FRECCIA D’ARGENTO … DA LUCIDARE!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Agosto, 2019 @ 6:11 amDetto altrimenti: con uno speciale Argentil FFSS, quello per le ferrovie! (post 3646)
Bologna Stazione Centrale, ore 18,03 Freccia d’Argento Pescara-Bolzano, tabellone elettronico all’ingresso, “Binario 1”. Vado al binario, controllo sui tabelloni cartacei sotto vetro: “Binario 4”. Ufficio Informazioni, mi avvicino al bancone e prima che io apra bocca vengo apostrofato malamente “Io non l’ho chiamata, attenda il suo turno”. Replico che voglio solo un’informazione. A malavoglia mi dice che “prevale” il messaggio dei tabelloni elettronici, “che lo sanno tutti”. Ah, vabbè, a saverle le robe … Torno al binario 1. Due minuti prima dell’arrivo del treno gli altoparlanti avvertono che detto treno sarebbe arrivato al binario 1 anzichè al 4: era ora!
Il treno arriva. Il mio biglietto è per un posto nella carrozza 3. Scorro: 1, 2 … una carrozza senza numero e porte … 4 etc. E la 3? Un ferroviere, chiedo che fine ha fatto la 3. Mi dice se sono sicuro che questo sia il mio treno perchè “non può essere che manchi la 3”. Ecco, penso, mi hanno preso per un deficiente per la seconda volta in pochi minuti. Il ferroviere è incerto … vede una collega, chiede a lei: “Sì, la 3 è questa, vagone ristorante ma ci sono anche posti a sedere numerati”. Finalmente, viva le donne penso fra me e me. Salgo e finalmente mi siedo.
Ecco, Freccia d’Argento … solo che una lucidatina con l’Argentil FFSS non ci starebbe male!
PS.: è stato un po’ come quando stavo compilando on line una domanda di contributo ad un ente pubblico per una associazione musicale: seguo le istruzioni ma non riesco ad andare avanti. Mi reco di persona presso quegli uffici e mi spiegano: “Si, c’è scritto di cliccare qui ma invece occorre cliccare lì non qui “Sa … la procedura va capita, interpretata …”. Ah … ho capito … a saverle le robe …
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TEDESCHI IN VACANZA IN ITALIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Agosto, 2019 @ 1:40 pmDetto altrimenti: per fortuna non sono tutti così … (post 3645)
Tempo fa ero a Monaco di Baviera. La sera, a passeggio in centro, sbadatamente metto un piede dentro una pista ciclabile: sono stato immediatamente redarguito da un ciclista che serio serio stava per chiamare la polizia. Mi sono ritratto, scusandomi.
Poche ore fa, ero fermo con la bici a lato della pista ciclabile lungolago di Riva del Garda, la quale corre quasi parallela alla pista pedonale. Un gruppo di pedoni passeggia mollemente ingombrando tutta la pista ciclabile. Arriva alle loro spalle un ciclista che rallenta, suona e li invita con un gesto a spostarsi. Una del gruppo sorride di scherno scimmiottando il gesto del ciclista. Io intervengo aggiungendo un mio gesto al suo, nel senso “spostatevi”. Altri ammiccamenti di scherno, questa volta al mio indirizzo. Capisco che sono tedeschi ed allora dico loro a gran voce: “In Deutschland Sie machen nicht so, Ich bin sicher! In Germania non vi comportate così, ne sono certo “ Sorpresi dal mio richiamo, imbarazzati se ne vanno a passeggiare sulla pista pedonale.
Che bella cosa conoscere le lingue!
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GOVERNO, GOVERNO! AL VOTO, AL VOTO!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Agosto, 2019 @ 7:27 amDetto altrimenti: I DIALOGHI DI … PLUTONE (post 3644)
(Il lungolago di Riva del Garda. Tizio e Caio sono in vacanza, seduti al tavolino di un bar sorseggiano una birra media)
Tizio: Vedrai che lo fanno questo governo …
Caio: Ma dai, che sarebbe un governo delle poltrone, un inciucio, un ribaltone vecchia maniera!
Tizio: Ma perché, non era un inciucio anche quello della Lega e dei 5 Stelle? Il primo partito con il terzo; uno di destra ed uno di sinistra; uno nordista ed uno sudista? Perché usare due metri e due misure?
Caio: Ma allora, se le cose stanno così, ha ragione Salvini ad invocare il voto: andiamo al voto!
Tizio: già, Salvini grida “Al voto, al voto!” A lui conviene di certo e sai perché?
Caio: Certo, perchè la maggioranza voterebbe per lui ma … guarda Caio, quello che sta passando non è forse quel Sempronio che abbiamo incontrato spesso a Trento, in Piazza Duomo? Sì, è lui … ehi, quel signore!
(Il diavolo Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio, si volta verso i due e si avvicina al tavolino sorridendo)
Sempronio: Buongiorno signori, anche voi qui in vacanza? Grazie di avermi riconosciuto e chiamato: posso sedermi qui con voi?
Tizio: Certo, con piacere, si accomodi.
Caio: prende una birra media anche lei? E’ nostro ospite, manco a dirlo e poi, per noi sarebbe solo la seconda e la saggezza insegna che birra è cultura e non bisogna fermarsi alla “terza media”!
Sempronio: Ah ah! Questa è bella, me la segno! Sì grazie accetto. Di cosa stavate discutendo, se non sono indiscreto?
Tizio: che vuole, del tormentone dell’estate, se deve nascere un governo o se si deve andare al voto. Io sono per il governo e Caio per il voto. Lei che ne pensa?
Sempronio: che per tutti i governi è ormai un gioco di poltrone, da quando le ideologie sono morte le idee sono senza fissa dimora e bisogna cercarle ora qua ora là … le persone poi … si tratta di tre variabili che devono coincidere: l’idea giusta in capo alla persona giusta collocata nel posto giusto, una sorta di gioco alla slot machine a tre variabili: per vincere occorre che le tre figure siano allineate.
Caio: ma allora ha ragione Salvini di volere il voto.
Sempronio: già, è furbo lui … furbo perché sa che a votare va circa il 50% degli elettori e ancora meno se si vota in estate ed allora lui con i suoi manipoli molto determinati ha buon gioco a raggiungere la maggioranza dei votanti, non certo quella degli aventi diritto al voto e così “multa paucis” raggiunge molti poteri con pochi voti rispetto ai 60 milioni di Italiani di cui si dichiara paladino …
Tizio: ma lei caro Sempronio ne pensa una più del diavolo, ma … guardate … cosa sta succedendo? Quel battello di linea che stava attraccando ha un problema … guardate quanto fumo esce dal tubo di scarico … e come è nero … sta inquinando tutta a banchina e anche qui … i bar del lungolago … non si vede più nulla … si fa fatica a respirare … andiamo via … ma … dov’è finito Sempronio? E’ sparito in quella nuvola di fumo! E’ proprio un diavolo d’uomo quel tale, sparisce sempre sul più bello dei nostri discorsi. Non è certo educato nei nostri confronti, sai che ti dico Caio? Che per me può andare all’inferno, mi ha stufato questo suo comportamento.
(Il fumo svanisce, l’aria è di nuovo limpida. I due amici ordinano la terza birra media)
Caio: hai ragione, Tizio. Ma pensiamo alla nostra birra … come ti dicevo dianzi, la birra è cultura e noi non abbiamo ancora finito la “terza media”! Diamoci da fare!
Tizio: sì, ma prima ti voglio dire cosa ne pensa il nostro blogger. Sai, gli ho telefonato … e mi ha detto he lui la pensa come Cacciari e cioè che i sovranismi e le destre si vincono parlando con la gente, spiegando, facendo cultura: ad esempio spiegando cos’è la cosiddetta democrazia diretta; quali sarebbero i danni di un’uscita dall’UE e/o dall’euro; quali i danni dell’abolizione dell’obbligatoiruietà dell’azione penale e quali dall’introduzione del vincolo di mandato. Ed ora cerchiamo di finire la “terza media!”.
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L’ERASMUS DELLA BICICLETTA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Agosto, 2019 @ 8:27 amDetto altrimenti: quando Fiab incontra Fiab (post 3643)
FIAB- Federazione Italiana Amici della Bicicletta, ogni città ha la sua Fiab e quando un gruppo va a pedalare in “città altrui”, chiede e riceve dalla consorella le “guide indiane locali”, reciprocamente. Così è stato anche per Fiab Monfalcone nella tre giorni sul Lago di Garda e dintorni. A dire il vero il gruppo non era molto numeroso, ma … come si dice: pochi e buoni! Buoni … ottimi, direi, i Magnifici Quattro: la presidente Helga, Flaviano, Vivi e Dolly. E noi? Noi 2 X 4, cioè due guide per loro quattro: Claudio Colbacchini ed il sottoscritto. Il nome della escursione? “5 Laghi: Loppio, Garda, Toblino, S. Massenza, Cavedine” (che poi S. Massenza l’abbiamo saltato per via della congestione ciclistica sul sentierino che dal Ristorante Lago di Toblino portava a quella meta, evvabbè …).
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Per mia semplicità, utilizzo il resoconto in prima persona, tratto dalla bozza redatta dagli amici Veneti per reclamizzare l’evento sulla traccia che io stesso a tal fine avevo fornito loro. Sul testo ho inserito le variazioni e gli arricchimenti intervenuti in corso d’opera.
Inizia
Venerdì 23 agosto. Arrivo dei Magnifici Quattro alla stazione FS di Rovereto alle ore 12.07 dove incontriamo le nostre guide Fiab Trento Riccardo (335 5487516) e Claudio (329 5464618). Breve pedalata su pista ciclabile di 4 km, durante la quale superiamo il ponte delle Zigherane (1) e notiamo l’imbocco della galleria Adige-Garda (2) per lo smaltimento delle piene del fiume. Raggiungiamo Mori Stazione FS.
Per ciclabile e quindi SP poco frequentata, le salitelle per raggiungere la quota di Mori paese. Indi, traversata la SP, si costeggia per ciclabile (Bicigrill) il Lago di Loppio (biotopo) (3). Indi si scavalca (salitella) il Passo S. Giovanni e in piacevole discesa per belle strade poderali si aggira, lasciandoselo a destra, il paese di Nago. Indi visita al suo centro storico e al Castel Penede (4) con splendida vista lago.
Si scavalca un ripido strappo (150 m al 10-16%) e si plana per 2,5 km sulla lungo la ripida discesona ciclabile cementata sul parco delle Busatte di Torbole e quindi per SP poco frequentata su Torbole (casa di Goethe (5) , edificio dogana austriaca (6) ), con vista splendida sul Lago e incrocio con la strada che i Veneziani – accorsi in aiuto della loro alleata Brescia assediata dai Milanesi – utilizzarono nel 1439-1441 per portare le loro galee sul lago e sconfiggere i Rivani e i loro alleati Milanesi e Genovesi (“Galeas per montes conducendo” (7). In quel caso i Genovesi le hanno prese, ma le avevano suonate ai Veneziani anni prima all’isola di Curzola (evvabbè, un po’ per uno!).
Da Torbole, ciclabile lungolago verso Riva del Garda (8). Arrivati alla foce del Sarca si gira a destra verso nord e sempre per ciclabile si arriva ad Arco (9) e a Bolognano, Hotel il Vigneto. Totale 30 Km da Rovereto. Il tempo di percorrenza dipende molto dalle soste per fotografie!
Sera: prima di cena aperitivo in casa di Riccardo con consegna di un magnifico dono a Riccardo: una bottiglia magnum di ottimo vino SONTIUM, vino ottenuto da un’attenta selezione dei più vecchi vigneti di Pinot Bianco, Friulano, Malvasia e una piccola parte di Traminer Aromatico, vino che racconta la storia di un territorio attraversato dallo smerando SONTIUM, nome latino del fiume Isonzo. Ma non basta: la bottiglia è dipinta a mano (smalto su vetro) da Helga, con la dedica e la rappresentazione di una foto di Riccardo rappresentante la sua bici sul Lago di Cavedine. Indi cena sulla terrazzina a lago della Fraglia Vela Riva a Riva del Garda, con le le prelibatezze dell’ottimo Chef Riccardo Rodi.
Sabato 24 agosto: colazione alle 07,30. Per SP, dall’Hotel si raggiunge facilmente la ciclabile sinistra Sarca Arco – Ceniga Ponte Romano – Dro – Centrale di Fies – 200 m al 20% – Pietramurata – Sarche (fino a Drò nessuna difficoltà. Dopo qualche salitella e il citato strappo al 20%).
Da Sarche per marciapiedi e sentiero pianeggiante in 2,5 km si raggiungono i due laghi di Toblino (10) e S. Massenza (11) (nostro capolinea). Si ritorna S.Massenza-Sarche e procedendo da nord a sud per la SP 14 pianeggiante assai poco frequentata che corre a fianco del fiume Sarca si raggiunge località Pergolese e il Lago di Cavedine (12) (bar – ristoro). Si prosegue costeggiando la parte sud del lago e con salitella di 1,5 km al 3% si scollina in zona “Marocche” (13) (i massi erratici citati da Dante come la “ruina”). Discesina sulla sp 14 e discesone veloce su SP 84 fino a Dro-Cenica. Prima di Dro, strade poderali sulla sinistra fino ad Arco-Riva-Bolognano. Tot. Km 65.
Sera: cena all’agritur Marosi di Bolognano. Qui gli amici Veneti hanno scoperto ed apprezzato il vino trentino Schiava! Un successone!
Domenica 25 agosto: colazione ore 07,30 e partenza in bici ad ore 08,00. Carico delle bici su due auto e trasferimento alla stazione FS di Mori.
Attenzione: se facciamo finire la pedalata a Borghetto, si recupera tempo e si può prevedere che la mattina, prima di andare da Riva a Torbole etc., si vada a Riva e si salga la strada del Ponale (15 bis): 3 km sterrati (6 a/r) con splendida vista sul lago.
Da Mori ciclabile pianeggiante con un’unica salitella, sosta per un toast al Bicigrill Ruotalibera, cippo di confine Impero d’Austria-Regno d’Italia (16 ) e per un totale di 25 km fino a Borghetto all’Adige (dove purtroppo non possiamo pranzare per l’assenza per ferie del Presidente – Cuoco della Pro Loco Ademio Amadori, peccato! Sarebbe stato un vero evento: sarà per la prossima volta). Sempre accompagnati da Riccardo e Fausto, con altri 25 km di brevi saliscendi raggiungiamo Domegliara FS per goderci la ciclabile lungo le splendide anse del fiume Adige (17).
Raggiungiamo Domegliara in anticipo sulla tabella di marcia e ci imbarchiamo sul treno del ritorno ad ore 16,00. Idem le nostre guide:, saluti da un marciapiede all’altro! Riccardo e Claudio prendono un treno che non ferma a Mori ma li porta a Rovereto. Da qui in bici fino a Mori dove caricano le bici sulle due auto e vanno a ristorarsi al Ristorante Moja di Borgo Sacco di Rovereto. Per finire, note e poesie sul Lago di Garda (18)
NOTE
- 1 – Ponte delle zigherane (sigaraie) – La Manifattura Tabacchi Rovereto iniziò la sua attività attorno alla metà del 1854. Verso la fine del ‘900 arrivò ad occupare oltre mille operai, per lo più donne (chiamate zigherane), le quali cominciarono, pochi anni dopo l’apertura della fabbrica, ad autotassarsi per costruire un ponte sul torrente Leno al fine di ridurre sensibilmente il percorso che dovevano affrontare giornalmente per raggiungere la fabbrica. In seguito iniziarono a battersi per ottenere il primo asilo nido aziendale del Trentino che venne inaugurato nel 1924.
- 2 – Galleria Adige-Garda – La galleria Adige-Garda è un canale scolmatore artificiale che scorre interamente in una galleria lunga circa 10 km, il cui scavo iniziò nel 1939 e fu terminato nel 1959. Consente a parte delle acque del fiume Adige di defluire nel lago di Garda e viene utilizzato solo in caso di pericolo di inondazioni nel Basso Trentino e Alto Veronese.
- 3 – Lago di Loppio – Äppl-See, Löppel-See o Loppl-See in tedesco, Lac de Lopi in dialetto trentino, si trova a 224 di altitudine. La zona, lunga 1,870 kmq – larga 0,480 km – profonda 4 m, con una superficie di 600.000 m². Ora non è più un lago, se non in occasione di anni particolarmente piovosi, ma rimane un’importante zona umida (biotopo). Nel 1439 il lago di Loppio fu teatro di una delle più grandi imprese di ingegneria militare quando la Repubblica di Venezia vi fece transitare un gran numero di navi, in quella che è passata alla storia come Galeas per montes conducendo. Dopo il disastro ambientale di 50 anni fa (fu prosciugato nel 1956 e mai più riempito in seguito allo sprofondamento delle falde freatiche durante i lavori per la costruzione della galleria Adige-Garda) l’ambiente si è consolidato divenendo palude ed è frequentemente invaso da abbondanti quantità di acqua. Il biotopo è conosciuto anche come importante sito archeologico: infatti fin dal 1900 sono state segnalate testimonianze che documentano la presenza di antichi abitanti sull’isola di S. Andrea, situata nel sito di ricerca: frammenti di vasellame di età romana e resti di una sepoltura con corredo funebre. L’isola è stata denominata anche Isola Clotilde dai soldati italiani della prima guerra mondiale, i quali la fortificarono.
- 4 – Castel Penede – Il castello sorge su uno sperone roccioso che domina la parte settentrionale del lago di Garda. Le prime notizie del castello medievale risalgono al 1210 quando fu assegnato alla famiglia dei Conti d’Arco che ne mantennero il possesso anche sotto il dominio degli Scaligeri e dei Visconti. Nel 1438 fu conquistato dalle truppe del capitano di ventura Gattamelata, e entrò quindi a far parte dei domini di Venezia. Conquista importantissima perché pochi mesi dopo, all’inizio del 1439, fu trasportata sotto le sue mura nella valle di Santa Lucia la flotta veneziana. Tale impresa fu nota con il nome Galeas per montes conducendo. Nel 1509 gli Asburgo lo riconquistarono e lo riconsegnarono ai Conti d’Arco. Nel 1703, come molti altri castelli della zona, fu distrutto dalle truppe del generale francese Vendome (che distrusse anche il bastione veneziano sopra il Porto Catena di Riva del Garda). Durante la prima guerra mondiale nel castello furono costruite trincee austriache e vi venne installata una postazione d’artiglieria.
- 5 – Casa di Goethe – Goethe, nel suo Viaggio in Italia, soggiornò a Torbole. Nella sua poesia Mignon scrive: “
Conosci
tu il paese dove fioriscono i limoni?
Brillano tra le foglie cupe le
arance d’oro,
Una brezza lieve dal cielo
azzurro spira,
Il mirto è immobile, alto è l’alloro!
Lo conosci tu?
Laggiù! Laggiù!
O amato mio, con te vorrei
andare!
Conosci
tu la casa? Sulle colonne il tetto posa,
La grande sala splende,
scintillano le stanze,
Alte mi guardano le marmoree
effigi:
Che ti hanno fatto, o mia
povera bambina?
La conosci tu?
Laggiù! Laggiù!
O mio protettore, con te
vorrei andare.
Conosci
tu il monte e l’impervio sentiero?
Il mulo nella nebbia cerca la
sua strada,
Nelle grotte s’annida l’antica
stirpe dei draghi,
La roccia precipita e sopra
lei l’ondata:
Lo conosci?
Laggiù! Laggiù,
Porta la nostra strada,
andiamo o padre mio!
- 6 – Dogana austriaca – Edificata ai primi del ‘700, è uno degli scorci più caratteristici del lago.
- 7 – Galeas per montes conducendo – Ne abbiamo già parlato. La prima volta i Veneziani persero la battaglia navale perché non conoscevano il regime di venti (“Vento”, il famoso Balinot/Sarca/Peler – da nord la mattina e “Ora” da sud da mezzogiorno in poi; il fortissimo Vento Ponale; il Foen; la Vineza). La seconda volta – ammaestratisi – sconfissero la flotta rivana-milanese-genovese e si impadronirono della città, costruendo sopra il porto il famoso bastione. Tutte le dominazioni di Riva del Garda, che iniziarono con i Ligures, sono riportare su una lapide presso l’entrata della casa comunale.
- 8 – Riva del Garda – Inizialmente raggiunta da nord, altrimenti l’avrebbero chiamata Riva del Trentino! Senza tracciarne la storia, solo due parole: la città romana si trova a nord delle mura romane, in un’area più arretrata rispetto all’attuale riva del lago, che era paludosa. Le successive inondazioni colmarono quell’area e la città medievale – attuale centro storico – si sviluppò a sud di quelle stesse mura. Subito a nord delle mura, durante la realizzazione di un parcheggio interrato, vennero alla luce le Terme Romane.
- 9 – Arco – “Capitale” rivierasca dell’Impero Austroungarico. Una mia poesia:
Arco
L’impero / ha teso il suo arco / a scagliare / saette di pietra / nei fianchi bagnati / del Sarca. / Ghibellina / la rocca / troneggia la storia. / Strapiombi di forze / graffiano il cielo / che vedi / dal lago lontano / e sposano / in duomo di pietra / le palme africane danzanti.
Das Reich / hat seinen Bogen gespannt / um Blitze aus Stein / zu schleudern / in die nassen Flanken / der Sarca. / Ghibellinisch / die Burg / beherrscht de Geschichte. / Felsueberhaengende Kraefte / zeichen den Himmel / den di siehst / von fernen See / und vermaehlen sich / in der Kathedrale aus Stein / mit den tanzenden afrikanischen Palmen.
- 10 – Lago di Toblino, Castel Toblino. Il lago, una delle perle del Trentino. Il Castello, raro esempio di castello lacustre. Fin dal 1100 il castello fu proprietà di vassalli del Principe Vescovo di Trento., fra i quali i principi vescovi Clesio e Madruzzo. Nel XVI secolo divenne sede periferica della corte trentina. Qui si incontrarono i legati pontifici giunti a Trento per il Concilio di Trento. Nell’aprile de 1848 fu assediato dai Corpo Volontari Lombardi nel tentativo di marciare sulla città di Trento. Il castello deve la sua fama anche alle numerose leggende che ha suscitato. Secondo una di queste, di origine letteraria e non nata dalla fantasia popolare, Toblino sarebbe stato nel XVII secolo luogo di delizie per la bella Claudia con Carlo Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento e ultimo dei Madruzzo. Risultate vane le suppliche al Papa onde ottenere lo scioglimento dei voti sacerdotali, il prelato si sarebbe abbandonato ad una peccaminosa relazione con Claudia. La suddetta relazione fu scelta da Benito Mussolini come soggetto del suo romanzo storico “L’amante del Cardinale. Claudia Particella“, scritto nel 1910.
- 11 – Lago di S. Massenza – Bello anche se non quanto Toblino. Sulla sponda settentrionale del lago sorge la centrale idroelettrica di Santa Massenza che sfrutta le acque del Lago di Molveno del Lago Ponte Pià. Fu costruita nel 1951 ed è la più potente del Trentino con una potenza di 350 MW e una produzione annua di 760 GWh.
- 12 – Lago di Cavedine – Bello, ottimo punto di ristoro gestito dall’amico architetto Andrea Danielli.
- 13 – All’interno delle marocche ci sono impronte fossili di dinosauri, ma non possiamo andare a vederle, sono fuori portata di mano. Ruina dantesca causata da “sostegno manco”, cioè dal ritirarsi dei ghiacciai.
- 14 – Il ponte romano sul Sarca in realtà è sul percorso romano, ma è stato costruito nel 1700 and still going strong. Dal ponte si tuffano nel Sarca giovani audaci. Da qui si diparte verso nord una impegnativa pista per mtb fino a Pietramurata, e verso sud la semiciclabile che percorreremo fino ad Arco (sponda destra del fiume – La ciclabile corre lungo la sponda sinistra).
- 15 – La salita sulla cosiddetta “Vecchia Nago”, solo auto autorizzate, pendenza10% -15 …%, si spinge! Panorama splendido. Si arriva a Nago dove inizia una salita pedalabile fino a scavalcare, per poderali e ciclabili, il Passo S. Giovanni. Indi discesa e pianura fino a Mori.
(15 bis) Strada del Ponale – Sterrato in salita (attenzione ai bikers in discesa) con vista a strapiombo sul lago: una delle perle rivane. Per agevolare i pedalatori e farli salire leggeri, uno di noi può restare a livello lago e custodire i bagagli. Da non perdere! Non è ripidissima, ma chi non se la sente può farne un pezzo a piedi.
- \16 – Cippo di confine. Un pezzo di storia. Borghetto all’Adige è l’ultimo avamposto trentino prima di entrare in .. Italia! Una volta Borghetto era un piccolo porto con tanto di ormeggi e traghetto. Oggi è un paese amico, grazie al sodalizio con la locale Pro Loco. Stazione FS, spesso con macchietta biglietti rotta.
- 17 – Anse dell’Adige. Da Borghetto 20 km di ciclabile con alcuni saliscendi per godere di anse fa-vo-lo-se. L’ingresso in Domegliara è normale, su ciclabile “pedemontana”. A Domegliara biglietto FS alla macchinetta automatica (obbligatorio).
- Poesie. Virgilio, Georgiche II vv. 149-150: “Cosa dovrei dire dei laghi così belli? Di te Lario, ma soprattutto di te, Benaco che quando entri in tempesta hai onde e fremiti tipici del mare?” Anne lacus tantos, te Lario, maxime teque, fluctibus et fremitu adsurgens Benace marino? E Catullo, di Sirmione, perla delle isole e delle penisole: pene insularum insularumque ocelle. Dante: 1) Suso in Italia bella giace un laco / a piè de l’alpe che serra Lamagna / sovra Tiralli ch’a nome Benaco – 2) Luogo è nel mezzo là ove il trentino / pastore (vescovo, n.d.r.) e quel di Brescia / e ‘l veronese segnar poria / se fesse quel cammino. – 3) Siede Peschiera bello e forte arnese / a fronteggiar Bresciani e Bergamaschi / ove la ripa in fondo più discese. / Ivi convien che tutto quanto caschi / ciò che in grembo a Benaco star non può / e fassi fiume giù pe verdi paschi. / E come l’acqua a corre mette co’ / non più Benaco ma Mencio si chiama / sino a Governol dove cade in Po. Esiste una mia (di Riccardo) “Fraglina Commedia” di 1500 versi endecasillabi: Inferno sul Garda; Purgatorio in Val di Non; Paradiso nel Paradiso Autonomo di Trento. Ma questa è un’altra storia.
PROGETTI PER IL FUTURO
- Ritorno dei Veneti in Trentino per
- Salita da Riva del Garda al Passo del Ballino e giro del Maso Limarò (e-bike o buon allenamento!);
- salita ciclabile Riva del Garda-Lago di Ledro e giro del lago (e-bike o ottimo allenamento!);
- salita Bosco caproni, Braia, Drena, Valle dei Laghi, Cavedine, Lago di Cavedine (e-bike o ottimo allenamento!);
- pista lungo Lago di Garda da Capo Tempesta a Ceniga (a/r 90 km); non adatta a gruppi numerosi, nè in piena estate);
- da Capo Tempesta a Peschiera – Sirmione km 70 e ritorno a casa in treno (non adatta a gruppi numerosi nè in piena estate);
- etc., etc., etc..
- Viaggio dei Trentini nelle terre dell’Isonzo.
VIVA LA BICI, VIVA LA FIAB!
THE END (per ora!)
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SULLA NOSTRA PELLE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Agosto, 2019 @ 7:02 amDetto altrimenti: “Pelle” con due “e”, al singolare perché di pelle ne abbiamo una sola a testa; non al plurale, con una “a” ed una “e”! (Per quanto …) (post 3642)
Crisi di governo anzi no, mai con voi anzi no … non s’era mai vista una giostra del genere e nel frattempo migliaia di lavoratori e le loro famiglie stanno con il fiato sospeso: potranno pagare la rata del mutuo, concedersi il lusso di concepire un figlio, maturare una pensione?
Potere, lotte di potere: quando ero sotto naja (Sten Cpl della Brigata Alpina Tridentina, 1969 – ora mi hanno promosso Tenente!) udii una frase: “Comandare è meglio che fottere” (scusare la volgarità ma ho citato fra virgolette). Potere, potere, potere per … per far cosa? Per fare … indovinatelo voi, io mi limito a citare un proverbio spagnolo: “Piensa mal y acertaras”, pensa male e indovinerai.
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ORA ET LABORA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Agosto, 2019 @ 6:58 amDetto altrimenti: macchèsipuòvoleredipiù? (post 3641)
Dio lo vuole! La croce sugli scudi! / Morte agli infedeli! / God save America (si vabbè, ma gli altri no?) / Got mit uns! / L’Uomo del Destino / L’uomo della Madonna
Più la fai grossa e più il messaggio ha probabilità di “passare”. Ma per fortuna che c’è … Papa Francesco che ieri durante l’udienza plenaria ha detto – ripetendosi più volte – che vi sono persone che si dichiarano cristiani ma che utilizzano la religione per fini propri, persone che il Papa ha definito “ipocriti, turisti della religione”. E poiché lui, iddu, si, quello là … nooo, non il Papa, quell’altro … dai che mi avete capito … iddu ci ripete continuamente che sta lavorando per tutti noi, gli mancava l’ “ora” , la preghiera ed ecco fatto: un rosario in mano, un crocifisso al collo e l’invocazione-ringraziamento alla Madonna, in particolare perché lo ha aiutato a far approvare il Decreto Sicurezza 2, quello che elimina la principale delle tre Virtù Teologali (la Carità. Le altre due sono la Fede e la Speranza ma contavano di meno. Ora invece, eliminata la Carità, hanno fatto carriera nel senso: Fede in lui, in iddu. Dice … e la Speranza? Dico: la Speranza … noi speriamo che la caviamo anche questa volta!).
Dice il Papa: “Io sono preoccupato perché sento dei discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. ‘Prima noi. Noi, noi’. Sono pensieri che fanno paura. Il sovranismo è chiusura. Un Paese deve essere sovrano, ma non chiuso. La sovranità va difesa, ma vanno protetti e promossi anche i rapporti con gli altri paesi, con la Comunità Europea. Il sovranismo è un’esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre”.
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TRA SCILLA E CARIDDI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Agosto, 2019 @ 7:24 amDetto altrimenti: Incidit in Scyllam qui vult vitare Charybdim (post 3640)
(Ieri in Senato)
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Lo Stretto di Messina … Scilla e Cariddi, uno scoglio e un gorgo: naufraga contro Scilla chi cerca di evitare Cariddi. Oggi potremmo dire “dalla padella nella brace” oppure, in dialetto trentino, che “l’è pezo ‘l tacon del bus” cioè è peggio la toppa del buco che vogliamo riparare. Mi spiego:
- si va al voto? Taluno vince e prosegue nella sua politica assolutista ma alla fine il paese è isolato dall’UE che a sua volta è indebolita (Putin e Trump sono contenti!), il paese è impoverito ( ma se uno si è messo da parte 49 milioni di euro, vabbè, ce la può fare …) … e allora che fare? Usciamo dall’Euro, diciamo fra di noi che la liretta vale molto fino a quando non andremo ad acquistare materie prime e energia ed allora ci accorgeremo che siamo poveri poveri;
- si fa nascere un governo diverso? Ma questo governo dovrà cercare le coperture per i processi avviati dal precedente: per dirla in dialetto trentino, è un po’ come anar col cul ne le pedate (o ne la brase): è un po’ come andare a mettere il proprio sedere nelle pedate (o nella brace), cioè è volere andarsele a cercare …
La soluzione? Ecchè raga, scialla, calma, devo dirvi tutto io? Questa è la problematica. La soluzionatica cercatevela da soli, cribbio! Magari con l’aiuto del Presidente Mattarella …
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RETORICA, DEMAGOGIA, POPULISMO, DEMOCRAZIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Agosto, 2019 @ 6:56 amDetto altrimenti: le parole sono pietre …
… scriveva Don Lorenzo Milani alla “sua” professoressa. Ed allora cerchiamo di intenderci su queste quattro (post 3639)
Ieri in scena al Senato
Retorica – “Atteggiamento dello scrivere o del parlare, o anche dell’agire, improntato a una vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni”. Quell’annuire, quel girare gli occhi, quell’ammiccare, quello schernire che vuol dire tutto e non dice niente (di serio), quel rivolgersi alla Madonna … ma … scusate … nella nostra storia recente … non avevamo già avuto un Uomo della Provvidenza?
Demagogia – Fare ciò che piace all’altro, agli altri, al popolo indipendentemente se ciò sia il suo bene. Un po’ come un papà che le dà tutte vinte al figlioletto: molti gelati, dolci, patatine fritte a gogò che se poi il piccolo starà male vabbè si chiama il dottore.
Populismo – “Sono gli Italiani che lo vogliono anzi, che mi vogliono! Sono loro, il Popolo tutto, compatto, che vuole tutto ciò!” Al che suggerisco la lettura di due libri: 1) “Il canto del pendolo” di Josif Brodskij (premio Nobel per la poesia, sepolto a Venezia): nella prefazione di questo suo libro mette in guardia i giovani: “Diffidate delle masse osannanti, dei grandi numeri, dei bilanci ben assestati se non altro perché dentro i grandi numeri più facilmente può nascondersi il male” – 2) “Il fascismo eterno” di tale Eco dr. Umberto. Scritto 20 anni fa e pubblicato oggi dalla Nave di Teseo, 60 paginette ette ette per 5 Euro mai così ben spesi! Eco analizza il “populismo qualitativo” come componente della cultura fascista: il popolo è considerato come una massa qualitativamente uniforme esprimente un pensiero unico, che poi – invece – è il pensiero del capo, se non altro perché non è possibile che 60 milioni di Italiani esprimano tutti lo stesso pensiero: “Cosa? Che dite? Sto governando male? Me se è il popolo, tutto il popolo che vuole questo, mica sono io!”
Democrazia – Esiste una via democratica per la distruzione della democrazia. Anche durante il fascismo la massa era “favorevole” al capo, quindi potremmo affermare che il fascismo era democratico. Già … peccato che il termine “democrazia” abbia significato nei secoli – e possa anche oggi significare – tre realtà diverse: 1) potere sul popolo (il democrator era il dittatore) – 2) strapotere del popolo (oggi direi del popolo delle reti) – 3) potere del popolo.
Cosa temo io oggi? Elenco solo le mie quattro principali priorità: avere una legge elettorale più proporzionale; mantenere in vita la separazione dei poteri; mantenere in vita l’obbligatorietà dell’azione penale; non introdurre la cosiddetta democrazia diretta, che trasformerebbe la democrazia del terzo tipo (v. sopra) in una oligarchia o peggio in una dittatura, cioè in una democrazia del primo tipo (v. sopra).
Per finire una poesia (non mia, purtroppo: di mio c’è solo la traduzione
Who opened the door for the democrator? And how come he let in the market-conquistadors? Why is he acting as if he has something to hide? The privilege of the stupid is to be taken for a ride. Chi ha aperto la porta al democrator? E com’è che egli si è collocato nel gruppo dei conquistadores? Perché si comporta come se avesse qualcosa da nascondere? Il privilegio dello stupido è quello di essere preso in giro.
Amici, cerchiamo di non farci prendere in giro!
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UN PARROCO BESTEMMIATORE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Agosto, 2019 @ 7:39 amDetto altrimenti: il parroco Donato Piacentini (post 3638)
Dal pulpito, ieri, per la festa di San Rocco a Sora (Frosinone): “Ma quali migranti? Hanno telefonini e catenine d’oro al collo … pensiamo ai nostri poveri …” etc.: dai falsi fedeli qualche “Bravo”; dai fedeli molti “Buuu!”. Il suo Vescovo lo ha sconfessato.
Fede, Speranza Carità, le tre virtù teologali fra le quali – dice il Vangelo – prevale la Carità. Questo scempio della Religione fatto da un cosiddetto religioso non è uno scandalo perché il signor Piacentini ha scelto: non è più un vero sacerdote, visto che rinnega la più rilevante delle virtù teologali.
Di tutto ciò comunque dobbiamo dire “grazie” alla discultura generata e diffusa da un tale al governo, il quale quanto a Carità e a Religione non scherza certo, avendo ringraziato la Madonna Santissima Immacolata per averlo aiutato a far approvare il decreto Sicurezza 2, quello che oggi – fra l’altro – sta generando conflitti fra i poteri e le funzioni dello Stato, ai danni di Persone che si vorrebbe abbandonare in mare. Ma almeno questo qui non è un sacerdote!
P.S. 1 – Immigrati e UE: potremmo accoglierli tutti, deducendo da quanto paghiamo all’UE le risorse che impieghiamo a gestirli: ciò indurrebbe l’UE a darsi una mossa. E poi, l’UE “alla carta” di paesi che sì, sono nell’UE, ma erigono muri e barriere non va: o la smettono o sono fuori.
P.S. 2 – Immigrati e emigrati: il nostro problema non sono gli immigrati ma gli oltre 100.000 nostri giovani di pura razza italiana laureati, specializzati, molto preparati (a spese del nostro bilancio nazionale!) i quali ogni anno lasciano l’Italia e vanno a lavorare all’estero.
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DA LAGO A LAGO IN 60 KM
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Agosto, 2019 @ 5:19 pmDetto altrimenti: ovviamente in bici e con qualche salitella di mezzo (post 3637)
Oggi ero solo. Ho voluto farla “lunga” e quindi tutto il lungolago di Riva del Garda fino alle foci del Sarca, indi verso nord, sorpasso Arco (96 mlm) e al primo rondò ho percorso 11 km.
Giro a destra (indicazione “Bosco Caproni”), salitella di 2-300 metri, indi prendo a sinistra fino ad attraversare la frazione S. Martino (102 mlm, bella la chiesetta!) e da qui si sale con pendenza media del 9%! Per fortuna ho la e-bike … sapete, fino a qualche anno fa ce la facevo senza questo aiuto, ma il mio dottore mi ha detto che devo farmi aiutare se non voglio fare un regalo all’INPS (io sono un VIP, Vecchietto In Pensione!) E sia! Sono quasi 6 km di salita asfaltata, stretta. Incrocio due auto. A metà strada, il Bosco Caproni, bellissimo. La pendenza è quasi continua e se ogni tanto spiana un poco, poi la paghi perché quel 9% cresce. Evvabbè …
Al km 5,5 una croce e un bivio con un crocifisso: per la prima volta prendo a destra e su facile sterrato in 500-600 metri arrivo a Braila (526 mlm), frazione del comune di Arco; un tempo abitata stabilmente da alcune famiglie, ora è invece soprattutto luogo di soggiorno estivo. Isolata, su un poggio, sorge la chiesa della Madonna del Carmelo.
Poche casette, ognuna con il suo orto. Un mini agritur, una chiesetta. Silenzio. Colori. Silenzio. Che altro desiderare?
Proseguo. Alla chiesetta un bivio: a destra, in salita, uno sterrato sale per scollinare (760 o a scelta 800 mlm) in località Carobbi, il “regno” di Gianni Caproni.
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Qui il pioniere dell’aeronautica aveva riedificato la casa di montagna della sua famiglia; egli era inoltre proprietario di prati e boschi. In un grande prato che si affaccia come un balcone sul Basso Sarca si erge tuttora una torre in pietra da lui fatta costruire come punto d’osservazione e come luogo privilegiato per ascoltare le prime trasmissioni radio. Un suggerimento: se volete fare questo anello, al Bosco Caproni prendete la deviazione a destra verso Carobbi, salite quasi tutto su asfalto, scollinate e scendete su sterrato alla chiesetta di cui sopra.
Io invece alla chiesetta di Braila prendo a sinistra e dopo poco, in discesa, mi ricollego con la strada che avevo abbandonato a bivio del Crocifisso, poco oltre quel bivio. Ancora qualche km non più faticoso e raggiungo il paese di Drena, con il suo bel castello. Volto a destra, 4,5 km di salita sulla provinciale al 3-4% e raggiungo Vigo Cavedine (618 mlm) che mi dà il benvenuto nella Valle dei Laghi. Lascio la provinciale e mi immetto in piacevole discesa sulla sinistra su una sua parallela minore, fra orti e casette.
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Attraverso la frazione di Brusino e raggiungo il paese di Cavedine (501 mlm) .
Qui si volta a sinistra, si attraversa il paese, si sale per un km (9,5 %) e si scollina (609 mlm)
Oltrepasso il crinale e scendo verso il Lago di Cavedine, seguendo la deviazione che mi porta un po’ più a nord (così l’allungo!). Arrivato al fondo valle, seguo verso sud il corso del fiume per circa 1,5 km e raggiungo il Lago di Cavedine (237 mlm).
Sosta al Centro Velico Bar Ristoro Wind Valley e resto stordito dallo scempio che vedo che taluno sta operando sull’area lacustre prima di detto centro. Mi informo … mi dicono che la Provincia sta intervenendo. Certo che un bel danno è già stato fatto!
Riparto verso sud, e abbandonato il lago, scavalco le marocche e plano su Drò. Prima del paese, al bivio Via Filanda, invece di seguire la strada che gira a destra verso Dro a scavalcare la provinciale Trento-Arco, lascio la “mia” provinciale che scende dalla Valle dei Laghi e mi immetto a sinistra su una bella strada poderale asfaltata che attraversa due masi (il secondo si chiama Maso Giare, il primo … non mi ricordo) e mi riporto sulla provinciale Trento-Arco all’altezza del primo semaforo. Attraverso la provinciale TN-Arco e mi immetto verso sud sulla pista ciclabile Dro-Arco. Indi per tratti vari di ciclabile e non, rientro a Riva del Garda. Totale 60 km e tre “tacche” elettriche, ovvero ho consumato il 60 % di una batteria da 400. Bici utilizzata: e mtb – Pneumatici da città – Partito alle 08,00 – Molte soste per foto – Sosta al lago di Cavedine per un caffè – Mezza barretta, una borraccia di acqua con sali – Arrivato alle 13,00. Indi a casa 120 gr di spaghetti al pesto!
Good bike a tutte e a tutti!
N.B.: quella prima salita di quasi 6 km non è da tutti, nemmeno con la e-bike: occorre comunque un certo allenamento. Se poi al Bosco Caproni prendete la strada per Carobbi, quei 6 km diventano 7,5!
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