L’ILLIBERTA’ DI STAMPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Novembre, 2018 @ 7:28 am

Detto altrimenti: fermiamo la valanga al suo primo distacco, dopo sarebbe troppo tardi!   (post 3391)

Il Presidente Mattarella ha recentemente invitato a mantenere la libertà di stampa: “Leggere, leggere, leggere i giornali. Anche la lettura di notizie non condivise o non verosimili sollecita la mente alla riflessione”. Evidentemente il nostro Presidente ha sentito “puzza di bruciato” …

download (2)La popolazione del mondo invecchia: al primo posto il Giappone, al secondo noi. Noi invecchiamo e paradossalmente taluni (plurale di taluno!) vorrebbero sostituire il web alla carta stampata dei giornali: ce li vedete i nostri vecchietti seduti al tavolino del Caffè Sport di turno con un tablet sulle ginocchia per aggiornarsi sugli eventi politici, economici, sociali, sportivi, etc.? Ma poi le notizie via web sono troppo veloci, poco approfondite, molto pericolosamente pilotabili: la webbite è una pericolosissima malattia epidemica, un’arma micidiale nelle mani dei Grandi Fratelli che gestiscono le reti.

Dice … ma alcuni editori si sono approfittati dei finanziamenti pubblici all’editoria che hanno di fatto trasformato in finanziamenti all’editore! Ok, raga, ma non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca: se vi sono comportamenti da correggere, correggiamoli, ma non distruggiamo la libertà di stampa, non creiamo un nuovo MinCulPop di triste memoria, che se nel ventennio significava Ministero per la Cultura popolare, oggi – che siamo un po’ più maliziosi – significherebbe ben altro oltraggio “fisico” (!) al Popolo.

Piensa mal y acertaràs, si dice in spagnolo …

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LA LAICITA’ DEL VANGELO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Novembre, 2018 @ 7:02 am

Detto altrimenti: in quello di Marco di domenica scorsa         (post 3391)

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download (1)Laicità: in genere io utilizzo questo termine per indicare “pluralismo” ovvero accettazione dell’altro pensiero, dell’altra persona, non necessariamente in ambito religioso. In questa occasione vogli “stringere” l’immagine sull’aspetto della (nostra) religione, anzi, della (nostra) legge religiosa, cioè sul Vangelo (di San Marco, 12, 38-44): “Guardatevi dagli i scribi, essi amano passeggiare il lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna severa.” Ma chi erano gli scribi? Erano i teologi, coloro che avevano la pretesa di insegnare agli altri la religione. Ecco, appunto: insegnare agli altri e non a se stessi. Gli scribi usavano il nome di Dio, lo nominavano invano nel senso che compivano il male nel Suo nome, in tal modo “nominando invano il Suo nome” e quindi bestemmiando.

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Dopo di loro ne abbiamo visti ben altri che hanno preteso di utilizzare Dio. Solo per citarne alcuni: i Crociati; i Conquistadores; i Nazisti (Got mit Uns), gli integralisti islamici. L’ultimo della serie è il Signor Orban che dall’Ungheria “murata” scrive all’UE proponendo che nelle prossime riunioni “l’Unione Europea faccia riferimento ai valori del Cristianesimo, cioè ai valori che le sono propri”  e cioè, a suo dire, la costruzione di  muri di pietra e l’affogamento degli immigrati.

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Come cittadino europeo (mi iscrissi al MFE-Movimento Federalista Europeo di Altiero Spinelli  circa 40 anni fa) respingo questa politica. Come credente mi sento offeso nella mia religione.

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SENZA PAROLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Novembre, 2018 @ 7:26 am

Detto altrimenti: quo vadis Italia?       (post 3390)

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Roberto Battiston: a 24 anni si laurea in Fisica presso l’Università di Pisa e la Scuola Normale di Pisa con una tesi sulla produzione di muoni in interazioni p-p agli ISR del CERN. Autore di 340 pubblicazioni internazionali.

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Marco Bussetti: a 38 anni si laurea in Scienze Motorie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore con una tesi dal titolo “Il minibasket: giocosport educativo”.

 

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Il secondo oggi è Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ed ha rimosso il primo da Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana

 Commenti

Alessandro Zorat

Ho letto sui giornali della rimozione di Battiston dalla carica di presidente dell’ASI. Ma non ho trovato in nessun posto un due righe che spieghino la ragione di tale azione, se non la “scusa” che la sua riconferma da parte di Gentiloni aveva un “difetto formale”. Per carita’ – senza dati ed informazioni precise e’ difficile (e sbagliato) da parte mia esprimere un giudizio – pero’ trovo disdicevole il silenzio sulle motivazioni e le modalità della comunicazione della rimozione (che è stata comunicata a Battiston via Twitter).

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FESTA DELLA NOCE DEL BLEGGIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Novembre, 2018 @ 8:42 pm

Detto altrimenti: ogni novembre, a Cavrasto, nelle Giudicarie Esteriori   (post 3389)

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Lo so raga, scialla, lo so … lo so che le feste e le sagre di paese sono tante e so anche che non si possono seguire tutte, ma che volete … due anni fa sono capitato a Cavrasto per caso, dopo aver sentito Messa a Balbido dove la domenica alle 10,00 le celebra l’amico Marcello Farina, che poi a Balbido è nato ed ha la casa natale (ciao Marcello!), ed ora di questa festa siamo diventati veri e propri aficionados. Vediamo un po’ di che si tratta.

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Ogni anno, ai primi di novembre. Il paese è piccolo ma si organizza: le ex stalle oggi cantine sono aperte, la gente del luogo offre orgogliosamente e vende i prodotti locali a “metro zero”, noci in testa! La Banda Intercomunale del Bleggio si esibisce nella piazzetta centrale, nella quale troneggiano due focolari ricavati in tronchi di legno: il primo Inno è quello “Al Trentino”. Giustamente, mi permetto di dire.

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           ” A Santa Cros la pertega sul nos”

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Le trattorie della zona – non solo a Cavrasto – si organizzano per accogliere i visitatori. Noi “da Trent” è il terzo anno che siamo presenti e prenotiamo il pasto presso il Teatro della parrocchia telefonando dopo le 18,00 al n. 340 528 2221: vi risponderà una gentilissima volontaria. Già, perché tutto è organizzato e gestito da volontari. Preferiamo questa opzione perché nelle sale del teatro ci si trova seduti a fianco di persone con uguale sensibilità con le quali è facile attaccare discorso, scambiare considerazioni diverse, scoprire ogni volta – incredibile! – di avere conoscenze ed esperienze in comune.

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Al nostro tavolo (o noi al loro, visto che siamo arrivati dopo) quattro simpatiche Signore Nonese (alias: da la val de Non), con le quali abbiamo rievocato vicende di … qualche anno fa (non si chiede né dice l’età di una Signora, né voglio che sia deducibile dagli eventi che potrei citare!). Anche da loro mi aspetto un feed back, un cenno di riscontro, grazie!

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E poi, l’arte: AGE – L’Associazione Artisti Giudicariesi, 30 soci, Presidente Alessandro Togni, espone in una vecchia casa nobiliare: quadri, pitture, presepi, poesie … Una festa nella festa!

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Il menù è a base di noci. Diverse portate saporite, ben presentate. Bravissimi i cuochi! Il vino? Ottimo, servito ad ognuno da attenti coppieri che girano fra i tavoli come tanti Schutzen Angel (angeli custodi) della mescita.

davQuest’anno una sorpresa in più: una coppia di ospiti, giovani sui … pochi anni, due giovani insegnanti alle serali di Rovereto, amanti del bel canto, ci hanno regalato alcuni loro pezzi fra i quali cito “Signore delle cime “ e “La Madonina”. La lei … mi permetto di classificarla “soprano drammatico” tanta la forza, la chiarezza, l’intensità della bellissima voce; lui baritono dai molti toni, teatralmente completo, canta anche “con il corpo” tanto il proprio  corpo dirige … se stesso!. Li ho filmati ma non riesco a trasferire il film qui sul post (vedrò di farmi aiutare da qualche esperto). Come si chiamano? Silvia Pavan e Luigi Dellana: vorrei coinvolgerli in qualche nostra iniziativa a Trento (Accademia delle Muse, cfr. qui fra i tanti post su questa Associazione) o a Riva del Garda.

Insomma, una festa di Noci e di tanta, tanta Umanità! Al prossimo anno, dunque!

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MUSICA AL BONPORTI A RIVA DEL GARDA – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Novembre, 2018 @ 11:27 pm

Detto altrimenti: con l’Associazione Amici della Musica   (post 3388).

Dopo il post e il concerto precedente, ecco quello della nostra Associazione Amici della Musica (scrivo “nostra” perché io ne sono il tesoriere). Sul programma di sala, un estratto dall’introduzione del Professor Franco Ballardini, Presidente dell’Associazione:

IMG_4861La seconda Sonata per violoncello e pianoforte di Mendelssohn (1809-1847) risale al 1843: all’epoca dunque l’autore era poco più che trentenne, ma considerando la sua precocità (e la precoce scomparsa) il brano appartiene senz’altro alla sua piena maturità, e rispecchia bene i caratteri generali della sua poetica: in particolare la sintesi tra forme ancora classiche (la sonata in quattro movimenti, con i due tempi veloci, lo scherzo, il movimento lento cantabile) e uno stile decisamente romantico (melodico-lirico nei momenti più raccolti, vivace e incalzante in quelli veloci), un po’ come nel precedente Beethoven – rispetto al quale però Mendelssohn è tendenzialmente più chiaro e trasparente, meno problematico e tormentato.

manifesto - CopiaLa prima Sonata di Bohuslav Martinu (1890-1959) ci porta invece giusto un secolo dopo, nel 1939, un anno fatale, quando tra l’altro era già avvenuta l’occupazione nazista della Cecoslovacchia: l’autore, ceco per l’appunto – e dunque ‘figlio’ della scuola musicale di Smetana, Dvorak, Janacek – ma vivente in quegli anni a Parigi, viene spesso considerato come un compositore vicino, in quegli anni, a tendenze neoclassiche; delle quali però, in quest’opera, c’è ben poco: forse solo l’articolazione piuttosto chiara dei tre movimenti, dentro i quali tuttavia si trova un linguaggio non solo moderno – specie nell’armonia – ma anche drammatico e carico di pathos; l’articolazione ritmica è abbastanza regolare (se confrontata con altri autori contemporanei) ma spesso sottolineata, marcata, anche in termini aggressivi talvolta, e se il fraseggio non rinuncia a una cantabilità distesa o appassionata ancora romantiche, è proprio l’armonia (con l’uso più libero della dissonanza) a renderlo più teso e inquietante, nel colore generale ma anche nei movimenti della stessa melodia.

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                   Lucia e Irene

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Tutt’altro Novecento è quello della Suite popular espanola di Manuel De Falla (1876-1946) del 1914: anche in questo caso dunque scritta subito prima di un altro tragico conflitto, ma del quale stavolta non si avverte alcuna traccia o premonizione; ‘trascritta’ in realtà (per violino o violoncello) dalle Siete canciones populares espanolas per voce e pianoforte, la suite propone sei brevi melodie con i caratteristici abbellimenti e i ritmi tipici del canto e della danza popolari iberici, e la varietà di toni – ora più tranquilli e sommessi, ora invece più irruenti e animati – ribadiscono senza alcun turbamento o incertezza l’identità e le fonti d’ispirazione del più importante compositore spagnolo del primo Novecento.

Bravissime le concertiste, innanzi tutto la scelta dei brani, non facile nel complesso repertorio per il loro duo. Quindi, interpretazione eseguita con mirabile sentimento, sensibilità, perfetto sincronismo, vigoria giovanile,  massima sicurezza tecnica, ottima qualità del suono, intensità espressiva: due musiciste e due strumenti che non hanno fatto rimpiangere un’intera orchestra e … grazie per il graditissimo bis che ci hanno concesso!  Irene e Lucia si sono conosciute alla Royal Academy of Music di Londra dove frequentavano un Master of Arts in Performance nel 2012 e da quella data hanno costuito il loro The Brio Duo. Da allora ha eseguito con grande successo concerti in Gran Bretagna, Italia, Olanda Germania e Spagna “con l’intento di contribuire alla diffusione di opere che ancora non hanno raggiunto la meritata fame sia nei rispettivi paesi che all’estero”.

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Che altro aggiungere se non quanto emerso nella pizza-dopo-il-concerto? Irene vive in Spagna; Lucia a Ferrara e a Roma, suo fratello sposato con una ragazza russa vive a Innsbruck, una sorella in Australia, la madre inglese:  una famiglia (e un Duo!) internazionale! Ah … dimenticavo: Lucia ha vissuto un anno a Riva e ha regatato da ragazzina nella Classe Optimist. Suo padre Alessandro, è italiano, è skipper velista e ciclista: abbiamo fatto subito amicizia: ci incontreremo presto in vela e a pedali in quel di Riva. Alessandro, il Lago di Garda ti aspetta!

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Domenica 11.11.2018 si replica a Gargnano (BS).

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Il prossimo appuntamento della nostra Associazione:

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Joint us, unitevi a noi, associatevi all’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda e … buona Musica a tutte e a tutti!

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MUSICA E POESIA IN CONCERTO AL BONPORTI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Novembre, 2018 @ 7:47 am

Detto altrimenti: … al Conservatorio Bonporti di Riva del Garda     (post 3387)

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IMG_4856Musica e Poesia: un legane indissolubile – Incontro (di analisi e composizione) tra Parole e Suoni del passato e del presente – A cura di Massimo Priori e Anna Vildera.

Omaggio al Premio di Poesia “Città di Trento – Oltre le Mura” Prima edizione (2018)

Da semplice musicofilo-non-musicologo qual sono li avevo avvertiti, i ragazzi alunni del Conservatorio, ottimi concertisti: il mio post sarebbe stato un (breve) post-avvenimento (nel duplice senso di scritto “dopo” e “su” un avvenimento) non una (da parte mia veramente improbabile!) critica musicale. Ciò chiarito, possiamo incominciare.

Ricordate “Fantasia” di Walt Disney? Ci aveva fatto vedere la Musica e ascoltare i Disegni. Ecco, ieri pomeriggio ho assistito a qualcosa di simile: Musica e Poesia “di concerto” e “in Concerto”, nel senso che Poesia e Musica – insieme – sono state “viste”, oltre che – ovviamente – ascoltate, a ciò introdotti dalla presentazione dell’ideatrice-curatrice Professoressa Anna Vildera.

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  • IMG_4860I ragazzi interpreti del Concerto: flauto, Giulia Leccese e Anna Zeni; clarinetto, Agostino Poli; violoncello, Anastasia Piva; pianoforte, Simone Peroni.
  • Voci recitanti: Maria Chiara Serafini, Davide Piva, Raffaele Zaninelli.
  • Musiche: Gabriel Abedi; Michele Cagol; Claude Debussy (1862-1918); Helmut Graf; Arthur Honegger (1892-1955); Simone Peroni; M. Salin, Jacopo Zendri.
  • Poesie: Raymond Carver (1938-1988); Ugo Foscolo (1778-1827); Guido Gozzano (1883-1916); E. Praga; Umberto Saba (1883-1957); William Shakespeare (1564-1616); Anna Vildera.
  • Testi: Gabriel Mourey (1895-1943).
  • Collaboratori: i docenti Augusto Faggioli (Teoria e Tecnica dell’interpretazione scenica); Massimo Priori (Composizione); Stefania Soave (flauto); Anna Vildera (Poesia per Musica e Drammaturgia musicale).
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                 Maria Chiara Serafini

Una palestra per una nostra doppia sensibilità: quella poetica e quella musicale. A dire in vero vi sarebbe poi anche una terza sensibilità sollecitata, quella educativa sia per gli emittenti del messaggio che per i suoi riceventi, cioè in particolare per il pubblico: educazione all’ ascolto della Poesia e della Musica. Anche ascolto dell’Altro (funzione questa oggi più importante che mai!). Ma questa è un’altra storia.

Fra le poesie – non me ne vogliano gli altri Autori – mi ha particolarmente commosso “Alla sera” di Ugo Foscolo, per i ricordi scolastici e di gioventù che ha fatto riemergere. Inaspettato, piacevolissimo Syrinx, il testo di Mourey su musica di Debussy, dialogo sul Dio Pan fra una Naiade ed un’Oreade. Interessante  l’intermezzo multimediale di Helmut Graf sul sonetto n. 12 di Shakespeare.

Oltre e forse più che un Concerto, si è trattato di un esperimento comunicativo che ha attivato molte delle funzioni e degli elementi del messaggio. Fra le funzioni, sicuramente sono prevalse le funzioni emotiva, creativa, poetica. Fra gli elementi, il messaggio poetico e musicale. Alla fine, dopo i meritatissimi applausi, mi sono chiesto: verso l’Arte si è mossi prima dall’amore o dalla sua conoscenza? Bravi tutti: ragazze, ragazzi, docenti! Una sola osservazione: mi sarei aspettato di  vedere in sala un numero maggiore di alunni.

“MUSICA” una mia poesiola:

Ascolti poesia / e i tuoi sentimenti / si accendono / attenti al messaggio / che invia / poeta scrittore./ Osservi un bel quadro / ed ami il creato / del poeta pittore. / Ma quando improvvisa / / inebria la mente / ed invade i polmoni / una dolce / struggente magia / di pioggia di suoni / il poeta di carta e colore / invidia il collega / poeta dell’aria / poeta del cuore.

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E oggi, a Riva del Garda, “si replica” nel senso che nella stessa sala si terrà alle ore 17,30 un concerto della locale Associazione Amici della Musica: “The brio duo”, Irene Ortegha Albaladejo, violoncello; Lucia Brighenti, pianoforte. Musiche di Mendelsshon, Martinu, de Falla. Vi aspettiamo, voi adulti e soprattutto voi ragazzi del Conservatorio e della Scuola Musicale! Dai, raga, facciamolo vedere ai nostri governanti, romani e locali, che nonostante la loro scarsa attenzione per la Musica, qui a Riva … “eppur si suona!”. Hai visto mai … gutta cavat lapidem!

Firmato … no, non Diaz! Ci mancherebbe altro! Molto, molto meno! Firmato il vostro blogger (preferito, vero?), Tesoriere dell’Associazione Amici della Musica di Riva del Garda.

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RIMESSE IMMIGRATI ED EMIGRATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2018 @ 8:44 am

Detto altrimenti: quant’è corta ma nostra memoria!       (post 3386)

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Pare che il governo voglia tassare dell’1,5% le rimesse all’estero di valore superiore ad €10,00 fatte dagli immigrati. Attualmente tali rimesse ammonterebbero a circa 6 miliardi di euro l’anno, per cui il gettito fiscale sarebbe di 90 milioni l’anno che a noi non risolverebbero nulla ma che graverebbero sulle spalle di chi, a costo di grandi sacrifici, lavora quasi da schiavo per mandare qualche soldo a casa per sfamare la propria famiglia.

Dice … ma qua’ poveri!? Se hanno tutti il telefonino! Certo dico io, per un padre di famiglia è l’unico modo di vedere almeno via WhatsApp  la moglie e i figli che non abbraccia da anni. Ma questa è un’altra storia.

In direzione opposta arrivano in Italia le rimesse dei nostri emigrati: attualmente circa 7,2 miliardi di euro l’anno, pari a circa mezzo punto del PIL. Cosa accadrebbe se i paesi nei quali i nostri connazionali lavorano imponessero loro un uguale balzello? Grideremmo alla sopraffazione, all’ingiustizia, ci ergeremmo a difesa degli Italiani, Italiani First!

download (1)Memoria corta, dicevo, Già, non ci ricordiamo che negli anni ’50 – ’70 le rimesse emigrati erano la principale fonte del tentativo di riequilibrio della bilancia valutaria italiana. Anche negli anni ’70, si, certo, quando nel dicembre 1971 fu eliminato il regime dei cambi fissi definito negli accordi di Bretton Woods (1-22 luglio 1944) che aveva agganciato tutte le valute al dollaro USA e il dollaro USA all’oro. Le valute iniziarono a fluttuare fortemente e noi, poveri di valuta estera, imponemmo strette creditizia e valutaria feroci: possedere valuta estera e non cederla all’UIC-Ufficio Italiano dei Cambi diventò un reato. Solo pochi privilegiati poterono intrattenere conti correnti in valuta estera, i cosiddetti conti autorizzati in valuta (Fiat Holding in testa) perchè si sa, la legge è uguale per tutti … tranne le eccezioni di legge!

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Ma torniamo all’oggi. Non ci vergogniamo di imporre la chiusura post-serale ai “negozi etnici” perché “c’è il pericolo della droga e di alcool” ma lasciamo aperti i nostri night club dove la droga e l’alcool circolano a fiumi (dice … ma lì è droga di alta qualità, mica porcherie! E poi, alcool si, ma di gran marca! Dico: ah, vabbè, se le cose stanno così …). Non ci vergogniamo di applicare immorali balzelli ai lavoratori stranieri. Dice … ma no, noi non siamo razzisti … sono loro che sono immigrati extracomunitari!

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Extracomunitari loro? Ma se lo stiamo diventando noi stessi! Dice … ma no, dai che i nostri governanti ripetono  “non vogliamo uscire dall’Euro e dall’UE”. Certo dico io, a parole, ma con i fatti? I nostri governanti sono come quel tale Padre Zappata, che predicava bene e razzolava male: ormai l’Italia è diventata il Padre Zappata dell’UE.

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L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’EGGERE (POCO)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2018 @ 5:41 am

Detto altrimenti: DEL LEGGERE (POCO)           (post 3385)

Umberto Eco: “Chi a 70 anni ha letto più libri, ha vissuto molte vite. Chi non ne ha letto, ha vissuto una vita sola”.

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People love paper, la gente ama la carta, i libri, i giornali … e invece no, oggi people love web: poche parole, pochi concetti non approfonditi: leggere e vivere (pericolosamente) per slogan via web: la webbite, una nuova, pericolosissima malattia che sta invadendo interi strati della popolazione, una vera e propria  pericolosissima epidemia contaggiosa: vaccinatevi con urgenza, amici! Basta riprendere a leggere libri: un libro al giorno leva la webbite di torno!

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Quando un uomo con uno slogan incontra un uomo con un ragionamento, l’uomo con il ragionamento è un uomo morto.

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Un mio post (“Morale, religione, politica” del 7 novembre) è diventato un articolo giornalistico, una lettera da prima pagina. Alcuni amici mi hanno inviato cenni di apprezzamento: anche Giovanni Soncini, che pure ha evidenziato il rischio rappresentato dalla sua lunghezza:

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“Gutta cavat lapidem … anche se molte teste contemporanee temo ormai siano più dure della pietra, incapaci di leggere una informazione che per essere sufficientemente motivata, richiede più di qualche riga scritta in stile twitter. Mi auguro di essere il solito gufo e che le menti dei nostri giovani – smentendo il mio pessimismo – si aprano alla meditazione anche critica su quanto il nostro Blogger cerca, con immutabile entusiasmo, di esprimere con i suoi scritti”.

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Il mio scritto in questione consta di 658 parole. Troppe per esprimere concetti così importanti? Troppe per un articolo di giornale? Ma allora … se tanto mi dà tanto, chi leggerà più un libro? Il libro, liber che in latino significa libro e libero: già, il libro ti libera … la mente!

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Il libro aiuta a capire, fornisce gli elementi sui quali ognuno potrà elaborare un pensiero proprio, autonomo, libero, consapevole. Dice … ma i libri in genere sono troppo lunghi (e ci risiamo!).

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Ah si? Ed allora ecco qui a fianco e sopra quattro foto di quattro libri, importantissimi e brevissimi! Leggeteli, poi ne discutiamo, dai, che vi costa? Così, solo per verificare se vi racconto monate.

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 Con sincero affetto. Il vostro blogger (preferito, vero?)

Cosa? Li avete letti di volata? Vi sono piaciuti? Sii? Ah … bene! Cosa? Volete altri consigli per gli acquisti? Ok raga, ve li dò … qui sotto, altri cinque. Questi qui però sono un poco più lunghi, solo  un poco ma ne vale la pena, ve l’assicuro!

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1 –  ” La democrazia” di  Luciano Canfora, per (cercare di) capirne un po’ di più …

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2 – “Anonimo ateniese” di un anonimo appunto, per capire come mai una democrazia malata possa vivere  lungo (questo è cortissimo, avrei dovuto inserirlo nella serie dei libri corti, ma ho preferito “legarlo” a quello di Canfora).

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3 – “I conti con la Storia”  di Paolo Mieli, per (cercare di) capire la Storia.

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4 – “Le origini del fascismo in Italia”  di Gaetano Salvemini, perchè non torni.

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5 – “Divieni ciò che sei” di Friedrick Nietzsche, per (cercare di) imparare a convivere con noi stessi (e con gli altri).

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Buona lettura a tutte e a tutti!

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P.S.: Come avrete capito, ho “rubato” il titolo del post ad uno scrittore vero, Milan Kundera, che ha scritto “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, romanzo ambientato a Praga fra la Primavera e l’invasione russa del 1968.

(Lo confesso: questo qui non l’ho letto, non ancora …)

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UNA PREGHIERA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2018 @ 2:05 pm

 Detto altrimenti: di chi è? Indovinatelo voi! (post 3384)

 

Signore, dammi una buona digestione

e anche qualcosa da digerire.

Donami la salute del corpo

col buonumore necessario per mantenerla.

Donami un’anima che non conosca

la noia, i brontolamenti, i sospiri e i lamenti

e non permettere che io mi crucci eccessivamente

per quella cosa troppo invadente che si chiama “io”.

Signore donami il senso dell’umorismo.

Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo

affinché nella vita conosca un po’ di gaiezza

e possa farne parte anche agli altri.

Amen.

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POST MULTIPLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Novembre, 2018 @ 12:02 pm

Detto altrimenti: ne apri uno, ne leggi tre             (post 3383)

1 – Qual è il rapporto fra Fede e scienza? Un mio amico dice: “Io sono un pragmatico, si tratta di due cose separate”. A questo punto ecco la serie delle mie domande e delle sue risposte:

  • download (2)Perché un oggetto lasciato libero cade verso il basso?
  • Perché è attratto dalla forza di gravità che attrae verso il basso.
  • Perché la forza di gravità attrae verso il basso?
  • Perché al centro della terra ch’è una massa di ferro la quale attira.
  • Perché la massa di ferro attira?
  • Perché gli elettroni … etc…
  • Perché gli elettroni attirano e non respingono?
  • Perché questa è la legge della fisica.
  • Perché la legge della fisica è così e non è diversa?
  • Non lo so
  • Lo sai che Einstein diceva “Vorrei cionoscere il pensiero di Dio. Il resto sono dettagli”?
  • Non lo sapevo.
  • Sei sempre convinto della tua idea?
  • Non lo so.

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2 – Vincolo di mandato o meno per i parlamentari. Il mio amico dice: “Ottimo che i Parlamentari siano vincolati: non vogliamo più scilipotate”, Io replico: le scilipotate fanno sicuramente un danno alla democrazia. Da 1 a 100? Diciamo 20. Ma se si introduce il vincolo di mandato in Parlamento non si Parlerà più: i Parlamentari-soldatini-ubbidienti non “Parleranno” più: essi dovranno solo dire sì a quanto ordinato dal partito. Danno per la democrazia, da 1 a 100? Direi 100.

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download3 – Cessioni all’estero di aziende. Pernigotti, Novi Ligure (AL): fondata nel 1860; venduta ad Averna nel 1990; venduta ai Turchi Toksoz nel 2013; chiude nel 2019. Ennesimo caso di vendita di “nome” italiano. Ennesima vendita di un Bene Comune, ovvero di qualcosa realizzato da tutti i suoi dipendenti, patrimonio dell’intero Paese. Ma non basta: il “made in Italy” è un marchio di cui anch’io sono comproprietario, in quanto Italiano. Mi chiedo: si può prevedere per legge la prelazione dello Stato per l’acquisto del marchio/logo/nome? E poi ci sono le false vendite all’estero, quelle in cui il nostro imprenditore vende a … se stesso camuffato da finanziaria estera. Ma questa è un’altra storia.

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