IL PESTO GENOVESE ALLA … TRENTINA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Marzo, 2018 @ 1:29 pmDetto altrimenti: si fa quel che si può, e non viene nemmeno male … (post 3096)
.“Siccome che†io sono Ligure (un pronipote di quei Ligures il cui territorio dalla Spagna si spingeva fino a Riva del Garda a confinare con i Venetes), “a me mi†piace il pesto genovese. Pesto, da “pestare†in un mortaio, il frullatore di sti ani, degli anni che furono. Eh già … nella Liguria di ieri ci si arrangiava con quel che si aveva: mortaio e pestello in pietra, basilico, sale, aglio, olio di oliva, pinoli, formaggio (meglio se pecorino sardo che con le galee ci voleva un attimo a farlo arrivare).
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Ligures a Riva del Garda? Lo testimonia la lapide delle dominazioni nel porticati della Casa Comunale a Riva: siamo stati i primi!
D’altra parte anche qui in Trentino ci si arrangiava, perché “di quel che ghe non manca nulaâ€: polenta, smaccafam, canederli, luganeghe, carne salada, tortel di patate, etc.. Ma torniamo al pesto. Innanzi tutto comperate le piantine di basilico, piccole piccole (dicono che il basilico ligure è migliore: si, soprattutto se fate un infanticidio di foglioline ancora in tenera età , n.d.r.). Le sistemate nei vasi del vostro balcone, non troppo al sole diretto. Molta acqua. Quando sono ben cresciute (ma non troppo sennò i gambi diventano legnosi), fate la raccolta (la mia è ogni volta di 800 gr. di foglioline ripulite dal gambo). Tagliate i gambi principali, poi quelli secondari e lasciate le foglioline ben pulite (non lavatele, per carità ! Perderebbero sapore e colore!). In una estate potete arrivare a tre raccolti. Indi nel frullatore, con olio, sale, aglio, pinoli (qualcuno usa le noci). Frullate e il gioco è fatto. Riponete il pesto nei quadrettini di plastica del ghiaccio e lo estraete s.q. (secondo la quantità necessaria), sghiacciandolo, per utilizzarlo di volta in volta.
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Per condire la pastasciutta (“trofie e trofiette) a Zena (Genova) mettono nel pesto anche fagiolini interi bolliti e pezzi interi di patate bollite. Provare per credere.
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Buon appetito … bis garantito!
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LA ZUPPA DELLO SCIATORE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Marzo, 2018 @ 6:29 amDetto altrimenti: inizia oggi una sorta di rubrica gastronomica. Le lettrici ed i lettori che vorranno contribuire con proprie ricette, saranno molto graditi.     (post 3095)
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Perché, mi sono detto, non rendere partecipi le mie lettrici ed i miei lettori di una buona ricetta dopo-sci, particolarmente gradevole dopo le sciate alle basse temperature di questi giorni? Ed allora ecco una ricetta farina-non-del-mio-sacco, bensì farina-del-sacco di mia moglie Maria Teresa:
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La zuppa dello sciatore
- Mettere a bagno per almeno 12 ore fagioli secchi.
- Fare cuocere in acqua salata i fagioli insieme ad un gambo di sedano, una carota ed una cipolla, per 2-3 ore in pentola normale oppure per 90 minuti in pentola a pressione (P1). Conservare a parte sedano, carota e cipolla cotti (v. successivo n. 6).
- In altra pendola (P2), con poco olio, soffriggere per pochi minuti altro sedano ed altre carota e cipolla crudi.
- Versare nella pentola col soffritto (P2)  buona parte dell’acqua di bollitura della prima pentola e fare cuocere qui il farro (v. tempi di cottura indicati sulla relativa bustina).
- Durante la cottura aggiungere i fagioli.
- A parte, frullare sedano, carota e cipolla di cui al punto 2) e aggiungere il tutto in pentola.
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Impreziosire con un gambo di rosmarino o di prezzemolo. Servire caldo, meglio se in terrina preriscaldata, in un mix più o meno brodoso a seconda dei gusti; aggiungere un filo di olio crudo e una nevicata di formaggio grana; taluno gradisce una spruzzata di pepe.
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Buon appetito e … bis garantito!
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MOTORI AUTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Marzo, 2018 @ 7:42 amDetto altrimenti: parliamone un po’, così, semplicemente … (post 3094)
1955, esce la Fiat 600! La grande piccola utilitaria sogno di moltissime famiglie italiane. Una signora apre il cofano anteriore: “Mi hanno rubato il motore!†Poi apre quello che crede essere il bagagliaio (posteriore, n.d.r.): “Ma per fortuna ne hanno messo uno di scortaâ€. Una barzelletta, certo. La prima auto a motore posteriore. Per chi proveniva dalla “Topolino†era un’auto di lusso. Non ho voluto risalire oltre nel tempo, comunque il motore a scoppio a combustione interna a quattro tempi denominato a ciclo Otto (ing. Otto, il tedesco che lo ha inventato) è rimasto lo stesso.
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L’unico tentativo di variazione sul tema è stato il motore rotativo Wankel (ing. Wankel, 1957, cfr. in Wikipedia), più leggero, più potente ma soggetto a rapida usura e molto inquinante. L’inquinamento. Oggi si inizia a fare il processo ai motori a ciclo Diesel (ing. Diesel, altro inventore) perché troppo inquinanti. Con i motori diesel varia il carburante che è  il gasolio, una frazione più pesante della distillazione frazionata del petrolio, quindi dalla combustione più lenta della benzina (ing. Benz, altro tedesco) e questo è un vantaggio, ma dalle emissioni più inquinanti (ed ecco lo svantaggio).
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Il vantaggio dei diesel consiste che la “bruciatura†del gasolio è più lenta, quindi è più una combustione e meno una esplosione, il che determina che la spinta sul pistone dura per tutta la discesa del pistone all’interno del cilindro: motore più elastico, maggiore potenza ad un minor numero di giri/min del motore, migliore rendimento kilometrico. Nei diesel il gasolio si accende per riscaldamento e compressione (non servono le candele per l’accensione) il che determina maggiori pressioni interne alla camera di scoppio e quindi  la necessità un blocco motore più robusto e più pesante e l’inserimento delle candelette di pre-riscaldamento inventate da un altro tedesco, l’ ing. Ricardo con una “c†sola.
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Motori diesel aspirati, una volta; oggi “turboâ€: prestazioni esaltanti, niente da invidiare ai motori a benzina. Solo che adesso si stanno diffondendo i motori a metano, a GPL, elettrici, ibridi e sta iniziando la fase di uscita di scena dei diesel. Nei due casi di motori a metano e a GPL varia solo il combustibile. In quelli elettrici varia il motore. In questi ultimi non si elimina l’inquinamento, ma lo si “sposta†nei luoghi di produzione dell’energia elettrica e nei luoghi smaltimento delle batterie esauste. L’evoluzione della tecnologia va in questa direzione. Tuttavia, la fase di riconversione delle fabbriche e del mercato sarà costosa per i produttori e per l’utenza, quindi ci si augura che sia graduale. Nel frattempo si sta incrementando l’uso della bicicletta come mezzo di locomozione urbana.
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FIAB-FEDERAZIONE ITALIANA AMICI DELLA BICICLETTA, sono aperte – sempre – le iscrizioni presso ogni vostra città ! Joint us, unitevi a noi, iscrivetevi alla FIAB!
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C’E’ SEMPRE DA IMPARARE …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Febbraio, 2018 @ 7:01 pmDetto altrimenti: più sai e più ti accorgi di non sapere        (post 3093)
Quasi 100 articoli (posts … che ridere quella “s†del plurale!) in due mesi, non c’è male. Ma, raga, scialla, calma, non è che io scriva “a pesoâ€: io scrivo se e quando “mi scappa da scrivere†nel senso che mica sono io … sono la mia testa e le mie mani che coinvolgono il computer. La cosa funziona così: io scrivo “a mia insaputaâ€. Ecco, devo fare mio questo lessico: d’altra parte se è stato deciso che “lui poteva ben non sapere che gli stavano pagando la casa, che ciò era avvenuto a sua insaputaâ€, chi volete che possa contestarmi questa mia incolpevole particolare mancanza di consapevolezza?
Ma veniamo al post. In questi giorni fa molto freddo; la neve è ottima; io abito pericolosamente vicino alla partenza degli impianti sciistici di risalita (Trento-Bondone 30 min.; Trento-Paganella 30-40 min.); io sono un V.I.P.- Vecchietto In Pensione; mi è sempre piaciuto sciare, ed allora …
… ed allora ecco che dopo quasi 60 anni di sci, ogni giorno imparo a stimare il valore e quindi ad apprezzare qualche sfumatura in più. Le ultime? Eccole: la differenza fra una perfetta regolazione dello scarpone ed una non così perfetta; il diverso grado di spigolatura degli sci all’entrata e all’uscita di curva; la muscolatura allenata ma non rigida; la curvatura dell’intero corpo e non di sue singole parti. Per sciare molto bene occorre sciare molto. Banale, lo so, ho scoperto l’acqua calda. Ma solo sciando molto il tuo cervello impara a gestire in automatico quelle decine di variabili – non sono di più – che ti consentono di sciare bene.
Dicono che le competizioni sportive formano molto di più che una lunga pratica non competitiva di ogni sport. E’ vero. Io l’ho sperimentato su me stesso. Mi spiego. L’unico sport che io ho praticato a livello competitivo è la vela. Oltre vent’anni di regate. Ecco, quando sono al timone del mio FUN, anche non in regata, io gestisco automaticamente (questo è il punto!) tutte le decine (due sole? Forse è così …) di variabili, quali, ad esempio, il grado di tensione delle vele e delle sartie volanti; l’evoluzione della direzione e intensità del vento; la distribuzione dei pesi a bordo, lateralmente e longitudinalmente; il tipo di vela da utilizzare; il maggiore o minore angolo di bolina; l’evoluzione delle condizioni meteo nella giornata; il grado di stanchezza mio e dell’equipaggio; il tipo di andatura da adottare in relazione al tipo di equipaggio di cui dispongo; la decisione circa i bordi (la rotta) da fare rispetto alla meta (boa di regata o semplice meta turistica); etc.
Automaticamente, dicevo, cosa che mi capita meno – anche se solo un poco meno -automaticamente con lo sci, e dire che sto sciando da quasi 60 anni! Rispetto a queste mie due (relative) “abilità †io ne invidio un’altra, un’altra che purtroppo non ho: quella dei musicisti che riescono a dominare milioni di combinazioni di note e di loro gradazione “a memoriaâ€: quando, ad esempio, un pianista esegue a memoria un intero concerto di musica classica. Ecco, è a questo punto che comprendo e condivido un’affermazione, e cioè che il computer più complesso, completo ed efficiente al mondo è la mente umana.
Buono sci, buone vela e buona musica a tutte e a tutti!
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UNA FAVOLA di POLITICA ECONOMICA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Febbraio, 2018 @ 3:52 pmDetto altrimenti: una favola “che insegnaâ€, come quelle di Esopo (620-564 a. C.)      (post 3092)
C’era una volta un padre che aveva dieci figli. Egli conduceva una piccola impresa nella quale – data la limitata dimensione – potevano trovare lavoro solo cinque dipendenti. Egli si prese cura di addestrare i suoi figli e ne impiegò cinque nei lavori dell’impresa. Per responsabilizzarli, egli delegò loro il potere di intervenire sulle singole fasi della lavorazione rendendo ognuno responsabile del risultato. In parallelo stabilì anche di pagare loro lo stipendio che avrebbe pagato a personale non della famiglia. Per anni quello stipendio rimase inalterato e non furono concessi aumenti di sorta, per cui, un giorno, quei cinque figli reclamarono un suo adeguamento. Il padre fece i suoi ragionamenti e decise diversamente: dedicò quei denari all’ampliamento della sua piccola impresa e diede lavoro anche agli altri suoi cinque figli.
Le favole di Fedro finivano con la frase “o muzos deloi oti …†ovvero “la favola insegna che ..†E allora, cosa insegna questa favola? Fate voi, raga, ecchè? Vi devo dire tutto io? Quando mai!?
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RIFORMA DEL TERZO SETTORE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Febbraio, 2018 @ 6:19 amDetto altrimenti: i problemi della crescita               (post 3091)
(questo è un post tecnico, per gli addetti al settore)
Kleine Kinder, kleine Probleme, dicono i tedeschi, ed hanno ragione: figli piccoli, problemi piccoli. I problemi maggiori si hanno quando i figli crescono. E il terzo settore è cresciuto molto anzi moltissimo. Copre molti ambiti del sociale che altrimenti dovrebbero far carico all’Ente Pubblico o al settore privato. Ma l’Ente Pubblico è già molto gravato ed il privato mirerebbe a fare utile. Ed allora … allora ecco il Terzo Settore. Onlus e entità varie, “autorizzate†e/o “accreditate†o “da accreditarsiâ€, sovvenzionate con denaro pubblico: ed ecco l’UE, ed ecco la normativa, ed ecco i controlli non solo della gestione operativa e di quella economica-finanziaria-patrimoniale (di bilancio, e qui non faccio nomi di una grande, nazionale …) ma – si impone – anche della correttezza morale (si vedano gli scandali di grandissime organizzazioni in materia sessuale).
La Provincia Autonoma di Trento si mette al lavoro. Ieri io che non sono un esperto della materia specifica ma sono un (esperto – così dice la mia vita lavorativa-) ex manager, ho partecipato ad una riunione del sistema degli Enti operanti nel Terzo Settore.
L’aspetto che ho colto come suscettibile di maggiore attenzione e miglioramento è uno solo, ovvero la necessitÃ
- del coordinamento fra l’azione normativa della PAT – Provincia Autonoma di Trento e quella dei comuni;
- del coordinamento fra la legge, il suo regolamento, le istruzioni per la compilazione del bilancio, i documenti di specifica ancora successivi (ad esempio, il catalogo dei servizi);
- del coordinamento delle diverse istanze dei singoli sub-settori da parte di un loro unico ente di coordinamento;
- di semplificare l’intero processo;
- di calcolare il costo complessivo che graverebbe l’intero sistema delle Onlus e farne carico all’ente pubblico.
In attesa di tutto ciò, si potrebbe andare a vedere come (meglio) si stanno già comportando altre regioni, ad esempio l’Emilia Romagna.
Fine di un post tecnico.
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LIBRI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Febbraio, 2018 @ 7:11 amDetto altrimenti: libri                                          (post 3090)
Libro, il latino liber, termine che significa anche libero: sarà un caso? Chi ha detto “Se ho denaro mi compero libri, se ne avanzo, anche del cibo?†Grazie se voi, lettrici e lettori, mi aiutate a ricordare l’autore di questa frase.
Libri. Sugli scaffali, in doppia fila: quelli della seconda fila li ho collocati su di un’assicella di legno, un po’ più alti, così “si vedono†ed ho raddoppiato la capacità delle scaffalature. Poi ne arrivano altri, li poso di traverso, un po’ scomodi. Come a teatro: poltronissime, poltrone e loggione. I miei libri non sono catalogati. Cerco di tenerli raggruppati: il primo gruppo bene in vista … quelli che maggiormente amo, quelli che voglio prendere in mano anche se non è per (ri) leggerli. Gli altri, tendenzialmente, per categorie uniformi. Ma non è facile. Non è facile quando qualcuno di loro che ti interessa particolarmente s’imbosca e tu lo cerchi, lo cerchi fino a quando lo trovi … anzi: ne trovi un altro che pure ti stava a cuore avere sottomano. Così è successo ad “Autorità ed individuo” di Bertrand Russel un libretto che ho da 55 anni. Lo stesso vale per l’antologia inglese di Ida Lori, ed. del 1956, Lire 1.000, un testo degli anni del mio ginnasio.
E poi ci sono quelli che tengo sul comodino. Attualmente sono: un’edizione della Lisistrata di Aristofane (in italiano!); “Come fermare il tempo†di Roberto Vacca; il citato Russel; “Nel nome dell’umanità †di Riccardo Petrella; “Così parlò Zarathustra†di Friedrich Nietzsche; “In bici dalla Siberia a casa†di Bob Lilwall. Dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei? E allora provate un po’ a dire chi sono io!
Domani, gruppo di lettura Librincontri di Mirna Moretti. Parlerò del libro a pedali (regalo di Mirna!), tanto per alleggerire il discorso, di un tizio che qualche anno fa, su una bici stracarica (60 kg!) ha pedalato decine di migliaia di km partendo in inverno dalla Siberia e via Giappone e Australia è poi risalito fino all’Inghilterra. Il citato Gruppo di lettura e il relativo post di Mirna e i libri della “sua†biblioteca mi portano a raccontare come io stesso, da qualche anno, da quando sono in pensione, non sia più la stessa persona. Nel senso che sto vivendo una nuova vita. Migliore. Ombre, libri … libri che prima erano solo ombre. Ora sono realtà , bellissima. Davanti a casa mia, oltre il fiume Fersina, anni fa un cantiere, illuminato la notte. E una notte, alzandomi …
 Ombre
La luce del cantiere
penetra la stanza
e disegna sulla parete
la danza delle foglie
incontrate
nel suo breve cammino.
Mobili dita
accarezzano i libri
a svegliare pagine assonnate
che s’aprono liete
all’invito.
E mentre le osservi
raccontare
le mille piccole fiabe
alla notte
ti sembra di rubare
ciò che avevi abbandonato
per la fretta di vivere
e che quindi da tempo
non era più tuo.
Grazie per avermi letto!
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SKI-POST
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Febbraio, 2018 @ 3:35 pmDETTO ALTRIMENTI? PAGANELLA POST!            (post 3089)
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MAS, Memento Audere Semper, ricordati di osare sempre, diceva quell’uno … ed io dico MAS, Memento Andare Sempre … a sciare! Infatti ieri nebbia e ghiaccio ma oggi … sole e piste molto buone! Un po’ freschino la prima discesa, quella verso nord, da Cima Paganella verso Fai … temperatura reale -17°, ma quella percepita (con il vento da nord in faccia: vento reale più quello che ti fabbrichi tu (vento relativo) = quello che conta, il vento apparente (si vede che sono un velista regatante!), non meno di -25°. Ragionpercui tuttaunaparola e tuttodunfiato arrivato al Bar Meriz, di corsa a bere un caffè caldo al caldo!
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Poco dopo, scendendo dal versante opposto lungo la pista della Selletta, una cioccolata calda anch’essa alla Malga Zambana!
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Ripreso calore, risalgo e vado a sciare con un mio quasi conterraneo nel senso che ‘l mi babbo è di Montalcino (Siena) e lui, Maurizio, di Grosseto, maremmano doc. E “noi†Senesi a Grosseto c’abbiamo una storia mica da niente: tanto per cominciare a Grosseto c’è il Cassero Senese, andate a vedere un po’ di che si tratta. Maurizio scia bene, solo che ha un difetto: l’età , dimolto inferiore alla mia, ma io ho un vantaggio, che scio quasi tutti i giorni, sicchè siamo andati d’accordo.
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Sciando sciando con Maurizio s’è fatto il piano per domani e per … alcune biciclettate insieme in Maremma, fra qualche mese! Ad esempio, base all’Agritur Giuncaine (5 km nell’entroterra di Castiglione della Pescaia), e poi un giorno a Cala Violina; un giorno al Parco dell’Uccellina; un giorno al Lago dell’Accesa; un giorno a Montenassi; un giorno sull’Amiata; etc.. Solo che. Solo che Maurizio oltre a quel difettaccio dell’età di cui vi ho già detto, ne ha un altro: è atleta di triatlon e s’un mi aspetta per me saranno dolori, Maremma bona!
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Comunque domani si riscia, ore 09,00 all’igloo ai Prati di Gaggia: lui sale con la funivia quella che si sta in piedi, visto che arriva in auto dal suo hotel a Molveno e che io invece – in arrivo da casa a Trento – raggiungo in sci visto che parcheggio l’auto ad Andalo e salgo con la funivia quella che ci si sta seduti. Cosa? Dite che la mia gramma-sintassi non è perfetta? Lo so raga, scialla, lo faccio apposta: “a me mi” piace scrivere come facevano i latini quando scrivevano nella forma dei “sermonesâ€, cioè scrivevano come si parlava… dai che mi ci diverto!
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P.S.: Neve? Quest’anno non ci possiamo certo lamentare, anche se la nevicata di qualche anno fa, qui a fianco … dai che siamo ancora in tempo!
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FARE POLITICA O FARE DEMOCRAZIA?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Febbraio, 2018 @ 10:40 pmDetto altrimenti: io “faccio democraziaâ€Â    (post 3088)
Di questi giorni, molte manifestazioni di piazza contro il fascismo e i suoi eredi. Sottoscrivo. Ma il fascismo non è solo camicia nera, manganello e olio di ricino: è anche violazione delle leggi che stanno alla base delle leggi e dei comportamenti democratici: ad esempio, violazione degli Statuti che regolano, su piani diversi, la vita civile democratica. Gli Statuti … ben studiati, ben architettati, democraticamente coerenti e poi … ben  impunemente e “democraticamente”  violati!
E il primo, più importante “Statuto” spesso violato, soprattutto e innanzi tutto nello spirito e poi talvolta anche nella lettera della sua legge è la nostra Costituzione: siamo “fondati” sul lavoro, sulla famiglia, sulla parità di genere, solo per citare tre passaggi e “di fatto” molti non trovano lavoro, molti non possono permettersi il “lusso” di avere figli, molti devono insistere e ricorrere a leggi particolare per cercare di realizzare la parità di genere. Vi sono poi leggi che ad un certo punto della loro esistenza sono dichiarate incostituzionali: ma prima? Prima di quel momento cosa è successo? E’ successo che siamo stati governati aslla base di leggi incostituzionali e a coloro che le hanno concepite, emanate, promulgate non succede nulla. Evvabbè …
Al di sotto del “Primo Statuto” tuttavia, ve ne sono poi altri, cosiddetti “minori” ma altrettanto vitali per la nostra vita democratica: ad esempio gli Statuti di partiti politici, associazioni Onlus, Associazioni sportive. Anch’essi talvolta platealmente violati … e qui accade il peggio: che non è la mancanza di una sanzione immediata, bensì la mancanza di una reazione immediata da parte degli aderenti a quelle entità sociali. Ecco, la “distrazione politica”, la “distrazione sociale”, la stessa che porta molti a non andare a votare! La distrazione delle masse, quella che consentì la vittoria del fascismo, così bene documentata nell’ottimo libro di Gaetano Salvemini.
Dice … ma blogger, fai nomi e cognomi, cribbio! No raga … cosa credete … mi sono inventato tutto … lavoro di fantasia, io, lo sapete! facevo solo per dire … eccheddiamine!
Per quanto …
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LA TRUFFA DELLE FINTE PARTITE IVA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Febbraio, 2018 @ 10:08 pmDetto altrimenti: nessun politico se ne è occupato in campagna elettorale. Vergogna!  (post 3087)
“La truffa delle …”: Â in senso oggettivo, ovvero che le partite IVA sono state truffate; non in senso soggettivo, ovvero la truffa che avrebbero attuato loro!
Un amico due giorni fa mi racconta di un suo conoscente, professore universitario, 60 pubblicazioni, cinque incarichi (“a contratto”) in cinque università diverse, dichiarazione dei redditi di 15.000 euri (si, voglio scriverli così, euri!) l’anno. Quel professore è una (finta, nd.r.) partita IVA.
Alla TV Massimo Gramellini ha appena testimoniato una situazione simile di una laureata in medicina che opera in strutture diverse: stesso reddito. Quel medico è una (finta, n.d.r.) partita IVA.
Anni fa ero in Istria. Cado nel tambuccio di una barca a vela, il gancio di tenuta del portello mi apre un taglio di 20 cm. in una gamba. Vado a Trieste, in ospedale (quello vecchio, per carità … sennò mi querelano!). Mentre sto varcando il portone, mi sorpassa un giovane in blue jeans, sacco da montagna pendente da una spalla, scarpe da ginnastica. Mi ricoverano in una specie di sotterraneo (tubi e cavi elettrici al soffitto, a vista), su un lettuccio separato dall’ambiente da (ipocrite) paratie mobili: “Ora viene il nostro consulente e la ricuceâ€. Ricordo la parola: “consulenteâ€. Poco dopo arriva il consulente: il ragazzo di prima. Con estrema cura e maestria mi ricuce (25 punti). Oggi quella ferita nemmeno più di distingue. Quel chirurgo è una (finta, n.d.r.) partita IVA.
Telefono alla mia compagnia di assicurazioni on line: “La preghiamo di restare in linea: i nostri consulenti Le risponderanno al più presto”. Quei tali sono tante (finte) partite IVA.
Ieri mi ero chiesto ed oggi ancor più mi chiedo: ma la vogliamo smettere con quella ipocrisia delle finte partite IVA? Io stesso, per anni, Direttore Generale. Poi, lo stesso lavoro, ma con partita IVA: una partita IVA con un solo, unico cliente. Ma si può? Ora io sto lottando per gli altri non per me: infatti ora, anzi da qualche anno, io sono un V.I.P.-Vecchietto in Pensione: non sono quindi in conflitto di interessi (personali) con la battaglia che sto conducendo.
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