LA SOLITUDINE DEI NUMERI … TROPPI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2017 @ 8:33 am

 

Detto altrimenti: dai che questo titolo v’intriga!       (post 2941)

downloadPremessa: trovate che io in questi giorni stia scrivendo molto? Sfido io, sono fuori sede, a Bologna, a fare il nonno e quando la neo nipotina Bianca (oggi è il suo primo complemese!) dorme … riempio gli spazi vuoti, visto che  vivo computer al seguito! “La solitudine dei numeri primi”? Un bellissimo romanzo di Paolo Giordano … ma a me interessavano “i numeri” ed allora mi ci sono rifatto solo per questo termine, eppoi (eppoi) sono certo che il titolo è incuriosente …

L’altro giorno a Trento parlavo con un giovane impiegato di concetto di un’azienda locale, neo promosso dal 5° al 6° livello (che poi si arriva all’8°! N. d. r.), che nel tempo libero arrotonda e  … aggiusta lavatrici! Mi ha detto: “Dottore  lei che è stato manager, lo sa perché c’è una suddivisione così articolata dei nostri livelli impiegatizi? Perchè, ci devono poter motivare continuamente ed allora anche se la differenza retributiva fra il livello minimo e quello massimo è veramente poca cosa, basta che la suddividano in tanti gradini ed il gioco è fatto”. Ah, ho capito … (comunque il CCNL non l’ho fatto io …!).

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download (1)Ritorniamo al post precedente, per scrivere il quale io stesso sono andato a vedermi in internet i diversi gradi dell’Arma dei Carabinieri: una proliferazione notevole, così possiamo accontentare tutti: d’altra parte anch’o quando ero dirigente alla Stet (Capo della Finanza Italia), il mio capo era un Direttore Centrale (anche se fra me e lui nella scaletta c’erano due gradi: Vice Direttore e Condirettore centrale) che però lui aveva come capo ciaveva (ciaveva) un Direttore Centrale Superiore  che sopra ciaveva un Vice Direttore Generale (o più d’uno), che sopra ciaveva un Condirettore Generale (o più d’uno) che sopra ciaveva  Direttore Generale (o più d’uno), che però io e il mio capo riferivamo anche direttamente al Presidente Amministratore Delegato Carlo Cerutti. Ma allora … perchè?

E il Gen.le CC Gallitelli, evocato da Silvio Berlusconi come possibile primo ministro, che generale è? Sicuramente un Top … anzi il Top Generale … Comunque a me non mi (a me non mi) andrebbe bene perché troppo “monoculturale” da una vita. Mi scusi, Signor Generale … Intendiamoci: mica sono “contro” l’Arma, io figlio di un CC, io che alcuni post fa lamentavo che la finanziaria 2018 riduca il vostro budget di spesa!

download (2)Ma c’è un altro, diverso motivo che induce alla proliferazione dei numeri: quello che “prolifica” il numero dei componenti di una assemblea. Se i componenti sono tanti, anzi tantissimi, la maggior parte è solo massa inerte manovrabile e a gestire il tutto è una oligarchia intelligente che naviga con esperienza fra le mille banalità espresse dalla massa. Infatti, se i componenti sono tanti, se poi alle riunioni partecipano in pochi, quei pochi fanno votare a maggioranza (dei pochi) decisioni che poi si vendono come espressione della maggioranza dei molti. Ed il gioco è fatto.

Concludo: non sarebbe meglio semplificare questi sistemi dei numeri … troppi?

 

 

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SESSANTA POST ALL’ALBA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2017 @ 7:54 am

Detto altrimenti: all’alba dei tremila!               (post 2940)

50px-Carabinieri-OW-5.svgUna volta era obbligatorio. Il servizio di leva. In casa mia: “Ti laurei, fa” il militare, ti sposi …” Tutto secondo i canoni. I corsi di laurea erano in numero molto inferiore a quello di adesso: lauree classiche suddivise fra materie letterarie e materie scientifiche. Per due “statali” come i miei genitori (maresciallo maggiore dei CC, oggi sarebbe “Luogotenente”; insegnante) per i figli il massimo era il traguardo di ingegnere, medico, avvocato. E i miei ce la fecero: un ingegnere, un medico e un … manager, io (evvabbè …). Ma questa è un’altra storia. E allora restiamo in tema: il servizio militare. Naturalmente sottotenenti di complemento, i primi due figli. Mio fratellino no, il terzo figlio era esonerato.

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Cappello di una “matricola”, una “burba”, alias “capela”: penna diritta

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I “najoni”, i soldati (per me gli alpini) contavano i giorni al congedo: quanti all’alba? Tot io … tot tu. Ed ecco l’espressione di cui al titolo del post. 60 post all’alba dei tremila. Sei anni fa … quasi … dal 6 dicembre 2011 scadrebbero il 6 dicembre 2017 e per quella data mica ce la faccio io a raggiungere formalmente quota tremila.

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Cappello del congedante, penna “stanca” …

Però … mi sono detto, senti un po’: intanto i tuoi post sono molto lunghi, quindi, sostanzialmente puoi farti questo “abbuono”. Poi potresti anche fare slittare la scadenza all’anno intero, ovvero al 31 dicembre. Infine potresti “trassare” – trassare, che in dialetto del Piemonte dove ho fatto il Sergente Allievo Ufficiale di Complemento e dove poi ho lavorato cinque anni – significa truffare e cioè alla fine, in zona Cesarini, regalarti un “post jolly” che valga quel tanto da saldare il conto.

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Si, vabbè … è lunga ma c’è chi la fa con il trenino …

Ma insomma, mica si scrive per il “numero” vero? Certo, si scrive per i contenuti e quelli i contenuti (quelli i contenuti, simpatica espressione napoletana) non mancano certo. Un esempio? Questa mattina mi sono detto: che gli racconto alle mie lettrici e ai miei lettori? L’idea ce l’avevo, quella dei “numeri eccessivi” dei componenti di una assemblea, dei gradini di una carriera, di ogni altra “scaletta di percorso” sia essa impiegatizia, parlamentare, di partito o d’altro. Ecco, ecco qui il tema del prossimo post, e così già questa mattina sono due”

Al prossimo post, dunque!

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BICI O AUTO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2017 @ 4:01 pm

Detto altrimenti: auto o bici?   (post 2939)

download (2)Il mondo era delle auto. Era e fra poco lo sarà sempre di meno … almeno nelle città. Aumentano le biciclette, in tutta Europa (tralascio Cina, India e USA, mi basta occuparmi degli affari nostri …). Con l’avvento delle biciclette a pedalata assistita poi … è un vero e proprio boom. E allora, che fare? Il mondo delle auto reclama la primogenitura e accetta benevolmente che il traffico ciclistico sia governato “per differenza”. Ovvero …

… ovvero a noi automobilisti la precedenza, tutto è permesso, salvo le eccezioni (ovvero le regole fatte apposta per i ciclisti). Volete mettere quanto siano pericolose le biciclette sui marciapiedi? E quelle che pretenderebbero il doppio senso di marcia solo per loro, quando invece alle auto non è ammesso? E l’eccesso di velocità dei ciclisti sulle piste ciclabili! Ma dai … cose fuori dal mondo! Cosa? Che dici? Che noi automobilisti superiamo quasi sempre i limiti di velocità? Che non rispettiamo quasi mai la distanza di sicurezza? Ma … guarda quello davanti a me, sta procedendo a 40km all’ora, una lumaca! Cosa? C’è il limite di 30? Vabbè, ma mica si può … sai come gli direbbero a Roma ? “Ahò … quello è morto e ancora nun je lo ha detto nessuno!” Dai … eppoi se io rispetto la distanza di sicurezza vi sono altri che si infilano fra me e l’auto che mi precede, mica posso tolleralo, mica posso!

download (1)Ecco, scherzavo … l’avrete capita dai … non fate quella faccia arrabbiata … il fatto è che occorrerebbe ripartire da zero (zero base budget, dicono in USA), a bocce ferme … occorrerebbe riscrivere il Codice della Strada rispettando la par condicio di tutti i suoi utenti … anzi, nelle città iniziare così: “La circolazione primaria è quella dei pedoni e delle biciclette. Queste le regole … Poi vi sono anche le automobili, che per potersi inserire nel traffico ciclistico e pedonale devono attenersi alle seguenti regole …” Utopia la mia? Certo! Però attenti gente! L’utopia non è un traguardo irraggiungibile, bensì un traguardo semplicemente non ancora raggiunto. Non ancora …

E smettiamola di chiamarli velocipedi, nel codice della strada!

 

 

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INFORMATION POST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2017 @ 3:28 pm

Detto altrimenti: ci imbrogliano ugualmente, ma almeno sappiamo come!   (post 2938)

Da Cima Paganella - I Laghi di Cavedine e di Garda

Da cima Paganella verso il Garda: la foto non c’entra per nulla,  l’ho messa solo per incuriosirvi, per attrarre l’attenzione, ora che si comincia a sciare …

Esiste un software che in una frazione di secondo esamina l’andamento dei mercati, della politica mondiale, del clima, delle guerre … insomma, di tutte le variabili che influiscono sul prezzo delle azioni e di titoli di debito-credito e quindi decide acquisti e vendite di masse enormi di azioni e dì titoli, movimentando in frazioni di secondo miliardi e miliardi di denaro. Questo software si chiama TFAF – Trade Facilitation Agreement Facility e in USA gestisce già il 70% di tutte le transazioni finanziarie. Chi lo sa utilizzare, guadagna. Gli altri no. Questo algoritmo è uno degli strumenti che la governance del mondo utilizza per governare più dei governi. Ora, indipendentemente da ogni giudizio tecnico e/o morale sull’algoritmo, qual è il significato di tutto ciò? Semplice: che la finanza non è più uno strumento per la conduzione delle aziende (e – perché no? – anche delle famiglie) ma uno strumento di speculazione economica, utilizzato per fare utili a prescindere dall’andamento dell’economia reale.

download (2)AMARCORD, mi ricordo … ieri le banche, bene; oggi le male banche … che delusione! Da giovane (anni ’70) ero a capo della finanza operativa Italia della più grande finanziaria italiana, la Stet di Torino (Società Finanziaria Telefonica per Azioni SpA). Erano anni “duri”: stretta creditizia, costi del denaro alle stelle, rendimenti dei titoli del debito pubblico ancora superiori, stretta valutaria e per di più, per il nostro gruppo, tariffe della maggiore concessionaria la SIP, bloccate! Le banche ci hanno assistito, chi più e chi meno … fra quelle con il segno “più” una banca di Milano, ricordo … il suo Vice Direttore Generale, ragionier R … quante operazioni insieme … una delle banche migliori. E poi, decenni dopo, apprendere che il suo presidente era finito in galera per finanziamenti illecito al re delle slot machine! Che delusione! E molte altre ancora che invece di “fare banca” (raccogliere risparmio e concedere prestiti) si sono messe a “fare finanza” ovvero a comperare e far comprare titoli anche “pericolosi”: utili nel brevissimo termine, forti perdite nel medio/lungo periodo! Ma sempre, grossi premi al top management bancario (!?).

Ma poi, che fine fanno le banche? Loro nessuna perché too big to fail, troppo rilevanti per essere lasciate fallire …  Ma  chi paga? Paga il contribuente che paga le tasse allo stato che ripiana le banche direttamente o che paga l’UE che ripiana le banche che a pagare sono anche io che la cosa mi dà un po’ fastidio  che io però che ci posso fare?

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NO ALLE ARMI NUCLEARI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2017 @ 7:53 am

Detto altrimenti: strumento prima di ricatto, poi di distruzione non” di massa”, bensì’ “di tutto” (post 2937)

 In questi giorni tre convegni (fra i tanti): uno, sul futuro dell’umanità (“Nel nome dell’umanità”, di Riccardo Petrella); un secondo sul rapporto fra scienza e Fede (Giovanni Straffelini); il terzo (Fabio Pipinato) contro le armi nucleari.

 1 – downloadDal primo ho imparato

  • che la prima industria mondiale è quella delle comunicazioni, seconda e terza a pari merito: medicine e armi (“Le armi fanno PIL”);
  • la necessità di promuovere il riconoscimento giuridico dei beni comuni pubblici mondiali, quali l’acqua, le sementi, l’aria, l’energia solare, la conoscenza, le foreste, la salute;
  • la riaffermazione del predominio dei governi sulla governance della finanza algoritmica;
  • l’affiancamento della mondializzazione istituzionalizzata dei poteri politici pubblici democratici alla globalizzazione forzata dei mercati.

 

 

Uno-e-Trino_large.

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2- Quanto al secondo, se qualcuno riuscisse a dimostrare scientificamente la ragione ultima (ultima) del perché la forza di gravità “tira” verso il basso, avrebbe dimostrato la non-esistenza di Dio (ma non ce la potrà mai fare!).

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 3 – E il terzo? Be’ … sul terzo non sono del tutto d’accordo, perché io a quel “No alle armi nucleari” toglierei quell’ultima parola (“nucleari”). Perché? Chiedi tutto, poi forse otterrai qualcosa … saggezza popolare, che volete mai? Sta di fatto che nell’ultimo anno l’Italia ha destinato circa 60 milioni di euro nell’intero anno alla difesa idrogeologica del territorio e 60 milioni al giorno agli armamenti: ma si può? E poi … dicevo … strumento di ricatto, di pressione? Già, perché i primi due della classe (USA e Russia) posseggono una quantità di bombe nucleari semplicemente plurimultipla di quella sufficiente a distruggere il pianeta. E allora … perché?

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            Diversi … molto diversi!

Papa Francesco è stato il primo Capo di Stato a sottoscrivere e a ratificare il Trattato contro le armi nucleari ed ha organizzato in Vaticano un importante Simposio con molti premi Nobel per la Pace.  La delegazione parlamentare trentina, a parte un parlamentare, ha seguito l’ “invito” della NATO anziché all’esempio di Papa Francesco.  E lo stesso giorno, un parlamentare trentino che ha votato contro il Trattato ha auspicato una formazione politica che si ispirasse all’umanesimo comunitario di Papa Francesco.

Quesito per le mie lettrici e di miei lettori: chi è il parlamentare trentino double face? Se proprio non riuscite a indovinare, scrivetemi all’indirizzo riccardo.lucatti@hotmail.it che vi darò alcuni indizi … 

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DEVE INTERVENIRE LA LEGGE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2017 @ 3:19 pm

Detto altrimenti: ma ciascuno di noi, nel frattempo, che fa ?                 (post 2936)

Tempo fa. Leggevo un giallo di un autore svedese. In un passaggio del racconto, il protagonista deve recarsi con estrema urgenza in una certa località. Guida veloce, ben oltre i limiti consentiti in quella strada e l’autore gli fa dire: ”Speriamo che nessun automobilista mi segnali alla polizia stradale …” Ecco, mio sono detto, in Svezia ogni automobilista si sente autorizzato – anzi in dovere – di far rispettare la legge e – evidentemente – la sua denunzia viene presa sul serio dalla Polizia.

E qui da noi? “Ma che te frega … fatti i fatti tuoi … Ecchè, sei forse un poliziotto? Deve intervenire la legge, lascia che intervenga la legge e la polizia.” Dice … è un fatto di cultura … Si, dico, ho capito, ma quand’è che è avvenuto il sorpasso (non automobilistico)? Cioè, quand’è e come è che noi, dominatori culturali del mondo (romano e anche medievale) siamo stati sorpassat e siamo passati dalle stelle alle stalle?

imagesNel frattempo, una proposta banale: che le case automobilistiche – di concerto con la Polizia Stradale – dotino le automobili di un particolare accessorio, ovvero di macchine cinepresa omologate che possano registrare i casi più clamorosi di violazione delle norme stradali: una per tutte, la mancanza del rispetto della distanza di sicurezza da parte di di quegli automobilastri che quasi ti “spingono” incollandosi ad un metro o due di distanza dalla tua vettura.

Utopia la mia? Certo, ovvero un traguardo semplicemente non ancora raggiunto!

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UNA CAVALLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2017 @ 10:14 am

Detto altrimenti: che fanno le cavallette in inverno?       (post 2935)

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Lei, venti giorni e qualche post fa … lei  la trovai semi intirizzita ed immobile fra le foglie e i fiori dei vasi del mio balcone.

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Ieri la cavalletta era attaccata allo stipite di legno della vicina porta finestra, probabilmente nella ricerca di un po’ di calore in più. Dopo un’ennesima notte al freddo (lei!) mi sono chiesto perché non fare qualcosa, perché non darle una mano. Ed allora l’ho fatta scivolare dolcemente dento un piccolo cestino e l’ho portata in casa. Alcune foglioline di insalata, un po’ di acqua, un pezzettino di pera sono a sua disposizione. Dopo solo un’ora non era più immobile. Mi riservo di dirvi come va fra qualche ora e fra qualche giorno. Auguri, cavalletta fuori stagione!

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CONCERTI RIVANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Novembre, 2017 @ 10:14 pm

 

Detto altrimenti: suonano i migliori alunni diplomati del Conservatorio!       (Post 2934)

Organizza: l’ Associazione Amici della Musica, Presidente il Prof. Franco Ballardini, che ha introdotto musicisti e brani. Ci ospita – come di consueto – la sede rivana del Conservatorio Bonporti di Trento (grazie!). Scrivo “ci ospita” perché io sono il tesoriere dell’Associazione, alias “vile meccanico (manzoniano) della penna”, come amo definirmi.

Il pomeriggio del 25 novembre è stata  la volta dei giovani.

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         Antonio, Cecilia, Arianna

Arianna Pati, chitarra classica, ha eseguito la Suite BWV 995 di Johann Sebastian Bach (1685-1750); indi di Heitor Villa-Lobos (1887-1959) la Suite populaire brasilienne. Semplicemente perfetta, Arianna (ti segnalo ad un mio amico carissimo, Carlo Fierens, associato alla nostra Associazione Amici della Musica, chitarrista classico attualmente negli USA, prossimamente a Bankok per un concerto, a maggio in Italia: vorrei che vi conosceste).

(In un passaggio di Bach mi è parso di riconoscere il ritmo di “Don Raffaè'”, la bella canzone di Fabrizio De Andrè (1990).  D’altra parte…  il Fur Elise di Beethoven ce lo siamo ritrovato nella canzone Passion Flower (USA 1941, in Italia negli anni ’60 con i Platters e poi con Mina).

E’ stata quindi la volta di Cecilia Maruelli al violino, accompagnata al pianoforte da Antonio Vicentini. I brani: Aaron Copland (1900-1990), Sonata per violino e pianoforte (1943) -. Arvo Paert (1935), Fratres (1980) – George Antheil (1900- 1959), il Presto dalla Sonata per violino e pianoforte n. 1. Bravissima anche tu Cecilia … peccato che non sia più con noi il nostro amato past  presidente Ruggero Polito, pianista e violinista alla sua tenera età di ottantanni: ti avrebbe abbracciato!

Mentre seguivo rapito la splendida esecuzione di questi giovani, un pensiero: la loro tenacia, il loro lavoro, la loro applicazione, i risultati che hanno raggiunto … ma soprattutto per me, semplice amante della Musica, la meraviglia del cervello umano, la sua sensibilità e la sua capacità di dominare milioni di note ognuna delle quali deve essere suonata tenendo conto di numerose variabili, per cui, applicando un semplice calcolo fattoriale, risulta che questi ragazzi dominano perfettamente anche a memoria miliardi di variabili. Al che mi auguro che da grandi si dedichino alla teknè politika, cioè all’arte di governare i propri simili, visto che a loro certamente non sfuggirebbero quelle fondamentali, semplici decine di importantissime variabili che invece a molti politici – anche europei – sfuggono, per cui alla fine, per risolvere un problema, si “tira a sorte” (v. l’Assegnazione dell’Agenzia della Sanità ad Amsterdam e non a Milano).

Ragazze, salutandovi vi avevo ben avvertito che il mio pezzo non sarebbe stato di critica musicale. Io posso solo fare un tentativo di valutazione delle vostre splendide persone … dovete accontentarvi!

E poi, di Antonio, nostro validissimo Vicepresidente, che dire? Che continua a collezionare diplomi di specializzazione uno dietro l’altro, una bravura che lui “indossa” con estrema semplicità e modestia, atteggiamento che lo rende ancora più meritevole sotto ogni profilo. Grazie anche a te Antonio.

Good music everybody e … alla prossima!

Scrive dagli USA Carlo Fierens: “Complimenti ai giovani musicisti e in bocca al lupo per la loro carriera! I brani affrontati da Arianna Pati sono veri e propri monumenti del repertorio: la Suite di Bach è complessa e articolata e quella di Villa-Lobos rappresenta una delle pagine più sentite e liriche del compositore brasiliano”.

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L’AUTONOMIA SECONDO LUIGI SARDI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2017 @ 10:59 am

Detto altrimenti: Autonomia ieri, oggi, domani … (post 2933)

(a seguito e integrazione del post precedente)

downloadMercoledì 22 novembre a Villazzano Luigi Sardi ha ripresentato il suo libro “1945 1946 dalla guerra all’Autonomia”. La sua è la testimonianza di un bambino, cronista, giornalista, scrittore, storico. Già … storico, perché non si dimentichi, perché si ragioni per il futuro conoscendo il passato. Passato, presente e futuro: noi orientali (purtroppo) viviamo soprattutto di futuro: faremo, avremo, programmiamo: ci alimentiamo di incerto. In oriente si dà maggior importanza al “certo” a ciò che è successo, documentato: al passato. Ed ecco invece Sardi l’ “orientale”, prezioso archivio storico, patrimonio dell’Umanità Trentina. Dice … patrimonio chi? Lui o il suo archivio? Ma il suo archivio, ovviamente! Lui è vivo e vegeto e che ci campi mill’anni ancora, altro che farlo diventare un archivio!

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9788834200292_0_150_0_75Dal suo libro, il primo germe dell’Autonomia, in un ufficietto del Vaticano, lo mostrò il politico Alcide Degasperi al giovane militare in divisa Edo Benedetti, aprendo sulla scrivania qualche foglio: “Ecco, questa è la cornice che dobbiamo costruire, entro la quale vivranno tre culture; italiana, tedesca e ladina”.

Altra gemma che Luigi ci regala, il confine al Brennero. Dice … chiaro: l’accordo Degasperi-Gruber. E invece no. Quell’accordo, una o due paginette, riguardava l’uso della lingua in Alto Adige. Il Brennero, un regalo della Russia che volle punire l’Austria per il totale insuccesso del neo costituito partito comunista austriaco e premiare in qualche modo i comunisti nostrani.

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Farina come idee, di chiunque, purchè non ne manchi (di farina e soprattutto di idee!)

Fino a qui tutta farina del suo sacco, non certo del mio. E allora, del mio sacco che ci metto? Eccomi a voi. Recentemente sono stato in gita di piacere in una valle austriaca, con tanto di trenino a carbone (per quanto … nuvolacce di fumo nero a ridosso delle case …nella ecologica Austria!?) e lago in quota. Tutto bello, tutto curato … anche troppo. Troppo nel senso di monoculturale, per me soffocante … non ci potrei vivere. E invece si in una Euregio pienamente attuata sì che ci vivrei, in una zona aperta allo scambio delle diverse culture che vi si trovano, culture che reciprocamente donano – ognuna – un po’ di se stesse e ricevono – ognuna – un po’ dalle altre. Arricchendosi tutte.

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Questo a livello (della nostra) Euregio. Ma se ampliamo la scala del ragionamento, la (poca) farina del mio sacco che mi permetto di aggiungere al ragionamento è la seguente. Abbiamo l’Erasmus per gli studenti? Facciamo un Erasmus anche per i Governanti. Che i nostri amici del sud del paese vengano a frequentare uno stage (di mesi!) qui da noi e che i nostri vadano in missione in Austria e Germania, tanto per limitare le spese della trasferta. Tutti a vedere “come eventualmente meglio fanno gli altri”.

download (1)Dice … ma sull’Autonomia, che ci dici? Dico quanto Luigi Sardi ha fatto notare presentandoci il suo lavoro, e cioè che se non stiamo su con le recie (sic) rischiamo di essere come quel vaso manzoniano di coccio costretto a viaggiare fra fasi di ferro. Ed allora, facciamo come Bolzano che “vive del passato” ovvero – basta guardare il telegiornale – “Abbiamo fatto, abbiamo realizzato, abbiamo deciso” ed essere un po’ meno trentini “Faremo, realizzeremo, decideremo”. Ma soprattutto la nostra Autonomia deve essere Autonomia del libero pensiero, della libera genuina espressione da parte di ognuno, del rispetto del pensiero altrui, della voglia e della capacità di “ambiare in meglio, di un rinnovo generazionale ad ogni livello, altro che “ispe dixit” e “quieta non movere”!  Chiudo con la Funivia del Bondone. Se ne parla dal 1902 (o 1904?) quando Cesare Battisti da Milano andò a Como e si entusiasmò di fronte alla funicolare di Brunate, per cui, rientrato a Trento, lanciò l’idea della Funivia del Bondone. 1902-1904. Ma dopo Cristo. Dice … ah … vabbè … dopo Cristo … allora non è poi così grave …

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LIBRI: AUTONOMIA, SCIENZA, FEDE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Novembre, 2017 @ 6:44 am

Detto altrimenti: Autonomia Speciale  e Fede         (post 2932)

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Villazzano (TN), Luigi Sardi, “1945-1946 DALLA GUERRA ALL’AUTONOMIA”, Ed. Reverdito, Trento, agosto 2016, 220 pagine, €12,50. Mi ha dedicato una copia con queste parole: “Al Re dei blog”! Luigi, un amico, anzi, un Amico. Una memoria storica, campi mill’anni ma quando Persone così non ci saranno più, che ne sarà della nostra Memoria? Gli ho chiesto di fornirmi l’elenco completo dei suoi lavorI. Me lo ha promesso. Appena possibile. Voglio dedicargli un post e – se me lo pubblicano – un articolo sui quotidiani locali.

Luigi è un giornalista, un cronista che – a sua insaputa – sta diventando anzi è diventato uno storico. Dai fatti alla loro interpretazione attraverso la loro documentazione. Nella mia vita ho avuto modo di conoscere un’altra persona come lui, il mio capo alla Stet, Società Finanziaria Telefonica per Azioni, Torino. Ruggero Cengo Romano, archivio e memoria della finanza della sua società. Ma questa è un’altra storia (che comunque trovate qui sul blog).

Luigi Sardi, il libro, questo libro. Gli episodi, gli aneddoti … il grido “E’ finita” (4 maggio 1945); la nascita della SVP (8 maggio) ma ancor prima, a Roma, in Vaticano, 1944, l’incontro fra il giovane sottotenente Edo Benedetti e il politico Alcide Degasperi, occasione nella quale, per la prima volta, viene esplicitato il concetto di “Autonomia” delineato su alcune cartelle che lo statista mostra al soldato: “Dobbiamo creare una cornice antro la quale vivano tre culture: italiana, tedesca, ladina”. Il giovane Edo Benedetti strabiliato “Noi con gli odiati tedeschi? E i Ladini, chi sono mai?” E invece, poi, quanta strada insieme i due …

Un fatto poco conosciuto, la portata (limitata) dell’accordo Degasperi-Gruber, un foglio sul quale era scritto che in Alto Adige si poteva usare la lingua tedesca. Ma il confine al Brennero fu un “regalo” della Russia, che intese punire l’insuccesso elettorale del neo partito Comunista Austriaco e premiare il PCI.

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Degasperi che talvolta diventò De Gasperi per via di quell’appellativo Von Gasperi con il quale lo dileggiavano i detrattori, memori della sua origine (politica) austriaca. Degasperi che nel 1902 andò da Milano a Brunate e fu affascinato dalla sua funicolare, tal che, rientrato a Trento, lanciò l’idea della Funivia del Bondone (!). Degasperi che nel 1950 – ricorda un presente – tirò fuori la gente dalle caverne di Matera e diede loro una casa (v. statua di Degasperi a Matera).

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Dalla guerra vabbè, ma che si dice di quella seconda parte del titolo “all’Autonomia”? Che oggi purtroppo la politica locale non ha più lo stesso spessore dei Degasperi, Grigolli, Piccoli, Kessler, Postal, etc. e che il Trentino è compresso da tre onde d’urto: il Sud Tirolo, il Veneto, la Lombardia. E quindi, Trentini, “Su con le recie! Come disse … chi? Mi è sfuggito.

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I partecipanti sono stati inviati all’Evento dell’Associazione Culturale Restart Trentino del 5 dicembre, presso il Teatro Sociale ad ore 18,30, evento dal titolo provocatorio “E se Mentana avesse ragione? Valutazioni sull’Autonomia Speciale a confronto”. Relatori ed ospiti di massimo livello.

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Il tempo di scendere da Villazzano in centro, al Vigilianum: ed ecco il secondo libro

Uno-e-Trino_largeGiovanni Straffelini, “Dio, la Trinità, la scienza” Ed. Lindau I pellicani, Novara settembre 2017, 121 pagine, €13,00. Il libro è presentato con la partecipazione dei proff. Alberto Piccioni (Unitn), Andrea Aguti (Un. Urbino, Filosofia della Religione) e Marcello Farina (Unitn). Si è parlato molto del rapporto fra metodo scientifico (alias “scienza”) e Fede, “magisteri separati” per alcuni, connessi per altri (io mi colloco fra questi). Molto meno si è riflettuto sul Mistero della Trinità. Molti gli interventi. Ne cito uno, brevissimo: “Einstein affermava: voglio conoscere i pensieri di Dio. Tutti gli altri sono solo dettagli”. Io mi ritrovo in questo pensiero. La scienza indaga, scopre regole e realtà precostituite (da Chi? Ecco il punto!). In altra occasione ebbi a chiedere a Giovanni – altro caro amico, al pari di Marcello e Luigi  – perché la forza di gravità attraesse verso il basso. Mi disse che se avessimo questa risposta avremmo risolto il problema del rapporto fra scienza e Dio. Tuttavia a mio sommesso avviso se voglio arricchire questo mio contributo in favore delle mie lettrici e dei miei lettori, devo citare l’apporto di Marcello Farina.

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         Piccioni, Straffelini, Aguti, Farina

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Marcello invita a distinguere fra “certezza” e “verità”: i moderni – Chiesa compresa – ricercano la certezza, mentre la verità è “oltre”. E cita Papa Francesco secondo il quale la Verità è Relazione. Da qui la Fede, che non è “credenza” ma “cammino verso”. La scienza ci può dare certezze, ma non la Verità. La conoscenza e la Fede hanno una caratteristica in comune: la tendenza all’ “oltre”. La differenza fra i due “processi” sta in questo, che la conoscenza ha una meta raggiungibile, la Fede no. Il credente è un mendicante di Dio, per dirla con Martin Lutero.

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La mia sintesi  personale delle due esperienze “librarie” della giornata?

  1. downloadSe una persona riuscisse  a dimostrami scientificamente la ragione ultima (ultima) del perché la forza di gravità attira verso il basso, avrò accettato la sua dimostrazione della non esistenza di Dio (tanto so che non ci potrà mai riuscire).
  2. Che anche l’Autonomia deve andare oltre, senza mai accontentarsi della propria realizzazione e in questo assomiglia più ad una fede che ad una scienza politica (teknè politika).
  3. Io sono ricco. Di Amici in ordine di apparizione: Luigi, Giovanni, Marcello.

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