STATO, LEGGE, COSTITUZIONE, DIRITTI – 2
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Febbraio, 2020 @ 7:49 amDetto altrimenti: diritti civili e diritti sociali (post 3774)
Oggi la maggiore preoccupazione dei cittadini è la mancanza di lavoro. Diritti civili: di voto, libertà di parola e di associazione, etc.; diritto sociali: al lavoro, alla salute, etc.. Chi tradizionalmente e istituzionalmente si è battuto in favore del diritto del cittadino al lavoro sono da sempre stati i sindacati. Tuttavia la loro parte politica di appartenenza, la sinistra, si è concentrata soprattutto sulla difesa dei diritti civili (democrazia, antifascismo) e molto meno su quella dei diritti sociali e poichè in politica come in natura non esiste il vuoto, vi è stata una componente politica retorica, demagogica, populista che ha offerto a molti non il lavoro ma promesse da mondo dei balocchi e il reddito di cittadinanza alias paghetta nella prospettiva che fosse il ponte verso la conquista di un posto di lavoro. Ciò non è stato e la percentuale dei beneficiati che ha trovato lavoro per questa via è di circa 30.000 contro 4,5 milioni di paghette assegnate. Evvabbè … Dal diritto al lavoro invece deve discendere il lavoro effettivo, non una retribuzione a prescindere dal lavoro. Dice … ma chi lo ha sancito questo diritto, anzi, chi lo dice che abbiamo tutti questi diritti? E allora veniamo al titolo di questo post.
Rivoluzione francese, 1789, madre della rivoluzione politica moderna. Si, vabbè, però … però quella legge (il Codice Civile Napoleonico) non ha riconosciuto l’esistenza innata dei diritti: li ha riconosciuti in quanto “creati” dalla legge stessa che si è sostituita al re quale fonte dei diritti e del Diritto. Inoltre Codice di Napoleone tuttavia è “civile” ma non tratta il diritto amministrativo, nel quale continuò a prevalere il rapporto “io amministratore-tu suddito”. Evvabbè …
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Un passo avanti l’avevano fatto i nordamericani, i quali nella loro Declatarion of rights della Virginia nel 1776 affermavano che gli uomini sono tutti “evidentemente” (sic) uguali ed hanno diritti innati quali il diritto alla vita, alla libertà, alla felicità, ponendo in tal modo la sfera giuridica dei diritti prima della sfera del Diritto, salvo poi contraddirsi nei fatti con il mantenere la schiavitù per un certo periodo o – oggi – con l’assicurare l’assistenza medica solo a chi … si è assicurato da sé. E chi non ha il denaro per assicurarsi? Certamente “felice” non è. Evvabbè …
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E noi Europei, anzi, diciamo meglio, noi Italiani? La nostra splendida Costituzione – sotto questo profilo – è del tipo di quella nordamericana, solo che poi – per fortuna – noi non siamo così ipocriti nel senso che almeno sul fronte del diritto alla salute abbiamo un sistema sanitario pubblico che funziona molto bene in alcune zone del paese, meno bene in altre, ma sostanzialmente funziona. Tuttavia quanto alla schiavitù non abbiamo quella vecchia, ma ne abbiamo un paio di nuove: i raccoglitori di pomidori e i riders: evvabbè, mica si può essere perfetti! Resta il problema di cui alla prima riga di questo post.
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Lo Stato sono io, diceva quel tale re Luigi XIV. Lo Stato siamo noi, dobbiamo dire noi oggi. Noi che ci siamo dati una splendida Costituzione che ha semplicemente fotografato la preesistenza di diritti innati. La legge, le leggi, il sistema delle leggi cioè il Diritto vengono solo dopo. Solo che l’inadempienza a questo obbligo costituzionale – di assicurare il lavoro a tutti – non è sanzionata se non dal voto dei cittadini, il che potrebbe anche andar bene, ma … nel frattempo chi non ha lavoro che fa?
Automazione e globalizzazione: da opportunità a rischio. Oggi poi che le banche con il fai da te (home banking) stanno licenziando migliaia e migliaia di dipendenti; che molte aziende delocalizzano in paesi UE dove il lavoro è molto meno pagato e tutelato (ma quei paesi, ce li teniamo così, dentro una sorta di UE “alla carta”?) ; che l’automazione e la globalizzazione nella distribuzione un sistema web (Amazon e simili) stanno facendo morire il sistema della distribuzione tradizionale … che fare? Be’ raga, mica ho la bacchetta magica io! Io sono solo un semplice, umilissimo blogger, uno che nella vita ha sempre fatto il manager, il quale crede di poter avere solo un minimo merito, quello di porre il problema, non certo di offrire al sistema Italia la soluzione. Per quanto, come se fosse un gioco, lasciatemici provare. Ricordate da bambini quando si giocava? Nell’attribuire i ruoli ad ognuno si diceva: “Facciamo che io ero il capo dei cavalleggeri, che tu eri il capo indiano, che lui era il cowboy, che lui era il bandito, lui lo sceriffo …” Ecco, facciamo che io ero la persona alla quale era demandato il diritto-dovere di trovare una soluzione, solo per gioco, s’intende, senza alcuna pretesa: e ci mancherebbe altro!
Io farei così.
Rimetterei ordine all’elenco delle priorità; toglierei per legge la copertura finanziaria alle priorità non più tali, aumentando in tal modo la quantità di finanza disponibile per le nuove priorità.
Ai nuovi primi posti metterei
– “Sovranismo Europeo”: la proposta di una nuova UE, articolata, completa e dettagliata (non la sua sola affermazione in linea di principio), tendente agli Stati Uniti d’Europa;
– attivazione immediata della cantieristica pubblica;
– investimenti nei nostri settori di punta, quale ad esempio nel turismo verso il nostro Museo a Cielo Aperto (il nostro Paese, l’Italia). Al riguardo chi mi sa dire come è stato possibile che la compagnia di bandiera di un Paese simile abbia potuto entrare in crisi? Mah …
– meno burocrazia e più democrazia;
– un nuovo IRI, Istituto per la Riconversione Industriane;
– la riforma della scuola che desse conoscenza e non solo capacità;
– la riforma in senso democratico dell’ Università;
– investimenti sulla ricerca e innovazione;
– un piano di rientro dei nostri migliori cervelli fuggiti.
Dice … e la difesa? Mi preoccuperei molto di più dell’esercito di terra e meno dell’aviazione che vedrei meglio orientata verso droni, molto meno costosi dei cacciabombardieri F35; quanto alla marina, la vedrei orientata verso un tipo di naviglio minore, più agile, ovvero verso moderne “libarne” piuttosto che verso pesanti “triremi”.
Dice … e la sicurezza interna? Be’ raga, la prima sicurezza da garantire al paese è quella contro le mafie organizzate. O no? Cosa? Ah già … si, ci sono anche i vuccumprà … scusate, me ne stavo dimenticando!
Ma basta, la smetto di giocare e di sognare, la chiudo qui con la mia utopia, per quanto … l’utopia non è un traguardo irraggiungile, ma un traguardo semplicemente non ancora raggiunto! Dice … ma concretamente, che fai? Credo che accetterò di candidare alle prossime comunali, quale consigliere, s’intende!
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I FURBETTI DELLA DEMOCRAZIA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Febbraio, 2020 @ 6:09 amDetto altrimenti: prassi operative antidemocratiche (post 3773)
Si dice a buona ragione che democrazia è libertà e che libertà è partecipazione, quindi in base alla proprietà transitiva, possiamo affermare che democrazia è partecipazione.
Le Assemblee di società, associazioni: hanno successo se molto partecipate, la volontà espressa in quella sede è significativa se la partecipazione è stata elevata. A tal fine per la loro valida costituzione e per la successiva votazione si richiedono maggioranze molto qualificate: è ciò è un bene. Poi, prudentemente, per la deprecabile ipotesi che tali maggioranze non si siano malauguratamente raggiunte, si prevede che in seconda convocazione questi quorum siano molto ridotti: e ciò per non bloccare l’attività dell’organo sovrano della società o dell’associazione di turno. Dice … ma allora, caro blogger, dove sta l’inghippo, la pretesa “furbizia antidemocratica”? Ve lo dico subito.
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Sta nel fatto che la prima convocazione è usualmente stabilita ad orari improbabili, quali ad esempio le 06,00 del mattino; inoltre nella lettera di convocazione, le indicazioni della seconda convocazione sono scritte in grassetto. Come dire: dai, non vi preoccupate, venite anche in pochi alla seconda convocazione … tanto a tutti noi della partecipazione – cioè della democrazia – poco importa: la democrazia? La partecipazione? “Ciao la democrazia, ciao la partecipazione”, direbbe quel tale assessore alle varie ed eventuali Cetto La Qualunque: “Un po’ va bene ma poi gli si dice … basta …”
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STATO, LEGGE, COSTITUZIONE, DIRITTI -1
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Febbraio, 2020 @ 8:12 amDetto altrimenti: destra? Sinistra? O forse è meglio “palla al Centro”? Poche righe per iniziare a porsi il problema. (post 3772)
Un’evoluzione a tre stadi:
- L’état, c’est moi, Lo Stato sono io è l’espressione comunemente attribuita al re di Francia Luigi XIV, instauratore di una monarchia assoluta per diritto divino. Da lui derivava anzi “discendeva” tutto: leggi, doveri, diritti.
- Ma anche nelle monarchie costituzionali (Statuto Albertino) le leggi e soprattutto i diritti erano “creati” dallo Stato, appena temperati dall’esistenza dello Statuto.
- Con la nostra Costituzione sono stati riconosciuti diritti fondamentali (alla libertà di espressione, alla vita, al lavoro, alla salute, alla famiglia etc.) che non sono creati da leggi ma che sono preesistenti.
Questi diritti possono essere divisi, per certi aspetti, in due categorie: diritti civili (ad esempio, il diritto di voto, alla libertà personale e di espressione, etc.) e diritti sociali (diritto al lavoro, alla salute). Orbene, a fianco dei diritti vi sono i doveri: ad esempio il dovere di lavorare per contribuire alla vita della società, il dovere di assistere anziani e malati e così via, il dovere di andare a votare.
Si tratta di diritti e doveri che riconosciamo come innati, parte di una morale sopravvissuta ai tentativi anche recenti di ucciderla (fascismo, nazismo) ed in parte purtroppo anche attuali (non soccorrere in mare gli immigrati!) e che per i credenti si rifanno ai contenuti morali di una religione che nel nostro caso non “è” morale, ma “ha” una morale: una morale che non è quella di non commettere i peccati contenuti nell’ “elenco dei peccati veniali e mortali” di una improbabile libretta, ma che si rifà alla strada segnata dal Vangelo delle Beatitudini (cfr. ivi).
Ma restiamo sul piano non religioso della “politica oggi” (non utilizzo il termine laico perché per me “laicità” non è l’opposto di religiosità, bensì significa pluralismo e tolleranza reciproca, nel che consiste la morale dell’ateo). Vi è chi afferma che il binomio destra-sinistra non esiste più; chi ne afferma l’esistenza; chi crede nell’esistenza di una terza forza, il centro. Sta di fatto che da destra si insiste molto sui doveri: ad esempio sul dovere di “difendere i sacri confini della patria” da una sorta di secondo sbarco in Normandia ad opera di una …”pericolosa flotta di gommoni semisgonfi”; da sinistra si insiste sulla difesa dei diritti civili e sull’antifascismo; un po’ meno – purtroppo – su quella dei diritti sociali (almeno così mi pare che sia accaduto negli ultimi decenni). Dice … e il centro? Be’ se non altro non corre il rischio di essere accusato di estremismo (una sorta di etichettatura reciproca delle due ali) e si può dedicare alla difesa paritetica dei doveri e dei diritti, innanzi tutto recuperando terreno nel campo dei diritti sociali. E il lavoro non si crea – come è dimostrato numeri alla mano – dalla conversione delle paghette per tutti in posti di lavoro, ma con investimenti produttivi, innanzi tutto pubblici.
E se mi sbaglio, mi corigerete.
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EVOLUZIONE DEL PENSIERO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Febbraio, 2020 @ 6:51 amDetto altrimenti: … di un candidato Sindaco (di Trento) (post 3771)
Fra poco più di due mesi, elezioni comunali a Trento. Le “comunali” a me piacciono molto perché si tratta di “amministrazione”, cioè di gestione di progetti e siccome io sono un manager, quando si discute sul piano della concretezza, mi trovo a mio agio. Ho assistito a incontri di un candidato sindaco ed ho letto sue dichiarazioni ed ho notato una giusta progressione ed un corretto approccio nel suo sindaco-pensiero. Ecco qui:
- Il candidato ha dichiarato di rifarsi anche ai concetti espressi da Norberto Bobbio nel libro “Elogio della mitezza e altri scritti morali”, libro che per me è una sorta di vangelo laico. La mitezza, il contrario dell’arroganza (esagerata opinione di sé); è il contrario della protervia (arroganza ostentata); è il contrario della prepotenza (arroganza esercitata). Ottimo!
- In altra occasione ha dichiarato che innanzi tutto occorre avere una visione del modello di città che si desidera realizzare (ottimo!)
- Da ultimo, ha dichiarato fra l’altro di volere realizzare la funivia Trento-Bondone e di volerla realizzare in project financing (ottimo!).
Ecco, così mi piace: inquadrare il proprio modo di pensare, di agire e poi agire. E poi, chiariti i punti 1 e 2, quanto al punto 3 le capacità che gli occorreranno sono:
- far interagire il progetto con il progetto di fare del Trentino una Bikeland e di Trento la capitale del cicloturismo e del ciclo escursionismo (di concerto con il CAI Centrale e con la SAT) nell’intera provincia;
- operare secondo le migliori tecniche delle SpA miste pubblico-private;
- tendere ad operare con una SpA public company che non vuol dire società pubblica, bensì del pubblico, cioè della popolazione.
E mi permetto di affermare quanto sopra, forte delle mie esperienze dirette maturate nella riorganizzazione delle società di impianti del Passo del Tonale (Public Company Carosello Tonale SpA) e nella realizzazione di APM SpA (società mista pubblico-privata) a Riva del Garda. Detto questo, buon lavoro, “candidato”! E che tu presto smetta di essere solo tale!
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DEMOCRAZIA RINUNCIATA O NEGATA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Febbraio, 2020 @ 11:42 amDetto altrimenti: per mancata partecipazione volontaria o imposta (post 3770)
Innanzi tutto, di cosa parlando? Della Democrazia, un termine che nei millenni ha assunto successivamente tre significati diversi: 1) il democrator era il dittatore, esercitava il potere “sul” popolo:
Who opened the door for the democrator?/ And how come he let in the market-conquistadors?/ Why is he acting as if he has something to hide?/ The privilege of the stupid is to be taken for a ride. Chi ha spalancato la porta al democrator? Perché egli si è collocato nel novero dei conquistadores? Perché si sta comportando come se avesse qualcosa da nascondere? Il privilegio dello stupido è di farsi prendere in giro.
2) Successivamente il termine fu utilizzato con disprezzo dalle classi nobili escluse dal governo per indicare e stigmatizzare lo strapotere del “popolino ignorante al governo”.
3) Oggi democrazia significa “potere del popolo” con una interferenza: il potere del popolo della rete, o meglio, il potere di chi fa passare il proprio volere come volere della rete. In questo caso stiamo passando dal potere del popolo allo strapotere del popol(in)o della rete, la quale è una rete pilotata e quindi si rischia di passare ulteriormente al potere di un nuovo democrator occulto ma non tanto, ciò che succederebbe se venisse attuata la Democrazia Diretta (diretta da chi? Ecco il punto!).
Comunque fino a qui si tratta di democrazia rinunciata da chi non si oppone a questi processi degenerativi, pari a quella di chi per inerzia, pigrizia, ignoranza o altro non va a votare o non partecipa alle assemblee delle Associazioni di cui è membro.
Mappoi (mappoi) c’è anche la democrazia negata. Dove? Quando? Da chi e/o da cosa? Ecco qui: dalla legge uguale per tutti salvo le eccezioni di legge; da leggi non generali e non astratte; da un numero troppo elevati di leggi; da leggi in contrasto fra di loro; da leggi che abrogano altre leggi; da leggi incomprensibili dalla massa dei cittadini.
Ma la democrazia è negata anche in certe Associazioni nelle quali lo Statuto prevede che i soci possano proporre modifiche allo Statuto o altro, purchè si organizzino in gruppi di almeno tot soci. Tot soci? E’ una parola! Intanto in alcuni casi i nomi dei soci non sono fatti conoscere ai soci stessi (!) per accampate pretese ragioni di privacy (?). In altri casi l’elenco soci è affisso alla parete e chi vuole può prendere una sedia ed una lente di ingrandimento e dedicare alcune ore a copiarne gli indirizzi. Ecco, in questi casi la democrazia – cioè la partecipazione attiva – è di fatto negata, quanto meno fortemente ostacolata. Non sarebbe negata se quell’elenco, dotato di numeri di telefono e indirizzi e-mail, fosse accessibile via internet da parte di ogni socio, il quale in tale prospettiva dovrebbe dare il suo consenso alla diffusione dei propri dati all’atto della sua ammissione in quella Associazione.
Democrazia vo cercando ch’è sì cara
come sa chi per lei trucchi refiuta.
P.S.: un caso meritevole di segnalazione e di elogio: in previsione dell’Assemblea Provinciale delle ACLI prevista per il 19 aprile 2020, il Circolo ACLI “S.Giuseppe S. Pio X°” con lettera del 7 febbraio ha convocato per il 7 marzo 2020 un’ Assemblea Precongressuale. In calce alla lettera di convocazione il tagliando – da consegnare non oltre il 28 febbraio – con il quale ci si candida per il nuovo direttivo.
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QUARANTA SUGGERIMENTI “RUGGENTI”
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Febbraio, 2020 @ 7:04 am(Attenzione, questo è un LP- Long Post)
Detto altrimenti: istruzioni di un vecchio manager velista per l’uso della vita (lavorativa) dei giovani (post 3769)
L’espressione “I Quaranta Ruggenti” (The Roaring Forties) è stata coniata dagli inglesi all’epoca dei grandi velieri che passavano per il Capo Horn, per indicare la forza dei venti in quel tratto di mare. L’espressione fu poi seguita da una seconda, “ I Cinquanta Ruggenti” (The Roarint Fifties): par capirsi, cinquanta nodi di vento equivale ad un vento che soffia a circa 90 kmh, ragion per cui aspettatevi un ulteriore post con ulteriori dieci colpi di vento! Intanto ecco i primi quaranta.
- Napoleone era solito dire: “Mi vanno bene i generali fortunati, purché lo siano sempre”. Io vi dico: ricercate la creatività più che la fortuna e siate regolarmente creativi, cioè siate sempre un poeta: infatti il termine “poeta” deriva dal verbo greco “poieo” che significa fare, creare. Tuttavia state attenti ad un particolare: noi Italiani in genere siamo molto creativi, ma rendiamo pubblici troppo presto
i nostri progetti che poi spesso ci vengono rubati da chi li sa realizzare più tempestivamente. In ogni caso la creatività raramente è pagata per quello che vale, e cioè molto. Se avete una buona idea cercate anche di riuscire a “firmarla” come vostra. Infine v’è da dire che le idee vengono a chi è abituato a farsele venire, quindi … allenatevi! - Come reagire di fronte alla mancanza od all’eccesso di creatività, in se stessi e negli altri? Ragazzi, innanzi tutto il malanno più frequente e ben più grave è la mancanza di idee, quindi ben vengano le “troppe” idee! Pensate sempre che senza idee Colombo non avrebbe scoperto l’America, Fleming non avrebbe inventato la penicillina e così via. Dovete solo cercare di distinguere fra intuizioni (ci vogliono anche quelle) e le idee maturate dopo attente analisi (suggerisco di dedicarvi molto a questo secondo genere).
- Un padre disse al figlio: “Mettiti una scimmietta su di una spalla e vai in un paese dove non conoscono le scimmie. Farai fortuna.” Può essere vero, ma attenzione…una bottiglia è mezza piena e mezza vuota allo stesso tempo! Se volete “fare carriera” dovete anche considerare l’opportunità di eccellere in modo omogeneo all’ambiente che vi ospita: mi spiego, se siete dei bravi manager, molto bravi, allora potrete fare carriera in un ambiente moderno e managerialmente organizzato. Ma attenzione a volervi imporre come manager molto professionali in un ambiente un po’ troppo “alla buona”! Lo stesso dicasi per il contrario: se un ambiente è molto bene organizzato, voi non potrete progredire se siete voi ad essere “alla buona”.
- Quanto ai principi, sii fedele ai tuoi, non avere paura di viverli e diffida di chi ti fa lezione pretendendo di farti applicare i suoi: si chiama “teoria del campo da tennis” (v. anche dopo, al n. 24). Ovvero, ognuno giochi come crede la pallina nella sua metà campo e non ascolti i suggerimenti dell’avversario sul come giocarla!
- L’etica dei principi va bene, “ma però” deve essere moderata. Infatti l’etica dei principi, da sola, conduce all’integralismo. Sull’altro fronte sta l’etica dei risultati perseguiti a qualunque costo, che conduce al cinismo. Le due etiche vanno reciprocamente stemperate: occorre arrivare ad un compromesso (vai al n. 7).
- Ricorda che spesso la morale comune condanna chi denuncia le violazioni della morale comune molto di più di chi viola la morale comune. Comunque, su con il morale!
- I compromessi. Leggete il capitolo loro dedicato da Paolo Mieli nel suo bel libro in calce. Ci sono quelli sordidi e vanno rifiutati. Ve ne sono molti che invece sono utili, necessari, perseguibili: per esempio, quelli che hanno fatto la Storia (vai la n. 5).
- Sii semplice nella comunicazione verbale e scritta, ed usa il lessico più comprensibile in assoluto: soprattutto ricorda che l’impresenziazione di uno sportello ferroviario vuol dire solo che l’impiegato è momentaneamente assente, non che è molto mal vestito e con la barba lunga e quindi “non è presentabile”! Che la conversione dei mezzi operativi significa solo che ci sono autocarri in manovra, non che metà degli operai dell’autostrada si è convertita al cristianesimo. Che la convergenza complanare è solo un incrocio con uno svincolo stradale, non l’incrocio delle rotte di due aeroplani. E state attenti a non obliterare a casa il documento di viaggio, perché in realtà il biglietto del tram dovete timbrarlo sul tram stesso e non dimenticarlo a casa!
- Abbi carattere anche se poi ti diranno che hai un cattivo carattere.
- Sii estremamente specifico, evita le occasioni di coinvolgimento in situazioni generiche, non chiare: rimetterle sui binari ti attirerebbe l’accusa di essere pedante o di avere un caratteraccio.
- Cerca di porti in grado di produrre risultati, di sapere fare bene il tuo mestiere.
- Cerca di riuscire a firmare il tuo lavoro.
- Non farti escludere, proprio perché sai fare e vuoi firmare quello che hai fatto.
- Attento ai sistemi assistiti: a gestire l’ordinaria amministrazione o a dividere la ricchezza sono capaci tutti. La professionalità e la managerialità vera servono solo se c’è la volontà di far crescere, migliorare e far vivere bene i collaboratori (e quindi anche di produrre un utile aziendale a bilancio).
- Attento ai sistemi eccessivamente politicizzati: per la divisione del potere non serve la professionalità che ti invito comunque a conseguire.
- Diffida delle novità in quanto tali, se non sono motivate da effettive nuove necessità di miglioramento.
- Ricerca sempre la motivazione che spinge ognuno ad agire (il famoso “cui prodest”, “cui bono”, a chi giova). Cioè: troppo spesso la gente cerca di capire le conseguenze di un fatto e dimentica di analizzare le ragioni che lo hanno determinato.
- Chiarisci a te stesso i tuoi obiettivi e finalizza onestamente ogni tua azione agli stessi.
- Se devi competere e sai nuotare bene, non accettare di misurarti nello sci alpino.
- Sii coerente verso te stesso anche la pensi diversamente dal tuo capo (P.L.Celli, libro citato in calce: “Se un capo e il suo vice la pensano allo stesso modo, uno dei due è inutile”)
- Se altri realizzano come propria la tua idea e tu cerchi di riappropriartene, allora tu saresti anche un bravo manager, ma hai un tale cattivo carattere …
- Se vuoi difendere al meglio una tua idea, cerca di inquadrarla in un progetto completo ed articolato al fine di fare emergere la sua portata strategica. Se la controparte accetta di misurarsi sullo stesso terreno, allora vuol dire che stai operando in un ambiente moderno e professionale. Se ti dicono “Tutte chiacchere, quello che conta è il particolare di dettaglio del quale stiamo discutendo” … allora , se puoi, cercati altri compagni di viaggio.
- Quando gestisci un piano, ricordati che talvolta – purtroppo – le sue fasi possono essere, nell’ordine: entusiasmo, perplessità, ripresa di contatto con la realtà, ricerca del colpevole, punizione dell’innocente, lode ad estranei.
- Se ti consigliano come agire “nel tuo interesse”, applica la mia sopracitata teoria del campo da tennis (v. prima, al n. 6): ringrazia, ma che ognuno torni nella sua metà campo e giochi come crede, lasciando a te la scelta di come battere la palla o di come rispondere alla battuta altrui.
- Non ti fidare di chi, con aria assorta e quasi sognante, magari accarezzandosi il mento e volgendo lo sguardo al cielo, si “lascia scappare” importanti riflessioni o ipotesi di soluzione relative ad un problema che ti riguarda o nel quale sei coinvolto, tipo : ”Sto pensando se non sarebbe meglio…”. Infatti, se fossero riflessioni vere, se le terrebbe per sé. E invece, il più delle volte quelle riflessioni sono fatte ad arte per indurti a far tue le sue idee. Sono subdoli messaggi pubblicitari, promozionali, al limite della “pubblicità subliminale occulta”.
- Guardati anche da chi non parla mai e semplicemente ascolta, per due motivi: o è veramente molto intelligente ed astuto; oppure è stupido e quindi doppiamente “pericoloso”. Sappi infatti che nessuno assomiglia di più ad una persona intelligente di uno stupido che tace.
- Cerca di perseguire sempre contemporaneamente più soluzioni per lo stesso problema, ognuna come se fosse l’unica percorribile.
- Quando operi all’interno di una SpA, opera come se tu ne fossi il proprietario: con lo stesso amore e con la stessa attenzione.
- Di ogni tuo intervento, fanne un fatto seriale: cioè che ogni tuo intervento non sia un fatto isolato, ma l’occasione per organizzare la gestione dell’intera gamma di quel tipo di problema.
- Persegui, nell’ordine, il rispetto e la crescita delle Persone che ti sono affidate, delle Regole, dei Risultati.
- Ricordati che i sofisti (non i surfisti, quelli sono un’altra cosa!) dimostravano una tesi ed il suo contrario: non erano in contraddizione con se stessi, ma si esercitavano a porsi dal punto di vista “degli altri”. Infatti una bottiglia può essere allo stesso tempo “mezza piena” e “mezza vuota”, e tu, nel constatarlo, non ti devi sentire minimamente disorientato.
- Ricorda che ogni contrapposizione dialettica ha sempre tre soluzioni: la tua, quella del tuo avversario e quella giusta. Il compromesso ha fatto la Storia.
- Non rinunciare mai al lato umoristico della vita.
- Se non sai il latino e vuoi usarlo nelle citazioni, attento agli accenti. “Dìvide et ìmpera” non si pronuncia “divìde et impèra”! Inoltre ricorda che “sine qua non” non vuol dire “siamo qua noi”; cum grano salis, non vuol dire “quando cresce il grano”; ed “in medio stat virtus” non equivale a “in Mediaset virus”. In ogni caso ti suggerisco il libro di De Mauri di cui in calce.
- Se hai messo a fuoco un problema e ne proponi la soluzione e i tuoi interlocutori la approvano ufficialmente, allora hai fatto carriera. Se la discutono e la bocciano, sei sulla buona strada. Se la ignorano o ti dicono che non hanno avuto il tempo di leggerla, vuol dire che stai per diventare un loro pericoloso concorrente. In questo caso, c’è chi dice che per far carriera devi far finta di non accorgerti di nulla. Altri, fra i quali io stesso, ti dicono: insisti cortesemente ma con fermezza perché la tua proposta sia verbalizzata con estrema precisione e discussa.
- Temi, evita e combatti la trasversalità. Talvolta infatti ti potrà capitare di notare che alcuni potenti non siano contenti nemmeno se tu dai loro ragione. La verità è che spesso le motivazioni vere che li spingono ad agire sono diverse da quelle ufficiali. Ciò talvolta può accadere perché purtroppo esiste un sistema a rete nascosta, trasversale appunto, che prescinde dagli schieramenti ufficiali dei partiti, delle correnti di pensiero, della concezione della morale comune, delle strategie aziendali ed è invece fondato soprattutto su di un sistema di interessi e di potere, ed in parte minore anche su di un sistema di comodi equilibri (quieta non movère). Come e cosa fare in questi casi? Non è facile a dirsi. Occorre comunque darsi una calmata, smettere di agitarsi, di proporre e di proporsi, di assumere posizioni ferme, non perché si voglia o debba rinunciare a se stessi, ma perché prima occorre capire quali sono i reali intendimenti e le singole vere ed intime motivazioni di ciascun interessato, al fine di valutarne le possibili reazioni negative.
- Se contraddici pubblicamente un potente ed hai torto, ti può perdonare. Se hai ragione no.
- “Guardati dalle masse osannanti, dalle unanimità, dalle idee uniche totalizzanti, se non altro perchè entro i grandi numeri più facilmente può nascondersi il male” (prefazione dell’autore Premio Nobel Josif Brodskij al libro citato in calce).
- Abbi fede in una logica superiore, immanente nelle cose, che funziona “nonostante” l’intervento dell’uomo.
- Persevera, non ti stancare, non scoraggiarti mai, saresti il primo nemico di te stesso! Abbi invece fiducia nei risultati dell’allenamento e della perseveranza: nello sport, nel lavoro, nella vita.
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Letture fortemente consigliate
- Pier Luigi Celli, “Il potere, la carriera e la vita – Memorie di un mestiere vissuto controvento”, Chiarelettere Ed., 2019 (fondamentale per una gestione manageriale intelligente, umana, produttiva, rispettosa della Persona!)
- Paolo Mieli, “I conti con la Storia – Per capire il nostro tempo”, Rizzoli ed., 2013 (leggere innanzi tutto il capitolo sui compromessi).
- Umberto Eco, “Il fascismo eterno”, La nave di Teseo Ed., 2018.
- Stefano levi Della Torre, “Laicità grazie a Dio”, G. Einaudi Ed., 2012.
- Norberto Bobbio, “Elogio della mitezza e altri scritti morali”, ilSaggiatore Ed., 1998.
- Gustavo Zagrebelsky, “Simboli al potere – Politica, fiducia, speranza”, G. Einaudi Ed., 2012.
- Gustavo Zagrebelsky, “Il diritto mite”, Einaudi Ed., 1992.
- Luciano canfora, Gustavo Zagrebelsky, “La maschera democratica dell’oligarchia”, Editori Laterza, 2014.
- Josif Brodskij, “Il canto del pendolo”, Adelphi, 2011.
- De Mauri, Nepi, Paredi, “5000 Proverbi e motti latini” Edizioni Hoepli, 1990.
- Vai al post n. 3766 (questo è il n. 3769): troverai altre indicazioni.
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CORONAVIRUS
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Febbraio, 2020 @ 6:13 amDetto altrimenti: quattro considerazioni (post 3768)
La Cina, le multinazionali … un loro PIL privato a due cifre o poco meno; miliardi di … ogni tipo di valuta accumulati; progetti di città da 100 milioni di abitanti ognuna; deforestazione selvaggia per fare … soldi, soldi, soldi e potere. Il potere: “Comandare è meglio che fottere”, una frasaccia che gira(va) in certo ambienti di lavoro. E poi? Poi un piccolo virus – vairus per chi non sa né l’inglese né il latino ma vabbè fa lo stesso – un piccolo virus dicevo si abbatte su questa moderna torre di Babele e ne blocca i lavori.
Ecco raga, forse questo è l’aspetto positivo, l’unico aspetto positivo del Corona virus: quello di farci riflettere su quanto siamo deboli nonostante tutto; quello di ridimensionare i nostri percorsi-pretesa, percorsi che percorriamo a bordo di idee-programmi-bulldozer, noi, uomini (quasi) onnipotenti, moderni giganti Golia, fermati da un piccolo virus, piccolo ma molto democratico, che non fa preferenze, la cui legge è uguale per tutti.
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La seconda considerazione è un po’ fantascientifica. Fino ad oggi i virus che ci attaccavano erano quelli che bloccavano i nostri computer, creati da qualche haker-delinquente a scopo di fare denaro ricattando? Soddisfazione sadica? Sensi di onnipotenza? Fate voi. Oggi può venir da pensare che sia successo un fatto analogo, e cioè che il Corona virus sia stato confezionato e diffuso ad arte da … da chi? Non si sa. Dice … ma noooo! Blogger, sei impazzito? Che vai farneticando!? Raga, scialla, calma, la mia è solo un’ipotesi immaginaria, un puro esercizio di fantasia. Per quanto … gli Spagnoli dicono “piensa mal y acertaras”. Noi diciamo che a pensar male si fa peccato ma si indovina. Vedremo.
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Io sono un manager da una vita e come tale sono abituato a prevedere tutte le possibilità, anche le più astruse e lontane. E poi, la crisi della Cina e dell’Europa … cui prodest? Cui bono? Chi ci guadagna? E qui da noi … come mai il virus si è sviluppato nelle regioni che da sole generano una parte preponderante del PIL nazionale?
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Terza considerazione. Io che per fortuna sono nato sul finire della guerra (3 febbraio 1944) e non ne ho (quasi) vissuta alcuna, ecco, dicevo … io ora mi sento come se stessi vivendo una guerra, con le bombe in arrivo, dove colpiscono colpiscono ed io … io speriamo che me la cavo. Il senso che mi pervade è di impotenza.
Last but not least, la considerazione finale: una forza politica – una sola per fortuna – insiste nella sua protervia e cerca di strumentalizzare questa calamità: “Nemmeno ora si decidono a chiudere i porti!” Brava! (tono ovviamente molto ironico, il mio!).
Invece Brave (questa volta senza alcuna ironia, anzi …) le altre forze politiche; bravi gli addetti al servizio sanitario e le forze dell’ordine che ci aiutano e tutelano; bravissimi gli scienziati che stanno studiando il vaccino. A tutti costoro il nostro sincero Grazie!
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I MIEI SCI: 89 – 1 – 76
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2020 @ 3:18 pmDetto altrimenti: per sciare bene … e non fare numeri strani! (post 3767)
I miei sci sono Salomon Race, ovvero sci da gara. Lunghezza m. 1,70, raggio di curvatura 16 m.. Da gara … perché sono più veloci? Si, ma non tanto per questo, quanto perché sono precisi, molto molto immediati nella risposta e sicuri nella tenuta in curva. Ora vi dico. Gli sci, il loro materiale, la forma etc. tutto è studiato e ristudiato. Ma poi vanno regolati. Come? Le lamine, ragazzi, le lamine! Le lamine, in sezione, sono un listello di acciaio a sezione quadrata. La parte che vedete sembra una lama, in realtà è lo spigolo inferiore esterno di quel listello. Chiarito di cosa stiamo parlando, diciamo che le lamine vanno regolate a seconda dell’uso che fate dello sci e del vostro livello di abilità.
Il Tunning. Il piano di appoggio sulla neve della lamina è “svasato” verso l’alto rispetto al piano su cui giace la suoletta dello sci da 0,5 a 1 grado. In tal modo lo sci è man mano più manovrabile. Se oltrepassate il valore 1 grado, ottenete il contrario. Poi c’è da regolare la perpendicolarità della superficie laterale esterna della lamina (cosiddetta affilatura laterale). Se tale superficie cade perpendicolare rispetto al piano di appoggio della suoletta, siamo in condizione normale (90 gradi). Per i più bravi si può portare quell’angolo a 89-88. Non oltre. Infatti solo i campioni mondiali in slalom speciale adottano una inclinazione fino a 86 gradi, ma noi non ci proviamo, per carità, rischiamo di farci male!
Volete ridere? I miei sci erano regolati di fabbrica a 88 – 0,5. Ottima tenuta sul ghiaccio ma un po’ più duri nelle curve. Ora, poiché io scio la mattina molto presto quando le piste non sono ancora affollate, la neve è ancora buona e il ghiaccio non è ancora affiorato, li volevo più docili anche a (un minimo) discapito della tenuta sul ghiaccio, ragion per cui ieri li ho portati a regolare.
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Ho detto al tecnico: “Facciamo 89 -1 e 76”. “Come? 1,76? Ma non li controlla più …”. No, amico, non mi sono spiegato: la regolazione va fatta a 89-1. Sono i miei anni ad essere 76!”
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Buone sciate a tutti, con i “numeri” giusti! Dice … ma per gli anni, come la mettiamo? Be’ raga, ognuno si tiene i suoi!
P.S.: e invece oggi, 22 febbraio, al Tonale, sono stato rimproverato. Da chi? Dal mio carissimo amico Giuseppe Panizza, preparatore e allenatore di campioni come Tomba e Girardelli!
Giuseppe, titolare insieme alla moglie Margherita del bell’Hotel Presena, Giuseppe che trent’anni fa mi successe nella presidenza della Carosello Tonale, la società che io ideai e fondai per la riorganizzazione degli impianti di risali del Passo. Le novità che ho appreso sono due: i prossimi campionati italiani di sci a Ponte di Legno, Tonale e Pejo e il probabile prossimo collegamento con due seggiovie fra Valbiolo e il Bleis. Mica roba da poco! Abbiamo quindi sciato amichevolmente due ore insieme (09,00-1,00) noi due cavalieri con una sola Dama, Rossana.
A me pareva di essere molto, forse anche troppo veloce e lui … naturale come una ballerina del Bolscioi! Mi dice: “Riccardo, il tunning portalo a 0,5, non oltre! Infatti quando sei in curva e raggiungi la linea di massima pendenza, tu non te ne accorgi ma per chiudere la curva sei costretto ad usare molta energia in più, perchè la lamina non fa la presa che deve fare. E poi le braccia, ancora più avanti e premi di più con lo stinco contro lo scarpone, li devi spingere di più e scivolarci di meno su quegli sci. Poi aggiunge: “Per correggere un’impostazione occorre ripetere l’esercizio corretto per circa 8000 (ottomila) volte”. Allora mi sono messo a calcolare: 60 curve per discesa; 15 discese in un giorno fanno 900 esercizi. In nove giorni di esercizi me la cavo.
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Nel pomeriggio Giueppe aveva un impegno ed io con Rossana ci siamo fatti il ghiacciaio Presena e una “nera” dal Passo Paradiso al Passo del Tonale e mi sono accorto che quel tunning di 1 è troppo elevato! Aveva ragione Giuseppe: lo farò riportare a 0,5: infatti grazie al suo invito a riflettere su certi particolari, sulla pista nera, ormai sconnessa dai tanti passaggi e con un po’ di neve molto dura affiorante, ho faticato a “uscire di curva e a completare la traiettoria”. Grazie ancora una volta, Giuseppe! Nella foto: il vostro blogger a quota 2998 (mannaggia … quei 2 metri!), ai piedi della Cima Presena (3068 m). Alle sue spalle i ghiacciai del Mandrone e dell’Adamello e il cartello che avverte di NON avventurarsi fuori pista giù per quel versante a meno di essere esperti sci-alpinisti, preparati, allenati, attrezzati e ottimi conoscitori della zona!
Oggi, 24 febbraio 2020, in attesa che mi risistemino il tuning dei miei Salomon a 0,5 , ho sciato con un paio di sci “muletto”: ottimi Rossignol ma … lunghi 1.83! L’era ‘n pez che nol nevo con sci sì longhi! Ed ho sentito la differenza, soprattutto che ti imponevano di sciare con il peso più avanzato per far lavorare la lunga parte anteriore.
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LIBRI
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Febbraio, 2020 @ 1:30 pmDetto altrimenti: libri che mi parlano e dei quali io vi scrivo (post 3766)
Innanzi tutto: “liber” in latino ha due significati, libro e libero. Chiarito ciò, un po’ di logistica. Dove li mettiamo? Io mi sono inventato le poltrone le poltroncine di seconda fila. Di fa così: se la profondità dello scaffale lo consente (ed in genere lo consente) ho semplicemente appoggiato lateralmente sul fondo di ogni scaffale due tasselli longitudinali che sostengono un’assicella trasversale sulla quale ho sistemato i libri della seconda fila, i quali tuttavia sporgono il capo al di sopra dei colleghi della prima fila, si fanno vedere e riconoscere. In tal modo ho raddoppiato la capienza degli scaffali. La soluzione non è brevettata quindi potete copiarla, anzi, ve la suggerisco proprio!
E oggi mi son detto: tu caro il mio blogger nei tuoi posts (che ridicola quella “s” del plurale, sarebbe come scrivere che “in quella via ci sono due bars!”) racconta un po’ alle tue lettrici e ai tuoi lettori qualcosa dei tuoi libri, almeno quelli della prima fila di uno scaffale, e che diamine! Di quale scaffale? Quello ad altezza occhio, come avviene nei supermercati per la merce che si vuole sia acquistata con preferenza rispetto ad altra! Detto fatto. Vado in sala, scatto una foto, ed eccomi qui, da sinistra a destra per chi guarda.
F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra (difficilotto) e Divieni ciò che sei (molto consigliato). Dicono che Nietzsche sia stato l’ispiratore del nazismo. Io credo che questa sia solo una delle tante interpretazioni e comunque quella che è divenuta “preferenziale” solo perché a qualcuno serviva avere in ogni caso un riferimento letterario-filosofico, a prescindere. Lungi da me essere nazi-fascista!
Carlo Levi, Cristo si è fermato ad Eboli. Esiliato dal fascismo e poi sepolto ad Aliano (Matera). Con Maria Teresa siamo stati a visitare il paese, la sua casa, la sua tomba. A proposito, Eboli è in Campania, non vi sbagliate!
Primo Levi, Se questo è un uomo; La tregua. Si commentano da soli.
Stefano Levi Della Torre, Laicità grazie a Dio. Un piccolo grande libro da non perdere, nel senso laicità = diversità = tolleranza reciproca = arricchimento = democrazia.
Erich Fromm, Avere o essere. Si commenta da solo.
Bertrand Russel, Autorità e individuo. Si commenta da solo.
Giovanni Straffelini, Indagine sulla scienza; Manifesto per scettici; La trinità. Giovanni è professore universitario, studioso, amico, molto appassionato nell’analizzare il rapporto fra scienza e fede. Una volta gli chiesi perché la forza di gravità “tirasse” verso il basso. Mi rispose: “Se avessimo questa risposta avremmo risolto ogni problema del rapporto che stiamo indagando”.
Norberto Bobbio, Destra e sinistra (per chiarirsi le idee); Elogio della mitezza ed altri scritti morali (imperdibile!).
Gaetano Salvemini, Le origini del fascismo in Italia, lezioni da Harward. In allora poca partecipazione alla politica. Oggi …?
Umberto Eco, Il fascismo eterno (piccolo grande libro, scritto vent’anni fa, attualissimo (imperdibile!).
Francesco Filippi, Mussolini ha fatto anche cose buone – Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo (imperdibile!).
Paolo Mieli, I conti con la storia (imperdibile il capitolo sui compromessi).
D.R. Headrick, Il predominio dell’occidente. La storia della colonizzazione mondiale di pari passo con lo sviluppo delle tecnologie di trasporto, militari, mediche (alias: ecco perchè oggi abbiamo le migrazioni di popoli, n.d.r.).
Salwa Salem, Con il vento nei capelli. Palestina, tutti in pace. Arrivano gli Inglesi e per fare spazio agli immigrati Ebrei applicano un sistema molto “determinato”. Salwa ha tenuto una conferenza anche a Riva del Garda.
Gustavo Zagrebelsky, La maschera democratica dell’oligarchia; Simboli al potere; Il diritto mite. E qui ci vorrebbero tre post dedicati. Comunque su “Simboli” e “Il diritto” trovate già molto nei miei post. Anche sulla democrazia.
E.M. Ganne, La vita di Tommaso Moro. Da leggere prima di leggere Utopia.
Tommaso Moro, Utopia nella traduzione di Maria Lia Guardini. Utopia, un obiettivo semplicemente non ancora raggiunto.
Cacciari-Prodi, Occidente senza utopie. V. sopra.
Pier Luigi Celli, Il potere, la carriera la vita, storia di un mestiere vissuto controcorrente. Da vecchio manager mi ci sono ritrovato in pieno! Per fortuna ora ai vertici aziendali iniziano a mettere laureati in sociologia e filosofia!
Dafne Caruana Galizia, Dì la verità anche se il tuo cuore trema. Malta, capitale mafiosa. Dafne, uccisa per averlo documentato.
Luciano Canfora, Il mondo di Atene; La democrazia, storia di un’ideologia. Sono un patito della democrazia, di quella vera! E del mondio classico greco-romano.
Sedie vuote, Dialoghi con i parenti delle vittime del terrorismo.
Gianpaolo Andreatta, Bruno Kessler. Sono stato Direttore Generale dell’ISA-Trento sotto la sua presidenza.
Emilio Serra, Piccola storia di Vermiglio. Come DG ISA ero anche Presidente e Amminitratore Unico delle società impiantistiche del Passo del Tonale.
Marcello Farina, quasi tutti i suoi libri. Don Marcello merita un post a se’ stante!
PG Cattani, Il pane di farina (v. sopra).
M Klein, Wilhelm Friedrich Reiffeisen (vedi due volte sopra). Don Lorenzo Guetti ideò le Casse Rurali e la Cooperazione sulla traccia di Reiffeisen (“Bene comune è quello realizzato con l’apporto iniziale di tutti”).
Ecco, ho esaurito la prima fila di uno scaffale. E tutti gli altri libri? Scialla, raga, calma, mica si può fare tutto in una volta! Mi congedo da voi con un messaggio: chi volesse approfondire qualche aspetto, eccomi qui. In tale attesa vi offro una mia poesiola:
Ombre
La luce del cantiere / penetra la stanza / e disegna sulla parete / la danza delle foglie / incontrate / nel suo breve cammino. / Mobili dita / accarezzano i libri / a svegliare pagine assonnate / che s’aprono liete / all’invito. / E mentre le osservi / raccontare / le mille piccole fiabe / alla notte / ti sembra di rubare / ciò che avevi abbandonato / per la fretta di vivere / e che da tempo / non era più tuo.
Il significato personale della poesiola? Che i libri sono tornati ad essere miei da dieci anni, cioè da quando sono andato in pensione: prima avevo troppa “fretta di vivere”, cioè “di vivere per lavorare”.
P.S.: mi scrive Xheik Shero: ” … cosa mi posso aspettare e come posso trarre il massimo da Così parlò Zarathustra”. Rispondo: io stesso sono in difficoltà. Si tratta di un libro che ho comperato per curiosità, così come per lo stesso motivo ho comperato il Corano, altro testo che non riesco a comprendere. Del resto l’avevo definito “difficilotto” con un eufemismo. Piuttosto concentrati sull’altro, “Divieni ciò che sei”.
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CARO (CANDIDATO) SINDACO TI SCRIVO …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2020 @ 8:15 amDetto altrimenti: ieri sera FIAB Trento ha incontrato un candidato sindaco (post 3765)
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FIAB, FEDERAZIONE ITALIANA AMBIENTE E BICICLETTA, un’associazione di secondo livello. Il primo livello è costituito dalle tante FIAB locali, qui da noi FIAB TRENTO AMICI DELLA BICICLETTA. Ieri sera sono emersi molti aspetti sul tema mobilità urbana e non solo. Molti amici hanno evidenziato singoli aspetti dell’hardware (le piste ciclabili) e del sotfware (la regolamentazione della materia). Io stesso mi sono permesso di sottoporre all’attenzione di tutti un contributo che riassumo qui di seguito, nel senso che ho evidenziato che noi non avevamo di fronte il capo ufficio tecnico mobilità e nemmeno l’assessore competente per materia, ma il candidato sindaco, per cui a me sarebbe bastato che che egli si fosse dichiarato d’accordo e mi avesse rassicurato sulla necessità di dare centralità alla
- Mobilità ciclistica urbana.
- Permeabilità ciclistica della città da nord e da sud.
- Città di Trento, quale potenziale capitale di Trentino Bikeland, catalizzatrice della politica provinciale del cicloturismo e della valorizzazione ciclistica estiva dei dislivelli al pari di quanto fatto in Austria con il Tirol Bike Safari (per la regolamentazione delle biciclette in montagna si vedano in internet i Quaderni di Cicloescursionismo editi dal CAI Centrale).
Mi è parso che il mio messaggio sia stato recepito dal candidato, in quanto, impegnandosi nella linea di quanto proposto e intervenendo a chiusura dell’incontro, ha detto che occorre innanzi tuttto avere una visione del modello di città, della mobilità, del piano urbanistico etc.. Poi, di conseguenza, vengono i singoli interventi.
Avrei voluto arricchire il mio apporto con altri contenuti, ma – lo confesso – in queste occasione temo sempre di prendermi troppo spazio e quindi ho chiuso qui. Cosa? Volete sapere cos’altro avrei voluto dire? Certo, ve lo scrivo subito e sennò a che pro avrei concepito post?! Ecco qui.
- Taluno: “Occorre educare i ciclisti”. Altri “Le auto devono essere più rispettose …” Altri ancora: “Si vabbè, ma anche i pedoni …”. Ecco, al riguardo io credo che occorra educare tutti indistintamente al rispetto reciproco ed alla normale convivenza di soggetti paritetici, con particolate riguardo alla salvezza fisica di tutti, ad iniziare dai soggetti più deboli. In altre parole: non si tratta di perfezionare le regole per ciascun tipo di utente della strada, ma di migliorare ed adottare una regolamentazione per il comportamento reciproco, senza dare per scontato nessun “diritto acquisito” all’uso di strade, piste ciclabili, marciapiedi etc..
2. L’educazione stradale intermodale (auto-pedoni-bici) sarebbe un’ottima palestra verso una maggiore educazione civica dei cittadini, mirata al rispetto dell’altro in ogni settore del vivere sociale e politico.
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3. Ho molto apprezzato la sua uscita su l’Adige del 27 gennaio scorso dal titolo “Mitezza, un valore della politica” nella quale egli ha citato il libro di Norberto Bobbio “Elogio della mitezza e altri scritti morali”, un libro che nella mia libreria occupa il posto riservato ai miei “libri vangeli”.
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Interventi fondamentali nella discussione, quelli di Manuela Demattè e di Guglielmo Duman, ripettivamente past president e presidente Fiab Trento. Inoltre quelli del Consigliere Comunale Michele Brugnara e del fiabbino Massimo Pegoretti, maggiori animatori – insieme a Manuela – del gruppo di studio e di lavoro Fiab-Comune.
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Per finire: un esempio virtuoso, quello della città di Pesaro, attraversata da una rete di piste ciclabili delimitanti una serie di “quadrati” a velocità massima 30 kmh.
Good FIAB, good bike & good Sindaco di Trento everybody!
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