che clicchiate il loro nome nell’apposito riquadro sotto il mio curriculum):
- Carlo Fierens, chitarrista classico, Ligure come me
- Cristina Endrizzi Garbini, cantante lirica, pianista, mecenate delle Muse
- Mirna Moretti; lettrice, poetessa, letterata, blogger, mecenate della Lettura
- Luigi Sardi, giornalista, storico
- idem c.s.
- Maria Pia Veladiano, scrittrice, teologa, educatrice
- Mario Barletta, musicologo, collezionista accordatore di pianoforti e fortepiani
- Alfonso Masi, professore, letterato, autore, attore
- Daniele Donati, storico, studioso, economista
- Enrico Fuochi, scrittore, fotografo, viaggiatore, “volatore”
- Gian Paolo Margonari, turista camminatore, scrittore
- Ruggero Polito, musicologo, musicofilo, musicista, letterato, umanista, amico carissimo
- Edoardo Pellegrini, mago del legno, della fotografia, dell’ecologia, del pedale, dei funghi
- Mery Modena, gestore di bicituristi
- Alessandro Aichner, ingegnere dell’aria
- Katia ed Erika Bonadiman, musica e canto
- Gian Franco Peterlini, Â podista, padre, marito, nonno, imprenditore: esperienza ed umanitÃ
- Cristina, mamma
- Anonima italiana, lavoratrice
- Don Marcello Farina, storico, filosofo, un Uomo per gli Altri
- Andrea Danielli, architetto inventa mestieri
- Giovanni Straffelini, ingegnere scienziato
- Giancarlo Mirandola, Presidente Fraglia Vela Riva
- Fabio Pipinato, cooperatore internazionale, altro Uomo per gli Altri
24 incontri in 3 anni, 8 all’anno. Chi sarà la/il prossima/o?
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LA CINA E’ VICINA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Novembre, 2014 @ 3:18 pmDetto altrimenti: bella scoperta, direte voi! (post 1772)
I tempi della storia: nel 1840-1842 noi europei abbiamo fatto (si dice “portatoâ€) ben due guerre alla Cina (le cosiddette guerre dell’oppio) “rea†di avere proibito l’importazione dell’oppio che gli Inglesi facevano coltivare ai loro schiavi indiani. Oggi, il mio berrettino da sole, il giubbotto da vela, il computer etc. e da ultimo le mie ultime scarpe Thimberland sono made in China.
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La Cina. Inizialmente qui da noi si vendevano solo “cineserie†da pochi soldi. Ora ho notato che nostri negozi fino a poco tempo da di alta qualità – se non proprio ancora di lusso – mettono in vendita la loro credibilità , il loro nome, il loro avviamento insieme – ad esempio – a capi di abbigliamento abbastanza eleganti, senza l’etichetta che ne indica l’origine. “Sa, si tratta di quella gran marca italiana … ma abbiamo dovuto levare le etichette perché …†e via discorrendo. A prezzi sbalorditivi. Evvabbè … Leggendo Gomorra di Saviano poi apprendiamo che le Grandi Marche fabbricano i loro capi a … Napoli, avvalendosi dei cinesi. Evvabbè …
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Ma le fabbricazioni all’estero, come la mettiamo? La mettiamo che all’estero la manodopera costa meno perchè i diritti civili sono un optional. “Loro†ci hanno copiato e adesso ci invadono con i loro/ex nostri prodotti schiavizzando i loro lavoratori. Ma non basta. Anche i “nostri†hanno delocalizzato e non solo in Cina. Un amico imprenditore, di ritorno l’altro giorno dalla Romania: “In Romania non esiste la crisi del lavoro: le persone che esamino per l’assunzione mi dicono che tanto … se non li assumo io … trovano un altro che li assume. E allora parliamo un po’ dei nostri. Delocalizzano … si perdono posti di lavoro in Italia e gli utili … dove vanno gli utili? A S. Marino? Alle Cayman? In GB? Etc. etc. In Vaticano non più, grazie a Papa Francesco. Si dice che la tale azienda “è sbarcata†in Cina, in Romania, etc.. ma … sbarcata per vendervi i nostri prodotti o per produrre laggiù i prodotti che poi vende a noi?
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Un giorno “un amico mi disse” … che anni fa il suo datore di lavoro, proprietario di una catena di negozi di articoli sportivi, andò in Cina, chiese il prezzo delle migliori racchette da ping-pong. L’equivalente di 500 lire. Le migliori. Da noi si vendevano a 5.000 lire. Ne acquistò una camionata.
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Cosa fare? Ragazzi, io non mi intendo abbastanza di calcio per propormi CT della Nazionale nel bar sotto casa, e quindi …. quindi almeno mi consentirete di esprimermi su di un problema minore, un problema che pare stia di meno a cuore della gran massa della gente di quello della composizione della Nazionale, il problema della possibile soluzione della crisi mondiale. Proviamo un po’ ad immaginare che abbiamo già costituito gli USE – United States of Europe e che gli USE abbiano stipulato un accordo con gli USA, al fine di “imporre†il rispetto dei diritti civili in tutto il mondo istituendi il reato di “speculazione finanziaria internazionale†ed escludendo scambi commerciali, finanziari e culturali con chi non adotta queste regole.
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Come sarebbe bello! Dice … ma la tua, Riccardo, è un’utopia! E’ vero, solo che l’utopia è un qualcosa semplicemente non “ancora†realizzato. Non ancora, ma un domani – spero prossimo – vedremo … In ogni caso: guai a non avere (almeno) un’utopia! Ed ecco che ci risiamo: il primo problema nostro non è il lavoro: è il problema antropologico, nel senso che ognuno di noi si dovrebbe sentire padrone del proprio Paese, suo co-artefice e co-difensore e non suo predone. Quindi il secondo problema è il problema morale. Il terzo problema, il lavoro. Ve lo concedo.
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P.S: ma non è solo il maggior costo del nostro personale che danneggia la nostra occupazione. Talvolta la responsabilità è anche dei troppo elevati margini di utile del produttore. Un esempio: su una marca di primo livello (“firma” di lusso)  fabbrica in Italia al costo 10 e vende a 100 (tanto la gente acquista ugualmente la “firma”, costi quel che costi) e per di più porta l’utile nei paradisi fiscali, arriva il cinese che non solo fabbrica all’estero al costo di 5, ma per di più vende a 30, collocandosi all’interno della troppo ampia forbice costo-ricavo italiano che genera un utile spesso portato nei paradisi fiscali dai quali si finanzia la produzione in Cina etc, etc.
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I POST DEL TRIENNIUM (OPEN BLOG)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Novembre, 2014 @ 8:23 amDetto altrimenti: ho invitato le lettrici ed i lettori a pubblicare loro post in occasione del mio triennio di blogger. “Open blogâ€: mi scrive Fausto Lammoglia e trascrivo  (post 1772)
 INIZIA
Riccardo, accolgo volentieri il tuo invito di inviarti nostri post in occasione del tuo “triennio di bloggerâ€. Le ultime vicende della nostra astronauta e il clamore mediatico che non ha avuto, suscitando lo sdegno di molti, mi ha “infilato” in una chiacchierata con uno dei miei ragazzi (Fausto è laureato, molto stimato nell’ambiente universitario genovese ed ha commentato altre volte i miei post, n.d.r.). Se ti interessa per il blog ho riassunto il discorso.
Can(n)one Rai: come abbattere la cultura a … “colpi” di audienceÂ
Samantha Cristoforetti. Questo nome è risuonato in tutte le emittenti televisive e radiofonica, lo abbiamo letto a caratteri cubitali sui giornali e sul web. Quello che mi ha toccato di più, però, non è tanto l’impresa della nostra compatriota (di cui dobbiamo andare fieri), ma i commenti nei forum dei giovani e meno giovani circa la trasmissione in diretta del suo atterraggio. Il tema “caldo†è il fatto che la Rai, in particolare, abbia decurtato il tempo destinato all’astronauta in favore del derby calcistico di Milano. Senza entrare nel particolare, mi è capitato di confrontarmi con un ragazzo di 17 anni sull’importanza dell’accaduto e sull’evoluzione della Rai.
“Mamma Rai†sta seguendo le orme della più libertina Mediaset.
La rete, che una volta era in primis portatrice di cultura, ha abbassato notevolmente la sua portata per raccogliere più audience e poter concorrere con le altre reti. Il livello della sua programmazione (in parte anche quella radiofonica, che tenta ancora di resistere) cerca di intercettare i gusti del giovane disinteressato, della casalinga, dell’anziano, dei pettegoli; così si riempie di talk show, di fiction, di  sit-com, di tribune politiche demagogiche e populiste. Ammesso che questa sia una scelta commerciale, non condivisibile, ma che funziona, sorgono due questioni: il canone e la mentalità .
 Il Canone
Non mi dilungherò molto sul canone, perché fin troppe parole sono state spese da persone molto più competenti e arrabbiate sulla gestione economica della Rai. Mi permetto solo di dire che il canone dovrebbe essere per la Rai una garanzia: poiché i suoi introiti sono fissati da una tassa, il canone appunto, che ogni telespettatore e ogni radioascoltatore deve pagare, la Rai può permettersi di mantenere alto il livello, senza preoccuparsi troppo del numero di ascoltatori. Sarebbe opportuno quindi che favorisse la qualità dei programmi, piuttosto che la quantità degli ascoltatori.
 La mentalitÃ
Chi scrive ha 26 anni, non ha visto gli anni d’oro della Rai, in cui educava (letteralmente parlando) gli italiani, ma ha scorto una buona televisione culturale e un’ottima radiofonia. Una televisione ormai scomparsa, da ricercare su piattaforme diverse in canali tematici. Ora, la mia generazione e quelle precedenti hanno conosciuto e, spero, apprezzato questo tipo di programmazione, per cui sanno che esiste e che possono ricercarla altrove (sebbene mi chiedo sia giusto, visto che pago il canone per una televisione che non guardo più preferendo un’altra sorgente). Ma le nuove generazioni, dove peraltro la TV è una tata che li controlla nei pomeriggi passati da soli in casa “parcheggiati†davanti allo schermo, questi programmi non li hanno conosciuti. Il che comporta nel caso migliore che maturino un disprezzo per questa televisione di bassa lega e la spengano. Nella maggioranza però, essa crea il gusto e la mentalità dei ragazzi, che pensano sia normale che la televisione parli solo di cucina, polizieschi e azzuffamenti tra persone che non hanno meglio da fare che partecipare a qualche becero talk show. Se mai costoro si ritrovassero davanti ad un documentario, probabilmente penseranno “chennoia†(giusto per essere educati!). E molti già lo pensano.
Le conclusioni
Forse è ora di spegnere queste televisioni, e prepararci da soli le programmazioni, dato che siamo pieni di strumenti utili per farlo. E forse è opportuno che i primi rivoluzionari siano i genitori: se la televisione può fare la governante, in molte occasioni essa può essere anche il pungolo che stimola la curiosità innata dei bambini, o la maestra che educa in maniera più efficace attraverso le immagini, finanche con i cartoni animati.
Ciao Riccardo
FINISCE

Occhè so’ poho grulli? E me li danno … e me li danno! (N.d.r.: il contenuto è educativo; il compenso è  immorale e diseducativo)
RAI DISEDUCATIVA? QUANDO MAI? Infatti la RAI trasmette grandi valori, ad esempio i Dieci Comandamenti che hanno un grande valore … €200.000,00 cadauno, visto che Benigni per dieci puntate incassa €2.000.000,00! Solo che c’è una cosa che non va, la valutazione “lineare”. Infatti, non ti pare che “Io sono il Signore Dio tuo non avrai altro Dio all’infuori di me” possa essere valutato allo stesso prezzo del “non commettere atti impuri che poi Lui aveva detto non commettere adulterio che è tutt’altra cosa”? In un mio recente post mi sono lamentato dei 2 milioni, intendo. Ora che ci sono però mi lamento anche della modifica di quel testo originario …
Fausto, il tuo è il primo post del “Trienniumâ€, (secondo solo al commento della collega Mirna, e precedente quello di mio fratello Alberto e dell’amica Monika) ovvero il primo a pubblicare dietro il mio invito a celebrare – se mai si può parlare di celebrazione –  l’imminente compimento del mio terzo anno di bloggheraggio (che brutto neologismo, ma lo utilizzo come provocazione, per contestare – ad esempio – chi invece di dire che una società “ha sede in“ scrive che “è basata inâ€, oppure che in luogo del termine “suggerimento†utilizza il termine “suggestioneâ€! Ma si può?)
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Senza TV. Per cinque anni, durante le tre settimane a cavallo fra luglio ed agosto passate in ferie su un’ isoletta semi deserta dell’ Arcipelago delle Incoronate (Croazia), mia moglie ed io abbiamo vissuto senza TV. La sera l’appuntamento era con … il calar del sole! Dalla nostra casetta di pietra, un pannello solare; acqua nel pozzo e nelle bottiglie acquistate sul continente; vino in casa (io affitto “casa con vinoâ€); pesce pescato da me ogni giorno; frutta sugli alberi … dalla nostra casetta, dicevo, con una sedia in mano, via di corsa a percorrere quei trenta metri che ci separavano dal piccolo molo per sederci a contemplare la trasmissione della serata!
Lo so, questo è un aspetto marginale rispetto ai temi educativi-diseducativi ai quali tu hai fatto riferimento, ma è comunque un segnale che “senza†si può anche perché “con†si perde molto. Infatti se noi due fossimo stati in un albergo, saremmo stati vincolati dagli orari della cena, dal “passaggio†davanti alla TV accesa per sentire le ultime del telegiornale e chi se le può perdere?
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Dice: ma anche il computer “schiavizzaâ€: vedi, Riccardo, anche tu se sempre lì, attaccato alla tastiera … Dico: uei, raga, scialla! Io – alla tenera età di 70 anni – quest’estate ho pedalato per 4437 km in 101 uscite in bici; ho partecipato a regate veliche nell’Alto Garda trentino; sto partecipando a due gruppi di lettura; sono attivo in ben tre associazioni culturali; partecipo a convegni; ho un impegno sociale; leggo libri; mi dedico alle mie tre famiglie: la mia, quelle dei miei due figli, quella di mia suocera; scrivo post. Io sarei uno schiavo? Di chi? Del computer? Ma mi faccia il piacere …
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I post, già … questi però non sono “unidirezionali†come la TV. Infatti io scrivo, altri commentano, io contro- commento, etc. Non è “informazioneâ€, è “comunicazione†communis actio, azione comune, cosa diversa, molto diversa. E’ il pensiero che si confronta, che dialoga. Attraverso il dialogo poi si arriva a conoscere il Volto dell’Altro, anche se non fisicamente come invece invitava a fare filosofo Emmanuel Levinas ..
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