MORALE, RELIGIONE, POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Novembre, 2018 @ 7:49 am

Detto altrimenti: non temete, è un post di facile comprensione, niente di astratto … dai … leggetelo, vi prego! (post 3382)

(Per arrivare ad una buona politica, quella che nei cittadini elimina la paura, non quella che la alimenta)

download1750 anni prima di Cristo, nel Codice Hammurabi (inciso su una lapide, oggi conservata al Louvre), fra l’altro stava scritto:

“ … non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te; fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te .. i poveri, le vedove e gli orfani sono posti sotto la tutela dello Stato. Le donne sono protette contro i maltrattamenti del marito. In favore dei lavoratori viene alzato il salario e sono stabiliti i giorni di riposo annuali …”

Si tratta di leggi incise su un piedistallo morale prima che di pietra. Una morale preesistente a Cristo e alla Sua/nostra religione (religione che non “è” morale, bensì “ha” una morale, ma – per chi crede – “è” Creazione e Resurrezione. Il resto sono dettagli, come diceva Einstein volendo scoprire i segreti della scienza: “Vorrei conoscere il pensiero di Dio, il resto sono dettagli”. Ma questa è un’altra storia che sarà oggetto di un prossimo post).

Dobbiamo quindi riconoscere che storicamente sono esistiti fondamenti comportamentali che alla luce della terminologia attuale possiamo definire “morali” ben prima della nascita della (nostra) religione e delle (nostre) leggi.

Infatti  la (nostra) religione –  che come dicevo prima ha (anche) una sua morale che – nello specifico – ha “copiato” quella di Hammurabi – è venuta dopo.

Infine è arrivata la politica, che dovrebbe occuparsi della polis, cioè della città cioè dello stato cioè dei cittadini ma – data la globalizzazione selvaggia e le immediate interconnessioni che ha creato, nel bene e nel male – dovrebbe occuparsi dei cittadini del mondo.

download (1)Uso il condizionale “dovrebbe” perché il  primo compito della politica dovrebbe essere quello di eliminare la paura, ovvero far sì che i cittadini del mondo non siano spaventati dalla paura della fame, delle malattie, delle guerre, della mancanza di futuro. E invece  da qualche tempo la politica è particolarmente impegnata a far nascere la paura nei cittadini, la paura degli altri, attraverso sovranismi, nazionalismi, io tiro dritto, io me ne frego, noi first, stiano a casa loro, etc..

Una vera e propria regressione della politica, della religione, della morale e della democrazia. Hammurabi aveva preso le mosse dalla morale e dalla religione per arrivare ad una buona politica. Noi oggi partiamo da una cattiva politica per ignorare la religione e stravolgere i principi della morale. La stessa regressione abbiamo avviato circa la democrazia: infatti nei millenni il termine “democrazia” ha significato – successivamente – potere sul popolo (il democrator era il tiranno); strapotere del popolo; potere del popolo. Oggi, dal potere del popolo siamo già regrediti allo strapotere del popolo (della rete) e – ove passasse il referendum propositivo senza quorum + l’obbligo di calendarizzazione per il parlamento + il vincolo di mandato per i parlamentari + la prevalenza comunque del primo testo referendario su una legge eventualmente difforme, dallo strapotere del popolo (della rete) passeremo al potere di un paio di persone: la democrazia avrebbe democraticamente distrutto se stessa e si sarebbe trasformata in una oligarchia (se ci sarà andata bene) o – peggio – in una tirannia di una sola persona.

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download (1)Dice … ma tu, caro blogger, che vai trovando, per dirla in dialetto napoletano, cosa stai cercando di fare? Io? Raga, io sono solo una piccola goccia e faccio il mio mestiere di goccia: offro a chi mi legge la mia piccolissima quantità di acqua (e di pensiero). Dice … ma tu, a chi ti ispiri? Be’ raga, è semplice: a due persone che ci offrono il segreto, la regola della non paura: tale Tommaso Moro (v. recente post) per quanto riguarda la libertà di pensiero di ognuno e per il collegamento fra morale, religione e politica; al capo di Stato oggi più idoneo in assoluto a individuare e promuovere i principi per il miglior governo laico-politico di un’Umanità senza paura:  tale Bergoglio.

Buona morale, religione e politica tutte e a tutti!

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2018 @ 6:23 am

Detto altrimenti: ieri sera, una nostra serata         (post 3381)

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Chi siamo? Dai che lo trovate descritto in tanti miei post! Ieri sera eravamo una quarantina dei 110 “iscritti” all’Accademia, Associazione Culturale “passa parola” fondata e presieduta da Cristina Endrizzi, al cui interno ognuno conferisce “l’arte sua”. Il programma annuale è riportato fra gli eventi del post “Prossimo eventi”. Iri sera, nella prima parte, Loretta Grisenti si è esibita con il canto ed ha eseguito un repertorio di canzoni “evergreen”, quelle che non passano mai:

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  • IMG_4849Il cielo d’Irlanda
  • Senza fine
  • Natural woman
  • Grande grande
  • Mylord
  • Stasera che sera
  • Lady Marmellade
  • At last

Applausi! Brava Loretta!

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E’ seguito il consueto intervento eno-gastro-astronomico, tante e tali erano le prelibatezze preparate dalle nostre Signore. Quindi l’Angolo delle Anteprime, anch’esse riportate nel citato post “Prossimi eventi”. Nella seconda parte della serata Verena Depaoli ha illustrato il suo libro “Il costruendo Trentino” Storia di una scuola che ha lavorato dentro la vita, sulla ricerca effettuata sul Centro di Formazione Professionale di Villazzano, in occasione del cinquantenario dalla fondazione, avvenuta per opera dell’allora Presidente della giunta Provinciale Sen. Bruno Kessler.

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Molto interessante il percorso evolutivo dell’istituto, per rispondere alle esigenze della popolazione e alle tecniche dell’insegnamento. Il tutto ben rappresentato dallo studio di Verena che ha pregevolmente ricostruito un pezzo della nostra Storia, affinchè il ricordo non si perda ma costituisca lo zoccolo per l’edificazione di un futuro sempre migliore. Brava Verena!

Alla prossima!

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WETTERZENTRALE.DE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Novembre, 2018 @ 7:02 am

Detto altrimenti: uno sguardo al maltempo         (post 3380)

Un ciclone. Ormai i cicloni non si formano solo in America o nelle Filippine: iniziano a colpire anche la vecchia Europa e in particolare quella Lingua di Terra, quel Ponte nel Mediterraneo che è la nostra Italia.

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                www.wetterzentrale.de

Da sempre, anche prima dell’inizio di questa nuova era meteo, il Golfo di Genova è stato il centro di formazione del tempo ovvero del “cattivo tempo” nel senso che l’orografia del sistema Mare-Terra lo ha automaticamente individuato come una sorta di “occhio del ciclone”. Nella foto si vede come oggi la perturbazione si stia spostando verso sud est e  come da nord est stiano arrivando venti barici molto forti, quelli che nella Valle del Rodano e sulla Sardegna diventano il famoso Mistral. Lo sappiamo bene noi velisti, con un’aggiunta: questi venti fanno sì che il Golfo del Leone (nella foto: costa francese a ridosso della Spagna) sia insieme a Capo Horn e a Capo Corso, uno dei tre punti in assoluto più pericolosi al mondo per la navigazione e non solo per quella da diporto a vela. Infatti la particolare conformazione del fondale marino, a ripidi gradoni, incide sulla formazione delle onde che si innalzano improvvise inaspettate, contrastanti e ingovernabili da direzioni incrociate, tali da mettere in difficoltà anche le grandi navi passeggeri.

Lo stesso Mistral poi è il responsabile di un’uguale pericolosità nella zona di mare immediatamente a nord di Capo Corso in Corsica, là dove lo stesso effetto di mare incrociato si ha come conseguenza dell’incontro scontro del Mistral, che in quella zona proviene ruotato da ovest, e la tramontana che si ostina a provenire da Nord. La situazione di Capo Horn infine è ben nota da sempre a tutti come luogo di scontro fra due oceani.

Ma veniamo ai nostri guai metereologici. Trentino Alto Adige, feriti. Bi-Veneto e Liguria, in ginocchio. Centro Italia terremotato. Sicilia, agonizzante.   Cosa aspettiamo? Oggi 10 morti in provincia di Palermo, e non di lupara (in tal caso avrebbe fatto meno notizia, purtroppo), ma da alluvione. In totale in questa settimana in Italia: 30 morti. Viadotto Morandi … 42 o 48? Non ricordo. Una battaglia (persa).

Detto questo, una considerazione: mi parrebbe cosa buona e giusta che il Governo rivedesse l’ordine delle priorità di spesa e anche se questo riassetto non è previsto nel famoso e pluri citato “Contratto di Governo”, desse assoluta priorità agli investimenti sulla cultura e sull’educazione ambientale, sul  riassetto e sulla difesa idrogeologica di tutto il Paese, attraverso investimenti estesi e sistematici che comporterebbero anche un gran numero di assunzioni di personale, che pertanto verrebbe pagato perchè lavora e non perché è in cerca di lavoro (o fa finta di esserlo).

(Certo che il CRI- Condono con  Ricostruzione a Ischia non è molto educativo)

Già, un piano di ampio respiro, una visione d’insieme, soprattutto aggiornata. Ma tant’è … si dice che il Paese, l’Italia, non è una SpA: magari lo fosse! In tal caso darebbe dotata non solo di un budget annuale, ma anche di un piano pluriennale scorrevole, ovvero aggiornato di anno in anno. E invece no: si bloccano fondi per decine di anni (innanzi tutti per i cacciabombardieri F35 e in genere per la Difesa armata; paghetta a tutti, pensioni anticipate, etc.) e i destinatari diventano titolari di diritti acquisiti “a prescindere”; si fanno strumentali promesse elettorali d’ogni tipo, si sottoscrivono rigidi “contratti di governo” e poi … poi ci si mette un bel paraocchi su quanto  di più urgente e grave nel frattempo è subentrato: basta presentarsi chi in giacca e cravatta con un bel sorriso stampato sul volto e  chi in moderni ed eleganti maglioncini con una faccia grintosa, ed il gioco è fatto.

downloadPurtroppo non si rivede l’ordine delle priorità, si opera per gestioni e bilanci separati e privilegiati, si creano paratie all’interno di un sistema di vasi comunicanti che dovrebbe essere fluido e che invece è reso di vasi non comunicanti. In tal modo si creano contrapposizioni fra i diversi “vasi” ovvero fra categorie di cittadini, direi quasi fra novelle corporazioni: un moderno divide et impera. Alla fine, si scatena una guerra fra poveri, poveri non solo di risorse economiche e quindi a caccia dei pacchi dono governativi ma poveri soprattutto di cultura, di intelligenza, di capacità critica: per questo si riducono i fondi per la cultura, per questo di facilita oltre ogni misura il percorso di studi: volete essere promossi? Ecco qui la soluzione! Avanti, avanti: più gente entra, più bestie si vedono! Nel Paese dei Balocchi c’è posto per tanti (futuri) asinelli!

Ma la ciliegina sulla torta qual è? Ma come, non lo sapete? Nessun dorma! E invece mi pare che molti dormano! La ciliegina è la cosiddetta Democrazia Diretta, diretta da chi con il referendum propositivo senza quorum + l’obbligo di calendarizzazione per il Parlamento + il vincolo di mandato per i parlamentari + la prevalenza del testo referendario sul testo di legge, in modo democratico (cioè per legge)  trasformerà la Democrazia in una Oligarchia. Sveglia gente! Sveglia!

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THOMAS MORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2018 @ 4:04 pm

Detto altrimenti: Tommaso Moro   (post 3379)

Non tutti conoscono la sua figura. Molti lo conoscono per la sua opera “Utopia”. Ma la sua formazione, la sua vita, il suo pensiero … chi li conosce? Nel 1935 lo hanno proclamato Santo, esattamente 500 anni dalla sua decapitazione. Ma … Thomas More, chi era costui, direbbe il manzoniano Don Abbondio?

downloadThomas More, l’uomo completo del Rinascimento – Suggerisco la lettura del libro qui a fianco, una miniera di pensieri, nel senso che se ne traggono convinzioni, conferme, insegnamenti, spunti a non finire. Non traccio qui il riassunto della sua vita, bensì dalla Miniera Moro estraggo alcuni pensieri.

More Nasce in un ambiente borghese che pian piano stava soppiantando il ceto feudale. Uomo di grande cultura, buon padre di famiglia, attento al sociale, filosofo del diritto, giurista, avvocato, magistrato, negoziatore, parlamentare, politico, speaker-rappresentante dei Comuni di fronte a Enrico VIII Tudor, Lord Cancelliere, imprigionato e decapitato, dotato di una potente retorica e di una profonda spiritualità, dopo avere studiato quattro anni in convento, preferì essere un casto sposo un impuro sacerdote. Il suo grande merito: nella sua miniera, avere avviato lo scavo del filone della fusione fra concetto filosofico e diritto positivo. Giovane e uomo dal carattere estremamente socievole, allegro e pieno di gioia di vivere, a tratti di malinconica gravità: uomo “per tutte le stagioni dell’animo umano” Coerente con le sue idee fino al martirio, affermava che la validità delle leggi umane poteva essere messa in discussione alla luce della legge naturale, superiore, imprescindibile. Affascinato da ogni nuovo pensiero, concettualmente e filosoficamente “discepolo” di Platone, Agostino d’Ippona, Pico della Mirandola. Pico della Mirandola, primo apostolo della libertà di pensiero e d’opinione di ogni individuo, svincolato rispetto alle costrizioni del passato. Ciò che fa dire a Thomas More che “un tiranno immerso nel sonno non differisce in nulla dai comuni mortali”.

Nominato da Enrico VIII speaker-portavoce rappresentante dei Comuni che il re voleva tassare pesantemente,  accettò a patto che – come ottenne – venisse stabilita per legge la libertà di parola e l’immunità del Parlamento che era stato chiamato a rappresentare. Di quello stesso Parlamento che qualche anno dopo lo condannò a morte per “reato d’opinione”.

downloadThomas More era molto amico di Erasmo da Rotterdam con il quale si incontrava spesso. Di quell’Erasmo che aveva avuto fra i propri discepoli il futuro Enrico VIII (dodici anni più giovane di Thomas). More aveva in casa (una villa a Chelsea) molti strumenti musicali e frequentava Nikolaus Kratzer (matematico, cosmografo, cartografo). Più difficile è comprendere il suo rapporto con Enrico VIII.

1° maggio, per noi Festa del Lavoro, ma il 1° maggio 1517 – poi chiamato Evil May Day – alcune frasi irresponsabili pronunciate dal pulpito della Chiesa di Saint Mary Spital incitarono il popolo a duna furiosa e sanguinosa rivolta contro gli stranieri, molti dei quali furono massacrati. More affronta la folla in delirio e riesce a calmarla: questa la sua autorevolezza, il suo coraggio. Anche a seguito di ciò, Enrico VIII gli propone di entrare nel suo consiglio privato.

download (3)Nel frattempo More scrive – fra gli altri lavori – UTOPIA, il primo trattato di filosofia politica concepito e scritto in latino da un inglese: l’autorità del sovrano è limitata in funzione del bene del popolo; è legittimo opporsi alla tirannia e deporre il tiranno; il re non è al di sopra delle leggi; nessuna legge può violare la libertà del pensiero, delle opinioni, della coscienza; la legge naturale prevale sulla legge umana; i governanti non si devono ingerire nelle opinioni dei governati; è garantita la totale libertà di pensiero e di coscienza;  nessuno può essere punito per la sua religione, per questioni di fede o di culto.

More non è un ideologo, dottinario, bensì realista e pragmatico. Non è contro la proprietà privata, bensì contro il suo cattivo uso; è contro l’eccessivo accumulo di ricchezze; contro le guerre di espansione. Oggi  More è più che mai è attuale, in un mondo condannato a cercar di superare gli strascichi di concezioni machiavelliche  tragicamente lontane dal suo messaggio di libertà.

More non è “uomo del Rinascimento” capace da solo di bastare a se stesso. E’ uomo di un (ultimo) Medio Evo conscio dei propri limiti e alla ricerca del loro superamento. Se il Rinascimento ha aperto una radura nella foresta medievale, alcuni, partendo da essa, hanno tagliato l’intera foresta. More no, egli si è aperto un sentiero verso la cima della montagna sui cui fianchi si adagia la foresta.

Nel borgo di Chelsea, dove la sua ricca villa, More edifica un ospizio  peer la cura dei bisognosi e dei malati, di cui nottetempo per le strade andava in cerca  di persona.

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Il bieco Thomas Cromwell, poi a sua volta decapitato (1540) per avere suggerito al re una (nuova) moglie non “idonea”.

Il pensiero e la carriera politica di More si scontra contro la “carriera amorosa” del re che si era abbandonato fra  le braccia di Anna Bolena. Enrico VIII – scavalcando il suo Lord Cancelliere Thomas More – si presenta direttamente al parlamento per imporre la supremazia del re sul papa: il 14 maggio 1532 il sinodo episcopale d’Inghilterra riconosceva di non detenere altra autorità spirituale che quella conferita dal re. Il 16 maggio Thomas More chiede – per motivi di salute – di essere esonerato dalla carica di Lord Cancelliere. Enrico VIII, ormai papa di se stesso, eleva alla carica di primo arcivescovo di Canterbury della Chiesa Anglicana Thomas Cromwell (antagonista di More); sposa Anna Bolena (Thomas More non presenzia alle nozze per motivi di salute); da bigamo fa poi dichiarare nullo il precedente matrimonio con Caterina d’Aragona.

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          Anna Bolena

Da privato cittadino, dopo il silenzio e la ritrosia, More utilizza un altro strumento: la verità. Per eliminarlo il re segue un principio: quello che per mettere a tacere una cattiva coscienza occorre fabbricarsene una buona, ribaltando i ruoli. E allora prima si diffama, poi si distrugge. Partono le accuse diffamatorie che More demolisce. Alla fine gli si impone di fare acquiescenza al nuovo matrimonio del re e di riconoscerlo come capo della Chiesa d’Inghilterra, benché laico. More si rifiuta e viene arrestato per il delitto di disobbedienza all’ordine del sovrano (pag. 140).

Preferisco non esporre qui (suggerisco di leggere il libro infatti!) i contenuti morali e filosofici delle pagine seguenti, la sua prigionia, il processo, la condanna e l’istanza e la sua beatificazione (Pio IX, 1935) e quella presentata il 25 settembre 2000 a Papa Giovanni Paolo II dal sentore a vita Francesco Cossiga e dal senatore venezuelano Hilariòn Cardozo di proclamazione di San Tommaso Moro a patrono dei governanti e dei politici. Anche la lettera apostolica di accoglimento dell’istanza è pubblicata in coda al libro di cui vi ho scritto.

Enrico VIII (1491 – 1547), di dodici anni più giovane di Thomas More (1478 – 1535), morì (di obesità, gotta e diabete : pesava 180 kg su 1,85 di altezza) dodici anni dopo avere assassinato il suo migliore amico. Un caso?

I principi proclamati da More, vero rabdomante dei diritti dell’uomo, si ritrovano nella dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America, nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo in Francia (1789), nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948.

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SOCIOLOGIA DELLA STRADA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2018 @ 8:04 am

Detto altrimenti: o del volante, se preferite               (POST 3378)

Anni ’70. Ricordo una frase udita in una trattoria. Un tizio all’amico: “Penso un po’ … ‘sta mattina … un tale con la 600 voleva superare me che ho l’850 …” Ecco: un esponente della classe 850 si confronta con uno della classe 600. Il potenziamento del motore di un modello ha creato una classe sociale nuova, anzi due.

download (1)Oggi in autostrada. Velocità massima consentita, 130 kmh. Voi, a 135 kmh, state superando una fila di TIR che procede a 95 kmh. Dietro di voi cosa succede? Dipende. Se siete al volante di un’auto molto potente – diciamo dai 200 CV in su – chi sopraggiunge dopo di voi aspetta disciplinatamente che abbiate concluso la manovra. Se invece siete alla guida di un’auto molto meno potente, ecco i lampi degli abbaglianti, il tallonamento a mezzo metro di distanza per farvi capire “Cosa ci fai sulla mia strada? Levati di mezzo, tu che appartieni ad un’altro gruppo sociale!”

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        Un’altra regola “regolarmente” violata

Le  rotatorie  poi … Quando si innesta su di esse una strada che prima della sua realizzazione aveva il diritto di precedenza, be’ … il gruppo sociale di tutti coloro che ogni giorno provengono da quella direzione reclama una sorta di diritto acquisito: ignora che dovrebbe rispettare il segnale di “dare la precedenza”; ignora che voi – provenendo da destra (!) – avete già impegnato la rotatoria prima di lui; ignora il rispetto della distanza di sicurezza dal veicolo che lo precede e forza il passaggio. E se voi (siete un uomo vero e) lo sfidate, se voi interponete la parte anteriore della vostra auto sul suo percorso rischiate l’incidente e sicuramente siete apostrofati in malo modo. Infatti siete di un gruppo sociale diverso, quello di chi proviene da una strada che prima non aveva il diritto di precedenza. Volete mettere …

Le rotatorie poi modificano anche altri comportamenti umani: quelli dei servizi alla persona. Sia chiaro: io non sono mai stato un utilizzatore di questi servizi, ma non posso fare a meno di notare come la realizzazione di veloci rotatorie, ben delimitate da guardrail che ha sostituito i vecchi incroci di strade con piazzole e marciapiedi, abbia determinato una profonda crisi nell’offerta di prestazioni alla persona da parte di una categoria di signorine che non possono certo sostare al di qua o al di là del guardrail, né le auto possono fermarsi a loro ridosso. Ecco un altro esempio di come la modernità ha influito sui comportamenti umani.

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IL TEMP, IL CUL E I SIORI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2018 @ 7:29 am

Detto altrimenti: … i fa quel che i vol lori             (post 3377)

Antico proverbio trentino, nel senso che al meteo, alle esigenze fisiologiche e ai signori non si comanda: fanno quello che vogliono! Qualcuno al secondo posto colloca più urbanamente “le done”, cioè ricorda che anche alle donne non si comanda, ma il senso del proverbio non cambia. In questa sede a me interessa parlare del temp e dei siori: del meteo e dei signori.

downloadInterrotta dalla mareggiata la strada “più bella del mondo”, come la definiva il filosofo danese Soren Kierkegaard: quella che da Santa Margherita conduce a Portofino. E poi, Rapallo, distrutto il molo, i costosissimi panfili spiaggiati semi distrutti. Milioni di euro in fumo. Ecco: la fragilità dei beni “artificiali” (i panfili) e del bene naturale (il territorio) rispetto al meteo. Non servirà acquistare un nuovo panfilo né ricostruire strada e molo se non si interviene sulla causa del disastro: l’equilibrio meteo del pianeta, il rispetto delle condizioni di sopravvivenza della nostra terra. Ma già … il mondo va come va: Trump non ci sta; la Cina dice dice ma è ancora uno dei paesi più inquinati al mondo; il Brasile annuncia la liberalizzazione della deforestazione amazonica; il sud est asiatico ormai non ha più foreste, ridotte a cumuli di cenere; i ghiaccio si fondono; Venezia è sott’acqua, etc.

E noi? Be’ … chi può si ricomprerà un panfilo miliardario; altri un gozzo di quattro metri. A secondo dei casi. Fino alla prossima mareggiata.

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ITALIA SOTT’ACQUA E SOTTO TERRA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Novembre, 2018 @ 6:55 am

Detto altrimenti: ma le priorità del governo sembrano essere altre     (post 3376)

download (1)Ogni volta peggio. Pareva di avere toccato il fondo dei disastri idrogeologici fra terremoti, incendi, alluvioni e vento di bora a 120 kmh e invece no: ora si sono aggiunti i tornadi con venti fino a 200 kmh. E il Bel Paese, bello ma idrogeologicamente debolissimo, è finito sott’acqua e sottoterra. Eppure i politici “che contano” li vediamo in TV giacca e cravatta o giacca e maglioncino elegante che fa più figo, intenti a difendere la loro “manovra” fatta di condoni, regali e regaluccci a tutti o a quasi tutti: “Non cambieremo una virgola, noi tireremo dritto!” sento tuonare più volte, anzi spesso, anzi sempre.

E se in luogo del reddito di cittadinanza si utilizzassero quei fondi per organizzare ed offrire  posti di lavoro e da lavoro ben strutturati per il ripristino  e la difesa idrogeologica dell’intero Paese e per ripristinare tutte le attività economiche danneggiate o distrutte?

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E invece andrebbe cambiata ben più di una virgola, ovvero andrebbe cambiato l’ordine delle priorità. Un esempio, una cifra: 70 milioni di euro. E’ quanto il Paese investe all’anno nella difesa idrogeologica e quanto al giorno nelle spese militari. Ora, dico non sarebbe il caso di invocare “lo stato di necessità” anche per la revisione di certi contratti di acquisto? Non sarebbe il caso di pensare prima alla difesa idrogeologica e solo dopo a quella militare? Quale nemico ci sta danneggiando in modo più cruento e distruttivo: il meteo o uno stato estero? Solo per citare uno dei tanti possibili riordini delle attuali priorità.

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Si condonano e si finanziano le case distrutte di Ischia, purchè “non interamente abusive”. Mi chiedo: si fa lo stesso con tutto il resto d’Italia? E poi … via … siamo seri: quell’ “interamente”! Mi viene alla mente un divieto che ogni tanto compare sui cartelli in molte occasioni: “E’ severamente vietato …” . Già perché in Italia esistono i comportamenti severamente vietati, altri semplicemente vietati e infine quelli solo un poco vietati!

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Mi chiedo: dove sta andando la politica? Scriveva Carlo Rosselli: “Politica vuol dire  vuol dire coscienza etica, non ideologica. Bisogna rieducare gli individui, non le masse. La via antagonista al fascismo non è la dittatura del proletariato  che in Unione Sovietica si è trasformata nella dittatura di un solo partito, ma una via liberale il cui fine è il socialismo” (Sandra Petrignani, “La Corsara – Ritratto di Natalia Ginzburg”  Ed. Neri Pozza Narrativa, pag. 64).

La chiudo qui, perchè mi dicono che i post più letti sono quelli più corti.

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NO NO, SI SI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2018 @ 11:53 am

Detto altrimenti: una (molto) stupida canzoncina degli anni ’50 ….   (post 2275)

Alla RAI (c’era solo quella) diceva così: “Sì sì no no, no no sì sì … noi donne belle siam così che per un po’ diciam di no ma poi finiam per dir di sì: andiamo, corriamo, la vita è una gioventù: il tempo che abbiamo se passa non torna più …”

Ce n’era ben anche un’altra a contendersi la palma d’oro della coglioneria: “La vita è bella, te la devi goder; se non hai nulla non hai pure i pensier; al chiar di luna è bello sognar; e se amaro è il destino un bicchiere di vino fa tutto scordar” …

Le volevate più stupide di queste? Come mai mi è sono venuti in mente questi ritornelli idioti? Per la politica attuale: diamo tutto a tutti; anzi no … quasi tutto a tutti; anzi no … quasi tutto a quasi tutti; anzi no … togliamo un po’ a tutti e vi faremo felici … sarete felici! Questa volta tutti tutti, ve lo prometto!

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  “Seguitemi, vi farò felici, come quelli di Ischia!”

C’è un nostro vicepremier che insiste: ho la ricetta della felicità, vi farò felici tutti! Ma insomma, felici e gabbati, vorrai dire, Luigi! Dai che lo sai, tu che hai studiato (?) … ricordi che quel tale Friedrick Nietzsche ci ha insegnato che non esiste un’unica via della felicità e che ognuno ha la sua via? E che se si vuole imporre una via unica per tutti, quella diventa la via dell’infelicità? E poi, via … quell’altalena fra te e il tuo collega, sì sì, no no etc..

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Diceva Woody Allen: “Sono un conservatore di sinistra: non condivido alcune delle mie idee”

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Lo sai cosa dicono in Germania? Lo hai visto Crozza a Fuori Tempo che fa? Che presto ci imporrete l’acquisto forzoso dei titoli del debito pubblico, grosso modo nella misura del 20 % dei nostri patrimoni netti. Patrimoni netti o liquidità bancaria? Perché sarebbe grave se si depredasse la liquidità bancaria, ma se poi vuoi prenderti anche il 20% della casa che mi sono comperato con un bel mutuo (Cosa? Mi dici “al netto del valore del mutuo residuo s’intende” … Ah … vabbè … allora … a saverle le robe …), bè … sarebbe gravissimo e in tal caso credo che faremo la rivoluzione.

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“Un bicchiere di vino … dai … quello non ce lo puoi negare …”

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Come preparare l’operazione? Guarda Luigi, ti do un’idea: rilancia in RAI la seconda delle due canzoncine che ho citato, quella che la vita è bella e del bicchiere di vino: almeno quello ce lo lascerai, vero?

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Dai, senza rancore … ci mancherebbe altro!

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DOVE ANDRANNO A FINIRE I PESCIOLINI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2018 @ 7:36 am

Detto altrimenti: una vecchia canzone si interrogava sui palloncini …   (post 3374).

 

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Una canzone di Renato Rascel: “Dove andranno a finire i palloncini / quando sfuggono di mano ai bambini / dove andranno, dove andranno,/ vanno a spasso per l’azzurrità …” E invece io mi chiedo dove andranno a finire i pesciolini della Fersina, il torrente quasi fiume che scorre davanti a casa mia a Trento. Dove andranno quando la Fersina si arrabbia, quando è in piena?

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Prima della tempesta

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La tempesta

 

 

 

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Dopo la tempesta

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Ed ecco a voi una mia poesiola:

La piena de La Fersena

 

impregna di sé

erba paziente

rocce assetate

asfalti insidiosi

 

erosa montagna

disciolta da un cielo

colore di terra

 

galoppo sfrenato

liquidi pensieri

 

spazio scolpito

forme sospese nel nulla

 

lingua di acqua

attrae lo sguardo

al pari

di onda di fuoco

danzante

dal ceppo

e invita il tuo corpo

a librarsi

in una vertigine alpina

 

sfuggono a valle

saltando

tronchi rubati alle sponde

avulse membra stillanti

dal corpo indifeso del mondo

tratti bizzarri

su perenne dipinto vivente

 

e tu

vorresti che l’onda di piena

dei tuoi sentimenti

non passasse mai

sotto i ponti di Trento

ove Fersena scorre

oggi

violenta

 

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Spero che via sia piaciuta …

 

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FOTOPOST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2018 @ 7:03 am

Detto altrimenti: … LIBRI POST!           (post 3373)

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Turismo FIAB a pedali, Laguna di Venezia, Forte Vecchio: le sue strutture sono diventate “auto- abitazioni” per alcune persone. Scrivo “auto” perché la gente si è organizzata: occupa e fa manutenzione ad un bene altrimenti destinato al degrado, quindi la loro presenza è un fatto positivo.

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bty.

Mi muovo con discrezione perché quello che formalmente è un bene pubblico abbandonato di fatto è il terreno di abitazioni private. Varcato il portale di una recinzione esterna, il mio sguardo è attratto da una … libreria open air, a cielo (quasi) aperto: libri ben ordinati su scaffali fra pareti di mattoni, all’aperto. Libri che evidentemente non hanno trovato posto all’interno delle case improvvisate ma che nessuno si è sentito di bruciare o portare al macero.

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bty.

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Libri in bellavista, che ti parlano: “Ecco, vedi, siamo qui, esposti agli agenti atmosferici, ma non ci arrendiamo: continuiamo a vivere, a parlarti, a ricordarti la nostra vita, le storie e la storia che testimoniamo al nostro interno. Lo sappiamo che fra qualche mese o qualche anno non saremo più leggibili (sai, l’umidità, gli sbalzi di temperatura … mica siamo d’acciaio!) ma continueremo a vivere nelle tue foto – che poi ci dedicherai anche un post sul tuo blog, vero? – nella memoria tua e di chi ti leggerà. E siamo già contenti così. Al momento viviamo felici questa nostra libertà: d’altra parte “liber” significa “libro” ma anche “libero”: quindi, liberi tutti, libri per tutti!”

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