I MODERATI IN POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Settembre, 2019 @ 1:26 pm

Detto altrimenti: “il moderato” … chi era costui?      (post 3662)

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Don Abbondio leggeva di un tale Carneade: “Carneade, chi era costui?” La stessa domanda ce la poniamo oggi circa i moderati in politica. Intendiamoci, ognuno può chiamarsi come vuole ed essere tutt’altro rispetto a … a cosa? A ciò che viene usualmente emotivamente accettato come descrivibile con quel termine, o a ciò che quel termine vuole descrivere?

Una premessa: io presuppongo che si sia (come siamo) in una democrazia formale e sostanziale e che si voglia mantenere questo sistema politico. In una democrazia intesa come “potere del popolo” e non come sei secoli e millenni precedenti “strapotere del popolo” (oggi, delle reti web) o peggio ancora “potere sul popolo” per cui, in quest’ultimo caso, il democrator era il dittatore.

Chiarito ciò, a mio avviso sono politicamente moderati tutti coloro che accettano che ci possa essere un’alternanza fra destra, centro e sinistra: sì, anche fra il centro che – per dirla con Norberto Bobbio (“Destra e sinistra”pag. 36 e altre) da Terzo Escluso è diventato Terzo Incluso. Per converso, coloro che pur utilizzando i mezzi della democrazia formale mirano a distruggere la democrazia sostanziale e quindi distruggere la possibilità di una alternanza, non possono definirsi moderati, ma di estrema destra o di estrema sinistra. Pertanto chi anela ai pieni poteri; chi con lui si allea; chi “tira dritto”; chi vorrebbe una democrazia non parlamentare bensì “diretta” (diretta da chi? “Diretta” è un participio passato di un verbo della seconda coniugazione e come tale ha sempre significato passivo: orchestra diretta da …; assemblea diretta da … ; democrazia diretta da …) di fatto cancella la possibilità di una alternanza parlamentare democratica, si pone al fuori della democrazia sostanziale: in altre parole, non è un moderato, bensì antidemocratico.

Il centro non è una sinistra o una destra camuffata, bensì ha una dignità sua e … ” in molti sistemi democratici a pluralismo accentuato il Centro (Terzo Incluso) tende a diventare tanto esorbitante da occupare la parte più estesa del sistema politico, relegando la destra e la sinista ai margini” (N. Bobbio, op. citata, pag. 36).

“Le parole sono pietre” scriveva Don Milani alla “sua” professoressa: quanto aveva ragione!

The Democrator

Who opened the door for the democrator? / And how come he let in the market-conquistadors?/ Why is he acting as if he has something to hide? The privilege of the stupid is to be taken for a ride … – Chi ha spalancato la porta al democrator?  Come mai egli si è collocato nel novero dei conquistadores? Perché si sta comportando come se avesse qualcosa nascondere? Il privilegio dello stupido è di essere preso in giro …

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VINCOLO DI MANDATO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Settembre, 2019 @ 7:32 am

Detto altrimenti: va bene così, “senza”!       (post 3661)

L’art. 67 della nostra Costituzione recita: “Ogni membro del parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” il che significa che se io voto Tizio in quanto appartenente al partito “A”, successivamente Tizio – una volta eletto e messo alla prova dell’azione parlamentare – può decidere di passare al partito “B”. In tal caso il significato del mio voto verrebbe a mancare e la mia “volontà elettorale” parrebbe tradita. Ecco che sotto questo profilo l’assenza del vincolo di mandato sarebbe da eliminare.

Ma esiste un altro aspetto che invece suggerisce di mantenere l’assenza del vincolo, ovvero di mantenere la libertà di pensiero ed azione dei nostri parlamentari. Infatti il voto di molti oggi più che mai è determinato da slogan, frasi ad effetto e promesse elettorali più che da motivi ideologici e/o da programmi ben strutturati. In altre parole: un numero sempre maggiore di elettori concede la fiducia politica a chi sa comunicare meglio secondo le moderne tecniche del marketing: promesse del tipo “tutto a tutti”. In altre parole, il mondo dell’impossibile.

Quando però quegli stessi parlamentari esprimono un governo e votano leggi, essi devono tornare con i piedi sulla terra terra e possono essere indotti a fare delle scelte concrete che accontentino alcuni ma che scontino altri, magari quegli stessi altri che adesso vedono tradito nei fatti il proprio voto. In questo caso. In tal caso il parlamentare che non si sente di tradire il proprio elettorato, ove vi sia come oggi vi è la libertà di mandato, può seguire la propria coscienza e non l’ordine di scuderia del proprio partito d’origine e quindi può decidere di cambiare partito. In questo caso prevale in lui la fedeltà ai principi ma soprattutto la sua coerenza nel rapportarsi con la diversa azione concreta di governo, atteggiamenti che lo inducono a non tradire le motivazioni profonde che hanno indotto gli elettori, ad eleggerlo, e lui stesso a candidarsi.

Ove invece fosse (malauguratamente) introdotto nella Costituzione il vincolo di mandato, chi avesse saputo gestire e manipolare il marketing politico nella fase elettorale, potrebbe poi – con azioni del governo o del parlamento –  agire impunemente anche in modo difforme, potendo contare sulla “fedeltà obbligatoria” dei suoi parlamentari.

Ecco che fra i due mali io preferisco il minore – che poi male non è – e cioè preferisco di gran lunga che sia mantenuto nella nostra Costituzione “l’assenza del vincolo di mandato”. In altre parole preferisco che ogni parlamentare sia assolutamente libero nelle sue scelte e che il mio singolo voto sia eventualmente tradito sotto il profilo formale ma non sotto quello sostanziale,  in modo che il Paese non sia governato sulla base degli slogan di una Direzione Marketing o delle procedure software di Direzione Sistemi Informativi.

In sintesi: l’assenza del vincolo di mandato è un buon antidoto contro i malanni di un Marketing (politico) diabolico, ovvero di una tecnica di vendita che fa sorgere in te l’esigenza di acquistare un oggetto (o di votare un partito) del quale proprio tu non avresti avvertito necessità alcuna.

P.S.: Questo post è la ripresa di un mio vecchio post: il n. 3197 del 24 maggio 2019. Oggi aggiungo: in parallelo al mantenimento dell’assenza del vincolo di mandato io abolirei il voto segreto: parlamentari liberi, alla luce del sole.

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NORBERTO BOBBIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Settembre, 2019 @ 9:40 am

Detto altrimenti: fra i tanti, un suo saggio, “DESTRA E SINISTRA” (post 3660)

Oggi qualcuno li vorrebbe abolire, i senatori a vita. E Norberto Bobbio, fascista in gioventù e non solo, poi diventato tutt’altra cosa, fu nominato senatore a vita dal presidente partigiano Sandro Pertini.  Bobbio, a suo tempo nominato dal Ministero per la fondazione della Facoltà di Sociologia di Trento, Bobbio contrario al sistema elettorale maggioritario.

Estate, libri. Io, assorbito da un librone (“Congo” di David van Reybrouck) fra nipotine e bicicletta ho letto poco, ma questo piccolo “grande-great” libro, “Destra e sinistra” non mi poteva mancare. Un saggio scritto da un saggio. Prima edizione, 1994. La mia è del 1995. Una frase: “Le ideologie non sono morte … affermarne la morte è un’ideologia … l’albero delle ideologie è sempre verde. E poi: non c’è stata soltanto la sinistra comunista, ma c’è stata anche una sinistra e c’è ancora, all’interno dell’orizzonte capitalistico”.

Nella quarta di copertina: “Una democrazia solo formale distruggerà la democrazia sostanziale. La sinistra … ridurre i fattori di disuguaglianza”; la destra …le disuguaglianze sono ineliminabili e non se ne deve auspicare la soppressione … Non mi domando chi ha ragione e chi ha torto perché non credo che sia di qualche utilità confondere il giudizio storico con le mie opinioni personali. Anche se non faccio mistero, alla fine, di quale sia la mia parte”

E’ il secondo piccolo (133 paginette) grande-great libro che suggerisco ai miei lettori. Il primo è stato ed è “Il fascismo eterno” di tale Eco Dr. Umberto.

P.S.: abolire i senatori a vita? Io mi permetto di dissentire: sarebbe un po’ come abolire le menti migliori, le Persone più meritevoli, i “patres conscripti” d’un tempo, coloro che siedono in Senato per meriti propri: di vita, di lavoro, di cultura, di scienza, di impegno sociale. Abolirli sarebbe impoverire ancor di più un parlamento oggi purtroppo abitatato da molti personaggi eletti dai like di un social o da chi non storia di lavoro e/o politica e/o culturale di sorta. E datemi pure del classista, se volete, ma io zitto un ci so stare, sono o non sono d’origini toscane? Ovvia … gnamo, che ‘sta mattina un è serata per troppe discussioni!

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MAGGIORITARIO O PROPORZIONALE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Settembre, 2019 @ 9:26 am

Detto altrimenti: questo è il problema     (post 3659)

I DIALOGHI DI PLUTONE

(Tizio e Caio sono seduti al tavolino di un bar in Piazza Fiera a Trento, sorseggiando un caffè)

Tizio: Hai sentito, Caio, che Renzi ha fatto la scissione?

Caio: Si, punta al sistema proporzionale, così da contare come l’ucia de la balanza.

Tizio: Ucia de la balanza? Parla italiano che molti lettori dei nostri dialoghi non sono Trentini: ago della bilancia, devi dire!

Caio: Si vabbè, ma io sono favorevole al maggioritario, chi prende un voto di più, governa.

Tizio: Ah, sei di destra … non lo avevo capito.

Caio: No, sono di sinistra e voglio il maggioritario perchè sia di stimolo alla sinistra a fare finalmente una politica vera di sinistra, fatta di cose concrete: blocco all’emigrazione dei giovani; sanità efficiente e gratuita; lavoro per tutti; fisco equo cioè molto proporzionale; lotta seria alle mafie e all’evasione fiscale; etc.

Tizio: Io invece sono per il proporzionale e sai perché? La penso come te ma a mio avviso il maggioritario di destra sarebbe un MIS-Maggioritario Irreversibile Sovranista, nel senso che un’eventuale maggioranza di destra – oggi – con alcuni interventi trasformerebbe la democrazia in una oligarchia.

Caio: Spiegati meglio.

Tizio: referendum propositivi + vincolo di mandato = le leggi sarebbero fatte dai capi di una rete web. Elezione diretta del capo Stato, idem come sopra e verrebbe meno uno dei due ultimi baluardi.

Caio: E l’altro baluardo quale sarebbe?

Tizio: La magistratura. E qui eliminerebbero l’obbligatorietà dell’azione penale. A questo punto si celebrerebbero solo i processi graditi al potere politico.

Caio: Ho capito, fra i due mali – un proporzionale che rende difficile la formazione di maggioranze omogenee di governo e un maggioritario che uccide la democrazia – tu preferisci il male minore.

(Si avvicina il diavolo Plutone, sotto le mentite di Semponio)

Sempronio: Buongiorno Signori, avete cambiata la Piazza per il caffè? Da Piazza del Duomo a Piazza Fiera ma va bene perchè anche questo locale fa parte della mia rete di esercizi commerciali. Il caffè lo offro io, per farmi perdonare di avere ascoltato i vostri ragionamenti. Sapete, ero qui di spalle,a verificare il servizio e non ho potuto fare a meno di udire tutto.

Tizio: Buongiorno a Lei, Sempronio. Complimenti per i suoi successi imprenditoriali. Cosa ne pensa della mossa di Renzi?

Sempronio: una bella diavoleria, e se lo dico io …

(Sempronio si volta verso il pubblico ammiccando furbescamente).

Caio: cosa intende dire?

Sempronio: Che è una bella trovata, proprio nel senso che diceva il signor Caio all’inizio della vostra discussione.

Tizio: Allora siamo messi proprio bene, accidenti …   si fa per dire, ovviamente!

Sempronio: che volete farci, siamo fatti così: una minoranza di persone machiavelliche, individualiste ed una massa di persone distratte alla panem et circenses che la segue. Ma ogni tanto qualcuno risveglia gli animi e prende l’iniziativa. Ma … cosa sta succedendo all’interno del bar? Cos’è tutto questo fumo? La mia macchina per il caffè espresso nuova nuova! Scusatemi, corro a vedere cosa è successo!

(Sempronio scompare all’interno del locale, nascosto da una nuvola di vapore acqueo)

Tizio: E ci risiamo, quel diavolo d’un uomo scompare sempre così, all’improvviso … ma … si è fatto tardi, devo andare, tanto i caffè sono pagati. Ti saluto, Caio, alla prossima.

(Sipario)

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C’EST L’ARGENT QUI FAIT LA GUERRE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Settembre, 2019 @ 10:31 am

Detto altrimenti: a pensar male …     (post 3658)

Piensa mal y acertaras!

si fa peccato ma si indovina.  Chiunque sia stato a bombardare o a far bombardare gli impianti petroliferi dell’Arabia Saudita sapeva per certo che il prezzo del petrolio sarebbe salito di un tot dal 10 al 18%. Quindi sarebbe bastato acquistare “prima” grosse partire di greggio per venderle “dopo” a prezzo maggiore. O no? Lo stesso dicasi quando il capo di uno stato federale d’oltre atlantico (non facciamo nomi!) fa annunci su variazioni del regime dei dazi, annunci che fanno muovere le borse mondiali. A saverle le robe ... si dice in dialetto trentino: a concoscerli i fatti … (possibilmente prima!). O no?

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BICINVENDEMMIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Settembre, 2019 @ 8:54 am

Detto altrimenti: a spasso fra i vigneti       (post 3657)

L’era ‘n pez che nol nevo con la me montanbaic normale e siccome che a la fin del mes go d’anar co la Fiab nel delta del Po che l’è tuta pianura sterata, ho rispolverà la me Wilier. La matina bonora sul lac non gh’è nisuni che l’è ‘n piazer gòderse tuta quela calma …

Be’ raga, ora la smetto con il mio dialetto trentino, io che sono un Trentino de quei ciapai co’sciop, cioè di quelli che volavano alti, presi con il fucile …: chissà quanti errori ho fatto nel mio incipit! Evvabbè, tirem inanz, diceva quell’uno.

Riva del Garda – ciclabile per la foce del Sarca- Arco-Dro-Lago di Cavedine con sosta presso il centro Wind Valley dei miei amici Andrea e Davide Danielli.

Da qui rientro per la SP che scende da Drena fino a Dro, indi Ponte Romano di Ceniga, semiciclabile destra Sarca, ciclabili di cui sopra. Totale 50 km.

Ero solo, non avevo fretta, quindi mi sono concesso molte soste per scattare qualche fotografia. La vendemmia, uno spettacolo quei grappoli d’uva in attesa … la tentazione è stata forte ma ho resistito: forse ho fatto male, che dite? Un piccolo grappolo … tuttavia se ogni ciclista che passa si serve … bè, un certo danno lo si fa. E allora via: una foto e basta.

Lago di Cavedine “bassa marea”
Lago di Cavedine “alta marea”

Good bike & Good vendemmia everybody!

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CICLISTI E PEDONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Settembre, 2019 @ 6:57 am

Detto altrimenti: tenersi discosti       (post 3656)

Le regole della navigazione a vela (ma i principi valgono anche per i cosiddetti ferri da stiro: i motoscafi e le imbarcazioni e navi a motore) prevedono che chi proviene da destra e/o si trova sottovento e/o ha mure a dritta abbia la precedenza in caso di incrocio con altra imbarcazione. Inoltre e soprattutto tuttavia c’è un’ulterioore regola aggiuntiva: tutti hanno il dovere di “tenersi discosti” reciprocamente, il che presuppone che si valuti la rotta presunta dell’altra imbarcazione e si prevenga in ogni caso lo speronamento.

Tenersi discosti, anche in regata!

Sulle piste ciclopedonali pare che questa saggia logica non valga. Alcuni ciclisti (solo una minoranza, per fortuna) sfrecciano come se fossero su un circuito sportivo di allenamento ad una velocità troppo elevata per una ciclopedonale. Alcuni pedoni passeggiano lentamente anche a zig zag confidando (erroneamente) nel fatto che lentezza sia sicurezza (per se stessi e per i ciclisti). Nessuna delle due categorie citate si preoccupa di “tenersi discosta” dall’altra.

Non sempre le ciclopedonali sono così libere!

Alcuni giorni fa. Pista ciclopedonale Lungo Fersina a Trento. Pedalavo lentamente sulla mia bici da strada. Davanti a me un podista procedeva sula destra (errore!) nella stessa direzione. Nel momento in cui io lo affiancavo, il podista decideva di invertire la marcia, mi urtava procurandomi un taglio sull’avambraccio destro e – soprattutto – rischiava di farmi cadere. Dice … ma se andavi piano, la caduta non sarebbe stata un gran che. Dico: non è vero: a velocità ridotta tutto il peso si scarica  tutto lateralmente ed è a rischio una spalla o un gomito.

Ieri. Stessa pista, stessa mia velocità molto ridotta. Davanti a me un pedone, nella stessa direzione, al centro della pista. Si sposterà a destra o a sinistra? Suono. Si volta scocciato: Ma cosa suoni? Non vedi che c’è spazio per passare? Mi fermo e gli parlo: Caro signore, come faccio a indovinare da che parte lei si sarebbe spostato? E poi lei deve procedere sulla sinistra della pista, non al centro, non a destra. Replica: Si, ma io stavo attraversando! (Non era vero, n.d.r.). Quand’anche fosse – replico – lei dovrebbe prima accertarsi di non tagliare la strada a nessuna bici. A sua volta replica: Lei deve essere sempre in grado di frenare, io sono un  pedone ed ho sempre la precedenza. A questo punto capisco che non c’è peggior sordo di chi non viol sentire e me ne vado, inseguito da un suo invito: “Ma vai in m…”.

Altro caso. Sto per incrociare una “pedonessa” che correttamente procede sulla propria sinistra. Mi vede, nell’intento di agevolarmi traversa la pista e si sposta sulla propria destra rischiando di essere investita alle spalle da un ciclista che proveniva dalla sua stessa direezione.

Borghetto all’Adige

Ecco, fino ad oggi ci siamo preoccupati di stabilire le regole per i ciclisti e le regole per i pedoni: da oggi dovremmo puntare a far prendere coscienza a tutti del “rapporto” fra le due categorie, partendo da quello “stare discosti” della nautica: il ciclista troppo veloce non può garantire di essere in grado di stare discosto dai pedoni o da altri ciclisti; il pedone – anche se la sua velocità è molto, molto inferiore! – non deve contare sul fatto che lentezza sia sicurezza, perché non è vero. E poi, se è vero che è più facile immaginare che sia il ciclista ad investire il pedone, spesso può accadere l’inverso. E basta poco per farci rovinare a terra!

Firmato: un ciclista che è anche pedone e automobilista

Un po’ di riposo prima di affrontare il Pordoi!
Molina di Fiemme – Canazei- Molina di Fiemme, 90 km

P.S. 1: bene hanno fatto i Comuni delle valli di Fassa e Fiemme e vietare il transito dei pedoni sulle piste cilcopedonali – ora solo ciclabili – durante i mesi esitivi di grande affollamento “a pedali”: infatti quest piste sono caratterizzate da numerosi saliscendi e curve che rendono pericolosa la convivenza fra le due categorie di utenti.

Con la mia “Numero Uno” bianca, sul Manghen, qualche annetto fa …

P.S. 2) Oggi, il giorno dopo. Arrivo con la mia bici da strada al bicigrill di Nomi. Alcuni ciclisti sono seduti sulle panche del bar. Io sto per smontare e noto che due di essi, riparandosi gli occhi dal sole, guardano … no, non me, ma la mia bici!

Com’era 35 anni fa! Poi ho commesso l’errore di riverniciarla … Inoltre ho eliminato il giro esterno dei cavetti dei freni, ho cambiato i pedali e sostituito i rapporti al pedale, adottando una “compact”.

Sono due “ragazzi” più o meno della mia stessa età ed hanno notato la mia bici storica! Iniziamo a parlare, io orgoglioso del riconoscimento, loro in ammirazione della … storia! La marca? E’ una “Mario Camilotto Expert”, nove kg, fatta su misura! Camilotto? Ah, si, lo conosciamo.

Addirittura sulla copertina della rivista “Bicicletta” (Anno II°, 18 giugno 1985) – Notate il marchio CM-Camilotto Mario sulla forcella

Bene. Parliamo, ci scambiamo esperienze e storie a pedali, simpaticamente. Dopo un po’, io riparto, tanto voi siete più veloci, dico! Dopo qualche km mi raggiungono, buona passeggiuata, mi dicono. Esito qualche secondo decido: mi accodo! Mi alzo sui pedali e a 30 kmh in poche pedalate li raggiungo. Loro tagliano l’aria, io mi accodo. Procediamo a 25 kmh.

I due nuovi amici posano con la mia bici storica (le varie età: maglia gialla, 74 anni; maglia bianca, 85; la bici, 35; io, 75)

Al ponte di Mattarello una foto ricordo. Ho dato loro l’indirizo di questo blog. Spero che si facciano vivi (335 5487516 – riccardo.lucatti@hotmail.it) . Anche perchè l’amico di destra nella foto è un collezionista di oggetti d’epoca ed io sarei lieto di visitare la sua casa museo e di pubblicare un post sulle sue raccolte. In ogni caso ci incontreremo ancora sulla ciclabile! Bravi “ragazzi” e grazie della compagnia!

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POLITICA SPA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Settembre, 2019 @ 6:51 am

Detto altrimenti e meglio: valutata con il metro della cultura manageriale delle SpA   (post 3655)

In realtà questo è uno dei tanti

DIALOGHI DI PLUTONE

Piensa mal y acertaras!

(Tizio e Caio sono seduti all’interno di un bar in Piazza Duomo a Trento)

Tizio: Allora Caio, hai visto ieri alla TV i lavori della camera dei deputati, il discorso del premier …

Caio: Si, discorso, interventi, replica e votazioni, qui, in questa sala, perché fuori faceva un freddo insolito per la stagione … la neve a 1300 metri, ma ti pare possibile?

Tizio: Cosa ne pensi? No … non della neve, ma della politica, del governo!

Caio: A dire il vero la mia attenzione è stata attratta soprattutto dalla manifestazione di piazza di due partiti d’opposizione e dal fatto che un terzo partito d’opposizione ha dichiarato che l’opposizione si fa in Parlamento … ma … guarda … qual signore laggiù, in fondo alla sala … quello che sta impartendo disposizioni al personale del locale … ma non è il nostro amico Sempronio? Ehi, quel signore … Sempronio … chi si rivede … venga qui al nostro tavolino!

(Il diavolo Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio, si avvicina ai due)

Sempronio: Buongiorno signori o posso dire amici?  Sono lieto che abbiate scelto il mio locale per bere un buon caffè.

Tizio: Oh, finalmente sappiamo qualcosa di lei, è sempre stato così misterioso! Dunque lei è un imprenditore?

Sempronio: Si, ho una catena di locali: bar, negozi, una piccola birreria, piccola ma tutta mia, ci tengo molto a dirlo. In totale una cinquantina di dipendenti. Ma non parliamo di me. Di cosa stavate discutendo, se non sono indiscreto?

Caio: si parlava delle manifestazioni di piazza che stanno affiancando la concessione della fiducia parlamentare al governo. Lei cosa ne pensa?

Sempronio: Bah … io sono un imprenditore e come tale guardo ai risultati. La nostra categoria, soprattutto qui al nord, aveva dato fiducia a quel tale … si, a quell’ex ministro, quello che ora grida più di tutti contro cosa? Contro chi ha la maggioranza in parlamento? Lui che grida contro gli ex DS, vorrebbe la DS-Democrazia dei Sondaggi? Lui che chiama questo “Goveno di due partiti comunisti” e poi afferma che le categorie del fascismo e del comunismo non esistono più! Lui che ora vorrebbe il voto anticipato? Ma se c’è una maggioranza! Non la sua, ma c’è. E poi, i risultati … costui aveva avuto la nostra fiducia, il nostro voto: sapete, la flat tax ci avrebbe agevolato molto, e poi anche noi siamo per l’ordine una buona volta e lui cosa fa? Si autoesclude dal governo! Ma si può?! E ora grida all’inciucio, anzi, fa gridare i suoi all’inciucio solo perchè si è formata una maggioranza diversa dalla sua, fra i due partiti arrivati al primo e secondo posto alle ultime elezioni? Ma la sua, cos’era? Non era un inciucio anche quella? Si era presentato alle elezioni con una coalizione e poi ha formato il governo con un’altra. Ma via … non è più credibile di fronte alla nostra categoria. Se fosse il direttore del mio sistema di imprese, lo licenzierei in tronco. I risultati, dicevo prima: aveva il potere e lo ha buttato via dalla finestra. Come possiamo fidarci ancora di lui? Non ci serve più. Scommetto che appena ha riflettuto sul male che si è fatto da solo …
ambo le labra per furor si morse!

Tizio: Ho capito e condivido il suo ragionamento, anche se politicamente io sono favorevole a questa coalizione, non alla precedente, anche perché questa si è formata con il contributo della democrazia diretta, il voto favorevole di quella tale piattaforma …

Sempronio: Ma via, siamo seri, ma quale democrazia diretta? Era già tutto deciso dai manovratori! Quanti erano quei votanti? 60.000? Su quanti milioni di aventi diritto al voto? Fumo, fumo negli occhi della gente per cercare di arrivare ai referendum propositivi senza quorum o con quorum limitato e al vincolo di mandato per i parlamentari! Con il che la democrazia si auto trasformerebbe in una oligarchia guidata dai gestori di una rete web! A quel punto modificare la Costituzione, introdurre l’elezione diretta del Presidente della Repubblica sarebbe un gioco da ragazzi. E poi, l’ultimo baluardo, la magistratura: basterà abolire l’obbligo dell’azione penale e si farebbero solo i processi decisi dal potere politico.

Caio: La vedo un po’ sul pessimista, non le pare? Per fortuna non credo che tutto ciò possa passare, con l’attuale maggioranza la quale vede l’equilibrato apporto di un’area politica più ragionevole …

Tizio: Hai ragione Caio: anche perchè oggi fra i due attuali componenti della maggioranza chi avrebbe maggiormente da perdere darebbe il partito nuovo, quello appena “scaricato” da destra.

Sempronio: No signor Caio, io non sono pessimista bensì realista. Sa … noi imprenditori siamo abituati a cercare d prevedere gli effetti delle azioni, nostre e altrui. Nulla succede per caso e per capire dove si andrà a parare occorre fare i collegamenti fra i vari eventi. Chi sa fare i collegamenti vince.

Tizio: (fra se’ e se’): Ah, adesso ho capito perché il nostro blogger – che ha passato una vita a dirigere SpA – ha scelto questo titolo per il nostro dialogo di oggi: Politica Spa, la Politica valutata attraverso la cultura di chi opera nelle Società per Azioni … ma … (a voce alta): Ehi, Sempronio … dico a lei … dove sta andando? (Rivolto a Caio): Gli stavo parlando e lui è scomparso nel buio del retrobottega … diavolo d’un uomo!

Caio: Sì, è uno strano personaggio. pare di un altro mondo. Ora fa l’imprenditore ma chissà per il futuro quale altra diavoleria si sta inventando. Cameriere, il conto per favore!

Cameriere: Il caffè è offerto da nostro titolare. Si scusa se si è assentato, ma si è rotto l’impianto di condizionamento e lui ha un diavolo per capello!

Tizio: Beh … che dire? Ce lo ringrazi. Dai Caio, andiamo a casa mia a vedere la discussione al senato: ho un apparecchio TV nuovo, una cannonata, vedrai.

(Tizio e Caio escono dal locale e si avviano verso la casa di Tizio)

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OGGI, 8 SETTEMBRE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Settembre, 2019 @ 8:15 am

Detto altrimenti: armistizio       (post 3654)

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Settembre, andiamo, è tempo di migrare, scriveva quel tale D’Annunzio, concludendo con un retorico “Ah perché non son io co’ miei pastori?”. Ma dai … chi ci crede, Gabriele? Tu, dalla villa di Gardone agli stazzi montani delle montagne d’Abruzzo? Ma via, siamo seri … Comunque la poesia è bella, questo te lo riconosco. Forse un po’ troppo dannunziana, ma è bella.

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“Signor Capitano, i Tedeschi si sono alleati con gli Americani: ci sparano addosso!”

8 settembre 1943. Il Maresciallo Badoglio dà notizia dell’armistizio, firmato con gli alleati il 3 settembre. Una guerra cominciata male e finita peggio. Già, ma quali sono le guerre iniziate bene e finite bene? Quelle vinte, dice taluno. Dico: ma nel frattempo quanti morti, quante distruzioni … Noi poi, non ci era bastata la prima guerra mondiale, alla quale avevamo partecipato per iniziativa personale di un ministro degli esteri (Sidney Sonnino: Di Maio, che non ti venga in mente una roba del genere, chessò … dichiarare guerra al Principato di Seborga, la piccola San Marino della Liguria!) da un ministro degli esteri – dicevo – non autorizzato dal Parlamento. Ora, dopo avere perso la seconda, ne uscivamo entrando in una terza guerra, non più mondiale bensì civile!

E Sua Maestà? Sua Maestà, quella del “Non fermiamo la marcia su Roma, non condanniamo le stragi di Graziani in Africa, facciamo tante belle guerre (perse), promulghiamo le leggi razziali e scappiamo a Bari”. Mi pare che basti.

Dopo la prigionia

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8 settembre 1943, ricordo … ero da pochi mesi nel grembo di mamma (sarei nato il 3 febbraio 1944). Babbo, Brigadiere dei Carabinieri, catturato dai tedeschi, due anni in campo di prigionia in Germania. Mio fratello maggiore, nato nel 1942, sfollato presso i nonni paterni in Toscana (S. Angelo in Colle, frazione di Montalcino: un paesino splendido, andate a visitarlo!).

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10 aprile 1950, Genova, Via Rodi 10 – Prima Comunione mia (a sin. nella foto) e di mio fratello Beppe (a destra, futuro ingegnere). Il piccolino è Alberto, futuro cardiologo.
S. Angelo in Colle … ne vale la pena, parola di blogger!

8 settembre 2019. Fra tre giorni commemoreremo l’11 settembre 2011, gli attentati delle Torri Gemelle a New York. Fra 12 giorni ricorderemo il 20 settembre 1870, la breccia di Porta Pia, la presa di Roma. L’unità d’Italia, la liberazione (rectius: conquista) del Sud era già avvenuta. Il confine al Brennero regalatoci dalla distrazione degli Alleati su proposta dei Russi; dalle Alpi alle Piramidi; dalla lingua tedesca del Sud Tirolo alle lingue sarde e siciliana. Ci sarebbe poi voluto il maestro Alberto Manzi (1961) con “Non è mai troppo tardi” per iniziare ad insegnare a tutti il dolce idioma, quello ove il dolce sì suona.

Domani, 9 settembre 2019, il Governo chiede la fiducia al Parlamento. Manipoli dissenzienti a rumoreggiare in piazza.

Settembre andiamo è tempo di pensare

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PRIMA PAGINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Settembre, 2019 @ 5:43 pm

Detto altrimenti: sono o non sono il “direttore” di questi post? Ed allora, ecco la prima pagina di oggi     (post 3653)

POLITICA

Basta che poi non si prendano a calci negli stinchi!

Sono contento che si sia formato il governo Giallo-Rosso senza che qualcuno abbia i “pieni poteri”. La mia attenzione ora è 1) che non si elimini l’obbligatorietà dell’azione penale; 2) che non si introduca il vincolo di mandato per i parlamentari; 3) che si faccia una legge elettorale proporzionale; 4) che non si instauri la cosiddetta democrazia diretta che sarebbe in realtà un’oligarchia; 5) che mi si spieghi perché si vuole introdurre per i cittadini il “diritto di accesso alla rete” (come se non non ci fosse già! Ricordate? Timeo Danaos et dona ferentes … temo i Greci anche quando mi offrono doni … diceva quel tale Laocoonte quando cercava di dissuadere i suoi concittadini Troiani dal fare entrare il famoso cavallo di legno dentro le mura della città … capito mi avete?)

MOBILITA’

Non si tratta di regolare meglio il traffico auto, pedoni e biciclette, ma di dare centralità alla regolamentazione del rapporto reciproco delle tre categorie. In particolare mi è piaciuta una pista dichiaratamente solo pedonale, qui sotto:

Via Grande, Torbole sul Garda

Per converso, mi dispiace che l’amministrazione comunale non regoli questo pericoloso incrocio ciclopedonale con un paio di stop ben assestati: prima o poi ci scappa lo scontro!

Fra Riva del Garda e Arco, lungolago.

BELLEZZA

La foto qui sotto

Dalla “riva” del Garda, a Riva del Garda

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