ASSOCIAZIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Novembre, 2017 @ 8:03 am

Detto altrimenti: alcune loro caratteristiche statiche e dinamiche         (post 2931)

Non ne conosco moltissime, partecipo ad alcune. Pertanto i ragionamenti che mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori non hanno valore statistico, ma solo limitato ed empirico, e se mi sbaglio mi corrigerete …

  1. Quanto all’età dei componenti, mi pare che nel maggior numero di casi ognuna abbia una sua propria (non positiva, n.d.r.) omogeneità: o tutti giovani o tutti … diversamente giovani. Mi spiego: mancherebbe una continuità nell’età degli associati la quale garantirebbe un loro rinnovamento e ricambio progressivo.
  2. Nelle associazioni di “diversamente giovani” quanto rilevato sopra è particolarmente grave: infatti il ricambio è assicurato da “persone ricambianti” della stessa età delle “persone ricambiate”. Il che non lascia ben sperare quanto allo sviluppo di medio/lungo termine dell’Associazione.
  3. Associazioni molto cresciute diventano … appetibili da parte di soggetti politici esterni, quale vetrina di loro maggiore visibilità: meglio invece assicurare una gestione nata e cresciuta all’interno.
  4. In alcune i componenti del Direttivo non si interpretano – come invece dovrebbero – anche come operativi, il che è un guaio perché non esiste una “direzione generale operativa”!
  5. In alcune Associazioni vi è un Presidente fac-totum il che genera accentramento che a sua volta è nemico dello sviluppo.
  6. IMG_0507In altre ancora è in corso il passaggio dal tipo precedente (n. 5) al tipo successivo (n.7)
  7. In altre – le migliori, ed io ho la fortuna di presiederne una (ideata da altri che mi hanno voluto loro Presidente) l’età degli Associati varia da 35 a 73 anni (evviva!); la volontà e l’azione operativa dell’Associazione si formano con il confronto, la partecipazione operativa ed il rispetto delle opinioni di tutti i componenti del Consiglio Direttivo sulla base di quanto espresso da tutti gli Associati; la crescita dell’Associazione è lineare e continua.

La maggiore “ricchezza” della “mia” Associazione consiste – oltre alla garanzia di una crescita lineare e continua – nella ricchezza (scusate il gioco di parole) delle sue espressioni, degli eventi che genera, dei contributi che offre a chi vi si avvicina: tutto ciò grazie alla ricchezza (e ci risiamo con le ripetizioni!), alla varietà, alla diversità ed alla conseguente completezza dei contributi che sono alla base della formazione della volontà e dell’espressione del sodalizio. E quando in essa talvolta capita che ognuno debba rinunciare ad un poco di se stesso, nello stesso tempo costei o costui si arricchisce  del moltissimo che gli viene dagli altri.

In sintesi: diversità, pluralismo, rispetto reciproco, trasparenza, perfetta corrispondenza fra l’idea inziale e la realizzazione finale,  … in una sola parola: democrazia vera e Bene Comune nel senso di un quid, il bene, costruito sin dall’inizio con il contributo di tutti, per diventare quindi anche un Bene Pubblico, Collettivo, cioè aperto a tutti e usufruibile da parte di tutti (il che è un’altra cosa, sempre positiva, ma un’altra cosa rispetto al Bene Comune).

Firmato: Riccardo Lucatti, Presidente dell’Associazione Restart Trentino

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Prossimo Evento Restart, al quale siete tutti invitati:

Martedì 5 dicembre 2017, ore 18,30 – Teatro Sociale, Trento: “Speciale Autonomia: e se Mentana avesse ragione? Riflessioni a confronto sull’autonomia speciale”. (Con la partecipazione di ospiti speciali).

Introduce il vostro blogger – Conduce Donatella Conzatti

(Entrata libera)

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FILOSOFIA SPICCIOLA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2017 @ 10:35 am

Detto altrimenti: … ma utile a capire l’oggi             (post 2930)

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downloadSpesso e anche recentemente io cito l’ aut-aut kierkegaardiano, ovvero l’importanza che il filosofo danese riconnetteva alla responsabilità personale e alla necessità di fare le proprie scelte. Oggi, purtroppo, vi sono molte persone che le scelte non le fanno ad esempio non andando a votare. E’ il caso delle votazioni al Municipio di Anzio: affluenza bassissima. Non vanno a votare perché … sono hegeliani, ovvero pensano che i conflitti siano alla fine mediati e scompaiano automaticamente attraverso un processo naturale che non richiede altra scelta individuale: “tanto nulla cambierà, tanto le cose andranno come vogliono andare”.  C’è un canto di Chiesa (“S. Maria del cammino)” che ha una strofa che mi piace moltissimo. Eccola: Quando qualcuno ti dice / “Nulla mai cambierà” / lotta per un mondo nuovo / lotta per la libertà.

Ecco, secondo me Kierkegaard batte Hegel 4 a zero!

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AUTONOMIA OGGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2017 @ 8:27 am

Detto altrimenti: qualche riflessione insieme, visto che ognuno potrà commentare quanto scrivo   (post 2929)

downloadChe senso ha? Quante volte rispetto ad un’azione nostra o altrui ci poniamo questa domanda! Ho  provato a dare una risposta qualche post fa scrivendo sul “Lavoro”. Senso immanente e senso trascendente. Senso immanente del mio lavoro: mentre lavoro provo soddìfazione? Mi senso utile, rispettato, valorizzato? Senso trascendente del mio lavoro: anche se durante il lavoro mi sento solo un numero strumentalizzato, tuttavia a fine mese percepisco o stipendio e quindi mantengo la mia famiglia. E quindi il mio lavoro ha un senso (trascendente, n.d.r.). E invece … dobbiamo evitare di vivere e lavorare  “a senso unico”.

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Evento Restart: martedì 5 dicembre ore 18,30, Teatro Sociale, Trento – Introduce il vostro blogger

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Autonomia. Senso trascendente: Mi sta bene perché la sua applicazione mi dà servizi pubblici migliori (scusate es schematizzo così, brutalmente … ma è per farmi capire).

Autonomia. Senso immanente (e qui casca l’asino, con il massimo rispetto per tutte le mie lettrici e tutti i miei lettori, ovviamente!): ovvero: mentre io la vivo, giorno per giorno, mi sento “autonomo”? Autonomo nel pensiero, innanzi tutto, o condizionato – per di più! – dall’idea della cosa più che dalla cosa, ovvero da una persona più che da quello che la persona ha fatto, fa o farà? (Che poi non va bene essere condizionati  nemmeno dalla “cosa”, sia chiaro!).

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Autonomia, autos nomos, darsi le leggi da soli: ma io sono sicuro che quando esprimo un voto, il mio voto, il contenuto concettuale della mia espressione sia poi rispettato oppure vale anche qui la mancanza di vincolo di mandato per cui – eletti gli eletti – chi s’è visto s’è visto? In sintesi: la mia autonomia ha anche un senso immanente? Se lo ha, bene. Se non lo ha, provvediamo a che lo abbia. Altrimenti succederà su scala locale quello che è successo (in molti Stati) su scala nazionale e cioè – come ci ha recentemente ricordato Riccardo Petrella con il suo bel libro “Nel nome dell’umanità” (Ed. Il Margine, ottobre 2017) – che la “nazione”, ridotta ad una oligarchia, ha distrutto il “popolo”.

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Un altro libro da leggere: questo qui a fianco, di Luigi Sardi, di cui parlerò fra qualche post

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LUTERO E PAPA FRANCESCO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2017 @ 8:09 am

Detto altrimenti: quante cose non ci avevano detto a scuola … (post 2928)

downloadPericle? “Quello della repubblica di Atene …” (che poi abbiamo scoperto solo molti anni dopo che repubblica non era). Lutero? “Quello della lotta alla vendita delle indulgenze …” (ma niente o quasi sulla sua posizione “sociale” nella ribellione dei contadini o quale contributo alla riforma della Chiesa …). La riforma? Guai! Ed ecco il Concilio di Trento. Ma oggi … oggi grazie alla ricorrenza dei 500 anni della sua azione, finalmente se ne riparla di Lutero, e come! Ripassiamoci allora i caposaldi della dottrina:

  1. La salvezza non si ottiene a causa delle buone azioni ma solamente avendo fede nella Sua volontà salvifica.
  2. La grazie di Dioici fa compiere azioni buone, non sono le azioni buone che ci fanno raggiungere la grazia di Dio.
  3. Chiunque può sviluppare direttamente la conoscenza delle Scritture.
  4. Per comprendere le Sacre Scritture non occorre la mediazione di concili o di papi; è sufficiente la grazia divina.
  5. Il papa non è infallibile.
  6. I sacramenti sono ridotti al battesimo e all’eucarestia, gli unici istituiti da Cristo stesso.
  7. Per ricevere la grazia divina non occorre la mediazione di un clero istituzionalizzato.

E oggi? Oggi chi vuole “riformare” la Chiesa nel senso di un ritorno ai Vangeli (Papa Francesco) viene sospettato di eresia. Già proprio così. Vi è una (per fortuna piccola) parte del clero che gli dice (e scrive): “Francesco, tu stai sbagliando”. A parte che affermando che il papa sbaglia sono essi stessi luterani (v. precedente n. 5) … a parte ciò, mi chiedo: sbaglia Francesco quando

  • dice “chi sono io per giudicare persone dello stesso sesso che si amano?”
  • dice “Buonasera fratelli”?
  • si fa risuolare le scarpe per risparmiare?
  • guida la propria auto (utilitaria)?
  • non vuole la scorta?
  • allontana i preti pedofili?
  • condanna il lusso dei cardinali?
  • accoglie migranti, senza tetto e separati?

download (1)Eppure, l’11 agosto scorso, un gruppetto di alti prelati gli ha indirizzato una lettera per correggerne l’azione: la “Correctio filialis de haeresibus propagatis” (Correzione filiale in ragione della propagazione di eresie), lettera al la quale Papa Francesco non ha ritenuto di rispondere e che perrtanto, per ripicca, è stata resa pubblica. In essa si afferma che il Papa ha sostenuto sette tesi eretiche in materia di matrimonio, vita morale, sacramenti (“Acli Trentine”, 11/2017, pagg. 14,16). E invece no. Papa Francesco non si lascia intimidire e sconvolgere una Curia abituata a comandare, condizionare e spesso a nascondere: ricordate il manzoniano “sopire, troncare, troncare sopire molto reverendo padre …”? E invece no. Papa Francesco non si lascia “troncare” né tanto meno “sopire”. Per nostra fortuna.

download (2)E poi, la “politica” di Papa Francesco, vediamola un po’ sotto un profilo laico: è la sola che potrebbe regalarci la pace nel mondo, la fine delle guerre e delle enormi disuguaglianze, il rispetto della natura, l’accoglienza reciproca … a prescindere dall’appartenenza religiosa. E allora, perché no? A me piace considerare, valutate e apprezzare Papa Francesco anche come capo politico di uno Stato, lo Stato Città del Vaticano, che come tale interviene – al pari dei suoi colleghi – anche nelle questioni internazionali e “civili”. Concludo questo mio post serio citando un episodio della vita del genovese (come me) Don Gallo. Contestato dal suo vescovo perché frequentava drogati, delinquenti e prostitute, rispose: “Gesù Cristo ci ha insegnato ad essere vicini a chi più ha bisogno di lui”. Al che il vescovo: “Ah, ma allora … se lei la mette su questo piano …”. E Don Gallo: “E su quale altro piano dovrei metterla?”.

Bravo Papa Francesco, bravo Don Gallo!

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MOSTRA FOTOGRAFICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Novembre, 2017 @ 9:22 am

Detto altrimenti: una “personale” del vostro blogger         (post 2927)

(Le foto sono mie salvo i sgg. numeri: n. 19, di Sergio Tait, Trento; n. 20, di Lucia Bruni e Cesare Pedrini, Bologna)

 

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1- Natura morta e cucinata

 

 

 

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2 – “Cornuto” a chi?

 

 

 

 

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3 – Ombre a pedali 1

 

 

 

 

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4 – C’era una volta 1

 

 

 

 

 

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5 – Ombre a pedali 2

 

 

 

 

 

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6 – Ombre a pedali 3

 

 

 

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7 – C’era una volta 2

 

 

 

 

 

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8 – Camogli: interni

 

 

 

 

 

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9 – C’era una volta 3

 

 

 

 

 

 

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10 – Camogli: esterni 1

 

 

 

 

 

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11 – Camogli: esterni 2

 

 

 

 

 

 

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12 – Palafitte

 

 

 

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13 – Acqua corrente in camera

 

 

 

 

 

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14 – Mamma

 

 

 

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15 – Autunno 1

 

 

 

 

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16 – Autunno 2

 

 

 

 

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17 – Autunno 3

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18 – Autunno 4

 

 

 

 

 

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19 – In secca a Riva del Garda

 

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20 – Ombre a pedali 4

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21 – Controluce in Piazza Duomo a Trento

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22 – Fiori d’autunno in controluce

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Fine della mostra (per ora)

 

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LAVORO 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Novembre, 2017 @ 7:48 am

Detto altrimenti: il nuovo Vangelo       (post 2926)

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Ultime due domeniche. Il Vangelo secondo Matteo. Le dieci ragazze, cinque delle quali senza l’olio per le loro lampade. Il terzo servo che non fa fruttare il talento affidatogli dal padrone. Persone “inutili” nel senso che “non hanno programmato intelligentemente il proprio futuro”.

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Oggi, solo in Italia, ci sono – loro malgrado – tre milioni di persone “inutili” alle quali non è consentito – come invece vorrebbero – programmare intelligentemente il proprio futuro. I moderni  “inutili” sono le Persone che hanno perso anche la speranza di trovare un lavoro e che quindi hanno addirittura smesso di ricercarlo.

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Luciano De Crescenzo, “Così parlò Bellavista”, romanzo del 1977, film del 1988. Chissà quanti lettori/spettatori conoscono il libro “Così parlò Zarathustra” di Friedrich Nietzsche … tanti? Pochi? Non so. Sta di fatto che già nel 1977 De Crescenzo faceva dire ad un personaggio che “essendo io stanco e stufo dopo avere inutilmente inviato centinaia di domande e curricula e partecipato a non so quanti concorsi …venissero loro a chiedermi di accettare un lavoro”.

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downloadOggi, in Italia, viviamo di percentuali e algoritmi: l’occupazione è cresciuta del tot %, il rapporto debito/Pil è migliorato/peggiorato del tot %, la pressione fiscale è salita/scesa del tot %, etc.. Travolti, ubriacati dalle percentuali, perdiamo di vista la necessità, il dovere, di dare centralità di un problema: quello di dare centralità ad alcuni problemi – perdonate il gioco di parole – come quello qui sopra adombrato, dei tre milioni di Persone “inutili”. Al riguardo mi chiedo: è prioritaria la spesa di 25 miliardi annui (budget 2018) per gli armamenti per la difesa esterna (cacciabombardieri F35 in testa) o la soluzione del problema dei tre milioni di Persone “inutili”? Burro o cannoni, direbbe l’economista Paul Samuelson …

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LAVORO 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Novembre, 2017 @ 8:28 am

Detto altrimenti: il lavoro, un problema bifronte           (post 2925)

  1. La mancanza di lavoro. Primo problema. Ma oggi voglio cercare di ragionare sul secondo problema, quello del …
  2. … senso del lavoro.

Il lavoro ha un doppio senso: il senso trascendente e il senso immanente.  Mi spiego. Spesso di un’azione ci chiediamo “Che senso ha fare …?”. Ecco, che senso ha fare quel tale lavoro? Innanzi tutto ha un senso trascendente: lo faccio perché “con quanto deriva dal  mio lavoro” a fine mese mi pagano ed io posso pagare l’affitto, il mutuo, sostenere la mia famiglia, concedermi qualche svago, etc… Fino a qui niente di male, anzi … lavoro perché ho uno scopo, un obiettivo da raggiungere.

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Un traguardo semplicemente “non ancora” raggiunto!

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Ma non basta. A fianco del senso trascendente deve esistere anche un senso immanente: lavoro perché “nel mio lavoro, durante il mio lavorare” realizzo qualcosa di utile, di duraturo, di significativo per me e per gli altri … perché il mio lavoro è frutto dell’intelligenza, dell’ingegno, della creatività … poche o tante che siano queste doti in me.

Orbene, la fame di lavoro ti fa ricercare e accettare un lavoro qualsiasi, purchè sia in grado di dare un senso trascendente alla tua vita (v. sopra). Tuttavia se dopo ti viene a mancare il senso immanente, tu lavori di malavoglia e vivi male. Ecco … vengo all’oggi. La nostra “economia del lavoro”, la nostra “globalizzazione”, il nostro “libero mercato”, la nostra “automazione computerizzata” troppo spesso uccidono il senso immanente. E chi lavora vive male.

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imagesRicordo. 50 anni fa. Il mio primo lavoro. In banca, una grande, grande banca. Io, liceo classico e laurea in giurisprudenza. Mi sento dire dal capufficio: “Dottore, mi meraviglio di lei, la fiche è già a quadro” (quel tale intendeva dire che il foglio contabile era già stato registrato nella contabilità della banca). A me che chiedevo cosa significassero quelle parole che non riuscivo a capire, il capufficio rispose: “Lei non è pagato per capire, ma per lavorare”. Dopo qualche tempo andai alla Direzione Centrale della mia banca e ottenni di essere inserito nel gruppo (ristretto) dei dipendenti “in istruzione sul lavoro”. Dieci filiali diverse in tre anni. Appresi tutti i servizi. Appena fui ben preparato, diedi le dimissioni e dopo due anni ero Dirigente Capo della Finanza Operativa della Direzione Finanziaria della maggiore società finanziaria italiana con uno stipendio multiplo di quello bancario d’origine. Grazie anche a quella grande banca.

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50 anni fa. Oggi una cosa simile non sarebbe possibile. Per cambiare lavoro oggi dovrei dedicarmi – oltre che alla mia preparazione professionale – anche e soprattutto al “lavoro della ricerca di un nuovo lavoro”, ovvero dovrei licenziarmi ed essere in grado di mantenermi per tot mesi/anni mentre frequento convegni, party, riunioni, ovvero mentre tesso una rete di relazioni. Il che per chi ha una famiglia e non vive di rendita è troppo rischioso. E allora?

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E allora ecco il messaggio che da queste righe lancio è duplice:

1) per i tanti capiufficio, dirigenti, “capi” in genere di società, di strutture, di Persone (la lettera majuscola non è utilizzata a caso): voi siete responsabili di riuscire a motivare le Persone che vi sono affidate le quali devono poter essere liete di venire a lavorare. Una Persona motivata lavora meglio, è felice, rende di più per l’azienda. Ecco, se io fossi il vostro super-capo, ove riscontrassi questa vostra capacità, vi premierei. Ove non la riscontrassi, vi licenzierei in tronco, perché dilapidate il primo, maggior fattore della produzione che non è il “lavoro comunque” né il “denaro comunque”, bensì la Motivazione delle Persone Lavoratrici (le lettere maiuscole … v. sopra). Per non parlare del capitale potenziale umano che distruggete …

2) per le Persone che hanno un lavoro senza senso immanente: allargate il vostro ambito a tutta la giornata e ricercate al suo interno il senso immanente della giornata.  Dopo tutto le ore di non-lavoro sono in numero maggiore delle ore-lavoro, anche se non siamo ai livelli individuati da Tommaso Moro (San Tommaso Moro) nella sua “Utopia”, di sei ore lavorative al giorno. Cosa? Mi dite che è un’utopia, una cosa irrealizzabile? No, amici, l’utopia è un traguardo semplicemente non ancora raggiunto! Coraggio!

P.S.: si narra un aneddoto. Il Gran Capo Contabile di una grandissima società è da una vita in quella posizione, depositario dei più grandi segreti dei bilanci, rigorosissimo e assai esigente nei confronti dei dipendenti. Ogni mattina, come prima azione del giorno, apre il cassetto di destra della sua scrivania, vi getta lo sguardo, lo richiude ed inizia il suo complesso lavoro. Muore. I suoi dipendenti, ansiosi di scoprire l’arcano, aprono quel cassetto. Dentro, un foglio: “Dare a sinistra, avere a destra”.

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FOTOPOST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Novembre, 2017 @ 4:28 am

Detto altrimenti: scattata con il mio solito telefonino …… (post 2924)

11 - SOLDATI“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Giuseppe Ungaretti in guerra … in trincea … scriveva nei suoi appunti: “Non c’è tempo … per niente … ogni istante può essere l’ultimo …”. Poesia breve questa che lui intitolò “Soldati”. Soldati “di guerra”, scriveva il Poeta; “soldati di pace”, scrivo io … oggi … i lavoratori precari, precari come le foglie in autunno. Poesia breve come quell’altra “M’illumino d’immenso”. Più breve di questa, tuttavia, si può: io ne ho scritto il seguito. tu t’illumini d’immenso? Ed io ho scritto “Anch’io”. Ecco la mia poesia! A parte gli scherzi (non bisogna mai trascurare il lato ironico della vita) mi dispiace che a suo tempo il premio Nobel sia andato solo a Quasimodo e non anche ad Ungaretti: quanto meno avrebbero potuto premiare due “pari merito”.

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NO ARMI NUCLEARI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Novembre, 2017 @ 10:24 am

Detto altrimenti: questo è un postaltrui, non è farina del mio sacco, per quanto concettualmente si …   (post 2923)

Uaooo! Mi trattano come un giornalista vero! Pertanto ricevo anch’io i comunicati stampa! Questo lo pubblico molto volentieri insieme all’invito a partecipare all’evento.

 Inizia 

Le Acli, CTA,  Ipsia e assieme alla Fondazione Fontana, Unimondo, Uspid e al Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani hanno organizzato per venerdì 24 alle ore 17.30 in via Roma 57 – IV° piano un incontro pubblico per dire anche loro NO alle armi nucleari.

 Vi sono stati, in quest’anno che sta per chiudersi, tre eventi importantissimi che riguardano il disarmo nucleare.

  • il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, siglato a luglio 2017;
  • il Nobel per la pace a ICAN (campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari) con sede a Ginevra e che  ha una direttrice svedese (37 anni, due lauree e molta determinazione) e che è a capo di una rete di 468 ong impegnate in 100 paesi. Il Nobel è stato dichiarato il 6 ottobre di quest’anno. Il Trentino segue da 20 anni la campagna con il portale Unimondo e con Rete Disarmo. Il suo giornalista Giorgio Beretta è infatti tra i massimi esperti italiani in tema di disarmo.
  • il Simposio internazionale sulle armi nucleari di Papa Francesco, il quale, dopo aver promosso un incontro di mediazione tra Corea del nord e Stati Uniti al fine prevenire una “via senza ritorno”, ha invitato diversi Nobel per la pace in Vaticano per dire NO alle ARMI NUCLEARI.

L’USPID (Unione Scienziati per il Disarmo) che ha formalmente sede presso la Fondazione Opera Campana dei caduti di Rovereto è tra i co-promotori del Simposio internazionale promosso da Papa Francesco dal titolo: “Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale”. L’organizzazione promuoverà, inoltre, ad Andalo il 31esimo Corso invernale internazionale che focalizzerà la sua attenzione sui rischi nucleari.

La società civile organizzata è infatti in disaccordo con lo Stato italiano il quale ha aderito al diktak Nato non presentandosi al voto del primo Trattato internazionale per la messa al bando delle armi nucleari. Un’occasione storica persa per un Paese che in più di un’occasione ha lavorato diplomaticamente nell’intermediazione. A chiudere l’incontro sarà Massimiliano Pilati che, come Forum Trentino per la Pace e i diritti umani, ha promosso a giugno “Economie di Pace” evidenziando un’altra contraddizione dello Stato italiano che spende sempre più in armamenti privando scuola e sanità di risorse fondamentali. Ulteriori informazioni www.aclitrentine.it

La cittadinanza è invitata all’incontro che è libero e gratuito.

Finisce

Di mio aggiungo: no alle armi. Ovviamente a tutte. Senza alcuna specificazione.

 

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MIGRANTI SCHIAVI IN LIBIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Novembre, 2017 @ 2:31 pm

Detto altrimenti: ma pochi mesi fa il nostro governo … un successo … con l’approvazione dell’UE … un accordo con la Libia … li fermiamo in Libia ….   (post 2922)

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                        €400,00

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Una questione di metodo gestionale di … esseri umani! Mi chiedo: pochi mesi fa, quando il governo italiano – lodato dall’UE – aveva iniziato a “fermarli in Libia”, non si era posto il problema di cosa avrebbe incontrato quella “materia umana” (uso provocatoriamente i termini lessicali utilizzati da un tale Eichman)? Io non sono né un politico né un governante, sono solo un ex manager. Se io, durante la mia lunga vita di lavoro, non avessi previsto conseguenze di tale portata a seguito di una mia decisione, sarei stato licenziato in tronco. Ora è intervenuto l’ONU: il nostro Ministro, che dice?

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P.S.: al mercato degli schiavi (documentato dalla CNN): un giovane robusto lavoratore? 400 euro.

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