PACE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Settembre, 2018 @ 5:34 am

Detto altrimenti: “ Tutti i colori della Pace”   (post 3318)

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Mentre nel mondo spirano venti di guerra, un Comune del Trentino, Vallelaghi, a 100 anni dalla fine della prima guerra mondiale, dà vita alla XVI Edizione di una serie di eventi commemorativi, “Tutti i colori della Pace”. Responsabili dell’iniziativa gli Assessori alla cultura, Verena Depaoli e alle politiche giovanili, Patrizia Ruaben.

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btyIeri nella sede di Vezzano della Biblioteca Vallelaghi (le altre due sedi sono a Terlago e a Padergnone) ho avuto modo di assistere alla lettura di brevi storie per bimbi intorno ai sei anni, dal titolo “Nati per la pace”, letture presentate dalla bibliotecaria Sonia Spallino e lette da Valentina Lucatti e Carla Lenzi, due delle numerose volontarie che si prestano a diffondere  anche in Trentino il programma nazionale Nati per leggere. Cfr. https://www.cultura.trentino.it/Biblio/Nati-per-Leggere. Già, perché come una volta ha sottolineato uno scrittore molto conosciuto, Mauro Corona, la persona si forma molto, se non soprattutto, nei primi anni di vita.

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Brani per piccini, che prendono le mosse dall’esaltazione dal Dialogo, dall’ Amicizia, per arrivare alla Pace (le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso).

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Il dialogo … che poi non è certo quello fra il lupo e l’agnello della favola di Esopo: quella è una dichiarazione di guerra sulla base di un falso pretesto. Il pretesto, la politica di pretesti, quella che conduce alla guerra e non alla Pace. E di fronte alle ondate tzunami dei pretesti della odierna politica nazionale ed internazionale accampati da chi vive di guerre, ecco che in una piccola biblioteca di un piccolo paese montano si distillano gocce di Pace.

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Fra una lettura e l’altra, i bimbi hanno scelto da un piccolo mazzo un segnalibro che  riportava un motivo per leggere ad alta voce in famiglia.

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Dice … sono solo piccole gocce. Si, ma se ognuno di noi ne distilla anche solo alcune, alla fine esse saranno un fiume impetuoso. Ed allora, brave le organizzatrici, bravi i genitori che hanno condotto i loro bimbi ad assistere all’evento, bravi i bimbi che hanno ascoltato, attenti, le storie di Dialogo, Amicizia e Pace e … bravissime le lettrici che hanno scelto, trasportato (una valigiata pesantissima di libri per bimbi!) letto e rappresentato le molte Storie di Pace.

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E ricordiamoci che i Bambini sono nati per ….

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LA DIFESA DELLA RAZZA … ITALIANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Settembre, 2018 @ 1:06 pm

Detto altrimenti: ma che razza di persone siamo noi “taliani”?     (post 3317)

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Italiani brava gente? Talvolta si, ma talvolta no. No quando abbiamo applaudito chi aveva proposto e fatto promulgare le leggi razziali, 80 anni fa; no quando, ultimi colonialisti ma primi bombardatori, bombardavamo i villaggi dei neri in Africa con bombe incendiarie. Etc.

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downloadMussolini 80 anni fa al balcone, applaudito per la sua difesa della razza. “Fuori gli Ebrei!” Oggi c’è un altro “fuori”: “Fuori gli immigrati!“, fuori coloro che scappano dalle loro terre vittime di guerre, di sfruttamento, di schiavismo, delle multinazionali, della fame, della sete, della malattie, dell’ignoranza, dell’analfabetismo. Vittime di tutto quello che noi occidentali abbiamo lasciato loro in regalo quando abbiamo concesso a quei popoli la “libertà” (di farsi schiavizzare dalle bande militari di turno), riservandoci soltanto di continuare ad utilizzare (rectius, sfruttare) le loro ricchezze naturali, la loro manodopera locale a 50-70 dollari USA al mese per 12 ore di lavori forzati al giorno, per 30 giorni al mese, per 12 mesi all’anno. Il riposo? Il 29 febbraio, cribbio!

“Italiani!” Echeggiava il grido dal famoso balcone. “Prima gli Italiani!” Echeggia oggi alla TV un nuovo grido che – forse nostalgico degli 8 milioni di baionette – oggi  chiama a raccolta “60 milioni di Italiani”  (sic).

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Il mio prossimo post? Su un libro, anzi su un saggio di tale Eco dr. Umberto, “Il fascismo eterno”, La nave di Teseo Ed., prima edizione in Cinque scritti morali 1997; prima edizione La nave di Teseo 2018, €5,00. Si tratta di 44 paginette scritte molto larghe ma di enorme peso specifico. Si tratta dell’opera di Eco più venduta in assoluto, più del Nome della Rosa, recentemente citata dal giornalista Aldo Cazzullo su Corsera del 5 settembre 2018 pag. 27, sotto il titolo “La fine del parlamento e il fascismo eterno”.

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P.S. 1 : Storicamente “democrazia” ha significato in successione: 1) potere sul popolo; 2) strapotere del popolo; 3) potere del popolo. Oggi siamo passati dal terzo al secondo significato (strapotere del popolo della rete) e ci accingiamo a retrocedere al primo (potere ai gestori della rete).

P.S. 2): tutto è cominciato con “Fuori i terroni!”. Ma poi ci si è accordi che conveniva considerare terroni gli immigrati, ed allora è stata cambiata la prospettiva …

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FOTOGIRO NELL’ALTOGARDA TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Settembre, 2018 @ 9:07 pm

Detto altrimenti: in bicicletta, of course!                   (post 3316)

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Da Riva del Garda si sale verso Tenno. Poco dopo Volta di Nò, sulla desta, una siepe di fichi d’India costeggia la strada: sono rossi rossi, d’un maturo che qui in Trentino non s’era mai visto. Ecco la bellezza di non avere orari, di non dovere battere primati … freno, scendo, fotografo. Belli ma … effetto preoccupante del cambiamento del riscaldamento eccessivo della terra, per cui è già stato notato che il “confine” degli uliveti si sta spostando sempre più a nord.

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Salgo. Sfioro il Lago di Tenno verde smeraldo, bellissimo ma non lo fotografo: già lo conoscete. Passo del Ballino, 765 mlm, 700 esatti sopra da Riva del Garda. Una foto la merita. Qui tre opzioni; a destra, dietro la chiesetta, si torna in già per una mtb street (v. alcuni post precedenti). Sulla sinistra si diparte lo sterrato strada romana (v …. come prima). Vado diritto e volo a 50 kmh a Fiavè. Troppo bello per fermarsi.

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In pochi minuti sono al … Ristorante Fiab Terme di Comano: menù del giorno? Lo chef consiglia: barrette energetiche, una banana e – dalla borraccia – acqua ormai tiepida, non gassata con sali di magnesio e potassio: una pacchia! (bleah!)

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Procedo e … che vedo? Affacciato sullo splendido canyon, il Maso Limarò (limaro.maso@gmail.com) è stato riaperto! Infatti si legge un cartello: “Bar aperto”. Mi fiondo giù per quei 300 metri che mi separano dalla struttura. Già ero amico dei precedenti gestori, ero stato inviato alla cerimonia di inaugurazione quando era un Parco Avventura, poi chiuso perché – devo dedurre – non tornavano i conti. Peccato. Limarò … da Limes, confine fra due Arcivescovadi, edificato in prossimità dell’omonimo canyon. L’ ambiente naturale è di una bellezza sconvolgente.

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Scendo e incontro la gentile signora Marta, la mamma del Presidente Marco Buratti presidente della Cooperativa Sociale di Comunità e di Sviluppo “Maso Limarò Fuoco” che gestisce la struttura. Qui a fianco, il Maso visto dalla strada per Ranzo: i due sentieri di accesso e – a sinistra –  la pista ciclabile che evita le gallerie stradali.

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Marta sorride, abita a Pergolese, nella Valle dei Laghi: passerò a trovarla (in bici, s’intende). Poi conosco Jacopo, uno stagista pugliese che è venuto a studiare come far comprendere la cultura locale ai turisti di fuori. E’ quindi la volta della graziosa Michela. Mi dicono che la struttura è di nuovo funzionante dall’8 agosto. Bene. Anzi, benissimo! Cosa mangio? Tagliere grande, medio o piccolo? Piccolo dai … che devo pedalare! Qui a fianco: l’ingresso del locale.

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                 Pescato e cucinato!

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Procedo. Sarche, Lago di Cavedine, Bar ristoro Wind Valley dell’amico Andrea Danielli e mamma. Qui apprendo un fatto molto  grave: alcune cicliste hanno forato contemporaneamente a causa di una manciata di grosse puntine da disegno sparse sulla pista ciclabile (da un delinquente!) in prossimità della adiacente campagna coltivata, poco a sud di Pietramurata. Un ragazzo mi dice che recentemente il Sindaco di quel paese ha vietato ai contadini di utilizzare anticrittogamici in prossimità di detta pista. Ora … se fori in salita è un problema, ma se fori in discesa puoi farti molto, molto male …

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Il Lago di Cavedine, bellissimo, canoe che scivolano, pescatori che pescano e cucinano sulla riva.

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Procedo. Costeggio le marocche, alias la ruina dantesca, massi caduti “Qual è quella ruina che nel fianco di qua da Trento l’Adice percosse, o per tremoto o per sostegno manco…” (Inf. XII, 4-6).

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Procedo. Drò, Ceniga, il ponte romano che poi romano non è ma va bene lo stesso.

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Procedo. Ad Arco un pittore tedesco ritrae il castello con gessetti colorati.

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Procedo. Verso la foce del Sarca, una colonia di aironi cinerini … bianchi! Qui nella foto si vedono appena, solo piccoli puntini bianchi: la foto era comunque dovuta!

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Procedo: lungo la ciclabile lungolago, rastrelliere portabici un po’ ingombranti. Andrebbero tolte, sono pericolose quando si incrociano ciclisti nelle due direzioni.

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Procedo … in totale 70 km. Fine di un giro che faccio spesso, ma mai avendo a disposizione tutto questo tempo, tutto il tempo per fermarmi, guardarmi intorno, leggere e vedere ciò che vedo, fotografare con il cellulare e con la mente.

Evviva la Fiab, evviva la Bicicletta (le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso).

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PRIORITA’ “LINEARI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Settembre, 2018 @ 5:07 am

Detto altrimenti: dopo i respingimenti, gli sgomberi              (post 3315)

(Mi riallaccio ai miei post 3312 del 31 agosto e  3313 del 1 settembre)

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                                Senza parole

Dopo i respingimenti lineari, ora gli sgomberi lineari. Due osservazioni. La prima: i provvedimenti lineari sono molto comodi per chi li emette; inoltre essi sono molto spesso iniqui per chi li subisce (summa lex, summa iniuria, dicevano i Latini). La seconda: ma siamo sicuri che le priorità più urgenti siano queste? Certo che è molto più complesso, faticoso e difficile analizzare i diversi tipi di occupazioni abusive di edifici e quindi adattare i provvedimenti a seconda di ogni specifica categoria di situazioni. E’ invece sicuramente molto più semplice, facile e soprattutto di effetto dire “Tutti fuori!”. Fuori dai confini dello Stato, fuori dagli edifici. Basta che non si arrivi poi a dire fuori dell’UE, ma questa è un’altra storia.

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Sgomberi di edifici occupati abusivamente. Molto più “redditizio politicamente” che non ordinare l’abbattimento immediato in tutta Italia (ad iniziare da Ischia!) di tutte le costruzioni edificate abusivamente. Che ne facciamo di quelle? Dice … ma sono troppe, scoppia una sorta di rivoluzione … perdiamo voti … Ah … ho capito, vabbè …

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davScrivevo nell’incipt che mi riallacciavo al mio post 3313 del 1 settembre. In esso raccontavo di una Persona di colore che si presta a lavori volontari pur di ricevere un piccolo aiuto, ed anche di alcune grandi aree di pineta e grandi edifici abbandonati, proprio sulla litoranea, in totale rovina nel ben mezzo della famosa riviera romagnola (Cervia e Milano Marittima). Ed allora una proposta: perché non censire tutte le Persone di colore disposte a lavorare per ripulire e riattare queste aree e questi edifici? Perchè non fare “in grande” e in modo organizzato quel lavoro che una singola Persona stava facendo in modo volontario nell’area compresa fra il mio albergo e la Chiesa parrocchiale Stella Maris di Milano Marittima?

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davTemporaloni di fine estate. Prime alluvioni (nel veronese). Il 98% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico, a fronte del quale stanziamo 75 milioni di euro l’anno Siamo così esposti a questo rischio per vari motivi: siamo un paese montuoso, ricco di costruzioni abusive, nel quale – ecco il punto – si consuma (con nuove costruzioni) una percentuale elevata di territorio che ci pone in testa alla classifica europea di questi “consumatori”. Ed ecco il nesso: invece di costruire, recuperiamo i vecchi edifici, le strutture abbandonate, dismesse, impiegando (anche) la forza lavoro immigrata. Ma …

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La stessa cifra, 75 milioni di euro, ma al giorno, è destinata alle spese militari! Non sono un antimilitarista, sono figlio di un Maresciallo CC, sono stato Sten di Cpl della brigata Alpina Tridentina e non rinnego questo mio passato: ne faccio una questione economica-finanziaria e di priorità … e poi immaginate quanti muli si comperano rinunciando anche ad un solo F35! (Qui a fianco: lo conservo ancora!)

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… ma questo sarebbe un progetto complesso, che richiederebbe molto lavoro e molto m tempo … tempo che invece non è richiesto dall’emanazione di provvedimenti populisti, quelli che procurano a chi li emana un consenso di pancia immediato e che gli permette l’ organizzazione democratica della  soppressione della democrazia (si legga, per tutti, il post 3312 del 1 agosto “Bombardamenti del passato e prossimi”).

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Dice: ma la proprietà privata è sacra! Ah, ho capito, ci rifacciamo al diritto naturale (e anche divino: non desiderare la roba d’altri). Ma gli stessi due “diritti” invitano al sostegno reciproco all’interno della stessa razza (e la razza umana è una sola) ed alla Carità (prima fra le virtù cardinali, davanti alla Fede e alla Speranza). E allora, come la mettiamo?

Priorità, si diceva anche fra le tre virtù cardinali. Ma … ora che ci penso … tutti coloro che approvano questa politica, vanno poi anche a Messa? Ricevono la Comunione? Dice … “Ma allor se tu caro blogger la metti su questo piano …”  Dico: “E su quale altro piano dovrei metterla?” Questa qui non è mia, ho copiato da un colloquio fra il cardinale di Genova e Don Gallo. Cardinale: “Lei, Don Gallo, frequenta prostitute, vagabondi, drogati …“. Don Gallo: “Gesù ci ha insegnato di stare vicino agli ultimi”. Cardinale: “Ah, ma allora se lei la mette su questo piano …”. Don Gallo: “E su quale altro piano dovrei metterla?”

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FOTOPOST A CERVIA (ZIRIA, in dialetto locale)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Settembre, 2018 @ 6:04 am

Detto altrimenti: ……. fate voi!       (post 3314) . . .

 

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Tronchi “contorti” come zanne di un preistorico mammut o forse … “arrotondati” come blocchi di marmo di Carrara nelle mani di Michelangelo? O ancora: colonne spezzate da uno tzunami? Fate voi …

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L’imbarco …

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L’approdo

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Sul sentiero di … terra

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Cervia: un J24 reduce dai campionati mondiali a Riva del Garda

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Specchiarsi nei canali

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Old style

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Per mare e per terra … con il vento nei capelli

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THE END

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IMMIGRATI-LAVORO-NERO-AL-LAVORO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Settembre, 2018 @ 10:49 am

Detto altrimenti: nero al lavoro         (post 3313)

(Bisogna “vedere” ciò che usualmente semplicemente di “guarda”)

sdrSono seduto davanti al mio albergo. Io, buana bianco all’ombra, lui, nero, davanti a me lavora sotto un sole cocente: sta potando le piante nell’aiuola su un terreno della parrocchia. Lo guardo e “vedo” che qualcosa non torna: ad esempio non ha una divisa; per raccogliere gli arbusti che ha potato utilizza un carrettino veramente “precario”. Dopo un’ora, finito il lavoro, lo vedo seduto sui gradini della Chiesa a chiedere l’elemosina. Mi informo presso il mio albergatore:E’ un volontario, la parrocchia poi gli dà qualcosa e gli lascia chiedere l’elemosina sui gradini della Chiesa. Noi stessi gli offriamo acqua fresca e qualcosa da mangiare, e poi, sa, sono lavori che nessuno di noi vuole più fare …”

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Rifletto: nessuno di noi vuole più fare lavori di base, tutti a scuola (per fortuna, dico io), tutti a imparare le necessarie “capacità”, alcuni – per fortuna – anche ad imparare “conoscenza”. La specializzazione è nella natura delle cose. Eppure certi lavori di base sono necessari e allora, perché considerare un pericolo l’immigrazione, anziché una risorsa? (1)

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Leggo un brano. Se ho capacità lo so ripetere. Se ho conoscenza, lo so raffrontare con altri, ne so trarre conclusioni.

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Esco in bici. Percorro un viale centrale di Milano Marittima, verso nord (il mare 500 metri alla mia destra). Sulla destra, fra me e il mare, alberghi, campeggi e …. due grandi aree incolte, abbandonate, uno sfacelo: una anonima (doveva essere una colonia); un’altra con tanto di scritta troneggiante “CENTRO VACANZE MONOPOLI DI STATO”. Dentro le due aree ampie pinete (sul davanti ampie spiagge), grandi costruzioni, devastate dall’abbandono, dai vandali, dagli animali.

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Perché tutto questo, mi dico? Perché non utilizzare la forza lavoro immigrati per ripulire, rimuovere ciò che poi consentirebbe la riconversione e il riutilizzo di queste strutture, di queste pinete, di queste spiagge? Perché non riattivare preziose cubature anziché continuare a costruire, costruire, costruire? L’Italia è il primo “consumatore di territorio” in Europa, e questa è la nostra prima emergenza ecologica.

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btyFra le due aree una terza: “Centro logistico e di addestramento – Zona Militare”. Sulla sinistra un condominio. Mi informo: sono gli alloggi e le strutture vacanza dell’esercito. Ah già … dimenticavo … anche a Riva del Garda ne abbiamo una, dotata di bungalows, piscine e campi da tennis: sono addestramenti anche quelli. A valere sul bilancio della difesa di €75 milioni al giorno. Ma di che lamentarsi? Una stessa cifra è spesa per la difesa idrogeologica del Paese, solo all’anno, si, avete letto bene: all’anno. Evvabbè …

……………

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download(1) Nei secoli scorsi, la prima colonizzazione imperialistica del sud del mondo: si legga “Il predominio dell’occidente” di Daniel R. Headrik, ed, Il Mulino. Attualmente stiamo dando vita alla seconda colonizzazione: alcuni stati (Francia in testa, che ancora oggi impone una mazzetta/percentuale sugli affari fatti nelle sue ex colonie!) e le multinazionali stanno depredando l’Africa che viene svenduta dai locali regimi militari (in Eritrea si tolgono le terre ai contadini e si cedono alle multinazionali: si clicchi la parola “agitu” e leggerete di ciò qui sul blog) ; il Belgio coltiva in Congo i suoi fiori a costi così bassi (70 dollari al mese ad operaio nero) che coprono abbondantemente i costi delle spedizioni aeree; in altri paesi si fa estrarre il coltran, necessario ai nostri computer e telefonini, pagando i neri con 50 dollari al mese per 12 ore al giorno per 30 giorni al mese per 12 mesi all’panno (tanto per fare alcuni esempi). E quando questi nuovi schiavi fuggono verso l’Europa, diciamo che sono migranti economici e li respingiamo, Francia in testa, lei che ha causato la caduta di Gheddafi causando il non-governo della Libia, nella quale oggi comandano i nuovi negrieri schiavisti trafficanti di esseri umani. E brava la Francia!

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BOMBARDAMENTI DEL PASSATO E PROSSIMI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Agosto, 2018 @ 4:10 pm

Detto altrimenti: ragioniamo insieme sul nostro futuro politico     (post 3312)

downloadIl 2 settembre prossimo ad ore 09,30 RAI 3 ricostruirà il bombardamento della Portela a Trento,  quello di 75 anni fa, con il contributo del giornalista storico Luigi Sardi: la ricostruzione di una distruzione. E oggi, dopo tanti anni, stiamo rischiando di subire un nuovo bombardamento: quello delle forze politiche romane che vogliono porsi alla guida della nostra Terra. Se ciò malauguratamente avvenisse, sarà una distruzione dei nostri Valori, cioè dell’Autonomia, della Democrazia e della nostra Storia, per la cui ricostruzione non basterà certo una trasmissione televisiva.

Infatti, il centralismo autocrate che già comanda a bacchetta il Presidente del Consiglio dei Ministri non rinuncerebbe di certo a telecomandare il governo di una entità, la nostra Provincia Autonoma, la cui popolazione ammonta grosso modo a quella di un Municipio della capitale.

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images (1)Autonomia, darsi le regole da se stessi: e tanto più al centro manca la Democrazia vera, tanto più in periferia maturano istanze autonomiste. Questo è stato riscontrato e affermato alcuni decenni fa da Hans Kelsen filosofo austriaco del diritto. E a Roma certo mancherà la Democrazia se sarà introdotto – come è stato più volte “minacciato” (già, perché di vera minaccia alla Democrazia si tratta!) il referendum propositivo senza quorum; l’obbligo della calendarizzazione urgente per il Parlamento; il vincolo di mandato per i Parlamentari. Infatti questa Democrazia Diretta sarà diretta dai pochi gestori delle reti web, che già adesso, più volte, hanno pubblicamente dichiarato che “Presto non servirà più avere un Parlamento”.

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Loss von Rom, si inneggiava da taluni anni fa a Bolzano. Mi pare che oggi, sia pure non in senso separatista, anche noi si debba inneggiare allo stesso modo. Inneggiare ed agire, per non buttare alle ortiche l’eredità di Don Lorenzo Guetti, l’ideatore e fondatore della Cooperazione, primo esempio di Autonomia nel senso di assunzione diretta della responsabilità, come pure l’eredità di moltissimi altri dopo di lui fra i quali cito – uno per tutti – tale Alcide De Gasperi.

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Loss von Rom, se Roma significa distrarre le menti con il falso problema degli immigrati e non fare nulla per bloccare l’emigrazione dei nostri migliori cervelli. Loss von Rom se Roma significa la “politica del pretesto” per scatenare guerre xenofobe, antieuropeiste, anti equilibrio di bilancio. Loss von Rom se Roma significa reintrodurre il servizio miliare obbligatorio (fra l’altro, la sola risistemazione delle caserme costerebbe 17 miliardi di euro); Loss von Rom soprattutto se ciò significa rinunciare a pensare e a decidere in proprio.

Occorre far prevalere forze politiche e idee locali, per mantenere viva localmente quella Democrazia che altri  vogliono distruggere al centro e nelle autonomie.

Come tentare di organizzare una contraerea adeguata ad abbattere i nuovi bombardieri  che stanno facendo rotta su di noi? Tutte le forze politiche intelligenti si coalizzino, individuino un leader rinunciando – ognuno – ai personalismi, ai rancori, alle ripicche: a forze congiunte, si può ancora preservare la nostra Autonomia e la Democrazia da un nuovo, devastante bombardamento.

Non sarebbe peraltro condivisibile la posizione di una delle forze politiche potenzialmente anti-bombardamento, la quale decidesse di stare alla finestra per evitare di “perdere la propria identità” (ormai inutile, n.d.r.) e di “compromettersi” con altri partiti, considerando ogni compromesso come un fatto negativo, riservandosi di “rinascere” da una posizione di (debolissima, n.d.r.) opposizione. E ciò per tre motivi:

  • downloadi compromessi hanno fatto la storia e la politica, come ci dimostra Paolo Mieli nel suo bel libro “I conti con la Storia”, in un capitolo del quale si richiama alla distinzione fra compromessi necessari e utili – come sarebbe questo – e quelli sordidi (questi ultimi sì da evitare);
  • non è detto che dopo l’eventuale prossimo temuto deprecato bombardamento della Democrazia, ne sia possibile una ricostruzione;
  • sicuramente il bombardamento avrà distrutto anche la finestra alla quale taluno se ne stava affacciato.

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ZIRIA (Cervia)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Agosto, 2018 @ 3:18 pm

davDetto altrimenti: “Zirvia”         (post 3311)

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L’etrusca Ficocle; per i non-romagnoli, Cervia;  per i Cervesi veraci, Ziria; per me di FIAB Trento, Federazione Italiana Amici della Bicicletta … BiciCervia, naturalmente! Oggi, grazie alla “guida” Antonio da Ziria, un neo amico di bicicletta (calciatore, sciatore, cacciatore, ciclista … ah … dimenticavo: affermato avvocato) 52 km di sterrato pinetato da urlo! Il giro poteva essere il solito ma accompagnati da una “guida indiana” le cose cambiano e di molto! Ed io ho potuto godere di queste meraviglie grazie ad un neo-amico, ma … potrebbero essere offerte come prodotto turistico a tutti, dando centralità al marketing  di un prodotto turistico emergente anzi già emerso, il cicloturismo.

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Tanto per cominciare, arrivati sul ponte sul fiume Fosso Ghiaia, vedo Antonio incidere una tacca di legno sulla balaustra: “Sai … è la nostra statistica del passaggio sul ponte: queste sono le mie, là a sinistra quelle dei miei amici”. Proseguiamo.

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“Alt” sussurra Antonio. A destra un passaggio “segreto” e – bici alla mano – ci addentriamo nella pineta fino ad un capanno nascosto dal quale si osservato gli uccelli.

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Più avanti la teoria dei capanni da pesca. “Sai, mi dice, sono in concessione. Oltre una quota fissa pagano la tassa sull’ombra cioè in relazione alla superficie dell’ombra che la rete, sospesa in aria, proietta  sull’acqua”.

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download (1)Giriamo a destra, verso il mare, attraversiamo il Savio, il Bevano e la Bevanella e raggiungiamo il Lido di Dante. Da qui verso nord, un po’ per la SP e un po’ sull’argine (presto sarà ultimata la ciclabile Ravenna-mare). Ben prima di Ravenna, prendiamo a sinistra una sinuosa strada asfaltata assai poco frequentata che si conduce a S. Apollinare in Classe. Sosta Bar per panino e caffè (Antonio) e succo di frutta (io). Si riparte verso Ziria per deviazioni meravigliose che solo un appassionato ed esperto ciclista locale conosce. Sfioriamo il Regno dei Daini, ammiriamo gli uccellini “gruccioni”, dal petto verde come pappagallini e i loro nidi che poi sono vere e proprie tane scavate nei fianchi degli argini dei fiumi e dei canali: li individui dalla terra biancastra risultata dallo scavo.

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Da MM- Milano Marittima a MM, 52 km in 4 ore, (molte) soste comprese. Antonio mtb, io e-mtb da 400 W, consumo 40%. Grazie Antonio per la tua cortese e piacevolessima compagnia: ti aspetto in Trentino per ripagare di uguale moneta a pedali! E se tornassimo qui in zona con gli amici FIAB Trento? Antonio si è offerto di farci da guida!

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P.S.:

La città di Ziria deve diventare “Comune ciclabile amico della bicicletta“. Cfr link qui sotto

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http://www.comuniciclabili.it/

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Sullo sviluppo del cicloturismo si veda il seguente link https://smtc.tsm.tn.it/turismo-seminari/buon-compleanno-biciclettaseminari-sul-cicloturismo

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E … gli alberghi?

 

 

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E … per l’elenco di tutte le piste e  percorsi ciclabili nelle varie regioni? Ecco il link:

https://www.piste-ciclabili.com/

Idee!

Costituire FIAB CERVIA.

Dare centralità al problema dello sviluppo del ciclo-turismo e del suo marketing strategico ed operativo. Dopo il marketing, la vendita.

Milano Marittima, inserire la splendida ciclopedonale a mare (complimenti, Sindaco!) fra quelle elencate in PisteCiclabili.com

Migliorare, con un investimento limitato, la cartellonostica ciclabile, ovunque.

In città, ampliare di molto la zona 30 kmh e fare rispettare il limite.

Individuare e realizzare tre lunghi percorsi: un percorso sud-nord da Pinarella (e oltre verso sud) fino a Ravenna (e oltre verso nord!): due  percorsi mare-monti; uno da Cervia a Cesena; uno da Milano Marittima a Forlì. In tal modo si collegano gli itinerari del mare con quelli collinari. Per i percorsi mare-monti esistono già molte strade secondarie, non molto larghe a dire il vero, a fianco delle quali si potrebbe ricavare la pista ciclabile.

Good Fiab & goob bike everybody!

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S. APOLLINARE IN CLASSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Agosto, 2018 @ 5:10 pm

Detto altrimenti: una splendida basilica in … bicicletta     (post 3310)

(in coda al testo leggere l’aggiornamento del 2 agosto)

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Ogni anno sono (anche) da queste parti. E la prima pedalata (in pineta e per strade poderali) è quella da Milano Marittima alla Basilica. “Vai da solo?” mi chiede mia moglie. “Si, i primi cinque minuti …”. Infatti la bici unisce, nel senso che si fa presto a scambiare una parola anche due e oggi ne ho scambiate ben oltre: quattro! Innanzi tutto con chi gentilmente mi ha scattato la foto qui, sul ponte ciclabile.

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Lui, Antonio, avvocato di Cervia, con Signora. Due volte alla settimana questo percorso, così … per tenersi in forma … e si vede (dal ritmo della pedalata). Li ritrovo al bar vicino alla Basilica, ci scambiamo i biglietti da visita: “Noi veniamo spesso nella tua regione” mi dicono. “Be’ se e quando verrete, ricordate che noi della FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta facciamo spesso e volentieri da guida cicloturistica ai cicloturisti specialmente se “Fiabbini”, gratuitamente, s’intende”.

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La Basilica, mentre sto per entrare mi si avvicina un altro ciclista. Buongiorno, buongiorno … ci studiamo per capire se abbiamo voglia di chiaccherare … si ce l’abbiamo. Walter, ingegnere (… ed io fui terzo fra cotanto senno!) mi sfida: “Indovina quanti anni ho?” Azzardo, uno più di me: “75”.”Più nove” dice lui. Complimenti, dico io!

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Capanni da pesca (non conosco il termine dialettale locale). Walter mi spiega che molti sono in comproprietà e con circa €5000,00 si può acquistare una quota. Peccato che io non sia un pescatore e che Trento non sia proprio lì, dietro l’angolo.

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Da Walter apprendo anche che – putroppo – non si possono più raggiungere le Foci del Bevano. Andrò a “vedere per credere”(foto di qualche anno fa).

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Il giorno dopo, deviando da un altro giro con altra bicicletta, ci sono andato: ci si arriva benissimo!

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La basilica … mi spiega che alcune persone a fine guerra erano riusciti ad evitare che fosse fatta saltare in aria dal nemico. Il merito  del Colonnello Popski e dei partigiani, come recita una lapide che mi mostra. Decidiamo di rientrare insieme, non prima di avermi mostrato dove dal 1923 e per decenni  c’era il Circuito (automobilistico, n.d.r.) di Savio, con partenza e arrivo alla Basilica di S. Apollinare in Classe, qui a sud di Ravenna, un triangolo sterrato di 43 km sul quale ha corso Nuvolari.

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Sulla strada (in pineta) del ritorno, con una piccola deviazione, mi conduce al parco I° Maggio, dove una lapide riporta alcuni Versi di Dante (Purg. XXVIII°): appena avrò il testo fra le mani ve li riporto: non per niente qui vicino c’è il Lido di Dante!

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        FIAB Trento c’è!

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Tot. 42 km di sterrato in strade poderali e pineta che uniti ai giretti di presa di contatto e di commiato sono diventati 45. Bici usata: mtb Wilier 18 carati. Alimentazione: un succo di mirtillo e mezza borraccia di acqua. In totale 3 ore e mezza, (molte) soste comprese.

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Appendice: foto in pineta

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La basilica

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AGGIORNAMENTO DEL 2 AGOSTO

FIAB UNISCE. Ultimo giorno di vacanza. Pedalo per Cervia a caccia di immagini (v. Fotopost del 2 ago). Un tale mi saluta “… Si … no … mi scusi … ma si che è lei (cioè io, n.d.r.) solo che l’altro giorno aveva due borse attaccate al portabagagli … ma io l’ho riconosciuta dalla bandierina attaccata alla sella” (FIAB, n.d.r.) … “Ma sì, dico io, Walter, l’ing. del post del 28 agosto! Che coincidenza, che piacere incontrarti” …. Mi dice: “Guarda che nel post avevi scritto un’imprecisione: non si tratta dell’autodromo di Ravenna, bensì del Circuito di Savio”. “Ok, dico, correggerò. Che programmi hai?” Risponde: “Parto per la Calabria con la mia Giulietta”. “Buone vacanze, gli auguro. Alla prossima”.

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NAVE DICIOTTI AFFAIR

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Agosto, 2018 @ 7:28 am

Detto altrimenti: la politica dei pretesti     (post 3309)

 In relazione alle inchieste della Magistratura sulla questione della nave Diciotti, il Vicepremier Ministro Salvini fra l’ altro avrebbe dichiarato:

downloadMi spiace ci sia qualche giudice che ha tempo e denaro pubblico da perdere per andare a interrogare dei funzionari pubblici. Ribadisco che se devono indagare, interrogare qualcuno, vengano direttamente dal ministro che è colui che ha dato indicazioni e disposizioni. Quindi mi sembra meschino andare a prendersela con dei funzionari quando c’è un ministro e un vicepresidente del consiglio che si fa carico pienamente della responsabilità di dire no quando bisogna di dire no”.

Praticamente Salvini afferma: quei giudici sono “perditempo” e “meschini”. Inoltre pare che la per lui la responsabilità penale non sia più personale. Al che si nota una grande differenza fra questo tipo di dichiarazioni e le dichiarazioni di tutti i personaggi pubblici inquisiti i quali dichiarano “sono innocente e ho piena fiducia nella Magistratura”.

In miei precedenti scritti ho già evidenziato come ove fossero introdotte le seguenti misure: referendum propositivo senza quorum; obbligo di calendarizzazione da parte del parlamento; vincolo di mandato per i parlamentari; il potere legislativo di fatto sarebbe riunificato in capo ai capi (politici) dell’esecutivo.

Ora, le dichiarazioni di Salvini sull’operato della Magistratura indicano l’inizio di un ulteriore progetto di riunificazione: quello del potere Giurisdizionale, sempre in capo ai capi (politici) dell’esecutivo. Lo so, sono solo segnali, ma indicano una predisposizione che al momento resta a livello di subconscio: tuttavia si tratta di una piccola slavina che va fermata prima che diventi inarrestabile e travolga la Democrazia.

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      … e invece, mettiamole le strisce!

Circa i rapporti con l’UE ci si sarebbe potuti limitare ad una frase del tipo ““Nelle more delle decisioni dell’UE circa l’assunzione di responsabilità da parte di ogni stato membro in merito al problema dell’immigrazione, l’Italia utilizzerà direttamente fondi UE, trattenendoli sulla quota dovuta alla stessa.” E invece si sta radicalizzando la questione arrivando a dire che l’UE ci ha solo sfruttati e che quindi … dobbiamo uscirne. E’ questo un altro piano mica tanto occulto dell’attuale governo.

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Nel frattempo la CEI-Conferenza Episcopale Italiana accoglierà circa 100 immigrati. Resterà da capire come poi saranno inquadrati (Cittadini dello Stato città del Vaticano?). In ogni caso è un segnale forte per tutte le istituzioni ecclesiastiche, a cominciare dalle parrocchie e dalle Diocesi, affinchè si rendano disponibili all’accoglienza di chi si trova in stato di indigenza (immigrati e nostrani), anche a valere sulle molte strutture semivuote di cui la Chiesa dispone. Inoltre è un chiaro messaggio per la massa dei cattolici che da questo orecchio non ci sentono … nonostante che fra le tre Virtù Cardinali (Fede, Speranza, Carità) la più importante sia la Carità.

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