RIACE, OVVERO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Ottobre, 2018 @ 5:55 am

Detto altrimenti: la libertà (anche di informazione) negata e le PP – Priorità Populiste       (post 3362)

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Riace, Centro in provincia di Reggio Calabria, posto su un dosso a 7 km. dal mar Jonio, Riace è situato 300 metri sopra il livello del mare e conta 1.726 abitanti. Famosa per aver regalato al mondo, due opere d’arte di inestimabile valore i Bronzi di Riace, adesso esposti nel museo nazionale di Reggio Calabria. Il paese si sviluppa in due nuclei abitativi distinti: Riace Marina, sul mare e Riace Borgo, sulla collina.

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Fabio Fazio ieri sera a “Che tempo che fa” mentre intervista Domenico Mimmo Lucano sindaco di Riace: https://www.raiplay.it/video/2018/10/Domenico-Lucano—21102018-15e60b2e-586b-4425-ac77-0f34bd385866.html

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Gli immigrati e il rispetto della legge? Domenico Lucano: “Anche i nazisti rispettavano la loro legge”. Nel mio post “Un vangelo laico” del 14 ottobre ho paragonato Domenico Lucano a Giorgio la Pira e a Tommaso Moro.

Domenico Lucano, premi e riconoscimenti più che internazionali: mondiali. E noi, per conoscerlo, abbiamo dovuto aspettare gli attacchi della Lega.

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Fazio: anche la RAI se ne è occupata … su di lui un originale televisivo di Beppe Fiorello che però è bloccato (sic!). Bloccato? E da chi? Per ordine di chi? Forse da parte di un novello MINCULPOP? L’acronimo significava Ministero della Cultura Popolare, strumento fascista per il controllo della comunicazione e la formazione (unidirezionale) della mente dei cittadini. Un acronimo che oggi potrebbe essere letto – con un po’ si malizia, lo ammetto, ma chi lo ha inventato se l’è tirata addosso, l’è anà col cul ne le pedate! – Ministero per la presa per … i fondelli del popolo.

Bloccato. Il fatto è gravissimo, rappresenta un pericoloso inizio, quello del controllo politico dell’informazione. 

Assegnazione diretta ad una (piccolissima e povera) cooperativa sociale del servizio raccolta rifiuti, la quale – fra l’altro – raccoglie i rifiuti avvalendosi di asini (asini, quelli che fanno hi-ho!) perchè nei vicoli del centro storico non si può transitare con mezzi meccanici: altro reato gravissimo, è ben giusto che sia perseguito con priorità, che se ne parli, che ci si scandalizzi. Poi, con calma, ci occuperemo dei molti incendi di capannoni pieni di rifiuti abusivi dati alle fiamme al nord per cancellare le prove dell’azione della mafia dei rifiuti. Con calma … Ecco un bell’esempio di PP-Priorità Populista.

Un amaro Lucano. Mimmo Lucano, amareggiato ma non scoraggiato, sempre determinato: proponiamolo per il Nobel per la Pace.

In vacanza dove? La prossima estate farò di tutto per andare a Riace Marina.

Nel frattempo arrivano i risultati delle elezioni amministrative in provincia di Bolzano : Provincia: SVP 41,89% – KOELLENSPERGER 15,23% – LEGA 11,08 % // Bolzano Città: LEGA 27,77% – SVP 16,58% – PD 12,18% – verdi 10,36. – Lo scrutinio in Trentino è iniziati da 18 minuti (sono le ore 07,18). Temo che possa essere come BZ città …

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I COMPROMESSI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Ottobre, 2018 @ 8:01 am

Detto altrimenti: ve ne sono di molti tipi (oggi in Trentino Alto Adige si vota)     (post 3361)

(21 ottobre, si vota: silenzio stampa. Questo post è stato “bloccato” nel senso che vi ho apposto una password di accesso. Oggi, 22 ottobre, tolgo il blocco e il post è liberamente leggibile)

Siamo Arrivati ad un compromesso, con soddisfazione di entrambe le parti”. Una frase che abbiamo sentito in occasioni diverse. In questo caso il compromesso è un fatto positivo.

Il compromesso immobiliare, primo passo per l’acquisto di un appartamento. Si va dal notaio, si paga una certa somma, il notaio provvede alla trascrizione sui registri immobiliari di questo che è un vero e proprio contratto preliminare, preservando l’acquirente da brutte sorprese. Anche questo compromesso è un fatto positivo.

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Salendo di livello, arriviamo ai compromessi presi in esame da Paolo Mieli nel suo prezioso libro “I conti con la storia” (Rizzoli Ed., I° Ed. 2013) nel capitolo alle pagine 38 e sgg. “Mosche e scarafaggi: quando i compromessi fanno la storia”. Mieli distingue fra i compromessi “sordidi” (Albert Einstein così definì i compromessi inammissibili, gli unici da evitare) e quelli indispensabili. Il filosofo israeliano Avishai Margalit traccia la linea fra i due tipi con un esempio: uno scarafaggio nella minestra esclude qualsiasi compromesso: la minestra va gettata via; una mosca che si posa sulla pomata spalmata su una ferita … be’ … la scacciate con un gesto e la cosa finisce lì.

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Oggi da parte di una parte della politica di parla di ”cambiamento” attraverso l’alleanza fra due gruppi molto diversi: uno tende molto a destra, l’altro tende molto ad una (falsa) sinistra: un compromesso, dunque. In realtà si tratta di due forze concorrenti che scendono a compromesso sui rispettivi obiettivi populisti.

Per inciso: si può cambiare in meglio ma anche in peggio, quindi il cambiamento di per se’ non è automaticamente e necessariamente un fatto positivo.

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Nella nostra passata storia politica c’era già stato un compromesso molto famoso, quello “storico” voluto da Aldo Moro: il Centro DC con la sinistra. Taluno non ha approvato e su indicazione di talaltro ha organizzato la strage di Via Fani.

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Per inciso: una tecnica da guerriglia militare (purtroppo) di primissimo ordine degna del migliore addestramento: uccisioni “mirate”, tempi sincronizzati … chi mai può avere avuto tanta capacità (criminale) se non dopo un lungo e minuzioso addestramento e da parte di chi poi, mi chiedo? Ma questa è un’altra storia.

Oggi assistiamo ad un altro compromesso: l’alleanza fra le due forze politiche entrambi  “del cambiamento”, ognuna però a modo suo. E questa alleanza è inquinata da un populismo concorrenziale, dal “Sicurezza innanzi tutto, viva i bianchi via i neri, noi daremo tutto a tutti, noi siamo i novelli mangiafuoco, seguiteci nel paese dei Balocchi. Non contano i numeri dell’INPS: tutti in pensione, paghetta a tutti; non contano  i programmi europei, i vincoli europei, la crescita dello spread, il declassamento delle agenzie di rating, l’andamento del marcato finanziario, la democrazia rappresentativa, l’accoglienza dell’Altro: viviamo il momento di euforia, godiamoci l’oggi! “

Più chiaramente: si tratta di due forze convergenti e concorrenti: “politicamente e ideologicamente  ordinatamente sgangherate ma dal punto di vista emotivo fermamente incernierate ad alcuni archetipi” (cfr. Umberto Eco, “Il fascismo eterno” pagg 30,31, sia pure riferito ad un nostro passato politico).

Una sorta di “Carpe diem!” male interpretato: infatti il suo autore (Orazio) intendeva dire “Dai un significato positivo ad ogni giornata” e non “godi il presente e non preoccuparti del futuro”. Esattamente l’opposto della canzoncina di quel tale Lorenzo il Magnifico (che la TV sta per riproporci alla grande): “Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza” (certo che parlare del principe Lorenzo qui in Trentino … ma vabbè, anche questa è un’altra storia).

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Dice … ma caro blogger, se questo nuovo compromesso è condiviso dalla maggioranza dei votanti, tu cosa vuoi mai? Cosa voglio? Rispondo citando un pensiero di Natalia Ginzburg: “Siccome il mondo è impazzito, e lo sappiamo da molti segni, i doni di fama e fortuna che usa prodigare sono, per l’appunto, frutto del caso. Inutile cercare di giudicarli, inutile cercare di indagarne le ragioni e le strade, inutile forse anche stupirsene, lo sforzo di ognuno deve essere quello di giudicare ciascuna cosa, opera o persona, isolandola dal giudizio degli altri (quarta di copertina di “La corsara – Ritratto di Natalia Ginzburg” di Sandra Petrignani (Neri Pozza Narrativa Ed., 2018).

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Buon Trentino Alto Adige e buona Democrazia rappresentativa a tutte e a tutti!

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INTERNATIONAL POST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Ottobre, 2018 @ 7:58 am

Otherwise said: I often wrote about an Umberto Eco’s famous book “Il fascismo eterno”. Here you’ll find it’s beginning    (post 3360)

Ur-Fascism – Umberto Eco , June 22, 1995 Issue

In 1942, at the age of ten, I received the First Provincial Award of Ludi Juveniles (a voluntary, compulsory competition for young Italian Fascists—that is, for every young Italian). I elaborated with rhetorical skill on the subject “Should we die for the glory of Mussolini and the immortal destiny of Italy?” My answer was positive. I was a smart boy.

I spent two of my early years among the SS, Fascists, Republicans, and partisans shooting at one another, and I learned how to dodge bullets. It was good exercise.

download (1)In April 1945, the partisans took over in Milan. Two days later they arrived in the small town where I was living at the time. It was a moment of joy. The main square was crowded with people singing and waving flags, calling in loud voices for Mimo, the partisan leader of that area. A former maresciallo of the Carabinieri, Mimo joined the supporters of General Badoglio, Mussolini’s successor, and lost a leg during one of the first clashes with Mussolini’s remaining forces. Mimo showed up on the balcony of the city hall, pale, leaning on his crutch, and with one hand tried to calm the crowd. I was waiting for his speech because my whole childhood had been marked by the great historic speeches of Mussolini, whose most significant passages we memorized in school. Silence. Mimo spoke in a hoarse voice, barely audible. He said: “Citizens, friends. After so many painful sacrifices … here we are. Glory to those who have fallen for freedom.” And that was it. He went back inside. The crowd yelled, the partisans raised their guns and fired festive volleys. We kids hurried to pick up the shells, precious items, but I had also learned that freedom of speech means freedom from rhetoric.

A few days later I saw the first American soldiers. They were African Americans. The first Yankee I met was a black man, Joseph, who introduced me to the marvels of Dick Tracy and Li’l Abner. His comic books were brightly colored and smelled good. One of the officers (Major or Captain Muddy) was a guest in the villa of a family whose two daughters were my schoolmates. I met him in their garden where some ladies, surrounding Captain Muddy, talked in tentative French. Captain Muddy knew some French, too. My first image of American liberators was thus—after so many palefaces in black shirts—that of a cultivated black man in a yellow-green uniform saying: “Oui, merci beaucoup, Madame, moi aussi j’aime le champagne…” Unfortunately there was no champagne, but Captain Muddy gave me my first piece of Wrigley’s Spearmint and I started chewing all day long. At night I put my wad in a water glass, so it would be fresh for the next day.

In May we heard that the war was over. Peace gave me a curious sensation. I had been told that permanent warfare was the normal condition for a young Italian. In the following months I discovered that the Resistance was not only a local phenomenon but a European one. I learned new, exciting words like réseau, maquis, armée secrète, Rote Kapelle, Warsaw ghetto. I saw the first photographs of the Holocaust, thus understanding the meaning before knowing the word. I realized what we were liberated from.

In my country today there are people who are wondering if the Resistance had a real military impact on the course of the war. For my generation this question is irrelevant: we immediately understood the moral and psychological meaning of the Resistance. For us it was a point of pride to know that we Europeans did not wait passively for liberation. And for the young Americans who were paying with their blood for our restored freedom it meant something to know that behind the firing lines there were Europeans paying their own debt in advance.

In my country today there are those who are saying that the myth of the Resistance was a Communist lie. It is true that the Communists exploited the Resistance as if it were their personal property, since they played a prime role in it; but I remember partisans with kerchiefs of different colors. Sticking close to the radio, I spent my nights—the windows closed, the blackout making the small space around the set a lone luminous halo—listening to the messages sent by the Voice of London to the partisans. They were cryptic and poetic at the same time (The sun also rises, The roses will bloom) and most of them were “messaggi per la Franchi.” Somebody whispered to me that Franchi was the leader of the most powerful clandestine network in northwestern Italy, a man of legendary courage. Franchi became my hero. Franchi (whose real name was Edgardo Sogno) was a monarchist, so strongly anti-Communist that after the war he joined very right-wing groups, and was charged with collaborating in a project for a reactionary coup d’état. Who cares? Sogno still remains the dream hero of my childhood. Liberation was a common deed for people of different colors.

(continue)

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OGGETTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Ottobre, 2018 @ 9:54 pm

Detto altrimenti: … ai quali si è affezionati e anche qualcosa di più … (post 3359)

CAMILOTTO

La mia prima bici “vera”, 35 anni fa.

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Ricordate da bambini … il giocattolo nuovo che ci aspettava a casa … io, classe 1944, mio fratello 1942, nell’immediato dopoguerra giocattoli non ne abbiamo visti molti. I trenini, le automobiline italiane, di latta tenute insieme da alette ribattute. Quelle tedesche in acciaio con le componenti avvitate. Noi bimbi avevamo ricevuto in dono per un Natale due capolavori: un’automobilina da corsa tipo Nuvolari, tutta argentata ed un carrarmato a molle che scalava le montagne (le coperte del lettone dei miei): entrambi tedeschi. Questo due oggetti ci venivano concessi solo in rare occasione, (“Sennnò li rompete”).

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Sua Maestà La Bici.

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Crescendo ho amato un altro oggetto: il mio prima paio di sci “seri”. Avevo 17 anni e gli sci erano i Devil Rosso della Persenico. Li tenevo in camera da letto, appoggiati in un angolo e spesso, in inverno, fra una (rara) sciata e l’altra li sognavo. Qui a fianco la stessa bici, riverniciata, pezzo storico fra mobili storici.

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Verso ComacchioVeniamo all’oggi: le mie biciclette! Già, perchè ne ho alcune. Quella da strada (da corsa) ha 35 anni ed è ancora perfetta. Pesa 9,5 kg a testimoniare che all’epoca era al top della gamma. E’ una Camilotto Expert, realizzata su misura, finita sulla copertina della rivista “Bicicletta” dell’epoca. Dieci anni fa è arrivato il mio secondo (e attuale) “rampichino” una Wilier 18 Carati (qui a fianco verso Comacchio)  in sostituzione della pur ottima ma superata mtb Rossin.

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Ecco, queste due bici stanno in casa. In casa? Dicono gli amici. Si, rispondo io, ma .. la casa è pulita, non vi preoccupate! Infatti il garage non è molto grande ed ospita due e-bike (una mia ed una di mia moglie) ed una bellissima Bottecchia da donna. E fanno cinque. Poi ve se nono solo altre due, “da città” … una da uomo ed una da donna, per spostamenti poco impegnativi, parcheggiate negli androni di casa. Totale sette.

Due osservazioni. La prima. le due bici che ho in casa sono quelle alle quali sono più affezionato. Con la bella stagione o le uso o faccio loro manutenzione e il pensiero di fare una delle due operazioni mi rallegra. La seconda: ho organizzato e targhettato tutto il sistema delle chiavi degli antifurto e delle camere d’aria di scorta, se vi pare poco!

Ecco, questi i miei “oggetti”. E i vostri quali sono? La discussione è aperta.

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LETTERA APERTA AL MINISTRO RICCARDO FRACCARO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Ottobre, 2018 @ 1:08 pm

Detto altrimenti: quando la se ghe vol, la se ghe vol …!     (post 3358)

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“Il tunnel non serve, lo so ben io che mi sono laureato a Trento …”

Signor Ministro, alle prossime elezioni amministrative trentine io non voterò il Suo partito e i suoi amici, per tanti motivi. Uno in più se leggo le Sue dichiarazioni sul Tunnel di base del Brennero che mi lasciano senza parole. Mi correggo: le parole le ho, le scrivo e Le scrivo. Vede, Signor Ministro, ho 74 anni, sono un manager di lunghissima esperienza e da decenni ho imparato che prima di parlare occorre documentarsi e riflettere. Inoltre – fra l’altro – per anni sono stato Vicepresidente dell’Interporto di Trento (lanciandone l’intermodalità!)  ed uno degli azionisti e Consigliere di Amministrazione di un GEIE privato, l’ATT3 Alptransfer Consulting GEIE/EWIV – Bolzano, il GEIE che ha promosso da sempre tre tunnel solo per treni merci telecomandati: due a senso unico operativi ed uno di servizio. Poi è prevalso il GEIE pubblico, ma questa è un’altra storia. Cito questo solo per dire che conosco l’indispensabilità del nostro Tunnel,  numeri (del traffico, dei costi e dei rendimenti economici e funzionali) alla mano. Ma si sa che non tutti c’azzeccano con i numeri … da quelli dell’INPS a quelli del Brennero!

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“Tutti fermi, hanno detto che non si fa più …”

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Leggo che Lei vuole bloccare il  cantiere del Tunnel del Brennero, in favore – fra l’altro – del trasporto pubblico locale gratuito, il che equivale a mettere (erroneamente) in competizione due necessità non alternative. Tuttavia Le riconosco un merito “politico”: quello di dire e difendere idee non logiche, ma idee e proposte populitiche e quindi idonee a suscitare la reazione che Lei si aspetta e cioè il consenso di tutti i lavoratori pendolari d’Italia.

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Dice … ma come si fa a bloccare i lavori di realizzazione un tunnel che – come dice il Suo collega Signor Ministro Toninelli – “è perfettamente funzionante e utilizzato proficuamente da tanti nostri imprenditori”? Ma anche questa è un’altra storia … (Nella foto: “Per andare in Terrasanta scendiamo in Italia passando di là … dal Tunnel del Brennero, che è perfettamente funzionante!”)

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download (4)Ma la cosa ancor più grave è che Lei stesso afferma che non è conveniente investire su opere che “verranno ultimate magari fra 30 anni, quando noi, forse, non ci saremo neanche più” (riporto da un quotidiano locale odierno). A parte che per il nostro Tunnel non ci vorranno 30 anni, vede, Signor Ministro, il nostro Alcide De Gasperi ci ha insegnato che “Lo statista pensa alle prossime generazioni, il politico alle prossime elezioni”. Faccia Lei.

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Super controllato dai ministeri romani …

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Ma poi, quella la A22 Lei la vuole statale, così magari noi della Regione non saremo più nemmeno garantiti circa la sua corretta manutenzione (Genova docet: dove ero lo Stato controllore-non-controllante?). Se l’immagina cosa accadrebbe all’economia ed alla vivibilità della nostra Regione se l’A22 avesse un problema ai suoi ponti? Il che non è da escludere, a meno che il traffico pesante (le merci) non sia totalmente trasferito su rotaia. Ed ecco che torna il discorso del Tunnel Ferroviario del Brennero e della relativa connessa  intermodalità.

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Poi c’è l’UE, ma già che nella prima bozza del vostro programma c’era l’uscita dichiarata dall’UE, mentre ora c’è l’uscita de facto, a piccoli passi (mica tanto piccoli, a dire il vero!), il che direi è ancor peggio perché è si tratta di un comportamento subdolo. E’ un po’ come tirare la corda fino a quando è l’altro a dire basta. Ma anche questa è un’altra storia. Qui a fianco, Altiero Spinelli, uno dei padri dell’Idea Europa (MFE-Movimento Federalista Europeo).

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Poi vi sono i contrasti interni della Sua coalizione di governo: al condono agli evasori si/no si aggiunge ora quello del Tunnel del Brennero si/no. Al riguardo …  sa cosa Le dico, Signor Ministro? Oltre duemila anni fa Sagunto, alleata di Roma, era sotto assedio da parte del generale cartaginese Amilcare Barca (parente di tale Annibale). La città mandò ambasciatori a Roma per chiedere aiuto. A Roma si discusse a lungo e … ”Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, ovvero mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata. Ecco, Signor Ministro, noi Trentini, noi Italiani proprio non vorremmo fare la fine di Sagunto e che  nostra Economia, la nostra Autonomia, la nostra Qualità della Vita, la nostra Democrazia, il nostro Futuro finiscano espugnati dal populismo.

E invece no, Signor Ministro … ha ragione Lei. Infatti … sa che a pensar male si fa peccato ma si indovina? Vuole che non si capisca che la “Sua” dichiarazione anti-Tunnel non può essere solo Sua e che invece è una sorta di avvertimento all’UE, del tipo “Non ci ostacolate altrimenti ci arrabbiamo”? Vede, Signor Ministro, che alla fine il discorso torna? Mi chiedo solo chi sia la mente artefice di questo diabolico marketing euro-politico. Ma no … che non è vero: Salvini ha annunciato che tornerà in Trentino, per dire che il Tunnel si farà (dico io). E allora, cosa vogliamo di più?

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download (3)Signor Ministro, approfitto dell’occasione per due parole sulla Sua Democrazia diretta. Diretta (1) da chi? Mi chiedo. Infatti con il referendum propositivo senza quorum, l’obbligo di calendarizzazione per il parlamento e il vincolo di mandato per i parlamentari, la prevalenza della bozza referendaria sul testo della legge, le leggi saranno fatte da due-tre persone, ecco, appunto, quelle che “dirigeranno” la democrazia che poi sarebbe una oligarchia.  L’ultimo ostacolo sarebbero i poteri del Presidente della Repubblica (che può promulgare o meno una legge) ma ci sta pensando Grillo con il suo attacco proprio a quei poteri.

Mi permetta di suggerirLe, Signor Ministro, la lettura del libro più venduto in assoluto di tale Umberto Eco, più del Nome della Rosa(!): “Il fascismo eterno” (2), 55 paginette, scritte 20 anni fa e oggi ripubblicate dalla Editrice La nave di Teseo, €5,00. Lo trova anche nella libreria Il Papiro in  Via Grazioli …  qui a Trento, città che Lei conosce bene.

Buona lettura!

Un cordiale saluto senza rancore, da Riccardo a Riccardo

Riccardo Lucatti,  nato (1944) , studiato, cresciuto, laureato (1968), sposato (1971) a Genova ben prima della costruzione del viadotto Morandi e residente a Trento da trent’anni.

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(1) “diretta”, participio passato del verbo della seconda coniugazione “dirigere”, participio che ha sempre significato passivo: concerto diretto da Tizio, democrazia diretta da Caio, etc..

(2) “Buona sera, solo un breve messaggio per dirti che ho preso il libro “Il fascismo eterno” di Umberto Eco.  Assolutamente da leggere. E da pagina 34 ci sono i punti che contraddistinguono l’UR-fascismo: Eco lo ha scritto nel 1995 e io ci vedo una descrizione così precisa ed esatta del tempo attuale, con il Salvini e il Di Maio che rientrano così bene nei punti esposti da Eco. Grazie per il consiglio. Molto MOLTO istruttivo”. Firmato Alessandro Zorat.

 

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PENSIERINI POLITICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Ottobre, 2018 @ 12:56 pm

Detto altrimenti: compito per a casa       (post 3357)

Cara lettrice, caro lettore, scegli a tuo piacere uno o più temi fra quelli qui sotto indicati e sviluppane il contenuto, corredando l’esposizione con il tuo giudizio personale, favorevole o contrario che possa essere. Fra tutti coloro che avranno ottenuto almeno il voto di 7/10, sarà sorteggiata una copia del libro di citato al n. 2. – La giuria sarà imparziale, composta da un numero dispari di giudici … inferiore a 3!

  1. La politica dei “tasti giusti”. Mi spiego. I tasti giusti: c’è chi ha capito che per ottenere consenso politico non si deve cercare e dire la verità, ma dire solo ciò che – vero o falso che sia – determini nell’ascoltatore il risultato atteso.
  2. La politica della rete: c’è chi ha capito che la rete (web/TV) seve a catturare … voti! Lo aveva scritto 20 anni fa tale Eco Dr. Umberto nel suo libro più venduto in assoluto, più del Nome della Rosa: “Il fascismo eterno” edito oggi da La Nave di Teseo, 50 paginette, €5,00.
  3. La politica della democrazia diretta: referendum propositivo + assenza di quorum + obbligo di calendarizzazione per il parlamento + vincolo di mandato = oligarchia (a far le leggi saranno due o tre persone).
  4. La politica delle tante percezioni sensoriali dell’oggi (tutto a tutti) ma di nessuna visione d’insieme per il domani.
  5. La politica che pensa alle prossime elezioni e non alle prossime generazioni.
  6. La politica contro l’Europa. Piccola Europa, troppo ricca di culture diverse … rischi di essere vittima del sovranismo altrui made in USA, RUSSIA, CINA ETC. ed anche tuo stesso! Ci si chiede: quale interesse hanno USA e Russia ad un’Europa forte? Nessuno, certo! E noi Italiani, quale interesse abbiamo a isolarci, a contribuire all’indebolimento dell’UE? Nessuno, certo!
  7. La politica del torniamo alla lira. Dio non voglia! Tutti molto più poveri da subito!
  8. La politica dei condoni. Ammissione di inefficacia dell’azione dello Stato; regalo ai trasgressori; beffa per gli onesti.
  9. La politica degli innesti: nel decreto Ponte Morandi è innestato finanziamento al 100% delle case distrutte o danneggiate da terremoto a Ischia.
  10. La politica dei distinguo: lo Stato ripaga le case di cui al n. precedente, “purchè non interamente abusive” (sic!).
  11. La politica della felicità: “Faremo felici tutti, la felicità è il migliore fattore della produzione”. Peccato che tale Friedich Nietzsche affermi che non esiste “una” via alla felicità, men che meno se indicata da altri, e che può esserci un lavoratore infelice e quindi motivato a migliorare, a produrre di più per essere promosso.
  12. La politica che fa fare politica ai numeri. Dice Tizio: “2+2 = 4”. Risponde Caio: “Ecco, tu fai politica”.
  13. La politica del premio assicurativo RCA: tutti uguali, alziamo quelli in Trentino Alto Adige e abbassiamo quelli nel sud.
  14. La politica delle fasi della programmazione: 1) entusiasmo; 2) perplessità; 3) ritorno alla realtà; 4) ricerca del colpevole; 5) punizione dell’innocente; 6) lode e premio ad estranei.
  15. La politica del percorso culturale. Per fare politica occorre esperienza di vita e di lavoro. O no?
  16. La politica di pensioni-quota 100. Vedi n. 12.
  17. La politica dello stipendietto a tutti spendibile solo al supermercato? Nasceranno le finanziarie cambiavalute: “Tu mi vendi a 500 euri il tuo buono da 700, io te lo pago in banconote che ovviamente potrai anche giocarti alle slot-machine; poi lo rivendo per 600 in banconote ad una copia di famiglie che faranno farà acquisti al supermercato per 350 a famiglia.
  18. La politica del lavoro nero: “Dai, vieni a lavorare da me, in nero per 700 euri al mese, tanto ne prendi altrettanti di stipendietto …”
  19. La politica del controllo dell’immigrazione. Peccato che non si controlli l’emigrazione dei nostri giovani migliori cervelli.
  20. La politica che per 20 miliardi aumento il debito e gli altri 20 li trovo io ..: Quando mai e dove?
  21. La politica del Paese dei Balocchi: “Lasciate che i voti vengano a me, darò tutto a tutti”. E poi … poi spunteranno le orecchie da asinelli a tutti.
  22. La politica che le priorità … si vabbè, poi ne ricontrolliamo l’ordine, poi …
  23. La politica che ci comperiamo tutti un revolver: avete visto come funziona bene la cosa negli USA.
  24. La politica che la differenza fra la genialità e la retorica è che la genialità ha dei limiti.
  25. La politica che se il parlamento non è più rappresentativo della volontà dei cittadini … ghe pensi mi!
  26. La politica che la legge è uguale per tutti tranne le eccezioni di legge.
  27. La politica della riduzione del numero dei parlamentari: concordo.
  28. La politica contributiva: concordo
  29. La politica del tetto massimo (stipendi e vitalizi) per dirigenti pubblici, bancari, statali etc.: magari fosse vero!
  30. La politica meno cannoni e più burro: concordo.

Fine. E allora, coraggio con i compiti a casa!

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CASA BALDE’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Ottobre, 2018 @ 5:58 pm

Detto altrimenti: un importante aiuto per gli Altri   (post 3356)

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Emmanuel Levinas, filosofo lituano naturalizzato francese, morto nel 1995 era ed è il filosofo del Volto: “Il Volto dell’Altro ti guarda e si aspetta una risposta da te”. E alcuni amici, da anni, la risposta a quei Volti la stanno dando. Mi riferisco all’ Associazione Amici Senzatetto, creata e diretta da Pino Palatuccci. Due case per il ricovero notturno funzionanti da tempo (Casa Paola, Casa Maurizio)  ed ora una per il ricovero diurno: Casa Baldè, in Via Fiume 23 (nei locali di un ex bar) intitolata al Somalo Baldè Abdoulaye, operatore dell’Associazione, mancato in giovane età nel 2016 per una grave malattia. L’iniziativa all’origine faceva parte dei progetti di Trentino Solidale, quando ancora ne era presidente Francesca Ferrari. Oggi ha raggiunto una sua autonomia.

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Oggi l’inaugurazione ufficiale, presenti il Commissario del Governo, il Vicepresidente della Provincia, il Vicario del vescovo e altri. Pino Palatucci “Senzatetto, senza fissa dimora, senza dimora … oggi diciamo: senza casa. E sono italiani (persone senza lavoro, separati, etc.), stranieri, cattolici, musulmani o altro. A noi non importa”.

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Un aspetto è stato sottolineato: al di là dei servizi essenziali che la casa offre (un tetto, un ambiente riscaldato, la colazione, la merenda, la ricarica dei telefonini, deposito bagagli, kit igienici personali, il lavaggio degli indumenti, angolo giochi da tavolo ed altro ancora), vi è un ulteriore Aiuto (la lettera maiuscola non è utilizzata a caso) ancora più importante: il superamento della solitudine. La solitudine di chi altrimenti si sente in un deserto, senza alcun riferimento, senza alcun possibilità di dialogo, di rapportarsi, di confrontarsi, di sfogarsi, di chiedere aiuto ed anche – a sua volta – di dare lui stesso aiuto.

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Grazie se, passando per quella via, darete uno sguardo a quella struttura e – ovviamente – ancor di più grazie se riterrete di potere offrire in qualche modo un vostro contributo di Umanità.

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P.S.: Il mio ruolo era marginale sotto la presidenza di Francesca Ferrari e tale è rimasto anche oggi: mi scuso se sono venuto a parlare di me, ma non voglio indurre nessuno a pensare che io abbia dato o stia dando chissà quale contributo se non quello di essere uno dei comunicatori di queste intraprese Sociali e soprattutto Umane.

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I CLASSICI GRECI E LATINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Ottobre, 2018 @ 3:00 pm

Detto altrimenti: riprendono le sedute di lettura e commento dei classici     (post 3355)

Biblioteca Comunale di Trento, Prof senza puntino Maria Lia Guardini e noi volontari della cultura. No, raga, scialla, tranquilli, non siamo snob … siamo solo persone-alla-ricerca-di, ovvero cerchiamo di non disperdere il passato (letteratura e Storia) al fine di (cercare di) capire il passato, il presente e soprattutto quello che verrà. Già … perché la Storia e l’umanità si ripetono, e come!

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          Oltre al sottoscritto fotografatore …

Ci ritroviamo ogni 15 gg nelle tre stagioni (estate esclusa). Oggi avremmo dovuto riferire sui “compiti per le vacanze” ma … che dire? Solo alcuni di noi li avevano fatti e per di più solo in parte! Evvabbè … dai … la Prof non ci ha poi rimproverato molto! Ci siamo concentrati sulla parte di lavoro svolto, e cioè sulla commedia “Pluto” di Aristofane (“Colui che appare il migliore”), il che ci ha ripotato a discutere della Repubblica di Atene e della Demo-crazia, dei commediografi e dei tragici. Iniziamo da questi: Eschilo, prima metà del V° secolo a. C., periodo dell’ascesa della democrazia ateniese, è il tragediografo commemorativo delle funzioni fondamentali dello Stato. Euripide, seconda metà del secolo, decadenza delle Repubblica e della democrazia. Atene decade … perché e come? Una serie di guerre (tutte perse: Egitto, Siracusa); la prima guerra del Peloponneso chiusa da Pericle con una pace (visto che l’avrebbe persa); muore Pericle (430-429?) e non riesce a stipulare la pace della seconda guerra del Peloponneso (che volgeva alla sconfitta) che finirà nel 404 con la distruzione dell’impero di Atene da parte di Sparta aiutata dai Persiani.

Ma Pericle … fu vera gloria? In parte, perché – se non altro – la tirò per le lunghe con quel suo non rendere il conto economico finanziario annuale per i 30 anni delle sue continue rielezioni … I maligni dicono che lui e il suo capo delle OO.PP-Opere Pubbliche, tale Fidia dello “Studio Arch. Fidia e Associati SpA” si siano arricchiti, ma questa è un’altra storia. Sta di fatto che il nostro Pericle nel 451 introdusse la paghetta per i politici (“missoforia”) ed Atene, che non aveva entrate fiscali, dovette aumentare la sua conquista coloniale delle isolette greche (si leggano i discorsi degli Ateniesi ai Meli) con il risultato di farsi una montagna, anzi, un mare (!) di nemici che poi si vendicarono alleandosi con Sparta.

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Chissà come è avvenuto che a lui sia toccato quel nome … forse perché tutto sommato è più ricco dei suoi “umani”

Pluto non è il cane di Topolino, ma il dio della ricchezza che discute con Penìa, la dea della povertà: vale di più essere ricchi o invece la necessità aguzza l’ingegno etc.? La commedia è del 388, è l’ultima di Aristofane ed è molto poco commedia. Viene scritta dopo una pausa di ben 18 anni (la precedente era stata Le Rane, del 406) rispetto ad un periodo nel quale Aristofane ne scriveva una all’anno. Essa segna la fine della commedia antica, “politica” e presenta una novità strutturale: l’eliminazione della parabasi, cioè della fase nella quale il coro dismetteva le maschere e scendeva in platea a discutere con il pubblico sui temi di attualità, in parallelo alla cessazione della precedente critica grintosa di Aristofane ai difetti della politica. Inizia a comparire la suddivisione della commedia in cinque atti. Ma storicamente cos’era accaduto? Dopo la sconfitta militare (404), un anno di governo dei Trenta Tiranni, poi ritorna la democrazia ma molto imperfetta, ben più di prima. Nel 399, ricordiamo, processo e condanna a morte di Socrate. Ma questa è un’altra storia.

Abbiamo parlato prima di due tragici. Raffrontiamo ora Euripide con Aristofane: essi hanno vissuto lo stesso mondo, ma mentre Euripide ne trae un profondo pessimismo, Aristofane lo prende in giro! La conclusione? La democrazia è il migliore dei sistemi di governo imperfetti. C’è chi si arricchisce facendo lo slalom fra le sue prescrizioni, chi la subisce e chi cerca di migliorarla.

Prossima riunione, martedì 30 ottobre ore 10,00 stesso luogo (Sala multilingue pian terreno). Riparleremo della commedia Pluto. La riunione ancora successiva sarà dedicata ai “Persiani” di Eschilo. Entrata ed uscita libera!

Buoni classici a tutte e a tutti!

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UNA SPLENDIDA QUASI CICLABILE SUL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Ottobre, 2018 @ 12:26 pm

Detto altrimenti: splendida e incomprensibilmente non ancora completata (in rosso gli interventi da effettuare)      (post 3354)

(L’autunno ci ha regalato una giornata estiva!)

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Si parla molto della Grande Ciclabile del Garda di quei due km già realizzati a Limone, pur belli, arditi, ma 2 kilometrini isolati dal contesto! E invece sulla sponda opposta (trentino-veronese) c’è già un paradiso, ancora incompleto vabbè, ma ci vorrebbe così poco per completarlo!

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                  Questo ciclista ce l’ha fatta!

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Insomma, da Torbole verso Malcesine vi sono alcune gallerie stradali assai poco illuminate e quindi molto pericolose per noi ciclisti. E dire che con qualche pannello solare il problema sarebbe risolto, magari unito ad un limite di velocità per le auto (50 kmh) e rilevatori automatici delle infrazioni.

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Lo spazio manovra dell’Hotel, la strada, il parcheggio, la pista in edizione velica

Comunque, anche oggi, dopo l’ultima galleria la gardesana è scavalcata da un sovrappasso: un km dopo tale sovrappasso, a destra, un comodo parcheggio a pagamento orario (€8,00 l’intera giornata, pagabile anche con il telefonino), accesso protetto da sbarre anti camping: attenti se avete bici sul tetto, per scaricare le quali ci si può avvalere dello spiazzo dell’antistante Hotel Sole Malcesine, che anche da qui ringraziamo. Noi siamo partiti da qui, alle ore 09,00 .Dal parcheggio, in bici, sul margine erboso o sul marciapiede, si torna verso nord per 30 metri e a sinistra la ripida discesina asfaltata che conduce sulla pista.

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          FIAB C’E’ !

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Siamo in zona d’ombra. Vento da nord, temperatura 14 gradi, percepita 11, eravamo in sette: cinque Fiabbini (Rina Pezzin; Rosetta e Franco Eccel; Claudio Colbacchini ed il sottoscritto) e due amici “non ancora” Fiabbini: Marco Tomedi e Franco Scardigli. Per impegni familiari ci ha dato buca un terzo “non ancora Fiabbino”: Alberto Brichese (Energiabike, Riva del Garda). Tutti con e-bike tranne gli sportivissimi Rina Pezzin e Franco Eccel. Escludere bici da strada (corsa), meglio mtb o almeno bici da città con pneumatici un po’ scolpiti.

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                            Verso Malcesine

La pista corre a fianco della spiaggia, quasi a livello dell’acqua e non è segnalata come tale perché tale a rigore non è, tuttavia le incertezze del percorso si possono superare, con un po’ di attenzione e riflessione.

Si arriva facilmente a Malcesine. Qui la prima salitella, 100 metri all’8%, in cima alla quale ci si addentra a destra nelle stradicciole del centro storico per uscirne e proseguire verso sud, sul lungolago. Seconda ed ultima salitella della giornata, 200 metri al 6% per scavalcare il promontorio della baia Val di Sogno (in cima alla salita, raggiunta la SP, evitarla inserendosi subito a destra nella discesina che porta alla baia).

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                 Sole che sorgi … a Cassone!

I paesini si susseguono: il primo è Cassone, splendido porticciolo (foto) con torre e ponte romano (romano solo il ponte!). Seguono Assenza, Brenzone, Castelletto che si attraversano con delicati slalom fra i tavolini dei bar. Si prosegue fino a … fino alla fine della pista per uscire dalla quale occorre letteralmente scalare (sic!) alcuni gradoni e ci si ritrova sulla SP (18 km dalla partenza). Qui in fila indiana. Poi sembra che la pista riprenda, si lascia la SP, si riscende a livello lago e … e ci si ritrova su un percorso bellissimo per chi non è in bicicletta! Infatti il fondo è composto da uno spesso strato di ciottoli ben levigati (li avranno recuperarti da qualche spiaggia marina) sui quali è quasi impossibile pedalare. Si risale sulla SP proseguendo lungo la quale si intravede in basso a destra, che dopo i ciottoli vi è un sentiero di terra ed erba che potrebbe facilmente essere trasformato in ciclabile.

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          “Ed io fui sette fra cotanto senno …”

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La piccola Pai; le due gemme Torri del Benaco (foto) e Punta S. Vigilio; le belle e movimentate Garda, Bardolino, Cisano. Fin qui 44 km dalla partenza, in un’alternanza di tratti ciclopedonali e di SP: circa la pista, vale quanto detto prima. Aggiungo che la SP in buoni tratti ha uno spazio abbastanza rassicurante, sulla destra, per i ciclisti. Anche qui varrebbe la pena di limitare e controllare la velocità degli autoveicoli, bus e moto.

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Rina Pezzin, Rosetta e Franco Eccel

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La bellezza della pista è soprattutto quella … degli scorci che offre a chi procede lentamente (cioè in bici): angolini inaspettati, si susseguono ad incantare il ciclista che spesso è un foto-ciclista tante soni le foto che scatta. E. sul versante opposto, l’azzurra vision (pascoliana) di Lombardia che – per dirla con il Manzoni – ha un cielo così bello quand’è bello! A proposito del Pascoli e della sua poesia “L’aquilone”, qui di aquiloni ne vedrete molti, persone volanti che planano dal Monte Baldo fino a livello lago con le loro macchine volanti.

 

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           “Addio monti sorgenti dall’acque, …”

A parte la tratta iniziale fino a poco dopo Castelletto, la pista al momento non è consigliabile a comitive numerose, per la criticità dei punti di intersezione SP- pista e per alcuni stretti passaggi sul lago (1 m) non ancora protetti e/o allargati come invece magnificamente è stato fatto a Cassone. Per gruppi limitati di ciclisti è assolutamente consigliabile, meglio se uno di loro conosce già il percorso. Senso di pedalata consigliato: partire da nord e rientrare verso nord, sempre con vento a favore. In estate conviene partire molto presto, prima che arrivi la folla dei bagnanti. Per il ritorno se si vuole evitare la concentrazione della gente in spiaggia si può utilizzare la SP molto meno affollata e “volare” verso nord con il vento (la famosa Ora del Garda) alle spalle!

Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio … ma solo fino alla prossima pedalata!

Considerazione finale: quei mlni di euri trentini spesi per i due km della miniciclabile a Limone, molto meglio sarebbero stati impiegati per completare questo percorso. Ma … si è sempre in tempo a rimediare! E poi, joint us, unisciti a noi, iscriviti a FIAB TRENTO, dai …  eccheccivorràmai?

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UN VANGELO LAICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Ottobre, 2018 @ 4:59 am

Detto altrimenti: quello di oggi, di Marco       (post 3353)

No, raga, scialla, tranquilli! Questa mia non è una invasione di campo, non è una lezione di morale o di religione, ma solo un tentativo di ragionare sull’ordine da dare ai diversi sistemi delle leggi esistenti, delle regole più o meno cogenti che governano la vita di tutti noi. Il Vangelo di Marco è solo uno spunto.

Un giovane ricco chiede a Gesù cosa deve fare per meritare la vita eterna e si sente rispondere “Rispettare i comandamenti”. Al che risponde che li rispetta da sempre. “Non basta dice Gesù, vendi i tuoi averi, regala il ricavato ai poveri e seguimi”. E quello se ne va, triste in volto.

Ecco già qui due ordini di leggi: quelle scritte e quelle non scritte. Quale prevale? Proviamo ad elencarne l’intera gamme:

  1. leggi scritte, il diritto positivo, quello “posto” in essere dall’uomo;
  2. leggi naturali;
  3. leggi morali;
  4. leggi della propria coscienza;
  5. leggi divine e/o religiose.

Ora si tratta di vedere in quale ordine, ognuno di noi, pone queste leggi, facendo prevalere le prime su quelle che seguono, che per lui sono di grado inferiore. Parlando della ricchezza e del suo smisurato e sbilanciato accumulo o danno da parte di poche persone e di poche nazioni a danno della maggioranza povera del mondo, il moralista Enrico Chiavacci risolve tutto con poche parole: “Non accumulare e se hai, hai per dare” (a chi non ha).

Ma ognuno di noi, quale ordine attribuisce all’elencazione di cui sopra? Un amico mi dice che le leggi dei nn. 3 e 5 coincidono ma sbaglia, perché la nostra religione non “è” la morale, bensì “ha” (anche) una morale: infatti la nostra religione è Creazione Resurrezione. The rest are details. Ma questa è un’altra storia.

In ogni caso questo mio non è un tentativo di dare una risposta univoca, un volere indicare agli altri la via da seguire (ci mancherebbe altro!!) bensì è solo il tentativo di porre il problema. Quello che posso cercare di arrivare a fare è di dare una “mia” risposta, di dare un “mio” ordine all’elenco. Volete sapere come la penso? Eccomi a voi:

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       Domenico Lucano, Sindaco di Riace

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  1. leggi della propria coscienza;
  2. leggi morali;
  3. leggi naturali;
  4. leggi divine e/o religiose;
  5. leggi scritte, il diritto positivo, quello “posto” in essere dall’uomo.

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Un paio di esempi. Tommaso Moro, uomo del Rinascimento, mise in discussione la validità della lege umana (parlamentare inglese) di fronte alla legge naturale e a quella della propria libertà di coscienza e di pensiero fino a scegliere il martirio pur di non rinnegare se stesso.

download (1)Su un piano diverso un sindaco di Firenze, tale Giorgio La Pira stava assegnando le case popolari secondo criteri di equità. I suoi dirigenti gli fecero osservare che la legge stabiliva criteri diversi. La Pira rispose: “Io assegno le case, voi andate a cambiare la legge”.

Ma veniamo al “mio” elenco secondo il quale la coscienza prevale sulla morale per la propria forza originaria: la coscienza è mia e solo mia, mentre la morale è quella dell’ambiente nel quale mi trovo: vi sono tante “morali” quanti sono gli ambienti umani nei secoli.

La legge naturale poi è “pericolosa” perché può affermate tutto e il suo contrario, essere conservatrice e rivoluzionaria: insomma, anch’essa è da maneggiare con cura. A dire la verità ero stato tentato di invertire l’ordine natura-religione, ma che volete, quelli i dubbi sono io il primo ad averne!

La legge divina è anch’essa “relativa” all’ambiente. Noi cattolici non siamo gli unici al mondo ad avere una religione. Forse siamo quelli che siamo maggiormente “aperti” anche alle altre religioni nel senso che il nostro “popolo eletto” non è tale in quanto scelto – lui solo – per la vita eterna, ma eletto in quanto scelto per trasmettere il messaggio di Cristo che – per Chi lo ha lanciato – vale anche per chi non crede nel “nostro” Dio. Qui io ho scritto “e/o religiose”: infatti non sempre il divino e il religioso coincidono. Un esempio: la legge divina dice “Non commettere adulterio”; quella religiosa “Non commettere atti impuri”. C’è una bella differenza, non vi pare?

Da ultime le leggi umane, il diritto positivo, e può sembrarvi strano che uno formatosi sui libri di giurisprudenza ponga queste leggi sull’ultimo gradino, ma io credo fermamente che non si debba depredare, uccidere, diffamare, truffare, violentare, affamare, respingere, rifiutare, strumentalizzare il prossimo (etc. etc.) a prescindere da divieti o comandi  umani.

Il mio prossimo post? Sulla pedalata che mi accingo a fare oggi fra poche ore con alcuni amici colleghi Fiabbini di FIAB Trento: 50 km a un metro dall’acqua del Lago di Garda, da Capo Tempesta verso sud (sponda veronese) e 50 km al ritorno che fanno 100. Vi riferirò.

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