MUSICA IN SOSAT

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Giugno, 2018 @ 6:01 am

Detto altrimenti: chi musica incomincia è a metà dell’opera … (post 3239)

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Un ottimo modo di iniziare l’estate: in Musica! Cristina Endrizzi, già cantante lirica, pianista sempre. Dieci anni fa fonda l’ Accademia delle Muse e ospita a casa sua 80 riunioni per 160 eventi culturali. Dell’Accademia vengono invitati a far parte anche amici della FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta; della SOSAT; dell’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda e della FVR- Fraglia Vela Riva: viribus unitis, quindi, provenienti da “origini” diverse ci ritroviamo accomunati dalla Musica. In particolare ieri, accomunati per iniziativa della SOSAT, grazie ad un’idea di Tino Sangiorgi, che ha proposto questo (ormai terzo!)  concerto inter-Associazioni.

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Siamo nella splendida sala della sede della SOSAT. Sotto le nostre finestre musiche e balli in occasione delle Feste Vigilane e noi … anche noi diamo un contributo a questa ricorrenza con il Concerto dell’Amicizia: Cristina Endrizzi al pianoforte, Giovanna Laudadio mezzo soprano, Sergio Runchel basso.

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Il programma di sala: Rimskj-Korsakov, “Canto indù per solo pianoforte”;  W. A. Mozart, “Ave verum”; Pisiello, “Nel cor più non mi sento”;  Shostakocich, “Valzer per pianoforte solo”;  Lehar, “Fox trot delle gigolettes”; Denza, “Occhi di fata”;  Canzoni napoletane, per solo pianoforte; Sieczynski, “Vienna, Vienna!” W.A. Mozart, “Madamina il catalogo è questo”;  G. Verdi, Variazione su arie della Traviata, per solo pianoforte; Gibb, “Woman in love”; De Curtis, “Non ti scordar di me”; A grande richiesta: bis, Marchetti, “Fascination”.

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Quella di Cristina è stata una scelta “eclettica” (e com’altrimenti, se no?) di brani alcuni molto noti, altri meno, tutti leggeri, accattivanti: arie rinfrescanti la calura estiva. Applausi, fiori alle Signore e brindisi finale per tutti. Termino questo mio breve post come l’ho iniziato: esaltando il concetto di “fare rete”, in questo caso rete di associazioni, rete di condivisioni della stessa passione: la Musica, ma soprattutto rete di Amicizia. E ce n’è proprio bisogno di Amicizia in questo mondo un po’ impazzito.

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Al momento del commiato, un invito: a ripetere il concerto presso la Sede della Fraglia Vela Riva a Riva del Garda, dove peraltro Cristina si è esibita già due volte. Viribus unitis, dicevo …. Buone Feste Vigiliane, Buona Musica e soprattutto Buona Amicizia a tutte e a tutti!

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SOLIDARIETA’ ANCHE IN ESTATE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Giugno, 2018 @ 6:05 am

Detto altrimenti: non li dimentichiamo …   (post 3238)

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downloadScrivo ad amici ciclisti, li invito in Trentino a pedalare insieme. “Grazie – mi dicono – ma stiamo caricando un container per le isole Salomon … sai, assistiamo una missione …”. Questa frase mi suona come un rimprovero. Oggi è il 21 giugno, inizia l’estate ma “quale” estate? Non certo una uguale per tutti. Molto diversa per i bambini in gabbia negli USA; diversa per i Rom che taluno vuole censire come fece l’imperatore romano quando nacque Gesù; diversa per chi lavora nei “campi pacchia”, 12 ore per 20-30 euro e poi “si rilassa” in comodi camping di lamiera e cartone; diversa per i minori non accompagnati che sbarcano sulle nostre coste; diversa per un padre di famiglia “nostro” che ha perso o sta perdendo il lavoro; diversa per un giovane “nostro” che non trova lavoro; etc.

Concordo: non è giusto che l’UE scarichi su di noi tutto il peso dell’immigrazione. Ma ci sono modi e modi per farla ragionare. Ad esempio, detraendo dalle somme dovute dall’Italia all’UE il costo sopportato per l’accoglienza e il mantenimento degli immigrati.

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Dice: fermiamoli a casa loro, aiutiamoli a casa loro … Eh già, belle parole, ma noi occidentali nei secoli abbiamo seminato vento e ora raccogliamo tempesta. Prima abbiamo colonizzato (leggi: “sfruttato”) il sud del mondo (si legga il libro a fianco). Poi gli abbiamo “regalato” democrazie di facciata. Ora continuiamo a sfruttarlo con le multinazionali. Da oriente poi arriva la Cina che sta comperando il terreno del mondo (in Africa e in Sud America) dove però ci sono già gli Olandesi che coltivano rose pagando i neri con 70 dollari al mese che così il business è conveniente che ci rientra anche il trasporto in aereo dei fiori freschi in giro per il mondo … volete mettere?

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La Cina? 150 anni fa noi europei le abbiamo fatto ben due guerre (le guerre dell’oppio) perché si era rifiutata (senti senti … ma come si è permessa?) di importare l’oppio che la PA-Perfida Albione (leggi: GB) faceva coltivare dai suoi coolies (leggi: schiavi) nella sua colonia India. La Cina che solo 50 anni fa era un paese povero, ed ora ci sta comperando tutto.

WP_20170506_004La terra, venduta alle multinazionali dagli Stati poveri. Deforestazione della foresta amazonica, svendita dei terreni in Etiopia. Etiopia? Rileggete il mio post “Un’etiope in Trentino”, il post n. 2716 del 4 maggio 2017: vedrete come una donna etiope, Agitu Ideo Gudeta sia dovuta fuggire dal suo paese per evitare l’arresto in quanto “colpevole” di cercare di persuadere i contadini a non vendere il terreno alle multinazionali … e che ora ha impiantato una piccola azienda pastorizia-casearia in Valle dei Mocheni.

downloadLa terra, dicevo, E anche il ghiaccio e quindi  l’acqua. Oggi ne abbiamo molta anche se non è per tutti. Pensate un po’ che la più grande multinazionale mondiale dell’alluminio con le navi porta fino in Islanda il materiale estratto nelle miniere in giro per il mondo, perché in Islanda ha costruito la più grande fonderia del mondo, alimentata da energia idroelettrica a bassissimo costo, energia generata dagli enormi flussi di acqua che derivano dalla fusione dei ghiacciai. Una pacchia! Una pacchia che durerà al massimo qualche decina di anni. Poi no ghiaccio, no acqua; no acqua, no energia. Ed allora? Allora cosa faranno le popolazioni locali che nel frattempo hanno disimparato a fare i pescatori e gli allevatori?

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       Le strisce! Regaliamole le strisce!

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Io credo fermamente nella assoluta necessità di dare vita agli Stati Uniti d’Europa per avviare un discorso culturale e morale con il resto del mondo in favore di tutta l’umanità. Solidarietà anche in estate, dicevo. Ma verso chi? Ma verso noi stessi, dove quel “noi” comprende tutta la (unica) razza umana per evitare di ritrovarci in un mondo da “day after” che non potrebbe più sopravvivere come accadeva una volta  “grazie” a guerre riequilibratrici, visto che con le migliaia di bombe atomiche che sarebbero fatte esplodere distruggeremmo il pianeta. E’ questo che vogliamo?

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VIAGGIO IN … BICICLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Giugno, 2018 @ 7:19 pm

Detto altrimenti: questa volta per necessità … (post 3237)

Dovevo portale la mia e-mtb da Trento a Riva del Garda. Un problema all’impianto elettrico del portabici e allora? Allora si lascia l’auto e il portabici all’elettrauto e si va a Riva in bicicletta. Niente di speciale, per carità, anche perché si tratta di un percorso abituale che per di più questa volta sono stato “costretto” a fare con la mtb a pedalata assistita, insomma, troppo facile, come rubare in chiesa! E allora mi sono gustato questo regalo: nessuna fatica, nessuna urgenza, nessun limite di tempo, nessun problema di orario. Sono solo, pedalo in scioltezza, spesso senza alcun aiuto elettrico.

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        Oh fons Leni splendidior vitro …

Una prima sosta alla fontanella di Borgo Sacco, prime chiacchere con un collega ciclista. Riparto, supero ilo ponte delle Zigherane (foto) sfilo lungo la riva sinistra Leno, supero il ponte di ferro di Mori e nella successiva discesina un sobbalzo. Controllo lo zainetto assicurato al portapacchi, tutto regolare. Due km dopo mi fermo per bere ma … la mia borraccia è sparita! Dietrofront e la ritrovo sul posto del sobbalzo: evviva! Proseguo. Un gruppo di tedeschi fermo sul bordo: “Probleme?” Chiedo. Nein danke. Sosta pranzo al bicigrill di Loppio: una fetta di strudel, una macedonia di frutta, coca cola e caffè. Arrivano i miei “amici” tedeschi: birrazze da mezzo litro, mogli comprese! Supero il lago di Loppio e mi trovo di fronte il disboscamento necessario all’avvio del traforo stradale che taglierà via il Passo S. Giovanni. Provo un po’ di disorientamento nel vedere tutto quello sconquasso, ma si sa … il progresso …

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Dopo il passo prendo le strade poderali a sinistra e scavalcato un piccolo contrafforte plano sulle Busatte di Torbole e quindi su Torbole.

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Indi, per la litoranea (attenzione; tratti di ciclabile con bici alla mano!) a Riva del Garda.

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            B & B, Bici e Barca

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Un saluto alla mia barca Il mini tour è finito. 55 km in 3 ore e mezzo, (molte) soste comprese anche per foto. Consumo elettrico: 40% del totale della batteria da 400 W.

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Appena l’auto sarà riparata, salirò a Trento a riprenderla. In bici  naturalmente e con l’ Ora del Garda in poppa!

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ACHTUNG NAZI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Giugno, 2018 @ 6:25 am

 

Detto altrimenti: fermiamoli!       (post 3236)

 

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  • USA: i bambini illegalmente immigrati insieme ai genitori dal Messico vengono  separati da papà e mamma e chiusi in gabbie.
  • Qui da noi: schedatura di una “razza” (uso le virgolette perché di razze ve ne è una sola, quella umana)

 

Chi fa certe affermazioni o mette in atto certe azioni non si preoccupa che siano vere/buone o false/cattive, bensì solo di che tipo di reazione esse generano in chi le ascolta/vede, e purtroppo queste “forze del male” possono contare sull’approvazione dell’ignoranza diffusa. Sta quindi a chi non-ignora la storia, la morale, le regole della civile convivenza e per alcuni anche quelle della nostra Fede opporsi a queste degenerazioni. Fino a qui la pars destruens.

Pars costruens: a mio sommesso avviso i veri problemi qui da noi non sono gli immigrati e i rom, bensì la mancanza di lavoro; le mafie; la corruzione; la burocrazia asfissiante; l’evasione fiscale; l’esistenza di privilegi medievali; la crescente diffusa povertà; la mancanza di un futuro per i giovani; l’invecchiamento della popolazione; l’incapacità di vendere al mondo il Museo a cielo aperto che si chiama Italia; la fuga dei giovani cervelli; la svendita del nostro made in Italy di qualità all’estero; il non contribuire abbastanza alla creazione degli Stati uniti d’Europa; l’ipocrisia di chi combatte la religione altrui per difendere la propria che però egli stesso non pratica.

La mia è sicuramente una semplice, piccola goccia nell’oceano dei pensieri dell’umanità: ma se ognuno di noi mette la sua … gutta cavat lapidem!

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VALTELLINA E VALCHIAVENNA A PEDALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Giugno, 2018 @ 9:40 am

 

Detto altrimenti: con la FIAB!                       (pot 3235)

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La “guida” Mariangela e il Presidente FIAB Trento Guglielmo Duman

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La bici unisce e la FIAB anche. Genitori Valtellinesi (Mariangela e Lorenzo), un figlio negli USA; un altro che lavorava a Rovereto, tutti (molto) sportivi (anche) a pedali. Il figlio ”roveretano” informa i suoi di Fiab Trento, loro vengono ad una nostra gita, si iscrivono a Fiab Trento, si propongono come guide “locali” per una trasferta trentina in Valtellina: Bormio – Tirano – Colico – Chiavenna: 150 km in tre giorni. Il piano della gita lo trovate nel sito di Fiab Trento alla voce “Archivio degli eventi”. Tre giorni di sole pieno incastonati fra mesi di piogge anche bigiornaliere!

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Dietro la FIAB ci sono i Fiabbini, associati e membri del direttivo: un grande lavoro di organizzazione, gestione, informazione, comunicazione, studio, passione, impegno, condivisione, rapporti umani e tanta, tanta mobilità urbana vivibile e sostenibile: a pedali, ovviamente!

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Mariangela e Lorenzo abitano a Poggiridenti: una toponomastica su misura per loro due!

Mariangela e Lorenzo. Due Persone splendide, genuine, cortesi, gentili … che altro dire? Due giovanissimi e giovanilissimi nonni di due splendide nipotine. Nonni? Si, ma quando non sono frenati da gruppi come il nostro, sono nonni da 140 km al giorno a pedali, scusate se è poco! Fra l’altro hanno ospitato in casa loro due di noi, sovrannumerari rispetto alla capienza alberghiera. Grazie, amici! Vi aspettiamo ospiti nostri in Trentino e a Riva del Garda!

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32 Trentini in pullman da Trento al Tonale-Aprica etc. (percorso sconsigliabile per la strettezza delle strade): quasi 5 ore soste comprese. Da Bormio in bici, discesona fantastica, velocissima lungo una valle che potrebbe essere del … Caucaso tanto è “nature”! (Ho anche una foto con la strada accanto, a sinistra, ma volete mettere questa che pare di essere dove … dove siete liberi di immaginare!).

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Prima sosta significativa: vista guidata da Don Giampiero Franzi all’Abbazia della Madonna di Tirano, ai piedi della salita al passo Bernina. Siamo quindi saliti (in pullman) a Teglio (851 m) per la cena a base di una serie di piatti di Pizzoccheri e il primo pernottamento.

Secondo giorno: dal fondo valle a Colico, sul lago di Como, la tappa più lunga (70 km) dell’uscita. Pernottamento a Nuova Olonia.

Terzo giorno: Da Nuova Olonia, salita dolce e continua fino a Chiavenna, con visita della città, pranzo e fine del tour. Si riparte via Bergamo-Verona.

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L’Adda, ben prima dell’Adda manzoniano! (La pista ciclabile corre sulla destra)

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Di particolare bellezza oltre alla la discesa da Bormio, la pista che costeggia l’Adda prima di Colico. Colico? E’ così bella quella riviera che … sembra la nostra riviera dell’Altogarda Trentino! Anche Chiavenna è stata molto interessante, con i suoi crotti, cantine naturali con l’aria naturalmente condizionata dal sover, venticello autoctono e autonomo.

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                    Bed &  Breakfast!

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A Chiavenna, visita alla Chiesa Collegiata e al Palazzo Salis, ora (anche) Bed & Breakfast, accolti dalla gentilissima proprietaria. Il palazzo edificato dalla famiglia svizzera dei Salis, divenne italiano e“in Italia” dal 1815. Gli attuali proprietari hanno il grande merito di conservare e manutenzionare per i nostri occhi, la nostra cultura, la nostra storia un prezioso edificio museo di arte! Grazie amici, grazie per il regalo che ci avete fatto nel consentirci di visitare il palazzo!

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Qualche nota tecnica

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         Chiesa Collegiata a Chiavenna: il chiostro

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Percorso quasi interamente in discesa, salvo i brevi saliscendi fino a Colico e la salitella per Chiavenna. Quasi tutto asfalto, la pista è segnalata in modo non del tutto uniforme per cui senza le nostre guide locali avremmo perso un po’ di tempo ad orientarci. Si è quasi sempre accompagnati dall’ acqua del fiume Adda e dai contorni delle montagne verso la Svizzera.

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           “Quel ramo del Lago di Como …”

L’organizzazione del viaggio è stata complessa: individuare i percorsi, le soste, gli hotel, i punti caratteristici da visitare, le alternative in caso di brutto tempo.

Velocità: il gruppo dei 32 +2 guide era in parte “motorizzato” (e-bike) e in parte con bici normali, quindi taluno ha dovuto frenare un po’ la propria andatura, altri accelerarla.

Le salitelle: senza aiuto elettrico ci sono due modi per affrontarle: scalare di marcia ben prima e “scalarle” con pedalata lenta, continua ed efficace. Oppure prendere la rincorsa e con un cambio più veloce e duro sperando di riuscire a superarla d’impeto. Ciò comporta già un possibile disturbo reciproco fra le due diverse categorie di pedalatori. Gli “elettrici” poi dovrebbero attendere che siano passati tutti i non-elettrici, oppure precederli in gruppo.

Il vento: quasi sempre contrario per cui a maggior ragione occorre procedere incolonnati in fila indiana.

Psicologia dei pedalatori italiani in colonna

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                               Colico!   

Siamo come al volante dell’auto: chi ci precede? Da superarsi al più presto! Ho fatto un esperimento: io sono il “portabandiera” del gruppo visto che ho assicurato alla mia bici una sottile asta con tanto di vessillo FIAB. Mi sono messo in seconda posizione, subito dietro la nostra guida. Nello spazio di cinque minuti mi sono ritrovato nelle ultime posizioni della fila perché uno ad uno i miei amici si venivano a frapporsi fra me e la guida. Ciò anche perché io di solito lascio un certo intervallo (5-7 metri) fra me e chi mi precede (distanza di sicurezza) per aver il tempo di eventualmente frenare o di scansare eventuali buche: orbene, per chi mi segue quello spazio è un invito a riempirlo alla svelta! Come in automobile, dicevo … Nelle soste poi sarebbe necessario non ammucchiarsi  sulla testa della corsa, bensì mantenere il proprio posto nella fila. Ma tant’è …

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Verso il castello  di S. Faustino  a destra il maggior museo a cielo aperto di rupe incisa in epoca preistorica

Dimenticavo: altra posizione psicologicamente ricercata e gradita è l’ultima in coda al gruppo, quella della cosiddetta “scopa” per aspettare ed aiutare i ritardatari. E’ un ruolo importante e di responsasabilità, che costringe chi lo occupa a pedalare “ad elastico” per ricongiungersi al gruppo, il che comporta un maggiore dispendio di energie.

Incidenti: nn – Inconvenienti: rottura di un freno senza danni alle persone o cose, subito riparato.

Conclusioni

La gita è da rifare, forti di questa prima esperienza, per arricchirla di altre soste culturali. Certo che tre giorni di sole pieno non sarà facile riaverli!

Ringraziamenti

Grazie Mariangela, Grazie Lorenzo, Grazie Fiab Trento!

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AQUARIUS 3

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Giugno, 2018 @ 6:45 am

 

Detto altrimenti: politica istantanea, di poca memoria     (post 3234)

(Vedere qui in calce in rosso  aggiornamenti sulla navigazione di Aquarius)

Un anno fa la Francia chiudeva i suoi porti alle navi-immigrati. Da anni blocca i migranti a Ventimiglia e al Colle della Scala. Mesi fa arresta una sua guida alpina francese che aiutava una immigrata partoriente al Passo del Monginevro.

imagesOggi Macron accusa l’Italia di cinismo, di essere senza cuore etc. per un atto (a mio avviso illegittimo): la chiusura dei porti alle navi di soccorso agli immigrati. Ora, se queste brevi e semplici considerazioni le formulo io che sono solo un umile blogger, figuriamoci se non sono state frutto di una preventiva valutazione da parte di Parigi, che non può non avere valutato che la politica che stava criticando era stata anche la propria politica.

La Spagna “apre” e il suo neo premier guadagna consenso. La Germania sta con Salvini perché più aprono Spagna e Francia, meno pressione c’è sulla Germania.

Il Vicepremier Di Maio “tiene per se’ “ le comunicazioni? Ma una volta non era il premier che attribuiva ad altri  o “teneva per se’ “  le deleghe?  Pronto? C’è il Premier Conte? No, mi dispiace, non c’è … non è  in ufficio … provi a casa … “Sulla stampa locale del 14 giugno: Salvini a tutto campo: flat tax, IVA, Legge Fornero, accise, IMU su negozi sfitti, sburocratizzazione, etc.. Ma … il premier dov’è?

Se ne deduce che la politica è una instant-policy, una politica dell’istante, nel senso che sa di poter contare sulla memoria corta dell’elettorato, sul fuoco d’artificio del momento. Pertanto se ne deduce che l’evento in questione (chiusura dei porti; protesta della Francia) ha portato consenso elettorale ad entrambi i personaggi, ognuno a casa propria.

Una frase  mi ha shoccato: “Macron, se hai cuore io ti mando i 9000 migranti che eri impegnato ad accogliere”. Migranti come oggetti che si spostano a piacere, come i “pezzi” (Stueke) di tristissima memoria dei lager tedeschi.

Sta nascendo un nuovo diritto: a fianco di quello scritto nei codici (ad esempio italiani o europei) e di quello consistente nella raccolta delle sentenze (GB e USA): il DFC-Diritto dei Fatti Compiuti.

La politica della forza: siamo sicuri di essere abbastanza forti per praticarla?  Perché se invece siamo complessivamente deboli, dobbiamo ricordare che – di fronte ad una contropartita forte – se abbiamo torto possiamo essere perdonati, ma se abbiamo ragione sono cavoli nostri.

Ci sono sedi e modi diversi e deputati, nei quali poter far valere le nostre ragioni con fermezza ed autorevolezza (chi ce l’ha) : a me viene in mente il discorso di Alcide De Gasperi agli alleati, a Parigi. Lui, rappresentante dei vinti, seppe parlare con equilibrio, fermezza, autorevolezza e dignità ed ottenere ciò che serviva al paese. Ma erano altre persone ed altri tempi mi si dirà …

Aggiornamenti del 13 giugno 2018

  • Salvini dice che in mancanza di scuse formali, Conte farà bene a non andare al vertice con Macron
  • Conte non dice nulla
  • La Francia non si scusa e conferma l’incontro
  • Conte non dice nulla
  • La Farnesina convoca l’ambasciatore francese a Roma
  • L’ambasciatore francese non ci va e manda l’addetta commerciale
  • Macron e Salvini insistono: è guerra diplomatica
  • Conte non dice nulla …

… evidentemente Conte è un appassionato di Iacopo Badoer (1602 – 1654), librettista e poeta italiano, celebre per il famoso verso  Un bel tacer mai scritto fu  tratto da “Il ritorno d’Ulisse”.

Aggiornamento del 14 giugno 2018 (Nautical Almanac – AIS)

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Canale di Sardegna: fra la Sicilia e la Sardegna

Canale di Sardegna: posizione della nave Aquarius, circa 80 miglia (140 km) a ovest di Marsala; rotta della nave verso ovest per 310° – Vento da ovest da 270° quasi in prua; velocità del vento reale da 11 a 16 nodi – 20-30 kmh: forza 4 della scala del vento “Beaufort”); mare molto mosso: ex “Scala Douglas”,  altezza media delle onde più alte 1,25 -  2,5 metri; velocità della nave  8,1 nodi (15 kmh, velocità non elevata, pari a quella di una buona barca a vela da altura in assenza di onde); vento (vento “apparente” =  vento “reale” +  il vento “relativo” generato dal moto della nave)  percepito in coperta: 25 nodi pari a circa 45 kmh. In queste condizioni la nave consuma molto carburante, beccheggia e rolla molto: è difficile rifornirla di cibo, acqua e carburante. Molte fra le centinaia di persona e bordo probabilmente soffrono il  mal di mare. E’ difficile stare in piedi. In coperta non si può stare a causa del vento, delle onde e del freddo (fonte dati vento e mare: Consorzio Lamma).

Da bordo (Alessandro Porro) si apprende: “Vento a 25 nodi, pioggia. Velocità nave: 10 nodi. Previsioni meteo: in peggioramento con onde di 4 metri in arrivo.”

Mare di Sardegna (Nautical Almanac – AIS) . Ore 12,00: Aquarius procede con prora 313° a 10,4 nodi, ormai  a circa 40 miglia ad est della Sardegna, ridossato per ripararsi da onde e vento: sottocosta le onde  sono molto più piccole e consentono l’affiancamento della nave per rifornirla di viveri,etc.

Ore 14,30:  Aquarius procede sottocosta avendo la costa sarda a sinistra, prora 358°, velocità 8,8 nodi (ha ridotto la velocità per risparmiare carburante). Poco più a nord Aquarius può trovare ancoraggio al Porto di Olbia dove potrà arrivare alla 00,00 di domani venerdì 15 giugno: a Olbia, se la nave si trova in avaria o emergenza (viveri, malati a bordo, carburante) non le può essere negato l’attracco o quanto meno l’ancoraggio in baia. Prima di attraversare le Bocche di Bonifacio deve aspettare che il vento sia calato: non è raro che questo vento duri tre gg filati e poi cali. Attualmente Aquarius naviga con vento forza 2 e mare quasi calmo. Sul versante opposto dell’isola: vento forza 6, onde di 5 metri.

Ore 16,30: Aquarius è al traverso di Cala Gonone. Ha corretto la prora in 1° est (cioè verso destra) per seguire l’andamento della costa di Orosei che si allunga sul mare.

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Da Whisper nelle BocchePurtroppo io domani mattina alla 05,00 parto in bicicletta per una tre gg FIAB in Valtellina e non mi posso portare il computer al seguito. Mi dispiace perdere l’attraversamento delle Bocche di Bonifacio, acque che io ho navigato più volte in solitaria con il mio FUN a vela (7 metri, 2,8 Tons di stazza; dislocamento (peso) 1 ton) con vento di 25-30  nodi in prua (v. foto)  e 40 nodi  (mistral) al traverso (non ho avuto tempo di fare foto!). Ma soprattutto sono ansioso nel vedere se e come la nave viene doverosamente assistita e rifornita e da chi.

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downloadLa Corsica si era dichiarata disponibile a fare attraccare la nave, ma ad est l’isola non ha porti se non a nord (Bastia, troppo fuori rotta) e tutta la costa ovest è molto esposta all’attuale mistralata. Io non ci andrei. Passate le Bocche, la rotta per Valencia potrebbe essere di circa 240°, un SW (dico “circa” perché non ho le carte nautiche e i portolani sottomano). In caso di mistral, Aquarius lo avrebbe al traverso, il che farebbe rollare moltissimo la nave aumentando il rischio di imbarcare acqua. A due terzi del percorso in caso di necessità potrebbe ridossarsi a sud dell’arcipelago di Palma di Maiorca.

Ore 05,20 del 15 giugno: Aquarius ha passato le Bocche di Bonifacio, prora 279°. Dovrà poggiare a sinistra per rotta 240° circa. Avrà al traverso (da destra) vento forza 5 e onde superiori a 3 metri, come da me previsto ieri sera.

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AQUARIUS 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Giugno, 2018 @ 4:42 pm

Detto altrimenti: giustizia (internazionale) fai da te       (post 3233)

Immigrati: concordo nel condannare che l’UE ci abbia lasciato soli, tuttavia nella gestione dell’ Aquarius affair denuncio alcuni aspetti:

  1. la decisione di chiudere i porti italiani non è stata del premier ma di uno dei suoi vice;
  2. la decisione rappresenta un caso di giustizia fai da te, oltre le leggi italiane e internazionali;
  3. la decisione assunta determina in molti un atteggiamento antilegalitario: “Bene, era ora, evviva l’uomo forte” (in passato abbiamo già avuto un capo politico a capo del governo, …un uomo forte … e non ci è andata molto bene …);
  4. da un lato (Spagna: evidenzia possibili rischi penali) il capo di un governo e il Presidente della Repubblica (Francia). Da parte nostra un vicepremier-ministro. Dov’è il nostro premier? Chi è il premier?
  5. La decisione ci fa tacciare di essere “vomitevoli, irresponsabili, cinici” anche da chi (Francia) un anno fa aveva chiuso i propri port;  ha bloccato i migranti sulla scogliera di Ventimiglia e al Colle della Scala; ha arrestato un cittadino francese che Colle del Monginevro aveva aiutato una immigrata partoriente che stava cercando aiuto;
  6. forse salta il previsto incontro Macron-Conte

Non è poco

P.S.: si tratta di dividere i piani della valutazione: l’eclatanza dei respingimenti terrestri francesi è inferiore a quella dei nostri “marittimi”, e la Francia se ne approfitta. Tuttavia noi siamo scesi su un piano  criticabile e criticato sotto il profilo umanitario,  legale, costituzionale e internazionale.

 

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FOTOBOLOGNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Giugno, 2018 @ 11:27 am

Detto altrimenti: scatti al volo, in zona semicentrale …       (post 3232)

Foto a raffronto, una con l’altra, a coppie, a Bologna (ma potrebbe trattarsi di qualunque altra città).

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Una piccola strada trasversale ad una grande arteria: getto lo sguardo e la vedo delimitata da due palazzi che di fronteggiano. A sinistra, uno è bello, ben intonacato …

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… l’altro, sulla destra, quattro metri di fronte, no.

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Entro in un ufficio e alla parete vedo un Van Gogh (riproduzione).

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Uscendo da qual portone, di fronte, una piccola casetta abbandonata. Rientro e fotografo il quadro (riproduzione) di cui sopra.

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Che vi dicevo? Ah, si … ricordo: “Fotobologna”. Ma anche “Forocontrasti” o “Fotoidee” non vi pare?

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FISCO E ONERE DELLA PROVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Giugno, 2018 @ 7:47 am

Detto altrimenti: da un errore all’altro       (post 3231)

  • Tizio reclama denari da Caio. Tizio ha l’onere di provare la propria richiesta.
  • Lo Stato reclama imposte da Sempronio. L’onere della prova di non doverle è in capo a Sempronio. Ecco, questa è l’inversione dell’onere della prova. Ciò ha comportato che un semplice funzionario delle imposte venga a dirvi che la vostra azienda ha evaso 3.000.000 salvo poi accettare di arrivare ad un concordato per 300.000  anche rateizzati. Intanto lui “fa statistica” e si guadagna il premio di produzione.

In Italia c’è un alto tasso di evasione fiscale. Nonostante ciò, taluno dice: “Siete tutti onesti: è lo Stato che deve dimostrare che avete evaso il fisco”. Con ciò, a mio sommesso avviso si cade da un errore all’altro, da Scilla in Cariddi, dalla padella nella brace se preferite!

Cosa mi permetto di suggerire?

  • Che si lasci l’attuale inversione dell’onere della prova, visto che In Italia c’è un alto tasso di evasione fiscale.
  • Che si cancelli la prassi di concordare per 30 milioni il debito fiscale di un motociclista che ne deve 100.
  • Che si sanzioni il funzionario che denuncia strumentalmente per 3.000.000 per poi arrivare a concordare per 300.000 (rateizzati, of course!)

 Altrimenti … incidit in Scyllam cupiens vitare Charybdim o se volete meno latinorum e più dialetto trentino, l’è pezo ‘l tacon del bus.

Fine

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EUROPA, EUROPA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Giugno, 2018 @ 7:16 am

Detto altrimenti: si, certo, ma per favore un po’ più “manageriale”       (post 3230)

Nel momento in cui l’UE è stata allargata ai paesi dell’Est, non si è chiarito nero su bianco che le nostre regole “simul stabunt aut simul cadent”” e cioè che le regole valgono tutte, non sono utilizzabili alla carta, e che in caso di inosservanza di alcune di esse (accoglimento della redistribuzione degli immigrati) non si possono godere dei vantaggi di altre? Non si è chiarito che non si può attrarre la delocalizzazione delle nostre imprese sulla base di minori costi del lavoro?

Io sono (stato) un manager e come tale ragiono anche ora che sono in pensione. Questa sorta di “irresponsabilità” mi ricorda quella di certo capi-banca (banca, non banda, non è un errore del correttore automatico!) che invece di fare banca (raccogliere risparmio e investire su famiglie e imprese) hanno “fatto finanza” investendo in titoli che nel breve hanno prodotto utili (e rilevantissimi premi in busta paga per loro) ma che poi, nel medio termine, hanno portato le banche ad avere bisogno dell’aiuto dell’UE cioè degli stati cioè nostro cioè anche mio.

Fine

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