DEMAGOGIA E POPULISMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Marzo, 2019 @ 2:57 pm


Detto altrimenti: nel loro rapporto con(tro) la democrazia   (post 3550)

DEMAGOGIA

Trasformazione della democrazia, per cui al normale dibattito politico si sostituisce una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali delle masse, allo scopo di mantenere o conquistare il potere”. Quindi demagogia come forma di comunicazione.

POPULISMO

In internet trovate l’origine storica e l’evoluzione dei vari significati che questo termine ha assunto negli anni. L’interpretazione più moderna e attuale e’ quella di Umberto Eco (Columbia University 1995 – “Il Fascismo eterno”, La nave di Teseo, 2018), secondo cui il populismo oggi è “populismo qualitativo” (v. dopo).

AUTODISTRUZIONE DELLA DEMOCRAZIA

Si fa così: si comincia con la demagogia, si promettono mare e monti a tutti e si prendono i voti e il potere. Poi ci si accorge che non si riescono a mantenere molte promesse, che molte altre è meglio non mantenerle e che nel frattempo il paese si è impoverito. E allora si fa così: si passa al populismo qualitativo, cioè si dice che la volontà che stava alla base delle decisioni di ieri come pure alla base delle nuove, pesanti, dolorose decisioni di correzione della rotta dell’oggi è stata ed è la volontà della gente, del popolo, dei 60 milioni di italiani. In altre parole, si attribuisce ogni decisione propria ad un entità inesistente quale soggetto pensante – il popolo – asserendo che il popolo sta esprimendo una unanime volontà. Il popolo viene presentato come una massa qualitativamente omogenea, uniforme, esprimente un unico pensiero: in realtà il pensiero espresso è quello del populista qualitativo di turno. Quindi, populismo qualitativo come tipo di azione di governo.

DEMOCRAZIA E OLIGARCHIA

La democrazia è sempre e solo rappresentativa. Dire che esiste quella non rappresentativa (o diretta!) è come affermare che esiste l’acqua asciutta. Il populismo qualitativo distrugge la rappresentatività, cioè distrugge la democrazia e la trasforma in un oligarchia. Scrive Umberto Eco (op.cit. pag. 47: “Ogni qual volta un politico getta dubbi sulla legittimità del parlamento perchè non rappresenta più la “voce del popolo”, possiamo sentire l’odore (la puzza, n.d.r.) di Fascismo”.

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FUNIVIA TRENTO – BONDONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Marzo, 2019 @ 1:48 pm


Detto altrimenti: “Trento 2000” è meglio!      (post 3549)

(Articolo scritto per la rivista online “IlMulo.it” edita dall’Associazione Culturale Lavisana, Lavis, TN)

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In attesa della funivia …

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Innanzi tutto il nome: Merano 2000? E allora “Trento 2000” sia … e non “Trento-Bondone”! Infatti non bisogna portare la città in montagna, ma la montagna in città: occorre quindi valorizzare la città e il fondo valle in genere in quanto entrambi dotati della loro montagna piuttosto che: 1) cercare di valorizzare una montagna perché vicina ad una città, ad un fondovalle oppure 2) voler costruire un quartiere cittadino in montagna.

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Funivia o altro sistema di risalita. L’infrastruttura non deve essere nemmeno interpretata e presentata come una componente del sistema della mobilità tradizionale perché in tale prospettiva è perdente rispetto ad altri interventi maggiormente prioritari quali – ad esempio – lo spostamento e/ o interramento della ferrovia, il tram elettrico in città, etc.. Essa piuttosto deve essere letta come il primo passo regionale verso la valorizzazione di un bene naturalistico ed economico della Regione Trentino Sud Tirolo in quanto importante prodotto turistico: i Dislivelli.

Presena

Il Dislivello, un termine che il marketing del prodotto turistico non utilizza ancora pienamente. L’unico caso in cui in Trentino vi si accenna è il dislivello invernale al Passo del Tonale, con riferimento agli impianti sciistici che consentono la risalita (risalita: attenzione a questo termine!)  fino ai 3000 metri del Presena. Idem dicasi per la Marmolada. Bici in montagna? Ohibò! E invece il CAI centrale ha editato alcuni “Quaderni” – reperibili in internet – per la regolamentazione e l’utilizzo della bici in montagna: regolare quindi, anzichè vietare tutto o permettere tutto. Comunque, per tranquillizzare i puristi, i due unici nostri ghiacciai trentini possono essere esclusi dal progetto che sto per esporre.

La neve anche quando non c’è

Ed allora veniamo al nocciolo del discorso. A causa dei mutamenti climatici (e non vi parlarerò della regressione dei ghiacciai!) in Sicilia si è iniziato a coltivare piante tropicali quali il tè e il mango; nell’Alto Garda Trentino la coltivazione dell’ulivo si spinge ogni anno qualche decimetro più a nord; l’innevamento naturale delle nostre piste da sci è sempre più irregolare e imprevedibile e le stazioni invernali con altitudini minori (ad esempio, Folgaria, Bondone, Paganella) si sono organizzate con i cannoni spara neve. Ma per fabbricare la neve artificiale occorrono tre ingredienti: freddo, acqua ed energia elettrica, ingredienti che ormai sono diventati veri e propri “beni economici”, cioè limitati e quindi costosi ma soprattutto  sempre meno disponibili (si veda l’acqua). Ed allora?

Allora in Austria, zona molto più favorita della nostra regione quanto a innevamento naturale, hanno creato il Tirol Mountainbike Safari, un circuito di discese per mtb-mountain bike lungo circa 700 km, percorso assistito da una rete di 17 funivie con biglietti di risalita giornalieri o pluri giornalieri. Su di esso trovate molto in internet. I percorsi di discesa sono diversificati: vi si trovano quelli hard per bikers atletici e quelli soft per famiglie. Lungo tali piste vengono offerti molti prodotti turistici: il servizio “guida”; il noleggio e la riparazione bici; la ristorazione, i pernottamenti; la vendita dei prodotti tipici del luogo; le indicazioni turistiche per la visita alle località storico-paesaggistiche del luogo; etc.. Scusate se è poco.

E allora torniamo alla nostra “Trento 2000”. L’infrastruttura deve essere realizzata e presentata come il primo mattone di un nuovo Trentino: Trentino BikeLand, meglio se realizzato di concerto con Bolzano, per cui Trentino-Sud Tirolo BikeLand. Ora, conoscendo la grande capacità innovativa di Bolzano, “suggerirei di suggerire” loro il lancio congiunto di un progetto regionale. Le argomentazioni in favore del progetto sono:

  • la messa a reddito della nostra già importante struttura regionale “a stella” delle piste ciclabili di fondovalle, collegandola con il sistema delle ridiscese dalle quote più alte e viceversa;
  • non riservare le piste ciclabili montane solo ai bikers esperti (ciclo escursionisti), ma aprire quel mondo alla sempre più folta classe emergente dei ciclo turisti: famiglie intere e persone più avanti in età (la popolazione sta invecchiando!), categorie fra l’altro economicamente più dotate;
  • l’estensione dell’attività dei ciclo escursionisti verso il ciclo turismo di fondo valle;
  • l’innalzamento della nostra Regione Trentino-Sud Tirolo un livello concorrenziale rispetto alla vicina Austria;
  • la destagionalizzazione della stagione turistica invernale e di quella estiva;
  • l’incremento dei bilanci delle società impiantistiche di risalita;
  • un importante contributo ecologico all’ utilizzo parsimonioso della risorsa idrica, oggi molto sfruttata dai cannoni da neve, in quanto per far quadrare i conti delle stazioni invernali non sarebbe più necessario sparar neve fino al massimo consentito dall’andamento delle temperature.

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Quindi, ben venga l’impianto “Trento 2000” inserito in questo più ampio progetto. Cosa? Dite che il progetto di cui sopra è un’utopia? Certo, ma l’utopia è un traguardo semplicemente non ancora raggiunto. E poi nella vita … guai a non avere utopie cui tendere! Per capirsi: chi scrive è stato – “qualche” anno fa! – istruttore sezionale di alpinismo presso la Scuola Bartolomeo Figari del CAI Sez. Ligure, Genova; è “senatore” di quella sezione; è sciatore e ciclista trentino e velista gardesano.

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DALLA MALGA ZAMBANA ALL’OSPEDALE S. CHIARA DI TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Marzo, 2019 @ 3:56 pm

Detto altrimenti: sciando sciando può capitare … (post 3548)

Quando c’è tanta neve, alla Zambana ci arrivo così …

I miei fedeli lettori si saranno chiesti come mai da due giorni non pubblico post. Semplice: lunedì 25 scorso sciando in Paganella sono caduto e mi sono rotto una spalla. Come è possibile, sulle nevi e sulle piste di casa!? E invece si.  Stavo andando a trovare l’amico Mirko Michelon, gestore della Malga Zambana.

X = l’incredibile caduta, difficilmente spiegabile

Usualmente seguo il percorso 1 (verde) nella foto qui sopra. Questa volta ho scelto il percorso 2 (rosso) e mentre ero su una rotta rettilinea, sci uniti e paralleli (sci modello Salomon Race, m 1,70 – r 16), posso solo presumere di avere appena appena spigolato con la lamina esterna dello sci a valle (i miei sci sono molto permalosi: reagiscono subito!) e nel punto contrassegnato dalla X nera … bum! Omero e trochite, 35 giorni di fasciatura poi riabilitazione.

Salomon Race

Morale: comprerò una ciclette per non restare indietro con l’allenamento bici, ma soprattutto voglio ringraziare il S. Chiara e il suo personale, dagli addetti alle pulizie agli ottimi medici e Primari del Pronto Soccorso, radiologia, ortopedia, pneumologia, chirurgia. Tutti bravi, ma nessuno s’offenderà se voglio citare in modo particolare il personale che sta più a contatto e per più tempo con noi “pazienti spesso impazienti”: il personale infiermieristico di Chirurgia 1 e 2. Tutte persone preparate, capaci, disponibili, gentili, sicure, efficienti ed efficaci. Lasciatemi dire una cosa da vecchio manager, mestiere che ho fatto per una vita: tutte dotate di un senso di appartenenza e di  responsabilità veramente rari. Brave anche quali tutor degli studenti allievi infermieri!

Un arancio a casa

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Grazie, ragazze e ragazzi (posso chiamarvi così dall’  “alto” dei miei 75 anni?). La chiudo qui perché con il braccio sinistro bloccato faccio fatica con le maiuscole e la punteggiatura. Non vi saluto con un “alla prossima” a meno che non sia una prossima sciata in Paganella, o una  prossima pedalata con Fiab Trento – Federazione Italiana Amici della Bicicletta, o sia una delle prossime volte che leggerete i miei post: ci conto!

P.S.: e che dire del mio medico di fiducia, Dr. Matteo Giuliani (ormai un vero amico!) il quale oggi, non chiamato, è venuto a casa mia a visitarmi, farmi alcune raccomandazioni, a rincuorarmi?

P.S.: mi resta un solo punto da chiarire: perchè nei bagni delle case installano gli attacchi per i rotoli della carta igienica solo sulla sinistra e molto, “troppo” arretrati rispetto al sedile?

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TRENTO E TRENTINOINBICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Marzo, 2019 @ 6:32 am

Detto altrimenti: come nasce una foto “trentina” a pedali        (post 3547)

Nel post precedente vi ho parlato anzi scritto della mia vecchia bici da corsa (oggi si dice “da strada”, evvabbè …). Ora che ci penso, non le ho mai dato un nome proprio … potrei farlo ora e battezzarla la Numero Uno, in quanto è stata ed è la prima bici “seria” della mia vita, preceduta solo da una biciclettina da bimbi e da una da passeggio da adulti di quelle per fare quattro passi a pedali in città. E allora, Numero Uno sia!

La mia Numero Uno a Borghetto all’Adige (vista verso Nord)

Ma parliamo anzi scriviamo di foto: come nascono quelle a pedali”? Eccone un esempio. Partito da Trento, stavo per arrivare con la Numero Uno a Borghetto all’Adige: mi fermo 300 metri prima, sul ponte sull’Adige, isso la bicicletta sul guardrail e scatto.

Anche in questo caso ho issato un’altra mia bici (mtb Wilier, la Numero Due) sulla ringhiera di un marciapiede facendola reggere da un amico fuori campo (volete mettere l’effetto per chi non conosce questo trucco!?) ed ho “immortalato” il Duomo di Trento.

Terza foto, questa non è mia (la bici si, la Numero Due, quella della foto precedente) bensì dell’amico Luigi Zullo, di mio c’è solo la regia: il Castello del Buonconsiglio “attraverso” una bicicletta.

Piazza Duomo a Trento

Quarta foto, mia. Ero in sella alla Numero Due in attesa degli amici con cui andare a pedalare ed ho colto l’acqua della fontana controluce e al volo.

Insomma, mi sono detto: abbiamo telefonini che scattano foto; forse presto  avremo macchine fotografiche che telefonano. Perché non avere anche biciclette con macchina fotografica incorporata?

P.S.: le mie 3 foto sono state scattate con un telefonino. Quella di Luigi con una macchina fotografica.

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DALLO SCI ALLA BICI: CAMBIO DI STAGIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Marzo, 2019 @ 2:48 pm


Detto altrimenti: la prima uscita della bicicletta      (post 3546)

Località Balbido, Giudicarie esteriori

La prima uscita … della bicicletta, non mia! Già, perché oggi è uscita lei da sola, sul tetto dell’auto, portata a casa dal suo “deposito invernale” per una messa a punto: pulitura, ingrassaggio, controllo della pressione dei tubolari. I tubolari, roba d’altri tempi, oggi da decenni si usano i palmer con la camera d’aria!

Appena “nata” era così!

E’ vero, la mia bici ha 36 anni, and still going strong! E’ nata a Milano, per opera di un artista, Mario Camilotto (cfr. in internet “Camilotto Expert”), confezionata su misura come un vestito di lusso di stoffa robusta ma leggera: infatti pesa solo 9 kg, il che la dice lunga sulla sua ottima qualità: all’epoca – infatti – pesare solo 9 kg non era da tutte! Tant’è vero che “Lei” è finita fotografata sulla copertina della rivista “Bicicletta”!

Sulla prima pagina! (sulla forcella il marchio MC, Mario Camilotto)

Negli anni l’ho un po’ ritoccata: la verniciatura; i cavetti dei freni che non sovrastano più il manubrio come due archetti d’acciaio; la “guarnitura” al pedale (ho montato la compact, più agevole); i pedali a scatto, anche perché non erano più in commercio le scarpette adatte al pedale “a cinghietta”.

Preziosi pezzi di antiquariato familiare

Quando esco a pedalare, talvolta qualche vecioto come me mi ferma, mi fa domande su di lei, la ammira. Io ormai la uso solo per percorsi senza grandi salite che comunque non posso più fare “grazie” alla mia bronchitina cronica, salite per le quali utilizzo una sua sorella maggiore: una mtb con la pedalata assistita.

Manghen! (da sinistra nella foto: io, Benassi e Rigoni)

Il suo palmares? Sarebbe lungo da esporre. Vi cito solo due sue scalate (con me sul sellino): in Piemonte, insieme all’amico trentino Paolo Piccoli: partenza da Cesana Torinese (1354) – Colle del Monginevro (1854) – discesa a Briancon (1300) – Salita al Lautaret (2058) – Salita al Galibier (2646, nevicava in agosto!) – discesa e risalita al Col Telegraphe ( 1566 ) – Discesa a fiondovalle – Risalita al Moncenisio (2083) – Discesa alla città di Susa (503); in Trentino, insieme all’amico trentino Lino Benassi: Trento, Vigolo Vattaro, Levico, Telve di Sopra, Passo del Manghen, Val Floriana, Trento (uei raga … siete su Trentoblog, qui i dislivelli dovete conoscerli!).

E quindi … good bike everybody!

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Manganellate nella Provincia Autonoma di Trento

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Marzo, 2019 @ 7:02 pm

Detto altrimenti: echevoletechesiamai?   (post 3545)

Gli improvvidi assessori provinciali Bisesti e Segnana hanno organizzato all’interno di locali della Provincia, un convegno aperto a tutti dal titolo “ Donne uomini. Solo stereotipi di genere o bellezza nella differenza?” In pratica, l’affermazione della Teoria del gender …

… neologismo nato in ambito cattolico negli anni 90 del secolo scorso   per riferirsi in modo critico agli studi di genere: coloro che fanno uso di questa locuzione sostengono che gli studi di genere nasconderebbero un progetto predefinito mirante alla distruzione della famiglia e  di un eventuale “ordine naturale” su cui fondare la società. Nella sostanza l’espressione “teoria del gender” è una sorta di etichetta usata per opporsi ai movimenti femministi e alle lotte, alle rivendicazioni, alle teorie che tali movimenti hanno elaborato e prodotto.

Aperto a tutti. Ai pochi tutti, data la limitata capienza della sala e chi vuole entrare, niente, off limits. Qualcuno insiste e sono manganellate della Polizia. Nei prossimi giorni si replica a Verona, si scala più piccola (intendiamoci: più piccola è la scala, più grande è la dimensione dell’evento). Siamo tornati indietro di quanti anni? Oltre 70, direi, del tipo “Se non ci conoscete guardateci all’occhiello, …”.

Teologo, politico, letterato, esperto

Sono andato a ripescare un libretto di Giuliana Maldini “… qui regna amore …- riflessioni tragicomiche sulla condizione della donna” – Prefazione di Natalia Aspesi, Ed. Ottaviano S.r.l. – Ottobre 1978!

Psicologo, sociologo, intellettuale, scienziato

Le due copertine: otto uomini che parlano di “cosa” sia la donna: “… infatti, la donna nella famiglia …- … perchè la donna per legge non può … -… la femminilità è quell’insieme di caratteristiche che … – … non sono d’accordo su questa linea! Anche se è vero che la donna … – … la psicologia della donna è particolarmente … – … l’orgasmo femminile, come dice Freud … – … in ogni caso è chiaro che la donna vuole … – … evidentemente l’aborto per la donna rappresenta …”

Il libro è una serie di disegni e vignette … comiche? Nooo! Tragicomiche? Nooo! Solo tragiche.

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CINA E UE 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Marzo, 2019 @ 7:45 am

XDetto altrimenti: un post breve perché devo scrivere e pubblicare il prossimo   (post 3544)

Cinesi, un popolo che si muove (dal greco cinesis, movimento, da cui il nostro termine“cinetica”). Ieri il numero dei miei lettori ha avuto una piacevole impennata: Xi Jinping “sfonda” lo schermo, sale lo share! Devo ringraziare il passa-parola. E allora ne approfitto. Apprendo riservatamente da Roma che la numerosissima delegazione che accompagna Jinping è un po’ delusa: si aspettavano maggiore concretezza da parte italiana. E lo credo bene, io! Noi, maestri del possibilismo machiavellico di fronte alla loro organizzazione a testuggine romana, loro, tutti schierati compatti, tutti 2+2 fa 4 e alla svelta anche … di fronte a noi che 2+2 fa … quanto conviene che faccia, oggi? Resta il fatto che i Cinesi hanno “attaccato” la catena UE in uno dei suoi anelli deboli, l’Italia.

Ma basta, dai … mi aspetta il prossimo post.

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CINA E UE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Marzo, 2019 @ 7:36 am


Detto altrimenti: il presidente cinese Xi Jinping in Italia.     (post 3543)

“State sereni, Italiani, Europei … stete sereni …”

Visione d’insieme e percezione sensoriale. Stando in cima ad un’alta scogliera del mare si ha la massima visione d’insieme e nessuna percezione sensoriale.  Man mano che si scende le percezioni si invertono: quando ci tuffiamo, del mare abbiamo la massima percezione sensoriale e nessuna visione d’insieme. Visione d’insieme. Jnping ce l’ha: non solo infrastrutture via mare e via terra, ma commercio, cultura, turismo etc.; non solo Italia, ma il mondo. Per contro noi, vecchia Europa, siamo impegnati nelle nostre piccole percezioni sensoriali: Diciotti si/no; Brexit si/no; Orban si/no; gilet gialli si/no; etc…

Le strisce! Mettiamole le strisce!

Cina e UE. La visita di Jinping dovrebbe far scattare la molla per la nascita di una nuova UE: gli Stati Uniti d’Europa. Dice: “Ma ci sono i sovranismi!” Ah … ho capito … e allora … vabbè …

Improvvisamente la … settimana scorsa!? La delegazione cinese è foltissima: si firmeranno contratti industriali commerciali etc.; un protocollo d’intesa globale; etc. . Mi chiedo: ma tutto questo è maturato da un giorno all’altro, improvvisamente? Non se ne è discusso, non se ne sapeva nulla?

Presidenti. Jinping è venuto per vedere di persona, esattamente come fece il presidente del Sud Tirolo Luis Durnwalder prima di far entrare la sua provincia  (di Bolzano) nel capitale dell’interporto di Trento, in allora prossimo centro intermodale: Durnwalder venne in Interporto a mangiare un panino imbottito alla mensa dei camionisti!

Riscaldamento globale. Il Presidente Mattarella ha evidenziato come la Cina abbia un ruolo fondamentale nella lotta al riscaldamento globale e che l’Italia darà il suo contributo. Ma nessuno ha informato il notro Presidente che la Cina – che sta decarbonizzando in casa propria –  sta realizzando nei Balcani una enorme centrale a carbone che potrà inquinare anche l’UE.

Diritti civili ed umani. Siamo sicuri che i cittadini e i lavoratori cinesi ne godano?

La storia. I suoi corsi e ricorsi. Meno di due secoli fa alcuni stati europei (noi compresi) portammo ben due guerre alla Cina (le cosiddette guerre dell’oppio) perchè essa aveva vietato l’importazione dell’oppio fatto coltivare dagli Inglesi nella loro colonia India. E bravi!

Una battuta amara. Mi pare che oggi noi dell’UE si sia sballottati come una pallina da Ping-pong …

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LA GIORNATA DELLA POESIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Marzo, 2019 @ 6:44 am


Detto altrimenti: oggi, 21 aprile, primo giorno di primavera, è la Giornata della Poesia   (post 3542)

Ed ecco, un mio omaggio alla Poesia e alla Terra che mi ospita da 33 anni: il Trentino

Il Canto di Trento a la Fersena

Gli aironi cinerini de la Fersena (davanti a casa mia, Viale Trieste 13 – TN (Foto Luigi Zullo)

Sei vivo. / Mi parli col suono di luce / dei tuoi mille occhi di rivo / splendenti nel verde. / Dapprima / mi sembri annoiato / nel lento rigiro / che sempre conduce / al tuo limitato infinito / eletta dimora / di anatre urbane / ed aironi / in morbide anse di steli / ov’acqua / fra ‘l fiore che odora / con tenue sospiro si perde.

… improvviso uno slancio …

Ma ecco / improvviso / uno slancio / al pari del cervo brunito / che hai visto saltar le tue rive / braccato dal cane / ed hai ristorato / offrendoti invito alla sete / ed alle corse un po’ schive / del giovane re incoronato.

Ancora … / hai negli occhi il ricordo / di una prudente marmotta / del falco / che lento n/ si libra nel cielo in agguato … / di un movimento … / di vita che lotta … / di tenero nido violato.

Tu nasci ove aria rinfresca. / Poi … / scendi la china / scoscesa di valle tedesca / qual liquido velo nuziale / che adorni la Sposa Atesina / e rechi in pianura / la figlia del suolo innevato / i fulgidi pesci d’opale / il tenue lenzuolo / che dona ristoro all’arsura / di ninnula cuna / il manto di brezza / che stendi alla luna / ed olezza / e dolce assopisci il bambino / cantandogli la ninna nanna / che i monti ti hanno affidato.

… ti fan capolino ondeggiando …

Tu sei Poesia / il capolavoro scolpito / del grande Pittore Trentino / che ascolto / rapito all’oblìo / insieme alle fronde / degli ippocastani / che sopra le spalle / ti fan capolino ondeggiando / e curioso / protendono il volto / sull’armonioso spartito / del tuo gorgoglio.

… le mie vecchie mura imperiali riflesse …

Ma ora prosegui il tuo viaggio / e mentre ricevi altre sponde / le mie vecchie mura imperiali / riflesse / ti rendono omaggio / più belle pe’ i grandi regali / che porti di piccole onde.

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TONALE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Marzo, 2019 @ 8:38 am


Detto altrimenti: da 3000 a 1000 metri   con Giuseppe Panizza  e Patrick Coser  (post 3541)

1987-2017: Il libro commemorativo del nostro “Trentennio Carosello Tonale”

Trent’anni fa (com’ero giovane!), per riorganizzare il sistema sciistico del Passo, fondai la Carosello Tonale Srl, la società trentina degli impianti di risalita. Ne trovate notizia in tanti post qui sul blog. E ogni tanto, chessò … almeno una volta all’anno, salgo da Trento al Passo per ritrovare gli amici del tempo (e di oggi!) primo fra tutti Giuseppe Panizza, il primo a succedermi in quella presidenza. Giuseppe era maestro di sci, è stato formatore di atleti internazionali, è albergatore (Hotel Presena) e consulente delle maggiori località sciistiche.  Ma soprattutto è stato ed è un vero gentleman e un vero amico. “Giuseppe, domani, S. Giuseppe … salgo a farti gli auguri di persona ..”. Una telefonata e via, al Tonale con l’ (altro) amico Patrick Coser che essendo molto più giovane di me, guida lui l’auto a/r!

Giuseppe sulla pista del Bleis (foto 2015)

Giuseppe aveva un impegno a Pejo per le 09,00 in vista di un importante progetto sportivo, ma lo ha rimandato per poterci incontrare: noi siamo al Tonale alle 08,30 e abbracciamo gli amici Giuseppe e la moglie Margherita. Mezz’ora insieme a ricordare. Poi via: Giuseppe alla sua riunione, noi due a sciare. Patrick non conosce le piste del Tonale ma conosce il Passo perché sua mamma Mariacristina Fontanazzi vi era stata come maestra di “cinque classi elementari in un’unica aula”, in un piccolo edificio che comprendeva anche la sua abitazione: casa e ufficio! D’altra parte al Tonale c’era stato anche il mio babbo Dario , quando era carabiniere a Vermiglio e Maresciallo Maggiore a Cles: quanti anni fa? Tanti, raga, tanti! Storie che si incontrano e che si incrociano in questo nostro piccolo mondo e ancor più piccolo Trentino.

Dalla Val Albiolo: 1) Cima Presena (3068) – 2) Piste “rosse”

Patrick non conosce le piste, dicevo, e allora via ad un piano di ricognizione globale. Prima salita nella Val Albiolo, tre seggiovie ad Y in una conca montana riparata dai venti e dal (troppo) sole. Sulla sommità, la possibilità di creare un collegamento col la zona delle seggiovie del Bleis. Neve ottima: “peccato” che si debba andare subito via ma le altre piste ci aspettano.

Vista dal Bleis (2525): 1) Cima Presena (3068) – 2) Pista “rossa – azzurra” di discesa (2998- 2585) – 3) Passo Paradiso (2585) – 4) Pista “nera” di discesa verso il Passo del Tonale (2585-1883)

Scendiamo, traversiamo le molte piste del Passo esposte a sud e andiamo a prendere le due seggiovie del Bleis, impianti trentini in territorio lombardo, dalla cui sommità vediamo, lontana, la dirimpettaia Cima Presena (3068 m) e la relativa pista di discesa. Lontana se si dovesse scendere e risalire a piedi, ma “vicina” se si vola con gli sci e si risale in cabinovia.

Detto, fatto. Dal Tonale al Passo Paradiso e da qui alla Presena. L’impianto termina a 2998 metri, peccato per quei due metri! Al colle una vista magnifica sull’Adamello e sul ghiacciaio del Mandrone. Qui fino a poco tempo fa c’era un cartello leggibile da chi stava guardando quelle montagne, ripotante l’indicazione “Ghiacciaio Presena” con il risultato che persone poco esperte e/o in presenza di nebbia erano state in inganno si erano lanciate con gli sci in quella direzione dovendo poi essere recuperate, la mattina dopo (!) dal soccorso alpino. Più volte avevo segnalato l’inconveniente, anche qui sul blog. Ora il cartello è stato corretto, indica il pericolo e che il Presena non è da quella parte, bensì alle spalle di chi legge.

Patrick Coser “va a tremila!”

Patrick ed io ci lanciamo sulla pista, raggiungiamo il Passo Paradiso, da qui la pista nera fino al Tonale da dove iniziamo la serie di risalite e discese che per piste rosso-nere  (ogni riferimento calcistico è escluso!) ci conducono a Temù (1120 m)!

Un punto del tragitto merita un cenno speciale: lo sklift al Corno d’Aola. Già lo sklift, impianto del passato, una rarità. Ma poi l’ambiente, il paesaggio bianco di molta neve e le guglie che lo limitano: un piacevolissimo contrasto per chi, attraversata la parte inferiore del percorso su seggiovie fra boschi verdi (in questa stagione, stante le poche nevicate) che pure incorniciano piste ottimamente innevate, improvvisamente è immerso in un bianco arrotondato, assolutamente inaspettato dato l’andamento della stagione.

Tonale domani? Il mio auspicio è:

per l’inverno: 1) che si arrivi alla riunificazione delle società impiantistiche di risalita trentine e bresciane soprattutto per ottenere il migliore coordinamento degli investimenti, fra i quali a mio sommesso avviso spiccano: 2) una nuova telecabina che dalla stazione intermedia della cabinovia che sale al Passo da Ponte di Legno, la quale sostituisca le due seggiovie del Bleis, e 3) lo scavalcamento con impianti Bleis-Val Albiolo-Bleis.

La biclcletta: lo “sci” per l’estate che destagionalizza la stagione invernale.

Per l’estate: la sistemazione del sentiero che sale al Passo dal Trentino, sua trasformazione in pista ciclabile e suo collegamento con l’attuale pista ciclabile della Val di Sole, con la ciclabile Mostizzolo -Passo Palade e con l’intero esteso ed importaante sistema delle piste ciclabili del Trentino Alto Adige. etc.. Collegamento ciclabile del Passo con Ponte di Legno e con la rete ciclabile lombarda: Passo del Tonale al centro dei due sistemi. Bici (anche) in montagna? A parte che si sta parlando di piste ciclabili, leggete un po’ cosa sta facendo l’Austria da tempo (copio da internet):

Il Bike Trail Tirol offre numerosi tour in mountain bike in Tirolo. Inforcate la bici e scoprite il cuore delle Alpi sul più lungo circuito interconnesso delle Alpi. Il Bike Trail Tirol conduce in 32 tappe giornaliere, suddivise lungo circa 1.000 chilometri e 27.000 metri di dislivelli, attraverso le diverse regioni del Tirolo austriaco. La struttura del circuito consente di scegliere liberamente il punto di partenza e quello di arrivo. I vari itinerari MTB sono belli da percorrere sia in un’unica soluzione che in più tappe. Il Bike Trail Tirol è il percorso mountain bike ininterrotto più lungo dell’Austria e di tutte le Alpi. E’ accessibile per tutti i ciclisti: per quelli sportivi in cerca di emozioni forti; per i funbikers in cerca di singletrails e per i ciclisti più tranquilli che si divertono semplicemente a pedalare nella natura, immersi in uno splendido scenario alpino. Il percorso incrocia anche molti altri percorsi, il che permette di iniziare il bike tour ovunque, senza un inizio e una fine prestabilita. In questo modo è possibile scegliere con comodità l’itinerario più congeniale alle esigenze di ogni appassionato. 

Il mio possibile contributo? Per i miei amici del Tonale, da “vecchio” manager e da appassionato ciclo-sciatore qual sono, sarei lieto di fare il consulente gratuito: al cuore non si comanda!

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