AAISP-AP ROVERETO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Maggio, 2019 @ 10:03 am

Detto altrimenti: AISM- Associazione Italiana Sclerosi Multipla – PK – Associazione Parkinson, Rovereto   (post 3596)

Ieri mattina, a Rovereto. La soprano internazionale Maria Letizia Grosselli e il pianista M° Calogero Diliberto detto Lillo, hanno rispettivamente preparato e diretto, l’una, e accompagnato, l’altro, il coro delle due Associazioni, nell’esecuzione di una serie di canzoni ispirate al clima (piovoso) della stagione, a conclusione di mesi di prove sotto la guida della stessa Maria Letizia. Organizzazione e principale finanziamento: AISC – Contributi dei parttecipanti e di PK.

L’esecuzione di ogni pezzo è stata preceduta da una breve introduzione.  Applauditissimi tutti i brani.Rilevante l’intervento di uno dei cantanti, Gianfranco, il quale ha evidenziato come la migliore cura al male sia la volontà insista in ogni persona, volontà di esserci, di fare, di non lasciarsi andare: infatti il repertorio si è concluso con ” ‘O sole mio”, addirittura bissato! La rappresentazione si è conclusa con i saluti delle Presidenti dell’Associazione Elena Dellaidotti  e Andreanna Bayer e del Vicesindaco del Comune di Rovereto Cristina Azzolini, la quale ha confermato l’imminente assegnazione alle Associazioni di una nuova sede.

Qui, Maria Letizia con la sua amica fortepianista Stefania Neonato (foto di repertorio)

Un grazie particolare infine, da parte di tutti, accompagnato da un ultimo, caloroso applauso al Comune di Rovereto per la presenza e per la nuova sede e a Maria Letizia Grosselli che fra i tanti suoi impegni internazionali ha voluto riservare tempo, attenzione e amore a questa iniziativa.


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FOTOPOST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2019 @ 6:00 am

Detto altrimenti: davanti a casa mia, Viale Trieste, 13 – Trento      (post 3595)

Giace lì, abbandonata, da dieci giorni, con un antifurto che le blocca la ruota ma chissà perché non l’ha assicurata al palo al quale è appoggiata. Ogni giorno mia moglie ed io ci poniamo la stessa domanda: è possibile “dimenticare” una bicicletta? Non è rischioso lasciarla così tanto tempo esposta al ladruncolo di turno? Davanti a casa, dicevo …

A born fisherman, un pescatore nato

Davanti casa (così dicono a Roma, senza quell’ “a”) … davanti casa mia: in dialetto la Fersena, in lingua la Fersina … chi la/lo chiama fiume, chi torrente. Siamo a 900 metri in linea d’aria dalla centrale Piazza Duomo. Sulla sinistra della foto la città è finita e “partono” la collina ed il bosco che poi diventano il monte La Marzola (m. 1738) con i suoi due bivacchi e il Rifugio Maranza (m. 1075), “ristorante tipico con ampio parcheggio”.

(Foto Luigi Zullo)

E dentro le sue acque, un pescatore urbano a contendere il cibo agli aironi cinerini che ormai vengono qui, immigrati da altra valle (la valle dei Laghi, dove abitano) a mangiare il pesce “nostrano”.

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I DIALOGHI DI PLUTONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Maggio, 2019 @ 9:31 am

Detto altrimenti: ovvero, sui risultati delle elezioni europee   (post 3593)


Scena: i tavolini di un bar sotto i portici di Piazza Duomo a Trento. Tizio e Caio stanno commentando i risultati delle elezioni europee. Nei paraggi si aggira, non visto, il diavolo Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio.

Tizio: Ma guarda un po’ se a questa stagione dobbiamo ancora indossare la giacca a vento … e poi, ‘sto sole … s’è dimenticato di noi …

Caio: Bevi il caffè che ti si raffredda. Ma poi oggi chi pensa al sole? Oggi dobbiamo ragionare sui risultati elettorali: la Lega è il primo partito …

Tizio: No Caio, il primo partito è quello degli astensionisti, quasi al 50%, per cui chi ha il 34% dei votanti, in realtà governerà il paese avendo il 17% degli aventi diritto al voto. Sai, in questi giorni su uozap girava una storiella:
 “Se decidi di mettere la testa sotto la sabbia, ricordati che il tuo sedere resta fuori: vai a votare!”

Caio: Ma ora al governo non tornano più i numeri dei ministeri, nel senso che si sono invertiti i rapporti di forza fra i due partiti al governo.

Tizio: Ma il capo di quel 34 % ha detto che non vorrà nemmeno una mezza poltrona in più, quindi niente rimpasto.

Caio: Si, ma farà quello che vorrà, a dispetto del suo alleato ora minoritario, il quale che farà?

Tizio: continuerà a perdere terreno perché … oh, ma guarda un po’ chi sta arrivando! Ehi, signor Sempronio, venga, si unisca a noi!

Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio si volta e si avvicina al tavolino dei due

Sempronio: Buongiorno amici, sì grazie accetto volentieri. Cameriere un caffè, grazie. Di cosa stavate discutendo, se non sono indiscreto? Scommetto delle elezioni …

Tizio: Si certo. Stavo dicendo che ora il capo di quel 34% farà un po’ il bello ed il cattivo tempo e il suo socio dovrà abbozzare (e perdere voti). Se non abbozza, rischia la crisi di governo e di perdere tutto, perchè l’altro potrebbe allearsi con quel partito che ha raggiunto quasi il 7% …

Ecco il clima che Tizio e Caio vorrebbero, a questa stagione! Al centro, sul fondo i portici e il bar dove si trovano i nostri due amici

Caio: No, quel vincitore non lo farà mai, perché ora tiene in pugno il suo attuale alleato, mentre se facesse il governo con quel partitino, sarebbe ricattabile da chi avrebbe da perdere molto meno di lui, in caso di crisi di governo.

Sempronio: Caio ha ragione. Solo che il problema si sposta in Europa, perché se ora il nostro governo mantiene tutte le sue promesse, dovrà sforare certi parametri UE e quindi dovrà preventivamente cambiarli, solo che in Europa si può formare una coalizione a quattro che non lo comprende e quindi niente modifica dei parametri. Questo è il punto.

Caio: Ma allora il secondo partito non potrebbe accettare l’alleanza con il PD, quella che gli aveva proposto quel tale Bersuni, Bersoni … come si chiamava?

Tizio: Bersani, cribbio! Ma come si fa a non ricordare quel nome?

Sempronio: il partito di Bersani, anzi di Zingaretti ha superato il secondo partito di governo e ripropone il dualismo destra-sinistra. Non credo che il secondo partito di governo ipotizzi questa soluzione.

Tizio: Bene, era ora! Solo che sarebbe bene che le destre facessero cose di destra e le sinistre cose di sinistra. E invece talvolta …

Sempronio: Sapete cosa vi dico? Che in Europa i sovranisti non passeranno, in Italia si sforeranno tutti i parametri, il populismo e la demagogia daranno un po’ a tutti.

Caio: Ma dove prenderanno i soldi per accontentare tutti?

Sempronio: E’ semplice: dalle pensioni, dalla scuola, dalla sanità e con una bella patrimoniale. Ma … cosa succede laggiù? Un’auto ha preso fuoco? Che gran fumo! Corro a vedere ….

Sempronio corre verso una nuvola di fumo, in fondo alla piazza.

Tizio: Ma che fine ha fatto Sempronio? Scompare sempre, diavolo d’un uomo! E poi … quel fumo … era solo polvere sollevata dal vento … vacci a capire … e intanto il suo caffè dobbiamo pagarlo noi!

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BICINGIRO 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2019 @ 5:51 pm

Detto altrimenti: I miei “Giri d’Italia”         (post 3593)

La mia ultima grande salita prima della e-bike: il Bondone 2010

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Amarcord, mi ricordo … ho cominciato molto tardi ad andare in bicicletta,  all’età di circa 38 anni. Abitavo a Monza, lavoravo a Milano. Da qualche parte qui fra i miei post sono raccontati gli esordi.  Monza, Milano ma … la seconda casa a Cesana Torinese, fra i colli del Sestriere e del Monginevro. Ed allora ecco, qui, fra i monti lombardi e quelli piemontesi e francesi, i miei “Giri d’Italia”.

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Laggiù, il Lago di Caldonazzo

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Oggi il Giro vero ha pedalato fra i “miei” monti lombardi: infatti accendo la TV e sento un nome, “Sormano”! Ma … siamo in una delle mie due “case ciclistiche” d’origine (l’altra come vi dicevo sono le vette franco-piemontesi! Poi, qualche anno dopo, ho avuto una terza “casa ciclistica”: il Trentino dove ho salito il Bondone, il Manghen, la Keiserjaegerweg (nella foto), etc., tanto per citare tre salitelle. Ma questa è un’altra storia).

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La mia “Numero Uno”: 35 years old and still going strong

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Oggi il Giro “lombardo” arrivava da sud direzione Canzo-Asso, mentre io spesso lasciavo l’auto a Onno, su quel braccio del Lago di Como che volge a mezzogiorno, e inforcata la mia “Numero Uno” salivo verso sud ovest a Valbrona e ad Asso mi collegavo verso nord all’attuale tappa del Giro. Sormano … il muro (oggi non era in programma).

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Tanti anni fa, sul Manghen

Il Muro di Sormano. Una volta ci ho provato ma poi ho desistito perchè temevo che … mi si staccassero i tendini dalle ossa! Sormano paese, falsopiano, si scende – il Giro e il mio giro insieme – a Nesso. Qui le strade si sono separate: loro verso sud, lago a destra, fino al traguardo di Como. Io svoltavo a destra, verso nord, lago a sinistra, fino a Bellagio. Indi scalavo verso sud il Ghisallo e poi via, a Magreglio, Asso, Valbrona, fino alla mia auto a Onno. Quindi a motore fino a casa a Monza, dove arrivavo in tempo per il pranzo delle 13,00.

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Fiab Trento in Val Concei

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Amarcord, dicevo, qualche anno fa … diciamo … una quarantina? Ma … oggi? Oggi, come sempre, W la bici, W il Giro e W la mia attuale “casa ciclistica” FIAB Trento (Federazione Italiana Amici della Bicicletta).

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BICINCITTA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Maggio, 2019 @ 8:08 am

Detto altrimenti: la bicicletta, questa “intrusa”! (post 3592)

Così dovrebbe sempre essere il rapporto fra ciclisti e pedoni in un’area ciclopedonale! (Asiago, 14 luglio 2013)

Trento. Lungo la pista ciclopedonale che sto percorrendo in bicicletta, un semaforo. Mi acccosto alla colonnina del lampione e “caldo” il pulsante della chiamata. Dietro di me un pedone: “Ah, queste bicilette, sempre nel mezzo!”

Scatta il verde. Attraverso la strada. Pedalo lungo il marciapiede ciclopedonale. Il fatto che la velocità di movimento dei pedoni sia quella che è, cioè lenta, pare che li autorizzi a muoversi senza preoccuparsi che ci possono essere “anche” i ciclisti, questi “intrusi”! Infatti davanti a me un pedone procede al centro della pista, nella stessa direzione: si sposterà a destra o a sinistra? Suono. Si volta infastidito:  ”Ma cosa vuoi?”

Improvvisamente la pista ciclopedonale diventa solo pedonale. Scendo sulla strada e  pedalo mantendomi rigorosamente sulla destra. La carreggiata non è molto larga, dietro di me un’auto rallenta, si accoda. Appena la carreggiata si allarga, l’auto mi si affianca e vengo apostrofato malamente: “Ma vai sul marciapiede!”

Scendo e conduco la bici a mano: io sul bordo del marciapiede, la bici sul bordo della carreggiata, la quale nel frattempo si è un po’ allargata. Davanti a me un’auto in sosta. Il suo conducente è in piedi sul marciapede. Mi guarda, sorride e mi dice: “Si decida, o sulla strada o sul marciapiede, non le pare?”.

Mi viene in mente una storiella che mi raccontava la mia mamma tanti tanti anni fa: padre e figlio camminano per strada tenendo un asino alla briglia. Incrociano un gruppo di passanti: “Guarda quei due stolti, hanno un asino e non ne approfittano!”. Il padre fa salire il figlio sulla groppa dell’animale. Un secondo gruppo di passanti critica: “Guarda quel figlio snaturato, sta comodamente seduto in groppa all’asino e fa andare a piedi il padre”. Il padre fa invertire le posizioni. Un terzo gruppo di passanti esclama: “Guarda quel padre snaturato: sta in sella e fa andare a piedi il figlioletto”. Al che il padre fa montare in sella anche il figlio. Un quarto gruppo di passanti esclama: “Guarda quelli, in due in groppa al povero asinello! Crudeli, insensibili!”

Nel frattempo, tornando ai giorni nostri, in una città come Trento che conta poco più di 100.000 abitanti, ogni giorno entrano 100.000 auto (sic!) di pendolari. In Danimarca si costruiscono “autostrade ciclabili” di accesso a Copenhagen. Evvabbè …


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UNA RIUNIONE FRA AMICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Maggio, 2019 @ 7:52 am

Detto altrimenti: ci siamo fermati a riflettere sulle prossime elezioni UE  (post 3591)

Europa-Africa. L’Europa è “unita” all’Africa da un braccio di mare. L’Africa è stata la culla dell’intera umanità. Nei secoli scorsi l’Occidente l’ha “conquistata” sotto la spinta dei nazionalismi. Oggi la sta riconquistando sotto la spinta delle multinazionali, solo che oggi l’Europa si trova di fronte un poderoso concorrente: la Cina la quale sta “comperando pezzi di Africa” facendo in grande ciò che Leopoldo II° del Belgio (un mini stato creato solo nel 1830!) aveva fatto su “scala congolese” quando aveva inviato l’esploratore Stalney a comperare dai vari capi tribù i terreni sui quali realizzare “stazioni” commerciali e politiche sulle quali poi sarebbe sorto il Congo Belga. Nel frattempo – tanto per fare un esempio – nella Repubblica Democratica del Congo (che di democratico proprio non ha nulla!) le multinazionali fanno estrarre il Coltran agli schiavi bambini che lavorano dieci ore al giorno immersi nel fango per un pugno di dollari al mese. Tutto ciò continuerà a generare flussi sempre più numerosi di “immigranti”. Di fronte a ciò, i nazionalisti del terzo millennio che fanno? “Fermiamoli in Libia!” dicono, come se il resto dell’Africa non esistesse. E invece la risposta può essere solo dall’intera Europa all’intera Africa, una risposta che urge, dettata se non dalla “intelligenza politica” almeno da un interesse egoistico: infatti la prima vittima dello “scempio africano” ad opera delle multinazionali e della Cina sarà proprio la stessa Europa che dovrà fronteggiare le ondate dei migranti in fuga dallo sfruttamento, dalla fame, dalle guerre, dalle malattie.

I nostri giovani, la nostra scuola. Oggi la scuola fornisce troppa capacità e poca conoscenza. Se un giovane sa riassumere un brano dei Promessi Sposi, ha capacità. Se ne sa trarre conclusioni, se sa operare raffronti, ha conoscenza. I giovani molto capaci oggi ma con poca conoscenza non saranno in grado di “essere capaci” di fronte ai nuovi e ancora del tutto sconosciuti mestieri che stanno per nascere.

Una scuola politica? Per chi? Per formare la nuova classe politica, diciamo … con iscritte 25 persone all’anno? Chi scrive preferisce una scuola che formi il popolo degli elettori.

Una “nuova lira” come la vecchia dracma?

Italia First, magari “da sola”? L’Euro è stato un male?  La moneta rappresenta la ricchezza dello Stato che la emette. L’Euro rappresenta la ricchezza media dell’UE. Se l’Italia produce poco e si indebita molto, vuol dire che gli Italiani acquistano i beni con “moneta altrui”, moneta che non hanno contribuito a rendere rappresentativa di valori economici reali. Se tornassimo alla lira, potremmo forse anche dire che al nostro interno essa “vale tanto”. Ma quando andassimo a spenderla all’estero per acquistare energia o materie prime, ci accorgeremmo che varrebbe la metà. Così mi è successo tanti anni fa, al rientro da una vacanza in Grecia a fronte della quale avevo acquistato dracme contro dollari USA: alla frontiera in uscita da quel paese i doganieri Greci mi ritirarono le dracme che avevo avanzato e mi diedero in cambio dollari USA: lì per lì io non capii … ma come? Si privano di una valuta forte? Il fatto era che non volevano che la dracma circolasse all’estero perché sarebbe emerso il suo basso valore, ben inferiore a quello convenzionale attribuito all’interno del loro paese. Dice: ma noi non vogliamo uscire dall’Euro! Rispondo: basta che non ci mandino fuori gli altri!

Da non perdere!

Alcuni o molti dicono: “L’UE così com’è non va, deve essere migliorata, modificata”. Concordo. Soltanto che fino ad ora non ho visto nessuno dei più accesi “modificatori” misurarsi con l’impegnativo compito di redigere un nuovo Progetto UE, completo in tutte le sue parti: evidentemente costoro non sanno andare oltre l’affermazione di principio per pigrizia e per incapacità. E invece, quando un sistema SW non soddisfa, non si interviene via via sulle sue singole componenti: piuttosto, conviene realizzare un nuovo sistema SW e quando è completo, sostituirlo al vecchio che fino a quel momento rimane pienamente operativo.

Prossime elezioni europeee: andare a votare? Si, tutti! Eppure la nostre TV pare che non invitino più di tanto la gente, che non la informino più di tanto … Si sa, meglio un “I Soliti Ignoti” ed una “Eredità” tutte le sere; due “Montalbani”, una “Corrida” ed un “Ballando con le Stelle” alla settimana e il gioco è fatto. Panem et circenses ed il popolo è contento. Tanto .. la politica? Per carità … mi ha nauseato! Quella europea, poi: si sa che all’UE la politica nostrana ci manda i segati interni! E invece no, ragazzi: ormai la politica italiana si farà in Europa, ed ecco che io credo che i nostri sovranisti stiano ben organizzando le proprie fila per arrivare al seguente risultato: pochi elettori alle urne; di questi la maggioranza sovranista per cui con la maggioranza di una minoranza di governerà l’UE e quindi l’Italia. Semplice, basta copiare dal gioco delle scatole cinesi nelle SpA, per cui con un investimento di denari (e di numero di voti) minimo, attraverso una serie a cascata di SpA controllo una Grande SpA (l’UE e l’Italia).

La democrazia diretta? Ma … diretta da chi? Scrive Umberto Eco nel suo “Il fascismo eterno”: “Quando sento un politico mettere in dubbio la rappresentatività del parlamento, inizio a sentire odore di fascismo”.

Dice … “E’ chiaro, amico blogger, che ti stai riferendo alle prossime elezioni europee. Ma tu, come voterai?”

Rispondo: non voterò per i gruppi sovranisti né per chi li sostiene: ad esempio, la Turchia a mio sommesso avviso deve essere allontanata dall’UE.

Dice … “Ma cosa farai in concreto?”

Rispondo: io speriamo che me la cavo!

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PROCESSO A PINOCCHIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Maggio, 2019 @ 3:56 pm

Detto altrimenti: oggi alla camera dei Deputati   (post 3590)

Un progetto UNICEF nell’ambito della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Oggi, nell’aula della Camera, alla presenza del Presidente Fico e della VP Mara Carfagna, un folto pubblico ha assistito in diretta TV al “processo a Pinocchio” reo di essersi venduto l’abecedario che Geppetto gli aveva acquistato con il ricavato della vendita – in pieno inverno – della propria unica giacca, al fine di andare a giocare nel Paese dei Balocchi. Pinocchio è stato assolto, perchè è pur sempre compito e responsabilità degli adulti far sì che i bambini maturino.

Mutatis mutandis, è compito della Politica far sì che i “bambini” cioè gli Elettori maturino. Ecco che a mio sommesso avviso una Scuola Politica deve essere indirizzata alla maturazione dell’Elettorato, non solo o principalmente a quella dei futuri operatori della Politica (i candidati alle varie elezioni).


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NAZIONALISMI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Maggio, 2019 @ 10:02 am

Detto altrimenti: un danno doppio       (post 3589)

Ex libris, da libri (importanti, seri saggi storici) apprendiamo:

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Daniel R. Headrick, “Il predominio dell’Occidente” Ed. Il Mulino 2011, 326 pagine + 60 pagine di note – Il professor Headrick ci illustra lo svilupparsi del colonialismo di pari passo con lo sviluppo tecnologico (ad esempio: nel cuore dell’Africa non si andò fino all’avvento dei battelli a vapore).

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David Van Reybrouck, “Congo”, Feltrinelli 2010, 600 pagine + 45 pagine di note – L’inizio del colonialismo occidentale in Africa (1850) non fu dovuto solo o principalmente alle esigenze commerciali dei singoli imprenditori che si stavano lanciando ad utilizzare (“sfruttare”)  le nuove risorse e i nuovi mercati, ma fu generato soprattutto dai nascenti nazionalismi che “avvertivano l’imprescindibile esigenza di avere un posto al sole”. Emblematico il caso del Belgio verso il Congo. Il Belgio, un mini stato creato nel 1830, sotto la spinta del suo sovrano Leopoldo II nel 1876 convocò una conferenza di trentacinque esploratori, geografi e uomini d’affari da mezza Europa per porre le basi conoscitive dell’impresa “Congo Belga”.

Non è questa la sede per entrare nei dettagli. Mi permetto solo di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori una sottolineatura: il nazionalismo di ieri attraverso il colonialismo ha distrutto le culture locali, ha minato il loro naturale sviluppo, ne ha depredato le risorse generando situazioni di povertà, di conflitti armati, di schiavitù; il nazionalismo di oggi non vuole farsi carico della responsabilità della propria aggressione di ieri e respinge i flussi migratori (i nuovi schiavi) che tale aggressione ha generato.


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HENNING MANKELL 3

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Maggio, 2019 @ 4:31 pm

Detto altrimenti: terzo (ma non ancora ultimo) post su questo scrittore (post 3588)

Care lettrici, cari lettori, se scorrete i miei post, fra gli ultimi troverete i due già pubblicati su Mankell. Altri ne seguiranno: riguarderanno la sua vita, le serie di libri diverse dai gialli come la “Serie di Joel”, per bambini e ragazzi; i romanzi di politica economica o di economia politica (come ad esempio “Il cinese” contro la globalizzazione selvaggia) e romanzi diversi. Insomma, l’avete capito: quest’Uomo-Autore mi ha catturato. Peccato che mi sia vietato riprodurre gli articoli di Dario Pappalardo su Repubblica e sul blog “Il mio libro” in merito alla Persona Mankell. Posso solo invitarvi ad andarli a cercare in internet e leggerli. Infatti Mankell non era “solo” un giallista, era uno scrittore Umano-dell’Umanità e Politico. Kirsten Jacobsen ha scritto la sua biografia: ” Mankell (su) Mankell” , Marsilio Ed. (mi sto procurando questo libro).

KIRSTEN JACOBSEN, nata nel 1942, giornalista danese e scrittrice, ha pubblicato più di dieci biografie. Frutto di numerosi incontri dell’autrice con Henning Mankell che si sono susseguiti nell’arco di un anno in Svezia e Francia, questo libro racconta l’infanzia dello scrittore svedese in una piccola città nel nord della Svezia, di sua madre assente che ha lasciato il marito e tre figli piccoli, delle donne, dell’amore, la paura della morte, la paura di contrarre la malaria o l’aids, l’importanza della natura e della letteratura nella sua vita, e racconta anche la storia delle sue opere e soprattutto la sua visione del mondo. Ne esce un ritratto molto personale di Mankell, l’idealista, il socialista, il calvinista ma più di tutto emerge con forza l’uomo privato che vive con un piede nella neve svedese e con l’altro nella sabbia dell’Africa. Henning Mankell che, tra le altre cose, ha scritto la serie del commissario Kurt Wallander, è tradotto in oltre quaranta lingue, i cui libri venduti equivalgono a un migliaio di copie per ogni giorno della sua vita (1948-2015): fate voi il calcolo!

Nel frattempo vi propongo poche righe:

  • Mankell sulla nave che nel 2010 forza il blocco navale per portare aiuti ai Palestinesi.
  • Mankell che scrive contro la globalizzazione selvaggia (“Il cinese”).
  • Mankell amico ed estimatore di Dario Fo.
  • Mankell che scrive la piece teatrale “Lampedusa, Capitale d’Europa” (Dall’intervista di Dario Pappalardo, una dichiarazione di Mankell: “Non capisco perché ci vogliano centinaia di morti prima che qualcosa cambi davvero, prima che si rifletta seriamente sull’immigrazione. Quella di Lampedusa non è una questione italiana, ma dell’Europa tutta. Dove sono gli intellettuali? Dove sono i giovani? Vogliono solo diventare idoli della tv? Perché fino a oggi c’è stato silenzio? La cosa migliore che potremmo fare in questo momento è costruire un ponte che ci colleghi all’Africa”.
  • Mankell che vive sei mesi l’anno in Mozambico, perché “… per capire il mondo occorre capire l’Africa, la patria dei nostri antenati progenitori”.

Per oggi basta, perché un antico proverbio cinese afferma “Post lungo nessuno lo legge”. Alla prossima, dunque! E … diventate anche voi soci dell’Associazione Amici di Mankell che ho appena fondato in questo preciso istante!


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POLITICA E RELIGIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Maggio, 2019 @ 7:45 am

Detto altrimenti: che c’azzecca?     (post 3587)

Siamo arrivati al culmine della paranoia: “I Santi protettori dell’Europa e soprattutto La Madonna Immacolata ci faranno vincere le elezioni”. Ma … se uno non crede nella nostra religione, perché ci si appella? E se ci crede, perché nomina il nome di Maria invano? Dice … ma il comandamento impone di non nominare invano il nome di Dio, non quello di Maria…. Dico: ah … vabbè…. allora … mi era sfuggito … scusate tanto.

Io affido il nostro destino a questi Santi …”. Destino, il nostro, nelle mani dell’Uomo del Destino … ma … non le avevamo già sentite questa parole?

E dalla folla fischi per Papa Francesco. Il Cardinale portavoce: “ La nostra Religione unisce, non divide. Appellarsi ai suoi simboli per motivi politici elettorali “è pericolso” (sic!). E’ Pericoloso? Traduciamo: “Attento ragazzo, che se insisti ci schiereremo apertamente contro di te”.

I crociati, i conquistadores, l’espansionismo arabo dei secoli scorsi, il nostro colonialismo, il nazismo con il suo Got mit Uns … : “Noi, uniti, contro”. Contro il nemico. Il nemico non c’è? Nessun problema, ce lo creiamo, nell’ordine: l’islamismo, i non cattolici, i cristiani “infedeli”, i “poveri selvaggi”, gli ebrei, i non ariani, i non tedeschi, gli immigrati, i non-leghisti.

E se ci accusano di corruzione “… noi non abbiamo tempo e spazio per le beghe. Se ci accusano di spaventare i mercati e di fare aumentare lo spread con la prospettiva di peggiorare il rapporto debito-Pil, noi tireremo dritto contro la matrigna Europa”.

Simulator et dissimulator omnium rerum, quo usque tandem Catilina abuteris patientia nostra?


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