UNA MODERNA DAMNATIO MEMORIAE, ANTICIPATA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2023 @ 11:34 amProblema
La damnatio memoriae era la condanna che si decretava nell’antica Roma in casi gravissimi, per effetto della quale veniva cancellato ogni ricordo (ritratti, iscrizioni) dei personaggi colpiti da un tale decreto. Oggi la si pratica “anticipatamente” cercando di non far comparire nei media la persona che esprime idee e progetti molto, troppo intelligenti e costruttivi con i quali si ha paura di confrontarsi. Quand’anche poi tale persona riesca a comparire nei media, non si accetta di avviare con la stessa una replica puntuale e costruttiva, bensì si tace pubblicamente. Al massimo le si fanno i complimenti in via diretta, personale e riservata.
In cinque minuti, dica l’esaminando se a suo parere esiste in Italia un personaggio politico contro il quale si sta cercando di applicare la condanna preventiva di una damnatio memoriae anticipata.
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ESTRATTO DA MATTEO RENZI NEWS – Matteo scrive:
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2023 @ 10:51 amMentre il mondo discute di intelligenza artificiale, in Italia le due principali influencer di questo Paese, Giorgia Meloni e Chiara Ferragni, litigano sul Pandoro Balocco. E niente, potremmo fermarci qui. Perché in questa prima frase c’è il riassunto di una politica che si preoccupa di fare i tweet, non le riforme. Le riforme sono sparite. L’attenzione è tutta sui like che sulle idee. Io sono andato a dirlo in faccia alla maggioranza, in Senato come ad Atreju, ma nessuno mi risponde: mi danno ragione in privato, poi in pubblico tutti zitti.
A Giorgia conviene litigare con Saviano, Ferragni, Schlein, Conte.
Alla sinistra conviene dipingere la Meloni e Salvini come due mostri.
E chi nel mezzo prova a ragionare di idee, proposte, politica va ignorato: questo è il disegno, chiarissimo. Vi faccio un altro esempio.
Sono intervenuto in Aula davanti alla premier. Sul Mes, su Draghi, sull’immigrazione, sugli Stati Uniti d’Europa. E su altro.
Lo trovate qui nella versione Reel su Instagram e qui su Youtube. Anche qui: tante visualizzazioni.
Nessuno ha fiatato mezza risposta, nessuno.
Anzi, privatamente i colleghi delle altre forze politiche vengono a fare i complimenti. I giornalisti mi messaggiano: ottimo intervento.
Ma poi zero o quasi spazio sui media. Perché il gioco è sempre lo stesso.
Noi rompiamo lo schema dello scontro tra influencer e portiamo la politica. Quindi ci mettono in un cono d’ombra mediatico.
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DEBITO PUBBLICO E RICCHEZZA FINANZIARIA PRIVATA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Dicembre, 2023 @ 10:27 amA fine ottobre scorso il debito pubblico era salito in un anno di ben 102 miliardi arrivando a quota 2.868 miliardi di euro e continua a crescere. Alla stessa data la ricchezza finanziaria privata era di circa 3.400 miliardi.
Sorprende che il governo non ci esponga con chiarezza i rischi della micidiale progressione del debito pubblico e che non programmi interventi di medio lungo periodo per invertirne la tendenza, al fine di
- finanziare le funzioni fondamentali (sanità, famiglia, scuola, formazione, lavoro, integrazione: solo per citarne alcune) elencate nella nostra Carta Costituzionale;
- avviare investimenti realmente produttivi di utili economici e di surplus finanziari;
- continuare ad avere credibilità e quindi “voce in capitolo” nella comunità internazionale.
A mio avviso gli aspetti sui quali intervenire in contemporanea sono due:
- dare vita ad una UE politica, presupposto strategico (= indispensabile e insostituibile) per ogni ulteriore azione;
- attrarre volontariamente verso il nostro settore pubblico la ricca finanza privata italiana ed estera.
Sul primo aspetto mi sento tutelato da quanto sta già lodevolmente cercando di ottenere Matteo Renzi, presidente del mio partito Italia Viva – Il Centro – Renew Europe.
Sul secondo aspetto mi permetto di avanzare una proposta e cioè che il Tesoro emetta titoli Irredimibili cioè senza alcun obbligo di rimborso del capitale investito, con queste caratteristiche:
- escluda espressamente un proprio diritto al loro riscatto;
- preveda un tasso di rendimento in parte fisso ed in parte variabile, così da mantenere alto il loro valore nominale;
- corrisponda all’investitore un rendimento più elevato rispetto ai consueti titoli di debito.
Ove l’investitore – attratto inizialmente dal maggiore rendimento – abbia successivamente bisogno di rientrare in possesso del proprio capitale, potrà sempre offrire in vendita i titoli alla Borsa Valori, alla quale potrà presentarsi come compratore anche lo stesso Tesoro, alla pari di qualsiasi altro acquirente privato (in tal modo avendo comunque la possibilità di ridurre il flusso di esborsi per interessi, anche in assenza di un espresso diritto in tal senso).
I titoli Irredimibili offerti dal Tesoro in sostituzione volontaria di titoli di debito in scadenza diminuirebbero di pari importo il debito pubblico. Ulteriori emissioni aumenterebbero la disponibilità finanziaria pubblica senza aumentare il livello del debito.
Ciò sarebbe possibile perché l’espressa esclusione del diritto di riscatto da parte del Tesoro farebbe classificare i titoli Irredimibili come titoli rendita e non di debito.
La loro emissione farebbe aumentare il flusso finanziario in uscita dovuto al pagamento di interessi maggiori, ma contemporaneamente diminuirebbe in misura assai più elevata il flusso in uscita per la cessata restituzione in linea capitale.
A quest’ultimo riguardo non sarebbe condivisibile l’affermazione di chi affermasse che i rimborsi in linea capitale in realtà oggi non avvengono perché i titoli in scadenza sono rinnovati (con l’aggiunta di ulteriori quote di titoli di debito) perché il “debito finanziario” resta immutato e anzi addirittura accresciuto. Ad ogni buon conto, andrebbe redatta con professionalità manageriale una proiezione finanziaria pluriennale scorrevole dei flussi in entrata ed in uscita, al fine di comprendere, prevedere e gestire l’andamento dei flussi finanziari e quindi del debito pubblico.
A testimonianza dell’accoglimento dei titoli Irredimibili da parte del mercato finanziario, un caso: nel recente 2021 un’importante banca italiana ha emesso 1,5 miliardi di propri titoli Irredimibili ricevendo richieste di acquisto per ben 6 miliardi! E si noti che gli Irredimibili emessi da quella banca sono titoli privati e quindi a tassazione piena, laddove quelli emessi dal Tesoro sarebbero pubblici e quindi a tassazione dimezzata!
La mia proposta ha maggiormente senso ove inquadrata in una idea di futuro per l’Italia e per l’Europa: ove le sfide “UE Politica” e “nostro debito pubblico” non fossero accettate, il Paese, isolato e gravato da un enorme debito, scivolerebbe verso un tipo di società composta da un numero sempre più limitato di persone che si possono procurare ogni tipo di beni e servizi e da un numero sempre crescente di cittadini nella situazione diametralmente opposta.
Riccardo Lucatti, Tavolo di lavoro “Finanza ed Economia mista ITALIA VIVA TRENTINO
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UN ESEMPIO PRATICO DI COME SI FACCIANO DANNI STRUTTURALI ALL’AUTONOMIA SE NON SI CONOSCE IL SUO FUNZIONAMENTO E SE SI DÀ FIDUCIA ALLE PERSONE SBAGLIATE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Dicembre, 2023 @ 4:21 pmScrive la Senatrice XVIII Donatella Conzatti:
“Lo sapevate. Abbiamo cercato di spiegarlo, di raccontarlo, di dirlo in questi mesi, eppure il risultato di queste elezioni ha lasciato pochi dubbi.Nell’ultimo accordo finanziario sottoscritto a Lavis da #Fugatti con il Ministro #Giorgetti è stata sancita anche la rinuncia da parte della PAT alla clausola di sterilizzazione dei minori gettiti dipendenti dalla riforma fiscale.Vi sembrava un concetto troppo complicato? É per questo che li avete rivotati nonostante questa assurdità?
Facciamo mezzo passo indietro.
L’Autonomia si finanzia (semplificando) con i 9/10 nominali delle “tasse” generate dal territorio #Trentino .
Lo stato riscuote e poi destina le risorse alla PAT. Con queste risorse la PAT costruisce il proprio Bilancio e finanzia i vari servizi e le materie che ha in delega: scuole, strade, ammortizzatori sociale e anche la sanità tramite l’APSS.
Bene. Se lo Stato riduce la pressione fiscale con la delega fiscale, l’ammontare delle tasse riscosse diminuisce, con il sollievo dei contribuenti e la preoccupazione della PAT che vede ridursi l’ammontare su cui si calcolano i 9/10.
Per ovviare a questo problema di riduzione di risorse per il bilancio PAT e per il funzionamento dell’autonomia, c’era appunto la clausola di sterilizzazione.
Io stessa l’ho fatta applicare – con uno specifico emendamento a mia prima firma – quando il Premier Draghi aveva fatto la prima parte di riforma fiscale riducendo l’IRPEF nel Bilancio per il 2022.
Bene ora che la Delega per la riforma fiscale è stata approvata e che un pezzo alla volta verrà messa in campo con i Decreti attuativi, ci si attende una riduzione della pressione fiscale. Oggi più di ieri sarebbe stato fondamentale avere la “clausola di sterilizzazione” per “immunizzare” il Bilancio provinciale. Invece Fugatti & Co vi hanno rinunciato. Ve lo hanno perfino detto in campagna elettorale. E voi li avete rivotati. Questo è un fatto grave. Ma è un esempio pratico di come si facciano danni strutturali all’Autonomia se non si conosce il suo funzionamento e se si dà fiducia alle persone sbagliate.
Di questo passo nei prossimi 5 anni ne vedremo delle belle a destra. Ma noi ricostruiremo al CENTRO!”
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Il Riformista- 16 Dicembre 2023 – L’editoriale di Matteo Renzi – Stati Uniti d’Europa
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Dicembre, 2023 @ 10:01 amMentre Giorgia Meloni e Giuseppe Conte litigano rinfacciandosi contraddizioni – vere o presunte – sul MES, il resto del pianeta si confronta sulle vere sfide del domani. La Presidente del Consiglio che in Senato sventola fax, i fax per l’appunto, è il segno di un mondo vecchio che non profuma più di futuro. Basterebbe farsi una giratina per il mondo per capire che i problemi che abbiamo davanti sono enormi e l’Europa non c’è. Non esiste. Non viene nemmeno citata, presa in considerazione, ascoltata. E noi a cosa assistiamo? A come in Parlamento due populisti si rinfacciano il passato.
Il vecchio continente ha fatto grandi cose. Partendo dal carbone e dall’acciaio abbiamo messo la parola fine a una plurisecolare guerra civile sui nostri territori. Partendo dal carbone e dall’acciaio abbiamo creato un gigante mondiale in grado di competere con tutti, ovunque. Partendo dal carbone e dall’acciaio abbiamo saputo innovare arrivando a guidare il cambiamento climatico, culturale, civile del nostro mondo. Onore ai padri fondatori, hanno saputo intravedere un sogno e lo hanno realizzato con coraggio e fiducia. Ma oggi?
Oggi o si cambia o si muore.
L’Europa rischia il collasso demografico, il declino economico, l’irrilevanza politica. E allora solo uno scatto può salvarci, la capacità di rimettersi in gioco, la lotta per un obiettivo alto e nobile. Per me la discussione sugli Stati Uniti d’Europa significa innanzitutto questo. Superare il diritto di veto dei singoli stati membri, immaginare una guida della Commissione eletta direttamente dai cittadini, avere una squadra di Governo che non ha un membro per ogni nazione ma al massimo venti persone chiamate a fare il bene dell’Europa, non a mediare sugli interessi di parte. Parlare di Stati Uniti d’Europa significa superare l’Europa delle nazioni e abbracciare il sogno dell’Esercito Europeo, di un fisco che non divida tra figli e figliastri, di un orizzonte identitario che abbia la forza di affrontare il futuro senza andare a rimorchio della cancel culture d’oltre Oceano.
Pensavo queste cose mentre ieri entravo nella fossa dei leoni andando a discutere di giustizia ad Atreju. C’è una differenza di fondo tra il mondo di questa destra e l’unica vera alternativa possibile: la Meloni crede in un’idea novecentesca dell’identità europea, basata su un concetto di nazione che è superato dalla storia. Noi pensiamo che gli Stati Uniti d’Europa siano la risposta alla crisi demografica e culturale del nostro Occidente. Stati Uniti d’Europa come comunità orgogliosa della propria identità culturale, delle proprie radici greche e cristiane, della propria forza morale e non solo economica. Ma Stati Uniti d’Europa.
Lo so, sembra un tema lontano e astruso. Ma a mio avviso sarà su questo tema che si giocheranno le elezioni del 9 giugno e soprattutto l’eventuale – e al momento assai remota – ipotesi di costruzione di un’alternativa all’attuale maggioranza. Altro che superbonus e banchi a rotelle…
f.to MATTEO RENZI – ITALIA VIVA – IL CENTRO – RENEW EUROPE
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QUOTIDIANI E INSERTI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Dicembre, 2023 @ 4:56 pmEro a Bologna e mi sono perso i quotidiani locali (trentini, n.d.r.) che riportavano come per una “distrazione” dell’attuale governo dellla nostra provincia, si siano persi 23,5 milioni (di euro, non di lire!) .
A Bologna … che quotidiano acquistare? Avevano finito il Riformista ed allora il Corsera, eccediamine?!
In prima pagina … la PCM avrebbe espresso una critica contro Mario Draghi? Ma dai … è un po’ come se – mutatis mutandis – io che mi diletto di scrivere qualche terzina in endecasillabi danteschi – mi arrogassi il diritto di criticare Dante Alighieri!
Trovo poi un bell’inserto sull’Arabia Saudita ed una interessante intervista al Senatore Matteo Renzi. Tutta da leggere!
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DIECI CALEND-BUGIE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2023 @ 2:58 pmOggi Il Fatto Quotidiano ha pubblicato gli stralci del nuovo libro di Carlo Calenda. Ovviamente parole di fuoco sono indirizzate a Matteo Renzi. Renzi non ha voluto replicare e non riaprirò qui la discussione politica. Mi limito ad elencare le dieci falsità più evidenti contenute nel libro lasciando al senatore Calenda – se lo vorrà – la possibilità di rispondere alle domande finali.
Falsità numero 1. Sostiene Calenda che “a casa di Daniela Santanché si svolge una cena che vede come commensali La Russa e Renzi pochi giorni prima della votazione che porterà il primo a diventare presidente del Senato”. L’unica cena tra i tre risulta essere a Cortina il 29 dicembre 2022, in un incontro conviviale aperto anche ad altri durante una delle tante serate ampezzane. L’elezione di La Russa avviene a ottobre del 2022, due mesi prima di questa cena. E prima dell’elezione non c’è nessuna cena o pranzo o incontro dei tre. Perché Calenda ha interesse a mentire su questo punto?
Falsità numero 2. Calenda sostiene che in virtù dell’accordo di quella cena (che non c’è mai stata), La Russa riceve più voti del previsto. E che tutto sia stato fatto “per portare Maria Elena Boschi alla presidenza della Vigilanza Rai, in cambio dei suoi voti in favore di La Russa alla presidenza del Senato”. Come è noto, fin dal primo giorno era chiaro a tutti gli addetti ai lavori che Fratelli d’Italia aveva garantito al PD la guida del Copasir e ai Cinque Stelle (divisi tra Ricciardi e Florida) la guida della Vigilanza. L’autore materiale dell’accordo era stato il ministro Lollobrigida a ciò incaricato dalla Meloni. Calenda omette di ricordare le sue frasi di allora: “Su Renzi non ho dubbi: non ha votato La Russa.” E ancora: ““Noi abbiamo votato bianca. Diciannove voti a La Russa, noi non li abbiamo. Sono stati o i 5 stelle o il Partito democratico. Non avremmo pensato ad una possibile mossa del cavallo”.
Calenda chiede a Renzi di trattare a nome del Terzo Polo. L’unica presidenza di commissione che viene assegnata al Terzo Polo è affidata – su proposta di Renzi – al deputato di Azione Enrico Costa.
Falsità numero 3. “I senatori renziani restano nella cabina elettorale del Senato molto più tempo di quello necessario”. L’argomento è affascinante al punto che alcune trasmissioni hanno fatto il VAR riprendendo la durata della pausa nella cabina, cronometro alla mano. Renzi sta nella cabina per cinque secondi mezzo secondo in più di Calenda e comunque due secondi in meno di altri senatori di Azione. Ci sono senatori che stanno oltre i dieci secondi, a cominciare da Anna Rossomando del PD e Stefano Patuanelli dei Cinque Stelle. E del resto se anche si volesse credere che tutti e cinque i senatori di IV abbiano votato per La Russa rimangono altri tredici voti che il presidente riceve in più del previsto. Persino il Var smentisce il leader pariolino.
Falsità numero 4. “Gli ultimi giorni del Terzo Polo sono segnati dall’ennesimo conflitto sul tema dell’appropriatezza dei comportamenti”. Il riferimento è alla richiesta di dimissioni di Daniela Santanchè: “Su questo avviene l’ennesima frattura con Italia Viva”. A differenza di ciò che scrive Calenda gli ultimi giorni del Terzo Polo sono ad aprile 2023, mentre la vicenda Santanché esplode nell’estate dello stesso anno. E come se non bastasse i senatori di Italia Viva e Azione votano esattamente allo stesso modo sulla mozione di sfiducia.
Falsità numero 5. Renzi “ha rimosso di fatto prima e formalmente poi Ettore Rosato e Elena Bonetti dai ruoli apicali in Italia Viva e nella federazione del Terzo Polo”. Qui siamo all’avanspettacolo. Renzi ha indicato Bonetti come vicepresidente del Terzo Polo in rappresentanza di Italia Viva e ha chiesto ai due presidenti, Rosato e Bellanova, di partecipare alla Federazione del Terzo Polo lasciando di conseguenza allo stesso Renzi la presidenza. Questa decisione è stata approvata dall’Assemblea Nazionale di Italia Viva il 4 dicembre del 2022. Elena Bonetti non aveva alcun ruolo apicale nel partito: era una professoressa associata di matematica che Renzi aveva proposto come Ministra nel 2019 nel Conte2 ed era stata proposta da Renzi alla guida del Terzo Polo con Calenda dopo essere stata candidata da Renzi in un triplo collegio blindato in Veneto. La rimozione di Bonetti, Rosato e di tutta la Federazione del Terzo Polo non la fa Renzi, ma direttamente Calenda quando comunica all’ANSA che l’esperienza del Terzo Polo è finita pur avendo un mandato delle assemblee nazionali impegnato i due partiti a proseguire insieme con una federazione.
Falsità numero 6. Renzi inizia “Un massiccio bombardamento del quartier generale” per boicottare ogni ulteriore passo avanti verso il partito unico. In realtà Calenda non perdeva occasione pubblica per ringraziare Renzi del passo indietro. Quanto al partito unico, le assemblee dei due partiti avevano deciso di arrivare con la Federazione alle Europee e poi fare il partito unico. Dopo le sconfitte alle regionali Calenda aveva deciso di accelerare. L’unica condizione che Italia Viva aveva preteso era che si facesse un congresso democratico dal basso in cui chiunque volesse, potesse candidarsi. Non sarà che a un certo punto Calenda ha avuto paura di perdere il congresso?
Falsità numero 7. Renzi voleva entrare in maggioranza e possibilmente nel Governo. Nel libro Calenda scrive che Renzi racconta “a qualsiasi giornalista, politico e imprenditore, disposto ad ascoltarlo” che lui vuole diventare ministro della Meloni. Vabbè, dai. Come rispondi a una follia del genere? Ma secondo voi Calenda crede davvero alle cose che scrive?
Falsità numero 8. Renzi fa accordi di potere con chi vince le elezioni. Effettivamente nella scorsa legislatura tutti si ricordano come Renzi abbia fatto accordo con chi ha vinto le elezioni: prima Salvini e poi Conte. Quando il vincitore delle Europee (e delle politiche) Matteo Salvini nel 2019 tenta il blitz dei pieni poteri Renzi lo sfida e lo rimanda al Papeete. E quando c’è da fare la battaglia in solitaria contro il Movimento Cinque Stelle di Conte per portare Draghi Renzi rinuncia ai ministeri per IV. E al ministero che gli era stato offerto. Rimane invece il dubbio: ma non è che Calenda ha cercato di entrare nel Governo Draghi, senza peraltro riuscirvi?
Falsità numero 9. La nomina di Renzi a direttore editoriale del Riformista è per Calenda un conflitto d’interessi senza precedenti mondiali. Senza risalire al Barone Ricasoli fondatore de La Nazione e senza parlare di Veltroni direttore de L’Unità o Mattarella direttore de Il Popolo può forse bastare il messaggio che Calenda diede ai microfoni di Repubblica.it il giorno della ufficializzazione della nomina: “Renzi sarà molto bravo a fare questo lavoro. Lui ha delle attività di natura di business e culturale e entro questi sarà anche il direttore del Riformista. Sta facendo altre cose insieme alla politica. Mi ha chiamato per dirmelo. E se rilancia un giornale sono contento. Dopodichè non è il giornale del Terzo Polo e non rappresenterà la linea del Terzo Polo”. Allora il conflitto di interessi non c’era. O forse Calenda aveva cambiato idea. Cambiare idea: a Calenda talvolta capita.
Falsità numero 10. Quando Calenda rompe il Terzo Polo lo fa con un post dal vago sapore giustizialista dove rinfaccia a Renzi gli avvisi di garanzia e a Più Europa il finanziamento da Soros. Nel libro gentilmente anticipato a Il Fatto Quotidiano non v’è traccia di questa sbandata populista dell’uomo che – sconfitto alle elezioni – fu chiamato da Renzi a fare l’Ambasciatore e il Ministro. Eppure secondo molti questa fu la vera causa della rottura visto che Calenda talvolta usa concetti che starebbero meglio nella bocca di Travaglio o Di Battista.
Sullo scioglimento dei partiti d’origine, sui soldi, sul conflitto di interesse, sulla candidatura al congresso, sul fatto di organizzare la Leopolda Calenda ha spesso detto il falso nei mesi scorsi. Il sito www.italiaviva.it contiene in una sezione a parte le dichiarazioni di Calenda e le repliche puntuali di IV: perché Carlo Calenda non utilizza Il Riformista (su cui tante volte è stato invitato a scrivere, invano) e non risponde alle dieci falsità?
Dieci domande. La cena dalla Santanchè, la presidenza della commissione (per Costa, non per la Boschi), l’elezione di La Russa, la sfiducia a Santanché, la rottura del Terzo Polo, il congresso dal basso, Renzi ministro della Meloni (se uno riesce a dirlo senza ridere), la lotta di IV contro Salvini al Papeete e Conte per Draghi, Il Riformista, i post giustizialisti.
Nel frattempo complimenti per il titolo del libro. Il Patto. Calenda sui patti è un esperto. Patto con Enrico Letta. Patto con Emma Bonino. Patto con Matteo Renzi. Ora patto con Cateno De Luca. Chissà che cosa si inventerà quando romperà anche con Cateno, che un tempo definiva “Buffone maleducato”. E Cateno De Luca rispondeva con la consueta eleganza e signorilità: “La differenza tra me e Carlo Calenda? Io ho i calli nelle mani, lui li ha nel culo per le tante poltrone che ha avuto in regalo soprattutto da Matteo Renzi: prima Ambasciatore, poi Ministro e per ultimo il seggio in Parlamento. È un “culurinisciutu” con la sindrome del più bello del reame. Calenda è sbarellato perché ho continuato a dire no all’accordo con lui per uccidere Matteo Renzi. Curati e smetti di attribuire patenti agli altri”.
(da iL Riformista)
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DOMENICA 10 DICEMBRE 2023
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2023 @ 5:07 pmComments Closed
IMPROVVISAMENTE UN … BOATO!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Dicembre, 2023 @ 2:21 pmNo, raga, non un’esplosione, ma Matteo Boato, il famoso pittore, creatore di “esplosioni di arte di vita a colori”!
Avevamo appuntamento al Bar Dorian Gray, perchè Matteo voleva donarmi i suoi cataloghi – “AQUA” e “VIAGGI” – con tanto di dedica, nelle cui pagine interne ha inserito una favola per “bambini grandi”, in italiano e in inglese!
Improvvisamente un … no, non un boato, ma un gridolio di sorpresa e di gioia: la cameriera La Otti (così su un bigliettino mi ha scritto di chiamarsi): “Ma lei … lei è Matteo Boato?”.
Sorride, si avvicina, la invitiamo a sedersi. Ci dice che a casa contraddistingue le scatole nelle quali ripone i vestiti incollandovi ritagli delle riproduzioni delle opere di Matteo!
Entusiasta!
Credo di aver capito che espone anche lei: quadri? Disegni? Altro? Mi è sfuggito. Mi dirà quando leggerà queste mie righe ed io le chiederò l’amicizia FB.
Bella (la ragazza e) un’occasione così casuale: prometto ad entrambi un post su FB, ed eccomi qui.
Insomma: ieri sera musica (v. qualche post fa) e questa sera pittura: d’altra parte Matteo è stato ospite dell’Accademia delle Muse presieduta da Cristina Endrizzi (dove ha fatto amicizia con il nostro pittore di “falsi di autore”, Giovanni Soncini, ingegnere anche lui, come Matteo) e chi ha partecipato almeno una volta è subito nostro associato!
Matteo è un pittore-scultore di quadri plastici quanto a creatività, colori, forma e rilievi e … dimenticavo: il pittore Matteo oltre che ingegnere è anche diplomato al conservatorio musicale. Solo questo.
Come si ispira? Anche con un viaggio fotografico di 10 giorni nell’Africa del sud, devo intendere.
Grazie della tua amicizia e del bel dono dei due cataloghi, Matteo!
P.S.: Matteo, i tuoi cataloghi sono essi stessi opere d’arte! Come tali fanno bella mostra sul tavolino della mia sala, che li possano ammirare e consultare tutti i miei ospiti!
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08,30-10,30: IN GITA A COLLE PERGINE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Dicembre, 2023 @ 12:39 pm“Colle” perchè qui a Pergine Val dei Mocheni (che tutti sbagliano valle nel chiamarlo Valsugana) si scavalca la confluenza di due salite: quella che proviene dalla Valle dell’Adige e quella che arriva da Borgo quello sì Valsugana! Quindi, per noi ciclisti, è un “colle”!
Appuntamento al Villa Rosa per la 5° dose di vaccino anti Covid. Otimo tutto: il parcheggio; il grande spazio interno a disposizione; il sistema di prenotazione a scaglioni che evita code; la dottoressa che poi è genovese come me che abbiamo attaccato discorso subito che io le ho detto che sono sandoriano che però lei non mi ha detto per quale delle due squadre genovesi tiene che poi fa lo stesso anche perchè lei sorrideva gradevolmente.
Subito dopo, sosta al Bar del Teatro per un caffè con mezza brioche a testa che io non lo faccio per risparmiare visto che sono genovese ma che così mia moglie ed io ci esponiamo di meno alla grassite.Fine della gita.
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