AL SUD, AL SUD! (Quinta puntata)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Settembre, 2017 @ 6:29 am
Detto altrimenti: viaggi, impressioni e negozi (post 2824)
Oggi 7 settembre 2017, penultimo giorno di vacanza. Viaggio lungo in auto: Marconia, Policoro, Parco del Pollino: Rotonda, Episcopia, Francavilla, Noepolis, San Paolo Albanese, solo 310 km. Che dirvi ? Trovate molto di più su internet.
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Rotonda, forse per via della forma del paese. Policoro, il luogo dei molti luoghi; Episcopia, non da “vescovo” ma da “guardare intorno”, tanto la visuale che si ha dalle torri del suo castello; Francavilla, borgo “franco”, esentato nel Medio Evo dal pagamento dei tributi; Noepolis, città nuova (?); San Paolo Albanese, insieme al vicino San Costantino Albanese, paesi bi-culturali, fondati da Albanesi nel 1500, in fuga dall’invasione turca, paesi nei quali le vie hanno doppia denominazione e che tutt’oggi conservano (anche) quella cultura.
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Io? Solo qualche impressione. Le strade. Ve ne ho già accennato. Quelle di fondo valle, di prima categoria: statali veloci. Poi le comunali, diciamo, le secondarie, accettabili. Infine le trziarie, in parte poderali e in parte sentieri! Già , così le definisce il navigatore anche se sono asfaltate, anche se consentono l’incrocio di due auto (a passo d’uomo): sono quelle che uniscono per la via più breve quanto a kilometraggio due valli parallele: hanno andamento sinuoso, attraversano boschi, un continuo saliscendi con pendenze da fuoristrada, salvo poi che il navigatore vi indichi percorsi ancora più brevi ma ancora più ripidi: non dategli retta, si tratta di vecchie scorciatoie con pendenze ancora più marcate. Ti senti come un esploratore nella giungla, anche se sei seduto al volante della tua auto-non-4×4. Io, da ciclista qual sono, penso in bici anche quando sono in auto: “Ecco, qui ci sono salite degne dei migliori scalatori oppure di bici con la pedalata assistita!”
Basilicata … tante! La prima, le ampie vallate dei cinque fiumi che l’attraversano e si gettano nello Ionio. La seconda, la costa. La terza, la montagna, Matera e i parchi naturali in testa. La quarta, la storia greco-romana. La quinta, la presenza albanese. La sesta, i vini. La settima, la nostra storia recente. Etc. Last but not least, la gente!
Impressioni. La gente. Gentile, disponibile, attenta, sorridente. Ti fa sentire a casa. I negozianti ti servono con attenzione, con cura e gli altri clienti aspettano pazientemente, nessuno che solleciti o protesti: ogni cosa a suo tempo, il tempo per ogni cosa.
In queste settimane, dietro suggerimento del nostro ormai amico locale Vito, abbiamo eletto tre negozi a Marconia (peraltro senza nulla togliere a tutti gli altri, ugualmente all’altezza!):
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Latticini Valbasento dei F.lli Lospinuso, Viale Gramsci 1, tel. 0835 411356 – Un negozio con annesso laboratorio per la fabbricazione dei migliori formaggi locali e … vendita vino molto gradevole. Il proprietario ci invita a visitare il laboratorio con  attrezzature moderne, pulitissimo: d’altra parte lo si poteva intuire dai suoi prodotti, un vero attentato di gola!
Frutta e verdura. Sulla Piazza del Mercato, detta Piazza Coperta, da Quinto Antonio, tel. 329 3076367. Prodotti freschissimi, a prezzi vantaggiosi, servizio veloce, preciso e … con il sorriso!
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Da loro, ampia spiegazione di come si cucinano i peperoncini cruschi, quelli che si vedono ad essiccare in lunghe collane e che non sono piccanti, bensì “dolci”.
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Il pane e affini. La Spiga d’Oro – “Panetteria, Focacceria, Pasticceria”, angolo Via Nazionale – Viale Ontario. Non di solo pane vive l’uomo … ma anche di dolci (1) , pizze, focacce, friselle (ve le raccomando!) (2) e della simpatia, professionalità , rapidità e cortesia del gestore! (3)Â Mi presento in bicicletta la mattina presto: “Nicola, per favore, due brioches” “No, Riccardo, te ne do una sola, per tua moglie. La tua la mangi qui, con me, qui fuori dal negozio … quanti km hai già pedalato?” Ecco, il consumare insieme il cibo, retaggio di una tradizione antica, di amicizia … un gesto, un simbolo dal significato profondo, per chi lo sa leggere: cultura greca e latina del resto, non per nulla! Nicola, addetto alla vendita. Nel retro una giovane signora, laureata in giurisprudenza (“Uao! Ma allora siamo colleghi, dico io!), addetta alla fabbricazione: entrambi sorridenti e orgogliosi del loro lavoro (e a buona ragione, mi permetto di aggiungere!). Abbiamo comperato alcune leccornie per fare alcuni regalini a Trento: “Riccardo, domattina passa di qui che la focaccia per il viaggio te la regalo io!” Al Sud anche questo!
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(1) Fra i tanti, i dolcetti ripieni di marmellata di pere e fichi, cioè dalle marmellate d’una volta, quelle che non ce ne erano altre, così, per mantenere la memoria di un passato “povero”, ricco di cose che noi oggi diamo per scontate.
(2) Dicesi “frisella” fetta di pane leggermente fritta. La inumidite appena con acqua, la insaporite con una strofinatina di aglio, indi sale, olio di oliva e fettine di pomodoro: uno scrocchio appetitoso accompagnerà la vostra nuova esperienza gastronomica!
(3) All’interno del negozio, c’è¨ anche un espositore frigo con bevande e birra … per accompagnare al volo delizie gustate sul posto, appena sfornate.
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AL SUD, AL SUD! (Quarta puntata)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Settembre, 2017 @ 6:30 amDetto altrimenti: TERRA MARINA IN LUCANA SPIAGGIA (post 2823)
Passata ch’ebbimo noi l’aspra montana
terra calanca ricca di paesi
bianchi distesi al sol, una fontana
placai l’arsura che ci aveva presi.
Essa sprizzava l’acqua a getti alterni
gestiti in modo tal da chi, sorpresi,
accolse ristorando con fraterni
gesti e doni di liquor di vino
che fece ricordando li paterni
detti a spillar un vero sopraffino
liquido inebriante e assai gradito
da molti anni al popolo latino
cui fu nel tempo sempre ben servito.
Terra Marina quella s’appellava
il loco da tal Vito custodito
per cui a soggiornar ognun bramava.
Forcate quinci ch’ebbimo le bici
volammo in spiaggia ove si bagnava
dal che tornammo in su assai felici.
Riccardante Lucattieri, La Lucana Commedia, Paradiso, XXXVII, vv. 10 e sgg.
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AL SUD, AL SUD! (Terza puntata)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Settembre, 2017 @ 3:07 pmDetto altrimenti: fotopost, senza parole (post 2822)
.. . Una . . . . . . . Due . . . . . . . . Tre . . . . . . . Quattro . . . . . . . . Cinque . . . . . . . . . Sei . . . . . . Sette . . . . . . . . Otto . . . (Continua al prossimo post) .
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AL SUD, AL SUD! (Seconda puntata)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Settembre, 2017 @ 6:43 pmDetto altrimenti: un viaggio in Italia (post 2821)
(segue dal post precedente)
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Lucania Ionica: spazi liberi, anche sulle grandi e veloci direttrici stradali (costiera ionica e da qui verso l’interno), anche di domenica. Colpiscono: il silenzio; la poca concentrazione di persone, cose e case; il contrasto fra pianure fluviali, altopiani coltivati e colline allo stato brado, perloppiù calanchiche; fra le molte casette abbandonate e le grandi coltivazioni industriali; fra l’ottimo asfalto delle citate direttrici principali e lo sgarrupamento delle stradine !terziarie”.
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I paesi, piccole città per come erano isolati e autosufficienti … una mia poesiola: PAESI LUCANI: “Adagiati sulle cime de’ colli / ultimo manto primaverile / improbabile coltre nevosa / si stagliano / bianchi / fra terra e cielo / nastri di luce/ cuciti / a sposare / l’azzurro al profilo del monte. Una terra “incredibile”, una emozione continua interrotta solo – ogni tanto – dalla non ancora perfetta raccolta differenziata (pur attivata) e dai molti, troppi piccoli grandi incendi. Oggi, partendo da casa nostra in Contrada S. Teodoro di Marconia, un tour di 180 km (in auto, non in bicicletta, chiariamo subito).
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Prima tappa: Craco, paese fantasma, abbandonato per una frana, visitabile solo con guida locale.
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Seconda tappa: Aliano, paese del confino fascista di Carlo Levi (1902- 1975), conosciuto ai più per il suo libro Cristo si è fermato ad Eboliâ (Eboli, provincia di Salerno, n.d.r.). Visita alla sua tomba (ha voluto essere sepolto qui). Nell’ambito delle iniziative del Parco letterario Carlo Levi due simpatiche e preparate guide ci hanno accompagnato a visitare la sua Pinacoteca e la sua casa (con interessante filmato); il museo degli usi contadini; un’altra pinacoteca di un pittore locale. Pranzo ottimo pressi la trattoria La contadina Sisina, prezzo fisso €20,00, portate molte, ricche, ottime.
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Carlo Levi, ebreo, “politicamente inaffidabile” secondo il regime, medico, scrittore, pittore, poeta. Ecco, soprattutto mi hanno colpito le sue poesie, “la” sua Poesia. Rileggerò “Cristo si è fermato ad Eboli”, leggerò le sue poesie.
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Terza tappa: il Santuario S. Maria Regina di Anglona, dell’XI° secolo, da non perdere.
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(il seguito alla prossima giornata, cioè¨ domani)
Oggi, lunedì 4 settembre 2017. Rieccomi a voi. Vacanze miste”: un po’ di mare, tante scoperte sul territorio, un po’ di bicicletta. Solo che la prossima volta faremo base in due località distinte, in modo da ampliare il raggio di azione dell’area ricoperta dai nostri viaggetti quotidiani “ad elastico”, ovvero con partenza ed arrivo allo stesso punto. Sino a qui, con l’automobile.
Ma parliamo un po’ di bicicletta nella Lucania Ionica. 1) Le strade veloci ci sono vietate. Restano le 2) strade secondarie (buone) e le 3) Â strade terziarie (sconnesse). Parliamo delle seconde. Il fondo è abbastanza buono, ci ho visto anche ciclisti “da corsa”. Il traffico automobilistico è molto scarso. I percorsi sono entusiasmanti, saliscendi fra filari di eucalipti e siepi di fichi d’India. Le strade della terza categoria richiedono l’uso di una mountain bike e tanta attenzione, per via di certe buche dallo spigolo netto. Le salite. Già , ci sono anche quelle. Non molto lunghe, in genere, ma con una pendenza “seria”: trovarsi faccia a faccia con un 10-15-18% non è raro. Per noi della FIAB- Federazione Amici della Bicicletta, Trento, data la distanza dal Trentino, non sarebbe facile organizzare qui una pedalata, a meno che non si decida di organizzare una settimana intera, venendo giù con un pullman a rimorchio e due (due) autisti e preparando un intero tour della regione con pullman al seguito, secondo un percorso che eviti tratti ad elastico: magari un coast to coast in bicicletta, perchè no?
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Subito dopo a Metaponto, colonia greca (VII sec. a. C.), poi dal III sec, colonia romana. In visita al sito archeologico, l’Agorà , la piazza, luogo nel quale era concentrato il sacro ed il politico dell’epoca: i diversi templi fra i quali il maggiore, quello di Era, la moglie di un Giove infedele; l’anfiteatro per le riunioni pubbliche, il teatro, la caserma della guarnigione (il castrum).
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Subito dopo, qualche km più a nord, altro tempio di Era, quello denominato delle Tavole Palatine o Tempio di Pitagora. Il perchè di questo nome? Lo trovate in internet. Io aggiungo solo che su in quest’area v’era l’ultima casa e l’ultima scuola di un tal Pitagora …
E la mattina se nè andata!
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Pomeriggio: Museo Archeologico di Metaponto
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Verso sera: a fare la spesa a Marconia. Ottima la qualità dei prodotti, gentilissimi e capaci i rivenditori …
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Oggi, martedì¬ 5 settembre. Museo archeologico di Policoro (il martedì apre alle 14,00), scavi archeologici dell’acropoli. un tuffo a Policoro a mare, un passo in una cantinetta privata locale, quella dell’amico Vito, per assistere alla nascita “artigianale” del … vino!
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(Continua al prossimo post)
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AL SUD, AL SUD! (Prima puntata)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Agosto, 2017 @ 7:21 am(Questo sarà un LP, Long Post, mantenuto per alcuni giorni nelle prime pagine del blog)
Detto altrimenti: “Viaggio in Italia”¦ (post 2820)
Prima puntata (segue al post successivo)
L’autostrada sale e scende e fa più curve che noia, segnale di un minor numero di ponti e gallerie: rispetto per la natura? Minori costi di realizzazione? Sta di fatto che la avverti diversa. In questa stagione il traffico è soprattutto in direzione nord: cittadini centristi e nordisti che rientrano dalle vacanze suddiste. Noi siamo contro corrente.
Il Sud, la riunificazione dell’Italia, o meglio: la conquista del Sud da parte del Nord. Leggete i libri di Pino Aprile, poi ne riparliamo. Il Sud? Campania, Puglia, Calabria, Sicilia: molto meno si parla della Lucania alias Basilicata, se non per i Sassi di Matera e poco altro, come ad esempio il bel film Coast to coast di Rocco Papaleo. E’ lì che siamo diretti, alla scoperta della Lucania minore, oltre che alla visita di quella mggiore.
Bici sul tetto, 1000 km in due tappe (alla nostra età è meglio non forzare), da Riva del Garda alla Marina di S. Vito Chietino (600 km) dove pranziamo sui binari di una ex ferrovia il cui marciapiede è ora … pista ciclabile! E poi, il giorno dopo, il salto, fino in Via delle Tavole Palatine, a Contrada S. Teodoro di Marconia di Pisticci (+ 400 km). 6,5 km dal mare, 35 min da Matera. Gli ultimi 500 metri, sterrato con bumps; credo di capirne il perché: n tal modo la marcia rallentata dei veicoli non solleva i polveroni che altrimenti andrebbero ad imbiancare le contigue coltivazioni di fragole: inoltre, la strada è fiancheggiata da un sistema di irrigazione a pioggia anti polvere! Le istruzioni dell’ organizzazione che ci ha affittato una casetta sono perfette: facciamo centro con una approssimazione di cento metri (rotta calcolata quasi perfetta, d’altra parte sono o no un lupo di mare con tanto di patente ed esperienza nautica?) ne riceviamo i complimenti dalla proprietaria signora Marina, erede di una antica cultura locale, di Famiglia originaria locale e ivi residente a in Roma, via …. Ci accoglie anche il suo factotum Vito F. (solo F. per ragioni di privacy), il quale ci accompagna con la sua auto per una prima ricognizione del territorio (negozi, spiagge, ristoranti).
La gentile signora Marina spontaneamente ci illustra molti posti caratteristici della regione, ristoranti compresi, e ci regala depliant e indirizzi utilissimi. Grazie gentilissima ospite, grazie!
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Vito, quella la sua auto con i fiocchi, una Passat SW stagionata, storica direi, molto affidabile dopo un periodo di rodaggio durato 450.000 km (“La trasmissione l’ho rifatta a 220.000 km e ancora va alla grande!). Nota la mia auto, quasi lo stesso tipo e marca, nuova di zecca. Mi propone uno scambio: “Sai, ci guadagni, la mia è un pezzo d’antiquariato, d’epoca … vuoi mettere?” Ottimo lo spirito di questo giovane nonno classe 1941!
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Nuove Persone, nuovi amici (posso dire così?), i miei terzi Lucani dopo un mio ex gran capo (Stet Roma) Paolo Pierri (1) ed un altro a Milano (Siemens Milano) don Raffaele Durante. La casa, una casetta che insieme ad alcune altre costruzioni ricordano una antica corte, praticello oggi all’inglese, siepi di fichi d’India e di altri nostrani, alcune grosse ombrose querce, ha soffitti alti, a volta, all’interno è¨ spaziosa e fresca nonostante il 35 gradi esterni (Questa estate si sono raggiunti i 42° reali!), arredata semplicemente ma con un gusto equilibrato: quindi signorile. Conosciamo il marito della signora, un suo futuro genero, un bellissimo cane purtroppo paralizzato da una malattia agli arti posteriori
(1) Paolo Pierri, lucano? Quel cognome … Albino Pierro (Tursi 1906 – Roma 1995) stato un (politico e) poeta famoso soprattutto per la sua svolta dialettale e per essere stato più volte candidato al Nobel per la letteratura. E’ possibile visitare la sua casa natale nella Rabatana di Tursi ove sono acquistabili i suoi libri.
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Prime info richieste: dove trovo olio e vino giusti?? Qualche suggerimento per visitare mete che altrimenti ci sfuggirebbero? E domattina, un tuffo in un mare che si preannuncia splendido. Buonanotte, per oggi (nel frattempo Vito ci ha portato due assaggi di olio e vino! Pensiero e azione, non c’è che dire …)
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Quanto sopra l’ho scritto ieri. Oggi 27 agosto faccio colazione con i fichi d’India che Vito ci ha portato di buon mattino. Ieri gli avevo chiesto: “Posso raccoglierne io stesso?”. Mi aveva guardato sorridendo: “Se sei capace …” lasciando intuire la difficoltà “spinosa” della raccolta. Ed io, forte delle “lezioni sarde”: “Si devono raccogliere la mattina presto; invece di guanti si usa frammettere fra la mano ed il frutto semplice carte di giornale; appena raccolti li si immerge in un secchio d’acqua poi li si rimescola con un mestolo …”. Mi guarda soprpreso e ammirato, in segno di ammirazione. Poi aggiunge: “Tuttavia ogni tanto qualche spina riesce a pungerci, ma le spine sono più piccole di noi …”. Saggezza popolare. Vito: quattro figli, sette nipoti. Vede le nostre biciclette: “Anch’io sono un ciclista … appresso ai nipotini. E poi faccio anche footing, dietro il tosaerba”. E bravo Vito!
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Nel frattempo le nostre biciclette si riposano nel patio. Le userò? Non so, con questi caldi … ma come si fa a non averle vicino? Mi sembrerebbe un po’ come immaginarmi di essere in cima ad una montagna piena di neve senza avere con me gli sci (un mio giovanile incubo, tanto amavo – ed amo – lo sci!). E poi potrò sempre dire che anche la mia bici ha fatto – oltre i 3000 veri sin qui, nella stagione – … altri 2000 km! In tal modo uguaglierà la nostra cara amica Lucia Bruni che 2000 km li ha pedalati davvero, da Roma a Bruxelles, fra fine giugno e inizio luglio scorsi, per celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma, quelli che diedero vita al processo di integrazione europea (v. numerosi post al riguardo).
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La piana di Metaponto – il cd Metapontino – era paludoso. Fu bonificato a a partire dal 1925 e nei primi anni della Repubblica (1950) fu oggetto della riforma agraria che intervenne su circa 42.000 ettari, attribuendo a singole famiglie di contadini appezzamenti di 7,5 ettari, dotati ognuno di una casa, riconoscibile ancor oggi per il porticato con due archi a 90°. L’esistenza della palude ha fatto sì che la storia e la cultura locale si siano sviluppate “arroccate” sui paesi in aree più elevate e soprattutto più arretrate rispetto alla costa. La terra del Metapontino è fertile, assai drenante, molto adatta all’agricoltura.
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Palazzo Doria-Tursi a Genova. Dal 1597 proprietà di Giovanni Andrea Doria che lo acquistò per il figlio cadetto Carlo, Duca di Tursi, al quale si deve l’attuale denominazione. Dal 1848 è sede del Municipio genovese. Tursi, comune lucano, famoso per le sue arance, le quali, si narra, salvarono dallo scorbuto la flotta di Andrea Doria, il cui figlio divenne poi Duca di quella zona. A me, genovese, non poteva sfuggire questo particolare, soprattutto passando in auto lungo il lungo perimetro della tenuta Visconti di Vimodrone / Doria), qui nella zona dove sto trascorrendo un periodo di ferie.
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Oggi, riposo, due volte in spiaggia, la mattina “presto” e il pomeriggio “tardi”, evitando le ore centrali. Barche a vela … un centro velico sulla spiaggia … tant’è, la tentazione è forte: gironzolo, ronzo, mi avvicino, attacco bottone. “Sa lei, mi da del lei, sono prprio fregato! – questa è autocostruita … la sto migliorando … lei se ne intende? Si? bene, che dice di questa soluzione, e di quella … ?” Amicizia fatta. Lavoriamo insieme, novelli ingegneri navali, anzi, velisti. Di dove sono io? Trento. Ah, ci sono stato, a Vezzano, alcuni miei parenti hanno una pizzeria … i due laghi, uno con la centrale elettrica (S. Massenza, n.d.r.), l’altro bellissimo (Toblino, n.d.r.). Come è piccolo il mondo … e poi vedete bene che è ero che “la vela unisce”!
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Quinto Orazio Flacco, più noto semplicemente come Orazio, è nato a Venosa nel 65 a.C., poco a nord di Potenza. Spero di riuscire a visitarne la città natale. Su questo poeta – a me molto caro anche per via delle sue Satire – potete trovare molto qui fra i miei post. Una per tutte: ad un amico che gli suggeriva di far custodire da sorveglianti l’onestà della moglie, ripose: “Quis custodiet ipsos custodes?” (Si, bello mio, la fai facile tu … ma chi controllerà i controllori?).
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Matera today (2017, aug 28th). “Svoltare a destra in via Ventesimo Settembre”, così¬ mi dice il navigatore Garmin. Ed io svolto in Via XX Settembre e parcheggio (parcometri Parkeon, a 0,70/h) . 1945: Einaudi pubblica “Cristo si è fermato ad Eboli” (non è arrivato a Matera! N.d.r.) di Carlo Levi, antifascista esiliato ad Aliano. 1948: Togliatti dice che è “la vergogna d’Italia” e aveva ragione, per come viveva la gente nelle grotte. 1950: un Trentino, tale Alcide De Gasperi, visita Matera. 1952: quel Trentino, per legge, trasferisce la gente delle grotte in nuove case popolari. 1982: inizia la rivalutazione dei “Sassi” e chi li aveva svenduti per poche lire inizia a pentirsi. Ad Alcide De Gasperi la città ha eretto una statua a grandezza naturale. 2017: con mia moglie, turisti a Matera.
Anni ’50 e ’60, persone peggio di animali. Mi chiedo: quante altre in queste condizioni in Italia e nel mondo? E quante, ancora oggi?
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La nostra guida (autorizzata) del Parco della Murgia Materana, Brunella Dottorini (339 6713735 – nikbru@libero.it) è preziosa. Ci fa vedere e capire cose che altrimenti avremmo solo “guardato”. La prima Matera, dell’età del ferro e del bronzo, in grotte in alto, al di là del canyon che oggi le separa dall’attuale città e dai suoi due Sassi (due quartieri: Sasso Caveoso e Sasso Barisano). In basso il canyon scavato dal torrente Gravina.
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Le grotte sono scavate nel tufo che poi non è di origine vulcanica quindi tufo non è, bensì roccia di sedimenti marini, arenaria, calcarea (scusate, non sono un geologo, ma una cosa è chiara: non è tufo). Abitazioni e chiese rupestri non perchè realizzate sulla roccia, bensì in quanto scavate nella roccia. Più che dalle chiese rupestri sono colpito dalla casa rupestre che abbiamo visitato: fino al 1952, condizioni di vita non umane. Oggi Città Capitale della Cultura. Ho chiesto a Brunella quali siano i commenti dei turisti USA, loro che la cosa più vecchia che hanno sono le pantofole della nonna.
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Le abitarono … fino a quando l’uomo non si decise ad abbandonarle, quelle caverne …
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Stanchi ma contenti, a pranzo. Per caso capitiamo dove avremmo voluto andare: alla “Latteria Rizzi” Via E. Duni, 2 , tel. 0835312058 – Degustazione formaggi, verdure grigliate, acqua minerale, coperto e caffè per due, ad un prezzo onesto. Ah … dimenticavo: abbiamo anche ordinato una bottiglia di vino rosato, sapete quello leggero, fresco, che mescolato con acqua frizzante diventa un’ottima bevanda e … ci portano una bottiglia di “Rosapersempre” con tanto di secchiello di ghiaccio. Ottimo, ma … quasi un vinsanto con i suoi 14 gradi! Siamo preoccupati di non finirlo … ma il proprietario, gentilissimo, si offre di prepararci un sacchetto da asporto per portarci a casa la bottiglia con l’eventuale imbevuto. Un indovinello per voi: quanto vino è rimasto nella bottiglia a fine pasto? Testimoni del nostro consumo ad alta gradazione, le nostre due simpatiche vicine di tavolo, le milanesi Daniela e Valentina, ballerine scatenate in vacanza a caccia di … feste da ballo e gare di ballo.
Matera. Fra giorni torneremo per visitare la cisterna della raccolta dell’acqua cittadina con i suoi 5 milioni di litri di acqua, pari a 5.000 metri cubi (se ho calcolato bene …).
Martedì 29 agosto 2017 – Ieri sera la luna era velata. Questa mattina fa molto freddo: 25°. E allora via, la prima biciclettata lucana! Ho fatto numerose scoperte:
- i cagnolini da guardia se piccoli, neri e slegati, raggiungono la velocità massima di 17 kmh, poi ho accelerato e li ho seminati;
- le case tipiche della riforma agraria;
- un’area agricola attraversata da strade “mitologiche”: Via degli Achei, Via Ettore, Via Priamo, Via Elena di Troia; Via Achille; etc.
- un inizio d’incendio, segnalato al 115;
- fichi d’india.
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Solo 21 km, ma sto studiando l’intrecciarsi delle strade, la collocazione delle buche sull’asfalto, quelle con il bordo vivo e quelle senza, il rispetto degli automobilisti verso i ciclisti, etc… Al rientro ho (ri)fatto colazione, questa volta con con fichi d’india e fichi “normali”. Domani persisterà il freddo: temperatura massima prevista: 30°.
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Pomeriggio in auto. Prima tappa a Policoro, dal concessionario Wilier (la mia mtb è una Wilier!) per alcuni acquisti ciclistici. Indi a Colobraro, un paese in salita (18%) alto sulla valle del Sinni. Vista splendida.
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Da qui per cresta (una strada un po’ asfaltata e un po’ no) attraversando un parco eolico, in 18 km a Tursi, dove l’ospitalità di una gentile ristoratrice genovese, Laura Tarelli del Bar della Croce ci ha salvato dalla fame, visto che il ristorante prescelto apre solo la sera. Infatti siamo saliti al Borgo arabo della Rabatana (Rabat in arabo significa borgo): altre grotte, altri panorami, altro vento (fino a 30 nodi!).
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Oggi, 30 agosto, fa veramente freddo! Alle 06,30 il termometro era sceso a + 23°! E allora, per scaldarsi, un giretto in bici, pochi km (20) ma a tutta birra, a Marconia a comperare i giornali. Poi – sempre a pedali – in spiaggia fino all’ora di pranzo (altri 10 km), ora alla quale il termometro segna solo 31°, grazie ad una robusta alternanza di brezze di terra e di mare.
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Le persone. Gentilissime tutte. Chiedi un’informazione, un suggerimento indeciso come sei fra un formaggio e l’altro, una indicazione qualsiasi: tutte ugualmente attente, disponibili, cortesi. Mi chiedo: ma se amano così¬ tanto la loro terra da essere ospiti eccezionali, perchè … perchè non la rispettano anche astenendosi dal riempire i bordi delle strade con bottigliette vuote, altri rifiuti del genere, fino anche con interi sacchetti di spazzatura? Ed anche facendo attenzione ai numerosi incendi “bordo strada”? E dire che qui – molto ammirevolmente! – si fa la raccolta differenziata dei rifiuti!
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Oggi, 31 agosto 2017. Esco in bici alle 07,00 (e mi accorgo che avrei bisogno di indossare un corpettino antivento! Evviva! fa freddo!). Esco in bici in cerca di idee, spunti, fotografie: insomma, esco per ” leggere” non un libro ma ciò che mi circonda. E ne ho trovati, di spunti! Eccome se ne ho trovati! Questo cartello, ad esempio, “I CAN NOT ENTER” che tradotto significa, detto da un cagnolino, “Io posso non entrare, quindi, se lo decido, posso ben entrare, a mia scelta, solo che nessuno mi obbliga a farlo”. Evvabbè, mica tutti sono “studiati” …
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Il cartello si trova all’interno di una vasta area privata, Il Porto degli Argonauti, quei tali partiti alla ricerca del vello d’oro, ma questi qui, mi sono detto dopo avere gir-pedalato all’interno dei loro molti ettari privati ed attrezzati a porto turistico, dopo avere visto che popò di barche vi sono ormeggiate … il vello d’oro, o quanto meno l’oro … questi qui lo hanno già trovato! Lo si era capito sin dalla strada (secondaria, pubblica ed esclusiva) di avvicinamento: asfalto e segnaletica perfetti, quasi totale assenza di rifiuti a bordo strada (uscendo dal quale la solfa sulle strade secondarie ricomincia: strada dissestata, rifiuti).
N.B.: la viabilità automobilistica sulle strade principali – direttrici lungo la costa o sue perpendicolari: ottima.
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L’interno del complesso, poi, a livello di Porto Cervo. Molto già realizzato, molto altro ancora in via di ampliamento, sia come villette che come (centinaia) di (ulteriori) posti barca. Ora … due considerazioni: va bene che al mondo ci sono ricchi e meno ricchi, e questo mi sta anche bene. Quello che non mi quadra è perchè il privato senta come sua la cosa privata e quindi la rispetti, mentre quando si rapporta con la cosa comune, cioè di tutti, cioè anche sua, la maltratti e getti senza alcun ritegno rifiuti d’ogni sorta per strada, al bordo strada, nelle pinete.
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Da Bene Pubblico a Bene Comune. All’amministrazione pubblica, poi (Comune di Pisticci) mi permetto di sottoporre un’idea: così come si è trovato l’accordo per arrivare alle concessioni edilizie etc. per il Porto Cervo Ionico di cui sopra, altrettanto si potrebbe fare per tracciare percorsi ciclabili nelle pinete e nelle strade poderali, e per una campagna di sensibilizzazione per il rispetto dell’ambiente, per incrementare il servizio di sorveglianza parchi e spiagge, etc., insomma, per la manutenzione di un Bene Pubblico ( = utilizzato da tutti) più alla portata di tutti e che, con l’apporto di tutti, potrebbe diventare un vero e proprio Bene Comune ( = realizzato con il contributo di tutti, in termini di suo rispetto).
La temperatura. In estate ha raggiunti 42° (eccezionale anche per la zona). Al nostr0 arrivo, sei giorni fa, 38°. Da due giorni fa freddo e oggi alle ore 14 abbiamo solo 30° ventilati che si reggono benissimo, anzi fanno un gran piacere.
La casa. Si trova quasi a metà strada fra il mare (6,5 km) e il paese di Marconia (7 km): pochi minuti per la spiaggia, pochi per i negozi. Noi ci andiamo anche in bicicletta. La costruzione di trova all’interno della zona padronale di una antica e attuale azienda agricola (devo intendere ora lavorata da operai e trattori). Un grande giardino quasi parco a disposizione, prato all’inglese, doccia (anche) esterna; lavapanni anche, vicino al forno a legna che se si vuole si può usare per braciolate. A fianco della lavatrice, lo stenditoio e … un bell’albero di fichi sui quali maturano giorno per giorno, i frutti necessari all’aperitivo o alle fette di prosciutto. Disponibili anche i fichi d’India ma bisogna saperci fare … Nella stessa costruzione della nostra, un altro appartamento: due camere matrimoniali (noi una) , due bagni (noi uno), una gran sala (noi una media). Volete i recapiti per venirci anche voi? Ve lo dirò alla fine di questo LP (LP = Long Post). Per ora vi dico solo che abitiamo in Via delle Tavole Palatine e aspettate che noi si vada a Metaponto che poi vi dire di che si tratta. La nostra sistemazione … certo, certo, lo so che anche in zona vi sono altri alloggi, magari più “formalmente pretenziosi”, ma il nostro è unico quanto a “spazio” e a “vera signorilità “. Signorilità … la è quella della padrona di casa, la ormai romana Donna (Domina, padrona) Marina; la sua e – sia pure su piani ovviamente diversi – quella del suo factotum locale Vito.
Prossimi argomenti: appunti di viaggio (di volta in volta); il vino; la cucina locale; i negozi; lo spazio.
Città di Bernalda, visita al Palazzo Margherita, casa della famiglia d’origine del regista Francis Ford Coppola.
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Pisticci, inizialmente normanna, poi crollata per frana (1650), ricostruita su tre colli. Qui a fianco, Pisticci la nuit.
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Oggi, 1 settembre 2017: 210 km da “casa” nostra (6,5 km dalla costa) alle Piccole Dolimiti Lucane e ritorno. Pieatrapertosa, salita a piedi sulle scalette irte al Castello che credo sfiori i 1100 metri. Indi il Volo dell’Angelo (v. in internet: scivolata su un cavo d’acciaio attraverso la valle!), da Pietrapertosa quota 1020 a  Castemezzano quota 859: 1415 metri di volata alla velocità massima di 110 kmh. Indi, “ritorno” da Castelmezzano quota 1019 a Pietrapertosa quota 888: 1452 metri alla velocità massima di 120 kmh! Costo del biglietto per l’intero circuito: singolo €35; la coppia €63,00. Ne vale la pena.
Qui a fianco: si nota che sono un (ex) alpinista di scuola, ma la schiena e le ginocchia un po’ rigide ne tradiscono l’età …73. (Evvabbè …).
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Hans Johannes Emil Dulfer (1982- 1915) è stato un ottimo pianista e alpinista tedesco. Oltre ai successi in arrampicata, ebbe notevole importanza anche per le innovazioni tecniche che introdusse. Le più¹ note sono la tecnica di discesa in corda doppia e la tecnica Dulfer per la risalita di fessure in roccia. Soldato nella prima guerra mondiale, morì il 15 luglio 1915 sul fronte occidentale.
Lo spazio. Tanto. Densità della popolazione limitata. Il territorio non è intensivamente coltivato come in Toscana: colline e colline “allo stato brado” tal che sono state ottime location per film girati in … Sicilia e Medio Oriente! I prezzi. Pesche e perchocche, €1,00 al kg; caffè e brioche, €1,80; un litro di ottimo vino, €1,60.
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Pranzo, nell’ottima trattoria da Spadino a Castelmezzano (una bistecca podolica – di bestie allevate allo stato brado -, un formaggio alla brace, due verdure alla griglia, pane, acqua minerale, 0,75 l. di eccezionale vino Aglianico, un dolce, una frutta (“Non ne abbiamo, abbiamo solo uva“… e allora? Alla grande con l’uva!) e due caffè¨, tot. €40,50 servizio compreso. Da non perdere! Aglianico, vino nero del Vulture, zona a nord di Potenza, decantato da Orazio, Lucano di Venosa. Orazio, quello del “carpe diem” che non vuol dire “goditi il momento” ma ” fai in modo di dare ad ogni giorno un significato positivo”. Per far questo, il poeta, appresa la morte di Cleopatra, se ne uscì con il famoso “Nunc est bibendum!”, ora si deve brindare … e con qual altro vino se non con l’Aglianico? “Aglianico”, inizialmente “Ellenico” nome greco poi mutato dai successori arabi.
SOCIOLOGIA DI UNA VACANZA
Oggi, 2 settembre 2017. In bici, in esplorazione. In campagna. Da quella d’una volta a quella d’oggi. Da bimbo in Toscana avevo co-vissuto per un mese l’anno con la campagna dei mezzadri: buoi ed aratro. Poi ho visto la fase successiva, quella dei trattori. Oggi vedo una fase ulteriore, quella delle scavatrici e dei camion a spianare colline. In parallelo, la cultura contadina emigrata: dalle tradizioni di padre in figlio alle Università ; dai contadini agli operai.
Rientro nella mia “casa” temporanea lucana, e sempre in bici, mi concedo un po’ di mare. con un libro: “Così parlò Zarathustra” di Friedrich Nietzsche. Non è¨ un testo facile, lo si legge molto lentamente, il libro “vi dura” molto. Oggi alcuni passi:
“I fichi cadono dagli alberi, essi sono buoni e dolci, la loro rossa pelle si screpola quando cadono … (omissis) … tutt’intorno è autunno e cielo puro e pomeriggio”. Ecco, mi alzo vado in fondo al prato a cogliere i fichi per la cena …
“I simboli perenni, immutabili, aboliscono il tempo: i migliori simboli debbono parlare del tempo e del divenire …” Penso ai nostri politici trentini, gli “Immutabili” …
“Da quando vi sono uomini , l’uomo ha gioito troppo poco: solo questo è il nostro peccato originale. Imparare a meglio gioire è per noi il modo migliore di disimparare a far male agli altri e ad escogitare cose che fanno male.” Penso a quanto non condivido la “valle di lacrime”, il “dolore che santifica”, i vari cilici fisici e mentali!
“La cattiva azione è un’ulcera, scoppia, la si vede: in tal senso è visibile e quindi onesta. Il pensiero meschino è come il fungo che opera lentamente, sotto traccia e alla lunga fa marcire il corpo”. E voi, gentili lettrici e cari lettori, ne conoscete di “pensatori meschini”? Io si e se volete ve ne presento alcuni.
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In mattinata, spiaggia di Policoro, liberazione di una tartaruga caretta-caretta dal nome Gabriella, curata da chi l’aveva trovata con un amo in bocca e plastica nello stomaco.
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Ah … dimenticavo: oggi ha piovuto!
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ITALIA SPA?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Agosto, 2017 @ 6:51 amDetto altrimenti: dicono di no, tuttavia … (post 2819)
Dice … l’Italia non è e non può essere gestita come una SpA, “se non altro perché – dicono – ogni SpA deve massimizzare il profitto economico e l’Italia no, non è questa la sua missionâ€. Ma esaminiamo la questione con un po’ più di attenzione.
Dico: ma quella la Spa (espressione napoletana, molto simpatica ed efficace) non è (più) il suo mestiere la massimizzazione dell’utile. Infatti essa porterebbe (come in parte sta già portando) alla esaltazione delle multinazionali; all’utilizzo dei paradisi fiscali; alla globalizzazione selvaggia; alla distruzione delle risorse naturali e della natura stessa (si vedano ad esempio: la morte dei ghiacciai; il disfacimento della banchise polare; la deforestazione amazzonica); alla strumentalizzazione dell’uomo lavoratore e alla sua demotivazione; alla crescita del divario fra pochi ricchissimi e molti poverissimi.
Dice, ma allora, quella la Spa oggi che tiene a che fa’? Cosa deve fare?
Dico: deve procurare la migliore qualità della vita ai suoi proprietari, finanziatori, fornitori, lavoratori e clienti, anche “a costo†di rinunciare a parte dei suoi utili economici. Deve essere un crogiuolo di innovazione, di miglioramento dei sistemi a partire dal Sistema Persona. Se tutto ciò fosse realizzato, ecco che la SpA (Maometto) si avvicinerebbe all’Italia (la montagna).
Dice: ma se Maometto non andasse alla montagna?
Dico: se Maometto non andasse alla montagna, potrebbe ben essere la montagna che potrebbe/dovrebbe andare a Maometto. Mi spiego. L’Italia potrebbe/dovrebbe avvicinarsi a certe metodologie proprie delle SpA, nelle quali si guarda sempre al “risultato†da raggiungere attraverso pianificazioni pluriennali. Mi spiego meglio con un esempio. In questi giorni “improvvisamente†ci dicono che nel paese, gli edifici non in regola con le norme urbanistiche sono oltre un milione. Mi chiedo: ma chi oggi sa che sono oltre un milione, strada facendo sapeva che erano 100 -200-300 mila etc. etc.. E allora? Fino ad oggi che si è fatto a parte i vari condoni per ridurre il numero formale degli edifici illegali? Non è con un condono che si impedisce alla valanga di raggiungere il quarto piano di un palazzo a Cervinia, solo per fare un esempio alpino di qualche anno fa.
Nella mia vita lavorativa, dall’età di 30 anni e per 35 anni io ho fatto il manager. Se fossi andato dal mio azionista a dire che “improvvisamente†la gestione a me affidata andava così male, sarei stato licenziato in tronco. Ugualmente se fossi stato responsabile di uno sgombero (tipo quelle recente a Roma) senza aver attivato le misure previste dalle norme aziendali, anche se non fossi arrivato ad incitare i miei dipendenti a spezzare il braccio ad un occupante.
Ecco, in questo l’Italia-Montagna dovrebbe/potrebbe avvicinarsi ala SpA-Maometto, cioè nell’adottare alcune sue regole, fra le quali la vor-mit-nach Kalcolation (verifica preventiva, concomitante e consuntiva) di ogni sua azione, con la riunificazione del potere con la responsabilità .
Il fatto è che … le leggi son, ma chi pon mano ad elle? Scriveva circa 800 anni fa tale Dante Alighieri … ovvero, ognuno ci pone mano ma … su quale piano mi permetto di aggiungere io? Ognuno su di un piano “superiore” a quelli di tutti gli altri …
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DIVERSAMENTE IN E-BIKE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Agosto, 2017 @ 5:39 amDetto altrimenti: c’è modo e modo di usarla      (post 2818)
E-bike, alias bicicletta a pedalata assistita, qui in sigla eb. Un vero e proprio boom, quello delle eb! In città , per turismo, per sport, etc. Ma chi e come le usa? Vediamo un po’ …
1 – Coloro che non andavano in bicicletta e hanno scoperto un piccolo scooter senza targa, casco, assicurazione, bollo. Costoro utilizzano la eb per spostamenti brevi: per fare la spesa, per andare “in centroâ€, per recarsi alla spiaggia. Costoro non hanno bisogno che la loro eb abbia una grande potenza e/o autonomia. In genere si avvalgono di citybike. Quando si cimentano con grandi salite, utilizzato il livello massimo di potenza e poco dopo la partenza rimangono a secco di … carburante!
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2 – Persone che già utilizzavano la bicicletta anche in vacanza per fare biciturismo, ma non molto allenate. Si tratta perloppiù di persone di mezz’età o anche di una certa età che viaggiano cariche di bagagli o che i bagagli se li fanno trasportare da apposite organizzazioni. Batterie da 11 AH e motori da 400 Watt.
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3 – Sportivi molto allenati che addirittura con le eb ci fanno gare o ciclo escursionismo in montagna (si leggano – reperibili anche in  internet - i Quaderni di cicloescursionismo del CAI Centrale). La loro bici è una mountainbike preferibilmente dotata di batteria da 18AH e motore da 500 Watt.
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4 – Infine c’è la “mia†categoria, quella di persone di una certa età (diversamente giovani), allenate, che hanno semplicemente “aggiunto†la eb alle altre loro bici (corsa e mountainbike) che peraltro continuano ad usare. Costoro grazie alle eb si concedono salite che altrimenti non sarebbero più state alla loro portata o veri e propri tour di molti e molti km. In genere prediligono la e-mountainbike, la utilizzano pedalando “in proprio†con energia – il che aumenta l’autonomia della batteria la cui energia sfruttano con parsimonia, cioè appena quel tanto che serve a “non soffrire” –  – e tuttavia avvertono l’esigenza di avere una seconda batteria al seguito per raddoppiare il raggio d’azione delle loro uscite. “Noi†ci accontentiamo di 11 AH e 400 Watt, soprattutto se … moltiplicati per due! (Avete capito che io stesso presto mi doterò di una seconda batteria).
E voi, in quale categoria di e-bikers vi riconoscete?
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CARO TRUMP TI SCRIVO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Agosto, 2017 @ 4:53 pmDetto altrimenti: … così mi distraggo un po’ … (post 2817)
Dai, Trump, non perdere tempo a cercare di farti dare dai social network i nomi dei frequentatori dei siti che ti criticano (sii superiore … de minimis non curat pretor) … piuttosto guarda la Cina che sta combinando … sta cercando di comperarsi l’Europa! Ed allora, dai, dacci una mano anche tu … aiutaci a convincere i nostri governanti europei (GB compresa) a costituire di corsa gli USE-Unite States of Europe! Poi, USA e USE insieme potremo resistere meglio alla degenarazione planetaria, dai … che ti ci vuole? Non ti pare che sarebbe molto meglio concordare con noi le condizioni di equilibrio planetario piuttosto che vedere noi Europei semplicemente come acquirenti dei tuoi areoplanini o come tuoi  (ulteriori) antagonisti? Cerca di avere questa visione d’insieme del mondo e non fermarti alla percezione sensoriale dei tuoi 50 stati!
Grazie per avermi letto e saluti alla Signora
Riccardo Lucatti blogger
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TERREMOTO A ISCHIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Agosto, 2017 @ 4:33 pmDetto altrimenti: fra i tanti aspetti, mi limito a sei sottolineature (post 2816)
1 – Il geologo Mario Tozzi: “Non è accettabile che un terremoto di questa limitata magnitudo provochi danni così rilevanti. Le case sono costruite maleâ€.
2 – Un ambientalista: “In tutti i terremoti sono evacuati anche gli ospedali che invece dovrebbero poter resistere alle scosse per curare i feritiâ€.
3 – I sindaci dell’isola congiuntamente affermano: “Non vi è nessun nesso fra l’abusivismo e i crolliâ€. Ah, ecco, allora siamo tranquilli! Cioè: per costoro il problema non è l’abusivismo (27.000 pratiche di condono su 60.000 abitanti, negli ultimi decenni!) ma che non si affermi che le case abusive crollano più delle altreâ€.
4 – Il presidente della regione Campania afferma: “Occorre demolire le costruzioni abusive edificate non per necessità “. Ah, ho capito, ora inizia la corsa alla certificazione di necessità … evvabbè, chi avrà un santo in paradiso avrà la sua bella certificazione, oppure no … facciamo così: creiamo due enti nuovi, uno per certificare ed uno per verificare chi certifica, ecco … così funzionerebbe, non pare anche a voi? E poi vuoi mettere … tanti bei nuovi posti di lavoro!
5 – La TV: “Per sistemare tutti gli edifici in Italia occorrerebbero 850 miliardi di Euro. Troppi”. Ed allora mal comune mezzo gaudio, alla via così … (Too big to finance it!) E’ un po’ come quando uno accumula un debito di centinaia di milioni verso il fisco e siccome sono tanti … be’ allora accontentiamoci di incassarne qualche decina, con un bel concordato … (too big to cash it, troppo grande perché lo si possa incassare).
6 - Io: Ischia fa parte di un pericoloso triangolo sismico, insieme ai Campi Flegrei e al Vesuvio. E se si svegliasse quest’ultimo, con tutte le case sui suoi versanti ed una intera città ai suoi piedi? Mi domando: ci siamo preparati a questa evenienza? Oppure anche in questo caso vale il too big to think about it? Troppo grande perché ci si possa pensare? Un mio amico napoletano verace mi dice che molte case a Napoli sono state costruite con i blocchi di tufo estratti da un’area sulla quale poi sono state edificate le case stesse, fatti salvi i muri perimetrali: praticamente fondamenta di … vuoto!
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PROVA MOTORI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Agosto, 2017 @ 4:08 pmDetto altrimenti: … in E-bike!        (post 2815)
Prima di partire per ferie non espressamente ciclistica (1), mi sono concesso una pedalata tanto per vedere l’autonomia dei miei due motori: 1) le gambe; 2) il motore elettrico della bici!
- Ciclista: io, 73 anni, 78 kg (5 di troppo), 2700 km sino a qui nella stagione, di cui 700 con E-bike
- Bicicletta: Mtb
- Pneumatici da fuori strada
- Percorso: interamente asfaltato
- Motore: Bosch 400 Watt
- Batteria: 11AH
- Consumo elettrico: 98%
- Km. percorsi: 71,51
- Dislivelli totali in salita: 1100 m
- V max: 51,1 kmh
- V media: 14,9
- T: 4h 48’
- Soste: una al bar; due per due foto
- Alimentazione: una barretta, un tè, un litro e mezzo di acqua e sali
Oggi, martedì 22 agosto 2017, parto da Riva del Garda (h 08,15) e attacco subito la salita del Passo del Ballino sulla SP 37 (via Pranzo): 15 km per 700 metri di dislivello complessivi. Prima foto: salendo, ad un certo punto puoi immetterti su una ciclabile parallela alla strada. Attenzione: l’innesto non è assistito da alcuna segnaletica orizzontale! Raggiunto il Passo, indosso una ventina e scendo di volata sulla ex SS 421 sul versante opposto (sosta al bar dell’Hotel la Pineta), supero Fiavè (669 m) e raggiungo quota 600 m. Inizio quindi a salire sulla SP5 verso Cavrasto (732 m) e proseguo sulla SP 222 per altri 6 km fino al Passo del Duron (1004 m). Fino a qui ho utilizzato soprattutto la modalità tour e qualche volta la eco. Consumo complessivo, 75%. Inizio la discesa e il consumo sale all’80% (una sola “tacca†residua†su cinque), per cui disinserisco il motore e procedo a sola forza di pedali.
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Il programma iniziale prevedeva la mia discesa sul versante opposto fino a Tione, quindi – per evitare le gallerie della ex SS 237 fra Tione e Ponte Arche – la risalita da Tione sulla SP 34 a Ragoli – Stenico per ricongiungermi alla ex SS 237 subito dopo Villa Banale, in direzione Sarche-Riva del Garda, per un totale di 85 km. La scarsità di corrente elettrica mi ha suggerito di ridiscendere il Duron dallo stesso versante e raggiungere direttamente Ponte Arche per la SP 5. A quel punto avrei voluto avere una delle mie bici non elettriche non avrei esitato a finire il giro: ma a quel punto senza la E-bike io non ci sarei arrivato. Infatti spingere una E-bike (25 kg) anche a 20 kmh in pianura senza vento contrario mi riesce facile ma in salita o con il vento contro, quei 15 kg in più contano e non poco.
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Qui ho utilizzato un poco di aiuto elettrico per raggiungere il tratto di ciclabile che costeggia la strada ex SS 237. Attenzione, seconda foto: l’immissione su questo tratto di ciclabile non è assistita da alcuna segnaletica orizzontale! Nella foto, l’accesso alla pista è là , in corrispondenza del divieto di transito per tutti, ciclisti compresi,  così se ci scappa il morto … noi ve lo avevamo detto! Una vera “talianada”!
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Nelle due foto sopra, la diversità sta nei due cartelli stradali: uno di “Pista cilopedonale”; l’altro di pista (si scoprirà entrandovi, che è anch’essa ciclopedonale) alla quale è tuttavia vietato accedere in questa direzione, anche se poi, entrando, sull’asfalto sono segnate le due direzioni. Le accomuna la mancanza di strisce ciclopedonali di attraversamento.
Ripresa la ex SS 237 (innesto pericoloso!) dopo due km mi immetto (finalmente!) sulla splendida ciclabile del Maso Limarò (attenzione: nonostante la segnaletica, il Maso è chiuso!) e in volata, dopo altri 2,5 km di tornanti sulla stessa 237, raggiungo Sarche (sono a 25 km da Riva). Indi ciclabile: Sarche-Pietra Murata; ex SS 45 bis: Pietra Murata-Centrale Fies; Ciclabile: Centrale Fies-Dro-Ceniga Ponte Romano; semi ciclabile: Ponte Romano-Arco; ex SP 45 bis: Arco-Riva del Garda (la scelta del percorso da Pietra Murata a Riva vi sarà sembrata un po’ arzigogolata, ma è stata la più veloce, dovendo io rientrare a Riva del Garda per pranzo alle 13,30 dove poi sono arrivato alle 13.40.
Il tratto più faticoso? Le salite, direte voi! E invece no. La maggiore fatica l’ho provata nei 25 km da Sarche a Riva del Garda, con una bici da 25 kg, pneumatici da fuori strada su asfalto, nessuna assistenza elettrica e soprattutto un forte vento contrario (la famosa Ora del Garda!).
Morale: la E-bike mi consente di continuare a fare non dico le scalate d’una volta ma almeno qualche bella salita; oppure giri di oltre 120 km (purchè senza “salitacceâ€), pedalate che l’età e la salute non più perfetta (bronchitina cronica, % SpO2 = 92-95) non mi consentirebbero più di regalarmi.
Grazie, E bike!
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(1) Destinazione Metaponto, Macerata e dintorni, vacanza culturale non molto ciclistica ma un poco sì … perché la mia mountain bike Wilier non elettrica me la porto: hai visto mai …?
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P.S.: tant’è … oggi … 24 agosto … il giorno prima della partenza per il Sud … ho guardato la mia Willy (Wilier, fabbrica triestina: WILIER = W l’Italia Libera e Redenta. lo sapevate?) … l’ho vista un po’ triste … voleva uscire … ed allora detto fatto: una cinquantina di km: Riva del Garda-Torbole-Arco-Ceniga-Drò-Lago di Cavedine e ritorno, con sosta in spiaggia per una rinfrescatina. Splendida la salita dopo Drò: nessuno sulla pista, il sole sui monti, il fruscio delle foglie del bosco e delle acque del Sarca.
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Una foto all’una ormai matura …
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… ed una alla testimonianza dell’ultima tempesta di vento
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Good Wilier everybody!
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