SULLA NOSTRA PELLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Agosto, 2019 @ 7:02 am

Detto altrimenti: “Pelle” con due “e”, al singolare perché di pelle ne abbiamo una sola a testa; non al plurale, con una “a” ed una “e”! (Per quanto …)   (post 3642)

Crisi di governo anzi no, mai con voi anzi no … non s’era mai vista una giostra del genere e nel frattempo migliaia di lavoratori e le loro famiglie stanno con il fiato sospeso: potranno pagare la rata del mutuo, concedersi il lusso di concepire un figlio, maturare una pensione?

Potere, lotte di potere: quando ero sotto naja (Sten Cpl della Brigata Alpina Tridentina, 1969 – ora mi hanno promosso Tenente!) udii una frase: “Comandare è meglio che fottere” (scusare la volgarità ma ho citato fra virgolette). Potere, potere, potere per … per far cosa?  Per fare … indovinatelo voi, io mi limito a citare un proverbio spagnolo: “Piensa mal y acertaras”, pensa  male e indovinerai.

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ORA ET LABORA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Agosto, 2019 @ 6:58 am

Detto altrimenti: macchèsipuòvoleredipiù?       (post 3641)

Dio lo vuole! La croce sugli scudi! / Morte agli infedeli! / God save America (si vabbè, ma gli altri no?) / Got mit uns! / L’Uomo del Destino / L’uomo della Madonna

Più la fai grossa e più il messaggio ha probabilità di “passare”. Ma per fortuna che c’è … Papa Francesco che ieri durante l’udienza plenaria ha detto – ripetendosi più volte – che vi sono persone che si dichiarano cristiani ma che utilizzano la religione per fini propri, persone che il Papa ha definito “ipocriti, turisti della religione”. E poiché lui, iddu, si, quello là … nooo, non il Papa, quell’altro … dai che mi avete capito  … iddu ci ripete continuamente che sta lavorando per tutti noi, gli mancava l’  “ora” , la preghiera ed ecco fatto: un rosario in mano, un crocifisso al collo e l’invocazione-ringraziamento alla Madonna, in particolare perché lo ha aiutato a far approvare il Decreto Sicurezza 2, quello che elimina la principale delle tre Virtù Teologali (la Carità. Le altre due sono la Fede e la Speranza ma contavano di meno. Ora invece, eliminata la Carità, hanno fatto carriera nel senso: Fede in lui, in iddu. Dice … e la Speranza? Dico: la Speranza …  noi speriamo che la caviamo anche questa volta!).

Dice il Papa: “Io sono preoccupato perché sento dei discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. ‘Prima noi. Noi, noi’. Sono pensieri che fanno paura. Il sovranismo è chiusura. Un Paese deve essere sovrano, ma non chiuso. La sovranità va difesa, ma vanno protetti e promossi anche i rapporti con gli altri paesi, con la Comunità Europea. Il sovranismo è un’esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre”.

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TRA SCILLA E CARIDDI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Agosto, 2019 @ 7:24 am

Detto altrimenti: Incidit in Scyllam qui vult vitare Charybdim   (post 3640)

(Ieri in Senato)

“Scilla, Cariddi? A noi che ce ne fotte che tanto sullo Stretto ci facciamo il ponte …”

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Lo Stretto di Messina … Scilla e Cariddi, uno scoglio e un gorgo: naufraga contro Scilla chi cerca di evitare Cariddi. Oggi potremmo dire “dalla padella nella brace” oppure, in dialetto trentino, che “l’è pezo ‘l tacon del bus” cioè è peggio la toppa del buco che vogliamo riparare. Mi spiego:

  • si va al voto? Taluno vince e prosegue nella sua politica assolutista ma alla fine il paese è isolato dall’UE che a sua volta è indebolita (Putin e Trump sono contenti!), il paese è impoverito ( ma se uno si è messo da parte 49 milioni di euro, vabbè, ce la può fare …) … e allora che fare? Usciamo dall’Euro, diciamo fra di noi che la liretta vale molto fino a quando non andremo ad acquistare materie prime e energia ed allora ci accorgeremo che siamo poveri poveri;
  • si fa nascere un governo diverso? Ma questo governo dovrà cercare le coperture per i processi avviati dal precedente: per dirla in dialetto trentino, è un po’ come anar col cul ne le pedate (o ne la brase): è un po’ come andare a mettere il proprio sedere nelle pedate (o nella brace), cioè è volere andarsele a cercare …

La soluzione? Ecchè raga, scialla, calma, devo dirvi tutto io? Questa è la problematica. La soluzionatica cercatevela da soli, cribbio! Magari con l’aiuto del Presidente Mattarella …

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RETORICA, DEMAGOGIA, POPULISMO, DEMOCRAZIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Agosto, 2019 @ 6:56 am

Detto altrimenti: le parole sono pietre …

… scriveva Don Lorenzo Milani alla “sua” professoressa. Ed allora cerchiamo di intenderci su queste quattro  (post 3639)

Ieri in scena al Senato

Retorica – “Atteggiamento dello scrivere o del parlare, o anche dell’agire, improntato a una vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni”. Quell’annuire, quel girare gli occhi, quell’ammiccare, quello schernire che vuol dire tutto e non dice niente (di serio), quel rivolgersi alla Madonna … ma … scusate … nella nostra storia recente … non avevamo già avuto un Uomo della Provvidenza?

Demagogia – Fare ciò che piace all’altro, agli altri, al popolo indipendentemente se ciò sia il suo bene. Un po’ come un papà che le dà tutte vinte al figlioletto: molti gelati, dolci, patatine fritte a gogò che se poi il piccolo starà male vabbè si chiama il dottore.

Populismo – “Sono gli Italiani che lo vogliono anzi, che mi vogliono! Sono loro, il Popolo tutto, compatto, che vuole tutto ciò!” Al che suggerisco la lettura di due libri: 1)  “Il canto del pendolo” di Josif Brodskij (premio Nobel per la poesia, sepolto a Venezia): nella prefazione di questo suo libro mette in guardia i giovani: “Diffidate delle masse osannanti, dei grandi numeri, dei bilanci ben assestati se non altro perché dentro i grandi numeri più facilmente può nascondersi il male” – 2) “Il fascismo eterno” di tale Eco dr. Umberto. Scritto 20 anni fa e pubblicato oggi dalla Nave di Teseo, 60 paginette ette ette per 5 Euro mai così ben spesi! Eco analizza il “populismo qualitativo” come componente della cultura fascista: il popolo è considerato come una massa qualitativamente uniforme esprimente un pensiero unico, che poi – invece – è il pensiero del capo, se non altro perché non è possibile che 60 milioni di Italiani esprimano tutti lo stesso pensiero: “Cosa? Che dite? Sto governando male? Me se è il popolo, tutto il popolo che vuole questo, mica sono io!”

Democrazia – Esiste una via democratica per la distruzione della democrazia. Anche durante il fascismo la massa era “favorevole” al capo, quindi potremmo affermare che il fascismo era democratico. Già … peccato che il termine “democrazia” abbia significato nei secoli – e possa anche oggi significare – tre realtà diverse: 1) potere sul popolo (il democrator era il dittatore) – 2) strapotere del popolo (oggi direi del popolo delle reti) – 3) potere del popolo.

Cosa temo io oggi? Elenco solo le mie quattro principali priorità: avere una legge elettorale più proporzionale; mantenere in vita la separazione dei poteri; mantenere in vita l’obbligatorietà dell’azione penale; non introdurre la cosiddetta democrazia diretta, che trasformerebbe la democrazia del terzo tipo (v. sopra) in una oligarchia o peggio in una dittatura, cioè in una democrazia del primo tipo (v. sopra).

Per finire una poesia (non mia, purtroppo: di mio c’è solo la traduzione

Who opened the door for the democrator? And how come he let in the market-conquistadors? Why is he acting as if he has something to hide? The privilege of the stupid is to be taken for a ride. Chi ha aperto la porta al democrator? E com’è che egli si è collocato nel gruppo dei conquistadores? Perché si comporta come se avesse qualcosa da nascondere? Il privilegio dello stupido è quello di essere preso in giro.

Amici, cerchiamo di non farci prendere in giro!

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UN PARROCO BESTEMMIATORE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Agosto, 2019 @ 7:39 am

Detto altrimenti: il parroco Donato Piacentini          (post 3638)

Dal pulpito, ieri, per la festa di San Rocco a Sora (Frosinone): “Ma quali migranti? Hanno telefonini e catenine d’oro al collo … pensiamo ai nostri poveri …” etc.:  dai falsi fedeli qualche “Bravo”; dai fedeli molti “Buuu!”. Il suo Vescovo lo ha sconfessato.

Fede, Speranza Carità, le tre virtù teologali fra le quali – dice il Vangelo – prevale la Carità. Questo scempio della Religione fatto da un cosiddetto religioso non è uno scandalo perché il signor Piacentini ha scelto: non è più un vero sacerdote, visto che rinnega la più rilevante delle virtù teologali.

Di tutto ciò comunque dobbiamo dire “grazie” alla discultura generata e diffusa da un tale al governo, il quale quanto a Carità e a Religione non scherza certo, avendo ringraziato la Madonna Santissima Immacolata per averlo aiutato a far approvare il decreto Sicurezza 2, quello che oggi – fra l’altro – sta generando conflitti fra i poteri e le funzioni dello Stato, ai danni di Persone che si vorrebbe abbandonare in mare. Ma almeno questo qui non è un sacerdote!

P.S. 1 – Immigrati e UE: potremmo accoglierli tutti, deducendo da quanto paghiamo all’UE le risorse che impieghiamo a gestirli: ciò indurrebbe l’UE a darsi una mossa. E poi, l’UE “alla carta” di paesi che sì, sono nell’UE, ma erigono muri e barriere non va: o la smettono o sono fuori.

P.S. 2 – Immigrati e emigrati: il nostro problema non sono gli immigrati ma gli oltre 100.000 nostri giovani di pura razza italiana laureati, specializzati, molto preparati (a spese del nostro bilancio nazionale!) i quali ogni anno lasciano l’Italia e vanno a lavorare all’estero.

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DA LAGO A LAGO IN 60 KM

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Agosto, 2019 @ 5:19 pm

Detto altrimenti: ovviamente in bici e con qualche salitella di mezzo     (post 3637)

Il Garda, la mattina bonora! (foto 2018)

Oggi ero solo. Ho voluto farla “lunga” e quindi tutto il lungolago di Riva del Garda fino alle foci del Sarca, indi verso nord, sorpasso Arco (96 mlm) e al primo  rondò ho percorso 11 km.

Il Bosco Caproni

Giro a destra (indicazione “Bosco Caproni”), salitella di 2-300 metri, indi prendo a sinistra fino ad attraversare la frazione S. Martino (102 mlm, bella la chiesetta!) e da qui si sale con pendenza media del 9%! Per fortuna ho la e-bike … sapete, fino a qualche anno fa ce la facevo senza questo aiuto, ma il mio dottore mi ha detto che devo farmi aiutare se non voglio fare un regalo all’INPS (io sono un VIP, Vecchietto In Pensione!) E sia! Sono quasi 6 km di salita asfaltata, stretta. Incrocio due auto. A metà strada, il Bosco Caproni, bellissimo. La pendenza è quasi continua e se ogni tanto spiana un poco, poi la paghi perché quel 9% cresce. Evvabbè …

Braila 1

Al km 5,5 una croce e un bivio con un crocifisso: per la prima volta prendo a destra e su facile sterrato in 500-600 metri  arrivo a Braila (526 mlm), frazione del comune di Arco; un tempo abitata stabilmente da alcune famiglie, ora è invece soprattutto luogo di soggiorno estivo. Isolata, su un poggio, sorge la chiesa della Madonna del Carmelo.

Braila 2

Poche casette, ognuna con il suo orto. Un mini agritur, una chiesetta. Silenzio. Colori. Silenzio. Che altro desiderare?

Braila: la Madonna del Carmelo

Proseguo. Alla chiesetta un bivio: a destra, in salita, uno sterrato sale per scollinare (760 o a scelta 800 mlm) in località Carobbi, il “regno” di Gianni Caproni.

1940: il C.C.2 – Caproni Campini, primo aereo a reazione italiano,  progettato dall’Ing. Secondo Campini, detiene il primato di essere uno dei primissimi arei a getto a volare nella storia, nonché il primo areo a getto ad essere entrato ufficialmente in servizio, contrariamente all’Heinkel, che, pur volando un anno prima, fu solo un prototipo e non un aereo pronto per la produzione come il Campini-Caproni, che non venne prodotto in serie solo a causa dei continui bombardamenti alleati. Il suo motore esprimeva una forza pari a 7,3 kilonewton, contro i soli 4,4 dell’Heinkel.

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Qui il pioniere dell’aeronautica aveva riedificato la casa di montagna della sua famiglia; egli era inoltre proprietario di prati e boschi. In un grande prato che si affaccia come un balcone sul Basso Sarca si erge tuttora una torre in pietra da lui fatta costruire come punto d’osservazione e come luogo privilegiato per ascoltare le prime trasmissioni radio. Un suggerimento: se volete fare questo anello, al Bosco Caproni prendete la deviazione a destra verso Carobbi, salite quasi tutto su asfalto, scollinate e scendete su sterrato alla chiesetta di cui sopra.

Io invece alla chiesetta di Braila prendo a sinistra e dopo poco, in discesa, mi ricollego con la strada che avevo abbandonato a bivio del Crocifisso, poco oltre quel bivio. Ancora qualche km non più faticoso e raggiungo il paese di Drena, con il suo bel castello. Volto a destra, 4,5 km di salita sulla provinciale al 3-4% e raggiungo Vigo Cavedine (618 mlm) che mi dà il benvenuto nella Valle dei Laghi. Lascio la provinciale e  mi immetto in piacevole discesa sulla sinistra su una sua parallela minore, fra orti e casette.

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Per i più piccini: i pomodori non crescono nei supermercati!

Attraverso la frazione di Brusino e raggiungo il paese di Cavedine (501 mlm) .

Lo scollinamento fra Cavedine e il suo lago

Qui si volta a sinistra, si attraversa il paese, si sale per un km (9,5 %) e si scollina (609 mlm)

Il Lago di Cavedine (vista verso sud)

Oltrepasso il crinale e scendo verso il Lago di Cavedine, seguendo la deviazione che mi porta un po’ più a nord (così l’allungo!). Arrivato al fondo valle, seguo verso sud il corso del fiume per circa 1,5 km e raggiungo il Lago di Cavedine (237 mlm).

Chi è stato? Sul terreno le imponte di macchine movimento terra e scavatrici

Sosta al Centro Velico Bar Ristoro Wind Valley e resto stordito dallo scempio che vedo che taluno sta operando sull’area lacustre prima di detto centro. Mi informo … mi dicono che la Provincia sta intervenendo. Certo che un bel danno è già stato fatto!

Un saluto al lago, prima di proseguire verso sud

Riparto verso sud, e abbandonato il lago, scavalco le marocche e plano su Drò. Prima del paese, al bivio Via Filanda, invece di seguire la strada che gira a destra verso Dro a scavalcare la provinciale Trento-Arco, lascio la “mia” provinciale che scende dalla Valle dei Laghi e mi immetto a sinistra su una bella strada poderale asfaltata che attraversa due masi (il secondo si chiama Maso Giare, il primo … non mi ricordo) e mi riporto sulla provinciale Trento-Arco all’altezza del primo semaforo. Attraverso la provinciale TN-Arco e mi immetto verso sud sulla pista ciclabile Dro-Arco. Indi per tratti vari di ciclabile e non, rientro a Riva del Garda. Totale 60 km e tre “tacche” elettriche, ovvero ho consumato il 60 % di una batteria da 400. Bici utilizzata: e mtb – Pneumatici da città – Partito alle 08,00 – Molte soste per foto – Sosta al lago di Cavedine per un caffè – Mezza barretta, una borraccia di acqua con sali – Arrivato alle 13,00. Indi a casa 120 gr di spaghetti al pesto!

Good bike a tutte e a tutti!

N.B.: quella prima salita di quasi 6 km non è da tutti, nemmeno con la e-bike: occorre comunque un certo allenamento. Se poi al Bosco Caproni prendete la strada per Carobbi, quei 6 km diventano 7,5!

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ALLARME DEMOCRAZIA 3

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Agosto, 2019 @ 8:02 am

Detto altrimenti: attenti a quella senza compromessi!    (post 3636)

Il compromesso. Usualmente si riconduce a questo termine un significato negativo: “Quello sì che è un uomo che non scende a compromessi!” E invece … invece Paolo Mieli nel suo bel libro “I conti con la storia” ci ricorda come esistano compromessi sordidi, da condannare e compromessi utili, necessari, quelli di cui “è fatta la storia”. Ecco perché chi conosce un po’ di storia o chi, come me, da VIP- Vecchietto In Pensione, avendo tempo libero, ha ripreso a studiarla, non può condividere l’uomo-faccio-tutto-io.

Mai dire mai: sento dire che in politica vige questa regoletta. E perché no? Siccome tutto scorre, perchè non adeguare i comportamenti al mutare delle situazioni, purchè non siano sacrificate le nostre idee di fondo? Un esempio? Eccolo, e scusate se faccio riferimento a me stesso: per me il bene maggiore da perseguire e tutelare è la democrazia: pertanto sarei disposto a rinunciare a qualche mia idea specifica (compromesso accettabile, utile e necessario) se ciò servisse a non farmela perdere. In altre parole: poiché tutto e subito non si può avere, si tratta di stabilire l’ordine delle nostre priorità.

E in difesa della democrazia, riporto volentieri un appello di David Sassoli

“Vi pregherei, con educazione, di condividere il più possibile questo appello prima che sia troppo tardi, perché stiamo arrivando rapidamente a un punto di non ritorno.
Vari esponenti del governo di Salvini e Di Maio – prima sussurrando, poi sempre più platealmente, spudoratamente – cominciano a intimidire la libera stampa, minacciando di tagliare affidamenti pubblicitari, e attaccando i giornali – e ormai anche i giornalisti – che osano criticare la loro azione. Attenzione, perché a finire come la Turchia o come l’Ungheria ci vuole poco, pochissimo. Per questo vi chiedo di fare vostra questa denuncia, questo appello: proprio perché loro confidano nel silenzio, nell’assuefazione, per creare il fatto compiuto. Noi invece diciamo, se necessario urliamo, che non possiamo essere né complici né testimoni silenziosi di questa vergogna. La libertà di stampa non può essere toccata, ma nemmeno sfiorata, nemmeno minimamente messa in discussione!
Non scherziamo! Grazie”

E per riprendere il discorso d’inizio, accettare il bavaglio alla libertà di stampa sarebbe un compromesso sordido, inaccettabile.

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ALLARME DEMOCRAZIA 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Agosto, 2019 @ 6:38 am

Detto altrimenti: democrazia si/no, altro che TAV si/no; flat tax si/no …. (post 3635)

Le ideologie sono morte (purtroppo, dico io). Le idee che vi risiedevano sono diventate senza fissa dimora, vagano disorientate un po’ qua, un po’ là. Lo stesso dicasi per le persone che quelle idee coltivavano. E così noi poveri cittadini semplici, elettori massa di manovra siamo disorientati: andiamo alla ricerca dei nostri punti fermi di riferimento, nella speranza di trovare le idee che condividiamo in capo a persone che condividiamo. Orbene, può succedere che si trovi la persona condivisa ma senza quelle idee o viceversa, idee condivise ma in capo a persone non condivise. Ogni tanto, per fortuna, riusciamo a trovare la coppia vincente: persona e idee entrambe condivise. Il massimo!

Nei miei post cito spesso il libro di Umberto Eco “Il fascismo eterno”, 60 paginette per i 5 euro meglio spesi della mia vita, scritto 20 anni fa e pubblicato adesso per la Ed. La nave di Teseo. Scritto 20 anni fa e – purtoppo! – attualissimo. Leggetelo, vi prego. Se poi avrete ritenuto che non ne sarebbe valsa la pena, ve lo ricompero io! Oggi via “uozap” ricevo quanto segue a firma Lorenzo Tosa e pubblico volentieri:

“Solo un paese che ha smarrito il più elementare alfabeto civile e costituzionale può assistere in silenzio a un vicepremier di minoranza di un esecutivo che apre la crisi di governo, convoca il Parlamento ed evoca lo scioglimento delle Camere, come se fosse contemporaneamente il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica in carica.
Solo un paese che ha perso ogni dignità può accettare senza battere ciglio che un capopartito chieda di essere investito di “pieni poteri”, neanche fossimo nell’ottobre del ‘22.
Solo un paese che ha perduto completamente il senso delle istituzioni può rimanere zitto mentre un ministro si rivolge a parlamentari della Repubblica eletti invitandoli ad “alzare il c***” e presentarsi in Aula il prossimo lunedì, come se fossero pedine alle sue dipendenze.
Non siamo più di fronte alle sbruffonate di un cialtrone sulla spiaggia con un Mojito in mano. Queste sono prove tecniche di regime. E, se può fare tutto questo, se può spingersi tanto in là, non è solo per i 10 milioni di italiani che lo applaudono, ma per i 50 che stanno zitti.
Ogni nostro silenzio, ogni nostro arretramento, è un segnale di resa della democrazia e delle istituzioni. È una tacca in più nella discesa verso l’abisso e un piccolo assaggio di quello che sarà. I campanelli d’allarme nella storia suonano sempre fortissimi, solo che non ci sono mai abbastanza orecchie ad ascoltarli.”

Il silenzio … o una reazione inadeguata, la distrazione di ferragosto … Se oltre al piccolo ma great (grande!) libro di Eco avete voglia di approfondire la storia del passato, il testo che mi permetto di suggerire è “Le origini del fascismo in Italia” di Gaetano Salvemini: le analogie fra i due periodo sono terribilmente simili! Termino con il calcolo sui milioni di italiani. Se un partito raggiunge il 35% e a votare è andata solo la metà degli elettori, significa che ha ricevuto il consenso del 17,5% degli aventi diritto al voto. Se poi consideriamo la massa dei diciassettenni e meno, allora significa che un manipolo pari al 10-15% degli italiani governerà 60 milioni di Italiani: ed ecco i 10 milioni cui si riferiva l’autore del pezzo che ho trascritto. E’ questo che vogliamo? Andiamo a votare, tutti e … chi ha un ferro l’affili, metaforicamente, intendo: chi ha diritto al voto, affili la sua mente e vada a votare!

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ALLARME DEMOCRAZIA 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Agosto, 2019 @ 6:21 am

 Detto altrimenti: visione d’insieme o percezione sensoriale?          (post 3634)

Seduti in cima ad un’alta scogliera, del mare abbiamo la visione d’insieme e nessuna percezione sensoriale. Le due percezioni si invertono gradualmente man mano che scendiamo verso l’acqua. Quando ci immergiamo, abbiamo la massima percezione sensoriale del mare come acqua salata e nessuna visione d’insieme.

Democrazia. Cerchiamo di superare le singole percezioni sensoriali:

  • di una riforma del Parlamento che riduce il numero dei parlamentari e che – con la cosiddetta democrazia diretta – riduce i parlamentari e semplici impiegatucci;
  • di una riforma della giustizia che elimina l’obbligatorietà dell’azione penale e che rivede la formazione della Corte Costituzionale;
  • di una riforma che di fatto riunifica pericolosamente i tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo, giudiziario);
  • di un potere esecutivo che legifera in contrasto con gli accordi internazionali e la nostra Costituzione (“Decreto Sicurezza 2”).
Da leggere assolutamente: 60 paginette per €5,00 mai così spesi bene!

e cerchiamo di avere una visione d’insieme di tutto ciò. Allora vedremo con chiarezza che la democrazia si sta trasformando in una oligarchia se non in una tirannide. Infatti con il primo intervento, le leggi saranno fatte da una o da pochissime persone; con il secondo, si celebreranno solo i processi decisi dal potere esecutivo: gli altri, quelli che danno fastidio, potranno cadere in prescrizione; con il terzo non ci sarà alcun bilanciamento e controllo del potere di governo che sarà meglio chiamare “arbitrio di governo”; con il quarto, un esempio concreto di tale arbitrio.

La Storia dovrebbe essere Maestra di vita …

Di chi la colpa di tutto ciò? Ma nostra, naturalmente, di un popolo inteso da taluno come massa informe uniforme che ha votato quelle persone. Infatti, dopo la retorica e la demagogia, arriverà il populismo: “Siete voi, tutti voi che volete tutto questo, siete voi, popolo italiano di 60 milioni di ex baionette che avete voluto ciò, che avete deciso in tal senso. Di che vi lamentate?”

Non mi stancherò mai di elencare gli stadi storici della del significato del termine democrazia: 1) potere sul popolo (il democrator era il dittatore); 2) strapotere del popolo (oggi del popolo delle reti); 3) potere del popolo. Raga, da un anno e mezzo siamo già retrocessi dal terzo al secondo significato: vogliamo retrocedere anche al primo? Ma siamo matti?

Who opened the door for the democrator? / And how come he let in the market-conquistadors? / Why is he acting as if he has something to hide? / The privilege of the stupid is to be taken for a ride. – /Chi ha spalancato la porta al democrator? / E com’è che egli si è collocato nel novero dei conquistadores? / Perché si sta comportando come se avesse qualcosa da nascondere? / Il privilegio dello stupido è l’essere preso in giro.

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PENSARE ALLO SCI … IN ESTATE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Agosto, 2019 @ 3:47 pm

Detto altrimenti: oggi un nuovo amico mi chiede …   (post 3633)

… mi chiede qualche “dritta” sugli sci da acquistare. Lo so, raga, scialla … lo so che siamo in estate, ma intanto uno si prepara. Gli chiedo come scia. Un po’ sopra il livello principianti, mi dice. Ed allora mi permetto di sottoporre alla sua attenzione quanto segue:

  • non è vero che per chi scia da poco e poco, bastino sci da poco, anzi … quindi cercare un attrezzo nella gamma medio alta categoria sci da pista per turismo (non da gara, nemmeno se sono in offerta!)
  • Altezza: lui è alto 185, quindi sci intorno a m. 1,75
  • Raggio di curvatura: direi da 17 a 20 va bene
  • Stagione ideale per acquistarli: a inizio marzo si trovano ottime offerte nel nuovo e nell’usato (io preferisco un usato di livello ad un nuovo della fascia bassa, n.d.r.)

Ora, da una sua domanda (“Ora gli sci sono più corti, vero?”) capisco che scia poco … si, amico, ora sono più corti tanto ma le piste sono levigate come biliardi e non è certo la velocità che viene a mancare (sci lungo = sci più veloce, ma l’accorciamento dello sci è compensato dalla qualità dei materiali e anche – come ho detto – dalla qualità della battitura delle piste).

Dagli sci ancora troppo uniti si capisce la mia età:  quella di uno cresciuto allo sci in altri tempi con altre tecniche!

Raggio di curvatura? Cos’è, mi chiede. Rispondo: da molti anni ormai gli sci sono rastremati sui fianchi: maggiore è la rastrematura, più corto è il raggio di curvatura. Un esempio: se hai sci raggio 12, sono loro che comandano, che ti impegnano in una serie continua di curve strettissime: da evitare! Per contro, con raggio 17-20, lo sci aiuta te a curvare con raggio più “umano” e solo quando sei tu a deciderlo.  Certo che tutti gli sci di oggi devono essere usati con la tecnica per la quale sono stati ideati: quindi niente sola flessione in avanti e bastoncino in avanti; niente sci uniti; flessione laterale delle ginocchia e del corpo verso l’esterno; bastoncino di lato; in uscita di curva toccare la neve con la mano a valle, etc. ma mica si può fare una lezione di sci con un post! Quello che posso fare e dire anzi scrivere al mio amico che questa sera mi leggerà, che – quando sarà il momento – mi telefoni al 335 5487516 che se vuole lo accompagno in negozio e poi magari ci facciamo una sciata insieme in Bondone.

Buone sciate a tutte e a tutti!

P.S.: l’amico è greco! Ed allora sfoggio il mio greco antico dell’Odissea di Omero e delle Anabasi di Senofonte e ci facciamo quattro risate! Poi parliamo di filosofia, quella greca, la filosofia “madre”. Mi dice che i giovani talvolta incontrano qualche difficoltà nel comprenderla, ed allora mi sono permesso di dire che suggerisca loro i libri della filosofia greca “rivista” da Luciano De Crescenzo, persona di grande cultura e umanità, recentemente scomparso. De Crescenzo si definiva né scrittore, né filosofo né storico della filosofia, bensì “copiatore”: “Io prendo un libro di filosofia greca e lo copio riscrivendolo in modo comprensibile e accattivante”. 

Buona filosfia greca a tutte e a tutti!


Ci salutiamo con un kalispera

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