DI TONINELLI SI MUORE ( e anche di Di Maio)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Febbraio, 2019 @ 12:45 pm

(I commenti sono in calce al testo, in colore rosso)


Detto altrimenti: ma si può?    (post 3512)

  1. Tunnel del Brennero: “Ci passano già felicemente migliaia di utenti …”.
  2. TAV: “Ma chi se ne frega di andare a Lione?!”
  3. Autostrada del Brennero: “Una mangiatoia”.

Al che mi consenta una replica, signor ministro, anzi tre:

Il tunnel di base del Brennero non è ancora terminato, inaugurato, operante. Ma vabbè … mica un ministro può sapere tutto, mica può!

Andare a Lione? Ma chi se ne frega?!

La valutazione del TAV va fatta in quanto tassello di una linea europea di alcune migliaia di km: e quindi il TAV è da farsi anche se il calcolo costi benefici della singola tratta fosse negativo. E poi, quel “Chi e ne frega di andare a Lione!”  Dai signor  ministro … che figura da peraccottari mangiaspaghetti ci fa fare lei con i cugini d’oltralpe!  Misuriamo le parole, almeno quello! Ma poi, costi-benefici? Ma quanti costi e quali benefici? Al quanti costi si può dare risposta. Ma al quali benefici no. Infatti, come si farebbe a dire che un grande Ente Fiera andrebbe chiuso perché non tutte le sue manifestazioni hanno un bilancio in attivo, quando tutte portano un enorme vantaggio economico all’indotto cittadino?

F35? A pedate nel c….! Anzi no.

E qui è intervenuto il suo correligionario Luigi Di Maio:Con 20 miliardi possiamo costruire 2500 scuole antisismiche etc….” . Ecco, Luigi (mi consenta signor ministro vice premier, ma sa, mentre lei faceva il suo giovanile percorso di vita e di lavoro, io studiavo, mi laureavo, facevo il Sottotenente nella brigata Alpina Tridentina, mi sposavo, avevo due figli, lavoravo come manager capo azienda per 35 anni), ecco, dicevo, lei parla di priorità. Ma non era lei con i suoi a gridare ai quattro venti che “Quelli che hanno ordinato i cacciabombardieri F35 bisogna prenderli a calci in culo”? E che ora invece no!? E che “Noi le autorizzazioni a procedere le daremo sempre” anzi no!? Allora se si tratta di rimettere in ordine le priorità, esaminiamole un po’ tutte queste spese “bloccate”, a cominciare dallo sblocco di quelle per F35 che ci costano due occhi della testa, uno per l’acquisto ed uno per la manutenzione! Sa quanto potremmo investire su un altro tipo di difesa, quella idrogeologica della nostra Italia? Ed oggi invece per le spese militari si spendono circa 70 milioni di euro al giorno e la stessa cifra, ma all’anno, per la difesa idrogeologica!

La nostra bandiera, la nostra Autonomia

A22, la mangiatoia. Che il Bambinello avesse scelto l’A22 per nascervi proprio non mi risulta. Anche qui, frasi ad effetto, parole alla pancia, retorica populista o populismo retorico: faccia lei, signor ministro, che se io nella mia vita di capo azienda (piccola e grande, pubblica, privata e mista, italiana ed estera, operativa e finanziaria, industriale e di servizi, singola e holding) mi fossi comportato come lei, i “calci nel culo” auspicati da Luigi per chi ha acquistato gli F35 li avrei presi io e sonori: si sarebbero chiamati licenziamento in tronco + azione di responsabilità nei miei confronti. Sa, signor ministro, volesse il cielo che tutto il nostro Paese fosse governato come noi qui in Trentino Sud Tirolo governiamo quelle che lei chiama mangiatoie! Anche a questo riguardo è una questione di priorità: non le pare che PRIMA di cercare di livellare al basso le amministrazioni locali, sarebbe più urgente cercare di livellarle verso l’alto?

Fine (per oggi) ma certe sue uscite sono un po’ come nar col cul ne le pedae (andare a mettere il culo nelle pedate) cioè sono un po’ come andarsele a cercare. Solo che se le pedate figurative riguardano il suo fondo schiena (e fino a qui …), quelle derivanti al Paese dai danni di simili comportamenti riguardano il fondoschiena di tutti noi poveri amministrati.

Niente di personale, e … senza rancore (anche da parte stra, ci conto!)

COMMENTO DI GIOVANNI S.:   Circa le battute sulla Torino Lione, che –
per consentire una visione corretta dell’intera tratta sarebbe assai più corretto chiamare ferrovia Lisbona-Kiev –  osservo che la tratta sulla quale si continua a fissare ossessivamente l’attenzione degli sprovveduti è solo un piccolissima parte. A parte poi che Lione è una magnifica città, pensate cosa sarebbe accaduto quando si decise di costruire l’Autostrada del Sole se un Toninelli qualunque dell’epoca avesse detto Chi se ne frega di andare da Fiorenzuola a Fidenza” e fosse diventato ministro? Per nostra fortuna erano altri tempi! Fai bene a smorzare i toni, ma io un po’ di astio per questi ministri improvvisati e sprovveduti comincio a nutrirlo.

RISPONDO A GIOVANNI S.: i tanti interventi “minori” che si potrebbero realizzare con i 20 miliardi che si dice sarebbero risparmati dalla interruzione del cantiere TAV, interventi pur necessari, avrebbero comunque una maggiore forza attrattiva di voti locali. Mi pare che questo governo sia in una continua doppia campagna elettorale: una per le europee ed una interna alle due forze di maggioranza governativa. Sono un malpensante? Può essere ma un’amica spagnola mi ha recentemente fatto una raccomandazione: “Piensa mal y acertaràs!”.

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COMMENTA FABIO P.: Bravo Riccardo, andrebbero invertiti i budget. Più che mai oggi con la Natura che non perdona. Più Canadair e meno F35. Più forze armate europee e meno sovranità statuali. Più Europa e meno nazionalismi. 

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PICCOLA FARMACIA LETTERARIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Febbraio, 2019 @ 7:02 pm


Detto altrimenti: “curarsi” con i libri         (post 3511)

Trento, Trentino: finalmente è arrivata la neve, quella vera ed io … io mi son preso una bella influenza ragion per cui sono agli arresti domiciliari fra i miei libri, i miei post e qualche zapping TV. Acc …

Ed è proprio lo zapping che mi ha fatto conoscere un’iniziativa molto particolare e apprezzabile: Elena Molini (Firenze) ha aperto la “Piccola Farmacia Letteraria” (Via Rigoli, 7 r, quartiere Gavinana, FI), nella quale ogni libro in vendita ha il suo “bugiardino”: siete depressi? Nessun problema ecco il libro per voi! Siete in vena di ridere, volete distrarvi? Ecco un altro libro, e così via. Dice … ma non è una vera cura, non è una vera farmacia! E chi lo ha mai detto? La realtà è che gli acquirenti si aprono alla titolare, espongono le proprie necessità del momento, si instaura un rapporto umano, una comunicazione (termine che a me – giusto o sbagliato che sia – piace ricondurre al latino communis actio, azione comune), ci si apre all’Altro, si parla con l’Altro. Ecco, io credo che questo “aprirsi” sia già una prima “medicina” che inizia a portare i suoi benefici ancor prima della lettura del libro scelto.

Volete saperne di più? Trovate tutto in internet. Intanto io dico “grazie” a Elena anche perchè mi ha dato materia per questo mio post.

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P.S.: in un mio viaggio a Udine ho trovato un altro tipo di “farmacia”: ma questa è un’altra storia!

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LA STRAGE DEL CERMIS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Febbraio, 2019 @ 7:46 am


Detto altrimenti: per non dimenticare    (post 3510)

3 febbraio 1998 – LA STRAGE DEL CERMIS

Sospese nel vuoto

arroganti contraddizioni

Incoscienti!

ubriacano menti ribelli

salde al buon senso

ed alla ragione.

Inutile verità

sui metri da terra

veloci

inutile rotta

del libro di bordo.

Verrà anche il tempo della giustizia.

Sangue

Fredde le mani protendono

a stringere un corpo

per dare calore

agli ultimi istanti.

Pavide

altre

nascondono

la scatola nera dei dati

Promossi sul campo!

turpi alla vista.

Leggiamo violata

la legge

da scritte di sangue

su fogli di neve.

Urliamo

in faccia all’abisso profondo

schiacciati

fra i piccoli atti

del nostro dovere

e l’osceno dispregio assordante

alla vita.

Vis legibus inimica …

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VALORE E PREZZO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2019 @ 3:44 pm


Detto altrimenti. delle cose delle persone           (post 3509)

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Oscar Wilde affermava che E’ cinico colui che conosce il prezzo e non il valore delle cose”. Lo stesso può dirsi delle Persone. Intendiamoci, non che le Persone siano “in vendita”: rispetto a loro parlo di “prezzo” riferendomi a quanto il sistema del lavoro è disposto a pagare di stipendio ad ognuna di esse. Al riguardo credo che esista una successione di linee di demarcazione fra le Persone che valgono in misura variabile e il “prezzo” variabile al quale sono “comperate”.

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Un esempio: i lavoratori che fabbricano il carbone di legna in Romania, maestri nella difficile arte della costruzione e gestione delle cataste di legna, remunerati circa 70 dollari USA al mese; la successiva catena del commercio di quel prodotto lo vende a multipli del costo di produzione, tal che è conveniente anche spedire quel carbone di legna oltre oceano per i barbeque USA. Chi ha più valore? Chi produce ricchezza, chi se ne appropria? L’operaio? Il suo ex collega che ha superato una prima linea di demarcazione ed è diventato commerciante? Insomma, dipende entro quale ambiente operi: in questo caso la produzione o la commercializzazione.

Io stesso ho sperimentato su di me una parte del percorso citato: quando lavoravo in banca (preparato su tutti i settori bancari) guadagnavo tot.. Superata la prima linea di demarcazione alle quali ho accennato sopra, passato in un ambiente diverso (la finanziaria di cui al post precedente) ero remunerato cinque multipli di quel tot.. Eppure io ero la stessa persona, solo che nel secondo ambiente aveva potuto emergere il mio  ”valore” cioè la mia capacità di produrre ricchezza.

E allora parliamo di questa nuova variabile: il valore dell’ambiente entro il quale ognuno opera. Nella finanziaria di cui sopra io ideai e realizzai fra le altre cose, il sistema di controllo e gestione del rischio di cambio delle valute destere. Immaginate quanto abbia valso in termini di produzione di ricchezza reale (minori costi, maggiori ricavi, miglior utile aziendale) un sistema del genere applicato a decine di grandi società industriali e di servizio che operavano a livello nazionale e internazionale. Non per questo reclamai né ricevetti un premio o un aumento di stipendio: infatti il merito era di chi mi aveva preparato (la grande banca dalla quale provenivo); dell’ambiente entro il quale stavo operando ed alla fine anche mio: ma io ricevevo già un ottimo stipendio. Ora, se io fossi stato l’Amministratore Delegato di un grande gruppo industriale privato, l’avere realizzato quel sistema mi avrebbe fruttato un premio molto elevato unito ad una corposa stock option: in altre parole, avrei superato una seconda linea di demarcazione grazie al diverso ambiente operativo, mentre io sarei stato sempre la stessa persona.

Ecco perchè a parer mio non è condivisibile l’elevatissimo livello delle retribuzioni di coloro che hanno superato la seconda linea di demarcazione: certi capi-banca, presidenti e AD di società pubbliche o gestori di talk shaw: in quanto i pur ottimi risultati che possono conseguire dipendono soprattutto dall’ambiente nel quale sono inseriti. Solo dopo anche dalle loro capacità.

Fino a qui abbiamo superato due fra le  linee di demarcazione cui accennavo. Ma vi è una terza linea di demarcazione, quella di chi, avvalendosi delle conoscenze acquisite lavorando nell’ultima delle aree citate, si mette a “fare finanza” in proprio, acquistando e vendendo azioni e titoli d’ogni genere, arricchendosi in termini di milioni di euro. Ma questa è un’altra storia.

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I PARADOSSI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Febbraio, 2019 @ 3:08 pm


Detto altrimenti: che le ONG siano la causa delle immigrazioni      (post 3508)

Questo è un postaltrui, che io condivido.

Inizia

Il primo paradosso è che le ONG erano in piazza assieme alla società civile sia durante la prima che la seconda guerra del golfo; con tanto di bandiere della pace. Avevamo supplicato di portare il conflitto nelle sedi diplomatiche più opportune. Di “non uccidere” (o far uccidere) Saddam Hussein ma di consegnarlo al TPI- Tribunale Penale Internazionale in quanto si sarebbe aperto un conflitto dentro e contro l’Islam che poteva giovare solo i mercanti d’arma. Non certo i popoli.

I governi non ci ascoltarono. Bombardarono quella terra ed impiccarono il loro capo aprendo una delle rotte migratorie – via terra e via mare – più importanti della storia moderna: la rotta balcanica. Popoli che stanno ancor oggi cercando di raggiungere l’Europa, unica terra in pace da 70 anni. E che l’Europa non vuole tant’è che è costretta a pagare fior di miliardi di euro un dittatore come Erdogan per arginare l’esodo.  Poi arrivarono le scuse di Tony Blair: “Quelle guerre hanno portato CAOS e fatto nascere l’ISIS”!

Il secondo paradosso è che le ONG erano in piazza assieme alla società civile durante la primavera araba per supplicare i governi, come la Francia supportata non poco dall’Italia, di non bombardare la Libia e di non uccidere il suo Capo Muʿammar Gheddafi (il più importante finanziatore della campagna elettorale di Sarkozy) perché non è giusto e perché vi sarebbero state importanti conseguenze per l’Europa. I governi fecero spallucce; bombardarono e fecero uccidere il leader libico rintracciato con i droni americani. 
Si aprì il più importante esodo via Mediterraneo della storia con barche di fortuna e non solo.

Poi arrivarono le scuse dell’ex Presidente Obama: “Non avevamo un piano per il dopo Gheddafi”.

Ora, incolpare le ONG degli attuali esodi e trattare i disperati come delinquenti mi sembra un (terzo, n.d.r.) paradosso un tantino fuori luogo. Ed è per questo che anch’io aderirò il 2 febbraio alle ore 14,00  davanti al municipio della mia città Trento, n.d.r.). Con la bandiera della pace che avevo esposto durante le guerre precedenti.

Fabio Pipinato

Finisce

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Di mio mi permetto di aggiungere che il colonialismo dei millenni scorsi non è morto, ha solo cambiato veste, e non è solo della Francia ma di molti stati e delle multinazionali. Sulla sua origine suggerisco la lettura del libro qui a fianco: si legge di volata, sembra un libro di avventure solo che sono “avventure” vere: lo svilupparsi del colonialismo a livello mondiale di pari passo con il progredire della tecnologia (dei trasporti e bellica): il seme di molte migrazioni odierne.

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VALORE, RICCHEZZA, FINANZA, BANCHE, VALORI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Gennaio, 2019 @ 3:02 pm

Detto altrimenti: le parole sono pietre, scriveva Don Lorenzo Milani …        (post 3507)

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(Sono riconoscente ad un libro che sto leggendo – Mariana Mazzucato, “Il valore di tutto – Chi lo produce e chi lo sottrae nell’economia globale” Ed. Laterza – perché mi sta facendo ringiovanire, cioè mi sta riportando a parlare e scrivere di materie che trattavo e “lavoravo”  40 anni fa. Grazie, libro!)

Qualche post fa vi ho intrattenuto sulla distribuzione della RICCHEZZA. Oggi faccio un passo indietro e mi soffermo brevemente sul VALORE, cioè su ciò che “vale”, ovvero sul processo che crea e distribuisce ricchezza (beni e servizi utili, non dannosi, non inutili, non inquinanti). Il VALORE crea RICCHEZZA. Ma oltre ai “CREATORI DI RICCHEZZA” vi sono gli “ESTRATTORI DI RICCHEZZA” ovvero coloro che per posizione monopolistica, sistemi di rendita, privilegi fiscali, meccanismi “finanziari” etc. si appropriano di ricchezza senza passare attraverso il PCV- Procedimento Creativo Valore

Bretton Woods, New Hampshire, USA,1944

La FINANZA, un corpo meritorio delle nostre Forze dell’Ordine. Con lo stesso termine si indica un’attività che da “finanziaria” (semplice strumento della produzione), dagli anni ’70 è diventata “economica” ovvero produttrice di ricchezza attraverso un suo particolare percorso di “valore”, a prescindere dal processo produttivo di beni e servizi. Anni ’70 … amarcord … mi ricordo che nel dicembre 1971 fu cancellato il sistema dei cambi fissi agganciati al dollaro e all’oro come era stato stabilito dagli accordi di Bretton Woods (cambi fissi: un’oncia d’oro = 28,35 grammi = 35 dollari USA; 1 dollaro USA = 625 lire). Da quel momento si iniziò a “giocare” con le valute: compro questa, vendo quella etc..

Con la fluttuazione libera dei cambi, la lira si svalutò e in Italia possedere valuta estera diventò un reato (c’era l’obbligo di versarla all’UIC-Ufficio Italiano dei Cambi entro sette giorni, al cambio meno favorevole del periodo) a meno di essere una (o la sola?) finanziaria privilegiata, autorizzata ad intrattenere “conti autorizzati in valuta estera” (Fiat). Inoltre, ogni importatore era tenuto a pagare l’estero andando a debito di conti in valuta estera anche se aveva disponibilità di lire in conto; era inoltre tenuto a versare su un conto infruttifero per sei mesi presso Bankitalia una somma in lire pari alla metà del pagamento all’estero delle merci importate.

Sip, Ilte, Seat, Cselt, Italtel, Sit Siemens, Siemens Data, Selenia, Elsag, Sodalia, SGS Ates, etc.

Nella prima metà degli anni ’70 io lavoravo in banca, nella seconda ero Capo della Finanza Italia della Stet-Società Finanziaria Telefonica per Azioni (Torino), la più grande finanziaria italiana, più grande della stessa Fiat (ricordo che l’allora direttore finanziario di quel gruppo era venuto da noi per vedere come operavamo). La Stet era una finanziaria mista, cioè di partecipazioni e in parte operativa su certi settori, innanzi tutto sulla finanza di gruppo che attivavamo come strumento della produzione e non come attività di speculazione.

Erano anni difficili per le imprese: “stretta” valutaria; “stretta” creditizia; costo del denaro altissimo: in quegli anni la forbice fra tassi bancari attivi e passivi era di molti punti e mai come allora le BANCHE fecero utili così consistenti: situazione paradossale, nel senso che li fecero proprio negli anni in cui prestavano meno denari alle società industriali: ecco un esempio di “estrazione di ricchezza”. In quegli anni e da quegli anni le banche si drogarono, ovvero divennero assuefatte alla droga finanza: infatti invece di operare solo come banca (raccogliere e prestare denaro) iniziarono a investire direttamente e a far investire la clientela su titoli, derivati e sub derivati con il risultato di avere forti utili (e alti premi di rendimento alla propria dirigenza) nel breve termine, e bilanci fallimentari nel medio periodo. E brave le banche! In quegli anni le banche esaminavano i nostri bilanci prima di farci credito. Oggi dovrei essere io a esaminare i loro prima di allacciare un rapporto con loro!
Perchè vi parlo anzi vi scrivo tutto ciò? Perché molte se non tutte le crisi politiche mondiali sono determinate dalla corsa al potere, per …  potere accaparrarsi ricchezza possibilmente  senza passare attraverso il PCV di cui sopra.

Ma c’è un altro motivo che mi ha indotto a scrivere questo post: la debolezza della lira di fronte alla rivoluzione monetaria seguita alla cessazione degli accordi di Bretton Woods è ancora niente: infatti se oggi dovessimo uscire dall’Euro e tornare alla lira sarebbero DOLORI, non VALORI , molto più forti che 50 anni fa!

Dice … VALORI? Caro blogger, ecchè? Di valori non ce ne parli? Dico: i valori cosa? L’onestà, l’imprenditorialità vera, la finanza non speculativa, la produzione e non l’estrazione della ricchezza, la sua più equa distribuzione, il rispetto della dignità umana, l’accoglienza, il rispetto della natura e del clima, la pace … di questi valori volete che vi dica? Ma dai, sono cose vecchie, superate!

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NAVE DICIOTTI AFFAIR

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2019 @ 2:31 pm


Detto altrimenti: piensa mal y acertaràs, dicono in Spagna …        (post 3506)

Mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune considerazioni

  1. E’ sorprendente il voltafaccia di Salvini (“Mi processino pure … anzi no!”) e quello dei M5S (“Daremo sempre queste autorizzazioni … anzi no”);
  2. per l’accertamento del fatto e del diritto (se il fatto esista e se sia un reato) è competente solo il giudice ordinario;
  3. il Senato può e si deve pronunciare solo su un aspetto diverso:  deve valutare se l’accusa sia stata mossa per impedire all’indagato l’esercizio della funzione politica;
  4. la dichiarazione del Premier di assumersi la responsabilità politica del fatto, svia ulteriormente la comprensione del problema da parte della popolazione: infatti, non siamo di fronte alla necessità di valutare una scelta politica e la sua responsabilità;
  5. quanto poi a quelle incaute parole “Mi assumo la responsabilità politica…”, esse si sommano a quell’ “Io tiro dritto” di triste memoria, triste almeno per chi ce l’ha ancora quella memoria, s‘intende! Già, perché pare che oggi la memoria sia ridotta a strumento demagogico di una retorica strumentale, volta ad una regressione verso una tradizione politica negativa sotto ogni profilo. Una memoria con la “m” minuscola e non maiuscola come meriterebbe, la quale oggi non ci aiuta minimamente a vivere bene il presente a progettare ancor meglio il futuro.

O no?

P.S.: Ubaldo Diciotti, valoroso generale italiano morto nel 1963, sarà ricordato per il brutto Diciotti Affair, così come il vincitore del Piave gen. Armando Diaz lo sarà per le violenze alla Scuola Diaz di Genova che io intitolerei al pessimo Cadorma, levandogli le fermate Metro e le piazze di Milano (che intitolerei a Diaz!)

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PRIMA GLI ITALIANI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2019 @ 11:51 am

Detto altrimenti: ma i senza tetto no!     (post 3505)

L’an trova, sota a un muc de carton
l’an guarda’ che’l pareva nisun
l’an tuca che’l pareva che’l durmiva
lasa sta che l’e’ roba de barbon.

L’hanno trovato, sotto a un mucchio di cartoni
l’hanno guardato che sembrava nessuno
l’hanno toccato che pareva dormisse
lascia stare che è roba da barboni

Molti Italiani “barboni” (mi scusino queste Persone per il termine che utilizzo, ma è per farmi capire) sono senza tetto, senza dimora, senza alcun reddito né proprietà, dormono per strada ma non riceveranno il reddito di cittadinanza perché “non hanno residenza in Italia da almeno 10 anni”. Infatti solo 200 su 8000 Comuni italiani (non ottemperando in 7200 alla  L. 24 dicembre 1228 del 1954 ed alla Circolare Istat 29/1992) hanno creato una Via … fittizia nella quale registrare tali Persone per cui questi Italiani sono invisibili: i nuovi paria. Dice: “Ma il reddito di cittadinanza non è assistenzialismo: è un ponte verso il lavoro …“. Ok, ma allora bisogna costrire un “ponte” anche fra i senzatetto e il sistema di questa nuova misura, in accordo con la politica comunale (v. Bologna) che è passata dalla loro assistenza alla “collaborazione” reciproca, per un percorso di uscita da quello status. Altrimenti l’azione comunale rischia di cadere nel vuoto: una sorta di accompagnamento verso il … nulla.


P.S.: La Circolare Istat 29/1992 ha stabilito che ogni Ufficio Anagrafe deve registrare la persona senza tetto o senza dimora nel registro della popolazione residente, istituendo – in caso di assenza di domicilio o residenza – una via fittizia che non esiste dal punto di vista territoriale/toponomastico ma ha equivalente valore giuridico e nella quale la persona elegge il proprio recapito.

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UN CAPO FORTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2019 @ 11:26 am


Detto altrimenti: molti Italiani lo vogliono         (post 3504)

Maccome? Non è bastato quello del secolo scorso? Noo? E allora sentite questa storiella, tratta da una favola di Esopo, “vecchia” di 2600 anni ma attualissima.

Volevamo un capo forte? Siamo state accontentate! Ma ora, come la mettiamo?”

In uno stagno vivevano molte rane che conducevano la vita senza che tra loro vi fosse molto ordine. Così un giorno decisero di chiedere al sommo Giove un re forte. Questi, beffandosi di loro, mandò come re una piccola trave di legno nello stagno per verificare come reagissero le rane, le quali, infatti, in breve tempo insozzarono tutto il bastoncino. Quasi offese, considerato il loro primo re assolutamente inadatto, le rane chiesero al Giove un capo veramente forte che sapesse mantenere l’ordine. Giove per punizione mandò nello stagno un serpente che fece strage di molti ranocchi. Affrante le rane ripensarono nuovamente di mandare un’altra ambasceria a Giove, ma Giove disse loro che non avendo esse sopportato il bene che avevano ricevuto, ora avrebbero dovuto sopportate quel male.

Capito mi avete?

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EX LIBRIS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2019 @ 7:30 am


Detto altrimenti: estratti dai libri        (post 3503)

Sandra Petrignani,La corsara  – Ritratto di Natalia Ginzburg”, Ed. Neri Pozza agosto 2018, pag. 278, Capitolo “Quando dice “credo”, la Ginzburg “afferma” – Brano “Le piccole virtù”.

“Per quanto riguarda l’educazione dei figli, penso che si debbano insegnar loro non le piccole virtù, ma le grandi:

  • non il risparmio, ma la generosità e l’indifferenza al denaro;
  • non la prudenza, ma il coraggio e lo sprezzo del pericolo;
  • non l’astuzia, ma la schiettezza e l’amore alla verità;
  • non la diplomazia, ma l’amore al prossimo e l’abnegazione;
  • non il desiderio del successo, ma il desiderio di essere e di sapere”.

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