E BIKE 3

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Luglio, 2017 @ 2:10 pm

Detto altrimenti: altri “esperimenti” con la E-bike   (post 2774)

Pianura. Qui in Trentino non ne abbiamo tanta e si esclude la Valle dell’Adige. E allora, io che mi trovo per un periodo a Riva del Garda, mi sono detto: ma il lago “è” in pianura, anche se circondato da montagne, nel senso che l’acqua, la sua superficie intendo, “è in pianura”: basta costeggiarla.

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             1 – Malcesine

E allora dai, andiamo. Indosso le bretelle rifrangenti previste dal Codice della Strada se pedali in galleria, verifico le luci posteriori e anteriore e via, per la gardesana orientale (veronese). Poco dopo le (uniche) quattro gallerie (tre trentine ed una veronese) si lascia la strada e si scende a un metro dall’acqua su una pista ciclobalneabilpedonale che ti porta fino a Castelletto. La marcia è lenta, lo spettacolo è splendido: sono le otto di mattina, poca gente in giro, l’aria è fina, il sole batte sulla sponda opposta del lago. La bici viaggia da sola. Ogni tanto innesto la “eco” solo così, per vedere che effetto fa: mi viene comunque utile nelle (uniche) due salitelle (Malcesine e Baia di Sogno).

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              2 – Risveglio

Mi fermo tre volte per tre fotografie: 1) il Castello di Malcesine; 2) “Risveglio”; 3) Una strana barca a vela. Voglio tornare a Riva per pranzare con mia moglie. Per far prima, risalgo sulla strada. C’è ancora vento da nord, è troppo presto per essere aiutati (sospinti) dall’Ora. Non importa, il vento contrario ormai è debole. Per far prima lascio innestata la modalità “tour” ma non serve, perché la mia velocità è di 26-28 kmh e il motore elettrico ai 25 kmh si stacca, come è previsto dalla legge. A Riva constato che dopo 60 km, in tre ore ho consumato il 30% della carica elettrica.

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        3- Uno strano “due alberi”

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Morale: in pianura avrei faticato meno con una bici a pedalata non assistita del peso fra i 10 e i 15 kg (bici da corsa- mtb) piuttosto che dovendo spingere una elettrica che pesa 25 kg. Ma questo perché con i miei oltre 2000 km pedalati nella stagione, sono già abbastanza allenato. Se invece non sei allenato e ti mantieni intorno ai 15-20 kmh, allora la E-bike ti aiuta veramente. Mi dico: come sarebbe-sarà bello se e quando fosse-sarà realizzata la pista ciclabile intorno a tutto il Lago di Garda!

Good bike e good E-bike everybody!

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E-BIKE 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Luglio, 2017 @ 1:14 pm

Detto altrimenti: bicicletta a pedalata assistita         (post 2773)

Avete letto il post precedente? Si? Bene … eccone allora la prosecuzione.

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Oggi sono uscito con la e-bike. Da Riva del Garda in leggerissima salita a Bolognano (km 7). Indi inizia la salita al Monte Velo, 1100 metri di dislivello su 13 km. Senza la e-bike  non ce l’avrei fatta, non sono più i tempi in cui mi scoppiavo di fila Monginevro, Lautaret, Galibier, Telegraf e Moncenisio tutti di fila! Oggi ho utilizzato il 60% della potenza elettrica disponibile, salendo con il secondo livello di aiuto (tour) sui quattro disponibili.

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Dallo scollinamento (S. Barbara) sono sceso lungo la Val di Gresta fino a raggiungere il Lago di Loppio. Indi, scavalcato il Passo S. Giovanni, discesone sino a Torbole e Lungolago fino a Riva del Garda. Tot. 46,5 km. Provate, gente, provate! Ma attenzione, anche se avete la e-bike, per fare salitone del genere dovete essere comunque allenati: io ho atteso di aver fatto 2000 km di pianura, prima!

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BICI ELETTRICHE 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Luglio, 2017 @ 5:17 pm

Detto altrimenti: a pedalata assistita               (post 2772)

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La popolazione invecchia. L’uso della bici elettrica aumenta. Ecco allora, parliamone delle elettriche! Amici mi chiedono: “Come va? Come funziona? Che autonomia ha?” Premetto: io ne una affiancata alle altre due che non ho dismesso: una da strada (da corsa) ed una da montagna. Perché l’ho acquistata? Perché non avrei più potuto fare le grandi salite che fino a qualche anno fa riuscivo a fare (l’ultima: il Bondone via Garniga Terme, 14 settembre 2010, qui a fianco).

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Ben al di sopra della ciclabile del maso Limarò!

La corrente elettrica immagazzinata nella batteria (da 400 o 500 watt) è la “benzina” del motore. Quindi il suo consumo aumenta (e l’autonomia diminusce) man mano che “crescete” di modalità: da eco a tour a sport a turbo. Ma c’è un altro fattore che influisce sulla durata della vostra carica elettrica: poiché la bici è a pedalata assistita (non a pedalata sostituita), se voi incrementate la spinta sul pedale il consumo diminuisce e l’autonomia può addirittura aumentare. Mi spiego: a modalità costante, ad esempio eco, voi spingete sui pedali con forza x: il computer vi dice che avete un’autonomia pari ad esempio a 110 km. Ma se voi inserire un rapporto alla ruota un po’ più “duro” e spingete di più sui pedali ad esempio con forza 1,5 – 2x, vedrete che la vostra autonomia residua salirà anche – ad esempio – anche fino a 130-140 km.

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          La Ponale, a Riva del Garda

Un altro caso: una salita al 7%. Voi usate la modalità eco, spingete forte sui pedali e procedete lentamente con una certa fatica. La vostra autonomia potrà essere ad esempio di 70 km. Potete essere superati da un ciclista anch’egli dotato di bici elettrica che procede a velocità doppia, senza alcuno sforzo apparente. In effetti costui sta usando le modalità superiori (tour, sport, turbo) ma sta usando male la bici perché tende non a farsi “aiutare” bensì a farsi “sostituire” nella pedalata. Evidentemente costui ha programmato un’uscita molto breve, pari ad un’autonomia di 30 km.

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              Un po’ di relax

Il computer di cui dispone la bici vi dà molte info. Soprattutto vi dice il livello del serbatoio attraverso cinque tacche annerite che si scolorano man mano che la benzina (riserva di elettricità) si consuma. Vi dà anche il segnale di quanto è aperto il rubinetto del vostro serbatoio: una colonnina che si colora sempre di più man mano che l’erogazione del momento aumenta. Quindi se avete appena iniziato una salitaccia chessò al 10-12 % e state utilizzando la modalità tour, potreste avere il serbatoio pieno (le cinque tacche annerite), la colonnina a destra tutta annerita (state aprendo molto il rubinetto) e una autonomia residua di 30 km. Se però vi fermate e resettate il valore dell’autonomia residua, il computer vi dirà che in condizioni normali avete ad esempio ancora un’autonomia di 130 km.

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      Sopra il Lago di Cavedine

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Da fermi, per partire utilizzate un rapporto alla ruota molto agevole (da salita) e aumentate man mano. In parallelo utilizzate solo con molta progressione l’aiuto elettrico: infatti le partenze a scatto consumano moltissima energia. Come nelle automobili. Ma allora, a cosa servono le bici a pedalata assistita? Ecco alcune risposte.

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  • A far continuare a scalare salitacce a chi non potrebbe più permetterselo (è il mio caso);
  • a riunire le famiglie: la moglie non ciclista al marito ciclista (è il caso mio e di mia moglie);
  • ad iniziare alla bici persone che altrimenti non lo farebbero mai;
  • a non far dismettere la bici da chi per età dovrebbe dismetterla;
  • ad allungare il raggio d’azione delle singole uscite;
  • ad essere utilizzate quale mezzo di locomozione urbano.

Quindi, viva la bici! Elettrica e non … viva!

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APE SUL FIORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Luglio, 2017 @ 7:32 am

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Detto altrimenti: senza parole     (post 2771)

 

La bellezza di avere sempre in tasca una … macchina fotografica, cioè un telefonino!

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200 ANNI DI BICICLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Luglio, 2017 @ 4:03 pm

Detto altrimenti: commemorati al Muse di Trento   (post 2770)

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Due giorni fa, grande cerimonia. Al banco degli oratori personaggi di tutto rilievo, sportivi e istituzionali. Conduttore, un importante giornalista sportivo de l’Adige, Pietro Gottardi. Delle quasi due ore di interventi che hanno preceduto il taglio del nastro dell’interessante mostra, la maggior parte è stata dedicata allo sport del ciclismo, meno alla bicicletta, alle sue regole e al suo sviluppo. Ed allora mi sono preso la briga di dire io qualcosa (solo qualcosa, per carità, lungi da me voler esaurire l’argomento!) su quattro temi:

  • Bicicletta in città
  • Bici turismo
  • Bici escursionismo
  • Piste ciclopedonali extraurbane
  • Rapporto auto-bici

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Antifurti (per alleggerire il discorso con un po’ di … spirito!)

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Bicicletta in città: questo argomento e questo mezzo di auto-locomozione merita che gli sia attribuita centralità. Non può essere gestito come un quid che “cresce ma disturba l’esistente”. La Presidente Nazionale Fiab Giulietta Pagliaccio auspica che nelle revisioni del codice della strada si dia centralità alla persona, non all’auto.

Bici turismo: la nostra provincia è attraversata da flussi turistici che vanno da – e arrivano a – . Occorre invece puntare maggiormente su strutture e iniziative che inducano questi flussi a fermarsi in – .

Bici escursionismo: per intendersi, spesso in montagna. Rimando alla regolamentazione del CAI Centrale, Quaderni di ciclo-escursionismo, reperibili in internet.

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Piste ciclo-pedonali extra-urbane. Il rapporto pedone-ciclista è difficile. Entrambi le categorie molto spesso si ignorano reciprocamente. Pedoni: tengono la destra anziché la sinistra, alzano braccia ad indicare lontane cime, incrociano altri pedoni senza preoccuparsi che in quel momento occupano l’intera pista; procedono in gruppetti. Ciclisti: talvolta troppo veloci (ma in Sudtirolo ho visto un cartello particolare: “Velocità massima 30 kmh escluse le bicilette”).

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Volare, oh oh … nel blu dipinto di blu …

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Rapporto auto-bici. Prima direi di insistere sul rapporto auto-auto (disciplina nelle rotatorie; distanza di sicurezza, per citare due casi di frequenti violazioni mai sanzionate!). Partendo da questa base educazionale, ci si può ci si può dedicare al rapporto auto-ciclista: basta condurre gli automobilisti a vedere come tale rapporto si configura in Austria, Germania, Olanda, etc..

 

 

Fine

Sono stato abbastanza breve, vero? Ho inteso lanciare sassi nello stagno … poi vedremo se da cosa nasce cosa …

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LUCIA BRUNI, IN BICI PER L’EUROPA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Luglio, 2017 @ 12:49 pm

Detto altrimenti: … pro Europa, ovvero per la piena integrazione dell’Europa!   (post 2769)

 

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Il primo contatto a pedali di Lucia con Fiab Trento avvenuto pochi km a nord di Borghetto (qui, insieme al collega Claudio, siamo a Mori): andandole incontro da Trento, io l’ho accompagnata fino a Bolzano (tot. 160 km)

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Questo è un postaltrui, scritto da un carissimo amico collega fiabbino di Bolzano, Fabio Martorano, persona che io stimo moltissimo e che pertanto, essendo io delegato dal Presidente di  Fiab Trento ad assistere Lucia nella tratta regionale, ben volentieri ho coinvolto. Pubblico questo post a sua insaputa (ma poi glie lo dico!). Io ne ho ampiamente parlato alcuni post fa con un LP-Long Post in data 24 giugno. Sono lieto che ora a scrivere sia anche un’altra persona. E che Persona! (Che non me ne vorrà se ho aggiunto io le foto).

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Inizia:

IMG-20170705-WA0012Che impresa ragazzi di questa biker Fiab !!!! Si chiama Lucia Bruni, vive a Bologna, è laureata in Culture e Diritti Umani e Relazioni Internazionali; ma più ancora è specializzata negli studi e sulle tematiche della convivenza dei popoli. Ha compiuto qualcosa di eccezionale pur di attirare l’attenzione sui problemi dell’Europa post Brexit: ha percorso in bici un viaggio attraverso le città europee nelle quali risiedono le maggiori sedi amministrative  e politiche dell’Unione Europea. E’ partita da Roma il 19 giugno ed è arrivata a  Bruxelles il 5 luglio. Totale 2050 Km in 16 giorni.  Al di là di ciò, chi ha avuto modo di conoscerla ha capito subito con che persona si ha a che fare e non solo per il suo impegno politico e sociale, ma anche e soprattutto per il suo profondo bagaglio culturale. Come biker Lucia si è dimostrata coraggiosa e preparata, poiché ha compiuto quest’impresa in solitario, senza alcun mezzo di appoggio al seguito. E’ stata scortata solo da qualche ciclista volontario che l’ha attesa al suo passaggio e l’ha accompagnata per qualche chilometro.

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Bolzano, Fondazione Alexander Langer: Edi Rabini, Helmut, Lucia, Fabio, Anna, Walter

Ha pianificato il progetto suddividendolo in 16 tappe, predisposte anzitempo: dai pernottamenti agli incontri con funzionari politici, enti culturali e associazioni volontarie che operano nella rete dinamica europea. Ha mantenuto una media di 130 km al giorno. Una performance  eccellente se si considerano il peso dei bagagli appresso, i dislivelli e le asperità dei territori che ha attraversato come gli Appennini, le Alpi, le montagne bavaresi, la Foresta Nera, le pianure del Nord solcate dal vento e dalla pioggia battente. A ciò si devono aggiungere pure i tempi degli incontri con le personalità, delle visite nelle fabbriche ricostituite grazie ai fondi europei, ai luoghi di lavoro o alle sedi delle associazioni UE.

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Con il suo Schutzenengel (angelo custode) Helmut, che le è stato a fianco nella bufera del Brennero

S’è trovata pure a dover dare conto alla settimana meteo più difficile di questo inizio d’estate: è passata dal caldo torrido padano all’ondata di maltempo e al brusco crollo delle temperature dei giorni scorsi sull’arco alpino e transalpino. Le giornate del 24 e 25 giugno infatti l’hanno messa a dura prova sulla strada per il Passo del Brennero e poi in Austria. Frane, temporali e grandinate violentissime avevano interrotto le strade statali, l’autostrada e la ferrovia. Si è trovata isolata e ha dovuto aggirare gli ostacoli creati dai fiumi di detriti che l’hanno costretta poi a proseguire al buio per chilometri sotto una pioggia battente.

 

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Le strisce! Mettiamole le strisce!

Con questa impresa Lucia ha voluto dare esempio e testimonianza in prima persona dell’importanza dei vincoli europei ai fini della pace nell’ unione europea. Lei sostiene infatti che l’Europa post Brexit è “frastornata” dalle vicende che si susseguono e che i problemi dei rifugiati e migranti stanno mettendo a dura prova non solo i vincoli di collaborazione ma la stessa unità fra gli Stati. Per questo ha voluto ricordare con questo viaggio i 60 anni dei trattati di pace delle Nazioni Unite d’Europa ricordando a tutti che questi avevano consentito di trasformare il Vecchio Continente che per millenni era stato teatro di guerre, massacri e scempi fratricidi in un’Europa di benessere, di sviluppo, di solidarietà e di pace”. Spetta a ognuno di noi l’impegno di riuscire a mantenere vivo e di continuare a credere in questo grande progetto di sviluppo e di crescita civile e democratica.

 Vi accludo un articolo ANSA apparso oggi e a seguire una mia pubblicazione in merito a questo speciale evento:

http://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2017/07/05/ue-bolognese-fa-roma-bruxelles-in-bici_d867e6fd-19f5-49c7-abc2-a075078d8257.htmlhttp://ilmiocuoreperleuropa.eu/2017/07/04/il-treno-per-leuropa/

Per chi desiderasse conoscere e approfondire il progetto della bolognese Lucia Bruni può trovare nel suo sito (www.ilmiocuoreperleuropa.eu ) il programma e ogni più specifico particolare del progetto da lei ideato e portato a compimento. Un saluto caro a tutti.

Fabio Martorano

Finisce

Bravo Fabio! Ecco il mio commento

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16 tappe il 16 giorni, in “quei” 16 giorni, non in uno di più e nemmeno di diverso, qualunque sia stato il meteo. Tutti i bagagli appresso, compresa una mini officina. In ogni tappa la prima cura di Lucia è stata per gli incontri, le commemorazioni, l’arricchimento reciproco della memoria e delle speranze: mai preoccupata dei km ancora da pedalare. Dice Lucia: “La bicicletta è il locomotore ideale, perché porta una persona ma è la persona che è il proprio motore”. E così sia per l’Europa: ognuno di noi salga sulla sua bicicletta ideale e pedali, ci creda, si spenda, “spinga” per il raggiungimento di questo obiettivo. Insieme ce la faremo.

F.to: Riccardo, blogger fiabbino, con la proposta di una serata Fiab Trento con Lucia.

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I SOCI FIAB RACCONTANO : DOMENICA 2 LUGLIO 2017

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Luglio, 2017 @ 7:33 pm

Detto altrimenti: una domenica a pedali   (post 2768)

Amici, questo è un “postaltrui” del mio amico a pedali Fausto Pedrotti – Io ci ho messo le foto e le disascalie

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Fiab Trento oggi pedala in Val di Sole. Alcuni di noi sono al randez-vous con i colleghi bolzanini a Salorno. Io e Riccardo siamo comandati di servizio quali “guide indiane locali” del Gruppo Legambiente di Piove di Sacco (PD) per la ciclabile Canazei-Molina di Fiemme, 48 km). I Veneti, quelli stessi che negli anni scorsi Riccardo aveva già guidato da Lavis a Riva del Garda: già, Fiab è anche questo: fare da ospite e guida a chi ci chiede di essere accompagnato a pedalare nella nostra bella regione!

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Fausto: istruzioni pre-pedalata

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Passo a prendere Riccardo a Trento con il mio furgone ed alle 09,30 ci incontriamo con gli amici Veneti sul piazzale della funivia del Cermis, area di sosta dove noi due siamo arrivati pedalando i 5 km che ci separano da Molina di Fiemme, dove abbiamo parcheggiato il mio mezzo. Insieme saliamo con il pullman a Canazei.

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Venite qui, amici! (Fabio, lato “B”)

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Riccardo mi chiede di fare il cicerone e il capofila, lui in coda, fa la “scopa”.

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2 Veneti e 1 Trentino (ciapà co’ sciop , Riccardo)

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Tempo così e così, a Canazei fa freddino, man mano che scendiamo ci scaldiamo. Ci fermiamo in un parco pubblico a mangiare (al sacco) ed ecco la sorpresa: una … no … due altre bandierone FIAB arrivano sul nostro prato! Riccardo, Fausto! Giorgio! Sono gli amici colleghi Fiabbini di Pordenone che in un recente passato abbiamo accompagnato in una situazione analoga! Festa! 40 noi, 40 loro, un bel Gruppone Fiab!

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Lungo il percorso: molti ci salutano: “Ah … la Fiab” … “Di quale Fiab?” … “Gli angeli Fiab” (mentre sistemavamo una caduta di catena) … “Io sono di Fiab Verona” … etc.. Cose belle che fanno piacere.

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Riprendiamo la marcia. A Predazzo un gatto soriano dal pelo lungo targato Predazzo taglia la strada ad una del gruppo: caduta senza grandi conseguenze. Sono le 14,30, il Museo Dolomitico di Predazzo è chiuso e la nostra visita programmata salta: non possiamo aspettarne l’apertura per via degli orari che l’autista del pullman deve assolutamente rispettare. Si riparte, altra amica, altra caduta (una buca sulla strada all’altezza di Masi di Cavalese) anche questa senza apparenti gravi conseguenze.

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La responsabile della foto “lato B” di cui sopra e di questa stessa

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All’altezza della funivia del Cermis ci fermiamo a guardare la cascata. Indi tutti a Molina dove alcuni di noi, fra i quali io e Riccardo, facciamo un salto a salutare Guido, il proprietario dell’Hotel Italia, ormai un appuntamento d’obbligo, anche per berci una sana meritata birra. Il mio tachimetro segna 48 km, quello di Riccardo 58: lui ha fatto alcune marce indietro per recuperare alcuni ritardatari.

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Ci lamentiamo con Guido: manca la sistemazione del raccordo ciclabile verso il passo S. Giovanni … un tratto di ciclabile è stato fatto, ma in alto …  finisce nel nulla o quasi. Non a fondo valle … dove andrebbe fatto. Vedremo se potremo in qualche modo sollecitare questo intervento. Salutiamo i nostri amici e torniamo a Trento. Che altro dire se non Bici unisce, Fiab Unisce?

Nota tecnica: solo pochi amici usavano il casco. Gruppo ciclisticamente eterogeneo: alcuni possono ulteriormente migliorare  nell’uso del cambio. Prossima meta dichiarata per il 2018: Val Venosta, con pre-pernottamento il sabato sera, causa … 80 km di percorso con “avvicinamento in pullman” da Piove di Sacco (PD)

Firmato Fausto Pedrotti

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TEMPESTA DI PONALE, A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Giugno, 2017 @ 3:03 pm

Detto altrimenti: folaghe, un aspetto …”minore”                    (post 2767)

Sulle tempeste del vento “Ponale” a Riva del Garda, leggete il post del 25 aprile 2012 relativo alla tempesta del 7 agosto 1999. Ieri ne abbiamo avuta un’altra. Vento a 55 nodi (100 kmh) e pioggia “orizzontale”. Molti i danni agli alberi, qualche smottamento, nessun ferito fra gli umani. Ma …

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In passato avevano nidificato sulla poppa della mia barca, ed io fermo, per quaranta giorni …


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.2 - Covare oh ...oh ...

Questa volta sulla scaletta dell’ormeggio del vicino di barca, al secondo gradino fuor d’acqua. Erano quaranta giorni che lei stava covando, assistita dal compagno, pronto ad accorrere in sua “difesa” ogni volta che io mi avvicinavo alla mia barca.

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In questi giorni ha piovuto molto. Il livello del lago si è alzato, il loro gradino è diventato il primo fuor d’acqua. La tempesta di ieri ha fatto il resto: nido semidistrutto, le uova sparite. Già da giorni di due ne era rimasta una sola. Mentre controllo i miei ormeggi, loro due si avvicinano ed iniziano a cercare di riparare il nido.

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Un aspetto “minore” della tempesta di vento? Non direi: ne abbiamo da imparare noi umani, molto bravi a sganciare bombe “intelligenti” che di “nidi e uova umane” ne distruggono a migliaia in un sol colpo …

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LA POLITICA SOCIALE DI PAPA FRANCESCO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Giugno, 2017 @ 12:25 pm

Detto altrimenti: io lo vedrei – quanto meno – Presidente degli Stati uniti d’Europa           (post 2766)

downloadIeri Papa Francesco ha detto:

  • Fate lavorare di meno gli anziani e di più i giovani.
  • I sindacati sono purtroppo diventati molto simili a partiti politici.
  • Le pensioni d’oro offendono la povertà al pari delle pensioni minime.

Mi permetto di condividere. E voi … care lettrici e stimati lettori, che ne dite?

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UNO, TANTI …? ALLORA NESSUNO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Giugno, 2017 @ 2:56 pm

Detto altrimenti: come nella pila dell’acqua santa, che tutti ci mettono la mano … (post 2765)

imagesCastel Romano, 30 km “vicino Roma”. Campo ROM di 1000 persone alloggiate in container predisposti dal Comune su area predisposta dal Comune che vi ha installato anche un “Ufficio Comunale” in un container sempre chiuso e mai presidiato dal Comune (in burocratichese dicesi “sportello impresenziato”). Da 40 giorni manca l’acqua (!!??). L’ACEA ha fatto un sopralluogo ed ha “scoperto” (!?) che l’acqua veniva fornita da un privato (!?) e che comunque non era potabile (!?) per inquinamento da amianto (!?). Nel campo ci sono circa 500 bambini, alcuni malati di scabbia, altri di tumore. Container a temperatura costante: 40 gradi!

Mi chiedo: come si snoda la catena dei compiti, delle autorizzazioni, dei controlli, degli interventi, delle omissioni, delle responsabilità? Mi pare di essere di fronte al naviglio di Bereguardo, che, pieno d’acqua si stacca dal naviglio grande e man mano che scende verso Pavia tutti “ci mettono la mano” (derivano acqua per le risaie): lui si assottiglia fino a scomparire! Così la responsabilità in questa catena di inciviltà: molti se ne occupano, alla fine il risultato non c’è. E nemmeno il responsabile.

Dice … la fai facile tu … ma le strutture operative sono complesse … Rispondo: quando trovo cicche di sigaretta spente dentro gli ascensori di un grande ospedale e mi lamento, mi dite la stessa cosa. Al che replico: ho imparato in Siemens che un Capo di un certo livello deve avere non più di cinque persone alle sue dipendenze. Ed allora prendiamo questa struttura:

  • Direttore Generale
  • Sotto di lui due VDG di cui uno per la Gestione Non Medica (VDG-GNM)
  • Sotto di lui cinque direttori, di cui uno per i Servizi Generali (DSG)
  • Sotto il DSG cinque Capi Servizio (CS) di cui uno per la pulizia (CSP)
  • Sotto il CSP cinque Vice Capi Servizio (VCS) di cui uno per ascensori (VCSA)
  • Sotto il VCSA cinque controllori di cui uno per i controlli, un altro per la pulizia, un altro per la prevenzione, …. Etc.

Insomma, se io trovo cicche si sigaretta negli ascensori, so chi deve provvedere a che ciò non accada, chi a ripulire, chi a sanzionare. Ovviamente la mia è solo una indicazione di metodo, non ho certo la pretesa di avere disegnato l’organigramma di un grande ospedale.

Ma torniamo al campo ROM. In questo caso, noi italiani ci stiamo dimostrando (disumani, incivili, inadempienti e) incapaci managerialmente.

Mi scrive un lettore (G.L.) e mi prega di pubblicare: “Caro blogger, io non sarei d’accordo nell’investire ulteriore denaro pubblico in favore dei Rom. E’ già molto quello che facciamo”.

Rispondo: innanzi tutto la mia osservazione è di metodo, ovvero mi sono permesso ci osservare che l’organizzazione di cui sopra è una cialtronata inaccettabile, in favore (si fa per dire, in favore!) di chiunque essa sia stata  attuata. Essa è indice di una inaccettabile superficialità, incompetenza, disattenzione … per non dire di peggio (mi chiedo: il privato che dovrebbe fornire l’acqua, è pagato dal Comune per l’acqua che … non fornisce?).

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Poi viene il problema di fondo: immigrati si/no; Rom si no. Sugli immigrati ti invito a leggere il libro di un  professore universitario canadese che insegnava negli USA, Daniel R. Headrick: “Il predominio dell’Occidente” Ed. Il Mulino. Capirai come le ondate di immigrati siano il frutto della nostra esportazione plurisecolare di colonialismo. I Rom? Su di essi lo confesso non sono preparato, ma se tutti li respingono … che facciamo? Una nuova marcia (della morte) degli Armeni? Ma – ripeto – in questa sede io ne ho fatto soprattutto una questione di metodo. Grazie per essere intervenuto nel dibattito.

Riscrive G. L.: “Migranti? Ma vedi bene che anche il nostro governo ha detto che non se ne può più …”. Rispondo: “Il nostro governo ha detto che anche gli altri Stati devono partecipare … gli altri Stati che invece stanno aderendo all’UE “alla carta”, ovvero questo sì, questo no. La mia proposta sarebbe che l’UE sanzionasse non solo chi sfora il deficit, ma anche chi NON partecipa all’accoglimento (non solo al salvataggio in mare) dei migranti.”

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