LA (MICA TANTO) FAVOLA DI PINOCCHIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Maggio, 2018 @ 1:10 pm

Detto altrimenti: rileggiamola, soprattutto nella parte del Paese dei Balocchi e di Mangiafuoco   (post 3209)

In queste ore si sta facendo un po’ di confusione fra i violenti attacchi a Mattarella (che è sacrosanto respingere al mittente e perseguire penalmente, art. 278 C.P.) e il sostegno alle sue azioni. E anche qui occorre fare una distinzione, quella fra l’azione appena compiuta e le sue azioni prossime venture.

downloadL’azione appena compiuta dal Presidente Mattarella. A mio sommesso avviso negare l’approvazione al Prof. Savona è stato un errore “politico”. Infatti, se quel governo fosse partito, avremmo presto scoperto che il Paese dei Balocchi e Babbo Natale (regali per tutti) non esistono. Così, invece, a molti elettori verrà rifilata la storia che Babbo Natale stava arrivando, ma qualcuno – Mattarella – gli ha manomesso la slitta. C’è questa nostra eterna adolescenza politica dalla quale potevamo far uscire l’Italia e nella quale, ancora una volta, ci ritroviamo immersi, rischiando così di gonfiare ancora di più il numero di coloro che credono alle promesse del Mangiafuoco di turno. Salvini non aveva alcuna intenzione di andare al governo, altrimenti gli sarebbe bastato fare un altro nome per il ministero dell’economia.

Chi ha paura del Savona cattivo? Be’ … forse tutti i torti Mattarella non li ha avuti, se solo ci ricordiamo quale danno può fare un esponente del governo anche in assenza di una decisione del Parlamento: il trattato di Londra che impegnò l’Italia nella prima guerra mondiale fu stipulato nella capitale britannica il 26 aprile 1915 e firmato per l’Italia dall’ambasciatore  Guglielmo Imperiali su incarico del governo Salandra, senza che il Parlamento, in maggioranza neutralista, ne fosse informato.

imagesMa era per questo, proprio per questo, che bisognava far partire il suo governo. Perché se uno bluffa, gli si guardano le carte, non ci si alza dal tavolo. Mattarella, invece, si è proprio alzato, lasciando lì tutta la posta. Alle prossime elezioni avremo una maggioranza conquistata grazie alle promesse da Paese dei Balocchi che in ogni caso sarà ben più solida di quella che avrebbe sostenuto il governo Conte. Una maggioranza, dunque, che sarà capace di fare ancora più danni. Una cosa bisogna capirla il prima possibile: che a questo punto il governo “delle molte, troppe promesse” è inevitabile. Secondo me abbiamo semplicemente perso l’occasione per farlo andare al potere nella maniera più indolore. Adesso ci tocca aspettarlo come si aspetta la varicella a 40 anni. E i mercati, che certe cose le sanno, stanno già facendo salire lo spread.

Le prossime azioni del Presidente Mattarella. Io credo che nonostante l’errore politico di cui sopra occorra difendere il Presidente Mattarella e cercare di sostenerlo in ogni modo. Infatti, il suo errore è un “sunk fund”, denaro affondato (acqua passata, diciamo con altra espressione). Mi spiego: quando uno compera azioni a 1000 e poi scendono a 500 qualcuno gli suggerisce di comperarne un ugual numero a 500 così il suo costo medio è 750 e la sua perdita è solo di 250 e non di 500. Un’altra corrente, quella alla quale io credo, dice: “No, i soldi spesi per le azioni che hai comperato a 1000 sono sunk fund, soldi affondati. Tu devi operare solo sulla previsione del futuro, cioè comperare a 750 solo se pensi che risaliranno oltre 750. Non devi continuare a puntare sugli errori fatti”.

Di Maio poi invita ad esporre il tricolore per la Festa della Repubblica. Ma il tricolore è un simbolo, il simbolo di tutti gli Italiani. Orbene, come ci insegna Gustavo Zagrebelsky nel suo bel libro “Simboli al potere”, quando taluno vuole fare di un simbolo sua proprietà privata, esso da elemento di unione diventa fattore di divisione e di guerra.

Che fare allora? Non far passare il tentativo Cottarelli per non farsi  addossare la responsabilità altrui, cioè quella del crollo della credibilità finanziaria che Paolo Gentiloni ci aveva guadagnato: dopo il danno anche le beffe? Noooo …!

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MATTARELLA E SALVINIK

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Maggio, 2018 @ 5:39 am

Detto altrimenti: petizione pro Mattarella: una tesi unica, due conclusioni diverse (post 3208)

I Dialoghi di Plutone

 Tizio e Caio sono seduti ad un tavolino di un bar in Piazza del Duomo a Trento

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Controluce, prima dell’apertura dei bar …

Tizio: Caio, oggi alle 18,00 vieni in Corso III Novembre davanti al Commissariato del Governo?

Caio: Perché … cosa c’è?

Tizio: Ma come? La manifestazione in favore del Presidente Mattarella … Non li leggi i giornali?

Caio: Ah si … dimenticavo. Non so se vengo. Sai, capisco le ragioni, ma non ho firmato la petizione in suo favore …

Tizio: Ma cosa mi dici? Non ci posso credere! Perché non hai firmato? Non capisci le ragioni del suo agire? E poi bisogna reagire contro gli insulti che gli hanno diretto via social, che fra l’altro sono reati perseguibili a norma del codice penale!

Caio: Capisco ma non firmo. In queste ore si sta facendo un po’ di confusione fra i volenti attacchi a Mattarella, che è giusto respingere al mittente, e il sostegno alla sua azione, nella quale non mi ritrovo affatto. Francamente avevamo la possibilità di far sfiatare la pentola a pressione gialloverde, dando l’abbrivio a un governo che al senato sarebbe stato traballante. L’esperienza di governo avrebbe logorato la base di consenso leghista e pentastellata e il loro elettorato di riferimento avrebbe finalmente scoperto che Babbo Natale non esiste. Così, invece, questa massa di creduloni continuerà a crederci e verrà loro rifilata la storia che Babbo Natale stava arrivando, ma qualcuno – Mattarella – gli ha manomesso la slitta. C’è questa eterna adolescenza politica dalla quale potevamo far uscire l’Italia e nella quale, ancora una volta, ci ritroviamo immersi, rischiando così di gonfiare ancora di più la base gialloverde. La Lega, non a caso, nei sondaggi è già al 27,5%. Salvini non aveva alcuna intenzione di andare al governo, altrimenti gli sarebbe bastato fare un altro nome per il ministero dell’economia. Ma era per questo, proprio per questo, che bisognava far partire il loro governo. Perché se uno bluffa, gli si guarda le carte, non ci si alza dal tavolo. Mattarella, invece, si è proprio alzato, lasciando lì tutta la posta. Alle prossime elezioni avremo una maggioranza di centrodestra o pentastellata o ancora gialloverde, e in tutti e tre i casi sarà una maggioranza ben più solida di quella che avrebbe retto il governo Conte. Una maggioranza, dunque, che sarà capace dunque di fare ancora più danni. Una cosa bisogna capirla, e capirla il prima possibile: il governo Lega e/o il governo M5S non ce lo leva nessuno. Secondo me abbiamo semplicemente perso l’occasione per farli andare al governo nella maniera più indolore. Adesso ci tocca aspettarli come si aspetta la varicella a 40 anni. E i mercati, che certe cose le sanno, stanno già facendo salire lo spread.

Tizio: Capisco il tuo ragionamento, ma io ho firmato perché gli errori fatti da Mattarella sono “sunk fund”, soldi affondati. Ora occorre operare per il futuro partendo da quello che abbiamo, anche dagli errori fatti. Mattarella ha operato sul piano della trasparenza e dell’onesta, l’altro su quello della furbizia strategica.

Caio: Cosa vuol dire che sono sunk fund?

Tizio: Quando uno compera azioni a 1000 e poi scendono a 500 qualcuno gli suggerisce di comperarne un ugual numero a 500 così il suo costo medio è 750 e la sua perdita è solo di 250 e non di 500. Un’altra corrente, quella alla quale io credo, dice: “No, i soldi spesi per le azioni che hai comperato a 1000 sono sunk fund, soldi affondati. Si deve operare solo sulla previsione del futuro, cioè comperare a 750 solo se si pensa che risaliranno oltre 750. Non si deve continuare a puntare sugli errori fatti”.

Tizio: Ah … ho capito, ma resto della mia idea.

 Si avvicina il diavolo Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio

Sempronio: Buongiorno signori, ci si rivede! Certo che Trento è piccola e poi questa bella piazza piena di sole … una meraviglia per un caffè, che ne dite? Posso offrirlo io?

 Tizio: prego, s’accomodi. Si stava discutendo della decisione di Mattarella di rifiutare Savona

Sempronio: Secondo me si è trattata di una trappola di quel diavolo di Salvini … sapete io ho una certa esperienza di questo tipo di diavolerie …

Caio: Dove si è fatto questa esperienza?

downloadSempronio: Poi un giorno ve lo racconterò, ma torniamo alla vostra discussione. Anch’io penso che Mattarella abbia fatto autogoal … Sapete … lui pensava ed agiva su un piano della pura legalità; l’altro … su quello della furbizia politica, dovrebbero chiamarlo Salvinik tanto è diabolicamente astuto, ed io me ne intendo di queste diavolerie, come vi ho detto … Ah … ecco il cameriere con i caffè … grazie … dia a me lo scontrino, andrò io a pagare all’interno del bar …

Tizio: Grazie, lei è come sempre molto gentile.

Sempronio: Ma le pare. Vado un attimo al bagno e torno.

 Sempronio scompare all’interno del bar. Passano cinque minuti e non si fa vivo

Caio: cameriere … quel nostro amico … era andato al bagno … che stia male?

Cameriere: Ma no, è entrato, ha pagato i caffè e poi è letteralmente sparito: al bagno non c’è andato.

 Tizio e Caio si guardano stupiti negli occhi

Tizio: quel tale … gentile sì ma anche un po’ strano. Chissà quale diavoleria avrà avuto per la testa … dai, andiamo a vedere come stanno organizzando la manifestazione di questo pomeriggio … almeno mi accompagnerai almeno, voglio sperare …

 Tizio e Caio si alzano ed escono di scena

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL NERO (SI) MUOVE E DA’ SCACCO MATTO AL BIANCO (due volte)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Maggio, 2018 @ 5:37 am

Detto altrimenti: un eroe di colore a Parigi     (post 3207)

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downloadUn bimbo di quattro anni è appeso con le manine all’estero di un balcone al quarto piano di un edificio. Fino a quando reggerà? Di fianco, al di là della paratia divisoria del balcone, un uomo bianco – vicino di casa – si limita a protende (inutilmente) la mano per cercare di impedirne la caduta. Dalla strada un passante di colore, Mamoudou Gassama vede la scena. Dimostrando grande senso civico, scala via via i quattro piani, raggiunge il bimbo e lo trae in salvo. Tutto a mani nude, senza alcuna forma di assicurazione (una corda, un moschettone di sicurezza), senza alcuna esitazione, con un fisico, un coraggio ed una tecnica alpinistica degna del migliore alpinista accademico.

imagesIl Presidente Macron lo riceve, gli concede la cittadinanza e lo fa assumere – senza concorso –  nel corpo dei Vigili del Fuoco della capitale. Io mi permetto di aggiungere di promuoverlo anche Istruttore di Alpinismo del Club Alpino Francese. Mi viene naturale il raffronto con un’altra situazione di esposizione al vuoto, questa però finita tragicamente. Cè chi butta via la vita altrui e la propria, e c’è chi rischia la propria per salvare quella altrui. Cosa vi dicevo? Il nero (si) muove è dà scacco matto al bianco. Due volte.

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IL MODO E LA SOSTANZA (POLITICA)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Maggio, 2018 @ 7:38 am

Detto altrimenti: sostanza e apparenza, sostanza e forma, sostanza e atteggiamenti … (post 3206)

Il dibattito “politico” attuale mi sollecita alcune riflessioni, riguardo alle quali mi permetto di sottoporre al giudizio delle mie lettrici e dei miei lettori alcune sottolineature.

Vi sono forze politiche che sono partite con discorsi “di pancia” alla pancia degli Italiani: i concetti base sono stati “Vaff …” e “Padania first”. Con questi due slogan hanno attratto la pancia di molti elettori ed il “vento dei consensi” è via via aumentato.

IMG_0388[1]La stessa cosa succede al vento di cui si avvale una barca a vela, la quale oltre al vento reale (quello mandatole da madre natura) se ne crea uno suo, quello relativo (derivante dal proprio moto) e alla fine si avvale della somma dei due venti, cioè del vento apparente che poi è quello che conta. Dal Vaff-Padania first in poi  c’è stata un’evoluzione graduale verso un atteggiamento governativo e i due slogan iniziali sono spariti ma il vento apparente – e la conseguente veloce navigazione – è rimasto. Qui a fianco: il mio FUN Whisper in regata.

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Tanti anni fa. Ero nella Teheran dello Scià come emissario di un grosso gruppo industriale italiano per la vendita di centraline ad energia solare. Incontrai e trattai con molti interlocutori locali ai quasi-massimi livelli (ho inserito quel “quasi” perché non arrivai a parlare con il “re dei re” Reza Pahlavi). Orbene, durante le trattative non traspariva da loro e in loro nessun sentimento, nessun ammiccamento favorevole o contrario alla conclusione dell’affare.

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La stessa imperturbabilità riscontrai molti anni dopo nei giapponesi della Fujitzu con i quali per conto della Siemens stavamo trattando la commercializzazione dei loro computer. Nelle due circostanze citate io provai un senso di disagio che mi rendeva critico della loro atarassia (assenza di agitazione, di partecipazione). Oggi invece, dopo tanti anni, ammiro quel loro modo di essere improntato all’esclusiva attenzione ai contenuti della trattativa.

Oggi rimpiango che nella politica italiana manchi questa atarassia e che – al contrario – da parte di alcune forze politiche (e di commentatori politici) si esalti la forma dell’esposizione: spesso aggressiva e/o ironica e/o supponente. Questi atteggiamenti sono come onde che si alzano e abbassano senza spostare la massa d’acqua sottostante e anche quando le creste frangono, la massa d’acqua spostata è assai inferiore a quella sottostante, inerte del mare profondo. Tuttavia per la navigazione a vela (e anche per quella politica) ciò che conta è quanto avviane sulla superficie del mare, mentre nulla conta l’inerzia delle acque sottomarine: intellettualmente inerti, appunto …

Spiaggiata!Ecco che, uscendo dall’immagine, tutti noi dobbiamo “risalire dal profondo della nostra inerzia” e “andare a fondo” nel vero significato dei concetti esposti dal navigatore politico di turno, indipendentemente dai toni e dai modi con i quali ci viene offerta la “merce politica” e la “democrazia comunicata” anziché quella reale. Infatti, dobbiamo risalire  dal profondo della nostra inerzia a governare anche i fenomeni di superficie: in caso contrario la nostra vis politica viene “spiaggiata” come la barca della foto accanto. A meno che non ci stia bene  essere governati da due Direzioni Aziendali: la  Direzione Marketing di concerto con la Direzione Sistemi Informativi.

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POST MULTIPLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2018 @ 11:05 am

Detto altrimenti: pluripost       (post 3105)

Evvabbè … mi sono detto, invece di un solo articolo-argomento, prova a scrivere alcuni post in uno solo della serie ne apri uno ne leggi tanti, trasformando un post in un pluripost, così se magari un argomento non interessa, il lettore resta connesso perchè vuol vedere cos’altro c’è … E allora cominciamo.

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Bicicletta finalmente. Già, ora molti stanno scoprendo … l’acqua calda, ovvero quell’oggetto misterioso per il quale noi della FIAB-Federazione Italiana Amici della bicicletta ci battiamo da anni. Ora arrivano i “cappellieri ovvero coloro che “mettono il cappello” sul lavoro altrui, cioè sul nostro. Evvabbè … se può servire alla causa ok.. Giornali, pubblicitari, pubblici amministratori … evviva! Gridano tutti evviva alla bicicletta. L’ultima testimonianza? Il CORRIERE DELLA SERA e La Gazzetta dello Sport hanno iniziato a pubblicare una nuova serie di libri allegati ai loro quotidiani, “LA BICICLETTA – Passione, pratica e stili di vita” in ben 23 volumi al prezzo di €9,90 cadauno (il secondo gratis). Curatori dell’opera, Gino Cervi e Aldo Ballerini. Io li sto acquistando con vero entusiasmo.

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imagesBicicletta 2 – Ma c’è chi ancora non se ne è accorto, come il Comune di Roma che ha omesso di curare in modo adeguato  la sistemazione della pavimentazione delle strade sulle quali avrebbe dovuto correre l’ultima tappa del Giro d’Italia, al punto che il percorso per ragioni di sicurezza è stato accorciato e tutto il mondo ha visto questa “talianada” (“talianada”, italianata, espressione dialettale trentina di tradizione amministrativa Austro Ungarica per definire una cosa fatta alla sanfason, alla cosìcomeviene, alla daieanoichecceneimporta). Vacanze romane? ma no, oggi il film sarebbe “Buche romane”!

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IMG_4768Musica anni ’60. Ieri un nipote di mia moglie e quindi anche mio, mi ha dato un contenitore di “45 giri” che ha trovato in casa della sua famiglia d’origine. Un pezzo storico! Testimoni di uno “scambio culturale” fa noi fratelli e sua mamma! I titoli delle canzoni? Eccone alcuni: Diana e Lonely boy, di Paul Anka; La fisarmonica, di Gianni Morandi; Piove, di Domenico Modugno; My true love, di Jack Scott; Susie Darlin’, di Robin Luke; Banana boat e Jamaica farewwell, di Harry Belafonte; My prayer e The macic touch, dei Platters; Oh Carol, di Neil Sedaka; Passion flower, dei Diamonds. Per me una forte emozione, anche perchè su quei dischi – da quasi 60  anni! – c’era scritto, a penna, “Lucatti” …

images (1)Cadorna. Da sempre mi chiedevo come mai a Milano vi fossero piazze e fermate della MM intestate ad un incapace responsabile di pesanti sconfitte militari e della  inutile morte di centinaia di migliaia di giovani. Su un quotidiano locale di oggi (Trentino, pag 19) leggo che sono sorti comitati per eliminare questi nomi dalle piazze e vie dedicategli. E già che ci sono ci hanno aggiunto anche il nome di Graziani, co-responsabile della sconfitta di Caporetto ed inoltre di avere voluto scaricare sulle truppe quell’insuccesso. Concordo, e che sia un esempio per Milano e per tutta Italia. Io propongo uno scambio: tutta la toponomastica Cadorna sia dedicata al meritevole Generale  Armando Diaz, e a Cadorna sia intitolata la Scuola Diaz di Genova (macello per macello … dovrebbe andargli bene!)

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Diocesi in rosso. Stesso giornale, pag. 11. In rosso? Ma che fa sua Finanziaria? Pareggia i bilanci rivalutando cespiti, operazione lecita ma non produttiva di utile reale. Evvabbè … Io sono un piccolissimo azionista di quella Finanziaria e mi dicono “Di che vi lamentate? Vi stiamo dando dividendi sempre crescenti!” Ah … si … chiedo scusa … è vero: 0 0,4% … 0,5% … 0,6% e così via. – Altro Evvabbè. Per quanto … a suo tempo io ero il direttore di quella finanziaria e riuscii a eliminare perdite e generare utili e liquidità. Ma questa è un’altra storia, raccontata nel libro qui a fianco …

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INTERROMPIAMO LE TRASMISSIONI PER …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2018 @ 6:41 am

 

Detto altrimenti: di come e del perché la democrazia sia a rischio solo per chi dice che è a rischio, ovvero “Della mala-comunicazione” (post 3204)

9788807886348_0_150_0_75Mancata nascita di un governo “che viene definito” del cambiamento (si legga il post 3198, nascita di una oligarchia): mettere in stato di accusa il Presidente della Repubblica? In questo caso ricorda la possibile trasformazione del Parlamento in un bivacco di manipoli di tristissima memoria. Si legga al riguardo Gaetano Salvemini, Le origini del fascismo in Italia: retorica, promesse di gloria, distrazione e superficialità, pensiero unico e alla fine masse osannanti.

Il Presidente Mattarella – motivatamente e legittimamente – non accetta la candidatura di un ministro. Nel fare ciò egli esercita un diritto-dovere impostogli dalla Costituzione. Taluno invece afferma che questo suo comportamento metterebbe a rischio la democrazia. Orbene, a prescindere dal fatto che questa affermazione sia vera o falsa, l’importante è vedere cosa essa determina nella mente di chi l’ascolta e quali comportamenti determina in quegli ascoltatori.

S’io fossi foco … “cantava Pietro l’Aretino. Ora io sono genovese, ma ‘l mi’ babbo e gli era di Montalcino, ovvia! E ‘s’io fossi Mattarella sai che bello scherzo gli farei? Con il nuovo premier incaricato approverei una lista di ministri uguale alla prima tranne uno … vorrei vedere allora …

Infatti chi ha fatto quella affermazione sa benissimo che essa è un falso politico-istituzionale, tuttavia la fa perchè lungi dal temere gli svantaggi di una documentata smentita, al contrario valuta positivamente i maggior vantaggi delle reazioni a lui favorevoli che gli deriverebbero da parte di ascoltatori superficiali di quell’affermazione.

In altre parole: mentre alcuni si danno da fare per dimostrare la falsità di quell’affermazione, altri cavalcano le conseguenze che comunque quell’affermazione, ancorchè dimostrabile e dimostrata come falsa, può produrre a proprio vantaggio.

In ulteriori altre parole mentre alcuni ricercano la verità come “fine”, altri utilizzano una non-verità come “strumento” per ottenere efficacemente il maggior consenso popolare possibile. Ed allora anche gli “alcuni” di cui sopra devono prendere le mosse dalla Verità-Strumento per poi essere efficaci nelle conseguenze e non più cercare di essere efficaci per dimostrare una Verità-Fine.

In sintesi: si deve ribaltare il rapporto logico Efficacia-“Verità come fine” e farlo diventare il rapporto “Verità come strumento”- Efficacia.

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IN BICICLETTA FRA L’ADIGE E IL MINCIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2018 @ 6:23 am

Detto altrimenti: FIAB racconta … (post 3203)

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dav.

FIAB, Federazione Italiana Amici della Bicicletta o … Alpini in Bicicletta? Mah … forse entrambi i significati! Infatti – memori della recente adunata alpina a Trento – una penna nera assicurata al casco ed il gioco è fatto! FIAB, non solo uscite fuori porta ma soprattutto sensibilità e impegno per una mobilità sostenibile, a cominciare dalle città.

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davE ieri? Ieri una pedalata un po’ più che fuori porta ma senza esagerare, anche perché – fra i capricci del tempo e i tanti impegni di ognuno – i km nelle gambe non sono ancora molti: da un nostro studio risulta che vanno dai 500 ai 900 già percorsi. Ma ecco l’uscita: Poco a sud di Verona, in bicicletta lungo un inedito e per noi insolito percorso: Peschiera, Valeggio sul Mincio, Villafranca, Parco di Pontoncello di Zevio. 50 km in gran parte “nuovi” secondo un itinerario “costruito” dalla diponibilità del nostro Presidente Guglielmo e del collega socio Edoardo i quali in precedenza, in una fredda giornata di questa primavera ballerina, si sono fatti carico di un lungo sopralluogo. Eravamo in 25: molti “vecchi”, qualche “nuovo” fiabbino. Amicizia? Subito fatta! This is Fiab too, Fiab è anche questo: aprirsi all’Altro, essere disponibili per l’Altro anche quando … gli si rompa la catena della bici ed alcuni di noi, novelli meccanici, riparano il guasto! Percorso “minore” se così si può definire, sia per la lunghezza, soia per la sua “trasversalità” fra due direttrici molto più note, famose e frequentate.

Un’amica a pedali esclama: “Che bello! Sembra un quadro di Monet!”. Un complimento alla natura o all’arte o ad entrambi.

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MonetTuttavia “percorso regalo” nel senso che ha dimostrato ancora una volta che nel nostro Bel Paese la Bellezza è … “in agguato” dietro l’angolo, basta avere fiducia e soprattutto occhi per “vederla” e non solo “guardarla”. In particolare io sono stato colpito da un … quadro di Monet, “Papaveri”: un quadro vero, dal vero … nel senso che abbiamo costeggiato immensi campi rossi, ondeggianti al vento, una Bellezza effimera se vogliamo (quanto dura la vita di un papavero?), ma viva, evocante. Ecco, questo il mio contributo alla memoria della nostra uscita, breve, “minore”, insolita e proprio per questo ancor più “preziosa e arricchente. Grazie Guglielmo, grazie Edoardo, grazie Fiab!

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PARCUMARELLS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2018 @ 12:42 pm

Detto altrimenti: Umarells al parco   (post 3102)

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Bologna. Dicesi “umarell” il pensionato che verifica e critica i lavori stradali; che controlla se un condomino ha parcheggiato male; che è in anticipo di mezz’ora in attesa dell’apertura dei supermercati, etc. Io, per esempio, sono uno skiumarell, nel senso che quando vado a sciare, mi presento al tornello della cabinovia mezz’ora prima dell’orario di apertura. Insomma: hanno scritto libri su di noi umarells, andate a vedere in internet!

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Oggi ero in trasferta da Trento a Bologna e portando a spasso la mia nipotina (nonnumarell), ho scoperto alcuni umarells in azione: i Parcumarells! Infatti, poiché le panchine comunali sono dislocate ad una eccessiva distanza una dall’altra, non è possibile fare salotto (salottumarell) in più di quattro umarell alla volta. Ed ecco che i Parcumarells si sono attivati ed hanno trovato la soluzione.

Bravi Parcumarells!

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UN MINISTRO 82NNE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2018 @ 6:37 am

Detto altrimenti: braccio di ferro? No, rispetto di ruoli diversi     (post 3201)

Il “braccio di ferro”, una prova di forza fra due persone in posizione di parità di ruolo, funzione, posizione.

imagesPer contro, non si può parlare di “braccio di ferro” quando

  • un maestro riprende un alunno riottoso
  • un associato esige da un collega il rispetto dello Statuto della comune associazione
  • un carabiniere lotta per immobilizzare un delinquente
  • Il Presidente della Repubblica non accetta la proposta politica di legittimare un ministro troppo avanti con l’età, per di più contrario alla politica europea alla quale l’Italia è vincolata da trattati internazionali.

P.S.: con il massimo rispetto per l’età, del resto  io stesso 74enne … ma non venite a parlarci del  nuovo che avanza, del cambiamento: almeno non offendete la nostra intelligenza!

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DEMOCRAZIA E FAKE NEWS: L’UTILITA’ DEL VERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Maggio, 2018 @ 8:39 pm

Detto altrimenti: vero o falso? Ma non è un gioco ad indovinelli …. (post 3200) 

Quando io faccio un’affermazione, non descrivo solo qualcosa di vero o falso, ma soprattutto in ogni caso induco in chi mi ascolta una riflessione e quindi un comportamento.

images (1)

                                  Pausa pranzo

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Nel caso di affermazioni false del tipo: “Tu sei disoccupato per colpa degli immigrati” o “Nemmeno un euro agli immigrati prima che siano sistemati tutti gli Italiani” (1), induco nell’interlocutore comportamenti che possono arrivare al delitto: il disoccupato esce per strada e spara alla gente di colore o più semplicemente dà il proprio voto a chi ha fatto quella affermazione.

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Come reagire a questa degenerazione della logica comportamentale? Attraverso l’ inversione dei due termini “Efficacia” e “Verità”. Mi spiego: occorre passare dall’essere efficaci per arrivare alla dimostrazione della Verità (Verità come fine), all’utilizzo della Verità come strumento per arrivare all’efficacia delle azioni nostre e altrui (Verità come mezzo, come strumento).

 (1) Nessuno poi fa caso se tutti gli Italiani sono sistemati e/o se – prima o dopo – siano stati dati denari agli immigrati: nel frattempo però sono maturati i comportamenti conseguenti a quel tipo di affermazioni.

 

 

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