COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2018 @ 9:33 am

Detto altrimenti: si avvisano i Sigg. Viaggiatori (fra i miei post) …     (post 3041)

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“Stazione di TrentoBlog – Si avvisano i Signori Viaggiatori …”

… che il vostro blogger (blogger “preferito”, vero?) alla sua tenera età di 3040 post pubblicati in sei anni, ogni tanto va a rileggersi qualche vecchia puntata del suo giornale elettronico e … udite udite … gli capita di constatare che alcuni vecchi articoli sono attuali anche oggi. Ed allora che fare? Ricopiarli e ripubblicarli? No, è più semplice avvalersi di una funzionalità della procedura dell’editing che consente di far apparire qualsiasi post fra le prime posizioni . Ed ecco che da oggi potrete rileggere vecchi post, ove io li abbia ricollocati  nelle prime “pagine”, vicini agli ultimi  pubblicati.  Nelle prime posizioni trovate anche il post Remember, con le nostre scadenze. Che ne dite? Se po’ fa? Massì dai che sepoffà …

Buona domenica a tutte e a tutti!

 

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I DUE PIANI DELLA VITA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2018 @ 8:02 pm

Detto altrimenti: un po’ di filosofia spicciola, molto, molto spicciola ….   (post 3040)

Friedrich Nietzsche, in un passaggio del suo “Così parlò Zarathustra”, mette in guardia contro chi parlando del divino (“volando alto”) distrae l’attenzione dai problemi della vita d’ogni giorno. Condivido questa sua cautela ma con un distinguo. Infatti la storia dell’uomo è stata sempre una dialettica, una contrapposizione (Hegel) una lotta di classe (Marx). Per contro il rapporto fra umano e divino è diverso, nel senso che il divino non nega l’umano, non gli si contrappone, bensì gli si sovrappone arricchendolo già in questa vita  (1)

La stessa cosa dovrebbe accadere nel rapporto fra la politica e la gente. Non dovrebbe esserci una contrapposizione, un allontanamento della politica dalla gente (mi occupo delle prossime elezioni e non delle prossime generazioni) e della gente dalla politica (non vado a votare), bensì la Politica dovrebbe sovrapporsi alla vita d’ogni giorno, arricchendola: arricchendo la vita d’ogni giorno di molti … anzi di tutti i cittadini intendo, non altre …

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(1) In questa vita … “Hic Rhodus hic salta” …. Qui è il Colosso di Rodi, qui salta, dimostraci ora e qui cosa sai fare, tu – atleta sbruffone –  che affermi di avere fatto un salto da uno all’altro dei piedi del Colosso di Rodi. Una favola di Esopo. A me piace interpretare la frase in modo più ampio e  più completo: questa è la vita, vivila pienamente, misurati con essa, meritatela … già questo può essere il tuo (primo) paradiso

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Non sono quelli del Colosso, ma i miei piedi immersi nel mare di Tilos …

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Il colosso di Rodi, una statua di 32 metri edificata dai Rodiesi per celebrare la sconfitta dell’assalitore Demetrio (successore di Alessandro Magno), nel 305 a. C. – Rodi, isola greca vicina alla Turchia. Via Rodi a Genova, dove ho trascorso la mia giovinezza. Rodi, scalo per l’isoletta di Tilos, dove sono stato in vacanza due estati fa (2016) … le coincidenze!

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IL MIO VOTO PER UN PIATTO DI LENTICCHIE? MAI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2018 @ 5:22 pm

Detto altrimenti: ma chi era qual tale che s’era venduto tutto per quattro lenticchie?     (post 3739)

downloadNella Genesi Esaù cede al fratello minore Giacobbe la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie. Oggi ci chiedono il voto a fronte dell’azzeramento di

  • bollo auto
  • tasse sulla casa
  • tasse universitarie
  • canone RAI TV
  • ……

Ecco, il mio voto, l’espressione più intensa della democrazia, dell’esercizio della democrazia, il diritto primario del vivere civile … mi viene chiesto a fronte dell’equivalente di quelle famose lenticchie? Giammai! Attendo altre motivazioni.

IMG-20180120-WA0006Dice … ma a votare ci vai tu, blogger? Si che ci vado, eccome! A questo punto prendo a prestito una vignetta che gira in internet … nella quale si vede un uomo inginocchiato, con la testa interamente nella sabbia. La didascalia? “Non andare a votare è come mettere la testa nella sabbia. Ma  attenzione! Il sedere rimane fuori!”

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UNA FAVOLA VERA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2018 @ 3:15 pm

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Detto altrimenti: un post per i più piccini                (post 3738)

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Alla fine dell’autunno le nottate sono già freddine. Una mattina un signore (chiamiamolo … chessò … Giovanni) mentre annaffia i bei fiori corona di colori al suo balcone, s’accorge di una locusta, intirizzita ed immobile, che evidentemente aveva cercato riparo fra gli steli dei grisantemi e i tageti. Le si avvicina, la sfiora con la mano: niente, la locusta muove appena un’antenna ma non scappa, non salta via. Intirizzita? In semi letargo? Morente? In Giovanni le dà un nome ben augurale: Lucky, Fortunata. Egli pensa che non sia il caso di disturbarla oltre e per quel giorno la cosa finisce lì. Passa un mese, siamo in inverno. Una mattina Giovanni si accorge che Lucky ha traslocato: adesso aderisce allo stipite esterno in legno della porta finestra probabilmente in cerca di maggior calore.

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Impietosito, Giovanni la fa scivolare dolcemente dento un piccolo cestino di vimini e la porta in casa.

Qui a fianco: la prima sistemazione … (ma le locuste, mangiano l’insalata?)

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Passa un altro mese, siamo a metà gennaio. Giovanni è sul balcone, intento ad ammirare le sue rose di Natale, sbocciate … dopo l’Epifania ma vabbè. Giovanni rientra in casa e vuole controllare come sta Lucky: apre lo sportellino della piccola gabbia improvvisata e vede che la piccola ha cambiato posizione. Dunque è viva! La gabbia viene lasciata aperta.

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Eventualmente segnalatela a “Chi l’ha visto?”

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Ogni mezz’ora Giovanni controlla la situazione e si accorge che Luchy ha ogni volta cambiato – sia pure di poco – la sua  posizione. Tuttavia non salta via. Ormai il sole è alto: illumina e riscalda direttamente Lucky. Giovanni pensa che potrebbe portare all’esterno la gabbietta, sempre aperta, s’intende. Detto fatto. Ma non appena la gabbietta è posata a terra, aperta, Lucky con un balzo/volo rapidissimo e molto, molto lungo, e ne va, vola via  (o salta? Come di deve dire?), libera. Buona fortuna, Lucky!

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PARITA’ DI GENERE? QUANDO MAI!?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2018 @ 9:19 am

Detto altrimenti: in Trentino? Ma no …  dai … scherzavamo …. (post 3037)

downloadS’era chiesto, reclamato, detto, ottenuto, scritto e legiferato: almeno il 40% donne … altrimenti si rischia (ecco il problema, una possibile, probabile sanzione … anche no) di essere depennati dall’albo dei partiti politici, di perdere il 2 per mille.

E allora loro, i maschietti, arrivano a dirti “Noi facciamo così. Poi, se arriva la sanzione, vedremo …” Ecco, io rubo, se poi mi prendono vedrò … Legalità e morale a braccetto. Elastiche quanto serve.

Dante: “Le leggi son ma chi pon mano ad elle?”

I fascisti: “Me ne frego”.

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Me ne frego? Al che Don Milani, nella sua aula di Barbiana, aveva appeso un cartello: “I care”, mi prendo cura di, ho a cuore,  me ne faccio carico ..

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LISISTRATA, VIENI IN TRENTINO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2018 @ 7:44 am

 

Detto altrimenti: aiutaci a realizzare la parità di genere!     (post 3036)

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imagesAristofane, commediografo greco antico, nel 411 a. C. scrisse la commedia Lisistrata, la storia di una donna ateniese che per costringere gli uomini a dare spazio politico alle donne che volevano far finire la guerra in corso, quella del Peloponneso, proclamò uno sciopero generale del sesso. Nella commedia la serrata ebbe successo e gli uomini posero fine alla guerra. Nella realtà tutto ciò non avvenne. La commedia restò tale, la guerra continuò e portò alla sconfitta di Atene: la terza per Atene, ma chi l’aveva promossa (Pericle) non ne vide la fine perché preferì morire prima (di peste).

Già … perché in quei tempi la politica era appannaggio dei soli uomini. Qui da noi oggi in Trentino no, per carità … ci mancherebbe altro! Se poi notiamo una stragrande prevalenza del sesso maschile fra i possibili candidati alle prossime elezioni è solo  l’eccezione che conferma la regola … quando mai? Certo che se si dovesse riscontrare una malafede maschile, una loro violazione della legge che invece impone un diverso rapporto più equilibrato fra i generi … be’ … allora sì che potremmo invitare novella Lisistrata nella nostra Provincia Autonoma, per organizzare una analoga serrata!

Ma il messaggio di Aristofane è anche un altro. In allora infatti la politica era sempre e solo “politica di guerra” e il commediografo avvertiva l’esigenza di cambiare questa prassi. D’altra parte l’Atene di Pericle era stata portata in guerra più volte ed aveva sempre perso: contro Siracusa, in Egitto e si stava avvicinando la sconfitta micidiale, quella contro Sparta. Oggi, per fortuna, le cose sono diverse. Dice …no, non è vero? Gli stessi paesi della NATO e gli  USA avrebbero recentemente dato l’avvio a numerose guerre preventive senza che mai nessuno di essi fosse stato attaccato? Dico: sì, può essere, ma si è trattato di eccezioni, eccezioni che confermano la regola, insomma … quante volte ve lo devo spiegare?

Certo che la politica di guerra è sempre stata, anche oggi, politica degli uomini. Ragione di più per dare spazio alla politica delle donne.

P.S.: la Compagnia dei Guitti sta portando in scena – per i soli Accademici delle Muse – una “Lisistrata” ridotta in un solo atto. Ne troverete cenno qui sul blog dopo il 5 febbraio. Con buona “pace” di tutti …

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BERTRAND RUSSEL A TRENTO 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Gennaio, 2018 @ 1:52 pm

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Detto altrimenti: Le Settimane Russelliane a Trento, ritrovare un “amico” dell’università         (post 3035)

(a seguito della puntata precedente, quattro post fa, cfr. ivi)

Già, perché all’Università (Genova 1968, giurisprudenza) studiai una sua opera, “Autorità e individuo”, attraverso la quale iniziai a conoscere il pensiero del grande filosofo inglese. Iniziai, appunto, solo un timido inizio perché il suo era un libricino inserito fra tanti altri libroni, come quel vaso di terracotta costretto a viaggiare fra vasi di ferro e all’Università – si sa – conta smaltire pagine e superare esami.

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(L’importanza della buona scuola: anche ciò di cui al momento non capivi la reale portata, dopo 50 anni affiora e ti arricchisce).

SPAZIO OFFQuindi ci sono andato. Allo Spazio Off, Trento (v. in internet) ad una rappresentazione-conferenza (Michele Nardelli, Massimiliano Pilati, Forum Trentino della Pace e dei Diritti Umani) su “La conquista della felicità”, dialogo fra Russel e Cassioepa. Russel, alias Stefano Pietro Detassis (che già avevo ascoltato in “Questa sera si recita a soggetto” di Pirandello al Teatro Sociale: bravo Stefano!); drammaturgia e regia: Maura Pettorruso; scene e costumi: Maria Paola Di Francesco; disegno e luci: Alice Colla; organizzazione: Daniele Filosi. 50 spettatori a riempire la piccola sala.

davDal “programma di sala”: Bertrand Russel, filosofo, matematico, attivista, pacifista, giunge agli ultimi istanti della sua vita. Novantotto anni pieni di lotte, di fallimenti, di amori, coronati dal premio Nobel per la letteratura. In quel breve momento fra gli ultimi pensieri della vita e l’affacciarsi della morte, si appresta a percorrere il suo ultimo frammento di tempo; alcune leggende raccontano di come, in prossimità della morte, la vita ci scorra davanti per l’ultima volta. Russel, abito elegante, sguardo stupito, fragile e potente, sale su una zolla di terra e inizia il suo ultimo viaggio alla ricerca del mistero della vita. Seduto su un masso, Russel ci racconta la sua vita, rivivendo una ad una le sue grandi passioni: le sue donne e le sue lotte, in un continuo equilibrio fra estasi e sconfitte. L’uguaglianza di genere, l’opposizione alla guerra, la prigione, i viaggi, l’educazione, l’incontro con Einstein, l’amore libero, i diritti delle minoranze. Russel è in prima linea ovunque sorga ignoranza, discriminazione e prepotenza, per lui i veri ostacoli verso la conquista della felicità (la sottolineatura è mia, n.d.r.).

La scena: un piano inclinato di 9 mq illuminato dalla luce nera del buio, una vita inclinata, vissuta contro la forza della gravità del comune pensiero dominante. Ogni tanto a infrangere i lampi di buio improvvisi lampi di luce e le parole di Stefano, vestito a giacca, conformista l’abito non la mente, corpo agile nonostante l’età rappresentata (novantotto anni), agile nel reagire alle forze del buio.

Concetti, estratti del pensiero, inviti a pensare: “Un contadino aveva alcune galline. Ogni giorno portava loro il mangime. Per tanti giorni. Loro si avvicinavano fiduciose. Un giorno lui tirò il collo a tutte. Si erano fidate troppo”.

(Io prendo appunti sul mio tacquino, al buio completo, scrivo poche parole … riuscirò a leggerle?)

  • downloadLa parità di genere. Uno dei pilastri del pensiero di Bertrand.
  • L’amore. Sesso senza amore non ha senso, non esiste la fedeltà eterna, quindi … tanto vale …
  • Il lavoro, mezzo non fine: lavorare tutti 4 ore al giorno, meglio di Thomas Moore che nella sua Utopia ne prescrive 6.
  • Dio. Io sono ateo ma. Ma ricerco l’origine di tutto … fino a quella del creato: guardo in alto … forse … Dio? La vita non può nascere dal nulla.
  • La felicità. Se è di tutti. Se è solo mia non è tale.
  • Domande e risposte. A scuola ci insegnano verità e risposte alle domande. Invece dobbiamo imparare a porci e a porre domande, contro un’autorità che ci impone tutto, anche le risposte, anche la fede.
  • E se sbagliamo? Se l’infante incespica e cade mentre sta cercando di imparare a camminare, lo puniamo? No di certo. Servono stimoli, non punizioni.
  • La guerra, le guerre: mai.

A seguire la conferenza di Michele e Massimiliano

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    Past President e Presidente del Foro Trentino per la Pace e i Diritti Umani

    La pace … “fatti, non parole”. Ma le parole sono importanti (Don Milani: le parole sono pietre). Piuttosto occorre uscire dalla retorica e dalla banalità delle parole. La retorica uccide il pensiero (questo vale anche in politica, n.d.r.) (1)

  • Giacomo Leopardi, “La ginestra” … (trovi ogni lettrice ed ogni lettore il passo relativo al nostro argomento, n.d.r.).
  • Ribot (poeta, mercante d’armi): questo è il secolo degli assassini …
  • Basta emergenze: dentro l’emergenza non c’è pensiero  (questo vale anche in politica, n.d.r.). (2)
  • “Riconciliazione”? Dentro la semplice riconciliazione non c’è rielaborazione: quindi non riconciliamo bensì rielaboriamo parole (questo vale anche in politica, n.d.r.). (3)
  • Abbiamo capito – ad esempio – la Guerra dei Balcani? No, perché si conosce e capisce solo quello che si vuole conoscere e capire.
  • Spostiamo un po’ più avanti il nostro sguardo. Ricostruiamo l’Idea Pace. Papa Francesco: “Siamo nella terza mondiale”: non per il rischio USA-Corea del Nord, ma per il fatto che nessuno è disponibile a modificare il proprio stile di vita.
  • Le risorse del mondo sono in esaurimento: ogni anno il 2 agosto abbiamo consumato tutte le rinnovabili. Dopo consumiamo il futuro.

 Questo e molto altro ancora. Bravi ragazzi!

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Indovinate la direzione della corrente del ruscello …

P.S.: pochissime parole per evidenziare alcuni concetti: di Russel mi piace il concetto di “autonomia” e “sussidiarietà” (v. tre post fa); il concetto di “ricerca di”: di tutto, della felicità, della fede; l’avversione alla retorica; la felicità come status collettivo; l’avversione alla guerra. La guerra … gli USA uscirono dalla grande depressione del 1929 grazie al rilancio dell’industria bellica. Forse anche oggi gli USA vogliono fabbricare e vendere più armi, per diminuire il loro enorme debito pubblico. Dice … sei un malpensante. Dico: si, però a pensar male si fa peccato ma si indovina. Dice: il budget Italia per gli armamenti? Dico: 65 milioni di euro al giorno. Quello per la difesa idrogeologica, 65 milioni di euro all’anno. Salta agli occhi. Dice:  al mese … all’anno … sempre 65 sono … così la gente si confonde e non protesta.. Dico: ah, vabbè … ho capito.  Dice: ma tu blogger, predichi bene ma razzoli male, come Padre Zappata: infatti hai fatto il Sottotenente di complemento nella Brigata Alpina Tridentina … oggi ti avranno promosso capitano (può essere, ma a mia insaputa, n.d.r.). Dico: si, vabbè, era obbligatorio, e poi i miei muli non hanno mai ammazzato a calci nessuno! Certo che se ci penso … quanti muli ci uscirebbero con il costo anche di un solo F35!

Note

(1) Un po’ di retorica vabbene, ma poi a quel politico (dice: quale? Dico: non facciamo nomi!) quando è troppo è troppo …  gli si dice … basta!

(2) Emergenza alluvioni, occupazione, esodati, giovani, mezzogiorno, criminalità, carceri (sovraffollate), futuro: dove era il pensiero prima di pensare che si è in emergenza?

(3) Partiti che si riconciliano qualche giorno prima delle elezioni mappoi (mappoi) subito dopo … Infatti non c’era stata rielaborazione.

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ACCETTI DELOCALIZZAZIONI SOTTOCOSTO? E ALLORA SEI FUORI DALL’UE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2018 @ 3:00 pm

Detto altrimenti: UE “alla carta”? No, grazie!   (post 3034)

Quasi ogni giorno, una: un’impresa che delocalizza verso paesi UE nei quali il lavoro è pagato una frazione rispetto ai nostri livelli. Oppure un paese che tira su muri di legge o di mattoni contro l’immigrazione. Ecco, a me questa UE “alla carta” ovvero s.q. (secondo quantità) proprio non va giù. Le regole UE simul stabunt vel simul cadent, o le rispetti tutte o per te non ne vale alcuna per cui sei fuori. Lo stesso vale per i regimi fiscali. Maccome … catturi le mie industrie facendo sconti fiscali? Quando mai!

Ecco una proposta per la prossima campagna elettorale: che un partito prometta agli elettori non le favolette dell’abolizione di bollo auto, del canone RAI, delle tasse universitarie etc.. bensì una proposta seria, ferma, dura, documentata, sostenuta e combattuta in UE di fare le cose seriamente: altro che abolire l’UE, altro che dormirci sopra!

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SCIARE DA TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2018 @ 8:41 am

Detto altrimenti: la fortuna di essere “altrimenti giovani” a Trento (post 3033)

Una grande città … prendiamo Roma. Decidi di concederti un’ora di tennis: ti prepari vai in strada, cerchi la tua auto perché ogni volta non ricordi dove sei riuscito a parcheggiarla … finalmente la trovi. Guidi per 40 minuti nel traffico, litighi con le auto già posteggiate per altri 20, trovi un posto libero e già fa un’ora di tribolazione. Partita, doccia e .. ricomincia il calvario di ritorno. Insomma, la mattinata (o il pomeriggio) se ne è andato o quanto meno poco ne resta. Se poi la tua ora di tennis è a cavallo della giornata, hai spezzato il ritmo per tutte le 12 ore per un’ora di relax.

Prendiamo una città medio piccola a caso … prendiamo Trento. Tennis? Ma no, dai … andiamo sulla neve … per il tennis c’è tempo tutto l’anno. Dice: si … vabbè … ma oggi hai da fare … hai altri impegni … Dico: eccevvordì? Mica ci sto tutto il giorno sugli sci! Infatti … il momento migliore per farsi delle belle sciate è la mattina presto: piaste tirate a specchio, deserte.

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Nella foto, in alto, a sinistra, in ombra, l’orologio segna le 08,12: ingrandire per credere! E gli sci appoggiati al cancelletto sono gli stessi della foto successiva

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E allora via dal letto diciamo alle 07.00, partenza da casa alle 07.30, arrivo alla stazione di partenza della funivia (Andalo) alle 08,10. Bene. Sei il primo ai tornelli. Poco dopo arriva qualche altro “bonorivo” (espressione dialettale trentina che significa mattiniero). Alle 08,30 via! Si parte! Avete presente i piloti di Indianapolis ai quali viene dato il via mentre sono ancora a piedi? Corrono alle auto e la gara inizia. Qui lo stesso, guai a perdere la prima cabinovia. Però se la perdete c’è un trucco per recuperare: infatti alla stazione intermedia sono allineate e quasi ferme tre cabine alla volta e se volete potete scendere dalla vostra e avvantaggiarvi di due posizioni!.

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        Le Dolomiti di Brenta da Cima Paganella

Stazione a monte, seggiovia, Cima Paganella, piste vergini, sole pieno (laggiù, in basso, Trento è ancora sotto la nebbia mattutina). Si vola! Questa volta sei solo, non hai telefonato ai tuoi amici … niente soste … si scia per quasi tre ore filate … una sosta per un caffè alla Malga Zambana o alla Malga Lovara (a seconda del versante: Fai/Andalo). Alle 11,15 sono alla mia auto ed alle 12,00 a casa. Un amico mi dice: “No … a me piace il panorama … piace cambiare … vado al Tonale, a Madonna di Campiglio, all’Alpe di Siusi …” Dico: bravo merlo, ecchè forse che io non ci vado in quei bei posti? Si che ci vado, ma mica posso sobbarcarmi questi viaggi tutti i giorni, mica posso! E poi io ciò (voce del verbo “ciavere”) anche tante altre cose da fare … io sono un V.I.P. attivo, molto attivo. Cosa? Dite che non è bello che io mi descriva come una Very Important Person? Ma cosa avete capito? Io sono un V.I.P. – Vecchietto In Pensione!

P.S.: come avete capito dall’ora di pubblicazione del post, oggi NON sono andato a sciare. Evvabbè … mi rifarò nei prossimi giorni …

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AUTONOMIA E RELIGIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2018 @ 1:25 pm

Detto altrimenti: da Bertrand Russel a Carlo Levi         (post 3032)

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                               Un ateo …

Autonomia Amministrativa, Autonomia Speciale. La nostra, qui in TAA-Trentino Alto Adige o TSS-Trentino Sud Tirolo se preferite. Molti la apprezzano, altri la invidiano, altri ancora non la conoscono e la contestano. Oggi voglio prescindere dalle origini e ragioni storiche che la spiegano e ampiamente la legittimano e mi soffermo su aspetti più pre-politici. Nel post precedente ho ricordato come un filosofo inglese, Bertrand Russel, inneggiasse all’autonomia “a cascata” e quindi implicitamente al principio di sussidiarietrà che recita: “Non faccia l’organo superiore ciò che può fare l’organo inferiore”.

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                Un ebreo …

Oggi mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori  “l’Autonomia secondo Carlo Levi”. Carlo Levi chi era costui … non mi dite che non lo sapete, è quello di “Cristo si è fermato ad Eboli”, autore e libro più volte citati e resocontati qui nei miei post. Ecco, allora prendo spunto da un passaggio del suo libro, verso la fine, quando si lascia andare a considerazioni di fondo circa le cause della povertà dei contadini meridionali e le possibili soluzioni (ma il suo ragionamento ha una portata ben più ampia). Il testo dal quale attingo è una edizione Einaudi del 2014, pagg. 222, 223:

“Il problema meridionale non si risolve dentro lo Stato attuale né sui successivi … si risolverà soltanto fuori di essi, se sapremo creare una nuova idea politica e una nuova forma di Stato, che sia anche lo Stato ei contadini …. Questa strada si chiama Autonomia: Lo Stato non può essere che l’insieme di infinite autonomie, una organica federazione … autonomia del comune rurale, delle fabbriche, delle scuole, delle città, di tutte le forme della vita sociale …”

E’ chiaro che non pretendo né di interpretare né di offrirvi il suo discorso alla lettera. Tuttavia il richiamo – implicito – al principio di sussidiarietà è forte. La stessa logica si può (e a parer mio si deve) applicare sia all’interno dello Stato Italia, che all’interno degli auspicati STE-Stati Uniti d’Europa, in ogni ambito d’attività economica, sociale, amministrativa, politica.

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         Un sacerdote cattolico …

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L’Autonomia è un diritto? No, non è “solo” un diritto. Infatti già Lorenzo Guetti, Don Lorenzo Guetti, uno dei ”Padri di fatto” dell’Autonomia, si preoccupava di questi aspetti, legando in concetto di Autonomia a quello della Partecipazione e della Responsabilità diretta di ognuno: Autonomia quindi come un diritto legato a precisi doveri e responsabilità fra i quali spicca il dovere della costruzione del Bene Comune, che è tale, “comune”, proprio in quanto “realizzato sin dall’inizio con il contributo di tutti”. Autonomia quindi che non spetta a chi non accetta anche IL  “dovere-responsabilità” e, lasciatemelo dire, Autonomia che sia anche successivamente revocata o riconfermata a seguito della verifica dei risultati ottenuti dalla sua gestione, rispetto a quelli di chi tale Autonomia non ha.

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The End (per oggi).

 

 

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