MUSICA A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2017 @ 1:54 pm

Detto altrimenti: anzi ad Arco       (2960)

Ma … insomma, Riva o Arco? Entrambi, perché la organizzazione è dell’ Associazione Amici della Musica di Riva del Garda e la sala concerto ad Arco, la sala del Casinò. Chi suona? Semplicemente l’ Orchestra Regionale di Bolzano e Trento, la Haydn. Scusate se è poco.

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btyLe sorprese: un direttore giovanissimo (32 anni!), Valentin Uryupin, che è anche clarinettista. La presentazione del Prof. Franco Ballardini, Presidente dell’Associazione citata.

I brani eseguiti:

  • Joerg Widmann, 1973, “Con brio”
  • W.A. Mozart (1756-1791), Concerto per clarinetto e orchestra il la maggiore, K 622
  • L.V. Beethoven (1770-1827), Sinfonia n. 2 in re maggiore, op. 36.

Come ripeto ogni volta che scrivo di Musica: non sono un musicologo ma solo un musicofilo. Forse anche per questo che non sono riuscito a capire appieno il valore e il significato del brano contemporaneo. Me ne scuso con l’Autore. Ma degli altri due … lasciatemi dire qualcosa … Il primo: Mozart, Sua Maestà Mozart e… ma Sua Maestà anche Valentin Uryupin: energia, forza trascinante, versatilità a non finire! E gli assoli, ora violenti ora dolcissimi! Mi ha fatto scoprire un Mozart inedito ed allo stesso tempo sempre se stesso, riconoscibile ma mai ripetitivo, sorprendente, inesauribile creatore di insiemi.

Beethoven? Ottimo il compositore, la composizione e l’esecuzione, ma avete capito che fra i due preferisco il primo, anche perché il Beethoven ”di passaggio” verso il romanticismo mi sorprende di meno del suo collega.

bty

Insomma … non c’è neve che tenga: un paio di scarponi e via … al concerto!

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Lo stesso identico, “ntifico” (direbbe il Commissario Montalbano) concerto oggi a Bolzano e domani a Trento. Le sale più grandi, più frequentate: forse … anzi … sicuramente la neve, la pioggia, il fango hanno tenuto a casa molta gente. Infatti la partecipazione del pubblico non era da tutto esaurito. Noi dell’Associazione (io ne sono il tesoriere) abbiamo dato notizia tramite stampa; il nostro programma annuale; i manifesti stradali. Ma forse in casi del genere i tre Comuni della Busa (Arco, Riva, Torbole) potrebbero farsi carico di qualche diffusione in più dell’evento: infatti … avere in zona l’Haydn al completo per un concerto che poi viene replicato a Bolzano e a Trento … non vi pare?

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NIENTE NEVE IN CITTÀ? QUANDO MAI!?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2017 @ 4:08 pm

Detto altrimenti:  due giorni fa … due post fa … dicevo così e invece … (post 2960)

… e invece nevica a Trento. L’era un pez che nol fiocava … poi la temperatura si è alzata a +1 grado e piove … ma va bene, va bene … sui monti il manto nevoso garantisce turismo invernale e acqua per l’estate. E allora ecco una mia poesiola per il periodo natalizio “innevato”.

Natale di neve

bty

      Trento: finestra sul Viale Trieste

La terra si sveglia

calda e cicciotta

dentro la nuova pelliccia

al pari di grassa e bianca marmotta.

Si stropiccia

i due piccoli laghetti gelati

e si specchia

vanitosa ragazzina

nell’aria rosa

della nuova mattina.

 

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bty

Trento, Viale Trieste. Un merlo in attesa che … qualcuno sbatta la tovaglia fuori dal balcone per raccogliere qualche briciola di pane?

Sotto i loro mantelli

i tetti delle case sono rossi

come nasini raffreddati

e l’alito dei camini

affresca nel cielo

riccioli bambini

mossi e ribelli.

 

Nell’orto ghiacciato

il giovane pero ha indossato

i suoi paramenti più belli

che scintillano l’azzurro

di mille soli splendenti.

 

downloadDalle staccionate

del quadro di Monet

il corvo pennella

con guizzi intinti di nero

favole arabescate

sul bianco quaderno.

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download (1)Sorridono i bimbi

appena svegliati

impazienti d’uscire

a creare

vicino al fienile

con piccole mani

gioiose arrossate

il pupazzo di neve

che vorrebbero eterno.

 

imagesDal pio campanile

di Pieve montana

si leva in volo preghiera

d’un’argentina campana:

“Benvenuto bambino Gesù!

Illumina col Tuo Dolce Amore

questa fredda mattina.

Solo Ti prego:

finchè viene sera

non darle troppo calore

e vieni a giocare anche Tu”.

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CESSIONE DEL QUINTO: UN SISTEMA PRATICO MA COSTOSO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2017 @ 7:06 am

Detto altrimenti: Nel post 2945 vi davo indicazioni sul come difendervi dalle inerzie delle Compagnie di Assicurazioni. Oggi è la volta della “tutela” nei confronti della codiddetta “cessione del quinto”. Lo faccio con un POSTALTRUI, del mio amico torinese Gianluigi De Marchi www.demarketing2008.it     (la suddivisione in capitoletti è mia. Me lo consentirà l’autore dell’articolo)    (post 2959)

Inizia

Di cosa stiamo parlando

imagesIn una situazione di crisi quale quella che stiamo attraversando da oltre dieci anni aumentano le difficoltà finanziarie delle famiglie, che necessitano (nella speranza che le cose migliorino) di un finanziamento per sostenere un livello di vita almeno dignitoso. Stanno aumentando i prestiti personali per avere disponibilità finanziarie per arrivare a fine mese, i prestiti finalizzati (per acquistare mobili, elettrodomestici o per pagarsi le vacanze) e sta riprendendo quota uno strumento che era stato quasi dimenticato negli anni del benessere: la cessione del quinto dello stipendio. Secondo le statistiche elaborate dalla Banca d’Italia ogni anno si stipulano nuove operazioni per 5 miliardi di euro, ed il totale dello stock di finanziamenti con cessione del quinto ammonta ad oltre 17 miliardi di euro. Si tratta di un sistema creato nel lontano 1950 proprio per consentire a chi aveva uno stipendio fisso di ottenere una somma immediatamente spendibile, impegnandosi a restituirla mediante la rinuncia al 20% dello stipendio mensile.

Il rischio per la banca erogante

 Operazione di interesse sociale (sostegno delle fasce meno abbienti prive di possibilità di offrire in garanzia beni reali) e di interesse per le banche (l’erogazione del prestito è priva di rischio). La cessione del quinto, infatti, per sua natura è garantita nel suo rimborso perché è il datore di lavoro (impresa o ente pubblico) che provvede al pagamento delle quote mensili decurtando lo stipendio della quota corrispondente. Il rischio di morte del debitore ed il rischio di fallimento dell’impresa sono coperti da polizze assicurative (pagate dal debitore). Uno dei punti delicati è il fatto che il costo dell’assicurazione (che azzera, come detto, il rischio per il creditore) va aggiunto al costo degli interessi (ma non fa parte delle componenti di costo ai fini dell’usura). A fronte di un rischio nullo, il costo dovrebbe essere bassissimo.

Il livello del tasso

download

       A che “altezza” sta il tasso?

Invece recenti studi della Banca d’Italia hanno evidenziato come i dipendenti che chiedono questa forma di finanziamento siano tartassati come se fossero tra i peggiori debitori: infatti i prestiti migliori hanno un costo oscillante intorno all’8%.Un esempio per un dipendente pubblico: importo totale del credito 20.000 euro, durata 10 anni (120 rate mensili) importo rata 252 euro con un totale di rimborsi pari a 30.266 (compresi costi di istruttoria e commissioni). Il tasso nominale è pari al 7%, il tasso effettivo globale annuo (TAEG) è pari al 9,25%. Da notare che i tassi debbono stare al di sotto della soglia dell’usura fissati dal Ministero dell’Economia. Attualmente i “tassi soglia usura ” (quelli oltre i quali scatta il reato di usura) sono dell’11,58% per prestiti fino a 15 mila euro, e del 9,42% oltre i 15 mila euro (al 9,25 + costo assicurazione, si supera il 9,42? N.d.r.)

L’informativa

Una importante avvertenza: prima della conclusione del contratto il consumatore ha diritto a ricevere il manuale sulle “Informazioni europee di base sul credito ai consumatori” dove sono riportate tutte le caratteristiche ed i costi del finanziamento. E’ bene infatti che, una volta deciso di ricorrere a questo sistema, il cliente si faccia un’idea delle proposte del mercato, utilizzando uno dei tanti siti che oggi, per fortuna, aiutano nella scelta (ad esempio www.facile.it , www.ilcomparatore.com www.prestitionline.it ).

L’estinzione anticipata

Esiste l’opportunità per il cliente di fare un’estinzione anticipata ma la legge prevede delle penali in base al momento dell’estinzione: se il finanziamento viene estinto quando alla scadenza del contratto manca più di un anno si applica una mora dell’1% e dello 0,5% se al momento dell’estinzione anticipata manca meno di un anno.

La tutela legale

In caso di problemi o vertenze, il cliente può avviare una pratica del reclamo all’Arbitro bancario finanziario (www.arbitrobancariofinanziario.it ) con modalità semplice, veloce ed economica.

Finisce

Di mio aggiungo: per strada si vedono negozietti-agenzie-finanziarie più o meno improvvisate che fra i prodotti offerti offrono il disbrigo delle pratiche per la cessione del quinto, ovviamente a costi aggiuntivi che si sommano a quelli sopra descritti. Mi chiedo: di fronte a mutui ipotecari bancari al tasso dell’1% fisso, invece di fare la cessione del quinto (= praticamente una ipoteca su una parte dello stipendio/pensione) a quei livelli di costo, non converrebbe iscrivere ipoteca su un immobile (chi ce l’ha), visto che il mutuo ipotecario non è fatto per comperare casa, ma semplicemente con ipoteca sulla casa? E comunque, come la mettiamo con l’incidenza della liquidazione mensile e del divisore 360/365? Grazie Gianluigi se rispondi a queste mie domande!

Alla prossima “tutela del navigatore sul blog” dunque!

Ed ecco la risposta di De Marchi:

Certo che chi può potrebbe far ricorso ad un mutuo ipotecario, che oggi è praticamente regalato… Il problema è che chi non ha nulla da offrire in garanzia non ha molte strade da percorrere. Giustizia vorrebbe che TUTTI I COSTI (diretti, indiretti, accessori e altro) fossero inseriti nel calcolo del costo e quindi dell’usura. Ma purtroppo le norme sono scritte dalla lobby delle banche e delle finanziarie, che riescono a manipolare i dati (vedi ad esempio la famigerata commissione di massimo scoperto, per decenni fonte di usura legalizzata, ed oggi trasformata in altra odiosa commissione “per disponibilità immediata fondi”…) tenuta fuori dal calcolo dei tassi soglia!

 

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AUS DER NEUEN WELT

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2017 @ 11:53 pm

Detto altrimenti: Sinfonia dal Nuovo Mondo           (post 2958)

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Il grande compositore Ceco Antonin Dvrorak, quando era direttore del New York Conservatory of Music, nel 1893 compose una sinfonia di matrice classica europea ma arricchita (altri dicono contaminata, ma non uso questo termine che viene usualmente interpretato in senso negativo, il che non è) da elementi autoctoni (della gente indiana e nera). Sinfonia “dal” Nuovo Mondo, la sua. E invece oggi noi dovremmo chiedere a qualche nuovo compositore una Sinfonia “verso” un Mondo Nuovo.

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Qualche post fa parlai delle ere moderna, post moderna e neo moderna (post n. 2951, al quale rimando). Da quando potremmo datare l’era neo moderna? Dalla nomina di Papa Francesco no, perché “in quel tempo …” l’ONU era ancora l’organizzazione delle Nazioni Unite e non Disunite, la GB non aveva ancora deciso di uscire dall’UE. Da quando, allora? Sono incerto, ma forse potremmo assumere la data della nomina di Trump alla presidenza USA, tanto per fissare una data … per quanto … anche prima, muri qua e muri là, accoglienza si but not in my garden, insomma c’erano già diversi fatti a contendersi quella data, non vi pare?

Dice … ma perché non assumiamo la data di una guerra, una di quelle ultime, in corso o terminate da poco. Ecco, rispondo, “una di quelle”? Ma quale? Sono troppe … si lo so, vengono definite “difensive” ma se non erro nel frattempo nessuno Stato della NATO è stato aggredito. Il fatto (anzi, il fattaccio) è che le guerre sono il sistema al quale gli Stati Dominanti ricorrono quando sono incapaci di risolvere altrimenti i problemi che loro stessi hanno creato. Ora io credo che i governanti del mondo capiscano benissimo i ragionamenti appena esposti. Ma allora perché? Perché forse a governare non sono i governi ma le governance, ovvero finanza e multinazionali. Un esempio? Prendiamo le armi. Gli USA uscirono dalla grande depressione del 1929 rilanciando l’industria pesante, quella delle armi. Oggi gli USA non riescono a rinunciare alla libera vendita di armi cosiddette leggere alla popolazione, e i risultati si vedono. Quelle pesanti poi, non ne parliamo. E le atomiche? Manco a pensare di rinunciarvi. Ed allora, come se ne esce?

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        Le strisce! Mettiamole le strisce!

Uscirne? Un’utopia, Già, ovvero un risultato non ancora raggiunto ma raggiungibile. La mia proposta è: iniziamo dagli USE-United States of Europe. Li nomino in lingua inglese? Si, lo faccio apposta così almeno gli USA capiscono meglio! Una Federazione di Stati Grandi Consumatori è un cliente troppo importante perchè non lo sia ascolti, non vi pare? E poi, la somma degli investimenti in armamenti ed eserciti di tutti gli Stati Europei è superiore alla spesa militare USA: ed allora mettiamoci d’accordo, iniziamo tutti a ridurre, non ad accrescere questa voce. Dice … ma la Corea del Nord? Che si dia da fare un po’ anche la Cina, cribbio! Altrimenti a noi degli USE+USA passerà la voglia di acquistare prodotti cinesi … voglio un po’ vedere, voglio …

Dice … ma la nuova sinfonia Verso un Mondo Nuovo? Ecchè, in Italia, paesi della Bella e Grande Musica da sempre … volete che non si trovi un bravo compositore che la scriva questa In die Neue Welt? Del resto manca solo l’orchestrazione  perché il motivo ricorrente di base lo ha già scritto Papa Francesco …

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FARE RETE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2017 @ 11:41 pm

Detto altrimenti? Fare rete!                                (post 2957)

Lo si sente dire spesso: le imprese, i sistemi economici devono fare rete … ma chevvordì?

Tutto è cominciato fra due SpA: si sono fuse ed hanno fatto rete nella forma più intensa. Tuttavia con il tempo si è scoperto che i punti di contatto, di interesse e di collaborazione comune fra due (o più SpA o studi professionali) sono molti, diciamo, tanto per poter ragionare su numeri concreti, 30 (marketing, indirizzario clienti e fornitori, cross selling di prodotti diversi, etc.,) per cui dato ad esempio il citato numero 30, il calcolo fattoriale delle combinazioni senza ripetizione (di modi di collaborare in rete)  è 30 su n, il che significa 30 x 29 x 28 etc. fino a x 1. Quanto fa? Fate voi il calcolo!

mde

La rete dell’associazionismo per catturare le … stelle del firmamento dell’umanità

Ma a me tuttavia interessa un altro “fare rete” o lasciarmi catturare da una rete altrui: quello fra associazioni diverse: culturali, musicali, sportive, ad esempio. Io infatti ho la fortuna di partecipare a più associazioni di questi settori di attività. Da tempo …e cosa ho fatto? Ho messo in contatto persone – o sono stato messo in contatto da – appartenenti ad associazioni diverse che ora hanno più “tessere” in tasca. Scrivo “tessere” fra virgolette perchè in alcuni casi la tessera di adesione c’è, in altri no ma fa lo stesso. Qual è il vantaggio di questo fare rete? Che ognuno si incuriosisce e si arricchisce delle esperienze altrui maturate in ambiti diversi: il ciclista impara ad apprezzare la musica; il musicofilo a pedalare; il sociologo a fare volontariato; il volontario a veleggiare: il velista a sciare; lo sciatore a frequentare gruppi di lettura etc.. Insomma, si impara a conoscere la diversità, il diverso da noi, l’altra persona e l’altra attività. Ci si arricchisce e non ci si annoia mai.

Quali sono le “mie” Associazioni in rete, in una rete che in parte ho realizzato io stesso, e che in parte mi è caduta addosso da sola? Nessuna difficoltà a fare nomi e cognomi:

Accademia delle Muse, Trento; Fraglia Vela Riva, Riva del Garda; sci Club Lavis; Fiab Trento; Gruppo di lettura Mirna Moretti, Trento; Gruppo di Lettura Lia Guardini, Trento Associazione Amici della Musica, Riva del Garda; Ars Modi, Trento; Trentino Solidale; CAI Sezione Ligure, Genova; Restart Trentino, Trento. Ah … scusate … dimenticavo: il mio blog che poi non è mio che io sono solo uno scrittore del blog che il blog è del mio editore, l’amico Andrea Bianchi che poi lui lascia correre che io dica che è mio che va bene lo stesso tanto sappiamo come è la questione che non c’è mala fede ma solo un comune entusiasmo nella comunicazione che ci accomuna che io ringrazio lui e lui me che siamo grandi amici che poi non è tanto un italiano corretto ma che a me non mi (ah…ah…!) importa gran “che” (ed ecco un altro “che”!).

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2017 @ 8:20 am

Detto altrimenti: ultima riunione prima del Natale       (post 2956)

IMG-20171206-WA0001Tanto tempo fa … la nostra riunione di lunedì 4 dicembre scorso. Ma il 5 io avevo la mia riunione Restart, ero molto preso dal prima-durante-dopo … (cfr. post relativi) e così il consueto resoconto accademico ha tardato qualche giorno. D’altra parte il “mio” evento (a suo tempo infatti – un anno fa –  sono stato chiamato alla presidenza della neonata associazione culturale indipendente Restart Trentino  dalla sua ideatrice, Donatella Conzatti) è stato molto impegnativo ma questo impegno è stato ben ricambiato: 150 persone presenti e centinaia di contatti on line (200 solo sul mio blog, oltre alle centinaia di visualizzazioni in streaming, facebook, etc..).

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imagesRingrazio quindi veramente di cuore i pochi amici Accademici ce l’hanno fatta ad essere presenti: gli altri … anche. D’altra parte è comprensibile: sotto le feste, gli acquisti … e poi, sentire parlare di Autonomia … e magari poi della  cosa pubblica … quando mai? Mi viene in mente un aneddoto che appresi quando da matricola universitaria studiavo diritto costituzionale. Era una registrazione di Piero Calamandrei (noto costituzionalista toscanaccio doc): “Ragazzi, non occuparsi della cosa pubblica è un po’ come quel passeggero di una nave al quale il comandante stava dicendo che la nave stava affondando e che rispose: O che m’importa, un è mica mia”.

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E veniamo alla serata accademica. Serata di auguri zampognari, con tanto di zampognaro vero che – iniziando a suonare dall’esterno della casa – piano piano si è avvicinato fino ad entrare in sala. Fra lo stupore e la gioia di tutti: brava Presidente Cristina, questa sì che è stata una bellissima sorpresa! Quindi prima parte della serata: canti, musiche e cori natalizi, in parte professionalmente eseguiti da Cristina, Letizia e Giovanna; in parte da tutti noi, il “Coro Voci d’Argento”.

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E’ seguito l’ intermezzo delle anteprime, con l’annuncio delle varie manifestazioni ed eventi ai quali partecipano gli Accademici e i festeggiamenti: il compleanno del soprano Letizia e … gli speciali Auguri di ringraziamento alla presidente Cristina alla quale noi tutti abbiamo voluto far trovare un Babbo Natale anticipato da mettere sotto il suo albero: doni proprio sentiti e meritati: grazie, Cristina!

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Dopo un ricco intervallo bollicino-gastronomico, la seconda parte della serata: Umberto Sancarlo ci ha raccontato con diap “Le donne nell’arte” nel senso non dipinte o scolpite, ma pittrici, scultrici etc. esse stesse. Bravo Umberto, grazie.

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Per finire, Cristina ha distribuito a ciascun partecipante un vasetto di marmellata augurale. Quindi siamo tornati a casa stanchi ma felici per la bella serata trascorsa (si dice così, vero, sin dalle classi elementari?).

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Prossimi eventi accademici:

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           Tovaglia regalo augurale, gran lavoro di ricamo di Giovanna, Vicepresidente jr!

    8 gennaio ’18 – Le liriche di Tosti (Sergio Runkel – Cristina) – Le nostre poesie (8 Accademici, 2 (brevi)  poesie a testa).

  • 5 febbraio – Omaggio a Renzo Arbore (Patrik & Co) – Teatro dei Guitti (Maria Teresa & Co.: “Bel colpo, Lisistrata!”
  • 5 marzo – Perle e rarità musicali (Giovanna, Letizia, Cristina) – Matteo Boato, pittore: “Un boato di colori”.
  • 9 aprile – Coro dell’Accademia in concerto – Giovanni Toldo, viaggiare e lavorare in bici.
  • 7 maggio – Genio & Co: cantautori emiliani – Riccardo in foto.
  • 4 giugno – Corrado Ruzza e gli allievi del Conservatorio di Riva del Garda – Scorci di Trento minore (Marisa De Carli Postal).
  • In primavera: una gita sociale.
  • Metà luglio, Festa di Mezz’Estate.

IMG_0507.

Con l’occasione rinnovo i migliori Auguri a tutte e a tutti, Accademiche, Accademici, amiche lettrici e amici lettori delle mie sudate carte elettroniche, preavvisando che Restart è stata richiesta (bingo!) di organizzare un ulteriore simile Evento in gennaio 2018 (il sesto della serie, primo del secondo anno dalla propria costituzione): vi saprò dire e questa volta vi aspetto numerosi … dai … ve lo chiede il vostro blogger preferito (preferito … vero che è così?).

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.mde

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P.S.: il titolo del prossimo post? “Fare rete”, per catturare … le stelle!

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DICEMBRE SENZA NEVE (IN CITTA’) … per ora …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2017 @ 2:38 pm

Detto altrimenti: avvicinandosi il Natale ….   (post 2955)

L’atmosfera natalizia mi ha preso. Quest’anno voglio iniziare in versi … con una mia poesiola che tanti, tanti post fa avevo già pubblicato. La adatto, ad esempio aggiungendo due parole (“in città”): già, perchè quest’anno, sui monti, la neve c’è e abbiamo iniziato a sciare già in novembre … ( le foto sono mie, scattate con uno smartphone … e anche i fiori sono miei, sul balcone di casa).

 

La neve non c’è …

 

ape-in-dic-205[1]Dicembre.

Intenta sui fiori di casa

la Rosa Natale ti nutre.

Un Nokia vicino

ferma il tuo sguardo

che legge nel mio:

“In città

la neve non c’è?

bdr

     “Salvia ananas”: ultimi fiori, prima neve

Di che ti lamenti”

par che mi dica la piccola ape

“Non vedi? Lavoro

– io fabbrico il miele

– trasporto i semi del fiore

– inietto la vita nel mondo

per ore – in silenzio

e tu

di che ti lamenti?

La neve in città?

Verrà …

bty

       3 dicembre 2017: dalla Paganella al Garda

Ma intanto

sii bravo

e fatti più in là

lo sai che devo rientrare

e un poco riposi 

ben prima che ‘l sole tramonti

su Trento indifesa

 dagli alti suoi monti

ancora sì bruni

ed ombrosi”.

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POLITICA LOCALE, NAZIONALE, MONDIALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Dicembre, 2017 @ 4:27 pm

Detto altrimenti: una naturale interconnessione         (post 2954)

“Politica”, un aggettivo sostantivato dal greco antico: teknè politika, la tecnica del governo della polis … Ed allora parliamo di una materia tecnica.

download (1)Ricordate? Per averlo vissuto (i meno giovani) o per avere letto (i più giovani): “Qui non si fa politica, si lavora” (o qualcosa di equivalente)? E anche oggi … ah, la politica … meglio starne lontani … Ecco il guaio: che spesso non si sa di cosa si parla. Infatti il più delle volte ci si riferisce alle trame dei singoli politici (di mestiere) e/o dei partiti, e si perde di vista la portata reale del termine: la tecnica di governo.

FullSizeRender (1)Recentemente un professore universitario durante un convegno sull’Autonomia Speciale del Trentino qui a Trento organizzato da Restart Trentino e condotto da Donatella Conzatti con la partecipazione del Presidente della provincia, Ugo Rossi, ebbe a lamentare che “in ogni settore ci si deve specializzare, nel giornalismo no: i giornalisti sono sempre dei tuttologhi”. Ecco, rispetto a questa affermazione non prendo posizione: piuttosto la utilizzo per i politici, i quali invece – mi auguro – possiedano tutti la necessaria teknè. Ma basta … veniamo al titolo del presente post.

downloadNel suo bel libro “Nel nome dell’umanità” (Il Margine, ottobre 2017), alle pagine 41 e 42 Riccardo Petrella scrive:

“La forza la grandezza dell’umanità da costruire si basano sulle pluralità e sulle differenze che hanno fatto dell’umanità una realtà in continua evoluzione. La sfida dell’umanità è una sfida di senso, di memoria, di orizzonti nuovi, di capacità utopica. E’ una sfida d’infinito e d’identità plurali. L’audacia mondiale non significa solamente soluzioni mondiali, istituzioni e poteri mondiali, programmi mondiali. Altrettanto fondamentali e necessarie sono la promozione e la pratica delle specificità e delle autonomie delle diversità dei vari spazi e luoghi di vita”.

Le ultime due righe in corsivo. Ecco di che voglio parlare per richiamare che anche per i governanti locali occorra una teknè politka, ovvero una capacità tecnica di governare localmente, senza il timore di non fare abbastanza sul piano nazionale et ultra, proprio perché il buon governo locale (e da qui in poi sono parole mie) è il pilone di cemento armato a partire dal quale si costruiscono le successive gettate per la realizzazione del ponte che ci colleghi ad una sponda migliore: il nostro futuro. Questa mia vuol essere una riflessione sulla rivalutazione dei partiti politici locali.

Da parte della politica locale sbilanciarsi troppo verso gli andamenti nazionali (e mondiali) è fare un po’ come quel marito che diceva: “Con mia moglie abbiamo fatto un patto: io decido le cose importanti, lei le questioni minori”. E a chi gli chiedeva di spiegarsi meglio, rispondeva: “Io decido se gli americani hanno fatto bene ad eleggere Trump; se la GB ha sbagliato a uscire dall’UE; se la capitale di Israele deve essere Tel Aviv o Gerusalemme …. Mia moglie decide dove andare in vacanza, quale auto acquistare, in quale scuola iscrivere i figli, se far venire sua mamma ad abitare con noi …”

download

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Ma … a me cui piace fare le connessioni, i collegamenti, non basta: lasciatemi citare il filosofo Friedrich Nietzsche, quello di “Così parlò Zarathtustra”, quello che a scuola ci dicevano essere il filosofo del “superuomo” e che bastava così e che noi prendevamo la sufficienza. E invece … invece quel tale diceva anche ben altro. Ad esempio, parlando della religione (ma il ragionamento vale anche per la politica. Io comunque cito a memoria, sia pure virgolettando): “Diffidate di chi vi distrae riempendovi la testa dei temi dell’aldilà, di chi vola alto con i suoi ragionamenti,  mentre vi imbroglia sui temi dell’aldiquà“  (Dr. Nietzsche, La prego, mi scusi per l’imprecisione della citazione, ma sa, io sono un semplice blogger … sia comprensivo … ci conto, grazie).

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IL SENSO IMMANENTE DELL’AUTONOMIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Dicembre, 2017 @ 12:04 pm

Detto altrimenti: l’Autonomia ha anche un senso anche immanente?     (post 2853)

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FullSizeRender (1)E’ di questo giorni – in un convegno organizzato da Restart Trentino e condotto da Donatella Conzatti  con la partecipazione del Presidente della Provincia Ugo Rossi,  la Risposta Trentina Ragionata e Documentata ad un attacco molto, molto superficiale alla nostra Autonomia Speciale portato dal giornalista Mentana. L’episodio mi ha fornito lo spunto per una riflessione che mi permetto si sottoporre all’attenzione delle mie Lettrici e dei miei Lettori.

download (3).

.Di ogni azione, di ogni situazione ci si chiede: che senso ha? Ed allora chiediamocelo anche dell’Autonomia: che senso ha l’Autonomia? Sicuramente essa ha un senso trascendente che si identifica nei suoi risultati raggiunti in termini economici, finanziari, ma soprattutto nel livello della qualità e durata della vita rispetto al Trentino ante Autonomia Speciale; rispetto alle altre Regioni a Statuto Speciale e rispetto alle Regioni a Statuto Ordinario.

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A questo punto la domanda si amplia: l’Autonomia ha anche un senso immanente? Ovvero, giorno per giorno, nel momento in cui io “vivo l’Autonomia”, sono autonomo? E soprattutto, il mio pensiero e la sua espressione sono autonomi? Oppure sono condizionati nel loro formarsi e – quand’anche abbiano superato indenni il momento del “parto” (ad esempio, il momento dell’espressione del voto politico) – strada facendo  i loro contenuti vengono travisati, modificati, azzerati da micidiali catene di trasmissione (modificata)  di un originario pensiero liberamente, democraticamente e autonomamente espresso? Se malauguratamente si verificasse questa seconda ipotesi, il mio pensiero non sarebbe di fatto libero ed autonomo e libera ed autonoma non sarebbe nemmeno la società dei tanti pensieri simili dai quali essa fosse costituita.

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Lavoro senza senso immanente

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Cerco di spiegarmi meglio con un esempio. Tizio lavora, il suo è solo un utilizzo strumentale che lo umilia: quel lavoro per lui non ha alcun senso immanente. Tuttavia esso ha per lui un senso trascendente, perché a fine mese egli percepisce lo stipendio che gli consente di mantenere la famiglia.  Caio è un collega di Tizio, lavora nell’ufficio accanto, svolge mansioni motivanti: per lui il lavoro ha innanzi tutto un senso immanente, al punto che vorrebbe continuare e farlo anche se – per ragioni dell’economia complessiva del suo datore di lavoro – gli riducessero lo stipendio. Poi quel lavoro per Caio ha ovviamente anche un senso trascendente (lo stipendio a fine mese).

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download (1)Torniamo all’Autonomia: sicuramente essa ha un senso trascendente (come ho detto sopra: i suoi risultati). Ma domandiamoci se essa per ognuno di noi ha anche – come deve avere – un senso immanente: ovvero il mio pensiero e la sua espressione sono realmente liberi e quindi autonomi nel senso (scusate il gioco di parole) sopra indicato? In caso contrario, ove mancasse il senso immanente, si ricadrebbe nella  descrizione dantesca: “Come le pecorelle escon del chiuso / a una, a due, a tre, e l’altre stanno / timidette atterrando l’occhio e ‘l muso; / e ciò che fa la prima, e l’altre fanno,  / addossandosi a lei, s’ella s’arresta,  / semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno; …”  (Purg. III, vv. 79-84)

P.S.: un giornalista, interpretando questo contributo al convegno citato, ha scritto “senso imminente” … ma è certo un errore di sbaglio del correttore automatico del suo computer!

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QUINTO EVENTO RESTART

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2017 @ 8:00 pm

 Detto altrimenti: Restart Trentino, un’Associazione. Evento del 5 dicembre 2017 sull’Autonomia., al Teatro Sociale di Trento. Questa l’introduzione del vostro blogger che di Restart è il presidente           (post 2952)

Inizia

IMG-20171125-WA0000Buonasera, sono Riccardo Lucatti, chiamato un anno fa alla prima Presidenza di Restart dalla sua ideatrice e animatrice, Donatella Conzatti, che sarà la conduttrice dell’Evento. Saluto e ringrazio tutti voi per essere qui a dare un senso concreto alla nostra iniziativa. In particolare saluto e ringrazio gli ospiti relatori e il Presidente della Giunta Provinciale Ugo Rossi.

Restart è ripartenza, ovvero l’invito per tutti di ripartire a pensare in modo originario, libero ed autonomo rispetto ad ogni condizionamento ed ha già ricevuto molte adesioni. Altre confidiamo che ci saranno dopo questo nostro Quinto Evento. Infatti, già nel suo primo anno di vita, Restart ha realizzato i seguenti Eventi:

  1.  Febbraio, Coltiviamo pensiero, generiamo futuro.
  2. Marzo, Evento parigenere, coronato oggi dall’approvazione della LP sulla doppia parità di genere!
  3. Maggio, Lavorare il lavoro.
  4. Ottobre, Up & Down, sui problemi delle famiglie con bimbi diversamente abili.

Oggi si parlerà di Autonomia. Ma sapete quando è nata l’Autonomia? Ce lo dice Luigi Sardi che vedo qui in aula e che ringrazio anche per questa sua presenza, con il suo bel libro “1944-1945 dalla guerra all’Autonomia”: l’Autonomia è nata nel 1944, quando in ufficietto del Vaticano Alcide Degasperi mostrò al giovane ufficiale Edo Benedetti alcuni fogli, dicendo: “Ecco, questa è la cornice entro la quale vivranno tre culture: italiana, tedesca, ladina”.

Ma oggi, qual è l’’Autonomia per la quale noi di Restart ci battiamo? E’ quella delle idee più che quella dei soli numeri. E’ questo un passaggio fondamentale: lascio a voi riflettere sui questo concetto.

Si potrebbe obiettare che le soluzioni dell’Autonomia sono locali mentre il mondo sta affrontando sfide globali. Ebbene no, Riccardo Petrella nel suo bel libro “Nel nome dell’Umanità” recentemente presentato nella sala Rosa della Regione, invita ad adottare soluzioni audaci, anche localmente, quale contributo alle soluzioni del pianeta. Non c’è contrapposizione infatti fra le nostre istanze e quelle del pianeta. Altro spunto di riflessione per tutti.

Infine, che senso ha l’Autonomia? Un senso trascendente, ed è il primo che appare: sono i suoi risultati, quelli di cui tutti noi godiamo. Ma essa ha anche un senso immanente? Ovvero, giorno per giorno, mentre ognuno di noi la vive, si sente autonomo? Sente autonomo e libero il proprio pensiero? Sente che il suo contributo al governo del sistema, arriva a destinazione e viene attuato come è stato originariamente espresso, oppure invece strada facendo viene cambiato, tradendo di fatto la propria natura originaria ed autonoma?

Finisco qui. Vi ringrazio ancora per la vostra presenza e cedo la parola a Roberto Sani che ci illustrerà alcuni dati, auguro Buon Evento Restart, Buona Autonomia e BUON DOPPIO VOTO DI GENERE a tutte e a tutti!

Finisce

Riprendo l’intervento questa mattina, 6 dicembre 2017, un 6 dicembre che rappresenta il compimento del mio sesto anno di blogger. E sono felice di potere celebrare questa ricorrenza con “questo” post, con questa “zonta” (aggiunta) alla pubblicazione di ieri sera ore 20,00 (pubblicazione programmata, fatta dalla procedura mentre io stesso ero ancora presente all’Evento).

NO, MENTANA NON AVEVA RAGIONE 

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Donatella Conzatti, ispiratrice e anima di Restart

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Come è andata? Benissimo! Sala piena, 180 persone in media presenti durante le oltre due ore di acceso, ricchissimo e coinvolgente dibattito (oltre 200 contatti qui sul blog; centinaia in streaming e 14.500 contatti Facebook!)  I relatori, ottimamente condotti da Donatella Conzatti, persone di alto livello storico-politico-culturale-sociale e altre – di uguale livello – fra i presenti in aula le quali  hanno ringraziato per l’ “altissimo livello dell’Evento”. E’ emersa una certa distrazione dei Trentini rispetto alla consapevolezza di ciò che hanno realizzato negli ultimi 50 anni, ovvero di come il Trentino si è collocato rispetto alle altre regioni a statuto ordinario e a statuto speciale. Ciò che conta, è stato sottolineato, sono i “risultati dell’Autonomia”. Le chiacchere (di Mentana, “che i sud tirolesi vadano in Austria se non gli va bene)” …) stanno a zero.

Gli applausi dei giovani universitari agli attacchi dello show di Mentana? Il 70% degli studenti universitari a Trento non è composto da Trentini ma da studenti di altre regioni. Trento è la prima o fra le primissime università italiane, ha richieste di iscrizione in numero superiore a quelle di Ca’ Foscari di Venezia e della prestigiose facoltà milanesi e romane. E allora? Che vanno trovando, si direbbe in dialetto napoletano …

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Signor Mentana, prima di sparare a zero sulla nostra Autonomia, prima di parlare da tuttologo con tanti “a mio avviso …” occorre studiare e documentarsi, cosa che Lei ha dimostrato di non aver fatto. Inoltre occorre essere disponibili al dialogo e quindi sarebbe stato quanto meno corretto  rispondere alle (due) lettere di richiesta di confronto (del nostro Presidente Rossi) che Le sono state inviate dopo le Sue affermazioni contro l’Autonomia. Ma questa è un’altra storia, di educazione e di civiltà, oppure no … le Poste Italiane … si sa … certe volte …

L’Autonomia può essere concessa ma può anche essere revocata ad esempio a chi, con essa, raggiunge risultati inferiori a chi l’Autonomia non ce l’ha: “Se in una famiglia c’è una motocicletta, il padre la lascia guidare al figlio che ha dimostrato di saperla condurre con abilità e giudizio, non al figlio scapestrato, distratto, senza la patente di guida …”. Dire che la soluzione è “tutte le regioni devono essere uguali, tutte a statuto speciale” equivale – se non altro – a dire o che non serve lo Stato e/o che non serve la distinzione regionale.

IMG-20171206-WA0001Personalmente mi piace collegare la conclusione emersa (diversi è bello, è stimolante, è equo in quanto il migliore è esempio per gli altri) con un concetto che ho trovato nel libro “Nel nome dell’umanità” di Riccardo Petrella: il mondo ha problemi globali che hanno bisogno di soluzioni globali che sono possibili solo se si ha l’audacia (sic) di assumerle. Ma non basta. Occorre anche avere – allo stesso tempo – l’audacia di adottare soluzioni locali (da qui in poi le parole sono mie) le quali sono i primi pilastri di cemento armato da cui parte il ponte gettato sopra il mare dei problemi del pianeta, per raggiungere la sponda di un futuro mondiale migliore.

Personalmente credo che la strada sia l’ Euregio. A questo tema dedicherò un post Edizione Speciale.

Fra il pubblico Persone amiche, conoscenti che “non fanno politica” le quali mi hanno detto. “Ma se questo che fate è “politica” allora mi va bene”.

IMG_0507Noi di Restart … siamo un’Associazione culturale: ora, occuparsi dell’Autonomia non è forse cultura? Farla conoscere per quello che è non è forse divulgare conoscenza quindi cultura? Fare questa cultura, questo “occuparsi di noi stessi, della polis, della città e del territorio nei quali si vive” … è qualcosa di cui ci si debba schernire? No di certo. E la riunione di ieri sera, 5 dicembre 2017, lo ha dimostrato. Noi di Restart siamo una squadra affiatata (aperta alle vostre adesioni, coraggio! Joint us, unitevi a noi!) unita dal comune sentire. E ieri sera questo comune sentire si è allargato all’intera platea, si percepiva un in idem consensus, una convergenza verso un valore di fondo, una sorta di nuova heimat che il Presidente sud tirolese ci riconosce più di quanto non ce la si riconosca noi stessi. Un comune sentire che però non è stata cieca unanimità, bensì unanimità consapevole raggiunta da diverse strade: storica, costituzionale, economica, finanziaria.

Una caratteristica che molti hanno apprezzato e che mi hanno fatto notare: la concretezza, ovvero un “volare alto” diverso, ovvero un volare alto della concretezza, della comprensibilità delle enunciazioni, della utilità immediata degli interventi.

Un ulteriore risultato del nostro Evento? Il Presidente Rossi chi ha chiesto di organizzarne un altro simile. Lo faremo, nel gennaio prossimo.

Buon Restarting, buona ripartenza a tutte e a tutti!

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