VALDASTICO ED ALTRE INFRASTRUTTURE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2018 @ 5:43 pm

Detto altrimenti: tre opere infrastrutturali iniziate e assolutamente da completare   (post 3432)

downloadMi ricollego al lungo articolo di Paolo Farinati a difesa del completamento dell’ Autostrada Valdastico di cui alle pagg. 10 e 11 del Trentino dell’11 dicembre scorso. Al riguardo mi permetto di aggiungere un ulteriore motivo a favore del completamento dell’opera. Infatti, è indubbio che il traffico pesante sempre di più essere trasferito dalla gomma alla rotaia e ciò avverrà ad opera dei centri intermodali. Orbene, lungo l’asse del Brennero il centro intermodale di gran lunga più importante è quello di Verona il quale rischia di “drenare” la stragrande quota di intermodalità nord-sud, a danno delle nostre strutture intermodali regionali. Ora, il completamento della Valdastico in una misura considerevole by-passerebbe Verona, portando lavoro ai nostri centri intermodali che andrebbero ovviamente potenziati, per beneficiare di una fetta importante del considerevole lavoro di intermodalità che in ogni caso si svilupperà. Come si vede, a mio avviso il ragionamento sulla Valdastico va collegato a quello dell’intermodalità che a sua volta va collegato a quello della rete ferroviaria e dei suoi grandi trafori.

download (1)A quest’ultimo riguardo infatti si parla di TAV-Treno ad Alta Velocità, per poi dire che la nuova linea “sopporterà una quantità assai maggiore di merci”, il che è anacronistico, perché alle merci non interessa “viaggiare veloci” bensì “arrivare in orario”. Ed allora, anche per ragioni di sicurezza, l’ideale è non far viaggiare sugli stessi binari treni passeggeri a 150 kmh e treni merci a 80-90 kmh: prima o poi ci scappa il disastro ferroviario. Anche per questo motivo, il GEIE privato ATT3 – Alptransfer Consulting GAIE/Evwiv di Bolzano al quale partecipai io stesso, per il Tunnel di Base del Brennero aveva proposto tre canne unidirezionali per soli treni merci telecomandati: i passeggeri sulla linea ordinaria, rimodernata. I vantaggi: maggiore sicurezza per i passeggeri; nessuno impianto di areazione; maggiore velocità ed economicità realizzativa; migliore capacità risolutiva di  eventuali incidenti. Ma questa è un’altra storia.

imagesTorino – Lione. Inizialmente io ero contrario, perchè a chi la definiva (e la definisce) TAV io controbattevo che si trattava di una TAC, Treno ad Alta Capacità (di trasporto merci) della quale non si avvertiva la necessità in quanto l’attuale linea ferroviaria era ed è attualmente utilizzata solo al 30% della sua potenzialità di trasporto merci. Tuttavia ora che i lavori sono iniziati, io credo che interromperli sarebbe fuori luogo e dannoso sotto ogni profilo. Piuttosto, si getti uno sguardo alla sua tratta Torino-Milano già pronta ma inutilizzabile per … mancanza della adeguata segnaletica (!). Ed è un peccato, perché quell’asse ferroviario in quella tratta è già stato “scavalcato” da una decina di cavalcavia stradali alla Los Angeles, come se a sud di quell’asse vi fossero tre porti di Genova e a nord tre città di Milano. Ma anche questa è un’altra storia.

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MAGNA CHARTA HUMANITATIS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2018 @ 6:57 am

Detto altrimenti: Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948-2018       (post 3431)

La Magna Charta Libertatum  è un documento scritto in latino in cui furono sanciti otto secoli fa una serie di limiti al potere del sovrano inglese: il 15 giugno del 1215 un gruppo di potenti baroni del Regno d’Inghilterra obbligò re Giovanni a concederla. Tra le altre cose, da quel momento il re non avrebbe più potuto imprigionare gli aristocratici senza prima un processo con una giuria di loro pari.

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Utopia, un traguardo semplicemente “non ancora” raggiunto

1520: Thomas More riuscì a far decretare dal Re Enrico VIII la libertà di pensiero e di espressione per i rappresentanti dei Comuni (e la relativa loro immunità!).

Seguirono i principi contenuti nella dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776 e a fondamento della Rivoluzione Francese del 1789.

La conferenza di Evian ebbe luogo dal 6 al 15 luglio 1938 nella località francese di Evian les Bains sul Lac Leman, convocata dal presidente degli USA Roosevelt, per discutere e trovare una soluzione sul problema dell’aumento del numero di rifugiati ebrei provenienti dalla Germania nazista. Si intendeva cioè gestire il movimento di profughi della Germania e dell’Austria attraverso canali di emigrazione organizzati e spingere i governi partecipanti ad accogliere un numero di profughi proporzionale alle proprie dimensioni. Ventidue organizzazioni parteciparono su base volontaria e molte di esse presentarono piani oralmente o per iscritto. Il fatto che la conferenza non espresse una condanna ufficiale della Germania per il trattamento riservato agli Ebrei fu largamente sfruttato dalla propaganda nazista.

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downloadIl termine “genocidio” è una parola d’autore coniata dall’avvocato Raphael Lemkin, giurista polacco di origine ebraica d esperto del genocidio armeno, introdotta per la prima volta nel 1944, nel suo libro Axis Rule In Occupied Europe, opera dedicata all’Europa  sotto la dominazione delle forze dell’Asse. L’autore vide la necessità di un neologismo per poter descrivere l’Olocausto, pur facendo anche riferimento al genocidio armeno. Con tale termine, volle dare un nome autonomo a uno dei peggiori crimini che l’uomo possa commettere. Comportando la morte di migliaia, a volte milioni, di persone, e la perdita di patrimoni culturali immensi, il genocidio è definito dalla giurisprudenza un crimine contro l’umanità. La parola, derivante dal greco γένος (ghénos razza, stirpe) e dal latino caedo (uccido), è entrata nell’uso comune e ha iniziato ad essere considerata come indicatrice di un crimine specifico, recepito nel diritto internazionale e nel diritto interno di molti paesi

1 gennaio 1948, la Costituzione della Repubblica Italiana: la più bella del mondo!

imagesLa Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è un documento sui diritti della persona adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella sua terza sessione, il 10 dicembre 1948 a Parigi con la risoluzione 217A. Degli allora 58 membri 48 hanno votato a favore, nessuno contro, otto si sono astenuti e due non hanno votato. Questo documento doveva essere applicato in tutti gli stati membri  e alcuni esperti di diritto hanno sostenuto che questa dichiarazione sia divenuta vincolante come parte del diritto internazionale consuetudinario venendo continuamente citata da oltre 50 anni in tutti i paesi. Propongo: inseriamola come insegnamento obbligatorio nelle scuole!

(“Le leggi son ma chi pon mano ad esse?”)

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           Evitiamo di ripetere questa nefandezza!

2018, Marrakesch, Global Compact, di fronte ai 160 delegati (sui 193 Stati appartenenti all’Onu, Italia assente! Quo vadis, Salvini?), il segretario generale, Antonio Guterres, ha invitato tutti (senza fare nomi) a non cedere “alla paura o alla falsa narrazione in materia di immigrazione”. Il Global Compact – ha detto – è “una roadmap per evitare sofferenze e caos” che ” non viola la sovranità degli Stati e non crea nuovi diritti per migrare, ma ribadisce il rispetto dei diritti umani”.

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Invito_digitaleIeri sera al Teatro Sociale di Trento, grazie all’organizzazione e gestione della dr.ssa Viviana Gregori della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, un successo di contenuti e di presenze: sold out, tutto esaurito per la commemorazione dei 70 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Mi hanno colpito la relazione introduttiva della dr.ssa Gregori e le affermazioni di Oliviero Toscani: “Io sono libero solo se gli Altri sono liberi. I diritti umani vanno proclamati e difesi da ognuno di noi singolarmente, altrimenti non se ne fa nulla. E’ necessario l’impegno, il coinvolgimento e la responsabilità diretta e personale di ogni singola persona (in ogni campo: politico, sociale, familiare, del lavoro, etc., N.d.r.)”. Siamo tutti diversi, non uguali, ed ognuno di noi è un unicum: viva la diversità che ci arricchisce”.

Ecco, in ogni campo. Quello del lavoro, ad esempio. Un “capo” senza “humanitas” (1) che non motiva i dipendenti e non ne riconosce i risultati di lavoro … be’, quel “capo” non fa il bene dell’azienda alla quale è preposto e soprattutto avrebbe molto da imparare da manifestazioni del tipo di quella di ieri sera. Direte che questo aspetto è minore di fronte al grande tema dell’umanità disumanizzata. E’ vero, ma comunque è pur necessario che qualcuno si faccia carico anche di questo aspetto e se non me ne occupo io che ho fatto il manager per una vita, chi altro dovrebbe farlo?

(1) Humanitas. Bisogna risalire a circa 200 anni prima di Cristo perché il commediografo Terenzio (latino, ma extra comunitario in quanto nato a Cartagine come S. Agostino ed Apuleio) traducesse la parola greca  “filantropia” nel termine latino “humanitas” che significa “attenzione all’interiorità del singolo individuo, rispetto dell’altro, accoglienza, etc.”.

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FELICITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2018 @ 3:25 pm

Detto altrimenti: un postaltrui a insaputa del suo autore   (post 3430)

Inizia

“Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento. Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni. Essere felici significa trovare la forza nel perdono, la speranza nelle battaglie, la sicurezza nella fase della paura, l’amore nella discordia. Non è solo godersi il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma imparare dai fallimenti. Non è solo sentirsi felici con gli applausi, ma essere felici nell’anonimato. Essere felici non è una fatalità del destino, ma un risultato per coloro che possono viaggiare dentro se stessi. Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un’oasi nel profondo dell’anima. È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. Essere felici é non avere paura dei propri sentimenti ed essere in grado di parlare di te. Sta nel coraggio di sentire un “no” e ritrovare fiducia nei confronti delle critiche, anche quando sono ingiustificate. È baciare i tuoi figli, coccolare i tuoi genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche quando ci feriscono. Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È avere la maturità per poter dire: “Ho fatto degli errori”. È avere il coraggio di dire “Mi dispiace”. È avere la sensibilità di dire “Ho bisogno di te”. È avere la capacità di dire “Ti amo”. Possa la tua vita diventare un giardino di opportunità per la felicità … che in primavera possa essere un amante della gioia ed in inverno un amante della saggezza. E quando commetti un errore, ricomincia da capo. Perché solo allora sarai innamorato della vita. Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza. Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore. Usa il dolore per intonare il piacere. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza. Non mollare mai … soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile”.

Finisce

Chi ha pronunciato queste parole tre giorni fa?

Commenta Gianfranco P.: “Papa Francesco“.

Indovinato!

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DUE STRAGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2018 @ 11:11 am

Detto altrimenti: a Corinaldo e a Roma         (post 3429) 

STRAGE DI CORINALDO

1400 biglietti venduti a fronte di una capienza della sala di 469 posti. Mi chiedo: a quanto ammonta l’incasso e a quanto il compenso pattuito per il cantante? C’era una consapevolezza preventiva di volere aumentare oltre ogni limite l’incasso a vantaggio di loro due? Mi permetto di suggerire che gli inquirenti tangano conto di questo fatto, che denota una loro precisa volontà di correre il rischio di incidenti, purchè sia. 

STRAGE DELLE ISTITUZIONI DEMOCRATIHE : SALVINI A ROMA

A me il mandato per trattare con l’UE, non come ministro, non come capo politico ma come rappresentante di 60 milioni di Italiani”. Ma … e le Istituzioni Democratiche e Costituzionali che fine fanno? Già con la cosiddetta Democrazia Diretta la funzione del Parlamento sarà di fatto azzerata in favore dell’Esecutivo; ora al grido “A me, 60 milioni di Italiani!” si stanno scavalcando ed azzerando lo stesso Esecutivo e i partiti politici (resterà la Magistratura ma ogni cosa a suo tempo, vedrete …)

download (2)Questo è ciò che già venti anni fa Umberto Eco nel suo libro più venduto in assoluto “Il fascismo eterno” definiva “populismo qualitativo”, un regime nel quale non si contano più i voti (ad esempio, io non faccio parte di quei 60 milioni), ma il popolo è visto come un insieme qualitativo con un’unica volontà uniforme (anche se non è vero), che poi è quella del leader di turno che la vende come “volontà del popolo”. Le affermazioni di Salvini vanno contro la Costituzione, quella attuale, almeno, ed incitano il popolo ad una sommossa culturale: “A che serve il parlamento? A che il governo? Ci sono io, io che rappresento tutti voi, 60 milioni di Italiani. Queste istituzioni sono vecchie, obsolete: isoliamole culturalmente e poi distruggiamole”.

Conclude Eco nel libro citato:Ogni volta che sento dire che il parlamento non è più rappresentativo della volontà popolare, sento puzza di fascismo”.

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QUEL RAMO DEL LAGO DI GARDA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2018 @ 7:17 am

Detto altrimenti: un po’ di poesia scritta in prosa …     (post 3428)

burstQuel ramo del lago di Garda, che volge a settentrione, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione e segni il punto in cui il lago inizia e il Sarca cessa. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto Baldo; l’altro, con voce lombarda, la Rocchetta, dai molti suoi cocuzzoli in fila ….”

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SLAVINA DI LUCE SU TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Dicembre, 2018 @ 6:52 am

Detto altrimenti: quel ramo di ValleSugana …     (post 3427)

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ATTO I° – E’ ancora buio. Poi dolcemente appare l’ Aurora dalle dita rosa (Rododaktylos  Eos) e arricchisce il cielo dei suoi ricami.

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ATTO II° – Una slavina di luce che, provenendo dalla Valsugana, dopo avere “scalato” la rampa di Vigolo Vattaro, insinuandosi fra la Marzola e la Vigolana si precipita a valle a riempire di se’ la conca di Trento, ancora piena di buio.

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ATTO III° – Così Dante avrebbe descritto il fenomeno: “Infra Marzola e Vigolan s’adima / una fiumana bella a illuminare /  Tridento ed il Bondon fin su la cima //sicchè l’ultima stella discompare.

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TERZO SETTORE E VOLONTARIATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Dicembre, 2018 @ 8:11 am

Detto altrimenti: tanto tuonò che piovve …. (post 3436)

La riforma del terzo settore: una regola di cui molte associazioni, enti e istituzioni avevano bisogno e molte no, ma si sa, rsumma lex summa iniuria: per quanto sia perfetta una legge, tuttavia essa potrà sempre essere d’impaccio per qualcuno.

Infatti vi sono associazioni ed Enti “allegri” nella gestione del denaro e dei beni (ve ne sono alcuni nei quali dal bilancio sono “spariti” immobili e/o nei quali ci si autopagano stipendi e consulenze da favola!) che hanno indotto il legislatore a porre vincoli e  controlli. Bene. Tuttavia questi paletti sono ostacoli al funzionamento di associazioni ed enti di dimensioni minori (minime, direi) nelle quali proprio non si avvertiva la necessità di questa regolamentazione.

E  veniamo al volontariato, a quello vero, cioè (giustamente) non retribuito. Alcuni decenni fa ero volontario (vero) nella Repubblica Serba di Bosnia, insieme a tanti amici. Ci pagavamo il viaggio e il soggiorno, ogni tipo di spesa, utilizzavamo le nostre auto e le nostre ferie per dedicarci al soccorso di quelle popolazioni. In un’occasione conobbi un tale che faceva grosso modo il nostro stesso lavoro, solo che era inquadrato in una associazione governativa ed era lautamente stipendiato. Ecco, non dico che non ci vogliano anche queste persone, solo che occorrerebbe definirle con un nome diverso da “volontari”: potremmo definirli, ad esempio, “Funzionari dell’ONU, etc.”.

Tuttavia la gratuità presenta un lato debole di cui occorre prendere atto e che occorre superare: in genere, il “volontario” si sente obbligato solo nei limiti delle sue forze e disponibilità (si impegna molto, gratuitamente e seriamente e dove arriva mette punto) e non invece nel limite di un obiettivo da raggiungere in ogni caso. Invece egli deve vivere la propria decisione (di essere volontario) “cum onere suo”, cioè con tutti gli obblighi che essa comporta, primo fra tutti quello della risoluzione del problema e non solo del migliore utilizzo del proprio tempo e denaro.

Ciò è particolarmente necessario in presenza di associazioni in forte crescita, il cui sistema organizzativo e gestionale deve essere fatto virare verso sistemi aziendali, basati su tutte le funzioni tipiche di una SpA: organizzazione e controllo, formazione, crescita e motivazione del personale, decentramento, amministrazione e finanza, budget e pianificazione pluriennale, piano strategico.

Una parola sul decentramento: un sistema che sta crescendo o che vuol crescere deve decentrare potere e responsabilità. Un sistema che decentra potere e responsabilità pone le basi per la propria crescita. In caso contrario c’è solo l’involuzione del sistema.

Ecco, mi sarei aspettato che la riforma del Terzo Settore avesse affrontato anche questi aspetti.

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DAL 6 DICEMBRE 2011 AL 6 DICEMBRE 2018

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Dicembre, 2018 @ 6:05 am

Detto altrimenti:    post n. 3424, il primo dell’ VIII° Anno EB-Era Bloggista

downloadL’ultimo post del Primo Settennale di vita l’ho pubblicato ieri, ma i festeggiamenti ho preferito rimandarli ad oggi, primo giorno dell’ottavo anno di vita. Come andò, in allora? Andò che la cara amica Mirna (Mirna Moretti, la GL-Grande Lettrice di “Un libro al giorno”, animatrice del GdL-Gruppo di Lettura Librincontri presso il caffè Città di Piazza Italia) era stata chiamata dall’Editore Ing. Andrea Bianchi a bloggare su Trentoblog in tema di libri e aveva accettato. Richiesta poi di indicargli un possibile potenziale blogger a tema libero, aveva pensato a me. Ecco come andò ed io non la ringrazierò mai abbastanza! Infatti  il blog è diventato la mia coscienza, il mio stimolo, il mio relax, il mio sfogo,  il mio diario, il mio tentativo (chissà se ci riesco) di contributo al miglioramento del mondo, il mio instancabile compagno di viaggio. Pensate un po’: incontro un’amica che non vedo da tempo e le dico: “Come va? E’ tanto che non ci in contriamo!” E lei “Ma cosa dici mai? Io leggo tutti i giorni i tuoi post!” Della serie: con un blog non sei mai solo. E oggi, per celebrare l’inizio dell’ottavo anno di vita, ho pensato di

  • fornirvi qualche dato statistico sui miei post;
  • sottoporvi una riflessione sul GC-Grande Cambiamento intervenuto in questi sette anni;
  • darvi un’idea circa un possibile regalo di Natale.

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Statistica 

“One post a day keeps the doctor away“! Allora io continuerò a godere di ottima salute visto che in sette anni ho pubblicato 3.423 post ovvero 1,4 post al giorno festivi compresi, articolati su 172 pagine web. La fascia di lettori più nutrica è quella dai 25 ai 35 anni, per il 51% maschi e gli argomenti più “cliccati” sono sport e turismo; quelli più “scritti” sono  musica, sociologia, politica, democrazia. La durata media di ogni lettura è di 1,10 minuti. Nel periodo ho ricevuto   2.210 commenti e 650 spam. La frequentazione media  varia da 50 (giorno festivo estivo) a 200 lettori al giorno. I lettori ricorrenti sono fra il 10 e il 30% del totale (ovviamente i nuovi, ogni giorno, fra il 90 e il 70%). Mia connessione ai social: nessuna.

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Il GC-Grande Cambiamento 

Sette anni fa – Oggi? I cannot help myself underlineing  … non posso fare a meno di sottolineare la pesante involuzione subita dall’Umanità, nel doppio significato di “insieme di persone” appartenenti alla stessa, unica razza: quella umana, appunto; e di “qualità positiva” che dovrebbe contraddistinguere questo insieme di esseri viventi. Quo vadis mondo?

Possibile regalo di Natale 

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                 Libro d’amare

Regalate e regalatevi un Built in Orderly Organized Knooledge, in sigla un BOOK, un libro. Infatti è il massimo della tecnologia! Volete mettere? Niente fili, niente batteria, è compatto e portatile, può essere usato anche comodamente seduti davanti al caminetto acceso. E’ costituito da una sequenza di fogli numerati (di carta riciclabile) ciascuno dei quali contiene migliaia di bit d’informazione. Questi fogli sono mantenuti insieme nella sequenza corretta da un’elegante custodia detta rilegatura. Ogni parola viene scannerizzata otticamente e l’informazione è direttamente registrata nel cervello. C’è un comando “browse” che permette di passare da una pagina all’altra, sia in avanti che all’indietro, con un solo colpo di dito. Un’utility detta ”indice” permette di trovare istantaneamente l’argomento voluto alla pagina giusta. Si può acquistare un optional chiamato ”segnalibro” che permette di tornare dove ci si era fermati la volta prima, anche se il Book è stato chiuso. E’ stato inoltre messo in commercio il Portable Erasable-Nib Cryptic Intercommunication Language Stilus, in sigla PENCIL (matita).

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Dice … ok, capito, ma quale Book suggerisci, caro blogger? Quale? Fra i tanti quello dalla cui pagina 19 ho tratto le indicazioni di cui sopra: “Pape Satan Aleppe – Cronache di una società liquida”, di tale Eco dr. Umberto, Ed. La Nave di Teseo, febbraio 2016: 469 pagine, €20,00, cioè 4,27 centesimi di euro a pagina: dai che vi conviene! E’ una miniera di riflessioni!

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Dice … ma un’alternativa no? Certo raga, scialla, ma sempre in tema di Umanità/umanità: vi propongo il romanzo, “Le rughe del sorriso” di Carmine Abate (Mondadori)  (Abate, già Premio Campiello 2012 con “La collina del Vento”).

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Buon compleanno BLOG! E – a tutte e a tutti – buon BOOK, buoni post, buon Natale ma soprattutto buona, cara, preziosa vecchia Umanità!

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CARMINE ABATE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2018 @ 3:39 am

Detto altrimenti: … e il suo ultimo lavoro “Le rughe del sorriso”       (post 3424)

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        Lo scrittore e il blogger

Conoscete il Premio Campiello? E’ un Premio che viene assegnato secondo un procedimento molto articolato che prevede – fra l’altro – il voto di giudici popolari “segreti”. Come si fa? Si scrive, ci si propone e se si viene accettati si riceve la copia dei cinque libri finalisti con l’obbligo di leggerli e di pronunciarsi nel più assoluto silenzio e segreto nel senso che non dovete dire a nessuno che fate parte di quella giuria. Mia moglie Maria Teresa è stata giudice nel 2014. Carmine ha vinto il campiello nel 2012 con “La collina del vento”. Calabrese “ma” vissuto molto in Germania e da moltissimo in Trentino (Carmine, non te la prendere, anche di me dicono “Nato a Genova, “ma” residente a Trento da trent’anni”: ti assicuro, in quel “ma” non c’è alcuna malizia!) … in Trentino, si diceva, ed in particolare a Besenello, dove è (stato?) collega della nostra amica collega lettrice (del Gruppo Librincontri di Mirna Moretti) Raffaella Masera, la quale ci ha avvisati della presentazione, ieri sera in casa Libreria Mondadori, del suo ultimo lavoro. Detto, fatto: io ci sono andato. Che dire?

downloadLa Persona. Gradevolissima (un giovanotto, 10 anni meno di me, maccomesipermette?).

Il libro ho già iniziato a leggerlo e sin dalle prime pagine ne sono stato catturato, innanzi tutto per la spontaneità del linguaggio-semi-dialetto alla Camilleri: uno scrigno di gioielli, i dialetti, che i like, le faccine, i xchè, i tvb e gli altri obbrobriosi segni convenzionali del web non riusciranno mai a distruggere.

La dedica che Carmine mi ha fatto? Non avrebbe potuto essere più bella: “A Maria Teresa e Riccardo, amici della mia cara collega Raffaella, con tanta stima”.

La Calabria. Ne abbiamo parlato un poco, solo un poco xchè (!) io ho conosciuto solo Reggio Calabria, la sua passeggiata a mare (il km più bello del mondo), un amico di lavoro (Ing. Agostino S.) e i due Bronzi di Riace, paese che ora conosco anche per il suo sindaco (coraggio, sindaco, siamo con te!).

L’8 dicembre p.v. a Besenello ci sarà un suo evento (cfr. post Prossimi Eventi): farò il possibile per esserci.

Grazie, Carmine!

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INTERCETTAZIONI PERICOLOSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Dicembre, 2018 @ 7:16 pm

IMG-20181204-WA0007Detto altrimenti: non ci crederete, ma è tutto vero!   (post 3423)

Stavo giocherellando con il mio smartfone quando sono enrtato mio malgrado all’interno di una conversazione privata … e allora mi sono detto che forse Babbo Natale deve scriverla davvero una letterina a non solo a Salvini …

Inizia 

Giggi, Giggi … è scuppiat nu casin,  se ne so’ accuort …

Papà , accuort e che? Chi?

Quelle e licenze edilizie, i cuntratt e faticà …

Che dici? Quelli che nun tenevamo?

Overo, Giggì, e mo’ che facimm?

Che fatt tu papà, io so’ ministro.

E proprio perché tu sii ministro che s’ha da truvà na soluzione.

Ma tu che vai trovann a me? Nui simme “onesti, onesti, onesti”.

Vabbuo’ o saccio pur’io e pur io so’ onesto, ma na vota sola.

E vabbuo’ papà, facimme accussì: tu t’hai a scusà; hai e ricere che chelle le case erano sgarrupate e che abbisognava da fa’ in ogni caso; che ti si sbagliato; che eri poveriell e  chilli li operai nun tenevano a faticà e a che a issi hai fatto nu regalo overo. E poi invocheremo lo stato di necessità: simme a Natale e tutt so’ cchiù bbuone!

A Giggì, vieni a papà …. tu si nu piezze e core!

Finisce

P.S.: no, raga, non è una delle solite storielle che girano in internet, no. Questa è mia, anche se io sono un genovese “vivente” a Trento da trent’anni! Il fatto è che sono appassionato di dialetti, ed ogni tanto ci provo, come quando – per fare un esempio – anni fa scrissi una poesia in dialetto trentino: fatta leggere a Paolo Castelli (famoso autore, commediografo e attore locale), mi ha detto :”Erori non ghe nè ma se capise che sei ‘n Talian …”. Evvabbè, mi sono detto, accontentati, Riccardo. Ora ci ho rifatto con il napoletano che però ho fatto correggere dalla cara amica Rosetta, napoletana verace; io, al quale un negoziante di Napoli, durante una mia visita qualche anno fa a quella bellissima città,  disse: “Signurì, vui site nu Napoletano mancato!” Complimento che gradii molto.  E allora, ecco un paio di proverbi del giorno, uno napoletano ed uno spagnolo: la traduzione fatela voi, ecchè, vi devo dire tutto io? Quando mai !?

  • Fattella  ca gente meglio e te e fance e spese!
  • Piensa mal y acertaràs!

E allora, chi traduce?

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