25 APRILE LA LIBERAZIONE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2018 @ 5:44 amDetto altrimenti: da Genova al Trentino   (post 3150)
La liberazione. Liberazione da una guerra disastrosa, nella quale ci aveva fatto precipitare il fascismo, alla quale si era aggiunta una guerra civile altrettanto disastrosa, verso la quale ci aveva fatto precipitare la casa Savoia. La mia vita: io, classe (3 febbraio) 1944, i primi 30 anni Genova, circa 14 fra Torino e Monza, da 30 in Trentino. Totale 74: i conti tornano. A Genova abitavo nel quartiere di Albaro a ridosso del quale, verso monte, nel quartiere di S. Martino, c’è Corso Gastaldi, sul quale si affaccia la Casa dello Studente, famigerato luogo di torture fasciste. Corso Gastaldi, Corso Aldo Gastaldi. Aldo Gastaldi (Genova, 17 settembre 1921 – Desenzano, 21 maggio 1945), il più autorevole, efficiente, amato capo partigiano della zona dell’entroterra Ligure-Genovese. Nome di battaglia: quello di un torrente “cittadinoâ€, poi ingabbiato dall’asfalto dell’uomo che ne causò la micidiale alluvione dell’autunno 1970: Bisagno.
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Bisagno. Sportivo, cattolico, a-partitico. Quando alla liberazione la politica forzava i suoi uomini – che lo adoravano – ad iscriversi al PCI, i suoi amici gli suggerirono di creare un distaccamento suo, a-partitico, che tutti lo avrebbero seguito. Bisagno si oppose, perchè, disse “Se faccio così trasformo i miei uomini in ribelli ed annullo i meriti che si sono guadagnati con tanti mesi di lotta in montagnaâ€. Dopo la fine della guerra, abbarbicato sul tetto di un camion, accompagnava a casa loro, in Trentino, un gruppo di Alpini trentini a testimonianza della loro appartenenza alla Resistenza (alla quale avevano aderito abbandonando la Divisione Alpina Monte Rosa costituita “spintaneamente” in Germania) e quindi a garanzia della loro incolumità . A Desenzano, per una curva improvvisa del mezzo, veniva sbalzato a terra e moriva travolto dalle ruote.
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La resistenza, la democrazia. Quella di cui oggi godiamo e spesso non valutiamo nemmeno per quello che vale, tanto “ci siamo abituatiâ€. Quella che consente al giornalista Alberto Matano di gestire una trasmissione televisiva (“Sono innocenteâ€, RAI 3) sui macroscopici errori della magistratura e di pubblicare un libro dal titolo “Innocenti- Vite umane segnate dall’ingiustiziaâ€. Persone condannate ad anni di carcere perché … perché la prova calligrafica che li ha salvati è stata fatta sette anni dopo; perchè non si sono cercati riscontri seri alle dichiarazioni di un criminale pentito; perché … si è scoperto solo dopo molti anni di carcere che non solo “non hanno commesso il reato” ma più spesso addirittura che “il fatto non sussiste” (!) … perché … insomma, leggetevi il libro, ascoltate quella trasmissione TV.
Ecco, questo è il mio modo di celebrare la data del 25 aprile. Il modo di un Genovese trapiantato in Trentino, di un ex Sottotenente di complemento della Brigata Alpina Tridentina che vuole ricordare un suo conterraneo morto mentre stava riportando a casa loro, in Trentino, un gruppo di Alpini Trentini. Chissà se uno di quegli Alpini è ancora vivo … mi piacerebbe incontrarlo . . .
Andrò da Trento a Desenzano, cercherò il punto preciso dell’incidente mortale e deporrò un fiore colto qui, nelle montagne del Trentino.
P.S. del 27 aprile:Â non posso fare a meno di allegare qui di seguito una nota sulla rappresentazione di Alfonso Masi, Ester D’amato e Mimmo Iannelli (con la fisarmonica di Luciano Maino), di ieri nella sala Falconetto del Palazzo Geremia in Trento:
Contenuti e loro rappresentazione veramente toccanti. Bravi gli autori, bravi gli interpreti!
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LE NUVOLE DI ARISTOFANE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2018 @ 12:11 pmDetto altrimenti: letture in Biblioteca …       (post 3149)
… in Biblioteca Comunale di Trento, con la prof senza puntino (cioè “prof†e non “prof.â€) Maria Lia Guardini, letture e commento dei classici, oggi sarà la volta della commedia di Aristofane “Le Nuvole†quella che – secondo una visione ex post – diede sia pure incolpevolmente e inconsapevolmente una buona giustificazione alla condanna a morte di Socrate. Girellando qui fra i miei scritti (alias: navigando fra i miei posts … che buffa quella “s†del plurale inglese!) troverete altri mie scritti circa i nostri studi di allievi della nostra prof. I classici, qualquno (si, qualquno cioè tutti quei qualcuno scritti con la “qâ€!) si domanda a che servano. Ebbè, raga, poiché nessuno nasce imparato … e allora perché non approfittare delle esperienze del passato, della logica già vissuta per vivere e capire meglio il presente? Dice … ma è roba vecchia, superata. Dico: quando mai? Ecchè, tu ti misuri rispetto al metro della tua vita? Ciò che viene da 30 anni fa sarebbe giovane, ciò che arriva da 2500 anni fa sarebbe vecchio? Ma se viviamo in un mondo “da milioni di anni†e verso altrettanti (speriamolo per i nostri post-post-post nipoti), cosa vuoi che siano 30 o 2500 anni, quando stiamo ricevendo onde gravitazionali che hanno percorso uno spazio di milioni di anni luce!
Aristofane, chi era costui? Si domanderebbe Don Abbondio. Un commediografo greco al tempo della guerra del Peloponneso. Aristofane, “αυτός που εμφανίζεται ο αÏιστός”, colui che appare il migliore: come nome niente male glie lo avevano dato i suoi! Nuvole, commedia dissacrante degli dei, della filosofia soprattutto sofistica, di Socrate. Non che i sofisti fossero dei bandieruola, una sorta di gost writers del pensiero prezzolati e pronti a dimostrare il tutto ed il suo contrario, disposti a vendere discorsi al politico acquirente di turno. No. Erano solo dei dimostratori tecnici di come la retorica, evolutasi in arte oratoria, fosse un’arma formidabile, capace di sovvertire la realtà . Loro stavano solo avvertendo la gente della pericolosità di una nuova arma letale. Quello che non capisco, oltre il suo travisare la natura dei sofisti, è perché abbia tacciato Socrate di un sofismo deteriore, non vero, Socrate, maestro universale della libertà di pensiero e dell’investigazione.
Poco sopra ho scritto “sarà la voltaâ€, perché sto scrivendo questo mio pezzo prima di andare a lezione dalla prof senza puntino. Appena sarò rientrato a casa, verso mezzogiorno, vi racconterò quanto sarà emerso in quella sede.
Fine della pre- scrittura. Ora inizia la post-scrittura
Una commedia del 423 a.C. nella quale Aristofane critica tutte le istituzioni di Atene, e lo fa mettendo in bocca ad un suo concittadino famoso, tale Socrate, una serie di atteggiamenti e pensieri che proprio non gli appartenevano. Vis comica, satira … solo che quando nel 399 Socrate venne condannato a morte perché accusato di contestare il principio di autorità e di corrompere i giovani, Aristofane un qualche problema di coscienza se lo fece sicuramente, lui che morì 19 anni dopo, nel 380.
Le nuvole, il padre che vuole educare il figlio (nelle Vespe il rapporto si invertirà ) e per far ciò lo manda a scuola da Socrate al quale sono attribuite le peggiori qualità : pseudo sofista, esasperato atomista e naturalista, dissacratore degli dei. Socrate, lui che fu “solo†il principe dell’antropocentrismo volendo centrare la ricerca sull’individuo, lui che fu maestro del libero pensiero e dello spirito critico.
Aristofane attribuisce a Socrate tutte le tendenze della “nuova culturaâ€, verso la quale egli aveva un rapporto di odio-amore. E lo fa in modo violento, fortemente satirico … rimanendo attaccato alla “sua“ commedia nella quale l’uomo è anche cittadino: identità che andrà sfumandosi nella cosiddetta commedia di mezzo, sino a perdersi nella commedia nuova dell’Età Ellenistica, nella quale si conferisce centralità al carattere delle persone, non al loro essere politico.
Nella nostra discussione-esame di oggi, abbiamo discusso molto più di Socrate che di Aristofane, confrontando – ad esempio – la visione di Aristofane con quella di Platone (“Apologia di Socrate”). Solo che una è stata scritta molto prima della sua morte. L’altra dopo.
Prossimo appuntamento: 8 maggio, stessa ora e luogo, Le Vespe, sempre di Aristofane. Il 22 maggio parleremo del Diskolos di Menandro (commedia nuova).
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I SOCI BICI-FIAB RACCONTANO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2018 @ 12:43 pm-
Detto altrimenti: la nuova strada del Ponale e oltre, in bici  (post 3148)
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Riva del Garda. Il Ponale, un torrente. La Ponale, la gola dalla quale scende. Il Ponale, un vento di caduta, improvviso e violentissimo, che precipita sul lago. La strada del Ponale, una volta carrozzabile, ora per pedoni e ciclisti. Il tutto a un miglio a sud di Riva del Garda. In bici. Questa non è una relazione “tecnicaâ€, bensì solo una breve nota di primo approccio. La pista ciclopedonale del Ponale recentemente messa in sicurezza contro la caduta massi, fatti interventi al fondo “stradaleâ€. Ieri l’ho percorsa, andando ben oltre. La Ponale classica, il primo tratto, quello che termina al bar al Ponte della valletta del Ponale, è stata “spianataâ€, non c’è che dire. Alcuni l’apprezzano; i più atletici e naturisti si lamentano per la sua snaturalizzazione. Io sono certo tuttavia che i lavori sono ancora “in corso†poichè il riassetto è “terroso†ragion per cui in caso contrario alle prime piogge si trasformerebbe in un colatoio di fango. Apprezzabile la nuova cartellonistica e le protezioni a lago.
Mio allenamento di stagione prima della salita: molto limitato, solo 140 km in pianura con bici da corsa (tuttavia, per dirla tutta, ne vengo da una intensa stagione sciistica). Io l’ho percorsa ieri con una mtb a pedalata assistita, pneumatici da città (lisci). Non ho avuto difficoltà alcuna. Arrivati al Ponte, ho proseguito verso Pregasina sulla stradella ciclabile asfaltata con qualche buca. Indi sulla Statale 240 sono arrivato al paese, superato il quale e la relativa chiesetta sono salito a Punta Larici (907 m slm). Qui avrei preferito avere i pneumatici scolpiti, ma sono passato abbastanza bene ugualmente. Lunghi tratti sono in cemento pendenza 18-20%: beato l’aiuto elettrico!
Sullo sfondo della foto: la neve della Paganella e del monte Stivo
I panorami sono impagabili! Tuttavia nonostante l’ e-bike non è proprio da tutti. Quanti i km di salita da Riva? 13? 15? Non avevo azzerato il contachilometri! Ma si può? Tempo di salita? Non lo so perchè mi sono fermato spesso a fare fotografie: diciamo Riva-Riva in tre ore comode comode (09,00-12,00). Acqua lungo il percorso: al bar e a Pregasina. Alimentazione: mezza borraccia d’acqua e sali. Consumo elettrico: con modalità “tour†(secondo livello sui quattro disponibili): 50% di una batteria da 400. Se la volete fare, telefonatemi (335 5487516) che ci andiamo insieme!
Qui a fianco: quando si dice “ciclismo verticale”? Quando, restando in sella alla bici e sporgendo una gamba fuori dal pedale …
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FRANCIA E GERMANIA … E NOI … NO?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2018 @ 6:20 amDetto altrimenti: rifondazione europe ..ista! Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â (post 3147)
Ebbene si, lo confesso, io, classe 1944, in pensione da qualche anno, sono stato un dirigente d’azienda all’età di 30 anni e manager due anni dopo. Manager, non imprenditore se non di me stesso. La cultura che mi appartiene è quella di una persona alla quale hanno sempre detto: “Questo è il problema, quella la porta, torni con la soluzioneâ€.
Ho lavorato in gruppi e in imprese grandi piccole, italiane, estere, industriali, finanziarie e commerciali, pubbliche, private e miste. Ho sempre avuto un capo, talvolta anche “politico†(nelle imprese pubbliche e miste): persone molto, molto  diverse fra di loro. Tuttavia indistintamente tutti costoro mi hanno sempre giudicato dai risultati che si attendevano da me, nel senso che mi pagavano in quanto io “avrei dovuto raggiungere quel tale risultatoâ€. Ed io quel risultato l’ho sempre raggiunto, solo che a quel momento per loro era faticoso dirmi “Bravo, grazieâ€. A parte quindi questa amara constatazione che per loro la riconoscenza nei miei confronti era solo “la speranza che io ottenessi ulteriori risultatiâ€, resta una constatazione positiva: quella della loro estrema concretezza nel mettere a fuoco la “politica dei risultati†attesi (e poi da me sempre conseguiti, ma questa è un’altra storia).
Ma veniamo al dunque: cosa mi spinge a questa rivalutazione della politica dei risultati? Una duplice constatazione: da un lato Francia e Germania – senza di noi – si apprestano a rifondare l’UE, quella che noi stessi co-fondammo con i Trattati di Roma di 60 anni fa; e l’altra, quella del “risultato†della nostra legge elettorale, che ci ha fatto impantanare, che ci lascia senza un governo proprio quando un governo servirebbe, se non altro per non essere esclusi da questa “Rifondazione UEâ€; dalla ripartizione (ridotta) dei fondi UE post Brexit; dal porre un freno a quei 5.000 Euro al secondo che aumentano il nostro debito pubblico; etc..
La nostra politica, i nostri politici, a custodia del nostro sistema democratico, sociale, economico. I custodi … ma … come scriveva quel tale … come si chiamava? Ah sì, ora ricordo: si chiamava Giovenale. Era uno che scriveva satire in una delle quali raccontava di un marito che temeva che la moglie lo tradisse. Al che un amico gli suggeriva di porre alcuni custodi a guardia della fedeltà della consorte. Ma Giovenale fa dire al marito: “Quis custodiet ipsos custodes?†(già , bravo, ma quelli, i custodi, chi li controllerà ?).
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RESTART TONALE 2
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Aprile, 2018 @ 6:01 amDetto altrimenti. Un’idea di “Restart†per il restart del Tonale  (post 3146)
Restart, restarting: ripartenza. To restart: ripartire. Lo sviluppo di un’economia è una continua ripartenza, così come lo sviluppo di un pensiero. E il mio pensiero da “Tonalino†acquisito (v. post precedenti) e da Presidente dell’Associazione Restart, circa lo sviluppo dell’economia del Passo Del Tonale è il seguente: oltre che sulla stagione invernale, puntare sulla stagione estiva, attivando e valorizzando il collegamento con i sistemi di piste ciclabili lombardo e soprattutto trentino e aprire al Passo del Tonale una Scuola di formazione di guide ciclo-escursionistiche, con una sezione per le guide ciclo-turistiche.Q11-CICLOESCURSIONISMO-web
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Una scuola per le “arti della montagna†era già stata ipotizzata per il passo dal Senatore Bruno Kessler, ma all’epoca non si parlava di biciclette. Oggi si “deve†invece parlare di biciclette, stante l’enorme sviluppo – in particolare – delle e-bike, biciclette a pedalata assistita, le quali stanno avvicinando a questa pratica un numero sempre maggiore di utenti. La Scuola dovrebbe essere prevista all’interno di una Legge Provinciale in materia (al momento non esiste una normativa nazionale), la quale ufficializzi l’Albo degli accompagnatori. Nel frattempo il CAI Centrale sta pubblicando suoi Quaderni sulla materia e molte sezioni del Cai stanno operando attivamente in questo settore. Q14-Manuale-didattico-Ciclo_ls78ux35 (1)
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Restart, un’Associazione culturale fondata oltre un anno fa fra amici, fra i quali Donatella Conzatti, Roberto Sani, Fabio Pipinato, Maria Teresa Lanzinger (Vicepresidente) ed il vostro blogger che la presiede. L’Associazione nel 2017 ha dato vita a ben sei eventi di cui trovate ampio resoconto qui sul blog.
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Mi scrive una mail Luigi P.: “Caro blogger, sono un tuo assiduo lettore ma non ho ancora imparato a postare direttamente i commenti, quindi ti scrivo: pubblica tu questo mio intervento. Le bici in montagna? Sarà dura … non trovi? Soprattutto in Trentino, regione così attenta alla difesa della natura”.
Rispondo: Caro Luigi, la nostra è una provincia. La Regione è il Trentino Alto Adige.  Ora senti,  io semplicemente mi rifaccio a quanto avviene in Austria da molto tempo, Stato (non regione) che se ce ne è un attento a non rovinare le montagne … è proprio quello. Ebbene, in Austria funziona il Tirol Mountain Bike Safari: diciassette funivie (credo che il loro numero sia questo), messe “in rete” estiva, consentono ai ciclo escursionisti ben 1000 km di discese. Il turista può noleggiare biciclette; avere assistenza meccanica di pronto soccorso; richiedere l’accompagnamento di una guida; acquistare abbonamenti di risalita giornalieri, pluri giornalieri o settimanali; prenotare alberghi; etc.. Vogliamo andare anche noi a fare un giro per vedere se quei ciclo escursionisti deturpano la natura, incanalati come sono su percorsi obbligati, ben segnalati e custoditi? Da noi, in genere in Italia intendo, fino ad oggi  le cose funzionano così: invece di regolare la materia o si vieta tutto o si permette tutto. Nel frattempo le biciclette sciamano ovunque e gli anti-ciclisti tagliano alberi per collocarli di traverso sui sentieri che inoltre disseminano di chiodi: insomma, un reciproco, illegale “fai da te”.
Da internet: Il Bike Trail Tirol offre numerosi tour in mountain bike in Tirolo. Inforcate la bici e scoprite il cuore delle Alpi sul più lungo circuito interconnesso delle Alpi. Il Bike Trail Tirol conduce in 32 tappe giornaliere, suddivise lungo circa 1.000 chilometri e 27.000 metri di dislivelli, attraverso le diverse regioni del Tirolo austriaco. La struttura del circuito consente di scegliere liberamente il punto di partenza e quello di arrivo. I vari itinerari MTB sono belli da percorrere sia in un‘unica soluzione che in più tappe. Il Bike Trail Tirol è il percorso mountain bike ininterrotto più lungo dell’Austria e di tutte le Apli. È accessibile per tutti i ciclisti: per quelli sportivi in cerca di emozioni forti, per i funbiker in cerca di singletrails e per i ciclisti più tranquilli che si divertono semplicemente a pedalare nella natura, immersi in uno splendido scenario alpino. Il percorso incrocia anche molti altri percorsi, il che permette di iniziare il bike tour ovunque, senza un inizio e una fine prestabilita. In questo modo è possibile scegliere con comodità l’itinerario più congeniale alle esigenze di ogni appassionato. Â
Sai, da tempo circola una barzelletta che recita così: “In Austria alcune cose sono permesse, altre vietate. In Inghilterra è permesso tutto tranne ciò che è vietato; in Russia è vietato tutto, anche ciò che è permesso e … in Italia è permesso tutto, anche ciò che è vietato”.
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RESTART, TONALE!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2018 @ 11:00 pmDetto altrimenti: Il secondo Progetto Tonale, una sfida per la politica trentina    (post 3145)
Si è svolta oggi pomeriggio al Tonale la cerimonia per il trentesimo compleanno della Carosello Tonale SpA, la società trentina di impianti sciistici di risalita. All’epoca io ero Direttore dell’ ISA SpA di Trento, proprietaria di due SpA del genere al Passo (S.I.R.T.) e al ghiacciaio (GFPP), delle quali il Presidente dell’ISA, Sen. Bruno Kessler, mi aveva fatto Presidente. Le due società erano complessivamente in perdita soprattutto a causa dell’insufficiente portata dell’impianto di arroccamento al ghiacciaio, di proprietà di terzi, che non consentiva un utilizzo economico dei nostri impianti in quota. Dopo che ebbi analizzato la situazione, io e l’ISA costituimmo la Carosello Tonale, società della quale inventai anche il nome ed alla quale cedetti tutti i cespiti delle due vecchie società e solo una parte dei debiti relativi. Quindi vendetti la Carosello agli Operatori del Passo, a costo simbolico. L’operazione fruttò vantaggi per tutti: fiscali ( conseguentemente finanziari) per l’ISA; e la Carosello, così riorganizzata riacquistò l’equilibrio gestionale grazie anche all’ottima gestione diretta degli stessi Operatori.
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Costoro, inoltre, avevano trasformato la Carosello in una società ad azionariato diffuso locale, realizzando ulteriori importanti investimenti, anche grazie a importanti contributi della PAT. Ed è questa loro iniziativa che ieri è stata soprattutto giustamente riconosciuta, celebrata e premiata, anche attraverso la pubblicazione di un libro “30 anni per Carosello Tonale – Un capolavoro di azionariato diffuso e popolareâ€, ad opera di Alberto Mosca, libro distribuito gratuitamente a tutti gli intervenuti alla cerimonia.
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Flavio Mosconi: esauriente e completa la relazione di chi è stato il motore dell’azione locale,  allora e promotore dell’opera letteraria oggi: di un’ opera storica, quella raccontata da Alberto Mosca, una sorta di storia-cronaca, che inizia ben prima della nascita di carosello Tonale. Una testimonianza da un angolo visuale vivo e documentato, stile Luigi Sardi (miglior complimento questo non potrei fargli!). Molto stimolante l’intervento di Giuseppe Panizza. Giacinto Delpero ha elencato i molti investimenti effettuati dalla Carosello, di cui è stato per anni il responsabile. Il mio intervento? Be’ … ho raccontato quello che ho già esposto in molti post precedenti e che è ben riportato nel libro. Inoltre ho molto spinto verso il lancio della stagione bici-estiva. Al riguardo si veda il mio post del 2012: http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=6095
Anche perché se i maestri di sci sono diventati anche maestri delle tavole da neve, oggi sta nascendo un ulteriore mestiere: quello della guida ciclo-turistica. Ed allora … hai visto mai che … E in questa nuova prospettiva a pedali, ho detto che FIAB potrebbe essere vicina e utile al Tonale nel fornire la propria esperienza e suggerire soluzioni circa le reti cicloturistiche e il loro corretto  utilizzo. Al riguardo inoltre saranno utili anche i Quaderni, Corsi, Manuali didattici, Piani didattici, Regolamenti per accompagnatori  di Ciclo-Escursionismo pubblicati dal CAI Centrale e reperibili in internet. Una professione non ancora regolata da leggi statali ma che potrebbe essere regolata da una Legge Provinciale. Magari creando al Passo del Tonale una Scuola di Formazione Professionale per accompagnatori ciclo-escursionisti.
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Fino a qui la storia di ieri e dell’oggi. Per il domani mi sono permessoo di sottoporre all’attenzione degli Operatori del Passo e della Politica attuale (e di quella ormai prossima ventura) la necessità di dare vita ad una Seconda “Ripartenza Tonale†con una serie di interventi primi fra i quali cito:
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Riunificazione di tutte le società impiantistiche del Passo, lombarde e trentine, per i vantaggi che deriverebbero in materia di investimenti coordinati, anche grazie all’ottima liquidità della parte bresciana (in quelle società sono state inserite alcune centrali idroelettriche, le quali generano forti utili).
- Collegamento dei due comprensori Bleis e Val Albiolo con due seggiovie. In tal modo si darebbe vita ad un secondo “carosello†di piste.
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Collegamento di Ponte di Legno e del Passo con il poderoso sistema delle piste ciclabili trentine, già esistenti nella Val di Sole e da Mostizzolo al Passo Palade, alla Val di Non etc.. In tal modo i contributi trentini e bresciani sarebbero sempre più bilanciati e si doterebbe la zona del Passo di una nuova stagione turistica: quella del ciclo-turismo e del ciclo-escursionismo estivo. Occorre infatti valorizzare la “Risorsa Dislivello†non solo in inverno con gli sci, ma anche in estate “a pedaliâ€: in Austria esiste il Tirol Bike Safari che collega ben 17 funivie per il trasporto dei ciclo-escursionisti lungo un percorso complessivo di 700 km di piste! Altro esempio è il successo economico della pista ciclabile Dobbiaco-Lienz la cui frequentazione genera un forte indotto. Il CAI centrale ha già edito i Quaderni di ciclo-escursionismo per regolare la materia. E il Passo del Tonale potrà diventare una importante stazione ciclo-turistica, quale punto di interscambio dei sistemi cicloturistici lombardi e trentini, ciascuno dei quali, salendo da un versante, si riverserà su quello opposto.
In breve: non si tratta di realizzare una tratta in più di questa o quella pista ciclabile, ma dare centralità al progetto complessivo, ovvero alla necessità di mettere al centro una sua propria strategia di realizzazione, di marketing e di vendita. Ecco, a trent’anni del primo “Progetto Tonaleâ€, mi auguro che l’occasione sia colta dalla Politica per dare il via a questo seconda Ripartenza del Tonale.
Qui a fianco la ciclabile Mostizzolo-Passo Palade
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A conclusione del mio intervento, ho dato la disponibilità di Restart Trentino, l’associazione di cui sono presidente, di organizzare a Trento o al Tonale un Evento Restart  dedicato al Secondo Progetto Tonale.
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P.S.: una considerazione molto personale: devo ringraziare chi ha avuto l’idea dell’iniziativa e di coinvolgermi. Per me infatti è stata una molteplice emozione:
- il riconoscimento del lavoro svolto, la riconoscenza per i risultati che ho contribuito a realizzare e, si sa, questo non è poco perché purtroppo in genere “la riconoscenza è la speranza di ottenere nuovi favori”, mentre in questo caso è stata espressione autentica di un sentimento di amicizia vero;
- l’avermi fatto sentire ancora vivo, partecipe della società , utile alla società ;
- l’avermi fatto sentire con 30 anni e 10 kg di meno;
- l’avermi fatto capire come ero interpretato 30 anni fa dalla gente, come manager ma soprattutto come persona (” … era un bel giovane uomo … stava un po’ sulle sue …”)
- last but not least, uno dei partecipanti al ricco  buffet che ne è seguito ha fatto i complimenti al tavolo dei nonni relatori: già , perchè a quel tavolo ieri  Giuseppe, Flavio, Giacinto ed io stesso tali eravamo e siamo: nonni …”Averghene di noni compagni …” ha detto in dialetto trentino: averne di nonni di tal fatta ….
Al Secondo Progetto Tonale, dunque!
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UNA POESIA AL GIORNO LEVA L’OTTUSITA’ DI TORNO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Aprile, 2018 @ 7:21 amDetto altrimenti: questa è di WISLAWA SZYMBORSKA    (post 3144)
Poesia, dal greco “poieo” (creo): creo con sintesi.
C’è chi
C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
E’ tutto in ordine dentro e attorno a lui.
Per ogni cosa ha metodi e risposte.
È lesto a indovinare il chi il come il dove e a quale scopo.
Appone il timbro a verità assolute, getta i fatti superflui nel tritadocumenti, e le persone ignote dentro appositi schedari.
Pensa quel tanto che serve, non un attimo in più, perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio.
E quando è licenziato dalla vita, lascia la postazione dalla porta prescritta.
A volte un po’ lo invidio
– per fortuna mi passa.
Wislawa Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012) è stata una poetessa e saggista polacca. Premiata con il  Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni, e una delle poetesse più amate dal pubblico della poesia e non solo di tutto il mondo d’oggi. In Polonia, i suoi volumi raggiungono cifre di vendita (500.000 copie vendute – come un bestseller) che rivaleggiano con quelle dei più notevoli autori di prosa, nonostante Szymborska abbia ironicamente osservato, nella poesia intitolata Ad alcuni piace la poesia (Niektorzy lubiÄ… poezje), che la poesia piace a non più di due persone su mille.
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FOTOPOST
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2018 @ 12:28 pmDetto altrimenti: tre foto quasi senza parole …. (post 3143)
Avviso: stiamo cercando tricicli e biciclettine per bimbi che non ne hanno. Grazie di cuore da parte loro se ci date una mano … (miei rif.: 335 5487516 – riccardo.lucatti@hotmail.it)
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Una cena ben riuscita
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Scarsa natalitÃ
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Be’ … adesso sì che è tutto  chiaro!
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Riciclare, non distruggere!
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Piste ciclabili color giallo Fiab e lassù l’ultima neve …
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MUSICA SULLA CIMA TOSA?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2018 @ 8:54 amDetto altrimenti: non mi va bene per niente!        (post 3142)
Avviso: stiamo cercando tricicli e biciclettine per bimbi che non ne hanno. Grazie di cuore da parte loro se ci date una mano … (miei rif.: 335 5487516 – riccardo.lucatti@hotmail.it)
La citta’ in montagna? No, meglio la montagna in città ! “Ieri†Megaconcerto allo Spinale. “Oggi†a pag. 9 de l’Adige leggo di un video musicale girato da un trio rock sulla Cima Tosa, in Brenta, a 3173 metri di quota. “Domani†avremo un altro evento, in altra valle, a uguale quota. Le stesse pagine del giornale preannunciano il trionfo del prossimo Film Festival della Montagna: 149 film selezionati! Ma di quale montagna stiamo parlando? Sarebbe utile chiarirsi.
E allora veniamo alla Tosa. L’articolista (F.D.S.) scrive che il trio rock “… risolta la questione logistica e approdati sulla Cima Tosa …â€. Approdati? Direi meglio “atterratiâ€. Già , perché mi risulta difficile pensare che ci siano arrivati in barca o che l’abbiano scalata con tutta la loro attrezzatura sulle spalle, a meno che non avessero assoldato una pattuglia di sherpa o fossero loro stessi molto, molto allenati a quelle fatiche. Dunque, l’articolista intelligentemente scrive “approdatiâ€. Ma … se li ha portati lassù un elicottero … ma non erano vietati gli atterraggi degli elicotteri sulle cime dolomitiche? Dice … si … però loro erano “autorizzatiâ€. Ah, ho capito, la legge vale per tutti salve le eccezioni di legge, eccezioni e violazioni … ma chi decide quale sia eccezione e quale violazione? Qui sta il potere: non di emanare una legge, ma di gestirne eccezioni e violazioni.
E invece no. Poiché la mia è solo una supposizione, diciamo che sulla Cima Tosa ci sono arrivati a piedi. Non mi va bene ugualmente. Infatti hanno violato la poesia della montagna, il suo silenzio, la sua magia. Almeno mi auguro che nessuno di loro fosse un fumatore, così non rischieremo di trovare cicche di sigaretta al posto delle stelle alpine.
Si alzano cori di protesta per le poche piste ciclo-escursionistiche tracciate in montagna a quote molto, molto più basse e benchè il loro corretto utilizzo sia regolamentato dai Quaderni del CAI Centrale e non ci si ribella per lo sfregio della Musica del Silenzio delle Vette? Non portiamo la città in montagna! Piuttosto portiamo la montagna in città , cioè portiamo in città i valori della Montagna: che siano compresi e condivisi da tutti i cittadini, anche da chi non è alpinista. Il rispetto della natura è uno di questi valori.
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Dice … ma la Musica è un valore. Si, certo, io stesso sono un appassionato musicofilo (di musica classica), ed ho anche apprezzato la Musica in Montagna, ma d’altro tipo. Vi racconto: ragazzo, stavo scalando la Brenta Alta, ero a mezza parete, quando mi raggiunge la melodia di un coro di montagna. Guardo verso il basso e laggiù, sul colle, 300 metri sotto i miei piedi, disposti a semicerchio, un gruppo di coristi (al mio rientro al Rifugio Pedrotti alla Tosa avrei scoperto essere il Coro della SAT) stava intonando canti di montagna. Ecco, questa sì che può essere Musica in Montagna, non il rock con l’elicottero!
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Firmato … non Diaz, bensì molto più semplicemente Riccardo Lucatti, già istruttore sezionale di alpinismo e scalatore in Brenta e nelle Pale di S. Martino.
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P.S.: conservo ancora giacca, scarponi, piccozza e corda!
“LE DONNE A PARLAMENTOâ€
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Aprile, 2018 @ 3:20 pmDetto altrimenti: una commedia di Aristofane (post 3141)
Avviso: stiamo cercando tricicli e biciclettine per bimbi che non ne hanno. Grazie di cuore da parte loro se ci date una mano … (miei rif.: 335 5487516 – riccardo.lucatti@hotmail.it)
Biblioteca Comunale di Trento, prof senza puntino Maria Lia Guardini e noi “giovani†allievi alle sue letture commentate dei classici latini e greci. Una commedia di Aristofane: “Le donne a parlamento”.
Atene politica. La politica era solo guerra. La guerra solo per accaparrarsi ricchezze e schiavi. La “democrazia†ateniese, quella di Pericle, termina nel 404 con la sconfitta ateniese di fronte a Sparta. Prima di quella data Aristofane aveva scritto all’incirca una commedia all’anno. Dopo, silenzio stampa fino alle Donne a Parlamento, del 392.
Nella prima metà del secolo si andava costruendo un sistema di governo “nuovo”, quello “democratico”. Dal 450 al 404 lo si è progressivamente distrutto. A parte che storicamente il termine “democrazia” ha assunto tre significati molto diversi, in successione: 1) potere sul popolo: il demokrator era il tiranno; 2) strapotere del popolo; 3) potere del popolo.
404: Sparta impone ad Atene condizioni durissime. Lisandro entra con le sue navi nel porto di Atene e si fa consegnare tutta la flotta tranne 12 navi e impone il governo dei 30 tiranni con a capo Krizia, lo zio di Platone, che cerca di far entrare al governo anche il nipote che invece rifiuta e scrive la sua Repubblica, opera utopica che viene presa in giro dalla commedia di Aristofane.
Aristofane è convinto che la democrazia sia il meno peggio dei sistemi di governo, e la sua critica, il suo sarcasmo è un riso amaro. Questi “difetti†della democrazia ateniese sono bene evidenziati nel libretto dell’Anonimo Ateniese, nelle “Supplici†di Eschilo, nel discorso degli Ateniesi ai Melii, e nei discorsi primo e terzo di Pericle. Fino a questo momento, se si spremono tutte le commedie di Aristofane, gronda politica. Per contro, da adesso la commedia de qua agitur “vira†verso la “commedia di mezzo†e quindi verso la “commedia dell’età ellenisticaâ€, con un distacco dalla politica. Infatti ora nella commedia viene meno la Parabasi: i coristi, dismessa la veste scenica, scendevano a dialogare con gli spettatori (tecnica ripresa da Luigi Pirandello in “Questa sera si recita a soggettoâ€). Ed il loro teatro di allora era il nostro quotidiano di oggi, la nostra TV, il nostro giornale radio, il nostro dibattito politico: creava opinione. Infatti il teatro era governato da un Arconte. Quindi l’abolizione della parabasi è molto significativa.
Presa in giro ironica e dissacrante della democrazia: “Che resta da fare … facciamo il massimo? E allora mettiamoci anche le donne in parlamento! Peggio di così …â€. Intendiamoci, Aristofane non vuole dileggiare le donne, che stima (lo ha dimostrato con la sua Lisistrata, cfr. qui, infra, nel blog). Il suo è un ulteriore attacco al maschilismo: “Voi le dileggiate, voi le tenete in poco conto? Ed allora nella vostra (pseudo) democrazia, io, nella mia commedia, ve le faccio entrare in parlamento!”
E poi … emerge che la politica degli uomini viene fatta “per denaro†(Pericle e Fidia in testa, con le loro OO.PP. – Opere Pubbliche, l’Acropoli in testa! Si erano rubati i fondi del tesoro della Lega, erano diventate le persone più ricche di Atene, n.d.r.). Più che una commedia, nei fatti questa è una “tragediaâ€, dopo la quale seguirà l’ultimo lavoro di Aristofane, Pluto, il dio della ricchezza che cercano di curare affinchè distribuisca in modo equo le ricchezze. Fine.
Prossimo appuntamento: martedì 24 aprile, ore 10,00, Biblioteca Comunale di Trento sala multilingue, piano terra: “Nuvole†di Aristofane, commedia con la quale egli ha dato una spinta verso la condanna a morte di Socrate.
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