RESTART, IERI SERA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Maggio, 2017 @ 4:49 amDetto altrimenti: Associazione Culturale RESTART TRENTINOÂ Â Â Â (post 2724)
RESTART, RIPARTENZA; TO RESTART/RESTARTING, RIPARTIRE … da dove? Da quello che abbiamo, da quello che è “restato” dal passato, dalla vita precedente, dalle inerzie precedenti, nostre o altrui che possano essere (il che comunque è pur sempre una buona base di ripartenza, non ci lamentiamo!). Ma … ripartire verso dove? Verso il luogo del CAMBIAMENTO, della LIBERTA’, del CORAGGIO.
Il cambiamento. Panta rei, tutto scorre … affermava il filosofo Eraclito già “qualche anno fa” … tutto si evolve. Il cambiamento non è una scelta: è un modo imprescindibile dell’essere. Guai abbandonarsi alle “abitudini durature quasi permanenti”: ci si troverebbe “fuori dal tempo e dai tempi”.
La libertà . Già , bisogna potersi esprimere, occorre avere la “libertà di cambiare”, in questo talvolta ostacolati da chi professa il quieta non movère e il tacere e sopire, sopire e tacere: tutto ciò in difesa del suo status quo ante, della sua posizione acquisita, del suo fermi tutti (gli altri) che ghe pensi mi. E la prima libertà da conquistare è quella del pensiero, del pensiero di ognuno, prezioso come la più rara gemma al mondo, visto che ognuno di noi sulla terra è un quid di unico, di irripetibile e quindi di prezioso.
Il coraggio. Eh già … ci vuole anche questo per accettare di misurarsi con l’immobilismo del passato-presente e ancor di più con il futuro, con il nuovo, con una scommessa, con la dichiarazione del proprio obiettivo, con un progetto dichiarato (infatti il rischio esiste: e se poi non ce la faccio che figura faccio?).
Questi i tre “fondamentali” di RESTART. In questa sede mi piace aggiungerne un quarto: la passione non nel senso di “sofferenza” bensì nel senso di entusiasmo.
La passione, l’amore per ciò in cui si crede … ieri sera ognuno si è potuto esprimere, Già … “ognunoâ€. Ognuno di noi – come dicevo poc’anzi – è un irripetibile concentrato di sentimenti, idee, desideri, voglia di libertà , di esserci in prima persona.
L’evento si è svolto al Palazzo delle Albere, in Trento. Eravamo oltre ottanta “fissi” oltre gli intervenuti “a rotazione”: quattro laboratori (hi tec; turismo; agricoltura; welfare); altre “centrali del pensieroâ€: i progetti (Progetto Tonale); la consulenza; l’angolo incontro idee-imprese; l’angolo video; quello mica poi tanto angolo dell’ottimo  buffet, apprezzatissimo.
Ognuno allo stesso tempo irripetibile parte di un tutto. Un tutto che vuol far ripartire il pensiero dalla gente, non più vieni qui che ti dico cosa devi pensare e cosa devi fare. Inoltre, un’immediatezza di sintonie tale che mi ha fatto venite in mente un’orchestra classica: ogni suonatore la una individualità , il risultato è una armonia “collettivaâ€. Ragazzi o quasi poco di più, intraprese di vita e di lavoro, il desiderio ed il piacere di comunicare se stessi agli altri e di ascoltare l’Altro: si sta creando la “Comunità Restartâ€.
Un simbolo della “ripartenza”, uno per tutti: Lucia Bruni (Bologna, laurea in Culture e Diritti Umani e in Relazioni Internazionali, specializzazione in Mediazione con i Balcani, Master in Economia della Cooperazione), che partirà in bicicletta da Roma alla volta di Bruxelles per celebrare i 60 anni dell’UE e contribuire in tal modo a far “ripartire” il processo di riunificazione europea (nella tratta trentina sarà accompagnata da FIAB Trento). Questa e molte altre “ripartenze” … come quella di Matteo Boato, già ingegnere e insegnante di chitarra classica, ora pittore; o quella di giovani ingegneri albanesi che stanno aprendo una piccola catena di laboratori hi tec; o quella di un architetto, Giovanni Toldo, ora anche uomo marketing e guida turistica; la prima e unica Srl sociale Le formichine;  etc.. Ripartenza del lavoro, del pensiero libero, dell’iniziativa individuale, della politica.  Chi ne vuol sapere di più … qui sul blog oppure su fb. Oppure telefonandomi o scrivendomi.
Un’opportunità segnalata da RESTART: lavoro per gli under 40:
Grazie a tutte e a tutti (Donatella, Roberto, Viviana, Maria Teresa …) gli “artefici artificieri” di questi fuochi di artificio che illuminano il buio della piattezza del quieta non movere e … grazie, Restart!
Firmato il vostro blogger Riccardo, Presidente di Restart.
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INCONTRI – GLORIA ZENI 2, ARTISTA DELLA MATERIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Maggio, 2017 @ 5:10 amDetto altrimenti: a seguito dei post “Incontro†del 18 marzo 2016, n. 2317   e  del post 10 gennaio 2017 (“Accademia delle Muse”)                    (post 2723)
E’ la prima volta che dedico due “Incontri†alla stessa persona, ma sono stato incuriosito da due fatti: il viaggio-studio che l’interessata e le sue allieve hanno compiuto in Boemia, per vedere come nascono I famosi cristalli; la sua mostra nel bosco a Spormaggiore.
E ricominciamo dall’ ….â€inizioâ€: Gloria, nata a ….? Studiata†a …?
Sono nata a Trento il 29 del 9 del 1958. Ho frequentato prima l’Istituto d’Arte a Trento e poi l’Accademia di Belle Arti di Bologna, sotto la guida di Concetto Pozzati. Ora insegno Arti Figurative all’Istituto delle Arti  “A. Vittoria” di Trento.
La tua attuale produzione artistica
Nel mio laboratorio faccio nascere opere pittoriche e in vetro con tecniche che spaziano dal mosaico alla fusione del vetro, molatura e casting. Personalmente ha esposto in diverse mostre collettive e individuali e realizzato scenografie per enti e privati in provincia di Trento e in Italia.
La creatività della Zeni si manifesta anche nell’ambito del vivere quotidiano, in oggetti d’uso. Segno e colore diventano protagonisti frantumandosi nelle mille rifrangenze del vetro. L’identificazione prima con la materia scelta dà i risultati quando l’artista si libera dal disegno e dalla rappresentazione, ricicla materiale povero, pezzi di vetro levigati dall’acqua e dal vento, precedenti scarti di lavorazione, frammenti votati alla morte che ridiventano parte essenziale dell’intero. La forma coincide allora con l’illimitato al quale la vita aspira.( Nicola Loizzo)
Lei ama definirsi “artista accattona†a me piace considerarla artista “maga†pensando a quelle figure femminili dotate di straordinario potere creativo che ricorrono nelle tradizioni popolari: donne che conoscono i segreti della natura, e li utilizzano a fini rigenerativi. Di ciascun oggetto raccolto Gloria sa valorizza le tracce lasciate dallo scorrere del tempo, le forme curiose plasmate dalla natura, che non cancella ma integra nel suo processo creativo per un risultato finale che è appunto sintesi del lavoro del tempo e dell’intervento dell’artista.( Manuela Cescatti)
Gloria, ma .. l’arte … è una malattia di famiglia?
Ho due figlie: Martina e Michela Dal Brollo. Entrambe hanno studiato nel campo dell’arte, senza che io abbia spinto in tal senso, forse da sempre hanno respirato questa aria. Martina ha frequentato l’Istituto d’arte prima e poi la Facoltà di Belle arti a Barcellona ora si trova in Cina a Pechino come insegnante in una scuola d’arte per bambini. Michela prima la scuola d’arte e ora sta frequentando l’Accademia di Belle arti ad Anversa. Tutte e due hanno già esposto in mostre collettive e individuali le loro opere.
Come mai risiedi a Spormaggiore?
Mi sono trasferita da due anni a Spormaggiore, paese natale di mio padre (v. post citato e il suo libro: “Patrum domus revirescit” (cfr. post citato, n.d.r.) . Inizialmente pensavo fosse un disagio, poi ho scoperto che qui ci sono le mie radici e mi sento a casa, questo è il mio rifugio Il paesaggio attorno mi da calore. Svegliarsi la mattina e poter girare lo sguardo dal Piz Galin (Dolomiti del Brenta) …
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… fino alle cime innevate delle Maddalene mi riempie e mi esalta“Poi si ritorna e basta poco per ritrovarsi, un odore che si intrufola nelle narici, un rumore noto, un passo scricchiolante tra le foglie, il vento nei capelli, il sapore consolante e protettivo di casa. Il ritorno solido e aspro tra le montagne, le mie montagne e i miei sentieri sempre lì,  sempre diversi nel susseguirsi delle stagioni e delle ore. Tra verdi di muschio e rossi di foglie, sdraiata mi incanto di blu struggenti, dove rami dalle punte luminescenti si protendono verso l’impossibile†… questo è un passaggio del mio libro del quale hai parlato nel post del 18 marzo 2016 n. 2317.
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Non potendo per natura star ferma ho trasferito qui anche il mio laboratorio. Con le varie macchine per la lavorazione del vetro. La macchina per molare e il forno per la fusione del vetro. Non mancano le attrezzature per il mosaico, un banchetto da orafo e tutto per la pittura. Inoltre legni sassi e altro raccolto nelle mie passeggiate in montagna che mi servono come ispirazione per futuri lavori. Il laboratorio mi serve anche come deposito di tutte le opere mie e delle mie figlie. Spero che in seguito mi dia l’opportunità di vendere qualche lavoro se non altro per recuperare almeno le spese dei materiali. (Il libro qui a fianco è stato presentato, fra l’altro, all’Accademie delle Muse, cfr. post del 10 gennaio 2017 “Accademia delle Muse”).
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Gloria … nel bosco? Dimmi un po’ …
Si, quella che ti ho mostrato l’altro giorno … si tratta di una mostra itinerante permanente denominata: “Di ramo in ramoâ€: opere e installazioni naturali lungo il sentiero che dal Parco Faunistico di Spormaggiore arriva al Castel Bel Fort, allestimento di un percorso artistico nel bosco di Spormaggiore. Progetto delle Biblioteche della Paganella referenti Graziano Cosner, Sandro Osti.  l’Amministrazione comunale di Spormaggiore e la Società Parco Faunistico di Spormaggiore, dalla Fondazione Caritro. Questo progetto si propone di prolungare e collegare il percorso che dal paese di Spormaggiore e in particolare dal museo “la casa dell’orso†dedicato all’orso bruno, animale simbolo del Parco Naturale Adamello Brenta, passa per il Parco Faunistico, per terminare nel luogo storico dove è situato Castel Bel Fort. In questo contesto si intende arricchire il percorso con installazioni artistiche che evidenzino il rapporto tra la natura e l’ambiente che circonda l’uomo.
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Cercando di ritrovare quel sottile equilibrio in cui uomo e natura interagiscono, senza che l’uno predomini sull’altra. Le opere sono state realizzate con elementi naturali che sottoposti all’usura del tempo e ai ritmi della natura si modificheranno e diventeranno un tutt’uno con l’ambiente circostante. Il percorso itinerante si svilupperà in più fasi: prima installazione eseguita da un gruppo di artisti da realizzarsi entro la fine dell’anno 2016. Opere realizzate dagli studenti dell’Istituto delle Arti A. Vittoria di Trento, progetto da realizzarsi entro l’anno scolastico 2016/17. Componenti Progetto: io stessa; altri contributi: Claudio Cestarolli, Marco Cestarolli, Laura Cestarolli, Mauro Zeni. Collaboratore per allestimento: Silvano Zeni. Mappa percorso: Martina dal Brollo.
Progetti futuri
Per il futuro mi basta avere occhi per cogliere ciò che ogni giorno mi viene offerto, voglio avere sempre la capacità di meravigliarmi e di estasiarmi davanti alla magia della vita e tradurre attraverso il “fare”. “Fare” come piccolo omaggio e tributo e perché solo attraverso il “fare” mi sento appagata.
 E … che mi dici del vostro viaggio in Boemia?
Si tratta del gemellaggio dell’istituto delle arti di Trento e Rovereto (organizzato dal dirigente Roberto Pennazzato, Antonio Bari, Cristina Gerola, Maria Grazia Brunelli, Manuela Cescatti. E dalla sottoscritta) con la scuola superiore di specializzazione del vetro di TÅ™eboň e la scuola superiore statale di specializzazione ceramica di BechynÄ›, nella Boemia meridionale, dal 02.04.2017 al 09.04.2017. Organizzatori del gemellaggio: Dirigente Roberto Pennazzato, Antonio Bari, Gloria Zeni, Cristina Gerola, Maria Grazia Brunelli, Manuela Cescatti.
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Il gemellaggio della nostra scuola in Repubblica Ceca è un’esperienza e una collaborazione ormai consolidata negli anni. Questa splendida attività negli anni scorsi ci ha dato l’opportunità di maturare una grande amicizia sia con i colleghi che tra gli studenti delle rispettive scuole. Si sono inoltre approfondite conoscenze, tecniche e scambi culturali che hanno arricchito sicuramente le realtà di entrambe i paesi. Un incontro positivo sia per noi insegnanti che per gli studenti, un occasione di socializzazione e, perché no, di adattamento.
L’accoglienza che ci è stata riservata è stata ineccepibile. Gli operatori scolastici, e le persone incontrate per caso sono state squisitamente gentili cercando sempre di venire incontro alle nostre difficoltà anche prevenendole. La lingua più usata in Boemia oltre quella locale è il tedesco e un po’ di inglese. Nella nostra esperienza avuta con entrambe le scuole boeme interessate all’iniziativa, abbiamo constatato che il lavoro degli insegnati non è unicamente quello di accompagnare gli studenti durante il corso di laboratorio, ma di condividere con gli stessi le aspettative, a volte inattese, nelle realizzazioni degli oggetti progettati con il valore aggiunto dell’esperienza relazionale in un contesto diverso da quello territoriale tradizionale.
Nella Scuola di Ceramica di Bechyne e la Scuola del Vetro di Třeboň, situate nella Regione della Boemia Meridionale appartenente alla Repubblica Ceca, i nostri studenti hanno potuto approfondire le tecniche tipiche della tradizione Boema (laboratori di molatura e incisione, laboratori di pittura e decorazione del vetro, laboratori di tornitura e pittura su ceramica.)
Nelle due cittadine abbiamo avuto l’opportunità di godere dell’atmosfera intima e particolare dei paesaggi, della tranquillità e della bellezza delle architetture tipiche locali. Le cittadine che ospitano le due scuole sono in una zona tutelata sia paesaggisticamente che dal punto di vista idrogeologico, con laghetti, canali, dighe dove l’allevamento di carpe è prevalente. Offrono anche momenti ludici: terme, passeggiate nei parchi, visita a locali tipici.
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Molto importante per noi Docenti è stato poter ricambiare l’ospitalità ricevuta nella settimana che studenti e professori Boemi hanno trascorso in Trentino. Ci siamo attivati per organizzare un programma che potesse soddisfare le loro attese sia nei laboratori scolastici che in visite guidate per ammirare le bellezze culturali e paesaggistiche del nostro territorio. Nei laboratori scolastici hanno frequentato corsi laboratoriali nel dip. di Design del Gioiello, nel dip. di Arti Figurative laboratori di stampa e mosaico, nel dip. Multimedia e nel lab. di Plastica. In questo percorso sono sempre stati seguiti dai docenti della scuola e dai nostri studenti.
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In conclusione questo gemellaggio rimarrà sicuramente nel cuore dei ragazzi e anche nel nostro di insegnanti, crediamo che esperienze di questo tipo abbiano una grossa valenza per un apprendimento diretto e costruttivo nonché per iniziare una dialettica con altre popolazioni che è premessa ad un futuro europeo delle relazioni interpersonali.
Grazie, Gloria, per essere stata disposta a questa intervista e complimenti per la tua, la vostra attività .
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ACCADEMIA DELLE MUSE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Maggio, 2017 @ 8:20 amDetto altrimenti: serata di lunedì 8 maggio 2017                                 (post 2722)
Accademici delle Muse? Se non ci conoscete, leggeteci sul blog. Nella nostra sede consueta, la bella casa della nostra Presidente Cristina:
Prima parte della serata
il Gruppo vocale e strumentale (fisarmonica, chitarra) composto da Claudia, Silva, Miriam, Marzia, Barbara ed Ermanno hanno eseguito canzoni “di ieriâ€:
Zum zum zum / Un bacio a mezzanotte / Tintarella di luna / Samarcanda / Mamma mia / Peter pan / Rosso relativo / Ti vorrei sollevare / Il cielo d’Irlanda / Quella carezza della sera / Country Roads, Take me home / A la nanita nana / Fratello sole, sorella luna / Seven Bridges Road / Lollipop. E, quale bis, la spiritosa Me fratelo Giacometo.
Inizio di serata leggero, distensivo e divertente … un giovane gruppo autodidatta che merita ogni migliore attenzione: mi sono proposto di dedicare loro un post ad hoc della serie “Incontriâ€.
Angolo delle anteprime “accademiche” (aperte a tutti, accademici e non)
Martedì 9 maggio 201 ore 16,00, RSA S. Bartolomeo: Maria Teresa e Cristina presentano i libri di Nadia Ioriatti “Io tinta di ariaâ€, “Aria che allenta i nodiâ€.
Giovedì 11 maggio 2017 dalle ore 18,00, Palazzo delle Albere: l’Associazione Culturale Restart Trentino (presidente il vostro blogger Riccardo, GRAZIE se partecipate!) organizza il suo terzo evento: “Lavorare†il lavoro.
Sabato 13 maggio 2017 ore 21,00, Sala Sosat, Via Malpaga, 17 – Trento: Katharsis 2017 di Edoardo Bruni, Concerti di primavera. Concerto Jazz.
Lunedì 15 maggio 2017 ore 20,30, Sala del Consiglio Circoscrizionale, Via di Revçlta, 4 – Centro Civico, primo piano, Sopramonte: Tematiche di attualità del Monte Bondone con l’Accademico delle Muse  giornalista Luigi Sardi; l’antropologo Annibale Salsa; Domenico Fadanelli (Presidente Circoscrizione).
Martedì 16 maggio 2017 ore 17,30, Museo Storico Via T. Gar-Via Zanella: Daniela Sardi Dalrì presenta “La grande guerra raccontata dalle donne†; segue recital.
Domenica 21 maggio 2017 ore 09,45 con la Commissione Cultura di Villazzano: in visita a Maria Dolens e alla campana dei caduti in Rovereto (rivolgersi a Emanuela Merlo).
Domenica 21 maggio 2017 ore 10,00, Cappella Ecumenica Via Alfieri, 13: Alfonso Masi legge “Il Vangelo di Matteoâ€.
Mercoledì 24 maggio 2017 ore 15,45, Casa Protetta di Cadine: Cristina e Sergio in concerto.
26-28 maggio, Villazzano in festa, compresa una mostra delle opere di Giovanni Soncini.
Domenica 28 maggio 2017, Forte delle Benne di Levico: Alfonso Masi e altre voci in “Il Piave non mormoròâ€.
Sabato 10 giugno 2017 ore 21,00, Sala Sosat, Via Malpaga, 17, Trento: Katharsis 2017  di Edoardo Bruni, Concerti di primavera. Recital d’autore, Martin Muench, pianista e compositore.
Domenica 25 giugno 2017 ore 20,30, Teatro Valle dei Laghi, Vezzano: “A 30 anni non smetto†– Venti anni di musica e storie vissuti insulsamente.
Appuntamenti riservati ai soci dell’Accademia
Lunedì 5 giugno – Allievi del Conservatorio musicale di Riva del Garda, M° Ruzza – Marisa De Carli, Scorci di Trento.
Gita sociale: con Cristina si è orientati verso la Maremma Grossetana e il Parco dell’Uccellina.
Metà luglio: Festa di Mezz’Estate.
Intermezzo eno-gastronomico
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Ripresa dei “lavori†con la seconda parte della serata
La sorella di Cristina, Francesca Endrizzi con il marito Luca Zenatti, rispettivamente in ricordo dei propri padri Italo Endrizzi (n. 3 gennaio 1923) ed Albino Zenatti (n. 31 marzo 1923). Recuperati documenti originali, lettere, pagine di diario, foto di famiglia  e spezzoni dei film luce e di filmati d’epoca, la tragedia successiva all’8 settembre 1943, vissuta da due italiani combattenti su fronti opposti: partigiano Italo, Repubblicchino Albino. Due ragazzi di quasi 20 anni diventati uomini in brevissimo tempo:  idee e ideali diversi, ma stessa sofferenza, stessa umanità . Bellissima l’unione dei rispettivi figli e la loro comune commemorazione.
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PADRE FRANCESCO PATTON IN TERRASANTA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Maggio, 2017 @ 11:32 amDetto altrimenti: Custode di Terrasanta      (post 2721)
Ricevo e pubblico questo “postaltruiâ€.
Inizia
 Caro Riccardo, uno spunto per il tuo blog. Durante il viaggio in Terrasanta abbiamo incontrato il “Custode di Terra Santa” padre Francesco Patton, frate francescano trentino (è nato nel ’63 a Vigo Meano) che dirige la Custodia di Terra Santa. I Francescani sono in Terrasanta dai tempi di San Francesco e la Custodia è oggi una “Provincia” che comprende Palestina, Israele, Giordania, Siria, Libano, Egitto, Cipro e Rodi, con 300 religiosi e 50 luoghi santi da custodire (tra cui il Santo Sepolcro, in condominio con ortodossi greci e armeni; il Getsemani; il Sepolcro di Maria; il Cenacolo; il monte Tabor; il monte delle Beatitudini …). Il tutto in un contesto geo-politico che è quello del Medio Oriente di oggi.
Si tratta di una persona eccezionale, che parla dei problemi più spinosi con obiettività e serenità , che conduce un incredibile (visto il contesto) dialogo interreligioso con Ortodossi, Armeni, Copti ed anche con i Musulmani, che si rapporta con le autorità civili israeliane e palestinesi, che promuove iniziative comuni con università , scuole, governi, che ancora oggi ha 15 confratelli in Siria che gestiscono luoghi santi ma fanno anche i parroci, nella Siria di oggi!
Questo personaggio ha una visione che non si limita all’attualità o alla storia recente, ma abbraccia otto secoli: infatti nel 2017 ricorrono gli ottocento anni dalla fondazione della sua “provincia”; e se gli chiedi se non teme di essere cacciato via, ti risponde che anche nel 1291 erano stati cacciati ma sono tornati nel 1322 e nell’intermezzo ci andavano da clandestini … e intanto lui dialoga! Sul monte Tabor c’è un negozietto di souvenir (sempre dei francescani) gestito da volontari trentini, che fanno un caffè squisito! Al Getsemani c’è un romitorio, dove si veglia e si prega, in mezzo ad ulivi più vecchi di 2000 anni, sempre gestito da francescani, ma qui i gestori sono un vicentino ed una pugliese … Se vuoi saperne di più va sul sito www.custodia.org.
Un abbraccio – Franco Perasso
Finisce
Grazie Franco!
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TRENTO FIAB, FIABA A PEDALI (A BORGHETTO ALL’ADIGE)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Maggio, 2017 @ 8:07 pmDetto altrimenti: … alla Festa della Bicicletta, a incontrare i colleghi Fiabbini di Valpolicella (post 2720)
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Trento-Borghetto, 55 km di ciclabile. Ieri pioveva. Si va? Per oggi previsione no pioggia. Si va. Come mai Fiab Trento è diventata “amica†di Borghetto? Cliccate, navigate fra i miei post su www.trentoblog.it/riccardolucatti, e lo scoprirete. Per chi preferisce leggere qui direttamente: “2015. Tre Fiabbini tra cui io stesso arrivano a Borghetto. Fame. Ristoranti chiusi. Quelli che poi sono diventati i nostri amici della Proloco, ci salvano con una pastasciuttata regale”. Da qui, una consuetudine di visite, fra cui la nostra partecipazione alla Festa della Bicicletta dei Fiabbini di Valpolicella. Così è stato per il 2016. Così è stato oggi, così sarà per il 2018.
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2017. Oggi, trentatrè Trentini … no, non trentatrè … solo 26 ma va bene, va bene lo stesso … visto il tempo che avrebbe potuto bagnarci e invece no, non l’ha fatto. Io ero capogita, il che significa vai più veloce anzi pedala più piano … capogita … inchiodato in testa alla colonna, maccome faccio ad accelerare, fermarmi, scattare foro, riprendere il gruppo? Niente foto quindi oggi, se non quelle del pranzo a Borghetto, metà in piazza, metà nella sala della Proloco.
A Borghetto si pranza, grazie al lavoro del Presidente Proloco Adelio Amadori  e del suo staff, i discorsi dei sindaci, degli assessori, dei nostri due Presidenti Fiabbini Guglielmo Duman e Adriano Piacentini, la benedizione delle biciclette da parte del Parroco di Avio don Luigi Amadori, si apprende che per l’anno prossimo la ciclabile sarà realizzata fino a Domegliara, 75 km da Tn, altri 25 e siamo a Verona! Uaooo! Scambio di doni, gagliardetti, coppe dell’… Amicizia Fiabbina … brindisi con ottimi vini bianco e nero (il nero “più ottimoâ€), caffè nel Ristorante Al Porto andateci che non ve ne pentirete!
Manuela Demattè, la nostra Past President, ci ricorda il bicentenario della nascita della bicicletta:
Inizia da http://www.repubblica.it/venerdi/reportage/2016/12/26/news/bicicletta-154896069/
MANNHEIM. In un giovedì di fine primavera, il figlio del giudice di Baden uscì di casa con il peso dei suoi quattro nomi, un titolo di barone che non vedeva l’ora di ripudiare e un attrezzo di legno che fece ridere i passanti. Aveva due ruote, otto raggi, un sellino e l’ambizione di proporsi come alternativa al calesse. Il 12 giugno prossimo saranno passati duecent’anni dalla prima passeggiata e se questo 2017 nasce nel segno della bicicletta, bisogna tornare dove tutto cominciò, tra il Reno e il Neckar, a Mannheim, città che alle strade del suo centro urbano non ha dato nomi ma numeri e lettere. Karl Friedrich Christian Ludwig Freiherr Drais von Sauerbronn partì dal blocco M4, dove oggi sono disposte decine di uffici dentro cubi di mattoni rossi e bianchi, e dove allora, a poche centinaia di metri, aveva abitato la signorina Constanze Weber, andata in moglie a un ventunenne musicista di un certo talento, di nome Wolfgang e di cognome Mozart.
La bicicletta del signor Karl portava un timone al posto del manubrio, non aveva pedali e per la verità non aveva neanche un nome; lui la chiamò semplicemente per quel che era, Laufmaschine, una macchina per correre, e di corsa – piedi a terra – se ne andò per sette chilometri da Mannheim verso Schwetzingen, fuori città . Un tipo bizzarro questo Drais, così almeno è stato descritto per oltre un secolo e mezzo, uno che aveva lasciato il suo lavoro di guardia forestale per rinchiudersi anima e corpo in un magazzino, perdendosi dietro invenzioni e fantasie. Un estintore, un tritacarne, un periscopio. Finché sette anni fa, con una biografia più accurata, il fisico Hans-Erhard Lessing gli ha restituito tutti i meriti da visionario innovatore.
Eppure, l’uomo a cui venne la brillante idea morì in povertà , dopo aver scansato un tentato omicidio per le proprie idee democratiche. Finanche oggi, nella sua Mannheim, la memoria è soffocata dall’altro grande inventore locale, Carl Benz, l’ingegnere che nell’agosto del 1888 mise sua moglie Bertha alla guida del primo modello d’automobile, facendola viaggiare in compagnia dei figli Eugen e Richard da Mannheim a Pforzheim. Benz ha un monumento in città , Drais no.
La via lungo la quale viaggiò l’auto è segnata dai cartelli Memorial Route, la strada della bici non ne ha. Degli anni dei tentativi di Drais resta un capannone verde acido sperduto tra una coppia di alberi spennacchiati a Luzenberg, periferia nord della città , e come fosse una maledizione: di fronte a un’officina Mercedes. L’industria delle auto del resto dà lavoro in città a cinquemila dipendenti, Drais è un eretico che sbatte contro la religione dei 200 mila motori prodotti in un anno.
Finisce
Scrive Manuela: la mia personale osservazione è stata che la “draisina†è tornata prepotentemente alla ribalta eternandosi nelle biciclettine SENZA PEDALI con cui ora i bimbi imparano ad andare in bici, più efficacemente che con le rotelline !
E brava Manuela! Alla prossima Festa della Bicicletta 2018, dunque! E voi … che aspettate? Joint us, unitevi a noi: iscrivetevi alla Fiab!
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MUSICA A RIVA DEL GARDA: MIDORI KUHARA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Maggio, 2017 @ 6:03 amDetto altrimenti: ieri, 6 maggio 2017, al pianoforte per l’Associazione Amici della Musica          (post 2718)
Midori. Lei stessa fa parte del direttivo dell’Associazione, nata in Giappone, vincitrice di tutto ciò cui ha partecipato, insegnante di musica, sposata, marito italiano diplomato in pianoforte e composizione, laureato in sociologia, insegnante, due figli, vive in Val di Ledro.
Concerto preceduto dalla illuminante introduzione del Prof. Franco Ballardini, già direttore del Conservatorio rivano e presidente dell’Associazione organizzatrice. Oltre un’ora e mezza di concerto, ovviamente tutto a memoria. Mozart e Schumann. Mozart, 1756-1791; Schuman, 1810-1856. Cento anni fra la nascita del primo e la morte del secondo. Per 19 anni il mondo fu privo di entrambi.
In questi cent’anni la Musica cambia: classica con Mozart, romantica con Schuman.
Cambia anche lo strumento, il pianoforte, che si allontana dalle sue origini priomordiali (clavicembalo, fortepiano) e sempre più si avvicina allo strumento attuale.
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Mozart. Lo ascolti e ti accorgi che quell’ “Allegro maestoso (quasi drammatico) primo movimento della Sonata in la minore KV 310 lo conoscevi, solo che non sapevi che si chiamava così. Lo stesso vale per l’ “Adagio†secondo movimento della Fantasia in re minore KV 397. Figurarsi poi se non conoscevi l’ “Allegretto Alla Turcaâ€, terzo movimento della Sonata in la maggiore KV 331!
Schumann. Geistervariationen, Variazioni dei fantasmi in mi bemolle, Anh. F39. Schumann la compose due anni prima della morte, anni in cui, malato e ricoverato, nulla più scrisse. Egli stesso raccontava di essere stato ispirato in sogno (ecco il riferimento ai fantasmi) da Schubert e da Mendelssohn. A seguire Arabesque op. 18; Faschingsschwank aus Wien, op.26.
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Chopin, Improvviso-Fantasia: il bis non poteva mancare, come i meritatissimi, scroscianti applausi!
Una mia considerazione “tecnicaâ€: l’enorme capacità della mente del musicista di gestire a memoria una combinazione di milioni di variabili, ovvero l’intrecciarsi delle note, la loro velocità , intensità … ha dell’incredibile. Il risultato, per noi che ascoltiamo, è il “rapimento†in una dimensione oltre l’umano.
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Grazie Midori, grazie Associazione, grazie Conservatorio (che ci ospiti). Firmato: il vostro blogger, tesoriere di quella Associazione da 10 anni.
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INCONTRI: DONATELLA CONZATTI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Maggio, 2017 @ 9:27 pm Detto altrimenti: l’ “Incontro†precedente è tato con un uomo (Matteo Boato, 30 marzo, post 2684). Questo con una Donna                                     (post 2718)
Ho conosciuto Donatella per caso. Poi l’ho ascoltata in un convegno. Poi siamo diventati amici. Una Donna impegnata su più fronti: il sociale, il lavoro, la famiglia, la politica. Da ultimo promotrice dell’Associazione Culturale Restart Trentino, che i miei colleghi fondatori mi hanno chiamato a presiedere (ma in questa sede io sono solo un blogger: le domande sono autenticamente mie e le risposte autenticamente sue).Â
Inizia
Inizio con una domanda quadro: i diversi piani del nostro vivere: lavoro, famiglia, quali altri?
Mi piace pensare che viviamo facendoci ispirare da obiettivi immateriali, che per me come per l’Associazione RESTART Trentino, sono libertà , coraggio e cambiamento. La mia missione nella vita, in famiglia, sul lavoro, in politica è l’essere una testimone dei valori in cui credo di più.
Per una donna … è possibile districarsi fra tutti questi impegni al pari di un uomo?
Non vedo differenze tra uomini e donne nelle capacità , nell’intelligenza, nella determinazione. Se mai a carico delle donne vedo molti condizionamenti sia materiali che culturali. E sono questi condizionamenti che dobbiamo eliminare con la diffusione di una cultura paritaria e con l’offerta di servizi per la famiglia e per la realizzazione dei singoli.
I tuoi impegni per la parità di genere.
Sono cresciuta nella sicurezza che nella nostra democrazia, una donna possa essere apprezzata e valorizzata al pari di un uomo. Nel tempo ho visto che era una illusione. Oggettivamente non è così. E concretamente ho creato gruppi di lavoro e portato avanti azioni affinché ciò che è previsto in natura e nella nostra Costituzione – la parità tra uomo e donna – diventi una realtà quotidiana.
 Impegno politico: come è nato?
Il mio impegno in politica è nato grazie a quelle donne e uomini che prima di me hanno creduto nel valore della parità facendo modificare la Legge elettorale provinciale e introducendo le quote di genere in lista. Non mi avrebbero probabilmente chiesto di candidare, se non fosse “servita†una donna, e non sarei stata eletta. Ho iniziato il tutto con grande energia e credendoci fino in fondo.
Ritorniamo ai “pianiâ€: nella politica, piani alti o bassi?
Vedo tre piani: la politica ideale, la politica apparente e quella reale. Ideale quella dei valori fondamentali, dei progetti a medio lungo temine e delle diverse visioni del mondo. La politica apparente quella della comunicazione, dei quotidiani dei social, degli slogan e dei personaggi. E finalmente la politica reale quella che tiene conto degli uomini, dei loro limiti, della difficoltà a stare in gruppo ed a riconoscere le ragioni dell’altro. Quella degli egoismi e delle carriere, anche delle scorrettezze e quella delle cose da fare, delle conquiste e degli errori. Vedo anche una distinzione tra politica degli istituzionali (eletti) e politica dei militanti (i cittadini). E tra chi fa politica per carriera e chi la interpreta come missione. La politica è nella vita e quindi, come nelle cose della vita, bisogna far attenzione a distinguere il buono dal meno buono. E a scegliere (e votare) bene. Non si può non interessarsi delle cose della vita.
 La democrazia nella politica
Un tasto dolente. La politica apparente veicola il messaggio di congressi democraticamente condotti, di decisioni democraticamente assunte etc. Nella politica reale il far rispettare comportamenti democratici è invece troppo spesso una battaglia quotidiana e poco compresa da chi non è in prima linea. Chi osserva si limita a constatare: “litiganoâ€. Senza chiedersi il perché. Ma per cambiare le cose, migliorandole invece non si può far altro che prendere posizione e crederci nonostante tutto.
 Politica mestiere o spirito di servizio?
Senza dubbio alcuno: spirito di servizio nella politica militante e impegno a termine nelle Istituzioni. Due mandati ai vertici sono più che sufficienti per dare un contributo significativo e per non assuefarsi al potere consolidando lobby poco trasparenti. Vedo, come obiettivo, politici istituzionali che vengono da un lavoro con delle competenze da offrire, che danno tutto quello che possono e che poi serenamente ritornano alla loro vita. Vedo partiti che tornano ad essere laboratori di democrazia e confronto, che sanno scegliere chi supportare come proprio rappresentante nelle Istituzioni. Quindi vorrei un limite alla politica del solo consenso ed alla politica dei carrieristi a vita.
 I tuoi risultati alla guida dell’UPT
In UPT con la nostra Segreteria è nato un movimento politico innovativo, libero, civico, coraggioso. Che si è impegnato per valorizzare i talenti e per rimettere al centro le scelte democratiche degli Organi. Un movimento che oggi vive in Maggioranza libera UPT, in RESTART e nelle nostre battaglie. Un movimento che si è scontrato e che si confronta con i conservatori del potere, con chi vede nel cambiamento un pericolo per i propri “già dettiâ€, più che una necessità di evoluzione per una Comunità . Con chi non è concreto nell’affrontare i problemi nel merito ma tende a muoversi per convenienza. Un movimento che sta crescendo in libertà , coraggio e con idee per cambiare migliorando.
Perché non hai terminato il tuo mandato in Segreteria UPT?
Se guardo le mie ragioni, rispondo perché troppo innovativa e perché donna in un partito che nelle Istituzioni provinciali non ne ha mai eletta una. Se guardo ai miei limiti, per la troppo scarsa propensione a scendere a compromessi.Â
Rimpiangi quella modifica dello Statuto che ha consentito di cumulare ruoli?
Con il senno del poi rimpiango, e molto, la scelta di non ricandidare all’ultimo Congresso. Io e molti altri con me, non avremmo dovuto rinunciare a portare avanti le nostre ragioni in prima persona. Delegarle a chi non le sente con così tanta forza, non ha portato al raggiungimento degli obiettivi politici che avevamo condiviso.Â
Il cambiamento in politica e in ogni altro settore: se troppo frequente è negativo, ma ogni tanto fa bene?
Lo vedo come una goccia di curiosità , di sguardo divergente che deve costantemente essere presente nella giusta misura. Non deve essere una rivoluzione che sconvolge ma una evoluzione convinta, in idee ed interpreti.
Politica romana, sud tirolese e trentina, quali i rapporti e i reciproci condizionamenti?
Un filo rosso imprescindibile lega progetti politici e amministrativi dal locale al globale. L’Autonomia non si difende isolandola ma mettendola in relazione e confrontandola. Una Autonomia, che alla luce degli ultimi fatti, deve ripartire, recuperando il senso di sé: cittadini autonomi e valori forti di onestà prima di tutto intellettuale e di intraprendente laboriosità .
 Europa si/no?
Europa Si. Valorizzando le ragioni dello stare assieme in un mondo globalizzato e iracondo, rimettendo al centro i valori di chi l’ha fondata e che scelga di incamminarsi verso una dimensione più politica e di responsabilità collegiale. Una Europa che diventi veramente Europa.
 Futuro: la tua visione europea, statale, locale?
Vedo un mondo un po’ a pezzi, sia nel piccolo che nel grande e credo davvero che si debba ripartire dall’uomo. Dal ragionare sul sé, sullo stare assieme, sulle ragioni filosofiche e psicologiche più profonde. Senza la centralità ell’intelligenza e dell’umanità dell’uomo non ripartiamo ma ci autodistruggiamo.
 L’Iniziativa Restart
Restart è una rinascita che mette al centro l’uomo (donne e uomini), il talento, le doti migliori, i pensieri più costruttivi. Uno spazio esclusivo che esige per vivere e crescere di persone che sanno scegliere di fare del proprio meglio, nonostante tutto. L’11 maggio dalle 18 alle 22 al palazzo delle Albere di Trento, come III appuntamento, parleremo di come il talento singolare di cui ciascuno è dotato possa trasformarsi in un modo di lavorare e di dare un senso ai propri progetti. Giovedì, l’evento sarà una sorta di expo. Sarà davvero molto interessante.
 Programmi per l’immediato futuro e per quello non tanto immediato?
Continuerò a militare per creare un progetto politico che risponda ai valori in cui credo: libertà , coraggio e cambiamento. E poi parità , intraprendenza, cura (attenzione al contesto, approfondimento dei temi, delicatezza nei rapporti umani etc). L’Unione per il Trentino è il partito a cui abbiamo ridato vita negli ultimi anni e che mi auguro scelga di non privarsene. C’è poi il “progetto liberal†che sto coltivando in Direzione nazionale. C’è una generazione nuova da far emergere. Se ci sarà qualche impegno anche nelle Istituzioni ce lo dirà la storia. Ciò che non verrà meno è la mia missione, essere una entusiasta e a volte scomoda testimone, di libertà , coraggio e cambiamento.
Finisce
Al prossimo “Incontro”, dunque. Anticipo che sarà con altre due Donne: l’artista Gloria Zeni e l’imprenditrice Idea Agitu.
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METTERSI IN DISCUSSIONE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Maggio, 2017 @ 6:15 amDetto altrimenti: c’è chi lo fa e chi no ….. (Post 2717)
Il 2 maggio scorso pubblicavo “Il coraggio di cambiareâ€. Oggi – con il “mettersi in discussione†– proseguo sulla stessa traccia In altre parole, con l’essere disponibili a rivedere ed eventualmente a modificare le proprie idee. Il che fa sì che si possano rispettare anche le idee altrui. E fra le nostre idee e le altrui alla fine comprendiamo meglio il presente, un’epoca, la nostra.
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La nostra epoca, assolutamente di transizione nel senso che in parte sopravvivono le vecchie visioni e tradizioni del passato mentre quelle “nuove†non sono ancora abbastanza solide, diffuse, affermate. Che fare? Taluno (Mirella Carbone, Joachim Jung) ha scritto: “Abbiamo bruciato le navi: non possiamo fare ritorno al passato, ci resta che essere coraggiosiâ€. Ma … coraggiosi per andare dove? Verso quale prospettiva, se ogni prospettiva è “relativaâ€? Il relativismo, un bene o un male? Papa Ratzingher lo condannava (ma non quando, a capo della commissione che doveva redigere per il Papa d’allora il documento di scuse della Chiesa per i roghi del Medio Evo, scriveva che se l’opinione pubblica quei roghi in allora li aveva voluti, be’ … sì … di quelli non c’era di che scusarsi). Papa Francesco inverte la rotta: “Verità è relazioneâ€. Relazione, relatività , parole con la stessa radice.
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Passato, presente. Diversamente giovani, giovani. Noi della prima categoria citata tutto sommato viviamo di una certa qual rendita culturale e culturalmente ci contrapponiamo alle nuove culture del clicca e naviga. E ai giovani … ai giovani cosa insegnamo? Cosa diciamo? Insegnare? Nulla, per carità ! Nulla, semplicemente presentiamo loro i molti casi, le molte esperienze della nostra vita: starà ai giovani decidere se e come prenderle in considerazione. In particolare un insegnamento dovremmo evitare: quello di inviarli ad apprezzare e stimare tutti coloro che la pensano al loro stesso modo, anziché i sostenitori di idee diverse. Infatti, se la verità è relazione, essa emerge dal confronto e dalla relazione di idee diverse, non dall’autoreferenzialità di un’idea: né della nostra, né di quella altrui. Il premio Nobel (sepolto a Venezia) Josif Brodskij nella prefazione del suo libro “Il canto del pendolo†si rivolge a studenti, invitandoli a dubitare delle opinioni unanimi, delle folle osannanti, dei bilanci ben assestati, degli eserciti oceanici, se non altro perché entro i grandi numeri più facilmente può nascondersi il male.
Dice … ma a coloro che non si mettono in discussione, che dici, caro blogger? Che dico? Nulla, tanto sarebbe inutile.
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UN’ETIOPE IN TRENTINO E I NOSTRI NUOVI BARBARI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Maggio, 2017 @ 8:31 pmAPPRENDIAMO IERI, 29.12.20 CHE AGITU, 42 ANNI, E’ STATA UCCISA NELLA SUA CASA, CON COLPI ALLA TESTA. RIPRENDO I POST CHE LE AVEVO DEDICATO E MI AUGURO CHE I COLPEVOLI SIANO PRESTO ASSICURATI ALLA GIUSTIZIA
AGGIORNAMENTO 30.12.20: ARRESTATO IL COLPEVOLE, UN DIPENDENTE DEL GANA (AFFERMEREBBE PER MOTIVI ECONOMICI) – v. SUL MIO PROFILO FB LA SUCCESSIONE DEI POST E DEGLI EVENTI.
Detto altrimenti: pochi minuti sul terzo canale TV … (post 2716)
(POST DEL 4 MAGGIO 2017 RIPRESO NELL’AGOSTO 2018 – LEGGERE L’APPENDICE: http://www.ildolomiti.it/cronaca/2018/agitu-la-regina-delle-capre-felici-minacciata-di-morte-brutta-negra-io-ti-uccido
Inizia
Lettera ad un marziano? Una neo trasmissione strana anzi no. Ci sono capitato per caso. Lei, 38 anni, etiope, laureata a Trento in sociologia, torna in Etiopia, manifesta pacificamente contro il governo militare che svende enormi aree agricole alle multinazionali. Denunciata, ricercata, scappa e si rifugia in Italia nel 2010. Dalle “piramidi” alle Alpi …
Osservo: una delle cause delle emigrazioni per loro e immigrazioni per noi: le “nostre” multinazionali che vanno a depredare i loro territori. E poi ci lamentiamo …
Lavora come barista per cinque anni, parallelamente riesce a seguire un corso da formaggiaia in Francia e a mettere su una piccola impresa di allevamento capre “da formaggio” a Frassilongo (Valle dei Mocheni), si fidanza con il suo assistente Ettore Franzon (geometra). Come è stata accolta dalla popolazione locale? All’inizio con un “Non dura miga …”. Poi, dopo poco, con simpatia e approvazione (le sue caprette tengono puliti prati e boschi). Vacanze? Lei non ne fa da cinque anni, le caprette si, ogni anni: infatti in estate le porta in montagna, a 2000 metri, a piedi. In valle si muove in auto: una Panda vecchio modello “che puzza”. Orario di lavoro? Dalle 04,00 di mattina in poi, a letto alle 22,00. Il suo prodotto? Formaggio venduto a km zero. Una volta al mese circa riceve la visita di amici con i quali passa la sera. Cosa sottolinea? Che in un Paese si può arrivare anche per “dare”, non solo per “ricevere”. Cosa suggerisce? Di conservare al meglio il territorio per le prossime generazioni. Intervistata, risponde con un ottimo italiano; parla al suo cane in dialetto trentino; talvolta utilizza qualche espressione mocheno-tedesca, ma soprattutto sorride felice della sua vita. Felice lei e le sue caprette, circa 80, che conosce e chiama tutte per nome. Un rammarico? Quando deve sostituire i capretti maschi “vecchi” con altri più giovani e i “vecchi” vengono avviati al macello: “Se qualcuno li volesse … chessò, per tenere puliti i prati … io li regalerei volentieri”. Lei, un esempio per tutti noi.
Oggi giovedì. Dopodomani, sabato, andrò a Frassilongo: spero di riuscire ad incontrarla.
Ripresa. Oggi 6 maggio 2017 quel “dopodomani”. In auto vado da Trento a Pergine Valsugana … scusi, per Frassilongo … sempre diritto poi c’è il bivio … grazie. Vado. Intorno a me il deserto (di persone), qualche rara auto. Rarissimi i passanti. Quasi una caccia al tesoro, un po’ in macchina, un po’ a piedi. Faccio abbaiare diversi cani da guardia. Finalmente trovo la sua casa … ovviamente lei al lavoro. Lascio un biglietto nella bussola della posta e proseguo. Alla fine la trovo! La sua impresa in una casa immediatamente sovrastante il Filzerfof, Museo Mocheno. La prima cosa che vedo, il cane (lo riconosco, avendolo visto in TV). Poi la Panda (idem). Mi dico: dai, ce l’hai fatta!
Infatti ecco lei. Subito dopo il suo compagno Ettore. La approccio con un “Finalmente ti ho trovato!” Lei ovviamente non mi conosce, ma mi accoglie con un sorriso. Ottimo inizio. Spiego il motivo della mia “caccia al tesoro”: invitarli all’ Evento dell’Associazione Culturale Restart dell’11 maggio 2017 p.v. ad ore 18,00 presso il Palazzo delle Albere a Trento. Verranno, arriveranno alle 19,00! Molto very good! Le parlo anche del mio blog. Mi chiede se tratto anche dell’immigrazione. Risposta: si. Le cito un libro da me più volte citato nel blog: “Il predominio dell’Occidente” del prof. Daniel R. Headrick, Ed. Il Mulino (la storia della colonizzazione degli europei a danno del resto del mondo). Qualche foto, un caffè e ci salutiamo. All’11 maggio, Agitu! Con il tuo compagno, ovviamente!
AZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA LA CAPRA FELICE http://www.lacaprafelice.com/
Finisce
APPENDICE DEL 27 AGOSTO 2018
La TV in estate si sa riprende vecchie trasmissioni. Per caso ho rivisto l’intervista di PIF Caro Marziano ad Agitu. Poi un’altra coincidenza: l’amica senatrice Donatella Conzatti mi segnala da Il Dolomiti, cronaca 2018, che Agitu da oltre un anno sta subendo violenze fisiche, materiali psicologiche da un vicino di casa che le grida “Sporca negra torna a casa tua”, l’aggredisce fisicamente, ne disperde le capre lanciando i suoi cani, danneggia i macchinari della sua azienda. Recentemente è stata trovata una capra morta, con le mammelle recise da una lama, come accertato dalla Guardia Forestale. Ho scritto una mail ad Agitu offrendole la nostra comprensione, il nostro aiuto per quanto possibile, dicendole che non è sola, di non sentirsi sola: infatti, a fronte di un delinquente vi sono per fortuna anche tante, tante persone che delinquenti non sono. Ecco, scrivo questa appendice per chiedere la solidarietà, la partecipazione, l’aiuto ad Agitu di tutte le mie lettrici ed i miei lettori. L’ho scritta per denunciare il clima di odio razzista che da “sporchi ebrei” è passato a “sporchi meridionali” per arrivare oggi allo “sporchi negri”, roba da KKK. La razza, già, la razza, la difesa della razza: concordo, solo che al mondo esistono molte razze: quelle animali e una sola di Persone: quella umana. L’aggressore, il persecutore di Agitu appartiene ad una delle prime (che poi spero che gli animali non si offendano: nessuno di loro fa il male per il male, nessuno di loro uccide per uccidere); tutti noi – Agitu in testa – alla seconda.
Vien da chiedersi: da chi, da cosa sta rinascendo questa nuova criminalità? Da quali frasi, da quali affermazioni se non “Prima gli Italiani”, “Riportiamoli a casa loro”, “Se sei senza lavoro la colpa è degli immigrati”. Tutti slogan, tutte frasi ad effetto, affermazioni ingiuste, false. Ma … attenzione: la superficialità dilagante fa sì che abbia successo non chi dice la verità ma chi fa affermazioni – vere o false che siano – atte a provocare un tipo di reazione (in primis il voto a lui favorevole).
Dice … ma allora tu blogger stai cercando di utilizzare l’episodio a fini particolari … Rispondo: si, ai fini della difesa e del mantenimento della Democrazia, della Libertà, della Civiltà, del Rispetto delle Persone contro i nuovi barbari.
COMMENTI del 27 agosto 2018 e sgg.
- Scrive la Sen. Donatella Conzatti di Restart Trentino – VICINANZA A AGITU IDEO GUDETA E MOZIONE AL GOVERNO – Vicinanza ad Agitu Ideo Gudeta per le minacce ed aggressioni subite, ancor più gravi perché a sfondo razziale. Mozione al Governo per chiedere messaggi di pacificazione sociale. Non è escluso infatti che le persone più fragili subiscano suggestioni negative dall’attuale veemenza e durezza nei messaggi politici, ritenendo che insultare e minacciare sia atteggiamento accettabile.
- Scrive Giovanni Soncini : “Ne ha parlato – per fortuna – il TG3 regionale e questo obbligherà le forze dell’ordine ad intervenire … almeno si spera! E speriamo che i magistrati non aspettino anni prima di condannare i colpevoli…che nel frattempo…temo…verranno rimessi in libertà per consentire loro di continuare a delinquere. Apprezzo il tuo intervento e…sui magistrati spero di sbagliarmi!”
- Scrive Gigliola Gavazzoli: “Ciao Riccardo! Pensa che con una collega avevamo messo in preventivo, e lo faremo a breve, di fare una visita ad Agitu perchè mi interesserebbe passare alcuni giorni delle mie ferie presso la sua azienda, lavorando. Condivido perfettamente il tuo dispiacere, non ho parole da aggiungere. Fortunatamente fatti di violenza verso le persone prima o poi emergono e rimangono inaccettabili. Inoltre, quello che non dovrebbe essere del nostro caro Trentino, è il livello alto di violenza e maltrattamento nei confronti degli animali domestici e non, che spesso non emerge. Ti auguro una buona giornata”.
- Scrive Fabio Pipinato: “Ciao Riccardo, trattasi di uno squilibrato. Ed il Trentino non ne difetta”. Ho fatto anch’io un post su Facebook invitando gli amici ad andare ad acquistare i buonissimi formaggi di Agitu.
- Scrive Carlo Fierens: “Cosa stiamo diventando? Che vergogna e che rabbia… La nostra responsabilità è dimostrare che l’imbecillità sarà sempre minoranza (che purtroppo eradicarla del tutto è impossibile), ma il compito si dimostra sempre più difficile…”
- Scrive Ernesto Rosati: “Ciao Riccardo. Benemerito il tuo interessamento per Agitu! Grazie. Esprimo la mia piena Solidarietà, molto colpito dal fatto e molto preoccupato per il razzismo che aumenta, purtroppo alimentato da irresponsabili che cercano di lucrarci politicamente. Buon pomeriggio con cari saluti”.
- Scrive Gloria Zeni: “Grazie Riccardo per il tuo articolo!! Piena solidarietà a Agitu! Fa male sapere che anche in Trentino ci siano persone che fanno parlare la pancia piena di veleno invece che il cervello e il cuore”.
- Scrive Raffaella Masera: ” Concordo pienamente con quello che hai scritto. Confermo che il clima che stiamo vivendo in questi ultimi mesi sta diventando sempre più intollerabile anche nei confronti della mia ragazzina (indiana, n.d.r.) che vive indirettamente questo razzismo serpeggiante, questa paura del diverso, assolutamente infondata, che spesso si tramuta in violenza. Anche se lei per fortuna non me ha mai sperimentato la forza. Certo che se non ci si rimette rimedio, ed in fretta, succederà anche a lei è questa è la mia paura. Speriamo che le cose cambino, che le persone intelligenti si rendano conto del grosso errore che stiamo commettendo calcando la mano sul tema degli immigrati mentre nascondiamo problemi più grossi e diffondiamo solo una cultura ed una mentalità razzista, anzi … solo mentalità direi, perché di cultura non si può certo parlare in capo a certi soggetti …
- Scrivo io: “Raffaella, cultura è l’insieme delle conoscenze e quei tali conoscono bene solo questo: la loro barbarie.
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pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Maggio, 2017 @ 12:58 pmDetto altrimenti: foto senza parole      (post 2715)Â
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