CASA BALDE’
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Ottobre, 2018 @ 5:58 pmDetto altrimenti: un importante aiuto per gli Altri (post 3356)
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Emmanuel Levinas, filosofo lituano naturalizzato francese, morto nel 1995 era ed è il filosofo del Volto: “Il Volto dell’Altro ti guarda e si aspetta una risposta da te”. E alcuni amici, da anni, la risposta a quei Volti la stanno dando. Mi riferisco all’ Associazione Amici Senzatetto, creata e diretta da Pino Palatuccci. Due case per il ricovero notturno funzionanti da tempo (Casa Paola, Casa Maurizio) ed ora una per il ricovero diurno: Casa Baldè, in Via Fiume 23 (nei locali di un ex bar) intitolata al Somalo Baldè Abdoulaye, operatore dell’Associazione, mancato in giovane età nel 2016 per una grave malattia. L’iniziativa all’origine faceva parte dei progetti di Trentino Solidale, quando ancora ne era presidente Francesca Ferrari. Oggi ha raggiunto una sua autonomia.
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Oggi l’inaugurazione ufficiale, presenti il Commissario del Governo, il Vicepresidente della Provincia, il Vicario del vescovo e altri. Pino Palatucci “Senzatetto, senza fissa dimora, senza dimora … oggi diciamo: senza casa. E sono italiani (persone senza lavoro, separati, etc.), stranieri, cattolici, musulmani o altro. A noi non importa”.
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Un aspetto è stato sottolineato: al di là dei servizi essenziali che la casa offre (un tetto, un ambiente riscaldato, la colazione, la merenda, la ricarica dei telefonini, deposito bagagli, kit igienici personali, il lavaggio degli indumenti, angolo giochi da tavolo ed altro ancora), vi è un ulteriore Aiuto (la lettera maiuscola non è utilizzata a caso) ancora più importante: il superamento della solitudine. La solitudine di chi altrimenti si sente in un deserto, senza alcun riferimento, senza alcun possibilità di dialogo, di rapportarsi, di confrontarsi, di sfogarsi, di chiedere aiuto ed anche – a sua volta – di dare lui stesso aiuto.
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Grazie se, passando per quella via, darete uno sguardo a quella struttura e – ovviamente – ancor di più grazie se riterrete di potere offrire in qualche modo un vostro contributo di Umanità.
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P.S.: Il mio ruolo era marginale sotto la presidenza di Francesca Ferrari e tale è rimasto anche oggi: mi scuso se sono venuto a parlare di me, ma non voglio indurre nessuno a pensare che io abbia dato o stia dando chissà quale contributo se non quello di essere uno dei comunicatori di queste intraprese Sociali e soprattutto Umane.
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I CLASSICI GRECI E LATINI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Ottobre, 2018 @ 3:00 pmDetto altrimenti: riprendono le sedute di lettura e commento dei classici (post 3355)
Biblioteca Comunale di Trento, Prof senza puntino Maria Lia Guardini e noi volontari della cultura. No, raga, scialla, tranquilli, non siamo snob … siamo solo persone-alla-ricerca-di, ovvero cerchiamo di non disperdere il passato (letteratura e Storia) al fine di (cercare di) capire il passato, il presente e soprattutto quello che verrà. Già … perché la Storia e l’umanità si ripetono, e come!
Ci ritroviamo ogni 15 gg nelle tre stagioni (estate esclusa). Oggi avremmo dovuto riferire sui “compiti per le vacanze” ma … che dire? Solo alcuni di noi li avevano fatti e per di più solo in parte! Evvabbè … dai … la Prof non ci ha poi rimproverato molto! Ci siamo concentrati sulla parte di lavoro svolto, e cioè sulla commedia “Pluto” di Aristofane (“Colui che appare il migliore”), il che ci ha ripotato a discutere della Repubblica di Atene e della Demo-crazia, dei commediografi e dei tragici. Iniziamo da questi: Eschilo, prima metà del V° secolo a. C., periodo dell’ascesa della democrazia ateniese, è il tragediografo commemorativo delle funzioni fondamentali dello Stato. Euripide, seconda metà del secolo, decadenza delle Repubblica e della democrazia. Atene decade … perché e come? Una serie di guerre (tutte perse: Egitto, Siracusa); la prima guerra del Peloponneso chiusa da Pericle con una pace (visto che l’avrebbe persa); muore Pericle (430-429?) e non riesce a stipulare la pace della seconda guerra del Peloponneso (che volgeva alla sconfitta) che finirà nel 404 con la distruzione dell’impero di Atene da parte di Sparta aiutata dai Persiani.
Ma Pericle … fu vera gloria? In parte, perché – se non altro – la tirò per le lunghe con quel suo non rendere il conto economico finanziario annuale per i 30 anni delle sue continue rielezioni … I maligni dicono che lui e il suo capo delle OO.PP-Opere Pubbliche, tale Fidia dello “Studio Arch. Fidia e Associati SpA” si siano arricchiti, ma questa è un’altra storia. Sta di fatto che il nostro Pericle nel 451 introdusse la paghetta per i politici (“missoforia”) ed Atene, che non aveva entrate fiscali, dovette aumentare la sua conquista coloniale delle isolette greche (si leggano i discorsi degli Ateniesi ai Meli) con il risultato di farsi una montagna, anzi, un mare (!) di nemici che poi si vendicarono alleandosi con Sparta.
Pluto non è il cane di Topolino, ma il dio della ricchezza che discute con Penìa, la dea della povertà: vale di più essere ricchi o invece la necessità aguzza l’ingegno etc.? La commedia è del 388, è l’ultima di Aristofane ed è molto poco commedia. Viene scritta dopo una pausa di ben 18 anni (la precedente era stata Le Rane, del 406) rispetto ad un periodo nel quale Aristofane ne scriveva una all’anno. Essa segna la fine della commedia antica, “politica” e presenta una novità strutturale: l’eliminazione della parabasi, cioè della fase nella quale il coro dismetteva le maschere e scendeva in platea a discutere con il pubblico sui temi di attualità, in parallelo alla cessazione della precedente critica grintosa di Aristofane ai difetti della politica. Inizia a comparire la suddivisione della commedia in cinque atti. Ma storicamente cos’era accaduto? Dopo la sconfitta militare (404), un anno di governo dei Trenta Tiranni, poi ritorna la democrazia ma molto imperfetta, ben più di prima. Nel 399, ricordiamo, processo e condanna a morte di Socrate. Ma questa è un’altra storia.
Abbiamo parlato prima di due tragici. Raffrontiamo ora Euripide con Aristofane: essi hanno vissuto lo stesso mondo, ma mentre Euripide ne trae un profondo pessimismo, Aristofane lo prende in giro! La conclusione? La democrazia è il migliore dei sistemi di governo imperfetti. C’è chi si arricchisce facendo lo slalom fra le sue prescrizioni, chi la subisce e chi cerca di migliorarla.
Prossima riunione, martedì 30 ottobre ore 10,00 stesso luogo (Sala multilingue pian terreno). Riparleremo della commedia Pluto. La riunione ancora successiva sarà dedicata ai “Persiani” di Eschilo. Entrata ed uscita libera!
Buoni classici a tutte e a tutti!
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UNA SPLENDIDA QUASI CICLABILE SUL GARDA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Ottobre, 2018 @ 12:26 pmDetto altrimenti: splendida e incomprensibilmente non ancora completata (in rosso gli interventi da effettuare) (post 3354)
(L’autunno ci ha regalato una giornata estiva!)
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Si parla molto della Grande Ciclabile del Garda di quei due km già realizzati a Limone, pur belli, arditi, ma 2 kilometrini isolati dal contesto! E invece sulla sponda opposta (trentino-veronese) c’è già un paradiso, ancora incompleto vabbè, ma ci vorrebbe così poco per completarlo!
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Insomma, da Torbole verso Malcesine vi sono alcune gallerie stradali assai poco illuminate e quindi molto pericolose per noi ciclisti. E dire che con qualche pannello solare il problema sarebbe risolto, magari unito ad un limite di velocità per le auto (50 kmh) e rilevatori automatici delle infrazioni.
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Comunque, anche oggi, dopo l’ultima galleria la gardesana è scavalcata da un sovrappasso: un km dopo tale sovrappasso, a destra, un comodo parcheggio a pagamento orario (€8,00 l’intera giornata, pagabile anche con il telefonino), accesso protetto da sbarre anti camping: attenti se avete bici sul tetto, per scaricare le quali ci si può avvalere dello spiazzo dell’antistante Hotel Sole Malcesine, che anche da qui ringraziamo. Noi siamo partiti da qui, alle ore 09,00 .Dal parcheggio, in bici, sul margine erboso o sul marciapiede, si torna verso nord per 30 metri e a sinistra la ripida discesina asfaltata che conduce sulla pista.
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Siamo in zona d’ombra. Vento da nord, temperatura 14 gradi, percepita 11, eravamo in sette: cinque Fiabbini (Rina Pezzin; Rosetta e Franco Eccel; Claudio Colbacchini ed il sottoscritto) e due amici “non ancora” Fiabbini: Marco Tomedi e Franco Scardigli. Per impegni familiari ci ha dato buca un terzo “non ancora Fiabbino”: Alberto Brichese (Energiabike, Riva del Garda). Tutti con e-bike tranne gli sportivissimi Rina Pezzin e Franco Eccel. Escludere bici da strada (corsa), meglio mtb o almeno bici da città con pneumatici un po’ scolpiti.
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La pista corre a fianco della spiaggia, quasi a livello dell’acqua e non è segnalata come tale perché tale a rigore non è, tuttavia le incertezze del percorso si possono superare, con un po’ di attenzione e riflessione.
Si arriva facilmente a Malcesine. Qui la prima salitella, 100 metri all’8%, in cima alla quale ci si addentra a destra nelle stradicciole del centro storico per uscirne e proseguire verso sud, sul lungolago. Seconda ed ultima salitella della giornata, 200 metri al 6% per scavalcare il promontorio della baia Val di Sogno (in cima alla salita, raggiunta la SP, evitarla inserendosi subito a destra nella discesina che porta alla baia).
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I paesini si susseguono: il primo è Cassone, splendido porticciolo (foto) con torre e ponte romano (romano solo il ponte!). Seguono Assenza, Brenzone, Castelletto che si attraversano con delicati slalom fra i tavolini dei bar. Si prosegue fino a … fino alla fine della pista per uscire dalla quale occorre letteralmente scalare (sic!) alcuni gradoni e ci si ritrova sulla SP (18 km dalla partenza). Qui in fila indiana. Poi sembra che la pista riprenda, si lascia la SP, si riscende a livello lago e … e ci si ritrova su un percorso bellissimo per chi non è in bicicletta! Infatti il fondo è composto da uno spesso strato di ciottoli ben levigati (li avranno recuperarti da qualche spiaggia marina) sui quali è quasi impossibile pedalare. Si risale sulla SP proseguendo lungo la quale si intravede in basso a destra, che dopo i ciottoli vi è un sentiero di terra ed erba che potrebbe facilmente essere trasformato in ciclabile.
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La piccola Pai; le due gemme Torri del Benaco (foto) e Punta S. Vigilio; le belle e movimentate Garda, Bardolino, Cisano. Fin qui 44 km dalla partenza, in un’alternanza di tratti ciclopedonali e di SP: circa la pista, vale quanto detto prima. Aggiungo che la SP in buoni tratti ha uno spazio abbastanza rassicurante, sulla destra, per i ciclisti. Anche qui varrebbe la pena di limitare e controllare la velocità degli autoveicoli, bus e moto.
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La bellezza della pista è soprattutto quella … degli scorci che offre a chi procede lentamente (cioè in bici): angolini inaspettati, si susseguono ad incantare il ciclista che spesso è un foto-ciclista tante soni le foto che scatta. E. sul versante opposto, l’azzurra vision (pascoliana) di Lombardia che – per dirla con il Manzoni – ha un cielo così bello quand’è bello! A proposito del Pascoli e della sua poesia “L’aquilone”, qui di aquiloni ne vedrete molti, persone volanti che planano dal Monte Baldo fino a livello lago con le loro macchine volanti.
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A parte la tratta iniziale fino a poco dopo Castelletto, la pista al momento non è consigliabile a comitive numerose, per la criticità dei punti di intersezione SP- pista e per alcuni stretti passaggi sul lago (1 m) non ancora protetti e/o allargati come invece magnificamente è stato fatto a Cassone. Per gruppi limitati di ciclisti è assolutamente consigliabile, meglio se uno di loro conosce già il percorso. Senso di pedalata consigliato: partire da nord e rientrare verso nord, sempre con vento a favore. In estate conviene partire molto presto, prima che arrivi la folla dei bagnanti. Per il ritorno se si vuole evitare la concentrazione della gente in spiaggia si può utilizzare la SP molto meno affollata e “volare” verso nord con il vento (la famosa Ora del Garda) alle spalle!
Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio … ma solo fino alla prossima pedalata!
Considerazione finale: quei mlni di euri trentini spesi per i due km della miniciclabile a Limone, molto meglio sarebbero stati impiegati per completare questo percorso. Ma … si è sempre in tempo a rimediare! E poi, joint us, unisciti a noi, iscriviti a FIAB TRENTO, dai … eccheccivorràmai?
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UN VANGELO LAICO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Ottobre, 2018 @ 4:59 amDetto altrimenti: quello di oggi, di Marco (post 3353)
No, raga, scialla, tranquilli! Questa mia non è una invasione di campo, non è una lezione di morale o di religione, ma solo un tentativo di ragionare sull’ordine da dare ai diversi sistemi delle leggi esistenti, delle regole più o meno cogenti che governano la vita di tutti noi. Il Vangelo di Marco è solo uno spunto.
Un giovane ricco chiede a Gesù cosa deve fare per meritare la vita eterna e si sente rispondere “Rispettare i comandamenti”. Al che risponde che li rispetta da sempre. “Non basta dice Gesù, vendi i tuoi averi, regala il ricavato ai poveri e seguimi”. E quello se ne va, triste in volto.
Ecco già qui due ordini di leggi: quelle scritte e quelle non scritte. Quale prevale? Proviamo ad elencarne l’intera gamme:
- leggi scritte, il diritto positivo, quello “posto” in essere dall’uomo;
- leggi naturali;
- leggi morali;
- leggi della propria coscienza;
- leggi divine e/o religiose.
Ora si tratta di vedere in quale ordine, ognuno di noi, pone queste leggi, facendo prevalere le prime su quelle che seguono, che per lui sono di grado inferiore. Parlando della ricchezza e del suo smisurato e sbilanciato accumulo o danno da parte di poche persone e di poche nazioni a danno della maggioranza povera del mondo, il moralista Enrico Chiavacci risolve tutto con poche parole: “Non accumulare e se hai, hai per dare” (a chi non ha).
Ma ognuno di noi, quale ordine attribuisce all’elencazione di cui sopra? Un amico mi dice che le leggi dei nn. 3 e 5 coincidono ma sbaglia, perché la nostra religione non “è” la morale, bensì “ha” (anche) una morale: infatti la nostra religione è Creazione Resurrezione. The rest are details. Ma questa è un’altra storia.
In ogni caso questo mio non è un tentativo di dare una risposta univoca, un volere indicare agli altri la via da seguire (ci mancherebbe altro!!) bensì è solo il tentativo di porre il problema. Quello che posso cercare di arrivare a fare è di dare una “mia” risposta, di dare un “mio” ordine all’elenco. Volete sapere come la penso? Eccomi a voi:
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- leggi della propria coscienza;
- leggi morali;
- leggi naturali;
- leggi divine e/o religiose;
- leggi scritte, il diritto positivo, quello “posto” in essere dall’uomo.
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Un paio di esempi. Tommaso Moro, uomo del Rinascimento, mise in discussione la validità della lege umana (parlamentare inglese) di fronte alla legge naturale e a quella della propria libertà di coscienza e di pensiero fino a scegliere il martirio pur di non rinnegare se stesso.
Su un piano diverso un sindaco di Firenze, tale Giorgio La Pira stava assegnando le case popolari secondo criteri di equità. I suoi dirigenti gli fecero osservare che la legge stabiliva criteri diversi. La Pira rispose: “Io assegno le case, voi andate a cambiare la legge”.
Ma veniamo al “mio” elenco secondo il quale la coscienza prevale sulla morale per la propria forza originaria: la coscienza è mia e solo mia, mentre la morale è quella dell’ambiente nel quale mi trovo: vi sono tante “morali” quanti sono gli ambienti umani nei secoli.
La legge naturale poi è “pericolosa” perché può affermate tutto e il suo contrario, essere conservatrice e rivoluzionaria: insomma, anch’essa è da maneggiare con cura. A dire la verità ero stato tentato di invertire l’ordine natura-religione, ma che volete, quelli i dubbi sono io il primo ad averne!
La legge divina è anch’essa “relativa” all’ambiente. Noi cattolici non siamo gli unici al mondo ad avere una religione. Forse siamo quelli che siamo maggiormente “aperti” anche alle altre religioni nel senso che il nostro “popolo eletto” non è tale in quanto scelto – lui solo – per la vita eterna, ma eletto in quanto scelto per trasmettere il messaggio di Cristo che – per Chi lo ha lanciato – vale anche per chi non crede nel “nostro” Dio. Qui io ho scritto “e/o religiose”: infatti non sempre il divino e il religioso coincidono. Un esempio: la legge divina dice “Non commettere adulterio”; quella religiosa “Non commettere atti impuri”. C’è una bella differenza, non vi pare?
Da ultime le leggi umane, il diritto positivo, e può sembrarvi strano che uno formatosi sui libri di giurisprudenza ponga queste leggi sull’ultimo gradino, ma io credo fermamente che non si debba depredare, uccidere, diffamare, truffare, violentare, affamare, respingere, rifiutare, strumentalizzare il prossimo (etc. etc.) a prescindere da divieti o comandi umani.
Il mio prossimo post? Sulla pedalata che mi accingo a fare oggi fra poche ore con alcuni amici colleghi Fiabbini di FIAB Trento: 50 km a un metro dall’acqua del Lago di Garda, da Capo Tempesta verso sud (sponda veronese) e 50 km al ritorno che fanno 100. Vi riferirò.
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VVV- VALORE VINO VALSUGANA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Ottobre, 2018 @ 2:56 pmDetto altrimenti: una “V” dai vari significati (compreso “Vittoria!”) (post 3352)
Quando da ragazzi s’andava a sciare, da Genova, sul pullman si cantava – fra le altre – “Quando anderemo fora fora de la Valsugana…” ma nessuno di noi l’aveva mai nemmeno vista questa valle. Poi è arrivata la mia residenza a Trento, trent’anni fa, e l’ho conosciuta con la bicicletta: Trento, Vigolo Vattaro, Levico, Telve V., Telve di Sopra, passo del Manghen, Val Floriana, Trento; e più volte anche adesso, ma molto meno faticosamente, a quasi 75 anni d’età: Levico-Bassano del Grappa.
Oggi ho fatto la sua terza conoscenza: VVV Valore Vino Valsugana
- Personaggi ed interpreti : Valentino Cenci con la moglie Silvia, i genitori Antonio e Clara, fratelli e sorelle, i suoceri e il nipotino.
- Scenario: la loro casa-impresa Azienda Agricola appena fuori di Borgo V., verso est, in Località Ceggio, 3 – Castelnuovo Trento. info@cencitrentino.it, tel. 338 7580333
- Evento: l’inaugurazione della loro AAV-Azienda Agricola Vitivinicola.
- Il motto della casa: Wine is Life.
- Enologo: Renzo Grisenti detto Brisa.
- Stemma araldico: una C che racchiude le iniziali S e V, che paiono quasi il benaugurante simbolo del dollaro USA.
- Supporto gastronomico: Riccardo Bosco, chef patron del Ristorante Boivin di Levico (boivin, dove bolle il vino).
- Catering: La Dolce Emozione di Novaledo TN.
- Comunicazione: la bella Aurora.
- Pubblico: tutti noi amici, invitati all’Evento.
La settimana scorsa sono stato in bicicletta con Fiab Trento nella bassa modenese (v. apposito post) dove fra l’altro abbiamo visitato un’azienda simile, solo che laggiù il mosto lo fanno diventare … acido, nel senso di ottimo e prezioso aceto tradizionale. Qui da Silvia e Valentino, invece, il mosto diventa ottimo Chardonnay, superlative bollicine Trentodoc e presto anche del nero superiore e del rosato. Due aziende familiari – aceto e vino – due piccole grandi imprese-intraprese (grandi nel senso di great, un “grande” che vale molto di più di un semplice big!) che rappresentano l’Italia vera, il paese vero, quello che spesso la politica che vola troppo alto trascura.
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Davanti al loro edificio si stacca il profilo di una salita importante, quella del Passo Manghen. Una salita, tanta fatica per noi ciclisti, il successo della conquista, lo stesso che tutti noi che eravamo oggi lì presenti – ed anche chi non c’era – auguriamo loro e che non mancherà certo. Il VVV-Valore-Vino-Valsugana: il clima sta cambiando, aziende come Franciacorta stanno cercando di ampliare la loro zona doc verso la montagna. Qui in Valsugana i 500 m di altitudine valgono già di per sé i 700 della Valle dell’Adige: un piccolo vantaggio competitivo, se vogliamo. E poi, dall’uva alla bottiglia, perché i due amici hanno 4 ettari di vigne e presto anche qualche ettaro in più.
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Ci hanno spiegato i dati chimici del loro nettaree: il PH (PH: inverso del logaritmo della concentrazione degli idrogenioni – da 1, acido a 14, basico, n.d.r.); gli zuccheri; gli amidi; il grado alcolico; le caratteristiche organolettiche; il processo di produzione … insomma cose da esperti del settore, ed io che esperto lo sono solo nel sub-settore “organolettico” nel senso che so capire e gustare un buon vino, anzi, un vino eccellente, sono stato contento di sentire in quali buone mani siamo.
Mi ha colpito il loro entusiasmo ma soprattutto l’elevato grado di imprenditorialità e managerialità, così già marcato pur in persone molto giovani: quello che ci vuole per far navigare la Nave Italia: un esempio per tutti. Bravi “nonni” Antonio e Clara, bravi Silvia e Valentino.
Ad maiora!
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LA FELICITA’ DALLA POLITICA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Ottobre, 2018 @ 7:19 am
Detto altrimenti: “felicità”, parola da maneggiare con cura (post 3351)
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Recentemente ho udito un politico affermare che farà felici tutti i cittadini e che la felicità genererà ricchezza. Al che mi sono fermato un poco a (cercare di) ragionare su due aspetti.
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Il primo aspetto: all’individuo – per dirla con un tale Friedrich Nietzsche – “non bisogna fare prescrizioni riguardo il cammino da seguire per raggiungere la felicità: la felicità individuale sgorga infatti seguendo leggi proprie ignote a tutti, prescrizioni dall’esterno possono solo ostacolarla, frenarla …. Solo se l’umanità avesse uno scopo comune riconosciuto da tutti si potrebbe proporre “bisogna agire così e così”. Ma per il momento non c’è alcuno scopo di questo tipo …” (F. Nietzsche, “Divieni ciò che sei – Pensieri sul coraggio di essere se stessi” Christian Marinotti Ed., €17,00, pagg 178-179).
Un esempio? Due giovani impiegati laureati trentenni: uno si dà un gran daffare per fare carriera, disponibile a qualsiasi orario e sede; l’altro chiede il part time perché il suo scopo primario è stare in famiglia, leggere e scrivere libri: due felicità ben diverse, non vi pare?
Ed allora mi è venuto da fare un collegamento con un’altra mia lettura recente, quella de “Il fascismo eterno” di Umberto Eco, il suo libro più venduto in assoluto, scritto vent’anni fa e oggi edito dalla casa Editrice La nave di Teseo (50 paginette, €5,00). Alle pagine 45 e sgg. Eco ci parla del “populismo qualitativo”: “ … nel fascismo gli individui non hanno diritti in quanto tali: è il popolo concepito come una qualità, un’entità monolitica che esprime la “volontà comune”. Dal momento che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete…. i cittadini hanno perso il potere dei delega … nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo TV o internet in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentata e accettata come “la voce del popolo” … quando il leader getta dubbi sulla legittimità (di fatto o di diritto, n.d.r.) del parlamento, possiamo sentire l’odore del fascismo”.
(Ho evidenziato in grassetto e con il colore blu la coincidenza del pensiero dei due Autori).
Il secondo aspetto: la felicità come fattore della produzione? Quasi vero, mi permetto di dire io: ovvero, non la felicità ma la motivazione è uno anzi il principale fattore della produzione, molto più importante del capitale e del lavoro. E qui cito un altro libro, scritto da un tale che poi nel 1935 è anche stato fatto santo, l’Utopia di Thomas More (per noi Tommaso Moro (1478-1535). Ve ne sono molte edizioni: io cito fra le tante la traduzione di Maria Lia Guardini, Piccola Biblioteca del Margine Ed. €15,00), là dove il tempo della giornata deve essere diviso in tre parti equivalenti: lavoro, riposo, svago-istruzione. Orbene, quale prescrizione politica potrebbe arrivare a soddisfare questi tre diversi tipi di “felicità”? La produzione è invece assai bene garantita da un lavoratore motivato e la persona motivata può essere motivata e felice oppure motivata perché ancora infelice ma desiderosa di migliorare all’interno di un sistema che glielo consente.
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Dice … ma che, blogger, vuoi dar ascolto ad un’utopia? Si, amici perché l’utopia non è un traguardo irraggiungibile, ma un traguardo semplicemente non ancora raggiunto.
Chiudo con un invito: leggete, amici, leggete questi tre libri e mentre li leggete pensate all’oggi, alla loro estrema attualità, alla loro preveggenza, ragionate su quanto possono essere utili per capire il nostro presente e soprattutto il nostro futuro. Buoni libri a tutte e a tutti!
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CONDONI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 4:43 pmDetto altrimenti: “Prima pagina venti notizie / ventuno ingiustizie e lo Stato che fa / si costerna, s’indigna, s’impegna / poi getta la spugna con gran dignità’”. Dai che la conoscete quella famosa canzone di Fabrizio De Andrè, “Don Raffae’ ” … (post 3350)
Ecco, lo Stato getta la spugna sui fondi esportati clandestinamente, sull’evasione fiscale, sull’abusivismo edilizio. L’ultima? Nel decreto per il ponte Morandi (Genova) ha infilato la sanatoria con finanziamento (regalo) al 100 % per la ricostruzione di tutte le case che non siano “del tutto” (1) abusive edificate a Ischia, crollate o non crollate a seguito del terremoto, edificate e/o riedificate anche in deroga alle leggi a tutela del paesaggio.
Sanatorie, condoni = ammissione di incapacità ad incassare il dovuto, a governare i fenomeni illegali, controbilanciata da una grande capacità: la captatio benevolentiae dei beneficiati, ovvero l’approvazione ed il sostegno dei (tanti) beneficiati. I trasgressori ringraziano.
Ma perché mi lamento? Anch’io sono stato beneficiato da una sanatoria: “Paghi subito, ti faccio lo sconto”: un eccesso di velocità di qualche kmh, sconto applicato da circa 70 a circa 40 euri se pagavo subito, cosa che ho fatto. E ’un condono (parziale) anche questo: pochi, maledetti e subito.
Nota 1) In effetti occorre andare a vedere se quella costruzione era vietata, severamente vietata o solo un poco vietata … sapete, occorre distinguere … bisogna conoscere le singole fattispecie … altrimenti si fa presto a dire … che vi credete? Qui mica si scherza!
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12 OTTOBRE 2018
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 1:36 pmDetto altrimenti: 12 ottobre 1492! (post 3349)
Ecchè, raga? Volete che uno come me, residente a Trento da trent’anni “ma” nato, studiato e sposato a Genova dimenticchi questa data, dimentichi l’impresa del mio ante-ante-antenato? Quando mai? Ed allora ecco a voi il mio omaggio al mio bis-cis-tris-avolo Cristoforo:
12 ottobre 1492
C’e calma
dal cielo.
Squassati velieri conducono uomini stanchi
fra ‘l pigro respiro del vento e dell’onda.
Non s’ode parola.
C’è attesa
sul mare.
Qualcuno ha la fede. Un altro, paura.
Ma il vento riaccende la sfida e sposa le vele.
Un grido: la terra!
C’è gioia
nel cuore.
Firmato: il vostro blogger
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COMPRARE O NO?
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 1:15 pmDetto altrimenti: un postaltrui di Gianluigi De Marchi (post 3348)
Spread su, borse giù, un’altalena … e allora che fare dei vostri sudati risparmi? Il governo dice di si … ma che fare? Qualche consiglio dal mio “vecchio” amico Gianluigi De Marchi www.demarketing2008.it
Inizia
Spread alle stelle, BTP a picco, rendimenti in rialzo: conviene comprare i titoli di Stato a questi prezzi? Come sempre in finanza la risposta è una sola: dipende!
Può sembrare strano che non ci sia una risposta chiara e netta, ma il mondo della finanza non è rigidamente regolato da leggi, nonostante alcuni “esperti” affermino il contrario…
Dipende…
Sì dipende da alcuni fattori che è bene considerare, in modo che chi volesse acquistare lo faccia in piena consapevolezza.
Prima cosa: ricordarsi che ogni investimento, anche quello apparentemente più sicuro e tranquillo (come sono tipicamente i buoni del Tesoro, titoli di Stato) ha un grado di rischio. Nel caso specifico il rischio è rappresentato dall’oscillazione del famoso “spread”, cioè del differenziale tra i rendimenti italiani e quelli tedeschi. Nei momenti di tensione che viviamo in questo periodo il differenziale si è ampliato e ciò ha provocato un calo (in certi casi vistoso) del prezzo dei BTP. Chi acquista oggi è certo che otterrà un rendimento futuro interessante, impensabile fino a qualche mese fa, ma non è detto che sia un affare. Se infatti lo spread continuasse a crescere, i prezzi continuerebbero a scendere e, in caso di necessità di ricuperare i soldi investiti, ciò provocherebbe una perdita. Consiglio per gli acquisti: comprare sì, ma solo se si è ragionevolmente sicuri di non avere necessità di disporre del capitale nei prossimi anni, attendendo quindi la scadenza dei titoli.
Seconda cosa: tenere presente che più la durata del titolo è lunga, più il rendimento è alto ma, parallelamente, più è alto anche il livello di oscillazione dei prezzi. E’ logico che un BTP a due/tre anni abbia quotazioni abbastanza stabili, perché la scadenza ravvicinata consente di riavere il proprio risparmio in tempi ravvicinati, mente le scadenze lunghe (a 10, 15 o 30 anni) espongono i risparmiatori a variazioni di prezzo molto ampie. Un esempio chiarisce subito la situazione: il BTP 4,5% con scadenza febbraio 2020 è sceso da 108 di maggio a 104 di oggi (perdita del 3,7%), mentre il BTP 3,45% con scadenza marzo 2048 è sceso da 113 di maggio a 92 di oggi (perdita 18,6%). Consiglio per gli acquisti: chi punta alla massima sicurezza scelga scadenze brevi (due/ tre anni), chi punta a rendimenti elevati scelga scadenze lunghe.
Terza cosa: ricordarsi che la cedola nominale dei titoli rappresenta un “paracadute” che protegge contro eventuali scivoloni delle quotazioni. A parità di durata, reggono meglio i prezzi di un titolo che paga il 5% di uno che paga il 2%. Consiglio per gli acquisti: chi volesse comprare oggi un BTP dovrebbe orientarsi verso un’emissione a cedola alta, che fra l’altro gli consentirebbe di beneficiare di un flusso cedolare più consistente.
Quarta cosa: la regola base per tutti quelli che investono è la diversificazione, che consente di ridurre il rischio complessivo del portafoglio. Puntare su un solo titolo è come puntare sul 36 alla roulette; si può guadagnare tanto ma si può anche perdere tutto; puntare su un “giardinetto titoli” consente di mediare le oscillazioni dei vari titoli, guadagnando di meno rispetto al migliore, ma perdendo di meno rispetto al peggiore. Solo chi ha le carte truccate può vincere rischiando tutto… Discorso analogo per le categorie di titoli: è bene evitare di concentrare gli investimenti su un solo settore (obbligazioni, azioni, titoli di Stato) ed è meglio sparpagliare il capitale su più tipologie, mescolando (in proporzioni variabili secondo il personale grado di rischio accettato) un po’ di BTP, un po’ di azioni, un po’ di ETF e così via. Consiglio per gli acquisti: se avete finora solo titoli di Stato in portafoglio, astenetevi dall’incrementare la posizione, perché accettate un rischio più elevato; se invece non ne avete è il momento buono per mettere nel dossier un po’ di Buoni del Tesoro.
Insomma, usare il cervello e non farsi trascinare né dalla depressione né dall’entusiasmo.
Finisce
Visto che amici che io, raga?
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NONNE CORAGGIOSE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 6:28 amDetto altrimenti: ma sì … dai … un bel post di alleggerimento! (post 3347)
“Ma … tua moglie dov’è?” Ed io: “Maria Teresa è a Roma, dal fratello, una riunione di famiglia …” oppure: “E’ impegnata con le nipotine”. Tutte bugie. E siccome che le bugie hanno le gambe corte e per di più io non le so dire, l’amico di turno mi guardava sospettoso, al che io: “No, non ci stiamo separando, cosa stai pensando!?” Capirete … non essere presente ad una riunione di famiglia (io); disdire la partecipazione ad una bella pedalata della Fiab e saltare la serata inaugurale dell’Anno Accademico dell’Accademia delle Muse (lei) … insomma, qualche pensiero poteva ben nascere negli amici.
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Ma allora, dov’era mai Maria Teresa? A Roma, amici, all’insaputa di tutti, anche del fratello “romano”, a partecipare al gioco quiz televisivo L’Eredità condotto da Flavio Insinna. Nonne coraggiose, dicevo. Già, infatti occorre decidere di scrivere; prenotarsi per una preselezione (noi Trentini a S. Giovanni Lupatoto, VR); superare la selezione; studiare bene tutte le istruzioni preparatorie che si ricevono; andare a Roma e … partecipare! Vincere poi è un’altra cosa: lo dimostrano “campioni” finalisti per sei puntate successive che non hanno vinto un centesimo. Ma l’importante è esserci, soprattutto all’età di … eh no, raga, l’età delle signore non si dice. Vi basti sapere che abbiamo due nipotine.
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Roma. Gli studi RAI 1, la loro organizzazione, gli incontri casuali con personaggi dello schermo, un mondo nuovo, complesso, per certi aspetti sorprendente tanto è tutto bene organizzato (brava RAI), la simpatia del conduttore, infine il gioco. La fase preliminare – domande su canzoni moderne – è sicuramente penalizzante per concorrenti che hanno superato i … 18 anni. Evvabbè, d’altra parte la maggior parte dei concorrenti è rappresentata da giovani. Qui Maria Teresa è stata incerta. Tuttavia la domanda sulla quale è caduta è stata sul nome del buddismo tibetano: avrebbe dovuto dire “lamaismo”. Ma va bene così.
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Nel frattempo il silenzio stampa imposto dall’interessata era stato rotto dalla figlia e da un paio di telefonate ed ecco che si sono scatenati i messaggi “uozapp” e le telefonate: “Maccome, non mi avevate avvertito?” oppure “Uei, l’ho visto per caso, complimenti ..” etc. Insomma, siamo famosi, lei per quello che ha fatto alla sua tenera età, ed io perché ”dietro una grande donna c’è sempre un grande uomo … un po’ bugiardo!”
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Buona “Ghigliottina” a tutte e a tutti!
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Riccardo
Un commento: “Il sangue non è acqua e il coraggio non ti manca. Sei caduta in piedi e questo importa. La risposta non era nel tuo grandissimo è ricchissimo vocabolario.
Gian Franco
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