VVV- VALORE VINO VALSUGANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Ottobre, 2018 @ 2:56 pm

Detto altrimenti: una “V” dai vari significati   (compreso “Vittoria!”)  (post 3352)

IMG_4805Quando da ragazzi s’andava a sciare, da Genova, sul pullman si cantava – fra le altre – “Quando anderemo fora fora de la Valsugana…” ma nessuno di noi l’aveva mai nemmeno vista questa valle. Poi è arrivata la mia residenza a Trento, trent’anni fa, e l’ho conosciuta con la bicicletta: Trento, Vigolo Vattaro, Levico, Telve V., Telve di Sopra, passo del Manghen, Val Floriana, Trento;  e più volte anche adesso, ma molto meno faticosamente, a quasi 75 anni d’età: Levico-Bassano del Grappa.

Oggi ho fatto la sua terza conoscenza: VVV Valore Vino Valsugana

  • IMG_4835Personaggi ed interpreti : Valentino Cenci con la moglie Silvia, i genitori Antonio e Clara, fratelli e sorelle, i suoceri e il nipotino.
  • Scenario: la loro casa-impresa Azienda Agricola appena fuori di Borgo V., verso est, in Località Ceggio, 3 – Castelnuovo Trento. info@cencitrentino.it, tel. 338 7580333
  • Evento: l’inaugurazione della loro AAV-Azienda Agricola Vitivinicola.
  • Il motto della casa: Wine is Life.
  • Enologo: Renzo Grisenti detto Brisa.
  • Stemma araldico: una C che racchiude le iniziali S e V, che paiono quasi il benaugurante simbolo del dollaro USA.
  • Supporto gastronomico: Riccardo Bosco, chef patron del Ristorante Boivin di Levico (boivin, dove bolle il vino).
  • Catering: La Dolce Emozione di Novaledo TN.
  • Comunicazione: la bella Aurora.
  • Pubblico: tutti noi amici, invitati all’Evento.

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La settimana scorsa sono stato in bicicletta con Fiab Trento nella bassa modenese (v. apposito post) dove fra l’altro abbiamo visitato un’azienda simile, solo che laggiù il mosto lo fanno diventare … acido, nel senso di ottimo e prezioso aceto tradizionale. Qui da Silvia e Valentino, invece, il mosto diventa ottimo Chardonnay, superlative bollicine Trentodoc e presto anche del nero superiore e del rosato. Due aziende familiari – aceto e vino –  due piccole grandi imprese-intraprese (grandi nel senso di great, un “grande” che vale molto di più di un semplice big!) che rappresentano l’Italia vera, il paese vero, quello che spesso la politica che vola troppo alto trascura.

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Davanti al loro edificio si stacca il profilo di una salita importante, quella del Passo Manghen. Una salita, tanta fatica per noi ciclisti, il successo della conquista, lo stesso che tutti noi che eravamo oggi lì presenti – ed anche chi non c’era – auguriamo loro e che non mancherà certo. Il VVV-Valore-Vino-Valsugana: il clima sta cambiando, aziende come Franciacorta stanno cercando di ampliare la loro zona doc verso la montagna. Qui in Valsugana i 500 m di altitudine valgono già di per sé i 700 della Valle dell’Adige: un piccolo vantaggio competitivo, se vogliamo. E poi, dall’uva alla bottiglia, perché i due amici hanno 4 ettari di vigne e presto anche qualche ettaro in più.

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        Renzo Grisenti (Brisa)

Ci hanno spiegato i dati chimici del loro nettaree: il PH (PH: inverso del logaritmo della concentrazione degli idrogenioni – da 1, acido a 14, basico, n.d.r.); gli zuccheri; gli amidi; il grado alcolico; le caratteristiche organolettiche; il processo di produzione … insomma cose da esperti del settore, ed io che esperto lo sono solo nel sub-settore “organolettico” nel senso che so capire e gustare un buon vino, anzi, un vino eccellente,  sono stato contento di sentire in quali buone mani siamo.

Mi ha colpito il loro entusiasmo ma soprattutto l’elevato grado di imprenditorialità e managerialità, così già marcato pur in persone molto giovani: quello che ci vuole per far navigare la Nave Italia: un esempio per tutti. Bravi “nonni” Antonio e Clara, bravi Silvia e Valentino.

Ad maiora!

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LA FELICITA’ DALLA POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Ottobre, 2018 @ 7:19 am

 

Detto altrimenti: “felicità”, parola da maneggiare con cura       (post 3351)

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“Tutti felici, mi raccomando!”

 

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Recentemente ho udito un politico  affermare che farà felici tutti i cittadini e che la felicità genererà ricchezza. Al che mi sono fermato un poco a (cercare di) ragionare su due aspetti.

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download (2)Il primo aspetto: all’individuo – per dirla con un tale Friedrich Nietzsche – “non bisogna fare prescrizioni riguardo il cammino da seguire per raggiungere la felicità: la felicità individuale sgorga infatti seguendo leggi proprie ignote a tutti, prescrizioni dall’esterno possono solo ostacolarla, frenarla …. Solo se l’umanità avesse uno scopo comune riconosciuto da tutti si potrebbe proporre “bisogna agire così e così”. Ma per il momento non c’è alcuno scopo di questo tipo …” (F. Nietzsche, “Divieni ciò che sei – Pensieri sul coraggio di essere se stessi” Christian Marinotti Ed., €17,00, pagg 178-179).

Un esempio? Due giovani impiegati laureati trentenni: uno si dà un gran daffare per fare carriera, disponibile a qualsiasi orario e sede; l’altro chiede il part time perché il suo scopo primario è stare in famiglia, leggere e scrivere libri: due felicità ben diverse, non vi pare?

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“Poi non mi venite a dire che non vi avvertito …”

Ed allora mi è venuto da fare un collegamento con un’altra mia lettura recente, quella de “Il fascismo eterno” di Umberto Eco, il suo libro più venduto in assoluto, scritto vent’anni fa e oggi edito dalla casa Editrice La nave di Teseo (50 paginette, €5,00). Alle pagine 45 e sgg. Eco ci parla del “populismo qualitativo”: “ … nel fascismo gli individui non hanno diritti in quanto tali: è il popolo concepito come una qualità, un’entità monolitica che esprime la “volontà comune”. Dal momento che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete…. i cittadini hanno perso il potere dei delega … nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo TV o internet in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentata e accettata come “la voce del popolo … quando il leader getta dubbi sulla legittimità (di fatto o di diritto, n.d.r.) del parlamento, possiamo sentire l’odore del fascismo”.

(Ho evidenziato in grassetto e con il colore blu la coincidenza del pensiero dei due Autori).

download (4)Il secondo aspetto: la felicità come fattore della produzione? Quasi vero, mi permetto di dire io: ovvero, non la felicità ma la motivazione è uno anzi il principale fattore della produzione, molto più importante del capitale e del lavoro. E qui cito un altro libro, scritto da un tale che poi nel 1935 è anche stato fatto santo, l’Utopia di Thomas More (per noi Tommaso Moro (1478-1535). Ve ne sono molte edizioni: io cito fra le tante la traduzione di Maria Lia Guardini, Piccola Biblioteca del Margine Ed. €15,00), là dove il tempo della giornata deve essere diviso in tre parti equivalenti: lavoro, riposo, svago-istruzione. Orbene, quale prescrizione politica potrebbe arrivare a soddisfare questi tre diversi tipi di “felicità”? La produzione è invece assai bene garantita da un lavoratore motivato e la persona motivata può essere motivata e felice oppure motivata perché ancora infelice ma desiderosa di migliorare all’interno di un sistema che glielo consente.

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Dice … ma che, blogger, vuoi dar ascolto ad un’utopia? Si, amici perché l’utopia non è un traguardo irraggiungibile, ma un traguardo semplicemente non ancora raggiunto.

Chiudo con un invito: leggete, amici, leggete questi tre libri e mentre li leggete pensate all’oggi, alla loro estrema attualità, alla loro preveggenza, ragionate su quanto possono essere utili per capire il nostro presente e soprattutto il nostro futuro. Buoni libri a tutte e a tutti!

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CONDONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 4:43 pm

Detto altrimenti: “Prima pagina venti notizie / ventuno ingiustizie e lo Stato che fa / si costerna, s’indigna, s’impegna / poi getta la spugna con gran dignità’”. Dai che la conoscete quella famosa canzone di Fabrizio De Andrè, “Don Raffae’  ” …   (post 3350)

Ecco, lo Stato getta la spugna sui fondi esportati clandestinamente, sull’evasione fiscale, sull’abusivismo edilizio. L’ultima? Nel decreto per il ponte Morandi (Genova) ha infilato la sanatoria con finanziamento (regalo) al 100 % per la ricostruzione di tutte le case che non siano “del tutto” (1) abusive edificate a Ischia, crollate o non crollate a seguito del terremoto, edificate e/o riedificate anche in deroga alle leggi a tutela del paesaggio.

Sanatorie, condoni = ammissione di incapacità ad incassare il dovuto, a governare i fenomeni illegali, controbilanciata da una grande capacità: la captatio benevolentiae dei beneficiati, ovvero l’approvazione ed il sostegno dei (tanti) beneficiati. I trasgressori ringraziano.

Ma perché mi lamento? Anch’io sono stato beneficiato da una sanatoria: “Paghi subito, ti faccio lo sconto”: un eccesso di velocità di qualche kmh, sconto applicato da circa 70 a circa 40 euri se pagavo subito, cosa che ho fatto. E ’un condono (parziale) anche questo: pochi, maledetti e subito.

Nota 1) In effetti occorre andare a vedere se quella costruzione era vietata, severamente vietata o solo un poco vietata … sapete, occorre distinguere … bisogna conoscere le singole fattispecie … altrimenti si fa presto a dire … che vi credete? Qui mica si scherza!

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12 OTTOBRE 2018

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 1:36 pm

Detto altrimenti: 12 ottobre 1492!       (post 3349)

Ecchè, raga? Volete che uno come me, residente a Trento da trent’anni “ma” nato, studiato e sposato a Genova dimenticchi questa data, dimentichi l’impresa del mio ante-ante-antenato? Quando mai? Ed allora ecco a voi il mio omaggio al mio bis-cis-tris-avolo Cristoforo:

12 ottobre 1492

 

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Genova, Porta Soprana, a fianco della casa di Colombo (foto mia)

C’e calma

dal cielo.

Squassati velieri conducono uomini stanchi

fra ‘l pigro respiro del vento e dell’onda.

Non s’ode parola.

C’è attesa

sul mare.

Qualcuno ha la fede. Un altro, paura.

Ma il vento riaccende la sfida e sposa le vele.

Un grido: la terra!

C’è gioia

nel cuore.

 

Firmato: il vostro blogger

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COMPRARE O NO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 1:15 pm

Detto altrimenti: un postaltrui di Gianluigi De Marchi         (post 3348)

 Spread su, borse giù, un’altalena … e allora che fare dei vostri sudati risparmi? Il governo dice di si … ma che fare? Qualche consiglio dal mio “vecchio” amico Gianluigi De Marchi www.demarketing2008.it

Inizia 

Spread alle stelle, BTP a picco, rendimenti in rialzo: conviene comprare i titoli di Stato a questi prezzi? Come sempre in finanza la risposta è una sola: dipende!

Può sembrare strano che non ci sia una risposta chiara e netta, ma il mondo della finanza non è rigidamente regolato da leggi, nonostante alcuni “esperti” affermino il contrario…

Dipende…

Sì dipende da alcuni fattori che è bene considerare, in modo che chi volesse acquistare lo faccia in piena consapevolezza.

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“La prudenza non è mai troppa …”

Prima cosa: ricordarsi che ogni investimento, anche quello apparentemente più sicuro e tranquillo (come sono tipicamente i buoni del Tesoro, titoli di Stato) ha un grado di rischio. Nel caso specifico il rischio è rappresentato dall’oscillazione del famoso “spread”, cioè del differenziale tra i rendimenti italiani e quelli tedeschi. Nei momenti di tensione che viviamo in questo periodo il differenziale si è ampliato e ciò ha provocato un calo (in certi casi vistoso) del prezzo dei BTP. Chi acquista oggi è certo che otterrà un rendimento futuro interessante, impensabile fino a qualche mese fa, ma non è detto che sia un affare. Se infatti lo spread continuasse a crescere, i prezzi continuerebbero a scendere e, in caso di necessità di ricuperare i soldi investiti, ciò provocherebbe una perdita. Consiglio per gli acquisti: comprare sì, ma solo se si è ragionevolmente sicuri di non avere necessità di disporre del capitale nei prossimi anni, attendendo quindi la scadenza dei titoli.

Seconda cosa: tenere presente che più la durata del titolo è lunga, più il rendimento è alto ma, parallelamente, più è alto anche il livello di oscillazione dei prezzi. E’ logico che un BTP a due/tre anni abbia quotazioni abbastanza stabili, perché la scadenza ravvicinata consente di riavere il proprio risparmio in tempi ravvicinati, mente le scadenze lunghe (a 10, 15 o 30 anni) espongono i risparmiatori a variazioni di prezzo molto ampie. Un esempio chiarisce subito la situazione: il BTP 4,5% con scadenza febbraio 2020 è sceso da 108 di maggio a 104 di oggi (perdita del 3,7%), mentre il BTP 3,45% con scadenza marzo 2048 è sceso da 113 di maggio a 92 di oggi (perdita 18,6%). Consiglio per gli acquisti: chi punta alla massima sicurezza scelga scadenze brevi (due/ tre anni), chi punta a rendimenti elevati scelga scadenze lunghe.

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L’Autore, reperibile in internet o a Torino

Terza cosa: ricordarsi che la cedola nominale dei titoli rappresenta un “paracadute” che protegge contro eventuali scivoloni delle quotazioni. A parità di durata, reggono meglio i prezzi di un titolo che paga il 5% di uno che paga il 2%. Consiglio per gli acquisti: chi volesse comprare oggi un BTP dovrebbe orientarsi verso un’emissione a cedola alta, che fra l’altro gli consentirebbe di beneficiare di un flusso cedolare più consistente.

Quarta cosa: la regola base per tutti quelli che investono è la diversificazione, che consente di ridurre il rischio complessivo del portafoglio. Puntare su un solo titolo è come puntare sul 36 alla roulette; si può guadagnare tanto ma si può anche perdere tutto; puntare su un “giardinetto titoli” consente di mediare le oscillazioni dei vari titoli, guadagnando di meno rispetto al migliore, ma perdendo di meno rispetto al peggiore. Solo chi ha le carte truccate può vincere rischiando tutto… Discorso analogo per le categorie di titoli: è bene evitare di concentrare gli investimenti su un solo settore (obbligazioni, azioni, titoli di Stato) ed è meglio sparpagliare il capitale su più tipologie, mescolando (in proporzioni variabili secondo il personale grado di rischio accettato) un po’ di BTP, un po’ di azioni, un po’ di ETF e così via. Consiglio per gli acquisti: se avete finora solo titoli di Stato in portafoglio, astenetevi dall’incrementare la posizione, perché accettate un rischio più elevato; se invece non ne avete è il momento buono per mettere nel dossier un po’ di Buoni del Tesoro.

Insomma, usare il cervello e non farsi trascinare né dalla depressione né dall’entusiasmo.

 Finisce

 Visto che amici che io, raga?

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NONNE CORAGGIOSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 6:28 am

Detto altrimenti: ma sì … dai … un bel post di alleggerimento!     (post 3347)

bty“Ma … tua moglie dov’è?” Ed io: “Maria Teresa è a Roma, dal fratello, una riunione di famiglia …” oppure: “E’ impegnata con le nipotine”. Tutte bugie. E siccome che le bugie hanno le gambe corte e per di più io non le so dire, l’amico di turno mi guardava sospettoso, al che io: “No, non ci stiamo separando, cosa stai pensando!?” Capirete … non essere presente ad una riunione di famiglia (io); disdire la partecipazione ad una bella pedalata della Fiab e saltare la serata inaugurale dell’Anno Accademico dell’Accademia delle Muse (lei) … insomma, qualche pensiero poteva ben nascere negli amici.

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btyMa allora, dov’era mai Maria Teresa? A Roma, amici, all’insaputa di tutti, anche del fratello “romano”, a partecipare al gioco quiz televisivo L’Eredità condotto da Flavio Insinna. Nonne coraggiose, dicevo. Già, infatti occorre decidere di scrivere; prenotarsi per una preselezione (noi Trentini a S. Giovanni Lupatoto, VR); superare la selezione; studiare bene tutte le istruzioni preparatorie che si ricevono; andare a Roma e … partecipare! Vincere poi è un’altra cosa: lo dimostrano “campioni” finalisti per sei puntate successive che non hanno vinto un centesimo. Ma l’importante è esserci, soprattutto all’età di … eh no, raga, l’età delle signore non si dice. Vi basti sapere che abbiamo due nipotine.

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btyRoma. Gli studi RAI 1, la loro organizzazione, gli incontri casuali con personaggi dello schermo, un mondo nuovo, complesso, per certi aspetti sorprendente tanto è tutto bene organizzato (brava RAI), la simpatia del conduttore, infine il gioco. La fase preliminare – domande su canzoni moderne – è sicuramente penalizzante per concorrenti che hanno superato i … 18 anni. Evvabbè, d’altra parte la maggior parte dei concorrenti è rappresentata da giovani. Qui Maria Teresa è stata incerta. Tuttavia la domanda sulla quale è caduta è stata sul nome del buddismo tibetano: avrebbe dovuto dire “lamaismo”. Ma va bene così.

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bdrNel frattempo il silenzio stampa imposto dall’interessata era stato rotto dalla figlia e da un paio di telefonate ed ecco che si sono scatenati i messaggi “uozapp” e le telefonate: “Maccome, non mi avevate avvertito?” oppure “Uei, l’ho visto per caso, complimenti ..” etc. Insomma, siamo famosi, lei per quello che ha fatto alla sua tenera età, ed io perché ”dietro una grande donna c’è sempre un grande uomo … un po’ bugiardo!”

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Buona “Ghigliottina” a tutte e a tutti!

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Riccardo

Un commento: “Il sangue non è acqua e il coraggio non ti manca. Sei caduta in piedi e questo importa. La risposta non era nel tuo grandissimo è ricchissimo vocabolario.
Gian Franco

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MARKETING SUI CERVELLI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2018 @ 11:23 am

Detto altrimenti: cioè … detto in altro modo? Quello dell’attuale politica!     (post 3346)

Il marketing, studio del mercato e dei prodotti che esso può assorbire. Il marketing si divide in marketing operativo (si occupa del mercato e dei prodotti dell’oggi); in marketing strategico (cerca di prevedere la richiesta futura); in marketing diabolico, quello che promette il soddisfacimento di bisogni che altrimenti nessuno avrebbe ritenuto esistenti e/o possibili da soddisfare.

Ecco, mi pare che una certa politica romana odierna sia guidata da … un grande esperto di marketing diabolico! Quanti sono i non laureati che aspirano a …? Molti? E allora togliamo il valore legale alla laurea! Quanti i non-ancora-pensionati che aspirano alla pensione? Quante le partite IVA singole? Quanti gli evasori fiscali? Basta accontentare tutti o almeno, basta promettere di accontentare tutti ed il gioco è fatto.

In tal modo rinascono le corporazioni dei possibili beneficiati, ognuna delle quali difende il proprio status (votando il governo) secondo una percezione sensoriale e senza avere alcuna visione d’insieme. Mi spiego: seduti in cima ad un’alta scogliera, avete il massimo della visione d’insieme del mare e nessuna percezione sensoriale. I due valori si invertono gradualmente man mano che scendete verso il mare, e quando vi immergete, avrete la massima percezione sensoriale e nessuna visione d’insieme. Ecco, ogni corporazione vota quel governo sulla base della propria percezione sensoriale e ciò è logico e comprensibile. Ma che a non avere la visione d’insieme sia chi governa, be’ … questo è molto grave.

Dice … ma lo spread non arriverà a quota 400! Uei, raga … mi pare come quella persona sovrappeso che dovrebbe pesare 70 kg, ne pesa 80 e si promette – rassicurando se stesso, il proprio medico e la sua famiglia – di non arrivate a 90!

(continua alla prossima puntata)

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VAJONT

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Ottobre, 2018 @ 12:36 pm

 

Detto altrimenti: va giù …. (post 3345, con appenbdice)

 

9 OTTOBRE 1963 – 10 OTTOBRE 2018

 

VAJONT (Va-jont)

 

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      Qui c’era il lago … da allora c’è la frana

Va giù …va giù …

dapprima silente

e poi improvviso

cade

pesante nell’acqua ristretta e profonda

un monte ucciso dagli anni

e da un progetto assassino.

Bagliore di cavi tranciati.

“Lampeggia sul monte!

Cos’è? Temporale?”

Valanga di aria compressa

strappa i panni di casa

dai fili distesi

fluido maglio d’annuncio mortale

soffoca i muri indifesi

di una indifesa città.

 “Cos’è questo tuono?

Un Foen improvviso?

Chiudete le porte!

Non vedi ch’è solo?

Ormai superato il terzino!

Fa goal lo spagnolo!”

Sibilante

più volte annunciato

maremoto alpino

interrompe violento

azione

partita

la vita.

Dolori scheggiati

infangati

parole ormai mute

non legano più fra di loro

sbriciolati frammenti

di una impazzita ragione.

Pochi oramai gli occhi ancor vivi

tristi cavalli di frisia

a sbarrare la strada ed il passo

al nulla rimasto

svuotati di lacrime

dal troppo dolore

come il lago dal Toc.

Ed io

pellegrino tardivo

posso solo indagare il Ricordo

affinchè il Ricordo non muoia.

 

Firmato: il vostro blogger Riccardo

Appendice

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     Autostrada Torino-Savona zona ponte Stura

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La provincia di Belluno era povera (v. Post “RESTART restarts!” del 20 luglio 2018). Negli anni si è molto industrializzata con i risarcimenti erogatile a causa del disastro del Vajont. Nonostante ciò, oggi non è ricca, anzi, è stata impoverita dagli interventi dello Stato sull’assetto delle provincie.

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        Idem come foto sopra

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Genova, ponte Morandi: per fortuna molte, molte vittime di  meno ma quanto ai danni forse – anzi, quasi sicuramente –  molti molti di più di più all’intera città. In entrambi i casi non si è trattato di una fatalità, ma di malafede (Vajont) o di errori umani per incuranza, disattenzione, irresponsabilità o quanto meno “confusione delle  pre-responabilità” : io ho detto, lui ha scritto … ma nessuno ha fatto.

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DEMOAUTONOMIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Ottobre, 2018 @ 9:29 am

Detto altrimenti: di che si tratta? Dai, leggete qui sotto!       (post 3344)

Nei millenni il termine “democrazia” ha significato, in successione: A) potere sul popolo (il democrator (nota 1) era il tiranno); B) strapotere del popolo (così accusato dalle destre escluse dal governo); C) potere del popolo. Oggi, “grazie” alle reti, siamo regrediti dalla terza alla seconda forma, cioè allo strapotere del popolo delle reti. Se non stiamo attenti, con la cosiddetta democrazia diretta, passeremo alla prima forma: dalla democrazia alla tirannide di una oligarchia.

E invece, almeno qui, in Trentino, alle prossime elezioni amministrative, avremmo la possibilità di passare dal terzo significato ad un quarto, diverso, migliore significato, cioè dalla democrazia alla demoautonomia. Infatti, quando al centro (Roma) ci sono spinte autocratiche e antidemocratiche, maggiormente devono, possono e di fatto nascono istanze autonomiste locali (nota 2), in questo caso per la difesa del terzo tipo di democrazia, almeno a livello locale.

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(1) Who opened the door for the democrator?
And how come he let in the market-conquistadors?
Why is he acting as if he has something to hide?
The privilege of the stupid is to be taken for a ride.

(“ride”: passaggio, corsa, strumento, mezzo , cavalcatura …)

Chi ha spalancato la porta al tiranno? / Come è successo che egli si è inserito nel novero dei conquistatori? / Perché si comporta come se avesse qualcosa da nascondere? / Il privilegio dello stupido è di essere strumento altrui.

(2) Così, il filosofo austriaco del diritto Hans Kelsen in “Teoria generale del diritto e dello Stato”.

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BRASILE COME ITALIA E VICEVERSA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Ottobre, 2018 @ 7:01 am

Detto altrimenti: eppure erano ricchi rispettivamente di petrolio e di democrazia … (post 3343)

Italia-Brasile, e non è una partita di calcio, purtroppo.

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Scrive Aldo Cazzullo su Corsera 9.1.18 pag. 29: “Il giorno in cui realizzeremo quale pericolo la rete rappresenti per la democrazia e per le relazioni tra le persone sarà sempre troppo tardi”. Crisi del centrodestra e del centro sinistra e della sinistra. La destra vince, anche in Brasile con Bolsonaro che ha fatto campagna elettorale con slogan e false notizie attraverso la rete. Qui  fianco: il prossimo viaggio all’estero di Salvini?

E’ proprio vero che un bene si apprezza quando ti manca. Così mi sta accadendo per il Bene Democrazia.

download (1)Io sono nato il 3 febbraio 1944, sul finire della guerra, della quale ricordo solo la carta pressata nelle fessure delle persiane e la luce azzurrata nel vano delle scale. Dopo, Democrazia. Imperfetta, malata se volete, ma pur sempre Democrazia: pluralità di partiti e di idee. Oggi no, oggi mi sento oppresso da un nuovo 1984 alla Orwell, da un nuovo Grande Fratello: la rete manovrata da moderni gladiatori retiarii che “irretiscono” (appunto!) le masse attraverso un’azione di marketing diabolico. Mi spiego: il marketing può essere operativo. studio del mercato e dei prodotti attuali; strategico: cercare di indovinare le future richieste del mercato; diabolico: far nascere richieste da parte del mercato per il soddisfacimento di bisogni che altrimenti i mercati non avrebbe mai avvertito. E le masse, “ignoranti”, ci cascano.

Dice … “masse “ignoranti”, blogger? Ma che, mi fai l’elitario, lo snob, lo “studià”? Dico: no, amici per nulla! Lo dimostra la mia insistenza perché la scuola fornisca più conoscenza e meno capacità; lo dimostra il mio apprezzamento per l’insegnamento di Don Milani, per il quale valeva di più il figlio di un montanaro che avesse meritato un quattro del figlio di un professionista fiorentino che avesse meritato un nove.

downloadDice … ma tu, caro blogger, sei proprio sicuro che la gente nella stragrande maggioranza voglia realmente la Democrazia? Non vedi – ad esempio – come anche all’interno dell’Associazionismo e dei singoli partiti la Democrazia sia spesso violata da prepotenze, furbizie, inerzie? E la gente lascia correre …ma sì … che vuoi che sia … non vale la pena … dopo tutto poi …” Vuoi qualche esempio?  Un partito politico, il suo Statuto recita che i membri della commissione elettorale non possono candidare e invece candidano e non succede nulla; assemblee condominiali gestite dallo stesso amministratore; assemblee di soci presiedute dal Presidente dell’associazione; un’associazione: si raccolgono deleghe fasulle per vincere un’assemblea, e non succede nulla; un’altra associazione: delibere dell’assemblea ordinaria che modificano quelle dell’assemblea straordinaria … Solo piccoli grandi esempi di eventi di democrazia mancata, ma vabbè …

download (3).

Rispondo. Esiste un libricino piccolo piccolo, l’ “Anonimo Ateniese” scritto 2500 anni fa da un esule ateniese – rimasto anonimo, appunto, per cui se il libraio vi chiedesse il nome dell’autore … – il quale potè impunemente criticare la (falsa, n.d.r.) democrazia ateniese solo in quanto non perseguibile dal potere della sua città. Ma soprattutto egli ci spiega come mai, nonostante tutti questi suoi difetti, quel regime durasse così a lungo. Ecco, anche noi oggi dovremmo fare un esame dei difetti della nostra ex-Democrazia, delle ragioni del suo lungo perdurare nonostante gli stessi, per arrivare ad una conclusione: preferiamo riavere la nostra Democrazia malata, curarla, risanarla e conviverci, o preferiamo che resti invalida per sempre o peggio che muoia?  Perché la malattia è una condizione che conduce ad una delle seguenti conseguenze: guarigione, invalidità, morte.

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