PARTECIPAZIONE 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Luglio, 2019 @ 7:36 am

Detto altrimenti: democrazia    (post 3616)

Demo-crazia, nei millenni il termine ha assunto in successione tre diversi significati: 1) potere sul popolo (il democrator era il dittatore); 2) strapotere del popolino; 3) potere del popolo.

La rete può uccidere

Oggi stiamo regredendo dal terzo significato al secondo, allo strapotere del popolino della rete. E non si offendano i retiarii se li definisco popolino: lo faccio in quanto libertà è democrazia e viceversa ed entrambe presuppongono la partecipazione la quale deriva da un confronto vero, fra persone, e non da quello di una persona con il web. Certo che se si adottasse la democrazia diretta, il vincolo di mandato per i parlamentari e la non obbligatorietà dell’azione penale, faremmo ancora un passo indietro nella scala dei significati del termine. E invece noi vogliamo restare “liberi”. Libertà? Nel 1972 Giorgio Gaber cantava:

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… è partecipazione!

La libertà
non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Traduco

La libertà / non è non andare a votare /La libertà non è neanche l’exploit di un comunicatore / la libertà non è l’assenza di regole / libertà è partecipazione.

Oggi viviamo una democrazia non significativa: infatti la maggioranza di governo si fonda sulla maggioranza qualificata (nemmeno assoluta) di chi è andato a votare, la quale è una minoranza degli aventi diritto al voto: non parliamo poi se calcoliamo anche i cittadini non aventi ancora diritto al voto! Dice … ma si sa, la democrazia è il sistema meno imperfetto di governo. Evvabbè … però la prossima volta andiamo tutti a votare!

Who opened the door for the democrator? 
And how come he let in the market-conquistadors? 
Why is he acting as if he has something to hide? 
The privilege of the stupid is to be taken for a ride…

Chi ha spalancato la porta al democrator? / E come è successo che egli si sia collocato nel gruppo dei conquistadores? / Perché si comporta come se avesse qualcosa da nascondere? / Il privilegio dello stupido è quello di farsi prendere in giro.

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IL CAMBIAMENTO 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Luglio, 2019 @ 2:38 pm


Detto altrimenti: la politica del cambiamento … (post 3615)

Non c’è che dire, più cambiamento di così? Vorrebbero la democrazia diretta. Se leggete i miei post sull’argomento vedrete che con essa la democrazia si auto trasformerebbe in oligarchia (cfr. ivi, “Democrazia diretta … da chi?”). Di questa perla è un po’ che non se ne sente parlare … vuoi vedere che il Presidente della Repubblica ha avvisato che una simile legge non la promulgherebbe mai? Siamo nelle sue mani.

Ma ora sta per arrivare un’altra perla: la non obbligatorietà dell’azione penale. Oggi questa azione è obbligatoria, il che significa che quando i magistrati individuano una ipotesi di reato, essi  hanno il dovere di avviare il processo penale. Chi vuole eliminare questo obbligo afferma: “La magistratura è subissata da una miriade di reati minori e talvolta è costretta a trascurare i reati maggiori. Occorre dare alla magistratura la possibilità di stabilire delle priorità”. Al che io affermo: se viene meno quella obbligatorietà, avviare un processo penale piuttosto che un altro sarà una scelta sempre più “politica” e se i vari PM sono “amici” degli “amici” che succederà a certi processi? Che non saranno mai celebrati: è semplice.

Ecchè, è di questi giorni che ad un tale PM hanno sospeso le funzioni e – udite udite! – anche lo stipendio! Anche lo stipendio? Ma se in genere non lo si nega a nessuno, non lo si nega! Deve proprio averla fatta grossa.  Dice che era corrotto, riceveva regalie etc. si vabbè, ma queste sono cose di questo mondo … chi non le ha fatte avrebbe detto quel famoso capo di un famoso partito politico morto in esilio (o in fuga?). Ma soprattutto – attenti, ragazzi! – soprattutto manovrava per far nominare i PM “giusti” nei posti “giusti”. E qui io faccio 2+2 = hai visto mai che certi gruppi di interesse stanno già organizzandosi in previsione dell’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale? Sono un malpensante? Si, ma piensa mal y acertaras, dicono in Spagna, pensa male e indovinerai.

Ora, nel caso specifico, non è questo ciò che sta accadendo: ma la via è questa.

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IL CAMBIAMENTO 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Luglio, 2019 @ 4:54 pm

Detto altrimenti: anche questo è un post’altrui, dell’amico Stefano Mariotti, fra un paio di mesi neo-nonno!    (post 3614)

Ecco qui, il quasi nonno Stefano

Stefano e Antonella, ci siamo conosciuti alcuni anni fa in un “incontro a pedali” nella pineta di S. Apollinare in Classe. Ogni anno ci ritroviamo, a piedi o a pedali. Ieri sera ci hanno comunicato la grande novità: stanno per diventare nonni. Al riguardo Stefano ha scritto il pezzo che trascrivo con l’ok dell’Autore.

Inizia

La vita è un percorso ricco di cambiamenti nel quale si alternano momenti felici con gioia e serenità a momenti tristi carichi di rabbia e dolore. In gioventù vivi i cambiamenti con spensieratezza e con quel pizzico di incoscienza che tutti abbiamo avuto a quell’età. Con il passare del tempo si alternano i periodi, i divertimenti, gli amori e le professioni cercando di “pilotare” le tue scelte in modo che possano essere favorevoli per il tuo futuro e per quello dei tuoi cari. Ma il tempo vola e non fai in tempo a “pilotare” i cambiamenti, almeno quelli dovuti al quotidiano che arrivano i cambiamenti ai quali non ti puoi sottrarre. Il cambiamento del periodo della leva militare, con l’allontanamento dagli affetti familiari e dagli amici e che non viene del tutto compensato dalle nuove conoscenze e da nuove amicizie. Il cambiamento del matrimonio, la famiglia, che ti porta a dare una svolta alla tua vita, ti obbliga ad assumere responsabilità di cui probabilmente, ragionando con la testa di un ragazzo, faresti volentieri a meno: ma ormai sei un uomo e questo è un grosso cambiamento… Il cambiamento che si ha con la gioia della vita coniugale (grazie Antonella!) e poi con la nascita delle due figlie, le relative preoccupazioni dovute all’adolescenza, le scuole e l’università ecc. ecc… Il cambiamento della professione, che per quanto mi riguarda si è ripetuto più volte nel tempo prima di trovare la mia giusta dimensione. Il cambiamento nel momento in cui le figlie decidono di mettere su casa, prendono la loro strada e ti lasciano un vuoto, non nel cuore, ma sicuramente nella presenza: di colpo dentro casa gli spazi diventano grandi, troppo grandi, quasi esagerati e ti chiedi… e adesso? Speri soltanto che la loro strada sia un percorso di cambiamenti positivi con solo gioie, serenità e successo. Poi il pranzo della domenica, l’occasione di ritrovarsi e stare qualche ora tutti insieme.

Ma ecco che arriva il principe dei cambiamenti: viene portato a tavola una scatola e qualcuno dice: “C’è un regalo per tutti voi!” La scatola contiene un ciucciotto per neonato e lì capisci che il vero cambiamento è in arrivo, si diventa NONNI! Ciao a tutti e…. ai prossimi cambiamenti, sperando che ce ne siano tanti altri, altrimenti che vita è, e che noia sarebbe se così non fosse! Vi “lovvo”!

Stefano

Finisce

Stefano ci ha fatto da guida, quando qualche anno fa siamo venuti da Trento in 40 amici della FIAB per una tre giorni a pedali nel Ravennate. Alla destra di Stefano, Guglielmo Duman, Presidente FIAB Trento.

Che ne dite? Visto che amici in gamba e sensibili abbiamo? Cosa? Chi sta arrivando? Si tratta di un maschietto che si chiama sin d’ora EDOARDO! Auguri a te, Edoardo, ai tuoi genitori, ai tuoi nonni, alle tue famiglie di zie, parenti e di amici!

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TECNICA POLITICA CITTADINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Luglio, 2019 @ 3:01 pm

Detto altrimenti: “politica”         (post 3613)

Teknè politikà, dal greco antico: tecnica politica ovvero tecnica per il governo dlla città, che poi era una città stato. E noi abbiamo preso l’aggettivo “politica” e lo abbiamo sostantivato, da cui l’aggettivo sostantivato “politica”. Politica, quindi, tecnica per governare lo Stato. Ma c’è di più. Infatti …

… infatti la popolazione del mondo sta crescendo di numero. Il mondo no, è sempre quello, anzi, sempre un po’ di meno perché a metà anno ci siamo mangiate tutte le risorse rinnovabili a aggrediamo il  ”capitale”, cioè le risorse non rinnovabili del pianeta. La politica … anzi, scusate, la Politica dovrebbe farsi carico di una proposta “globale”, cioè letteralmente “che riguardi il (nostro) globo”. E invece i nuovi “uomini forti” alzano barriere di filo spinato, d’acqua marina, di dazi all’importazione, di sfruttamento delle risorse e delle persone, di privilegi e di priorità acquisite.

Quo usque tandem? Fino a quando insomma … potrà reggere questa situazione di imperialismo suicida?

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UN PO’ …ST DI VACANZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Luglio, 2019 @ 11:24 am

Detto altrimenti: “Far from the madding crowd” …   (post 3612)

1874, Thomas Hardy, il suo romanzo: “Via dalla pazza folla”. Ecco, andare in vacanza via dalla pazza folla. Un albergo semplice ma circondato da tanto, tanto spazio verde … due-tre ettari? Molto lo spazio erboso e ombroso per i giochi dei bimbi. Nessun problema per il parcheggio dell’auto nè, soprattutto per quello delle biciclette (e vi pareva!).

Affollamento zero: il mare è vicino, la spiaggia è deserta come ….

Affollamento zero!

… come è deserta la zona di partenza delle seggiovie della Paganella (TN) che aprono alle 08,30, che io mi ci presento mezz’ora prima dell’orario che a me mi piace sciare sullepiste vergini che i miei sci sono i Salom Race blu, quelli sulla destra, in attesa da 20 minuti e per altri dieci! Dice … ma tu vai al mare e non fai il bagno? E chi ve lo dice che io … magari un tuffo in mare alle 06,30 poi in albergo uno si veste “da bici” e via! E poi alle 11,00 ed alle 17, 00 … hai voglia a tuffarti!

Alle Foci del Bevano: affollamento zero!

Esco dal parco privato e con poche pedalate entro in pineta. Alle sette di mattina siamo solo di noi: chi corre, chi pedala, chi “piscia” il cane (verbo transitivo, tipo “Scendimi il cane che lo piscio”). Pedalo. Pineta-pineta, strada poderale-strada poderale, raggiungo le Foci del Bevano (km 10). Da qui alla Basilica di S. Apollinare in Classe. Sosta per fare il pieno di bellezza. Altri pochi km e sono a Ravenna. Ravenna-Mare, Lido di Dante, si rientra. Tot. 65 km.

L’albergo, meglio, “Casa per ferie”. Sono anni che una settimanella all’anno ce la facciamo. Qualche anno fa ci ho portato per una tre giorninbici un gruppo di quaranta colleghi della FIAB-Federazione Amici della Bicicletta, Trento: un successone! Il gestore, Claudio (347 3774691 – 0544 994517) ormai è un amico e sta addobbando adeguatamente i locali della hall. Dice … ma come si chiama questa casa per ferie? Eccola: “Stella Maris”. Si vabbè, ma in quale paesino si trova, per essere così isolata, tranquilla? Ecco: è a Milano Marittima centro! Maccome? MM Centro? Ebbene sì, raga, non ci crederete ma è vero: è al centro di una concentrazione turistica ma è difesa da un ampio parco, quasi connesso con il circuito delle pinete.

Chevvoleredipiù? Che Claudio iscriva il suo albergo-che-ha-tanto-spazio ad Albergabici-FIAB (v. internet); che le Amministrazioni pubbliche locali investano sempre di più sul cicloturismo. Perché? Be’ raga, se non altro perché lo stanno facendo tutte le località turistiche (V. Austria: Tirol Bike Safari; v. Sud Tirolo; v. Trentino; v….  etc.); perché si sta completando la Ciclopista del Sole oggi attiva dal Nord Europa al Brennero a Verona, lavori in corso 2019 Verona-Bologna e per il 2021 sulla Bologna-Firenze etc.  e la costa adriatica non deve essere tagliata fuori: si attivi la Regione, cribbio! Perché da qui, oltre che all’asse Nord-Sud verso il Delta del Po e Rimini e oltre, occorrerebbe quantomeno una bretella ciclabile dalla costa adriatica fino alla base dei SetteColli (Settecrociari, Bertinoro, Fratta, Polenta, Bertinoro, Settecrociari: un giretto da nulla, salitelle anche al 15-18 % … dai che ce la fate, con molto allenamento o con una e-bike!

Strade poderali da Cervia-Milano Marittima verso il Lido di Ravenna: affollamento zero!

Dice … ma in queste zone … pedalare in estate … non fa un po’ troppo caldo? Rispondo: intanto in pineta si sta bene. E poi il cicloturismo qui è da promuovere soprattutto nei mesi di giugno e settembre, più freschi: in tal modo inltre si destagionalizza, ovvero si allunga la stagione turistica classica. Insomma, visto che il turismo sta pedalando alla grande, occorre pensare alla grande: occorre cioè avere una visione d’insieme del fenomeno e del rapporto domanda-offerta del prodotto turistico.

Solo et pensoso i più diversi campi / vo pedalando a giri tardi et lenti / e gli occhi porto per seguire intenti / ove sentiero uman l’arena stampi. (Affollamento zero!)

Ma … MM è una frazione di Cervia, la romana FICOCLE, città che da sola merita tutta la nostra attenzione: il porto canale; le saline e il relativo museo; il centro storico nel suo “nuovo” quadrilatero di mura; le famose Terme, le sue pinete; i concerti in piazza; etc. …. E poi, vuoi mettere come ti accolgono?  Guarda bene la foto qui sotto! Ti ringraziano perchè tu hai scelto la loro  località turistica!


RIPRENDO A SCRIVERE DUE GIORNI DOPO:
“Rotta” 90°, una pista poderale verso la costa: sto costeggiando il fiume Savio che scorre a destra, nascosto dal piccolo argine. Affollamento zero!

L’altro ieri sera è piovuto: bene. Questa mattina le piste nelle pinete erano ancora bagnate, qua e là la sabbia era fangosa, le ruote scivolavano: dietro front e via per piste “ciclabili” poderali, asciugate dal sole (v. foto qui sopra). Ve ne è una rete molto vasta, perloppiù non segnalate il che vi dà il piacere della ricerca e della scoperta. Dove porterà, questa? E quella? Ma con il sole ci si orienta sempre! Oggi ho improvvisato un giro di 40 km su sterrato “poderale”. Lo so … avevo la e-bike, ma vi assicuro: con quei mega copertoni e con quel peso di bici (25 kg) alla fine le gambe le ho fatte girare ugualmente, e come! (Non dimenticate che vengo da tre mesi di “fermo” per quella spalla rotta a sciare il 25 marzo scorso, per cui sono a quota 300 km pedalati contro i consueti 2000 a ‘sta stagione!)

Strade poderali sconosciute ai più, attraverso campagne e laghetti (affollamento zero!)

Questo ulteriore “sistema bici-viario” andrebbe organizzato e sfruttato turusticamente: una risorsa in più per il territorio.

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DALLA SPIAGGIA DI RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Giugno, 2019 @ 6:10 am

Detto altrimenti: in un giorno di un’estate anomala    (post 3611)

Un tipico esempio di Ora in un’estate “normale”

Caldo, troppo caldo, massa ciaud, per dirla in ladino! Due giorni fa la calura era tale da coprire le differenze di riscaldamento fra lago e terra per cui non si era alzata la famosa brezza di lago, la nostra Ora, brezza termica figlia di questa differenza. Sul Monte Baldo non si erano formati i consueti “baloni del Baldo” cioè le nuvolone bianche “di caldo” che preavvisano il formarsi dell’Ora: quelle nuvole sono un po’ come il fungo ammanita muscaria che – essendo velenoso, ATTENTI! – segnala la vicinanza degli ottimi porcini (brise) per cui è chiamato “segna brise”, segna, segnale che stai per trovare, lì vicino, le tanto amate brise.

L’Ora di ieri

Ieri la temperatura è scesa di un poco, quel tanto che è bastato a far ristabilire la differenza di temperatura al suolo fra acqua e terra, ed ecco che sono ricomparsi i baloni e si è formata l’Ora. Una inconsueta nuvoletta ha coperto il sole per qualche minuto e, al suo spostarsi, la luce è improvvisamente apparsa “da fotografia”: ne ho approfittato per qualche scatto con il mio smartphone: ve ne regalo volentieri uno.

Una mia poesiola: “Riva del Garda”

… trattieni il respiro e un poco rimani a fissare l’azzurro del cielo.

Fanciulla che dormi / in un letto di Vento / al mattino / tu adorni / di mille colori / il ritorno / di luce / profumo / di fiori. / E appena ti svegli / trattieni il respiro / e un poco rimani / a fissare / l’azzurro del cielo. / Ma ecco che esplode / il tuo sentimento: / ti ammanti d’un velo / di lago già adorno / da mille pagliuzze d’argento / di onde e di palme / che voglion danzare / di piccole foglie d’ulivo/ che volano intorno /… è l’Ora d’amare!

Ma ecco che esplode il tuo sentimento …

.Maedchen du ruhst / auf luftigem Lager / und schmuckst / am Morgen / mit tausend Farben / die Erinnerung / an Licht / an Wohlgeruch / an Blumen. / Kaum erwacht / haelst du den Atem an / und blickst / gebannt fuer ein Weilchen / zum hellblauen / immel. / Doch schon treibt zum Sturm / dein Gefuhl: / du unhullst dich mit einem Schleier / mir dem See, der schon geziert / mit tausend silbernen Halmen / im beginnenden Tanz / mit den feinen Blaettern der Olive / die dich umfliegen … / … es ist die Ora zu lieben!

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AFRICA A TUTTO BIOGAS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Giugno, 2019 @ 3:28 pm

Detto altrimenti: un postaltrui molto very important!    (post 3610)

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Care lettrici, cari lettori, il caldo non ferma noi blogger H24! E ogni tanto, fra le nostre idee-post, siamo ben lieti di ospitare un post di un’altra persona, cioè un “postaltrui” . Questo qui è di un mio caro amico, Fabio Pipinato e merita tutta la nostra attenzione. Fabio è esperto in relazioni e cooperazione intrnazionale, è stato per anni Presidente IPSIA Trento ed è Presidente AcliViaggie. Da molto tempo si è dedicato ad azioni di cooperazione internazionale verso l’Africa.

Inizia

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Il Kenya è un paese particolarmente attento all’ambiente. A Nairobi ha sede l’Agenzia delle Nazioni Unite UNEP. Il governo del Kenya tra una miriade di suoi politicanti ha avuto tra le sue fila Wangari Maathai, già viceministro all’ambiente nonché primo premio Nobel donna per la pace. Insomma, il paese è un laboratorio a cielo aperto.

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Ora, grazie alle stufe di biogas finanziate dall’ 8×1000 della Chiesa Valdese costruite in due altipiani (Laikipia e Nyandarwa) nei pressi del Monte Kenya, è possibile creare energia con zero inquinamento. Ogni famiglia di etnia Kikuyu (la maggior etnia del Kenya che esprime anche il presidente Kenyatta) ma non solo ha, in zona rurale, come minimo due vacche in stalla che producono almeno 20 kg di letame al giorno. I contadini lo prelevano e lo miscelano con 20 litri di acqua. Questo composto viene introdotto in una cisterna (detta biodigestore) posta sotto terra (se in cemento) o per terra (se in plastica) entro la quale il liquame fermenta! Si estrae il giorno stesso il gas in grado di servire appieno un’abitazione e quindi la cucina con tanto di fiamma azzurra e la lampada a gas fornendo luce sufficiente per permettere ai giovani di studiare dopo cena o agli adulti di svolgere faccende domestiche mentre le donne cucinano senza più fumo da combustione.

L’impianto può essere di dimensioni maggiori e, quindi, può essere esteso a più case o baracche che forniranno, ognuna in quota parte, il letame delle proprie mucche o capre o …. di produzione umana con un collegamento diretto wc – cisterna. Il letame degassificato è un ottimo concime per l’orto ed ecco realizzata appieno l’economia circolare: letame – gas – fertilizzante – orto – cibo – letame. Lo stato solido si mescola con lo stato liquido dal quale si estrae quello gassoso.

Il progetto è realizzato da Tree is Life, una CBO (Community Based Organization) della Diocesi di Nyahururu. La minuscola organizzazione opera con l’ONG (organizzazione non governativa) delle Acli Trentine denominata Ipsia (Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli) che è presieduta dall’ingegnere ambientale ed esperto in cooperazione internazionale Giuliano Rizzi. Ebbene, Tree is Life e Ipsia avevano vinto in passato diversi premi e riconoscimenti statuali grazie alla forte impronta innovativa per l’ambiente e furono addirittura ricevuti da Papa Francesco.

E non è solo un disegno, bensì una realtà!

Sin qui a est del Monte Kenya. A nord, il carcere di Meru s’è spinto ancora più in là sperimentando un biogas industriale dalle feci delle acque nere del penitenziario. La cosa permette l’illuminazione di tutte le aree comuni del penitenziario oltre al funzionamento di una cucina di dimensioni alberghiere (2.000 persone). In città già gira una battuta: “Occhio che il sindaco ti vuole dentro: ha bisogno del tuo intestino per far funzionare il gassificatore!” Quest’ultimo, infatti, battute a parte, funziona proprio come un apparato digerente e nel giro di sole due ore è già in grado di produrre gas. Viene così risparmiata una quantità straordinaria di legname che, a sua volta, assorbe CO2 e libera ossigeno.

Gli stessi impianti sostenuti dalla Chiesa Valdese non funzionano solo con le acque nere ma, da poco tempo, anche con gli scarti di cucina. In particolare: arance, avogado e bucce di banana. Triturando il tutto esce un succo ricco di metano che convogliato in una cisterna di plastica sotto serra, al fine di aumentare riscaldamento e conseguente gassificazione, può dare un’eccellente fiamma per cucinare e illuminare. Così facendo si superano i retaggi culturali, non sempre facili da bypassare, che si associano a gas e a escrementi e la relativa diffidenza che il metano prodotto non vada ad inquinare a sua volta il cibo.

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Una tecnologia, quella del biogas, che ha recentemente vinto (giugno 2019) il “WWF Africa Youth Award”! Una giovane imprenditrice camerunese – Monique Ntumngi – è stata premiata a Mombasa perchè ha fondato un movimento denominato “Ragazze Verdi” formando più di 800 donne di 23 comunità diverse all’installazione e gestione di 3000 impianti di biogas. Una vera e propria centrale “atomica” con azione “a catena” che ha combinato sviluppo sostenibile e empowerment femminile.

Finisce

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Che ne dite, ragazzi? Se non è “aiutiamoli a casa loro questo”! Ma è di più: noi stessi dobbiamo imparare!

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INCONTRI: EMANUELE MASI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Giugno, 2019 @ 9:12 pm

Detto altrimenti: la Danza a Bolzano, Trento e … uberall!         (post 3609)

Emanuele Masi (ph. Tiberio Servillo)

Nell’ambito della serie dei miei post INCONTRI non avrei certo potuto farmi scappare Emanuele, che chiamo così perché figlio di carissimi amici e poi con la mia età … dai che ci sta! Lui comunque è anche Maestro, visto che ha due diplomi conseguiti al Bonporti di Trento: in oboe e in strumentazione con il compositore Daniele Carnevali. Dopo alcuni tentativi sono riuscito ad incontrarlo a poche settimane dall’avvio della 35esima edizione del Festival Bolzano Danza che si aprirà il 12 luglio con una produzione del Teatro alla Scala di Milano.  Emanuele Masi, 41 anni, due figli di 9 e 11 anni, funzionario della Fondazione  Haydn di Bolzano e Trento, dal 2013 è Direttore artistico del Festival Internazionale Bolzano Danza. Molto stimato in ambito nazionale, dal 2018 è anche consulente del Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento, programmando le stagioni di Danza a Trento, Bolzano e Rovereto e per diversi centri della regione per con più di settanta appuntamenti all’anno nella nostra Regione.

Emanuele, nato a Trento trasferito a Bolzano nel 2004. Come hanno influito i trasferimenti sul tuo percorso formativo e professionale?

I cambi di prospettiva sono sempre fondamentali ma – nonostante le differenze culturali e linguistiche che indubbiamente contraddistinguono queste due realtà – mi muovo tra il Trentino e il Sud Tirolo pensando alla nostra regione come ad un’area metropolitana. Se vivessi in una grande città come Milano, i tempi per andare da casa a teatro sarebbero sicuramente maggiori!

Emanuele, figlio d’arte? Possiamo dire così visto che papà Alfonso era insegnante di musica e comunque nel sangue ha anche altra arte, quella letteraria?

Direi di sì e che soprattutto in famiglia mi ha contagiato la passione per il Teatro: a pochi mesi entravo già in scena in un’operetta interpretando il ruolo di una bambina malata!

Quali sono stati mi tuoi primi passi verso il mondo animato dalla Musica?

I miei primissimi ricordi in ambito musicale sono le audiocassette che mi regalava mio padre che insegnava Musica alle Scuole Crispi di Trento. La cosa curiosa è che io mi immaginavo che quelle bellissime canzoni per bambini, cantante e registrate con i suoi studenti, lui le avesse realizzate appositamente per me.

Wintereise – Teatro alla Scala Ballet Company Brescia e Amisano Teatro alla Scala – Spettacolo di apertura Ballet Preljocai, prod. Teatro alla Scala, Milano

Da artista della Musica a manager della Danza …

Dopo il diploma in conservatorio ho iniziato una timida ma rapida carriera come oboista, ma da sempre la passione per la Musica si alternava con uno spiccato senso organizzativo e una vocazione all’impegno civile. Così, progressivamente, mi sono ritrovato a lavorare in vari ruoli operativi nel Teatro musicale: orchestre giovanili, opera, Danza. In quell’ambito avevo anche l’occasione di mettere nel lavoro un tocco mio, uno sguardo e una cura verso le persone e la comunità a cui erano rivolte le iniziative che organizzavo.

Come si è inserita la Danza nel mondo Haydn?

Nel 2015 la Fondazione Haydn ha assunto la gestione dell’attività d’opera a livello regionale e il Festival Bolzano Danza, una manifestazione di fama internazionale che quest’anno compie 35 anni. Grazie al sostegno del Consiglio di Amministrazione e di tutto il team al mio progetto culturale per il Festival, in questi anni abbiamo raggiunto dei traguardi importanti, tra cui il massimo punteggio artistico che ci ha assegnato il Ministero dei Beni e Attività Culturali.

Inoltre sono riuscito a far combaciare il mio amore per la Musica con quello per la Danza e nell’edizione in arrivo di Bolzano Danza si avrà una straordinaria presenza di spettacoli con la musica suonata dal vivo anche, ma non solo, dall’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.

Wintereise – Stefania Ballone, Marco Agostino, Chiara Fiandra, Andrea Risso – Spettacolo di apertura Ballet Preljocai, produzione Teatro alla Scala, Milano

Musica classica e classica-moderna, Danza classica e classica-moderna: quale evoluzione?

Penso che le categorie “classico” e “contemporaneo“ siano effimere e spesso rischiano di creare pregiudizi che nuocciono a chi si vuole avvicinare a un concerto o a uno spettacolo. La stessa denominazione di “Musica contemporanea” può portare a fraintendimenti quando – per esempio – si riferisce a quella scritta nel secolo scorso da compositori ormai scomparsi. Chiameremo “contemporanea” la Musica di Luigi Nono anche tra un secolo? E allora come dobbiamo chiamare quella scritta oggi da giovani compositori e compositrici? Un altro stereotipo è quello che ritiene i linguaggi “classici” più comprensibili e in definitiva rassicuranti, ma non è sempre così. Prendiamo la letteratura: oggi non è più “facile” leggere un romanzo di Michela Murgia che l’Iliade di Monti senza parafrasi? Siamo sicuri che chiunque riesca a godersi appieno tre ore di balletto classico e che non si trovi piuttosto più a suo agio con una coreografia contemporanea, magari accompagnata dalle stesse musiche romantiche? Si usa dire che la Musica non vada divisa per generi, ma tra “Musica bella” e “Musica bella”. Io invece preferisco dire che la Musica, la Danza o, in una parola, l’arte vada divisa tra quella che ci emoziona e quella che non ci emoziona: e in questo ragionamento giocano alla pari sia l’opera artistica in sé sia la nostra attitudine, i nostri gusti, la nostra preparazione e il nostro umore in quel preciso istante.

I giovani e la Danza, ieri, oggi e domani

In tutti i campi cerco di spingere i giovani, in primis i miei figli, a essere curiosi, a non avere pregiudizi, a osare, perché anche sbagliare è un modo per crescere.

I tuoi lavori più recenti ed i prossimi

Sono immerso nella Danza e nella musica 365 giorni l’anno e ormai non so nemmeno se considerarlo un lavoro o una parte della mia vita. E allora, se vogliamo vederla in questi termini, potrei tranquillamente dire che l’attività più prossima e che mi appassiona maggiormente è quella di accompagnare i miei figli nella loro vita che si apre sempre di più al mondo.

Emanuele, grazie per avere accettato l’intervista, ma soprattutto grazie per le indicazioni di impegno e di ottimismo che scaturiscono dal tuo esempio per tanti giovani ed anche per tanti papà: accompagnare i giovani figli verso un futuro di coraggio e di apertura al mondo. E nel frattempo il mio piccolo contributo alla tua azione è quello di … avere scritto le parole Musica, Danza e Teatro con la iniziale maiuscola!

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LA GEOGRAFIA DEI MIEI LETTORI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Giugno, 2019 @ 5:50 am

Detto altrimenti: chi siete e da dove mi leggete, cari lettori?   (post 3608)

Oggi è il giorno più lungo dell’anno e quindi buongiornopiùlungo a tutte le mie lettrici e a tutti i miei lettori! Ma … a chi mi sto rivolgendo? Dovete sapere che la procedura dell’editor individua il vostro sesso, la vostra età, i vostri principali interessi e da dove mi leggete. Da questi dati risulta che, negli ultimi mesi, il 55% di voi è di sesso maschile; il 35% del totale (maschi e femmine) è interessato soprattutto a viaggi, sport e computer; le fascie di età maggiormente più interessate ai miei articoli sono comprese fra i 18 ed i 44 anni.

Viaggi e sport? Ecco un esempio di un viaggio sportivo per mare nell’Arcipelago della Maddalena (foto dal mio Fun Whisper ITA 526)

Ma il dato che maggiormente mi ha incuriosito è conoscere dove siete quando leggete i miei post. Ora, su un totale di circa 3150 lettori, ecco come siete “distribuiti”:

1 Bolivia – 1 Argentina – 1 Uruguay – 9 Brasile – 17 USA – 2 Canada – 7 Spagna – 31 Francia – 12 GB – 55 Germania – 3031 Italia – 3 Austria – 1 Tunisia – 3 Polonia –– 1 Bosnia Erzegovina – 1 Slovenia – 1 Croazia – 1 Ukraina – 5 Romania – 3 Grecia – 1 Russia – 1 Giappone – 1 Emirati Arabi Uniti.

In Italia le maggiori concentrazioni di lettori sono a Milano e a Roma. Il lettore più settentrionale è a Bolzano, quello più meridionale a Siracusa.

Insomma, una bella diffusione non c’è che dire, soprattutto se considerate che io (volutamente) non sono collegato a nessun social network. Certo che sarei molto curioso di sapere chi è quell’unico che mi legge dagli Emirati Arabi! I grandi assenti? Cina e India, vedremo di provvedere: mi basterà imparare a scrivere in quelle lingue! Oppure mi metto a scrivere in inglese, chissà …

Buonagiornatapiùlungadell’anno a tutte e a tutti dal vostro blogger (blogger … preferito, vero?).

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BORGHETTO ALL’ADIGE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Giugno, 2019 @ 5:09 pm

Detto altrimenti: finalmente si pedala!       (post 3607)

Borghetto all’Adige

25 marzo scorso mio “volo” con gli sci, spalla fratturata. Dopo mesi si ricomincia a … pedalare! Uao! Prima uscita “seria”: Trento-Borghetto all’Adige per 55 km. Borghetto, piccolo, accogliente Borgo sede di una fantastica Pro-loco presieduta dall’infaticabile Adelio Amadori. Una telefonata: possiamo arrivare per pranzo? Si? Detto fatto. Siamo in quattro “fiabbini”: oltre a me, Franco e Rosa Eccel e Claudio Colbacchini, quattro soci di Fiab Trento.

FIAB-FEDERAZIONE ITALIANA AMICI DELLA BICICLETTA
Trento branch

Appuntamento al bicigrill di Trento alle 08,30. Mentre sto per raggiungerli, un podista che corre sulla destra della pista ciclabile (errore!) decide improvvisamente di fare inversione di marcia e mi taglia la strada: mi urta il gomito destro, per fortuna riesco a non cadere, lui mi grida “Scusa … scusa …”. Proseguo. Arrivo all’appuntamento con un livido ed un taglio sul braccio: disinfezione e via, si parte”! Podisti: per favore, correte stando sulla sinistra della pista come è prescritto dal codice della strada, sulla sinistra!

(v. cerotto sulla destra)

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Claudio e Rosa hanno la bici a pedalata assistita, Franco una bici normale. Io la bici da corsa. Prima sosta dopo 17,5 km al bicigrill di Nomi. Seconda sosta al km 36,00 in prossimità di una fontanella. Indi superiamo il bicigrill Ruotalibera senza fermarci e alle 12,00 dopo 55 km raggiungiamo Borghetto.

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Mozart: il divino marzemino!

Ci sediamo al tavolo all’aperto della “nostra” Pro Loco (siamo regolarmente tesserati!) acconti dall’amicizia dei nostri consueti ospiti. Oltre a noi, “programmati e prenotati”, passa qualche paesano, telefona a casa “Cara, non vengo a pranzo” e si unisce a noi. Antipasto misto, spaghetti alle sarde, vino e caffè. Per frutta un amico ha portato un cesto pieno di ciliegie.

L’amico Adelio al “lavoro”!

Passa una famigliola di turisti tedeschi, sulla via del rientro in Germania dopo due settimane di vacanza. Vorrebbero un caffè ma il Bar Ristorante è chiuso. Nessun problema; ci pensa Adelio. Poi, offriamo loro le ciliegie anche per il viaggio, così, per cercare di sollevare il morale dei due figli un po’ tristi nel dover lasciare l’Italia.

Gute Reise nach Deutschland und … auf wiedersehen bis bald!
(riccardo.lucatti@hotmail.it)
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Borghetto all’Adige, la locale Pro Loco, Adelio Amadori: qui Fiab Trento è di casa, ormai! Grazie Adelio, grazie amici!

Und für deutsche Freunde, drei meine kleine Gedichte uber den unsere Nord Gardasee

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Riva del Garda

… die Ora zu lieben!

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Maedchen du ruhst / auf luftigem Lager / und schmuckst / am Morgen / mit tausend Farben / die Erinnerung / an Licht / an Wohlgeruch / an Blumen. / Kaum erwacht / haelst du den Atem an / und blickst / gebannt fuer ein Weilchen / zum hellblauen / immel. / Doch schon treibt zum Sturm / dein Gefuhl: / du unhullst dich mit einem Schleier / mir dem See, der schon geziert / mit tausend silbernen Halmen / im beginnenden Tanz / mit den feinen Blaettern der Olive / die dich umfliegen … / … es ist die Ora zu lieben!

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Mignon (Torbole sul Garda)

My Fun “Whisper ITA 526”

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Lichtgeschmeide / gedaempft / vom gleisenden Nebel / umarmst du / das kleine Segel / schon von der Sonne geblaeth / eines Fun. / Aus diesem Fenster / hat dich schon Goethe geschaut / als er die goldene Suedfrucht besang / womit du die Ufer befruchtest / und die der Fall des genius / zu eis erstarrt / fuer immer vernichtet. / Und du / kennst du das Land / das einstmals Zitronen verschenkte?

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ARCO

Felsueberhaengende Kraefte …

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Das Reich / at seinen Bogen gespannt / um Blitze aus Stein / zu schleudern / in die nassen Flanken / der Sarca. / Ghibellinisch / die Burg / beherrscht de Geschichte. / Felsueberhaengende Kraefte / zeichen den Himmel / den du siehst / von fernen See / und vermaehlen sich / in der Kathedrale  aus Stein / mit den tanzenden afrikanischen Palmen.

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