ALLARME DEMOCRAZIA 3
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Agosto, 2019 @ 8:02 amDetto altrimenti: attenti a quella senza compromessi! (post 3636)
Il compromesso. Usualmente si riconduce a questo termine un significato negativo: “Quello sì che è un uomo che non scende a compromessi!” E invece … invece Paolo Mieli nel suo bel libro “I conti con la storia” ci ricorda come esistano compromessi sordidi, da condannare e compromessi utili, necessari, quelli di cui “è fatta la storia”. Ecco perché chi conosce un po’ di storia o chi, come me, da VIP- Vecchietto In Pensione, avendo tempo libero, ha ripreso a studiarla, non può condividere l’uomo-faccio-tutto-io.
Mai dire mai: sento dire che in politica vige questa regoletta. E perché no? Siccome tutto scorre, perchè non adeguare i comportamenti al mutare delle situazioni, purchè non siano sacrificate le nostre idee di fondo? Un esempio? Eccolo, e scusate se faccio riferimento a me stesso: per me il bene maggiore da perseguire e tutelare è la democrazia: pertanto sarei disposto a rinunciare a qualche mia idea specifica (compromesso accettabile, utile e necessario) se ciò servisse a non farmela perdere. In altre parole: poiché tutto e subito non si può avere, si tratta di stabilire l’ordine delle nostre priorità.
E in difesa della democrazia, riporto volentieri un appello di David Sassoli
“Vi pregherei, con educazione, di condividere il più possibile questo appello prima che sia troppo tardi, perché stiamo arrivando rapidamente a un punto di non ritorno.
Vari esponenti del governo di Salvini e Di Maio – prima sussurrando, poi sempre più platealmente, spudoratamente – cominciano a intimidire la libera stampa, minacciando di tagliare affidamenti pubblicitari, e attaccando i giornali – e ormai anche i giornalisti – che osano criticare la loro azione. Attenzione, perché a finire come la Turchia o come l’Ungheria ci vuole poco, pochissimo. Per questo vi chiedo di fare vostra questa denuncia, questo appello: proprio perché loro confidano nel silenzio, nell’assuefazione, per creare il fatto compiuto. Noi invece diciamo, se necessario urliamo, che non possiamo essere né complici né testimoni silenziosi di questa vergogna. La libertà di stampa non può essere toccata, ma nemmeno sfiorata, nemmeno minimamente messa in discussione!
Non scherziamo! Grazie”
E per riprendere il discorso d’inizio, accettare il bavaglio alla libertà di stampa sarebbe un compromesso sordido, inaccettabile.
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ALLARME DEMOCRAZIA 2
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Agosto, 2019 @ 6:38 amDetto altrimenti: democrazia si/no, altro che TAV si/no; flat tax si/no …. (post 3635)
Le ideologie sono morte (purtroppo, dico io). Le idee che vi risiedevano sono diventate senza fissa dimora, vagano disorientate un po’ qua, un po’ là. Lo stesso dicasi per le persone che quelle idee coltivavano. E così noi poveri cittadini semplici, elettori massa di manovra siamo disorientati: andiamo alla ricerca dei nostri punti fermi di riferimento, nella speranza di trovare le idee che condividiamo in capo a persone che condividiamo. Orbene, può succedere che si trovi la persona condivisa ma senza quelle idee o viceversa, idee condivise ma in capo a persone non condivise. Ogni tanto, per fortuna, riusciamo a trovare la coppia vincente: persona e idee entrambe condivise. Il massimo!
Nei miei post cito spesso il libro di Umberto Eco “Il fascismo eterno”, 60 paginette per i 5 euro meglio spesi della mia vita, scritto 20 anni fa e pubblicato adesso per la Ed. La nave di Teseo. Scritto 20 anni fa e – purtoppo! – attualissimo. Leggetelo, vi prego. Se poi avrete ritenuto che non ne sarebbe valsa la pena, ve lo ricompero io! Oggi via “uozap” ricevo quanto segue a firma Lorenzo Tosa e pubblico volentieri:
“Solo un paese che ha smarrito il più elementare alfabeto civile e costituzionale può assistere in silenzio a un vicepremier di minoranza di un esecutivo che apre la crisi di governo, convoca il Parlamento ed evoca lo scioglimento delle Camere, come se fosse contemporaneamente il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica in carica.
Solo un paese che ha perso ogni dignità può accettare senza battere ciglio che un capopartito chieda di essere investito di “pieni poteri”, neanche fossimo nell’ottobre del ‘22.
Solo un paese che ha perduto completamente il senso delle istituzioni può rimanere zitto mentre un ministro si rivolge a parlamentari della Repubblica eletti invitandoli ad “alzare il c***” e presentarsi in Aula il prossimo lunedì, come se fossero pedine alle sue dipendenze.
Non siamo più di fronte alle sbruffonate di un cialtrone sulla spiaggia con un Mojito in mano. Queste sono prove tecniche di regime. E, se può fare tutto questo, se può spingersi tanto in là, non è solo per i 10 milioni di italiani che lo applaudono, ma per i 50 che stanno zitti.
Ogni nostro silenzio, ogni nostro arretramento, è un segnale di resa della democrazia e delle istituzioni. È una tacca in più nella discesa verso l’abisso e un piccolo assaggio di quello che sarà. I campanelli d’allarme nella storia suonano sempre fortissimi, solo che non ci sono mai abbastanza orecchie ad ascoltarli.”
Il silenzio … o una reazione inadeguata, la distrazione di ferragosto … Se oltre al piccolo ma great (grande!) libro di Eco avete voglia di approfondire la storia del passato, il testo che mi permetto di suggerire è “Le origini del fascismo in Italia” di Gaetano Salvemini: le analogie fra i due periodo sono terribilmente simili! Termino con il calcolo sui milioni di italiani. Se un partito raggiunge il 35% e a votare è andata solo la metà degli elettori, significa che ha ricevuto il consenso del 17,5% degli aventi diritto al voto. Se poi consideriamo la massa dei diciassettenni e meno, allora significa che un manipolo pari al 10-15% degli italiani governerà 60 milioni di Italiani: ed ecco i 10 milioni cui si riferiva l’autore del pezzo che ho trascritto. E’ questo che vogliamo? Andiamo a votare, tutti e … chi ha un ferro l’affili, metaforicamente, intendo: chi ha diritto al voto, affili la sua mente e vada a votare!
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ALLARME DEMOCRAZIA 1
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Agosto, 2019 @ 6:21 amDetto altrimenti: visione d’insieme o percezione sensoriale? (post 3634)
Seduti in cima ad un’alta scogliera, del mare abbiamo la visione d’insieme e nessuna percezione sensoriale. Le due percezioni si invertono gradualmente man mano che scendiamo verso l’acqua. Quando ci immergiamo, abbiamo la massima percezione sensoriale del mare come acqua salata e nessuna visione d’insieme.
Democrazia. Cerchiamo di superare le singole percezioni sensoriali:
- di una riforma del Parlamento che riduce il numero dei parlamentari e che – con la cosiddetta democrazia diretta – riduce i parlamentari e semplici impiegatucci;
- di una riforma della giustizia che elimina l’obbligatorietà dell’azione penale e che rivede la formazione della Corte Costituzionale;
- di una riforma che di fatto riunifica pericolosamente i tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo, giudiziario);
- di un potere esecutivo che legifera in contrasto con gli accordi internazionali e la nostra Costituzione (“Decreto Sicurezza 2”).
e cerchiamo di avere una visione d’insieme di tutto ciò. Allora vedremo con chiarezza che la democrazia si sta trasformando in una oligarchia se non in una tirannide. Infatti con il primo intervento, le leggi saranno fatte da una o da pochissime persone; con il secondo, si celebreranno solo i processi decisi dal potere esecutivo: gli altri, quelli che danno fastidio, potranno cadere in prescrizione; con il terzo non ci sarà alcun bilanciamento e controllo del potere di governo che sarà meglio chiamare “arbitrio di governo”; con il quarto, un esempio concreto di tale arbitrio.
Di chi la colpa di tutto ciò? Ma nostra, naturalmente, di un popolo inteso da taluno come massa informe uniforme che ha votato quelle persone. Infatti, dopo la retorica e la demagogia, arriverà il populismo: “Siete voi, tutti voi che volete tutto questo, siete voi, popolo italiano di 60 milioni di ex baionette che avete voluto ciò, che avete deciso in tal senso. Di che vi lamentate?”
Non mi stancherò mai di elencare gli stadi storici della del significato del termine democrazia: 1) potere sul popolo (il democrator era il dittatore); 2) strapotere del popolo (oggi del popolo delle reti); 3) potere del popolo. Raga, da un anno e mezzo siamo già retrocessi dal terzo al secondo significato: vogliamo retrocedere anche al primo? Ma siamo matti?
Who opened the door for the democrator? / And how come he let in the market-conquistadors? / Why is he acting as if he has something to hide? / The privilege of the stupid is to be taken for a ride. – /Chi ha spalancato la porta al democrator? / E com’è che egli si è collocato nel novero dei conquistadores? / Perché si sta comportando come se avesse qualcosa da nascondere? / Il privilegio dello stupido è l’essere preso in giro.
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PENSARE ALLO SCI … IN ESTATE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Agosto, 2019 @ 3:47 pmDetto altrimenti: oggi un nuovo amico mi chiede … (post 3633)
… mi chiede qualche “dritta” sugli sci da acquistare. Lo so, raga, scialla … lo so che siamo in estate, ma intanto uno si prepara. Gli chiedo come scia. Un po’ sopra il livello principianti, mi dice. Ed allora mi permetto di sottoporre alla sua attenzione quanto segue:
- non è vero che per chi scia da poco e poco, bastino sci da poco, anzi … quindi cercare un attrezzo nella gamma medio alta categoria sci da pista per turismo (non da gara, nemmeno se sono in offerta!)
- Altezza: lui è alto 185, quindi sci intorno a m. 1,75
- Raggio di curvatura: direi da 17 a 20 va bene
- Stagione ideale per acquistarli: a inizio marzo si trovano ottime offerte nel nuovo e nell’usato (io preferisco un usato di livello ad un nuovo della fascia bassa, n.d.r.)
Ora, da una sua domanda (“Ora gli sci sono più corti, vero?”) capisco che scia poco … si, amico, ora sono più corti tanto ma le piste sono levigate come biliardi e non è certo la velocità che viene a mancare (sci lungo = sci più veloce, ma l’accorciamento dello sci è compensato dalla qualità dei materiali e anche – come ho detto – dalla qualità della battitura delle piste).
Raggio di curvatura? Cos’è, mi chiede. Rispondo: da molti anni ormai gli sci sono rastremati sui fianchi: maggiore è la rastrematura, più corto è il raggio di curvatura. Un esempio: se hai sci raggio 12, sono loro che comandano, che ti impegnano in una serie continua di curve strettissime: da evitare! Per contro, con raggio 17-20, lo sci aiuta te a curvare con raggio più “umano” e solo quando sei tu a deciderlo. Certo che tutti gli sci di oggi devono essere usati con la tecnica per la quale sono stati ideati: quindi niente sola flessione in avanti e bastoncino in avanti; niente sci uniti; flessione laterale delle ginocchia e del corpo verso l’esterno; bastoncino di lato; in uscita di curva toccare la neve con la mano a valle, etc. ma mica si può fare una lezione di sci con un post! Quello che posso fare e dire anzi scrivere al mio amico che questa sera mi leggerà, che – quando sarà il momento – mi telefoni al 335 5487516 che se vuole lo accompagno in negozio e poi magari ci facciamo una sciata insieme in Bondone.
Buone sciate a tutte e a tutti!
P.S.: l’amico è greco! Ed allora sfoggio il mio greco antico dell’Odissea di Omero e delle Anabasi di Senofonte e ci facciamo quattro risate! Poi parliamo di filosofia, quella greca, la filosofia “madre”. Mi dice che i giovani talvolta incontrano qualche difficoltà nel comprenderla, ed allora mi sono permesso di dire che suggerisca loro i libri della filosofia greca “rivista” da Luciano De Crescenzo, persona di grande cultura e umanità, recentemente scomparso. De Crescenzo si definiva né scrittore, né filosofo né storico della filosofia, bensì “copiatore”: “Io prendo un libro di filosofia greca e lo copio riscrivendolo in modo comprensibile e accattivante”.
Buona filosfia greca a tutte e a tutti!
Ci salutiamo con un kalispera
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SCHERZA COI FANTI E …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Agosto, 2019 @ 6:27 pmDetto altrimenti: … E LASCIA STARE I SANTI! (post 3632)
Due post fa (“Il gioco di Trump”) non ho condiviso quel continuo affermare che Dio è con noi (Americani), Dio benedica noi (Americani), Dio salvi noi (Americani) se non altro perché mi viene spontaneo chiedere: “E gli altri no?”
Ma veniamo all’oggi anzi all’ieri. Già perché ieri abbiamo avuto l’uomo della provvidenza, quello delle leggi raziali, della cancellazione della democrazia, dell’uccisione di Giacomo Matteotti e di tanti altri, delle tante guerre (per di più perse!); oggi abbiamo l’uomo della Madonna. Eh sì, perché felice dell’approvazione del Decreto Sicurezza 2, oggi quel tale ha ringraziato anche la Madonna Santissima Immacolata (sic!). Ma si può? Ma … la Madonna non è la Madre di Quel Tale che nel Vangelo insegna che la Carità è più importante della Fede e della Speranza? Inoltre, quel decreto viola accordi internazionale. Infine, quel decreto è incostituzionale in quanto viola l’art. 10 della nostra Costituzione, che recita:
“L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici” (La Legge costituzionale 21 giugno 1967, n. 1 ha disposto che l’ultimo comma del presente articolo non si applica ai delitti di genocidio).
E allora, come la mettiamo?
Dice … ma la formulazione della legge chiarisce che sono puniti coloro che collaborano con i mercanti di essere umani … Dico: si, vabbè, ma come si fa a distinguere le due categorie, quella dei soccorritori e quella dei mercanti? Chi decide se una nave sta salvando naufraghi o se invece sta collaborando con quei mercanti? Semplice: lo decide lui.
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POLITICA e DEMO-CRAZIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Agosto, 2019 @ 6:41 amDetto altrimenti: dalla lingua greca … (post 3631)
Politica. Gli antichi Greci parlavano di teknè politika, tecnica politica, ovvero l’arte di governare la polis, la città, che poi era una città stato. Noi abbiamo sostantivato quell’aggettivo e parliamo tout court di politica. Solo che così facendo abbiamo perso per strada quell’ “arte” che si è smarrita perché le masse sono catturate dalle reti (di retorica, demagogia e populismo) dei moderni retiarii ed inoltre perchè a votare vanno in pochi.
Che fare? Occorre fare cultura e (far) andare a votare. Tutto qui. A cominciare dalle elezioni della polis, della città, della nostra città: le “comunali”. Questo potrebbe essere il primo punto del programma di una forza politica: mettere al centro della propria azione il “dovere di voto” a cominciare appunto dal voto per il governo della polis.
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Andare a votare. Piero Calamendrei, per descrivere i pericoli del disinteresse dalla politica, ai suoi allievi raccontava: “Una nave sta affondando. Il capitano avverte i passeggeri. Uno di essi esclama: “Oh che m’importa, un è mica mia!”
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Demo-crazia. E dai co ‘sti Greci! Già perchè anche qui l’origine del termine è loro! Pensate un po’ … all’inizio democrazia significava “potere sul popolo” e il democrator (1) era il tiranno. Poi le classi più umili, il cosiddetto popolino prese il potere ed allora le classi nobili escluse dal governo usarono quel termine per indicare con spegio lo “strapotere del popolo”. Solo alla fine il termine ha indicato “potere del popolo”. Dice … ma come “ha indicato”? Forse non “indica” anche oggi? Eh no, cari, oggi siamo regrediti dal terzo al secondo sighnificato, cioè dal potere del popolo esercitato attraverso un parlamento allo strapotere del popolo della rete. Stiamo attenti a non fare un ulteriore passo indietro! Dice … ma come potrebbe accadere ciò? Eh, cari, con la cosiddetta democrazia diretta (2), diretta da chi? Da chi ha il controllo della rete, i moderni retiarii, e da chi altro se non da costoro? Già, perchè con la democrazia diretta la democrazia si trasformerebbe in una oligarchia. Leggete i miei post al riguardo, leggeteli gente!
(1) Who opened the door for the democrator? / And how come he let in the market-conquistadors? / Why is he acting as if he has something to hide? / The privilege of the stupid is to be taken for a ride. – / Chi ha spalancato la porta al democrator? / E com’è che egli si è collocato nel novero dei conquistadores? / Perché si sta comportando come se avesse qualcosa da nascondere? / Il privilegio dello stupido è l’essere preso in giro.
(2) “diretta”, participio passato del verbo “dirigere”, verbo della terza coniugazione, che come tale ha sempre significato passivo: “orchestra diretta da …”; “associazione diretta da …” ; “democrazia diretta da …” .
THE END (nella speranza che non sia quella della democrazia vera!)
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IL GIOCO DI TRUMP
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Agosto, 2019 @ 6:29 amDetto altrimenti: … gioco? Anche in borsa! (post 3630)
Un mio vecchio amico genovese, commerciante ed ebreo (dico questo solo per sottolineare positivamente la sua grande capacità commerciale e finanziaria, s’intende!) affermava: “Basta che i mercati si muovano, al resto penso io”. E certo che le dichiarazioni di Trump sui prossimi dazi all’import dalla Cina hanno fatto muovere le borse! Quella italiana in un giorno ha perso 14 miliardi, quella tedesca 45. Ora, siccome nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma (anche in borsa), quando qualcuno perde, un altro guadagna. E non volete che Mr. Trump si sia attrezzato (non direttamente, ci mancherebbe, bensì tramite “amici”) per lucrare sui movimenti di borsa che lui stesso determina? Lui nel frattempo “tira dritto” per la sua strada.
Il mio babbo, toscanaccio Montalcinese doc, quando voleva dire che non gli venissero a raccontare frottole, se ne usciva con un’espressione colorita: “O te, un mi venire a dire che Cristo gli è morto di sonno, tira via … gnamo … che ‘sta mattina un è serata!” Cosa? Sono un malpensante? Certo, ma “piensa mal y acertaras”, pensa male e indovinerai!
Appendice n. 1
Mappoi (mappoi) Trump gioca anche con i cambiamenti climatici, e qui alla fine riuscirà perdente, solo che nel frattempo farà perdere anche noi!
Ancora: Trump gioca con le armi, quelle portatili dei suoi connazionali che fanno una strage al mese, e le sue, quelle atomiche … che se gli scappa il grilletto distrugge il mondo! E bravo Trump!
Infine Trump gioca anche con l’UE, una costruzione che alcuni di noi si sforzano di comporre ma che lui vuole rompere. E dire che alcuni di noi europei fanno il suo gioco … ma si può?
Appendice n. 2
God bless … God save … insomma, questo nostro Dio chiamato a “benedire …”, a “salvare …”, a “stare con noi” (ricordate quel Got mit uns di tristissima memoria?), a “volere con noi” (Deus vult, di altrettanto tristissima storica memoria) … ma, dico io, o ci crediamo o non ci crediamo in questo Dio. Se non ci crediamo, è inutile invocarlo. Se ci crediamo che facciamo? Gli chiediamo di aiutarci a dominare gli altri, ad arricchirci a scapito del resto del mondo? Eppure il Vangelo di oggi ci avverte che è semplice vanità accumulare ricchezze: “Stolto, tu che hai accumulato tanto … questa stessa notte morirai e a chi andranno le tue ricchezze?”.
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CAMBIAMENTI CLIMATICI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Agosto, 2019 @ 6:39 amDetto altrimenti: piccoli grandi segnali … (post 3629)
Fichi d’india che maturano lungo le strade a monte di Riva del Garda! Quando mai, prima d’ora?
Milano Marittima: pinete di ieri
Milano Marittima: pinete di oggi (dopo la tromba d’aria)
Traversate di ieri e non più. “Ieri” cioè 20 anni fa mi azzardavo a traversare il Tirreno con il mio FUN, una barca da regata che disloca (pesa) 1000 kg. Controllavo le previsioni del tempo e via! Oggi non mi fiderei più, e non solo per il 20 ani di più che ho, ma perchè si passa dal bel tempo alle trombe marine con estrema disinvoltura …
E le zanzare? Una volta erano di tipo standard: le sentivi volare, le vedevi, le abbattevi. Poi è arrivata la zanzara tigre. Ora sono arrivati moscerini piccolissimi, quasi invisibili ai nostri radar, silenziosi ma urticanti … Cos’altro ci aspetta?
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UN PO’ DI STORIA (SCONOSCIUTA) DEL 1940-1941
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Luglio, 2019 @ 3:56 pmDetto altrimenti: dal libro “Congo” di David Van Reybrouck (Ed. Feltrinelli, 2014)
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Pagg. 202-204, una particolarmente brutta storia. Già, anche perché tutte le storie di guerra sono brutte, ma questa ha dell’incredibile. Seconda guerra Mondiale. La Germania in 18 giorni invade il Belgio. Il Re Leopoldo III° riconosce la vittoria tedesca, viene catturato e verso la fine della guerra vive nella Germania nazista.
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In Congo Belga, il Governatore Generale Pierre Ryckmans si schiera con gli alleati: l’11° Battaglione congolese della Force Publique (3000 soldati e 2000 portatori, un ufficiale belga ogni 50 africani) parte dal Congo, attraversa a marce notturne (con direzione NE, “rotta” 45°) il deserto del Sudan (!), si unisce alle forze inglesi provenienti dal Kenia e dopo alcune prime battaglie vittoriose contro gli Italiani (Asosa e Gambela), il località Saio induce alla resa Italiani, “pur numericamente e militarmente superiori”.
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In questa circostanza “furono fatti prigionieri ben nove generali italiani, tra cui Pietro Gazzera, il comandante in capo delle truppe italiane nell’Africa Orientale e il conte Arnocovaldo Bonaccorsi, l’ispettore generale delle milizie fasciste che aveva terrorizzato Maiorca durante la guerra civile spagnola. Furono inoltre fatti prigionieri 370 ufficiali italiani (di cui 45 di alto rango), oltre a 2.574 sottufficiali e 1.533 soldati indigeni. Infine, altri 2.000 irregolari indigeni furono rispediti a casa. … Il bottino di guerra: 18 cannoni con 5.000 bombe; 4 mortai; 200 mitragliatrici; 330 pistole; 7.600 fucili; 15.000 granate; 2.000.000 di cartucce; 20 tonnellate di materiale radio comprese 3 stazioni trasmittenti complete; 20 motociclette; 20 automobili; 2 carri armati; 250 camion; 500 muli”.
Episodio di guerra mai menzionato nei tanti libri di storia che mi sono passati per le mani durante il mio corso di studi (elementare, medio, superiore). Sarebbe interessante conoscere eventuali altri riscontri storici (cioè non di parte) sull’episodio ed in particolare sul numero di nostri soldati italiani caduti sul campo o fatti prigionieri: almeno questo credo che sia loro dovuto.
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POSTALTRUI DI LORENZO TOSA, ANZI … ALL’INSAPUTA DI “ALTRUI”!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Luglio, 2019 @ 5:44 amDetto altrimenti: contro il razzismo val la pena di copiare … (post 3627)
Scrive Lorenzo Tosa:
Inizia
Frecciabianca, all’altezza di Campiglia, una tranquilla serata di luglio. Delle urla forti e indistinte irrompono nel tuo vagone. È difficile capire a chi appartengono e a chi sono rivolte. Poi alzi lo sguardo, metti a fuoco e vedi un uomo sulla quarantina portata male, occhiali dalla montatura spessa e indosso la pettorina del servizio di pulizia. Man mano che si avvicina, anche la voce si fa più nitida. Ora capisci bene cosa dice: “Negra di m… Tornatene al tuo paese”. “Devi levarti da qui, schifosa, lascia il posto a chi paga il biglietto”.
Di fronte a lui – ora la vedi bene – c’è una ragazza di 23 anni del Mali. Una splendida ragazza, in evidente stato di shock. Prova a difendersi, gli urla con una strana mescolanza di accenti, tra italiano, francese e toscano stretto: “Razzista!” “Fascista!”. E l’uomo – se così volete chiamarlo – l’uomo esplode: “Ma quale fascista. Zitta, negra, che c’avete tre strade e le abbiamo costruite noi nel ‘39”. Già. Lui che “fascista” non è.
A quel punto è impossibile far finta di niente, anche perché nessuno si è mosso di un millimetro: ognuno seduto sulle proprie poltroncine con un Ipad in mano, un paio di cuffie nelle orecchie e uno sguardo di compiaciuta indifferenza, come se quella cosa, in fondo, non li riguardasse. E che, tutto sommato, finalmente c’è qualcuno che dice le cose come stanno e difende “gli italiani onesti e perbene”.
Ti alzi in piedi e corri verso l’uomo, che nel frattempo ha alzato persino la voce ed è a un centimetro dalla ragazza. Pensi che possa addirittura metterle le mani addosso, allora ti metti in mezzo, lo allontani, lo guardi negli occhi. E dentro vedi qualcosa che non avresti mai immaginato. Vedi il vuoto. Non c’è nulla in quello sguardo, solo rabbia cieca, senza un senso né una direzione, caricata da chissà quante migliaia di voci sentite, commenti letti, discorsi fatti, dichiarazioni ascoltate sui social o in tv ed esplose di colpo in un pomeriggio di mezza estate.
C’è il vuoto in quegli occhi. E fa paura. “E lei che cosa vuole?” chiede. “Voglio, anzi pretendo, che non si permetta mai più di rivolgersi così a questa ragazza – rispondo -. Lei ha una divisa, rappresenta il treno, le ferrovie italiane, questo paese. Si vergogni e chieda scusa”. “Lei mi ha dato del fascista”, dice indicando la ragazza. “E ha fatto bene – rispondi -. È esattamente quello che sta dimostrando di essere”.
E, in quel momento succede un’altra cosa che non avevi previsto. Accade che abbassa lo sguardo, di colpo sembra aver cambiato atteggiamento. “Ok, tutto a posto – dice -. Non è successo nulla”. “Nulla è a posto. Mi hai dato della negra di m…”, interviene lei alle tue spalle. “E tu stai zitta, non vedi che sto parlando con lui!”. Il tono ora è di nuovo alto. “Lui”, nel suo delirio, significa italiano. Connazionale. Uno dei nostri. Ecco quello che tu sei per lui. E, mentre li fissi entrambi, per qualche secondo, non riesci a non sentirti umanamente, moralmente, mentalmente, con ogni muscolo o nervo del tuo corpo, infinitamente più vicino a lei che a lui.
In quel momento, su quel vagone in corsa da qualche parte per la campagna toscana, per la prima volta forse nella tua vita ti senti straniero in Italia. Se lui è l’italiano e lei la straniera, allora sei straniero anche tu. E mai, prima d’ora, è stato così disperatamente chiaro. L’uomo a quel punto si placa, ma è tardi. Il controllore è stato richiamato dalle urla e ha allertato il capotreno. Pretendi che non finisca lì. E sei fortunato, perché il capotreno è un uomo perbene. Ha lo sguardo di chi ne ha viste tante, troppe, ma non è tipo disposto a tollerare. Lo obbliga a scusarsi. A suo nome e a nome del treno. In un mondo normale non finirebbe qui, ma basta uno sguardo tra te e il capotreno per capire che è meglio per lei se tutto quanto resta lì. Con tante scuse e nessun rapporto o segnalazione. Perché è probabile che, tra i due, una volta che si va a scavare, sia lei quella che ha più da perdere. Non è giusto, ma è meglio così.
Lei ti ringrazia, ti abbraccia, ti dice che non sa come sdebitarsi, e che, anche volendo, non saprebbe come fare. Ed è strano, perché sei tu che in quel momento vorresti scusarti con lei per quello che ha subìto, per quella violenza inaudita, per il silenzio complice di decine di persone, di italiani, che hanno assistito alla scena senza muovere un muscolo. Vorresti chiederle scusa per essere ospite di un paese che la tratta come una criminale perché è donna e perché è nera. Vorresti chiederle scusa, come italiano, e dirle che questa non è l’Italia, anche se non ne sei più così convinto.
Ti accorgi che è da un’ora che la conosci, ma non sai nulla di lei. C’è appena il tempo per scambiarsi i nomi, un frammento della sua storia, tra la Toscana e Parigi, tra il sogno di diventare una parrucchiera di successo e la realtà di sfruttamento, lavori neri, precari e malpagati, ogni settimana uno diverso. Si chiama Mailuna, il nome è di fantasia, ma la violenza di quelle parole, la sensazione di essere stata violata nel proprio intimo, nell’indifferenza generale, quella è reale, viva, e non se ne andrà con un bicchier d’acqua al vagone ristorante.
L’ultima cosa che vedi di lei, prima che scenda dal treno, è un sorriso. E ti sembra impossibile che sia della stessa ragazza che fino a mezz’ora prima stava per scoppiare in lacrime. E allora capisci che ne vale ancora la pena. Di restare umani. Di alzarsi in piedi e andare a occupare fisicamente quel posto dalla parte giusta della storia che decine di passeggeri e milioni di italiani hanno rinunciato a prendere.
Fai in tempo a chiederti dove sarà ora Mailuna, cosa farà stasera, quello che deve aver passato fino ad oggi, chi diventerà, dove la porterà la vita tra cinque, dieci, vent’anni. E, per un attimo, le auguri che sia ovunque ma non in Italia. È un attimo, già, solo un attimo. Perché, tra i due, tra Mailuna e quell’uomo sulla quarantina dalla montatura spessa, lo straniero non è e non sarà mai lei. Vorresti urlarglielo, ma è troppo tardi. È tardi per un sacco di cose. È accaduto ieri, poche ore fa, su un Frecciabianca, da qualche parte in Toscana, Italia, pianeta Terra, 2019.
Finisce
Scrive Fabio Pipinato
Inizia
Forse non sa l’uomo in divisa che:
- l’Impero del Mali o di Manden vide l’incoronazione di Mansa Musa, l’uomo più ricco della storia (ricco non sta per denari);
- la prima carta sui diritti umani fu proprio quella di Manden del XIII secolo;
- in Mali v’è Timbuktu, la città d’oro che intreccia il lento Niger con le carovane del deserto dei Tuareg; qui si celebrava il Festival del deserto dove le più note rock star europee facevano a gara per partecipare;
- in Mali v’era come Ministro Aminata Traore’ teorica dell’immaginario violato che ospitò il World Social Forum internazionale;
- a Segou ha luogo una delle più interessanti mostre d’arte moderna d’Africa con installazioni anche sul fiume Niger: fa il paio con la biennale di fotografia africana di Bamako che ha sede proprio nel Museo Nazionale dove sono raccolti i più bei tessuti color terra del west Africa;
- i villaggi Dogon sulla falesia di Bandiagara sono meta dei più importanti antropologi al mondo;
- la Grande moschea di Djenné e’ la cattedrale in sabbia più alta al mondo e patrimonio dell’Unesco. Attorniata da scuole coraniche con arte che miscela diversi stili architettonici;
- da Bamako ma anche da Mopti (la Venezia maliana) partono le piroghe per il nord via fiume; una delle avventure più affascinati del west Africa;
- nei paesi Dogon il Toguna sta al centro del villaggio ed è sorretto da antenati raffigurati in statue in legno;
- la stella Sirio B che orbita attorno a Sirio A era forse nota ai maliani ancor prima dell’avvento dei telescopi europei!
- Dimenticavo! Gli italiani … in
divisa … non hanno fatto una sola strada in Mali!
Un abbraccio e un mio personale benvenuto alla giovane principessa maliana offesa
Finisce
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