SI E’ ROTTO IL BLOG!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Maggio, 2018 @ 9:15 amDetto altrimenti: un guasto al server e per qualche ora siamo rimasti tagliati fuori dal … glob!  (post 3160)
Si è rotto. Dopo sei anni e oltre 3000 post, “mi si è rotto il blogâ€. Intendiamoci, qualcosa (un attacco hacker al nostro server centrale  in Germania) è successo al server centrale e ai suoi satelliti, cioè alle “macchine da stampaâ€: noi blogger non c’entriamo per nulla. E’ andata proprio così. Tagliati fuori dal nostro canale di comunicazione bidirezionale: i miei post – i vostri commenti. Ma non mi sono dato per vinto: ho continuato a scrivere i miei post e li ho messi in un binario d’attesa. Appena la situazione si sarà sbloccata, via! Tutti alle … stampe elettroniche! Nel frattempo sto ricevendo le telefonate dei miei più fedeli lettori che mi chiedono cosa sia successo, perché mai non riescono più a collegarsi. Eccomi qui, ve lo sto raccontando e già che ci sono, vediamo un po’ se riesco a parlarvi di qualche contenuto.
Comments Closed
LE ETA’ DI MEZZO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Maggio, 2018 @ 9:12 amDetto altrimenti: perchè quel plurale … “le età � (post 3159)
Già … perchè usualmente si parla di una sola Età di Mezzo, il Medio Evo, che terminerebbe nel 1348, anno della grande peste e dell’inizio del Rinascimento. Ma invece esistono altre situazioni di mezzo quale ad esempio il “ceto medio†(sociale ed economico), come pure esiste la “virtù di mezzo†visto che in medio stat virtus. Poi abbiamo l’ “età anagrafica di mezzoâ€, quella … diciamo fra i 45 e i 50 anni anno più anno meno, persone già affermate, con un loro lavoro e reddito proprio (cioè che vivono già del loro!) ed è di quest’ultima che voglio parlarvi anzi scrivervi. In particolare dell’ età anagrafica di mezzo nella politica e comunque nelle posizioni di potere, posizioni quest’ultime che dovrebbero essere allo stesso tempo anche posizioni di responsabilità , ma questa è un’altra storia.
Di fronte all’ondata di nuovi parlamentari giovanissimi d’età mi viene da dire che la classe “vecchia†abbia colpevolmente impedito sotto di se’ la maturazione (maturazione, ecco il punto!) di una classe politica “mediaâ€, cioè di parlamentari dell’Età di Mezzo: giovani ma non troppo; vecchi ma non troppo, quindi “giustiâ€, che vivono già del loro lavoro, per cui si è passati di colpo dal troppo vecchio al troppo giovane, cioè ad una classe di persone piene di entusiasmo ma non altrettanto di esperienza di vita e di … reddito proprio. Eppure natura non facit saltus, diceva quell’uno (Leibniz,1751) e invece qui il saltus parrebbe proprio che lo abbiano fatto fare alla nostra società politica e non solo.
Dice … ma che c’azzecca la storia del reddito proprio? Come potrebbe influire tutto ciò sulla formazione del governo? Lo si farà ? Si andrà nuovamente a votare? C’azzecca, c’azzecca! Infatti ecco il mio … pensieraccio … ma si sa, il mi’ babbo e gli era un toscanaccio da nulla e gli era, di quelli maledetti da Curzio Malaparte … e poi, a pensar male si fa peccato ma si indovina! Ed allora: tutti questi giovani parlamentari (troppo) giovani … ecchevvoletemai … hanno appena preso il primo (lauto) stipendio (e accessori) e volete che vogliano rischiare di perdere il … posto di lavoro con il rischio di nuove elezioni? Ma via … sapete come diceva il mi’ babbo a chi gli voleva far credere fischi per fiaschi? E li diceva “O nini, tira via che ‘sta mattina un è serata … un mi venite a di’ che Cristo un gli è morto di sonno!†Al che se gli consigliavano di riflettere sulle sue affermazioni, rispondeva: “Un mi date consigli che so sbagliare dammèâ€. .
“Maledetti Toscaniâ€, di Curzio Malaparte, Vallecchi Ed.
.
Comments Closed
LIONS CLUB SAN VIGILIO GARDA ORIENTALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Maggio, 2018 @ 11:32 amDetto altrimenti: breve storia della navigazione a vela                            (post 3158)
Tanti anni fa e per tanti anni sono stato un Lions. Poi i casi della vita, i trasferimenti, gli impegni … insomma, non si può sempre fare tutto. Ma … due mesi fa una cara amica mi invita a tenere una breve conferenza nel suo Club Lions San Vigilio Garda Orientale e allora, perché no? L’argomento? Fai tu, mi ha detto Giglia (questo il suo bel nome). Le sottopongo alcune possibilità e lei sceglie: “Breve storia della navigazione a velaâ€. Già … breve perché avrò a disposizione mezz’ora subito dopo la cena, non molto a dire la verità . Prendo contatti con il Club, il suo Segretario Alfredo Opri, ci accordiamo per la proiezione delle immagini. La serata (ieri) presso l’ Antico Casale dei “TRE CAMINI” a Costermano (VR), un ristorante ricavato in una antica cascina: un’oretta d’auto da Trento.
.
.
I Soci, una trentina, numero ottimale e lo posso ben dire io che sono stato socio di due club, uno (Trento Host)  di cento ed uno di trenta soci (Monza Parco): cento sono troppi, non si riesce a conoscersi bene l’un l’altro; con trenta è molto meglio. Mi accoglie la Presidente Ivana Antolini, una gentile dinamica Signora pediatra con le bombole: infatti è un’appassionata subacquea. Ci scambiamo qualche esperienza marina: le sue di gran lungo superiori alle mie che sono solo un subacqueo in apnea e soprattutto un genovese “marino a vela da superficieâ€.
.
Il Cerimoniere Andrea Armellini ricorda a tutti l’origine dei Lions e del loro motto “We serve†e si inizia: cena e poi … la mia relazione, un po’ affrettata a dire il vero: le cose da dire sono tante, il tema è abbastanza specifico … insomma: l’è nada, è andata si dice in buon dialetto trentino. Alla fine scambio di doni: un mazzo di fiori alla Presidente e per me il gagliardetto del Club e il bel libro di poesie dialettali venete di Bruno Castelletti (detto Bruno da l’Orsa) “Stéle da l’Orsaâ€, personaggio eclettico, avvocato, già Presidente della Provincia e soprattutto … poeta.
Qui sotto trovate il testo della mia conferenza e i suoi allegati
.
E questo post? Be’ … una testimonianza, un ricordo e soprattutto un ringraziamento a questi nuovi amici: grazie, amici Lions! E … da velista gardesano qual sono, Buon Vento a tutte e a tutti voi!
Comments Closed
ASSEMBLEE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Maggio, 2018 @ 6:45 amDetto altrimenti: riunioni di tutti i soci, associati, membri, condomini … non del direttivo, del consiglio di Amministrazione, dell’amministratore condominiale    (post 3157)
Già … occorre distinguere fra le riunioni degli organi direttivi e quelle dei “padroni†dell’entità da costoro diretta. Per capirsi meglio, inizio dalle assemblee condominiali. Come è noto, esse sono le riunioni di tuti i condomini, cioè dei comproprietari dell’immobile e spesso sono gestite male. Mi spiego: si nomina un presidente che però resta seduto fra i condomini. Si nomina un segretario verbalizzante che viene fatto sedere al tavolo della presidenza a fianco dell’Amministratore che di fatto gestisce la riunione al posto del presidente della riunione: da una logistica sbagliata deriva una gestione sbagliata. No buono.
Vi sono poi assemblee poco partecipate, il che dimostra lo scarso interesse degli associati alla gestione del loro ente. Generalmente in queste riunioni i rendiconti vengono approvati da una distratta unanimità , con il che si consuma la seconda negatività : dopo la scarsa partecipazione, l’assenza di un contraddittorio, di una analisi critica. No buono.
In alcune assemblee il presidente dell’ente ha preorganizzato la nomina del presidente della riunione. No buono.
In certe assemblee poco partecipate tuttavia taluno si è preoccupato di raccogliere un gran numero di deleghe: il che snatura il ruolo dell’assemblee la riduce ad un semplice gioco di potere. Se poi sono assemblee elettive, quel taluno insiste perché “si voti subito, prima della discussione, perchè molti devono tornare ai loro impegniâ€. No buono.
In alcun assemblee ci si dimentica di aprire la discussione ai partecipanti e di fatto le si trasforma in una sorta di comunicazione ai soci da parte del direttivo. No buono.
In altre invece – e sono le vere assemblee – la gestione è del presidente espressione degli associati, la partecipazione è elevata, la discussione aperta e ricca, le votazioni non sono all’unanimità e sono aperte solo alla fine della discussione. Evviva queste assemblee!
.
.
FESTA DEL LAVORO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Maggio, 2018 @ 11:06 amDetto altrimenti: 1° maggio, qualche riflessione                            (post 3155)
Dicono che i fattori della produzione siano capitale e lavoro. Dirigente a 30 anni (ne ho 74), ho sempre gestito società di ogni tipo da posizioni di vertice e la mia lunga esperienza sul campo mi porta ad una conclusione parzialmente diversa: quei fattori sono capitale e Motivazione delle Persone che lavorano. La Motivazione deriva dal rispetto che si porta loro, da come li si fa crescere, da come li si coinvolge e responsabilizza, da come li si incentiva, dalla fiducia che si dà loro, da come li si fa sentire “un gruppo”. Ho sempre accettato di essere giudicato dai miei collaboratori (che non ho mai chiamato “dipendenti) i quali mi hanno sempre detto “Siamo felici di venire a lavorare con leiâ€.
Alcuni esempi
- Le ferie. Io dicevo loro: organizzatele voi stessi, purchè garantiate la copertura del servizio. Felici loro, nessun problema io.
- Ai miei dirigenti: questi sono gli obiettivi per ognuno di voi e questo il budget degli aumenti di merito che voi stessi potete gestire fra i vostri impiegati.
- Un mio supercapo mi intima di licenziare un dirigente: rispondo che lo avrei osservato bene e avrei agito in base alle mie risultanze. Quel tale non meritava il licenziamento ed io non lo licenziai. Dopo un anno fui costretto io (da quel supercapo) a cambiare lavoro e mi portai dietro quel dirigente. Non rimpiango la mia decisione d’allora, anzi: ne vado fiero.
- Un problema complesso. Si individua il responsabile del Progetto e tutti si mettono a sua disposizione, io compreso (dicesi: operare per funzionigrammi e per progetti e non solo e sempre per organigrammi della serie “Io so’ io e voi nun siete niente”).
- Ai miei dicevo: di ogni singolo vostro intervento fate nascere una vostra azione seriale per tutti i possibili casi simili. Quando vennero i preparatori alla certificazione di qualità ci dissero che noi ci eravamo preparati da soli.
- Ho sempre delegato potere e responsabilità , insieme: mai solo potere, mai solo responsabilità ;
- Un esempio da seguire? Adriano Olivetti.
Un episodio della mia vita di lavoro. Ero appena stato assunto in una Spa di 650 dipendenti a capo della Direzione Amministrazione, Finanza e Controllo di Gestione e sotto di me avevo cinque dirigenti i quali a loro volta gestivano globalmente 70 persone. Per due giorni due fui affiancato dal mio predecessore. Volevo convocare i miei dirigenti per presentarmi e conoscerli. Il mio predecessore mi suggerì di convocarli uno alla volta “Così tu hai più potere su di loro”. Io li convocai tutti contemporaneamente: non ero alla ricerca di maggior potere ma del loro massimo coinvolgimento.
Dice … ma tu blogger, sei un manager o no? Lo sai che il primo obiettivo di una azienda è aumentare l’utile economico? Rispondo: può darsi che io non sia stato un manager, vorrà dire che i molti proprietari d’azienda che mi hanno assunto e pagato si sono sbagliati. Tutti. E poi, il primo obiettivo … ma via … che ormai lo si è capito:  è la soddisfazione delle persone che hanno rapporti con essa, iniziando da chi ci lavora. Già , perché le persone motivate “rendono di più” anche quanto a risultato economico. Ed un capo che non motiva i suoi deve essere rimosso, e alla svelta.
Quanto sopra per la festa del Lavoro, del lavoro che già si ha. Ma per quelli che il lavoro non l’hanno, che dire? Io direi che occorre mettere al centro di ogni politica, al primo posto assoluto i problemi 1) della formazione scolastica e per il lavoro e 2) della sicurezza “del” lavoro e “sul” lavoro.
Da ultimo, ma non per questo meno importante: i nuovi schiavi. Conosco una persona che da anni lavora in una grande società con contratti “settimanali”. Si, avete capito bene: ogni settimana scade il suo contratto e ne viene sottoscritto un altro. Spesso poi vediamo in TV interviste a braccianti agricoli extracomunitari che lavorano in nero a 3 euro l’ora. Mi chiedo: ma se li individua il cronista, se tutti noi li vediamo alla TV, possibile che la polizia non riesca a perseguire quel datore di lavoro, quei caporali? Ieri, grande manifestazione a Prato … in Italia oltre 2 morti al giorno per incidenti sul lavoro! A Prato “si stimano” circa 15.000 lavoratori “in nero” … A suo tempo fu istituita la Procura Antimafia. Oggi occorrerebbe istituirne una nuova: la Procura Antischiavismo.
.
.
.
Comments Closed
VENTI BARICI E TERMICI NELL’ALTOGARDA TRENTINO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Maggio, 2018 @ 5:58 amDetto altrimenti: nel post precedente vi ha parlato un ciclista, qui un velista (post 3155)
Già , perché il regime dei venti va conosciuto in entrambe le situazioni. Chiaramente questa conoscenza è più importante per i velisti, che nel bel mezzo della navigazione non possono “scendere e andare a ripararsi in un barâ€, come invece può fare il ciclista. Ed allora parliamone un po’ di ‘sti venti … dal punto di vista del velista nell’Altogarda Trentino.
I venti barici sono quelli che si generano per differenza di pressione fra aree geografiche anche molto distanti fra di loro. In genere si accompagnano al passaggio di una perturbazione, (che come è noto transitano sempre da ovest verso est) ed hanno il seguente andamento: all’inizio della perturbazione, provengono da sud est (al mare si direbbe che si tratta di scirocco). Quindi si dispongono da sud e man mano che la perturbazione avanza (fronte caldo), essi girano da sud ovest e da ovest. Alla fine della perturbazione provengono da nord. Il cielo si schiarisce, ed è il momento più pericoloso dal punto di vista dell’esercizio dello sport della vela, in quanto siamo nella così detta coda della perturbazione (fronte freddo) che può portare raffiche improvvise anche forti e salti nella direzione del vento. Non lasciatevi ingannare dalla bellezza del panorama e dalla lucentezza dei colori, e siate sempre vigili, riducendo un po’ la velatura e non rischiando troppo con il surf.
I venti termici sono invece le brezze, cioè venti che si levano per il differente grado di riscaldamento notturno e diurno della terra e della superficie del lago. Di giorno infatti, la Valle del Sarca, a nord del lago, si scalda di più del lago stesso, e quindi l’aria calda che genera sale, e richiama dal basso e da sud verso nord, aria, cioè la famosa Ora. Di notte avviene il contrario, e la terra “scarica†aria verso sud. Anche se il nome “brezza†richiama arie leggere, essi possono raggiungere facilmente i 30 nodi.
E ecco qui alcune indicazioni per misurare la velocità del vento (ricordate: in inverno l’aria è più fredda, quindi più densa e spinge assai di più di quella estiva! Quindi 20 nodi di estate spingono x, in inverno 2 volte x). Un miglio marino corrisponde all’arco terrestre che sottende, al centro della terra, un angolo di un primo, cioè di un sessantesimo di grado (in totale come sapete vi sono 360 gradi). Esso misura all’incirca 1850 metri. Un nodo equivale ad un miglio all’ora. Quindi se avete nodi e volete passare ai chilometri orari, moltiplicate i nodi per due e detraete il 10%. E’ un calcolo approssimativo, ma funziona. Per passare dai metri al secondo ai nodi, invece, moltiplicate i metri al secondo per due.
In genere le perturbazioni con i loro venti barici schiacciano le brezze, se di senso opposto alle stesse, ovvero si sommano al loro effetto, se vanno nella loro stessa direzione. Ed ecco i singoli venti.
Brezza termica “di mareâ€, la famosa Ora (si scrive con la O maiuscola e si pronuncia con la O aperta). Nell’Alto Garda si contrappone al Vento, con la V maiuscola, che è invece quello che spira da Nord e che localmente non viene chiamato mai tramontana). Si alza per effetto del noto meccanismo che fa sorgere tutte le brezze, verso le 11-12 di mattina, e cala verso le 17-18 di sera. Il fenomeno è rilevante in primavera ed estate, minore in autunno, debole in inverno. L’intensità del vento va dai 10 ai 25-30 nodi. Normalmente è preavvisata dal formarsi delle nuvole di caldo sul Monte Baldo (i bianchi balloni del Baldo) e da una “riga scuraâ€, cioè dall’incresparsi dell’orizzonte del lago verso sud. Si tratta di una brezza regolare, prevedibile, e quindi non pericolosa anche se forte, a meno di trovarsi a ridosso della costa nord del lago, di essere carichi di vele ed inesperti. Spesso porta foschia, talvolta invece è “ciara, lustra†ed allora è uno spettacolo di colori e bellezza! In genere non la si teme proprio perché al contrario la si aspetta, la si desidera: infatti la maggior parte dei velisti viene sul Garda proprio per incontrarla. Quindi non mi soffermo oltre. Cosa fare in caso di Ora? Godersela tutta!
Brezza termica da nord (situazione normale). Se viene da nord est, si chiama Sarca ed è più forte. Da nord ovest, più debole, Balino o Balinot. Sarca e Balino, poco più a sud, si uniscono nel più famoso Peler, detto così perché a Riva del Garda “fa il pelo†all’acqua, increspandola senza farle fare onda sotto la costa nord. E’ l’interfaccia dell’Ora. Normalmente inizia verso le sei-sette di mattina, aumenta sino alle nove e quindi va a morire intorno alle dieci-undici. La sua intensità aumenta da Riva a Torbole e da Nord a Sud, per cui sotto costa si può scegliere l’intensità con la quale cimentarsi. Verso Sud genera onda. Può essere pericolosa per i surfisti il raffreddamento dell’acqua del lago che genera anche in estate (vi sono stati casi di assideramento in luglio) e per l’onda (versio sud), che può spaventare velisti inesperti o sorpresi da questo comportamento marino del lago. Esistono comunque ridossi sicuri come Baia di Sogno e Garda, o quasi sicuri come Limone. Cosa fare? Non usare lo spi, terzarolare, planare allegramente verso sud, eventualmente evitare strambate (abbattute) e fare il rebecchino, non avvicinarsi troppo alla costa, divertirsi un sacco e tornare a casa con l’Ora.
Vento barico “regolare†(situazione frequente). Causato da differenze di pressione. Trae la sua origine da zone ad alta pressione molto a Nord, e può durare anche tre giorni di seguito, soprattutto in inverno dopo una nevicata sul Brenta ed in Paganella. Di mattina all’effetto barico si somma l’effetto termico. Intensità crescente da Riva a Torbole e da Nord verso Sud. Può arrivare a 40-45 nodi di velocità (Centomiglia 1996 e Trofeo Gorla 1998). Onda formata a Sud. Pericoloso per i surfisti anche in estate soprattutto per il freddo (ci sono stati casi di morte per assideramento in piena estate). Esso non lascia spazio all’Ora. E’ prevedibile, ma è più pericoloso del precedente per la durata prolungata sino a sera. Cosa fare? Uscire terzarolati, niente genoa o spi. Per i surfisti: rientrare alla base.
Vento barico “a tradimento†(situazione rara). Si alza quando si è già levata l’Ora e la schiaccia. Il 29.3.97 (XV° Meeting Internazionale del Garda) era gradualmente calato il Vento e si stava formando l’Ora. Tuttavia l’Ora non si è rinforzata, dietro la sua classica riga scura è ricomparsa a sud una zona di lago chiara e a Nord, cioè vicino alla spiaggia trentina, si è formata sull’acqua una anomala riga scura (attenzione, ecco l’anomalia!). Si sono quindi levati 25-30 nodi di Vento. E’ freddo, non sempre prevedibile. Cosa fare? Quando vi accorgete che l’Ora, dopo essersi formata tende a scomparire e che il vento gira da Nord (la sequenza normale è invece contraria, cioè vento da nord che gira da sud!), non aspettate di averlo addosso: ammainate subito spinnaker e genoa, issate il fiocco e terzarolate prua al vento.
Foen (situazione molto rara). Vento caldo, prevedibile attraverso i bollettini meteo. E’ un vento da nord ma caldo, di ricaduta, che si forma dopo avere scaricato pioggia o neve sulle Alpi. Si è formato con la stessa metodologia del caso precedente il 6 aprile 1997 (Fraglia Cup), dalle due alle quattro del pomeriggio. Intensità 40 nodi. All’inizio le barche più vicine a Torbole procedevano di bolina verso Sud (con l’Ora che stava morendo subito dopo essersi formata) ed io che ero più a sud di un miglio, all’altezza di Capo Tempesta, procedevo di bolina verso nord. Sul Fun avevo l’equipaggio al completo: fiocco olimpico, due mani di terzaroli, randa parzialmente sventata, barca molto sbandata. Cosa fare? Vedi caso precedente.
Bora (situazione rara). Localmente di chiama Vineza (Venezia). Sul Garda arriva da Sud, anche alle nove di mattina (XII° Meeting Internazionale del Garda, marzo 1995, 30 nodi; 30 aprile 2018, 25 nodi). E’ un Vento freddo ed alle dieci di mattina inizia a sommarsi all’effetto termico dell’Ora. Normalmente arriva nella stagione fredda, quando sono fuori pochissime barche e probabilmente nessun surfista, per cui non fa danni. Tuttavia essa può arrivare anche nel corso di una bella giornata estiva anche se il caso non è frequente. La luminosità è particolarmente accentuata. Si vede arrivare la Vineza sull’acqua, nettissima, con il suo fronte di schiuma bianca che avanza assai velocemente come una improvvisa marea (Olimpic Garda, marzo 1996). E’ questo il caso che vi lascia il minor tempo a disposizione. Per la velatura, vedi i casi precedenti. Cosa fare? Comportarsi come nei due casi precedenti.
Fronte freddo dopo una ampia perturbazione estiva (situazione molto rara): cielo tipico da coda della perturbazione, azzurrissimo con nuvole bianche luminosissime. Lago splendente di argento piombo accecante. Caratteristica del vento: raffiche non solo sotto la costa Nord ma anche verso il centro-sud del lago con salti di direzione notevoli. Cosa fare? Ammainate lo spinnaker ed impugnate una buona macchina fotografica!
Ponale. Vento di caduta, circoscritto alla zona sottostante la valletta del torrente Ponale, due miglia a sud di Riva del Garda, lato bresciano. Si genera quando sulla montagna c’è o c’è stato un temporale (locale, estivo, circoscritto). Il Ponale si apre a raggiera, può aiutare a vincere o a perdere una regata, non lo giudico pericoloso perché al massimo vi fa scuffiare, ma comunque vi sospinge fuori della zona della sua influenza. Durante la Fraglia Cup 1998 ho vinto una regata proprio andando a cacciarmi dentro la “zona Ponale†a vele ridotte (due mani e fiocco olimpico), mentre altre barche, troppo invelate, sventavano fermandosi. Altro caso: mattina del 7 agosto 1999 regata delle vele latine a Riva del Garda, 60 nodi all’improvviso, visibilità dieci metri, il tutto per cinque minuti…quanto basta. Cosa fare? Utilizzarlo, come faccio io od evitarlo (basta allontanarsi un poco dalla zona). Tuttavia il 7 agosto scorso ho ammainato le vele, e di corsa! In questo caso l’importante è non essere vicini alla costa, non prendersi una bomata in testa e non cadere in acqua.
Vele Latine sotto Ponale!
Riva del Garda, 7 agosto 1999: tutto avrebbe sconsigliato l’uscita. Già dal giorno prima infatti la costa era stata assalita da inconsuete folate di aria eccessivamente calda, che attraversavano la zona di lago prospiciente la città secondo canali ben definiti. La mattina del 7 agosto il cielo è cupo, il temporale “gira†dietro i 1600 metri della cima della Rocchetta. Il lago è deserto: nessun turista si è azzardato ad uscire. Tuttavia la regata delle Vele Latine organizzata con la collaborazione della Fraglia Vela Riva è troppo importante per rinunciarvi! E poi si tratta di gente del posto, preparata e buona conoscitrice dei segreti del Lago, che se la sarebbe cavata comunque. Quindi si parte. Dodici barche al via. La più grande una barca in legno, d’epoca, di dieci metri, con randa, controranda e due fiocchi: uno spettacolo! La più piccola un dinghy, timonato dall’amico Paolo Matteotti. Vento debole da Sud, quasi un’Oresella (debole Ora). Parte benissimo, in boa e con mure a sinistra, l’amico olimpionico Gianni Torboli, al timone di una lancia con fiocco e randa col picco. Io seguo la regata con il mio FUN. Sono solo a bordo. Espongo fiocco e randa piena, tengo le vele “morbideâ€, cioè poco cazzate, e timono da sottovento per sbandare un po’ la barca ed aiutarle a prendere forma. Siamo in prossimità della prima boa di bolina. Gianni vira e si appresta alla poppa. Il cielo è sempre più buio, il vento sempre più debole. A Riva accendono le luci stradali! Intorno, sulle montagne, le saette colpiscono le vette con sempre maggiore frequenza. Mi rivolgo a Luigi Armellini detto il “Babbo†che sta sulla pilotina, nei pressi della boa: “Babbo, qui si prepara una sventolata!†gli dico. Annuisce preoccupato… Indosso la cerata ed il giubbotto di salvataggio, chiudo il tambuccio del Fun. Ho la prua rivolta verso Torbole. Per caso, con la coda dell’occhio sinistro vedo avanzare colonne di aria e spuma bianca alte cinque-dieci metri. In un secondo la sventolata mi è addosso. E’ come essere investiti dallo spostamento d’aria di un’esplosione. Impressionante infatti è la velocità e la forza con la quale l’aria è stata letteralmente sparata giù dalla Valle del Ponale. La visibilità scende a cinque metri. Il Fun si sdraia sul lato sinistro. La sola preoccupazione che ho è per i fulmini e per i danni che potrebbe subire la barca. Lasco le vele (il fiocco sbatte, speriamo che non si strappi!). Lego il boma alla draglia. Ammaino la randa. Faccio lavorare il fiocco, al lasco, verso Torbole (credo). Il Fun avanza a cinque nodi. Velocità del vento rilevata nel Porto S. Niccolò di Riva: 60 nodi. Dopo alcuni minuti il vento cessa. La costa torna visibile, e con lei le altre barche, ferme, con le vele ammainate. Piove. Ci contiamo, rassicuriamo le due pilotine della Fraglia e quella dei Carabinieri. Tutto bene quel che finisce bene, soprattutto se ad uscire in barca sono persone del posto, regatanti ed allenate. Ma se si fossero trovati in acqua turisti non altrettanto preparati? Concludo con una proposta: dotare la costa dell’Alto Garda Trentino di un sistema di segnalazioni a lampi colorati che preavvisino i naviganti dell’approssimarsi delle “Ponalateâ€, del Foen, della Vinessa (“Veneziaâ€, cioè bora) e dei mini cicloni estivi. Incidere su targhette in ottone le relative “istruzioni per l’interpretazione dei segnaliâ€, ed applicarle sulle barche date a noleggio. Il sistema è adottato sul Lago di Prien, in Baviera, a vantaggio dei numerosi turisti che remano e veleggiano su quelle acque.
Mini ciclone estivo. Si forma con la stessa tecnica dei veri cicloni asiatici, in caso di forte surriscaldamento dell’acqua. Si crea una colonna di aria calda ascendente che si invortica come una vera tromba d’aria. Più probabile a fine agosto, si verifica una volta ogni due anni circa. Dura una decina di minuti. A terra sradica alberi e solleva catamarani. A mio avviso è assai meno pericoloso per le barche in navigazione, purchè non siano sotto costa e siano a secco di vele. Cosa fare? Quando avvertite troppo caldo, una strana elettricità nell’aria, una forte umidità , una calma irreale, quando il cielo è cupo pur essendo sereno…be’ allora ammainate tutte le vele, accendete il motore, mandate donne e bambini sottocoperta, indossate il giubbotto e allontanatevi dalla costa. In pochi minuti tutto sarà passato senza danni a cose e persone. Direi che i pericoli maggiori in questo caso li corre chi è sulla terra ferma in quanto rischia di essere colpito da piante divelte o da oggetti fatti volare per l’aria, non chi è in mezzo al lago.
FINE
Buon Vento a tutti, Velisti e ciclisti!
.
.
Comments Closed
I SOCI (FIAB) RACCONTANO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Aprile, 2018 @ 4:04 pmDetto altrimenti: dedicato a Gianluigi e Valeria Vighi … (post 3154)
FIAB- Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Trento branch – Su di noi trovate in internet tutto ciò che serve per conoscerci. Potete anche navigare qui fra i miei posts (ah … ah … quella “s†del plurale, che buffa! Sarebbe un po’ come dire che “in questa via ci sono due bars, in quale ci fermiamo per l’aperitivo?). Comunque un suggerimento: iscrivetevi alla Fiab: c’è un circolo Fiab in ogni città !
Ma veniamo alla pedalata di questa mattina. Sono a Riva del Garda. Lungo ponte del 1° maggio. Ieri pomeriggio pioveva: la scienza meteo insegna che dopo la pioggia arriva il fronte freddo con vento da nord e invece … invece oggi, con il sole, sin dalla prima mattina un forte vento da Sud e non era l’Ora! Era la Vineza, la Venezia, cioè la Bora che precipitando sul golfo di Trieste da Nord, si infila da est nella Pianura Padana e arrivata a Peschiera, udite udite, decide di risalire il Lago di Garda! Bene, mi son detto, almeno all’andata (direzione sud-nord) avrò il vento a favore (N.B.: in condizioni normali si pedala sud-nord con il vento  da nord – a Riva lo chiamiamo semplicemente  “Vento†(1), mai “tramontana” – contro e al ritorno nord-sud con l’Ora contro!). Dice … ma se Vineza e Ora soffiano entrambe da sud, come fai a distinguerle? Elementare, Watson! Se da sud soffia violenta già alle 08,00 della mattina ed è molto più fredda dell’Ora, be’, quella è Vineza, un vento barico (non una brezza termica).
(1) Riva del Garda: una volta paese di pescatori e navigatori per commercio, oggi città turistica e di ciclo velisti. Memori dell’antica tradizione del lavoro “a vela”, ad una persona corta di comprendognolo ancora oggi usano dire: “Tu non capisci né Ora né Vento”.
Ma veniamo ai dettagli della pedalata:
- Ora di partenza da Riva del Garda: 08,45;
- bici usata: mtb e-bike;
- percorso: lungolago ovest-est; ciclabile sud-nord per Arco, Drò, Centrale Fies, Sarche, Lago di Toblino; sosta per strudel e succo di frutta Padergnone; salita nella Valle dei Laghi fino a Vigo Cavedine; discesa su Drò – Arco – Riva;
- alimentazione: v. sosta a Padergnone + una borraccia di acqua e sali;
- Â GPM: a Vigo Cavedine: 43 km, 3 ore, 50% di consumo elettrico;
- salite più impegnative: lo “strappo†alla centrale Fies (200 m al 20%) – Il primo tratto per imboccare la Valle dei Laghi;
- arrivo a Riva del Garda: ore 12,45;
- consumo elettrico totale della batteria da 400: 70% (ho dovuto farmi aiutare con un bel 20% anche in pianura, al ritorno, a causa del forte vento contrario).
Poco prima di Sarche, sosta per foto. A Sarche vedo una coppia di ciclisti incerta e chiedo: “Problemi?†Si, rispondono, come si fa ad arrivare alle Terme di Comano? Spiego loro il percorso. Suggerisco all’amministrazione locale di integrare la segnaletica per i cicloturisti. Altra sosta per foto al Castel Drena, ma … dov’è il cellulare? Sparito! Acc…. Lo avevo infilato nella tasca esterna del bauletto … di corsa a Riva per provare a rintracciarlo tramite il cell di mia moglie. Arrivato a casa ricevo una mail dal mio amico Gino Zeni, il quale a sua volta – essendo stato l’ultimo numero da me chiamato – era stato contattato da chi aveva trovato il cell nei pressi del Lago Toblino. A casa poi, arriva mia moglie: anche lei era già in contatto con il “trovatore†di cell. Lo chiamo, è a Sarche: appuntamento fra poco, alle 16,00. Allora faccio così: ora pubblico questo post così com’è. Dopo che avrò conosciuto chi ha  trovato il cell, ne metterò sul post  nome e cognome e forse anche una foto se me lo concede: se lo merita!
Good bike & Good Fiab everybody!Â
Ecco, ho appena incontrato Gianluigi e Valeria Vighi, genitori della piccola Sofia (6 anni) e della nuova sorellina in arrivo Alma (forse questo sarà il suo nome fra due mesi!), della provincia di Pavia, in vacanza presso una zia. Davanti ad un caffè, mi hanno detto di avermi riconosciuto: infatti li avevo superati, io in bici e loro a piedi, nel sentiero che costeggia il Lago Toblino. Ricordano il mio “Scusate, grazie” e loro che avevano visto il mio telefono appeso alla tasca laterale del bauletto, telefono che poco dopo hanno trovato per terra, là dove la pista fa un piccolo salto su radici sporgenti (e ti pareva … ragazzo, stai più attento la prossima volta!). Certo che fa piacere riscontrare che al mondo esistono anche persone così, persone per bene, che si preoccupano dell’ “altro” anche se è uno sconosciuto. “Sai –  mi hanno detto dopo tanto mio insistere a che mi dessero del tu – nel telefonino c’è sempre un bel pezzo della nostra vita, ecco cosa abbiamo pensato trovando il tuo lungo il sentiero”. Grazie, amici! Ci siamo lasciati con una mia richiesta: che mi diate notizie della nascita della piccola Alma, ci conto!
.
P.S.: giornata di vento forte, si diceva. Anche il Liguria, stesso scherzo: vento da Sud (Sud Ovest, questa volta), freddo: può essere Mistral che risale coma fa la Bora qui sul Garda, oppure può essere libeccio … oppure entrambi. Il fatto è che a Genova ha strappato gli ormeggi di una bella barca da regata (albero sottile, tre ordini di crocette, carena planante), barca il cui proprietario, nella sfortuna, ha avuto fortuna in quanto l’ha semplicemente spiaggiata su una delle rare spiagge residue, sopravvissute incastonate fra scogliere e moli! Poteva andare molto, molto peggio …
Oggi 1° maggio apprendo: “Francesca Komatar, atleta dell’Aeronautica Militare, stava partecipando ad una regata fra la Corsica e Genova quando si è rotto il timone (che infatti non appare nella foto, n.d.r.) e ha dovuto lasciare la barca alla deriva” (farla rimorchiare in porto, no? N.d.r.). Ad un attento esame della foto risulta: mancanza del boma il che significa che prima di abbandonarla l’hanno “disarmata” in parte, il che rende ancora più inspiegabile quell’abbandono.
Una volta anche sul mio Fun appena acquistato (io non ero ancora maturo per timonarlo) si è spezzata la pala del timone. Eravamo di bolina nell’Altogarda Trentino, vento molto forte, sotto una forte raffica il timoniere-randista ha cercato di “tenere” la barca senza lascare la randa cercando di evitare la straorza (cambio di mure involontario) trattenendo con forza la barra del timone che è diventato “duro”, troppo duro fino a quando il suo asse si è spezzato.
.
Comments Closed
CORRETTO UTILIZZO DELLE PISTE CICLABILI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Aprile, 2018 @ 1:25 pmDetto altrimenti: basta un po’ di buon senso …. (post 3153)
Riva del Garda, Bike Festival, un successone! L’altissima presenza di “turisti a pedali†tuttavia fa emergere un problema: quello della necessità di una maggiore attenzione nella circolazione sulle piste ciclabili come pure quello di un maggior controllo su tale circolazione. In questi gironi infatti le piste ciclabili dell’Alto Garda Trentino sono affollatissime di … tutto: genitori con bimbi, pedoni con cagnolini, ciclisti “normali†e squadre di “ciclisti da guerraâ€: mi piace definire così quei tali che scambiamo la pista ciclabile per un velodromo, creando situazioni di grande pericolo per tutti. Ora un dato è certo: il fortissimo sviluppo del cicloturismo e della rete delle piste ciclabili. E allora iniziamo quantomeno con l’apporre cartelli di comportamento all’inizio delle piste ciclabili e ad inviare agenti in bicicletta la cui presenza servirebbe a prevenire comportamenti pericolosi e a sanzionare i peggiori.
.
.
Sud Tirolo. Un cartello del genere è da anni apposto all’inizio della pista ciclabile della Valle Aurina: in due lingue invita ciclisti e pedoni a rispettarsi a vicenda, ed entrambi a non ostacolare il transito dei mezzi agricoli: infatti avverte che la pista è stata realizzata dal Comune su aree dei contadini. In un tratto della ciclabile bolzanina dell’Adige aperta anche alle auto, un cartello: “Velocità massima, 30kmh, escluse le bicicletteâ€: quasi una barzelletta, questo!
.
.
.
Ma non solo nelle ciclabili dell’Alto Garda e del Sud Tirolo. Infatti giorni fa sulla ciclabile trentina della valle dell’Adige ho incrociato una compagnia (o due?) di militari in marcia/corsa, in ordine molto sparso: chi avanti, chi indietro; chi a destra, chi a sinistra, chi al centro; chi da solo, chi in coppia, chi in tripla, chi in gruppo, … insomma: tu arrivavi in bici, suonavi ma non sapevi se quei tali sarebbero stati fermi o se si sarebbero spostati a destra o a sinistra. All’estremità sud del percorso (Mattarello) un Sottufficiale. Mi sono fermato, mi sono presentato come ex-sottotenente di complemento della Brigata Alpina Tridentina, gli ho chiesto di dire ai suoi uomini di camminare sulla sinistra, al massimo affiancati per due. Lo ha fatto, per radio. L’ho ringraziato.
Infine un suggerimento per tutti, per noi ciclisti, per noi pedoni: cechiamo di capire quale sarà la “rotta” altrui e di regolare la nostra in sintonia. Evitiamo di pensare che ognuno sia sulla “rotta giusta” quella che sono gli altri a doversi scansare …. Così come quando siamo in auto,  bloccati nel traffico, non imprechiamo contro “gli altri”: anche noi siamo “gli altri” per tutti costoro. Ed anche nel supermercato, con le rotte dei nostri carrelli della spesa …
.
.
.
Comments Closed
LUCIA BRUNI, PREMIO UE-ALTIERO SPINELLI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Aprile, 2018 @ 5:22 am
Detto altrimenti: premiato il suo contributo al processo unificatore dell’UE (post 3152)
.
Lucia Bruni “da” Bologna:  un’amica, una collega FIAB-Federazione Amici della Bicicletta, Trento … su di lei ho già pubblicato molti post. Europeista convinta, forte ciclista. Ha vinto il secondo premio “Altiero Spinellli†della Commissione Europea per il resoconto della sua pedalata da Roma a Bruxelles l’estate scorsa, per celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma, quelli che diedero l’avvio al processo di unificazione dell’UE. Ecco il suo comunicato:
.
.
.
Inizia
Carissimi tutti, con sbigottimento, emozione e immensa gratitudine per tutti gli amici che hanno contribuito, partecipato, seguito e fatto il tifo per il mio progetto ciclistico – europeista “Il mio cuore per il cuore dell’Europa”, comunico che con il racconto che ne è seguito ho vinto un secondo premio “Altiero Spinelli”. E’ un grande onore e anche una grande responsabilità per me, e voglio condividere intanto con voi l’onore: per aver creduto in me, nella forza delle idee, nella bellezza della bicicletta, nella visione di un futuro di pace e cooperazione. E voglio invitare ancora tutti e ciascuno a partecipare al viaggio che da qui riparte con nuovo slancio per continuare a costruire fiducia, incontri, speranza. Tornerò con aggiornamenti sul premio e sui progetti futuri, ma intanto ci tengo a dire:
GRAZIE!
Vostra Lucia – http://ilmiocuoreperleuropa.eu/2018/04/26/fondata-sulla-speranza/
Finisce
.
.
E brava Lucia! Ma non finisce qui, perché Lucia sta preparando un’altra importante impresa. Quale? Aspettiamo che sia lei stessa a dircelo!
.
.
.
.
.
Comments Closed
25 APRILE IN BICI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2018 @ 3:28 pmDetto altrimenti: a 74 anni, uno di più che dall’anno della liberazione …  (post 3151)
.
Dopo avere pubblicato il post precedente, liberatomi da quel doveroso impegno, mi sono concesso un bel giro in bicicletta. Solo che quest’anno sono “in ritardo†con i km pedalati a causa del … protrarsi della stagione sciistica. Già , che volete, fini a quando si scia come sottrarsi a quel gravoso dovere? Ed allora … sapete che prima di affrontare salite importanti è bene avere percorso un paio di migliaia di km in pianura? E io che sono solo a quota 300 km pedalati! Lo so, lo so, ma un cristiano che vive in una regione di montagna mica può aspettare tutto questo tempo, mica può! Come se ne esce? Se ne esce con la mtb a pedalata assistita, quella che oggi mi ha permesso di salire da Riva del Garda al Passo del Ballino, 700 metri di dislivello su 12 km (+ 3 di falsopiano). Ho affrontato la salita lentamente a 10 kmh, modalità (elettrica) “tour†(secondo livello), consumo elettrico 50%.
.
Poi, discesona fino a Fiavè e Ponte Arche: totale 25 km. Pausa caffè con barretta energetica; salitella e falsopiano per andare a prendere la ciclabile del Maso Limarò (tot. 30 km); discesa a Sarche (tot. km 35). Pista ciclabile Sarche-Pietramurata (già si sente l’Ora contraria!); bretellina fino al Lago di Cavedine al centro velico dell’amico Andrea Danielli (tot. km. 42), sosta per saluti e “idraulicaâ€; indi si costeggia il Lago, salitella verso sud in mezzo alle marocche; discesa veloce (55 kmh) sulla SP che dalla Valle dei Laghi scende a Dro. Pensate di essere a casa, vero? E invece no, si è alzata contro un’Ora molto forte che la discesa e la pianura sono diventate salita. Morale, in “salita†fino a Riva del Garda, totale km 61. Consumo elettrico totale: 80% (cioè: 50% per i primi 15 km; 30% per i successivi 46, dai quali si deduce che con la mia batteria da 400 potrei contare su circa 140 km “normali” di assistenza elettrica. Tempo impiegato: 4 ore di cui mezz’ora per soste foto e alimentazione.
Questo è un giro classico, che quando ho nelle gambe quei famosi 2000 km, faccio con la mtb normale senza aiuto elettrico. Anni fa, anche con quella da corsa … ma che volete farci: 20 anni e 7 kg di più contano e come!
Good e-bike everybody!
.
.
Comments Closed