CAMPAGNA TOSCANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Dicembre, 2017 @ 6:49 pm

Detto altrimenti: entro l’anno mi ero imposto di arrivare a 3000 post, ed allora pubblico mie poesiole …   (post 2991)

 

Campagna toscana

 La luce accecante

sprigiona profumo di terra

da zolle rimosse ne’ campi.

Le pietre a contorno son ricche

di more spinose e di fichi:

in siepi sinuose costeggiano il bianco tratturo

che porta ad antico podere.

Ascolti cicale.

Sull’aia

un popolo gaio rincorre il mangime.

All’ombra d’un fitto pagliaio sonnecchiano cani.

C’è acqua nel pozzo

e lunga catena stridente vi cala una brocca di rame.

Profumano i pani appena sfornati

e ‘l fuoco rallegra la propria fascina.

Un fiasco di vino sul desco richiuso con foglie seccate.

Nell’aria le mosche.

download (1)La stalla è vicina: giumente imponenti frantuman pannocchie,

corone regali sovrastano candidi corpi giganti

e gran carri stanchi riposan le ruote dal duro lavoro.

Filari frequenti ed ulivi perforan la coltre del grano.

Colori:

la terra di Siena

il giallo del sole

il verde d’olivo.

Prezioso convivio, colture scomparse,

memorie scolpite per sempre da tratti d’amore.

 

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BICICLETTA, DA STRUMENTO DI SOLO SVAGO E SPORT A MEZZO DI TRASPORTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Dicembre, 2017 @ 6:17 am

Detto altrimenti: veni, vidi, … bici!       (post 2990)

(questo è un “postaltrui”, di Manuela Demattè)

Inizia

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Per noi della FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta – da sempre impegnati per la diffusione di questo mezzo di trasporto,  per noi della FIAB che avvertiamo un gran trasporto nei confronti della bicicletta, è stata una grande soddisfazione quando il 21 dicembre è stata approvata la prima Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica : “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”.

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Per aspera ad astra: ce l’abbiamo fatta!

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Il merito va sicuramente alla FIAB, che ne ha scritto il testo già qualche anno fa – con tutti i contenuti delle sue battaglie – ma anche alla tenacia dei due primi firmatari, on. Gandolfi e Decaro. “Lo straordinario traguardo raggiunto con l’approvazione della Legge sulla mobilità ciclistica – dichiara la presidente nazionale FIAB – premia le tante città che faticosamente portano avanti politiche per la mobilità sostenibile e che, oggi, possono avere il supporto di una politica nazionale”. Siamo in periodo di regali e questo è probabilmente il più grande che si potesse fare a tutti quelli che – instancabili ed inarrestabili – usano la bici da sempre, ma anche a chi – incoraggiato dal cambiamento – la userà in futuro!

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Nel link trovate un’intervista esplicativa sull’importanza di questa legge:

http://trentinonatura.it/nuova-legge-sulla-mobilita-ciclistica-la-bicicletta-equiparata-ai-mezzi-trasporto/

Finisce

Gooood Biiiike everybody!

P.S.: al testo della legge io avrei aggiunto un articoletto: “E’ costituito un fondi di € …. alimentato dalle sanzioni di €… cadauna a carico dei Comuni che entro la data del … non abbiano dato precisa e completa esecuzione alla lettera ed allo spirito della presente legge, e dal quale sono attinti singoli uguali contributi in favore dei Comuni che invece abbiamo adempiuto a tale loro dovere. Il controllo e l’esecuzione di quanto sopra è demandato alle Associazioni Fiab locali con la supervisione della locale Agenzia delle Entrate“. Castigat ridendo mores .… direte voi, al nostro blogger piace scherzare … ma il concetto è serio, ovvero introdurre la motivazione “politica” per i Comuni a non essere accusati dalla popolazione (votante) di essere stati multati anzichè sovvenzionati! C’est l’argent qui fait la … mobilitè,  non pare anche a voi?

Allego qui il testo integrale della legge, che non è più un “disegno d legge”, bensì una legge!

disegno_legge_senato

 

 

 

 

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IO, UN LIBRO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2017 @ 6:28 am

Detto altrimenti: dai blogger, scrivine uno …                                  (post 2989)

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Alcuni amici mi chiedono perché non scrivo un libro. Perché no? Perchè ne ho già scritti due, diamine! Due, direte voi? Si certo, due dico io. Uno è la somma degli ormai 3000 post pubblicati in 6 anni. L’altro … la mia vita, quella della mia famiglia, oltre 350 pagine …Cosa? Lo volete leggere? No raga, cosa privata è, cosa intima. Comunque, visto che insistete, qualche brano ve lo posso riportare, come ad esempio quello che segue, con il quale ho cercato di capire quale emozione si provi ad imitare i lunghissimi periodi di tale Marcel Proust. Per ambientare storicamente il brano, tenete presente la mia data di nascita: 3 febbraio 1944. Buona lettura (ma prima prendete fiato per bene!):

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Inizia

I ricordi più lontani che conservo, ancora vivissimi come il buon sapore di una caramella appena sciolta in bocca, il calore di una stretta di mano, l’abbraccio di un amico o il bacio dell’innamorata, sono una lampadina azzurrata che si sforzava con poca convinzione di illuminare, con un effetto a metà fra l’oscuramento di una luce e l’illuminazione di una tenebra, una piccola parte del vano monumentale delle due scale interne del palazzo ove abitavo, una a destra ed una a sinistra, che si snodavano con rampe di una lunghezza tale che avrebbe consentito a noi ragazzi, qualche anno più tardi, di sfidare la sorte nel saltarle con un unico balzo di alcuni metri, illuminate ciascuna, di giorno, dal rispettivo lucernario a vetri, completamente comunicanti al centro dell’edificio su pianerottoli siti a livello intermedio rispetto a quelli sui quali si affacciavano, dalla nostra parte, formata da una sola ala del palazzo, due appartamenti, e quattro su quelli della scala destra, la quale era quindi al servizio di due ali dell’edificio, quella centrale e quella destra, e le ante delle persiane, dipinte da babbo di un marrone scuro, con un cerimoniale quasi sacro da quanto era solenne nelle sue decisioni di pennellare ora qua ora là, di ripassare un parte e non l’altra, di scostarsi per controllare il risultato da una posizione più confacente, inclinando la testa ora a destra ora a sinistra, e che avrei poi scoperto si sarebbe ripetuto ogni due anni, e nel quale egli svolgeva il ruolo di sacerdote domestico e di maestro, persiane le cui fessure erano state ostruite con carta di giornale che lui stesso vi aveva pressato per rispettare l’oscuramento notturno e che noi bambini, cioè io ed il mio fratello Beppe, che aveva tre anni ed era maggiore di me di due, cercavamo di strappare via con le piccole dita curiose, dopo che, una sera, quasi per caso, avevamo scoperto la cosa, non senza essere interrotti nell’operazione non appena, a nostra volta, venivamo sorpresi dai carabinieri (cioè da babbo stesso) a collaborare con il nemico alla sconfitta militare del Paese ad opera dei bombardieri alleati, che poi che alleati erano se ci bombardavano?

Finisce

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                           Via Rodi

La casa in questione: un appartamento al terzo piano di un palazzo con ascensore, vista mare, in Via Rodi 10 interno 11 scala sinistra a Genova, quartiere la collina di Albaro, a 2 km dal mare. Tre corpi, noi si stava in quello di sinistra, separato dagli altri due dal grande vano scale doppie: le scale di destra servivano due corpi. La bomba “alleata” aveva colpito il corpo di destra (che c…!). Fra il secondo e il terzo corpo, all’esterno, un portone “finto” per garantire la simmetria della costruzione. Sul portone “vero”, il nostro, una scritta: “Labor omnia vincit” (sarà pur vero … cheppalle però!). L’ascensore, un Otis: le porte esterne in ferro battito, quelle interne a doppie antine vetrate: roba d’altri tempi, appunto! Riscaldamento  non ce n’era. Lo misero dopo, con i tubi a vista e poiché i soffitti erano alti tre metri, io sperimentai le mie prime scalate!

Ed ora una mia poesiola sulla mia città d’origine, quella d’allora:

 Ricordo di Genova

 

Pensavi ad un mondo inventato

ed alto volava il pensiero

che prima era tuo.

Il corpo restava seduto

davanti ad un libro di scuola

e dentro di te

esplodeva la gioia

per quella tua fuga segreta.

Ricordi? Ti vedi?

download (2)La penna tormenti coi denti

di legno e l’inchiostro ti sporca le dita.

La guardi segnare con tratti azzurrini

la coltre di neve

del bianco quaderno.

Raccolto nel caldo d’un’unica stanza

da un cielo segnato dai graffi

dell’ombra nascente

da piccola luce sospesa ad un filo ritorto

images (1)amica discende la voce

del vecchio apparecchio sonoro.

Conservi da giorni

la carta stagnola del cioccolatino

e credi che possa brillare

da sola

nel buio che attende silente l’evento

appena al di fuori dell’uscio

di questa cucina.

Ti vesti, vai fuori.

C’è buio in inverno, fa freddo.

Tu, speri che piova.

download (3)Ti piace che lavi le strade, i palazzi

che spazzi la costa

quell’acqua che il vento impetuoso

solleva ancor prima

che baci la terra.

Ti piace vedervi riflesse

le luci stradali ed i fari.

Il tram è stracolmo:

tu resti schiacciato ad un vetro

e soffi il calore del corpo

sui molti colori dei neon

che adornan fuggenti il tuo finestrino

a Natale.

download (1)E dalle sbandate

dal peso che ondeggia del corpo,

del tram che ora scende ora sale

conosci l’intero percorso.

E’ tua la città che ti parla

e suo il ricordo che scrivi.

 

Ciao, Zena!

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QUALCUNO ME LA PUO’ SPIEGARE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Dicembre, 2017 @ 5:42 am

Detto altrimenti: la legge finanziaria, intendo. Grazie                   (post 2988)

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Siamo sul finire della legislatura. Il Capo dello Stato, il Presidente Mattarella, sta per ricevere i Presidenti di Camera e Senato, quindi scioglierà le Camere e porrà i presupposti per nuove elezioni. Sul filo di lana, in Zona Cesarini direbbero gli appassionati di calcio, “non” è stata votata la legge sullo jus soli per mancanza del numero legale (!?) ed “è” stata votata la finanziaria che ammonta a 20 miliardi di euro (sulla vergogna dell’omissione mi sono espresso qualche post fa nel giorno del Natale).

Renato Cesarini, 1930, mezzala juventina, specializzato nel segnare goal negli ultimissimi minuti delle partite di calcio, sul filo di lana.

Ma veniamo a quei 20 miliardi. 20 miliardi solo? Ma … scusate … ma non sono stanziati, ogni anno, altri 25 miliardi per le spese militari? Allora vuol dire che la finanziaria è solo una legge di aggiustatura, di impiego delle somme disponibili (non precedentemente impegnate) o di quelle che si rendono disponibili a valere sull’aumento dell’indebitamento pubblico. Ed allora ecco che noi, cittadini comuni, non capiamo il vero significato della manovra, il suo peso specifico, il suo “valore relativo”(v. post del 16 dicembre scors0: “In valore assoluto e in valore relativo”).

Proviamo a rifare il ragionamento all’interno di un bilancio familiare. Ipotizziamo una situazione del genere: i due genitori guadagnano complessivamente €3000,00. Da qualche anno hanno stanziato €2000 al mese, per molti anni, per il noleggio a lungo termine di una lussuosa quanto inutile auto da fuori strada a disposizione del padre. Quindi, dando tacitamente per scontato che questo impegno non sia derogabile, riuniscono l’intera famiglia e alla presenza dei cinque figli discutono come distribuire nel mese i 1000 euro disponibili. imagesOrbene, poiché le necessità dei figli e della famiglia nel suo insieme sono molte, di fronte alle proteste ed alle necessità dei figli, i genitori decidono di aumentare di ulteriori 1000 euro il loro indebitamento bancario, peraltro già elevato. “No buono”, direte voi e anch’io con voi. Spero e mi auguro che l’esempio della famiglia possa aiutare a capire quale sia il mio giudizio verso la politica dei fondi impegnati e vincolati “a prescindere”, i quali spesso in un bilancio pubblico rappresentano la voce di gran lunga maggiore, per cui chi subentra al governo si trova a poter gestire somme marginali.

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Ma diciamola tutta, per amore di verità. Vi sono somme vincolate per ovvia necessità, quali quelle per il pagamento della struttura pubblica (gli impiegati pubblici nel caso dello Stato e il fitto e le bollette di casa, nell’esempio della famiglia), e queste vanno bene, salvo – nei due casi citati – rispettivamente razionalizzare e ridurre il costo dell’apparato e eventualmente cambiar casa.

Vi sono poi somme vincolate a progetti pluriennali: anche in questo caso esse sono legittimamente vincolate. Tuttavia esiste una motivazione in senso opposto, la quale imporrebbe di eventualmente rivedere il “piano dei vincoli” e “l’ordine delle priorità“, anche a costo di svincolare somme vincolate e modificare la pianificazione pluriennale.

Mi spiego iniziando dall’esempio della famiglia. Se due figli hanno bisogno dei denari per iscriversi all’università ed un terzo si ammala di una grave malattia, si imporrebbe la disdetta di quel contratto di noleggio auto per destinare diversamente quelle risorse. Se nello Stato cresce la massa dei disoccupati, le pensioni minime sono troppo basse, i danni idrogeologici sono rilevanti, potrebbe essere il caso di non destinare più – come invece sta avvenendo – 65 milioni di euro al giorno (al giorno!) agli armamenti ed investire quelle risorse in altre direzioni (per inciso: per la difesa idrogeologica si spendono 65 milioni di euro all’anno, non al giorno! E non sono significative le 1000 o 2000 casette per i terremotati che la TV continua a propinarci!)

In sintesi: occorre uscire dalla politica e dalla visione dei “fondi bloccati e intoccabili a prescindere”, delle “gestioni separate intoccabili a prescindere” (delle super pensioni da decine di migliaia di euro al mese, esistono!) per ricominciare secondo la tecnica dello zero base budget: riportiamo tutto e tutti a zero e ricominciamo a considerare una redistribuzione delle risorse secondo un ordine aggiornato delle priorità. Ordine aggiornato delle priorità, aggiornato, ripeto … altrimenti il legislatore e il governante non si comporterebbero come un buon padre di famiglia.

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LA NOSTRA COSTITUZIONE, 70 ANNI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2017 @ 8:45 pm

Detto altrimenti: 27 dicembre 1947!     (post 2987)

Siamo quasi coetanei, lei ed io, io che sono nato il 3 febbraio 1944! Io che per ben quattro anni sono rimasto senza costituzione, anzi, senza Costituzione!

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Da tempo aspettavo l’occasione per sfoderare la copia a mie mani dello Statuto del Regno d’Italia (4 marzo 1848), una vecchia edizione della editrice Adriano Salani di Firenze, edita nel 1922 e per fare un raffronto fra i due testi (ve lo risparmio, tranquilli!). Vi dico solo che lo Statuto Albertino era composto da  articoli  molto brevi: i primi 23 riguardavano la figura del re; ne seguivano 9 “Dei diritti e doveri dei cittadini”; 6 erano dedicati al Senato; 9 alla camera dei deputati; 17 comuni alle due Camere; 3 “Dei Ministri”; 6 “Dell’Ordine Giudiziario; 8 disposizioni generali e 3 Transitorie. Totale 84 articoletti firmati da Carlo Alberto. La nostra attuale Costituzione è composta da 139 articoli oltre a 18 disposizioni transitorie, ed è firmata dal Presidente della Repubblica Enrico De Nicola e controfirmata dal Presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini, dal Presidente del Consiglio dei Ministri Alcide Degasperi e dal Guardasigilli Giuseppe Grassi.

Ma le differenze sono ben altre e molto, molto sostanziali: infatti ben altro è il cammino democratico, politico e sociale che nel frattempo si era percorso. So che anni fa in una scuola media è stato fatto fare ai ragazzi un esercizio molto istruttivo: il raffronto fra articoli simili dei due ordinamenti. Perché non ripeterlo oggi?

downloadCosa manca ancora? A mio sommesso parere – e so di dire una bestemmia giuridica – che le violazioni delle norme della nostra Costituzione siano direttamente sanzionate. Nel senso che se “la costituzione tutela la famiglia …” e “garantisce la parità dei sessi …” e poi invece vi sono leggi o disposizioni che violano tale dettato per azione o per omissione, succede che – talvolta – queste leggi sono impugnate di fronte alla Corte Costituzionale che ne può dichiarare l’illegittimità costituzionale … ma che succede a chi quelle leggi ha promulgato o a chi ha emanato quelle disposizioni? Nulla. Insomma, occorrerebbe dare una maggiore efficacia a norme legittime e valide ma non sempre immediatamente efficaci. Già, perchè c’è anche quell’ “immediatamente”, nel senso che i risultati della loro corretta applicazione dovrebbero essere garantiti “immediatamente”. Ma questa è un’altra storia …

Intanto, godiamoci questo anniversario, il compleanno della nostra diversamente giovane Carta Costituzionale: auguri, Costituzione, buon Compleanno! Dai che sei ancora di sana e robusta costituzione, nonostante l’età …

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IL POTERE A CASCATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2017 @ 3:56 pm

Detto altrimenti: alias la cascata (o la caduta?) del potere                     (post 2986)

downloadSpesso mi domando come avvenga che il potere del potente di turno affascini le masse, in particolare come e perché esso affascini anche coloro che non fanno parte di quella cerchia, di quell’elite, di quell’oligarchia, anche coloro cioè che da quella “forza” non traggono alcun vantaggio. Riscontro questa “catena di trasmissione” di approvazione del potere, del consenso al potere, di imitazione del potere, di elogio del potere in molti ambiti: all’interno – ad esempio – di associazioni, di partiti politici, di governi, tanto per citare casi su scale diverse. L’ ipse dixit va bene per chi sta a valle della cascata di potere. Così – da un lato - costui vive meno faticosamente ovvero “pensa di meno” e – per un diverso aspetto – ogni debole uomo, “indotto dalla propria volontà a servire il forte, riesce egli stesso a dominare chi è ancora più debole di lui: in questo processo, egli si insinua nel cuore del forte e vi ruba potenza” (F. Nietzsche).

Ricordate – se non altro per averlo visto in qualche film – il “potere” del capo-caseggiato del periodo fascista? Spesso era lo stesso portinaio che, traendo potere dall’essere asservito al partito, a sua volta asserviva i condomini spiandoli, intimidendoli e riferendone le “gravi mancanze politiche” quale, ad esempio, l’utilizzo del “lei”, il mancato saluto romano o l’assenza ad un raduno “spontaneo” del partito.

Il leader … si, di un leader tuttavia si ha bisogno, sempre. Ma chi è il leader? Colui che stimola la crescita di ognuno, la libera espressione e la creatività da parte di ognuno; colui che sa razionalizzare istanze sentite ma non espresse da parte di ognuno; colui che crea un simbolo nel quale gli altri si riconoscono; colui che mai cercherebbe di appropriarsi del simbolo da lui stesso creato, se non altro perchè è conscio che in tal caso il simbolo da strumento di unione diverrebbe strumento di divisione e di guerra.

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Leader non è colui che “pensa lui per tutti” e che opera soprattutto per l’autorità che altri gli hanno conferito o che – peggio che mai! – si è conferito da solo, quanto invece colui che opera con l’ autorevolezza che gli deriva dal suo stesso essere, dote che nessuno gli può conferire ma che tutti sono disposti a riconoscergli. E se l’uomo di potere danneggia gli altri e alla fine anche se stesso, perché è alla ricerca di un potere sempre più grande che alla fine lo conduce alla rovina (si vedano le sorti dei maggiori uomini di potere della storia, anche recente), l’uomo di autorevolezza fa crescere intorno a se stesso e ad ognuno dei suoi una difesa contro gli abusi di potere, attivi (quelli fatti agli altri) e passivi (quelli subiti da parte di altri).

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LA MIA PRIMA BICICLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2017 @ 1:25 pm

downloadDetto altrimenti: … quasi la prima … molti anni fa, but still going strong!   (post 2985)

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Ma insomma … che volete … mi ha provocato! Maria Teresa, mia moglie, per Natale fra gli altri regali mi ha fatto un dono speciale: un libriccino dal titolo “la mia prima bicicletta” (edilcicloeditore srl, Portogruaro, v. internet). Brevi racconti firmati da trentun pedalatori, fra i quali spiccano nomi come Margherita Hack, Susanna Tamaro, Paolo Rumiz. Ed allora mi sono detto: fai un esame di coscienza e parla anche tu della tua. La mia … già .. ma quale? Infatti ve ne sono alcune “prodrome” della mia prima “vera” bicicletta. Vediamole:

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    La “numero Uno”, come la monetina di Paperon de Paperoni

    Cinque anni, con le rotelline, da dividere con mio fratello maggiore tu da qui a lì ora però tocca a me dai scendi.

  2. Sette anni, dai nonni in Toscana, le mie caramelle contro la tua bici per il giro del paese S. Angelo in Colle (Siena)  bada caschi che se lo dicono al tu’ babbo e ti dà il resto ….
  3. Si salta a 15 anni, quelle dei miei amici dell’oratorio dai … quanti francobolli vuoi della mia raccolta per farmi fare un giro di mezz’ora?
  4. 16 anni, ospite di un amico a Limone Piemonte, due bici una tutta per me con il cambio! Uao! Però purtroppo solo per pochi giorni.
  5. … non mi ricordo …
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              Anno II, 18 giugno 1985

    Si salta ai miei 34 anni. Abito a Monza, affitto una bicicletta nel parco, il vento nei capelli – prima volta che lo apprezzo, ecco la mia prima volta!  Il giorno dopo me ne compero una da turismo doppio cambio con la quale inizio a scalare le prime salitelle della Brianza (Monticello Brianza). Ma un giorno: per favore mi cambi la sella; un altro giorno: mi cambi la pipetta;  un altro ancora mi cambi il manubrio …

  7. … ma insomma, dice il negoziante, se ne comperi una da corsa, Lit. 500.000 detto fatto, ma non è ancora la mia prima “vera”.
  8. Comunque, mio primo giorno “da corsa”, esco di casa traballando sulla bici con i piedi imprigionati dalle cinghiette … dottore venga con noi dice il figlio del ciclista che passa veloce con altri quattro compagni … ma come si fa? Venga … che poi, prima uscita, mi hanno fatto fare 80 km … da  mo-ri-re!
  9. La mia prima “vera”, anche la mia vera primavera della bici, ai miei 41 anni, ecco che arriva, da corsa su misura, una Camilotto Expert.
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       Lei, la prima da sinistra, sul Manghen (TN)

Oh, adesso si ragiona! Alla fine ce l’ho fatta! Ora sono gli altri che si girano a guardare la mia! Anche perché la sua foto è stata pubblicata sulla rivista Bicicletta! Acciaio e alluminio, cambi al piantone, cavetti dei freni in bellavista, pneumatici tubolari palmer cerchiati di bianco, rapporti alla guarnitura 52-39; rapporti al piantone da 12 a 28. Peso 11,5 kg. All’epoca, il top della gamma. Il mio giro più impegnativo? Cesana Torinese – Monginevro -  Lautaret – Galibier -  Telegraf - Moncenisio -  Ulzio.

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        Lei, nuovi colori, a Riva del Garda

All’età di 50 anni – dopo averla riverniciata con i colori dell’Unione Europea – l’ho tradita per la barca a vela. All’età di 67 ho quasi tradito la barca per la bici. Quale? Ma la mia Camilotto, cribbio! Ho eliminato i cavetti esterni dei freni; ho cambiato i pedali; ho montato una guarnitura compact 50-34 e via, come nuova! Da anni poi l’ho affiancata con altre due, una mtb una Wilier ed una mtb elettrica (le salitone mi sono altrimenti precluse, a causa della mia bronchite cronica). Naturalmente ne ho altre due da città, un po’ sgangherate della serie io speriamo che me la cavo che non me le rubano.

Dice … ma la tua prima impressione? Raga, quando si ama ogni giorno è come il primo! E se da ragazzo a Genova, a fine stagione balneare, sdraiato nella spuma del mare, abbracciavo i ciottoli del bagnasciuga per dare loro l’arrivederci alla prossima estate, ora ripongo le bici con cura, con un mesto, amorevole farewell alla prossima stagione!

Good bike everybody!

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PROSSIMI EVENTI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2017 @ 11:27 am

Se la procedura di inserimento diretto dei vostri commenti ai miei post vi crea difficoltà, potete inviarli al mio indirizzo e-mail riccardo.lucatti@hotmail.it : provvederò io stesso a pubblicarli. Grazie.

Sabato 18 aprile 2020 ore 21,00, Sala Sosat Trento, Associazione Katharsis: “Katharsis”, Martin Muenk pianoforte. Musiche di Muenk, Ravel, Scriabin. Per tutti.

Lunedì
4 maggio 2020 ore 20,30 – Accademia delle Muse: Recital degli “Alter Ego”, Coro maschile a cappella  – “Scorci di Trento minore” di Marisa Decarli.   

Lunedì 1 giugno 2020 ore 20,30 – Accademia delle Muse: Corrado Ruzza e gli Allievi del Conservatorio Bonporti in Riva del Garda  – “Viaggio in Italia”: la Basilicata, a cura di Maria Teresa e Riccardo.

Luglio 2020 … Festa di Mezz’Estate dell’Accademia delle Muse

Martedì 3 novembre 2020 ore 20,30 – Accademia delle Muse: “Lumbard Sfarfallant Group” a cura del gruppo “I Geniali” – segue “Dieci (o undici?) anni di foto/ricordi dell’Accademia! A cura di Cristina e Riccardo.

 

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LA MIA BARCA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2017 @ 8:01 am

Detto altrimenti: una vecchietta di 27 anni, ormai …     (post 2983)

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IMG-20171118-WA0003Modello FUN; costruttore Jeanneau; monotipo modello 1982; nome proprio Whisper; classe 1990; numero velico ITA 526; lft m. 7,50; stazza 2,8 tons; dislocamento 1 ton; deriva 330 kg; velatura: randa 16 mq; fiocco autovirante 8 mq; genoa 16 mq; spinnaker 40 mq; carena planante; motore fb da 2 a 6 CV.

Passa il tempo … all’inizio ero arrivato a tradire mia moglie per lei, nel senso di prendere un giorno di ferie per farmi una veleggiata anziché andare da Trento – dove lavoravo – a Monza, dove ancora risiedeva la mia famiglia. E quando rientravo a Monza per il week end, facevo in modo di passare da Riva del Garda per guardarla almeno qualche minuto. Per lei avevo smesso anche di andare in bici, sino a “perdere la gamba”, una gamba che all’epoca mi permetteva di scalare il Passo del Manghen, tanto per intendersi.

Eurpean Championship Fun 2007 - Fraglia Vela RivaPoi, negli anni, le regate, tante, i campionati mondiali, italiani ed europei e quelli “sociali” della Fraglia Vela Riva (1994, il miglior risultato, vittoria del campionato sociale articolato su ben 12 regate). Ma non basta: sei traversate dalla Toscana a Palau, anche di notte e anche in solitaria. Incidenti? Due disalberamenti sul Garda per rinvestimenti subiti; uno speronamento da parte di un gommone mentre Whisper era ormeggiato in porto (ma si può?). Da due anni ho smesso di fare regate. Veleggio solamente … eppoi la bicicletta ha ripreso il suo posto nelle mie … gambe!

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Di bolina verso Riva del Garda

“Il” Fun, il mio Fun, Riparato dopo lo speronamento, Whisper è tornato al suo ormeggio. Le montagne intorno sono innevate, fa freddo … un freddo che mentre veleggi è aumentato dal vento che di spazzola il corpo e la mente nonostante la cerata, la tuta “pelosa” e il maglione che hai indosso. Da qualche anno ho smesso. Ho smesso di scatenare in inverno Whisper giù per il lago, con il forte vento da nord, fra onde formate, fino a ripararmi del porto di Malcesine a cercare qualcosa di caldo nei rari bar aperti. A Whisper ho dedicato due poesie: una, breve, nei primi anni ed una più recentemente, forse un po’ malinconica. Eccole:

WHISPER – S’illumina al sole / ti aspetta. / La prendi / la porti nel vento / respira il tuo stesso respiro / sussulti / lei freme / sospira.

Freme, ruggisce quasi, quando plana, quando con venti forti solleva la carena dall’acqua come una tavola da surf, quando ti rendi conto che puoi solo – anzi devi – intervenire con correzioni minime tanta è la forza che il vento ha scatenato in lei. Fino a quando, passata la tempesta quasi ormonale del vento, si acqueta e “sospira”. Come una innamorata …

Prima di riportare qui la seconda poesia, ve ne trascrivo una dedicata a tutte le vele rivane:

Neve fra le vele

Cime, nevi e vele rivane

VELE RIVANEIl cielo è pulito, fa freddo. / Il Vento del nord respinge la nebbia. /Le palme e gli ulivi son scossi e muovon le foglie / qual ali che voglian migrare. / C’è Vento sul Lago da giorni. / Le cime nevose dei monti / dipingono l’aria di candidi sbuffi. / Nel porto un’orchestra. / Ascolta / tintinna di magico timpano / sartia d’acciaio / e insieme a folate impetuose / dà fiato ad un oboe solenne. / E l’onda, smorzata dal molo, applaude il concerto / lambendo gli scafi seduti in poltrona / nel proprio teatro di luci e di suoni. / In alto un gabbiano galleggia nel fiume sospeso. / Sull’acqua reali due cigni attendono il tempo. / Dal seno materno del porto si stacca una prora: / s’avanza invelata e scruta l’invito del vento. / Dapprima procede più lenta / poi prende vigore sull’onda che s’apre e l’accoglie / nell’umido abbraccio d’amante in attesa. / Carena sussulta si slancia / respira lo stesso respiro del cielo / e all’acqua regala la forma. / Le creste dell’onde s’uniscono all’aere in spume rapite. / Lo scafo ormai vola: e mentre ti portan sue ali / Lo senti vibrare, gioire e chiederti: “Ancòra!”. / Ma devi tornare / e volti la rotta in faccia alla furia che avverti più vera. / Non lotta con l’onda la prora che s’alza: / l’affronta, ricerca un’intesa, la trova, procede: / la senti che parla di te con l’acqua e col vento.

Spero che vi sia piaciuta, questa poesia a vela invernale. Ma ecco l’ultima, quella un po’ nostalgica, il canto di Whisper alle “sue” Nuvole, alle Nuvole del Lago di Garda:

FUNFRALENUVOLENuvole amiche del ciel vagabonde / che non restate mai ferme un momento / onde d’un lago ch’è privo di sponde / madrine dell’Ora e figlie del Vento; 

Da Whisper nelle Bocche

Da Whisper, nelle Bocche di Bonifacio

nuvole dolci se il sole v’irrora / voi sempre riuscite ad essere nuove / calde la tramonto più fredde all’aurora / liete col bello e un po’ tristi se piove; 

nuvole diafane ai raggi solari / che v’arricchite di porpora e d’oro / e nel chiaror di regate lunari / fate del cielo un cangiante traforo; 

nuvole buone che ‘l Garda ombreggiate / e che lenite l’arsura de’ campi / del Nastro Azzurro oppur corrucciate / dell’Intervela fra fulmini e lampi; 

nuvole alte dai bianchi contorni / diademi regali a cime rivane / nuvole sparse in cui volano storni / nido incantato di cigni e poiane; 

di tutte voi dal meriggio allorquando / io nacqui sul lago mi innamorai / da molti anni ormai sto veleggiando / senza potere raggiungervi mai! 

E la mia randa io sempre l’ho indosso / la tuga consumo al sole ed al gelo, / ma in Fraglia Vela star fermo non posso: / non voglio aver altro ormeggio che il cielo! 

2 - Tramonto sul mare

Autoscatto da Palau alla Toscana

Rotte fra i monti io vo’ percorrendo / e in questo un poco ci assomigliamo: / nulla vi chiedo io nulla pretendo / se non poter dire quanto vi amo. 

Eterna meta di tutta la vita / è il vostro porto che mai ho raggiunto, / è questa dura bolina infinita / che mi sospinge pur sempre a quel punto. 

Quando dall’alto del monte Brione / la vela mia bordeggiar non vedrete / ed intonar questa alata canzone / voce planante di Fun non udrete, 

amiche nuvole non lacrimate / poiché veliero del ciel diverrò / fra Dolomiti di neve imbiancate / prora di nuvole e cielo sarò.

P.S.: Note per i non velisti - Ora: brezza termica da Sud. Vento: tramontana. I campi sono quelli di regata. Nastro Azzurro ed Intervela: due regate. Randa: vela principale. Tuga: la “coperta” della barca. Bolina: andatura per risalire il vento. Bordeggio: andatura a zig zag per risalire il vento. Planare: scivolare sull’acqua come un surf, come un sasso piatto che rimbalza. Prora: rotta, direzione della barca.

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IUS SOLI NON VOTATO? VERGOGNA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Dicembre, 2017 @ 8:01 am

Detto altrimenti: vos pudeat!                             (post 2982)

imagesLo definite in latino questo diritto non votato e quindi negato ed in latino io mi rivolgo a voi: vos pudeat, vergognatevi! Qual è il colore della vergogna? Sicuramente il rossore che dovrebbe comparire sulla vostra faccia: ed allora questo post lo scrivo tutto in rosso. D’altra parte il rosso è anche il colore del Natale, solo che è un rosso diverso, quello della fiamma dell’amore, del calore dell’umanità che voi non avete.  Siete usciti dall’aula o forse nemmeno ci siete entrati: (ecchè … la vigilia di Natale … i regali … i parenti … ma che volemo scherza’?) è mancato il numero legale … che dire? Io non sono mai mancato ad una riunione di Direzione, di Consiglio di Amministrazione e di Assemblea dei soci. Mai. Era il mio lavoro, era il mio dovere. Ma evidentemente per voi non è un lavoro tanto meno un dovere. E’ un privilegio che vi siete accaparrato, molto ben retribuito da emolumenti che vi definite sa soli.

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download (1)Mi viene in mente un vecchio film di Totò, parodia dell’avvento del fascismo. Totò, soppesando nel palmo della mano il distintivo del partito fascista dice: “Essere o non essere … fascista? Io il distintivo lo porto … in tasca”. E così voi: si, io sono un parlamentare ma al momento ero fuori stanza … e se c’ero dormivo. O forse temevate di dovere votare con voto palese? Ma quella di Totò era una commedia sia pure tragicomica, la vostra è una tragedia vera. Anzi … no. La nostra è una tragedia, quella che ci costringete a vivere: siete eletti e auto-stra-pagati per legiferare e non legiferate (anzi, legiferate tanto, troppo, eccessivamente il che equivale a non legiferare bene: plurimae leges corruptissima res publica, dicevano i nostri antenati romani); per prendere decisioni e non le prendete; per occuparvi della res publica e invece pensate solo alla res privata. Vos pudeat, vergonatevi!

Detto questo, Buon Natale a tutte le mie lettrici e a tutti i miei lettori e scusate lo sfogo, ma quando la se ghe vol, la se ghe vol, per dirla in dialetto trentino. Cosa? Dite che loro non capiscono … ah già, cives romani sunt … e allora lo ripeto nel loro dialetto: quanno ce vo’, ce vo’.

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E adesso, dopo qualche ora, verso sera, una considerazione più pacata (ma – sia chiaro – non rinnego nulla di ciò che ho scritto prima!): essere assenti (peccato di omissione direbbe chi ha la Fede) indica una qualità (negativa e purtroppo costante) della persona: oggi sono assente dall’aula parlamentare per questo voto; da anni la mia mente è assente rispetto ai naufraghi dei gommoni; da sempre sono assente di fronte all’iniqua distribuzione delle risorse naturali e pubbliche; altri sono assenti dai dovuti controlli per cui si arriva ad acquistare oltre dieci treni nuovi, li si posteggia a Battipaglia e li si lascia ad arrugginire inutilizzati; oppure … a Tizio si dice che dalla cassa di quel partito mancano 20 milioni di euro ma Tizio,  che di quel partito ero presidente, era  assente.  Dice: ma che… fai politica? No raga, scialla, calma: cerco  di non essere assente e quindi di fare Politica, ovvero di occuparmi della Res Publica, ovvero della Cosa e Casa di Tutti (non sto utilizzando a caso le lettere maiuscole). Grazie se mi vorrete sopportare …

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