SOGNO DI UN’ACCADEMIA DI MEZZ’ESTATE …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Luglio, 2019 @ 9:40 pmDetto altrimenti: … come ogni anno (post 3626)
Buon pomeriggio amici! Ieri sera ci siamo ritrovati per la nostra Festa annuale nello splendido giardino della nostra Pres Cristina. Quest’anno il tempo è stato ok, cioè estivo e ci siamo goduti il verde del prato, il tuffo in piscina, le chiacchere all’aperto e la musica dal vivo: già, perché Patrick alla chitarra, Luciano alla fisarmonica, Giovanna vocalist, Adriana all’armonica a bocca ci hanno deliziato con la loro arte.
Fra i brani eseguiti musica degli anni ’60 e per finire la Casta Diva (Norma, Bellini of course!) e gli assoli vocali di Patrick e Luciano, il quale ultimo si è cimentato anche con la canzone napoletana in puro dialetto originale.
Ad un certo punto Cristina, Giovanna e Sergio sono spariti. Poi, dalle finestre aperte della sala, è scesa in giardino una dolce musica e di canti, ad accompagnare il bagliore delle candele accese sparse tutt’intorno (“Lascia ch’io pianga” dal Serse di Haendel; “Plaisir d’amour” di Martini; “Non ti scordare di me” di De Curtis; ”River flows in you” di Yiruma, giovane sudcoreano).
Per non parlare dei cibi e delle bevande! In un intermezzo abbiamo dato a Cristina il nostro regalo a sorpresa (era il suo onomastico!) e di ringraziamento per la grande sua disponibilità ad accoglierci e per il gran lavoro di cui si fa carico a nostro vantaggio.
La prossima riunione: lunedì 7 ottobre per l’inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020.
Buona Estate e Buona Accademia a tutte e a tutti!
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BIKE ADVENTURE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Luglio, 2019 @ 6:21 amDetto altrimenti: tutto è bene ciò che finisce bene (post 3625)
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In bici, il Giro del Ballino … pare che io sia diventata la “Guida Fiab” per questo percorso. Due post fa l’ho fatto con l’amico Guglielmo, per metà sotto la pioggia evvabbè … Poi sarebbe stato programmato per gli amici che a fine agosto arrivano da Trieste e dintorni. Nel frattempo ieri …
… ieri gli amici Fiabbini Franco e Rosa arrivano a Riva del Garda da Trento. Parcheggiano, scaricano le bici e … dov’è la batteria della e-bike di Rosa? Enigma n. 1: la colpa della dimenticanza è del marito o della moglie? Io non mi schiero. Franco propone: noleggiamo una bici. Andiamo dal ciclista Alberto Brichese: spiacente, le e-bike sono tutte noleggiate. Propongo: andiamo a casa mia e prendiamo quella di mia moglie che oggi non pedala, anche se la batteria è caricata solo a metà. Detto fatto: salgo in casa a prendere il caricabatteria, spostiamo le borse fra le due bici e partiamo.
Enigma n. 2: Franco e Rosa hanno dimenticato in auto le scorte alimentari (panini e frutta): di chi è la colpa?
Saliamo al Passo: io (e-mtb bike) faccio strada lentamente (8,5kmh): Franco (bike normale) segue; chiude la fila Rosa la quale usa erroneamente rapporti troppo duri perché non si è accorta che sulla manopola l’ordine dei comandi è invertito: morale consuma molta corrente. Enigma n.3: di chi è la colpa di non averla avvertita di come si manovrano quei cambi?
Arriviamo agli Hotel del lago di Tenno: 10 km in un’ora e venti per 600 m. di dislivello. Sosta per ricaricare la batteria di Rosa. Si riparte, arriviamo al Passo del Ballino (da Riva del Garda km 15 per 700 metri di dislivello). Tutto bene. Discesona a Fiavè, sosta a Vigo Lomaso per una sosta davanti alla casa di Don Lorenzo Guetti, fondatore della Cooperazione Trentina. Poco dopo Franco ci propone una sosta ad un mini supermarket per comperare panini e frutta. Detto fatto. Si riparte, discesona fino a Ponte Arche, tratto di provinciale un po’ pericoloso (per il traffico) fino alla pista ciclabile del Maso Limarò.
Iniziamo a fermarci per due foto. Poco dopo mi fermo per il terzo scatto, mi volto, e 20 metri più indietro vedo i miei amici fermi a rovistare nelle loro borse, con i panini in mano. Cosa stanno facendo? Non è il posto né l’ora per fermarci a mangiare. Perché si sono fermati? Enigma n. 4.
Spiegazione dell’arcano: sono le 12,30. Franco non trova il suo borsello contenente documenti, telefono e denaro. Che si fa? Forse è stato dimenticato al supermaket. Cerchiamo di telefonare ma non troviamo il numero. Sentiamo i CC, niente da fare. Propongo a Franco di fiondarsi da solo a Riva, prendere l’auto e risalire alla ricerca del borsello. Ok. Gli diamo qualche euro di scorta. Franco parte. Dopo un minuto esclamo: ma è senza telefono! Gli dobbiamo dare quello di Rosa: mi precipito all’inseguimento. Io sono sulla SP che scende verso Sarche.
Poco traffico, faccio i 55 kmh e lo raggiungo a Sarche all’imbocco della ciclabile per Pietramurata. Rosa ci raggiunge. Ok, questa è sistemata. Per far prima, gli suggerisco che a Pietramurata scenda per la SP; a Ceniga prenda la destra Sarca e ad Arco pedali lungo ciclabile a fianco della SP. Franco riparte.
Rosa ed io scendiamo a Pietramurata e traversiamo per il lago di Cavedine, dove ci ristoriamo: io con un piatto di fettuccine ai funghi, Rosa con un gelato. Mettiamo in ricarica la batteria di Rosa.
Ogni tanto io telefono al tel. di Franco, quello smarito: l’apparecchio suona ma nessuno risponde, segno che probabilmente è all’interno del supermarket (che chiude alle ore 12,00). Alle 13,30 saliamo alle Marocche, discesone su Dro, ponte romano di Ceniga, Arco. Fa caldo, ci concediamo una sosta al chiosco ombroso davanti al casinò della città. Ripartiamo, salitella fino a Varone, bellissima discesa lungo la ciclabile Varone- Riva del Garda – Parco Miralago- Lago. C’è una magnifica Ora che ci ristora dalla calura. Andiamo a casa mia, ci telefona Franco: ho recuperato tutto, poi vi spiego! Cosa era successo? Enigma n. 5. Franco ci raggiunge: stappiamo una bottiglia di bollicine per festeggiare.
Spiegazione dell’arcano: Franco aveva dimenticato il borsello all’interno del supermarket su un ripiano più basso fra due banconi. Tornato in auto sul luogo del delitto, era andato alla casa-madre del supermercato a Fiavè e dopo alcuni tentativi era riuscito a farsi accompagnare alla piccola filaile del supermarket che normalmente è aperta solo di mattina ed aveva recuperato il borsello.
Km percorsi: Rosa ed io, 65. Franco 60. Morale: tutto è bene ciò che finisce bene.
P.S.: fra tutti coloro che avranno risolto i primi tre enigmi sarà sorteggiato un accompagnamento in bici per il Giro del Ballino.
Scrive Edoardo P.: “Ciao Riccardo, stavo leggendo il tuo post “Bike adventure” e m’è venuto da ridere, per la serie di inconvenienti e dimenticanze capitatevi durante l’escursione. Volevo aggiungere che se Franco e Rosa hanno lasciato a casa la batteria, io un paio d’anni fa dimenticai a casa la sella della bici… Un caro saluto”
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COSI’ PARLO’ BELLAVISTA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Luglio, 2019 @ 8:07 amDetto altrimenti: è morto l’Ing. Luciano De Crescenzo (post 3624)
Di questi giorni anche la scomparsa di Camilleri. Ora De Crescenzo. Chi riempirà questi vuoti?
Anni fa. Via Manzoni a Milano. Passeggiavo con mia moglie alla ricerca di un film, così, letteralmente “a zonzo”, senza una meta pre studiata. Da un cinema esce molta gente. Il film proiettato era “Così parlò Bellavista”. Ad una persona che stava uscendo dal locale domandiamo: “Com’è questo film?” Ci risponde: “Vuie, o capite o napoletano? Si? E allora trasite!” E siamo trasiti. Lo confesso, è stato così che ho iniziato a conoscere il valore di Luciano De Crescenzo, non me ne voglia l’ingegnere filosofo.
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Il titolo del film derivato nientepopodimenoche da Friedrich Nietzsche con il suo “Also sprache Zarathustra” ovvero “Così parlò Zaratustra”, libro veramente difficile anche se strutturato in tanti brevi capitoletti. Per avvicinarsi a questo grande filosofo mi permetto invece di suggerire un’altra sua opera: “ Divieni ciò che sei” (Ed. Christian Marinotti). Non vi spaventi il fatto che l’autore sia un filosofo che scrive in tedesco: la lettura (in lingua italiana!) di questo libro è piacevole, istruttiva e arricchente. Dai, leggetelo e poi mi direte se ho ragione o torto …
Cosa accomuna i due filosofi? L’immanenza del loro pensiero, la ricerca della “vita adesso”, nel mondo, giorno per giorno. Luciano De Crescenzo, un filosofo, un Maestro. Ci mancherai molto.
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BICIPOST
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Luglio, 2019 @ 3:31 pmDetto altrimenti: M.A.S. – Memento Audere Semper … ricordati di osare sempre … di andare in bicicletta! (post 3623)
Era tanto che il mio amico voleva fare il Passo del Ballino con relativo “giro” sul versante opposto, in bicicletta. Detto fatto: partiamo da Riva del Garda alle 08.00 di questa mattina. Le previsioni sono per cielo nuvoloso-coperto con temporali e noi … noi speriamo che ce la caviamo! Dopo pochi km ecco le goccioline che presto sono diventate gocce! Io ho la mantellina da pioggia, il mio amico no (N.B.: mai sottovalutare l’abbigliamento!). Insomma, dei 15 km (a pendenza molto variabile!) della salita, 12 li abbiamo fatti sotto l’acqua. Arrivati al Passo io sono quasi intenzionato a rientrare … ma … guarda … laggiù schiarisce … e poi … tanto vale … Ho capito, mi hai convinto: si prosegue … comunque se vuoi possiamo rientrare … ma no, dai, tirem innanz!
Con 13 km di discesa bagnata planiamo su Ponte Arche: un bar, un bar per il mio regno! Entriamo: te’ caldo, cappuccino, due brioches, due caffè anzi grazie anche un altro cappuccino … dov’è il bagno … . Il mio amico attraversa la strada e va in un negozio cinese a comperarsi una maglietta asciutta. Io a ruota mi compero tre paia di calze “asciutte”: ne indosso un paio. Le altre nella borsa. E … quelle bagnate? Le butto via tanto sono sciupate.
Smette di piovere, si riparte con uno sguardo al cielo che in effetti “schiarisce”. Evviva! Solo che non ci fidiamo e pedaliamo di lena saltando le soste-foto e la visita alla casa di Don Lorenzo Guetti, fondatore della Cooperazione Trentina; non facendo la deviazione per il Lago di Cavedine; fiondandoci a Dro-Ceniga.
Ceniga ponte romano: cè il sole! Foto ricordo da un tedesco di passaggio e si riparte al galoppo per Riva del Garda, dove arriviamo alle 13,00.
Distanza percorsa: 65 km / Dislivello della salita al passo, 700 m circa / Velocità media di salita: 10,5 kmh / Tempo totale utilizzato (al netto della mega sosta a Ponte Arche e delle soste per vestirsi-svestirsi): 4 ore / Consumo elettrico: 60% del totale disponibile / Bici utilizzate: il mio amico una e-city bike, io una e-mtb / Somma dell’età di noi due: 153 anni / Al rientro: 200 gr. di spaghettata al pesto.
Dice … ma chi è il tuo amico? E’ Guglielmo Duman, Presidente di FIAB Trento.
P.S.: e invece il giorno dopo ci sono tornato e due foto le ho scattate
Il Sarca, il fiume Sarca … qualcuno dice “la” Sarca ma “a me non mi” piace qui questo femminile: “la” che cosa? La fiume? La torrente? La corso d’acqua? Via … lasciatemelo al maschile che suona meglio e non mi dite che sono maschilista che non è vero!
Il giorno dopo ancora, oggi, domenica 21 luglio 2019 – Mancato per poco un’inaspettato incontro con gli amici colleghi Fiabbini di Feltre
Altra pedalata. Questa volta Riva-Arco e quindi uscito dal paese, poco dopo la prima “rotonda”, prendo a destra per 150 m in leggerissima salita per “Falesia Policromuro” e quindi a sinistra per “Bosco caproni” e “Chiesa di S. Martino”. Passata una strettoia di antiche casette, giro a destra in salit … accia ripida! Inzia la scalata al Bosco Caproni e oltre. Pendenza del 10-12%, poi la strada (stretta per essere una carrozzabile, larga se fosse una ciclabile), tutta asfaltata, spiana e sovrasta sulla verticale la valle sottostante all’altezza della zona compresa fra Dro e Pietramurata.
Il mio telefonino fa blip! Mi fermo e leggo un messaggio
sul gruppo “uozap” della Fiab dell’amico Pierluigi che guida un gruppo di Fiabbini di Feltre: pedaleranno da Terlago a Riva. Inizia uno scambio di messaggi per cercare di concordare un incontro.
Per intercettarli, dopo lo scollinamento, scendo a Drena, supero il bel castel Drena …
… e plano velocemente a 50 kmh sulla SP 84 liscia come in biliardo fino al bivio a destra per il lago di Cavedine (SP 214), lo sorpasso pedalando verso nord, dopo 1,3 km giro a sinistra per la ciclabile fino all’incrocio ciclabile di Pietramurata che raggiungo alle 10,00. Calcolo che gli amici non dovrebbero essere ancora passati … aspetto … ma alle 10,32 avviso che riparto verso Riva dove mi aspetta mia moglie. Scoprirò dopo che alle 10,29 loro erano ai laghi di S. Massenza-Toblino …
… quindi il rendez-vous è mancato veramente per poco, peccato, colpa mia! In totale ho percorso 50 km in tre ore, salitaccia e soste telefoniche e fotografiche comprese. Bicicletta: e-mtb; consumo elettrico 60%.
Nel primo pomeriggio apprendo che gli amici hanno potuto fare un tuffo nel Garda e riprendere il pullman per Feltre prima di un improvviso temporalone, ma si sa che al tempo non si comanda, perchè “il temp, le done e i siori i fa quel che i vol lori!”. Buon viaggio, amici, alla prossima!
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TRE “OTTO” PER 35 KM
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Luglio, 2019 @ 4:46 amDetto altrimenti: in bicicletta, naturalmente! (post 3622)
In bici mtb Wilier no e-bike. Questa mattina avevo solo due ore di tempo e comunque volevo pedalare su un percorso nuovo. Come fare? Semplice, si prendono i percorsi usuali e li si intreccia “a otto”. Ecco come si fa.
Parto da Riva del Garda centro, ciclabile a lago verso est fino alla foce del Sarca; ciclabile verso nord fino ad Arco-Ceniga. Indi attraverso il ponte romano da est a ovest e percorro verso nord il sentiero sterrato delle Cavre fino a Dro, discendo verso sud da Dro a Ceniga per la strada normale, attraverso il ponte romano da est a ovest e proseguo verso sud sulla quasi ciclabile fino ad Arco. Indi per la SP verso Riva ma ad un certo punto traverso verso ovest e mi immetto sulla pista ciclabile che scende da nord a Sud da Varone al lago di Garda. E gli “otto”? Be’ … quelli calcolateveli voi, raga, mica posso dirvi tutto io, mica posso …
Good bike everybody!
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IL BEL PAESE LA’ DOVE ‘L SI SUONA … VA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Luglio, 2019 @ 4:44 amDetto altrimenti: Dante si rivolta nella tomba (a Ravenna) (post 3621)
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Dante, nel XXVI Canto dell’Inferno, bacchetta Firenze: “Godi Fiorenza, poi che se’ sì grande / che per mare e per terra batti l’ali / e per lo ‘nferno tuo nome si spande”. Ma non basta: nel XXXIII canto dell’Inferno, se la prende – fra l’altro – con Pisani (“Ahi Pisa, vituperio de le genti” / del bel paese là dove ‘l sì suona) e Genovesi (“Ahi Genovesi, uomini diversi / d’ogne costume pien e di magagna / perché non siete voi del mondo spersi?”). Ho fatto queste citazioni per ambientare quella in grassetto, quella sulla lingua italiana. Cioè … dovendo citare i tanto tartassati Pisani, ho ritenuto, per par condicio, doveroso citare anche i tartassati Fiorentini e Genovesi.
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La lingua italiana. Manzoni, prima di pubblicare i suoi Promessi Sposi, andò a sciacquare i panni in Arno ovvero a Firenze, ovvero andò egli stesso a ripulire da impurezze linguistiche la lingua che aveva utilizzato. Che direbbero oggi il Manzoni e Dante di fronte agli orribili neologismi che il parlare comune sta inventando? Vi cito le ultime perle che ho sentito:
Trentino: “L’orso fuggito dal recinto è stato “fototrappolato” … “ cioè è stato fotografato da una camera fotografica “trappola” collocata su un albero.
TV: ci informa che “La maggior parte dei pacchi postali sono “portaletterabili” (o portalettabili? Non ho capito bene …), cioè possono essere consegnati direttamente dai portalettere.
Povera nostra lingua! Povero Bel Paese!
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ANDREA CAMILLERI E’ MORTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Luglio, 2019 @ 4:43 amDetto altrimenti: e ora, quel vuoto, chi ce lo riempie? (post 3620)
Io a Vigata (il porto di Agrigento) ho fatto il bagno in mare, in quello stesso mare solcato dalle vigorose bracciate del Commissario Salvo Montalbano. Avevo 15 anni (sono nato nel 1944, fate voi il conto) ed accompagnai mamma in una visita alla sua città natale, Agrigento, e a mio nonno Francesco. Solo che allora Vigata si chiamava Porto Empedocle. Oggi Vigata piange la morte del Maestro, tutta l’Italia piange la morte di un uomo “libero” e “liber” in latino significa appunto sia “libro” che “libero”.
Andrea Camilleri è morto. Persone che lasciano un vuoto che ci appare incolmabile. A parte i propri genitori che ovviamente lasciano sempre un vuoto, quando vengono a mancare: solo che il vuoto “parentale” è un vuoto privato, quello lasciato da Camilleri è un vuoto collettivo, pubblico.
Questa estate ho divorato tutti i gialli di un collega del Commissario Montalbano, quelli del Commissario Kurt Wallander, creatura dello scrittore, regista, autore teatrale etc. Henning Mankell. Anche Wallander è un “terrone”, nel senso che è del Sud … della Svezia! Accosto i due autori e i due personaggi perché entrambi hanno fatto conoscere ai lettori la rispettiva terra e gente d’origine. Una differenza fra i due autori è che Camilleri non fa invecchiare Montalbano mentre Mankell, nei dieci romanzi successivi della serie, fa invecchiare Wallander, in molti di essi fa citare episodi dei romanzi precedenti … insomma ci accompagna nella crescita umana, personale, familiare e professionale del suo commissario. Ragion per cui suggerisco di leggere questi romanzi “in ordine di apparizione”.
Altri raffronti: Camilleri è più “popolare”, più alla mano, romanzi più corti, crimini meno complessi, più immediatamente gustabile. Montalbano viaggia poco, al massimo va a Boccadasse (GE). Wallander viaggia molto, anche all’estero. Mankell scrive romanzi nei romanzi; molte sue pagine sono prive di dialoghi ma piene di introspezione; soprattutto architetta crimini con implicazioni più complesse, talvolta internazionali e si dilunga molto di più sul suo “commissario persona” facendolo relazionare con il padre, l’ex moglie, la figlia, i colleghi del passato e del presente.
Non appaia inappropriato questo mio accostamento. Infatti se attraverso Montalbano conosciamo una Sicilia anche forse principalmente buona ed onesta; attraverso Wallander scopriamo della Svezia aspetti meno nobili ma sicuramente più umani dell’immagine superficiale che di quella nazione ci siamo fatti rispetto alla frequentazione, effettiva o anche solo agognata, delle “svedesi che vengono in vacanza al mare qui da noi”. E scopriamo che la Scania non è solo una fabbrica di autocarri, ma innanzi tutto è la regione meridionale della Svezia.
Oggi, fra le varie commemorazioni TV del Maestro, ho apprezzato soprattutto la replica di un colloquio di Corrado Augias con il Maestro Camilleri su un suo libro la cui lettura mi mancava all’appello: “Il Labirinto”, ma provvederò al più presto a colmare la lacuna. Libro questo (anche) sulla vita di Edoardo Persico, nel suo percorso da fascista ad antifascista ( “… ho capito che mi ero messo al servizio di un assassino”)
Grazie di tutto e buon viaggio, Maestro Camilleri, verso il Luogo della nostra memoria riconoscente!
P.S.: nella stessa trasmissione TV Augias ha intervistato Sabino Cassese sul suo libro “La svolta”. Anche questo da leggere.
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I PEDONI … (per quanto, anche i ciclisti …)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Luglio, 2019 @ 5:38 pmDetto altrimenti: una regola di comportamento (post 3619)
- Spesso il nostro procedere a piedi sul marciapiede è interrotto da un capannello di “colleghi pedoni” che chiaccherano tranquillamente occupando l’intera area di passaggio. Lo stesso capita ai ciclisti sulle piste ciclopedonali, spesso bloccati da analoghi ingorghi pedonali. Orbene, l’art. 190 del Codice della Strada sanziona gli intrattenimenti pedonali salottieri sui marciapiedi e sulla carreggiata. Per analogia credo che l’articolo si possa applicare anche agli intralci pedonali sulle piste ciclopedonali.
- Il pedone quasi sempre crede che la sua lenta velocità sia garanzia di sicurezza per se’ e per gli altri, ma non è così: eccovi un episodio. Procedevo lentamente in bicicletta mtb sulla pista ciclabile del lungolago di Riva del Garda, in direzione Riva-Torbole, pista fiancheggiata sulla destra da una pista pedonale. Una signora con cagnolino che procedeva sulla pista pedonale nella mia stessa direzione, volendo raggiungere una panchina posta alla sinistra della pista ciclabile, mi taglia la strada senza guardare. Per fortuna la mia velocità era ridotta e non ero distratto, altrimenti avrei investito signora, guinzaglio e cagnolino.
- Qualche giorno prima. Su una ciclopedonale. Procedevo lentamente con una bici da corsa. Davanti a me un maratoneta in allenamento, correva sulla destra della pista (errore: avrebbe dovuto mantenersi sulla sinistra!) nella mia stessa direzione. Nel momento in cui io arrivo alla sua altezza e lo sto superando, il tale ha fatto inversione di marcia. Morale: un livido ed un taglio nel mio gomito destro e per fortuna che sono riuscito a non cadere di lato!
- L’intuizione della traiettoria altrui. A scuola guida ti insegnano che devi cercare di prevedere le mosse dell’ “avversario”, cioè quella che potrà essere la traiettoria dell’altro automobilista, perché per causare un incidente basta un automobilista solo, ma per evitarlo bisogna essere bravi in due! E invece spesso accade che il pedone non consideri la prevedibile traiettoria del ciclista al quale basta un piccolo urto per cadere in terra. Cosa ci vuole ad aiutarsi a vicenda?
- Ma ce n’è anche per i ciclisti: Riva del Garda, ore 22,00 circa. Le strade del centro sono strapiene di gente che passeggia. Alcuni giovani ciclisti fanno lo slalom velocissimo fra i passanti: uno scarto, un errore, un imprevisto e ci scappa non dico il morto ma sicuramente qualche ferito.
Dai … per oggi basta così, non vi pare?
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LA LUNA IERI E OGGI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Luglio, 2019 @ 7:52 amDetto altrimenti: un breve post “lunatico” (post 3618)
67 anni fa frequentavo le scuole elementari. Ero spesso distratto, sognante. Il maestro (Aldo Ubertis) mi chiamava “Lunatti”.
50 anni fa l’uomo andava sulla luna. Ed io? Io prendevo servizio in Alto Adige quale Sottotenente di Complemento nella Brigata Alpina Tridentina.
Oggi?
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PARTECIPAZIONE 2
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Luglio, 2019 @ 3:12 pmDetto altrimenti: “Aiutiamoli a casa loro …”, tagliando i contributi alla cooperazione internazionale? (post 3617)
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.Il nostro governo provinciale ha drasticamente tagliato i fondi alla Cooperazione Internazionale. Da un punto di vista “laico” la decisione non quadra con il più volte proclamato “Aiutiamoli a casa loro!” Ma c’è dell’altro. Storicamente è stato ed è l’Occidente che ha creato e mantiene (con le multinazionali) le condizioni che spingono milioni di profughi a cercare un futuro altrove. Al riguardo si legga “Il predominio dell’Occidente” del Prof. Daniel R. Headrick (Ed. Il Mulino), ovvero la storia del colonialismo occidentale. Per comprendere i danni del colonialismo occidentale suggerisco anche un secondo libro: “Congo” di David Van Reybrouck (Feltrinelli Ed.).
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Oggi sono salito a Balbido, il Paese Dipinto, nelle Giudicarie esteriori, così chiamato per i suoi tanti bei murales. In questo paesello, ogni domenica, alle 10,00 nella chiesetta “fuori le mura” di Santa Giustina, celebra la S. Messa un compaesano (storico e filosofo): Don Marcello Farina, Marcello per i suoi amici compaesani e anche per gli amici di fuori (e siamo tanti!). Il Vangelo di oggi: la parabola del buon Samaritano: il cristianesimo vissuto nei fatti e negli atti della vita ben al di sopra del cristianesimo della dottrina. Un cristianesimo che per essere tale deve essere coerente. Papa Francesco ha affermato che è meglio un ateo di un cristiano incoerente nelle proprie azioni: Marcello cita questa presa di posizione. Se non crediamo, tanto vale che non si vada in Chiesa. Ma se andiamo in Chiesa, non possiamo condividere la politica dei due viaggiatori (un sacerdote ed un levita) che avendo visto il ferito sul ciglio della strada, al contrario di quanto avrebbe poi fatto il buon Samaritano, hanno tirato diritto, indifferenti al dolore altrui.
La morte del “prossimo”. Ecco il fenomeno che sta travolgendo la nostra morale – laica o religiosa che sia (che poi la nostra religione non “è” la morale, bensì “ha” una morale: per i credenti la nostra religione è Creazione e Resurrezione. Il resto sono dettagli. Ma questa è un’altra storia)
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Respingere gli aspiranti immigrati: questa sembra essere la parola d’ordine. Ma non basta: tagliamo anche i fondi che destinavamo per aiutarli a casa loro. Marcello preannuncia una raccolta firme fra i suoi compaesani di Balbido contro il provvedimento del governo provinciale. Mia moglie ed io ci siamo prenotati quali “paesani aggregati”: contiamo che la nostra domanda di iscrizione sia accolta. Nella foto: Marcello, autore – fra l’altro – di un libro sul fondatore della Cooperazione trentina, Don Lorenzo Guetti (giudicariense di Vigo Lomaso) sistema che oggi è in crisi per avere tradito i principi fondatori della sua origine: la costruzione con il contributo iniziale di tutti di un bene prezioso, il Bene Comune.
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